Il governo cinese sta progettando di cambiare il suo codice penale in modo da rendere legali le ''scomparse'' di dissidenti.
L'istituto legalizzato della ''residenza sorvegliata'', variante degli arresti domiciliari, permetterebbe alla polizia di detenere per 6 mesi i sospetti in località di sua scelta senza l'obbligo di avvertire le famiglie.
E' quello che è successo nei mesi scorsi a decine di attivisti per i diritti umani e dissidenti, fra cui l'artista Ai Weiwei (ANSA).
Se questo è il nuovo capitalismo, in salsa pseudo-comunista, che avanza, la piega comincia ad assumere una direzione inaspettata.
Se tale modello riuscirà ad affermarsi tempi sempre più duri ci attendono, è proprio vero che sarà la fine della democrazia
Il nuovo capitalismo che avanza
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S'a Reggina è na malatia, prima Gallo e poi Saladini sunnu i so merici curanti.
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Macché, è una versione mostruosa del capitalismo che sta assumendo una nuova forma ancora più brutale che ha come padrone dei padroni lo Stato-mercato.
Il governo cinese si considera esclusivamente una fonte di opportunità per i cittadini, non certo il loro difensore: ecco come si spiega il totale disprezzo per il malcontento prodotto dalla liberalizzazione predatoria, nonché della deregolamentazione economica, che viene perpetrata nei confronti dell’ambiente e del suo conseguente inquinamento selvaggio, delle condizioni di vita della maggior parte dei lavoratori sfruttati senza scrupoli e prontamente repressi nel momento in cui si ribellano.
Costituisce il più grande dei paradossi. Prima hanno importato il marxismo, adattandolo alla loro mentalità e condizione di paese prevalentemente agricolo, ora stanno riciclando il capitalismo per riportare il paese alla sua vecchia egemonia imperiale. E' un rullo compressore che avanza senza guardare niente e nessuno
Il governo cinese si considera esclusivamente una fonte di opportunità per i cittadini, non certo il loro difensore: ecco come si spiega il totale disprezzo per il malcontento prodotto dalla liberalizzazione predatoria, nonché della deregolamentazione economica, che viene perpetrata nei confronti dell’ambiente e del suo conseguente inquinamento selvaggio, delle condizioni di vita della maggior parte dei lavoratori sfruttati senza scrupoli e prontamente repressi nel momento in cui si ribellano.
Costituisce il più grande dei paradossi. Prima hanno importato il marxismo, adattandolo alla loro mentalità e condizione di paese prevalentemente agricolo, ora stanno riciclando il capitalismo per riportare il paese alla sua vecchia egemonia imperiale. E' un rullo compressore che avanza senza guardare niente e nessuno
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Il capitalismo lascia la sua vecchia casa occidentale ed emigra verso nuovi territori di conquista e di sfruttamento, si trasferisce ed assume nuove sembianze ancora più subdole e feroci, si fa strada nelle terre dell'estremo Oriente e dell'Europa dell'est, nonché dell'America Latina, dopo averci sedotto, con illosorie aspettative di benessere diffuso, adesso ci abbandona, lasciando dietro di sé violenza e disperazione.
Il paradosso prodotto da questo mostro è che, mentre negli anni sessanta e settanta, i giovani lo detestavano e non volevano farsi omologare dal sistema che tutto conformava, oggi i giovani moderni, cioè i figli di coloro che furono un tempo i "figli dei fiori", lottano invece per esserne inclusi e farne parte a pieno titolo.
Come cambia il mondo
Il paradosso prodotto da questo mostro è che, mentre negli anni sessanta e settanta, i giovani lo detestavano e non volevano farsi omologare dal sistema che tutto conformava, oggi i giovani moderni, cioè i figli di coloro che furono un tempo i "figli dei fiori", lottano invece per esserne inclusi e farne parte a pieno titolo.
Come cambia il mondo
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La Repubblica Popolare Cinese è una repubblica socialista governata da un partito unico, il Partito comunista cinese.
Penso possa bastare.
Penso possa bastare.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Per tua informazione, di "comunista" la Cina ormai ha ben poco, anzi, forse non l'ha mai avuto, come non l'ha mai avuto l'ex URSSdoddi ha scritto:La Repubblica Popolare Cinese è una repubblica socialista governata da un partito unico, il Partito comunista cinese.
Penso possa bastare.
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Grazie per l'informazione, ma quella è la definizione ufficiale, non una mia interpratazione o giudizio.Lillo sei uno ha scritto:Per tua informazione, di "comunista" la Cina ormai ha ben poco, anzi, forse non l'ha mai avuto, come non l'ha mai avuto l'ex URSSdoddi ha scritto:La Repubblica Popolare Cinese è una repubblica socialista governata da un partito unico, il Partito comunista cinese.
Penso possa bastare.
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Doddi sei un ragazzo intelligente, non fermarti alla forma, ma vai alla sostanza delle cose, approfondisci e non fermarti alle apparenzedoddi ha scritto:Grazie per l'informazione, ma quella è la definizione ufficiale, non una mia interpratazione o giudizio.Lillo sei uno ha scritto:Per tua informazione, di "comunista" la Cina ormai ha ben poco, anzi, forse non l'ha mai avuto, come non l'ha mai avuto l'ex URSSdoddi ha scritto:La Repubblica Popolare Cinese è una repubblica socialista governata da un partito unico, il Partito comunista cinese.
Penso possa bastare.
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Secondo il Sunday Times, la Cina sarebbe pronta a pompare decine di miliardi di euro comprando infrastrutture e aumentano la quota nei debiti sovrani, ma tutto questo a condizioni ferree: vaste riforme nei piani di bilancio e nuovi tagli al settore pubblico.
Ma che razza di comunismo è mai questo O è piuttosto un mutamento genetico del capitalismo che assume altre forme ancora più totalitarie ed opprimenti
Comunque se questi sono comunisti io sono Milton Friedman
Ma che razza di comunismo è mai questo O è piuttosto un mutamento genetico del capitalismo che assume altre forme ancora più totalitarie ed opprimenti
Comunque se questi sono comunisti io sono Milton Friedman
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Chi controlla la finanza e l'economia in Cina?Lillo sei uno ha scritto:Secondo il Sunday Times, la Cina sarebbe pronta a pompare decine di miliardi di euro comprando infrastrutture e aumentano la quota nei debiti sovrani, ma tutto questo a condizioni ferree: vaste riforme nei piani di bilancio e nuovi tagli al settore pubblico.
Ma che razza di comunismo è mai questo O è piuttosto un mutamento genetico del capitalismo che assume altre forme ancora più totalitarie ed opprimenti
Comunque se questi sono comunisti io sono Milton Friedman
Sarà pure capitalistica e globalizzata ma fortemente centralizzata, controllata dallo stato, e soprattutto pianificata.
La Cina è la seconda economia del mondo ma il suo reddito pro capite è solo al centesimo posto della classifica mondiale. Perchè?
I fondi governativi investono in debito pubblico degli altri stati, europa e usa, ed anche in capitale di rischio delle più grandi banche planetarie.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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guarda caso sto Comunismo non l'ha mai avuto nessuno però esistono tanti Partiti Comunisti e ovunque si siano affermati c'è fame, violenza, dittatura, e povertà.
Però quello non è Comunismo......... ed è vero. Sono d'accordo non è comunismo. Sapete perchè?
Perchè il COMUNISMO è UTOPIA, il COMUNISMO NON ESISTE.
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Ergo: è un capitalismo di Stato, in cui lo Stato è lo stesso mercato. I funzionari o i loro parenti stretti si arricchiscono sulle spalle dei lavoratori super sfruttati, facendo quel dumping sociale che ha messo in ginocchio l'economia occidentale.doddi ha scritto: Chi controlla la finanza e l'economia in Cina?
Sarà pure capitalistica e globalizzata ma fortemente centralizzata, controllata dallo stato, e soprattutto pianificata.
La Cina è la seconda economia del mondo ma il suo reddito pro capite è solo al centesimo posto della classifica mondiale. Perchè?
I fondi governativi investono in debito pubblico degli altri stati, europa e usa, ed anche in capitale di rischio delle più grandi banche planetarie.
La differenza con la ex URSS è che la Cina mantiene ancora un apparato burocratico che opprime la società e interna i dissidenti, mentre nei paesi dell'ex URSS regna una oligarchia feroce che controlla tutto e che si è impossessata di tutte le ricchezze delle nazioni, con pochi supericchissimi e tantissimi sulla soglia della sopravvivenza.
Se non sono queste forme degenerative o distorte del capitalismo
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Lillo sei uno ha scritto:Ergo: è un capitalismo di Stato, in cui lo Stato è lo stesso mercato. I funzionari o i loro parenti stretti si arricchiscono sulle spalle dei lavoratori super sfruttati, facendo quel dumping sociale che ha messo in ginocchio l'economia occidentale.doddi ha scritto: Chi controlla la finanza e l'economia in Cina?
Sarà pure capitalistica e globalizzata ma fortemente centralizzata, controllata dallo stato, e soprattutto pianificata.
La Cina è la seconda economia del mondo ma il suo reddito pro capite è solo al centesimo posto della classifica mondiale. Perchè?
I fondi governativi investono in debito pubblico degli altri stati, europa e usa, ed anche in capitale di rischio delle più grandi banche planetarie.
La differenza con la ex URSS è che la Cina mantiene ancora un apparato burocratico che opprime la società e interna i dissidenti, mentre nei paesi dell'ex URSS regna una oligarchia feroce che controlla tutto e che si è impossessata di tutte le ricchezze delle nazioni, con pochi supericchissimi e tantissimi sulla soglia della sopravvivenza.
Se non sono queste forme degenerative o distorte del capitalismo
Tutto quello che ti pare, ci stà tutto, ma se io mi chiamo "doddi" perchè vuoi chiamarmi per forza "Pascali"?
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
http://www.corriere.it/economia/corrier ... bc75.shtml
il fronte est
Cina. Può sgonfiarsi? La paura di Ue e Usa
Il rallentamento è in corso. Potrebbe essere soft e guidato. Ma potrebbe anche diventare un crash
il fronte est
Cina. Può sgonfiarsi? La paura di Ue e Usa
Il rallentamento è in corso. Potrebbe essere soft e guidato. Ma potrebbe anche diventare un crash
I politici europei hanno pasticciato non poco, durante tutta la crisi del debito. E continuano a farlo. Quelli americani non sono stati da meno, a cominciare dalla disputa estiva sull’innalzamento del deficit che ha opposto il Congresso al presidente Barack Obama. Almeno, però, i leader dell’Occidente sono trasparenti, se fanno sciocchezze le fanno in pubblico (vedi tabella).
Verso l’atterraggio
Ma in Cina? Cosa stia succedendo davvero nell’economia e nella politica dell’Impero di mezzo è sempre meno chiaro. Tanto che l’ansia degli investitori si sta trasferendo a passi da gigante verso Pechino. Per molti versi, anzi, c’è un’ansia cinese da un po’ di tempo: l’indice elaborato dalla Deutsche Bank riferito alle aziende internazionali molto esposte alla Cina nell’ultimo anno è sceso di oltre il 40%. È iniziato un crollo di certezze rispetto alla storia straordinaria della crescita cinese. Fatto che apre scenari in teoria preoccupanti.
Che l’economia del gigante asiatico debba rallentare è un dato di fatto. Nel 2008, le autorità hanno lanciato un piano di stimolo per contrastare la contrazione delle esportazioni durante la recessione in America e in Europa: non poteva essere mantenuto indefinitamente e quindi la banca centrale Pbc ha più volte alzato i tassi d’interesse (l’inflazione resta sopra al 6%). Come risultato, nel terzo trimestre la crescita del Pil è scesa al 9,1% (era stata del 9,5% il trimestre precedente). Potrebbe essere un dato perfettamente in linea con l’intenzione del partito e del primo ministro Wen Jiabao di condurre un soft landing, un rallentamento controllato ma sempre con una crescita annua non inferiore all’8%. Ma potrebbe essere anche il segno di qualcosa di più serio, di un rallentamento massiccio.
Tutti sanno che la seconda economia del mondo negli ultimi anni si è sviluppata creando distorsioni non da poco. Lo stesso partito comunista ammette che la crescita, spinta da un’enorme massa di investimenti (pari alla metà del Pil), ha sicuramente creato bolle e allocato risorse in settori che non avranno mai un senso economico (non solo i campi da golf). Prima o poi questo nodo verrà al pettine, come ogni bolla anche questa si sgonfierà: si tratterebbe di avere un’idea, grazie a qualche statistica più attendibile di quelle ufficiali e manipolate, di quanta aria calda ci sia nelle bolle per prevedere tempi e portata della correzione. Il governo centrale sta cercando, per esempio, di tenere sotto controllo il prezzo delle case. A livello locale, però, alcune amministrazioni, ad esempio quella della città meridionale di Foshan nelle settimane scorse, avrebbero iniziato a sfidare le direttive centrali per evitare proprio che la bolla edilizia scoppi. Quali siano la portata del problema e il rischio è difficile da stimare.
Uno studio recente di MarketWatch può però dare un’idea: dice che a Hong Kong «il mercato immobiliare sembra essere guidato da investitori che sono ricchi al punto di non curarsi nemmeno di affittare i loro appartamenti». Una situazione del genere non potrà andare avanti per sempre, soprattutto se si tiene conto che nella città, sette milioni di abitanti, ci sarebbero - dati ufficiali - 250 mila appartamenti sfitti. Le ansie, però, non si fermano qui.
Il credito parallelo
Il sistema del credito cinese è un animale molto strano. Fondamentalmente, è governato dalle grandi banche di Stato che prestano sulla base delle indicazioni dei mandarini di partito. Ma in parallelo si è sviluppato un sistema bancario sotterraneo nel quale individui ricchi di cash prestano denaro a tassi elevati ad aziende private che non hanno accesso ai fondi indirizzati dallo Stato. In un sistema controllato, il credito rischia così di essere fuori controllo. Il problema è così serio che il Quotidiano del Popolo l’ha definito «una crisi subprime in stile cinese».
Non è dunque strano che gli investitori si domandino se quello cinese sarà un soft landing o un hard landing nel quale il mondo intero si farà parecchio male. E ancora meno strano è che arrivino alle conclusioni più diverse.
Un grande conoscitore della Cina, l’economista di Morgan Stanley Stephen Roach, prevede un rallentamento dell’economia del Paese, ma nessuna catastrofe. L’economista star Nouriel Roubini la settimana scorsa ha invece sostenuto che, come ogni iper investimento, anche questo finirà in modo doloroso. Non prima del 2013 o del 2014 - ha però aggiunto - perché Wen e il presidente Hu Jintao «faranno tutto il possibile» per tenere la crescita sopra l’8% mentre la nuova generazione di leader salirà al potere, come previsto, nel 2012. Jim Chanos, fondatore dell’hedge fund americano Kynkos, è infine convinto che il grande crash dell’economia cinese sia non solo inevitabile vista la situazione del mercato immobiliare, ma sia addirittura già iniziato.
Insomma, è arrivato il momento di guardare il fenomenale boom cinese in una prospettiva meno eccitata. Pechino promette di aiutare l’Europa, ma non è probabilmente il caso di trattenere il fiato: dovrà aiutare prima se stessa.
Danilo Taino
24 ottobre 2011(ultima modifica: 25 ottobre 2011 11:11)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Cina. Può sgonfiarsi? La paura di Ue e Usa
Il rallentamento è in corso. Potrebbe essere soft e guidato. Ma potrebbe anche diventare un crash
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Cina. Può sgonfiarsi? La paura di Ue e Usa
Il rallentamento è in corso. Potrebbe essere soft e guidato. Ma potrebbe anche diventare un crash
I politici europei hanno pasticciato non poco, durante tutta la crisi del debito. E continuano a farlo. Quelli americani non sono stati da meno, a cominciare dalla disputa estiva sull’innalzamento del deficit che ha opposto il Congresso al presidente Barack Obama. Almeno, però, i leader dell’Occidente sono trasparenti, se fanno sciocchezze le fanno in pubblico (vedi tabella).
Verso l’atterraggio
Ma in Cina? Cosa stia succedendo davvero nell’economia e nella politica dell’Impero di mezzo è sempre meno chiaro. Tanto che l’ansia degli investitori si sta trasferendo a passi da gigante verso Pechino. Per molti versi, anzi, c’è un’ansia cinese da un po’ di tempo: l’indice elaborato dalla Deutsche Bank riferito alle aziende internazionali molto esposte alla Cina nell’ultimo anno è sceso di oltre il 40%. È iniziato un crollo di certezze rispetto alla storia straordinaria della crescita cinese. Fatto che apre scenari in teoria preoccupanti.
Che l’economia del gigante asiatico debba rallentare è un dato di fatto. Nel 2008, le autorità hanno lanciato un piano di stimolo per contrastare la contrazione delle esportazioni durante la recessione in America e in Europa: non poteva essere mantenuto indefinitamente e quindi la banca centrale Pbc ha più volte alzato i tassi d’interesse (l’inflazione resta sopra al 6%). Come risultato, nel terzo trimestre la crescita del Pil è scesa al 9,1% (era stata del 9,5% il trimestre precedente). Potrebbe essere un dato perfettamente in linea con l’intenzione del partito e del primo ministro Wen Jiabao di condurre un soft landing, un rallentamento controllato ma sempre con una crescita annua non inferiore all’8%. Ma potrebbe essere anche il segno di qualcosa di più serio, di un rallentamento massiccio.
Tutti sanno che la seconda economia del mondo negli ultimi anni si è sviluppata creando distorsioni non da poco. Lo stesso partito comunista ammette che la crescita, spinta da un’enorme massa di investimenti (pari alla metà del Pil), ha sicuramente creato bolle e allocato risorse in settori che non avranno mai un senso economico (non solo i campi da golf). Prima o poi questo nodo verrà al pettine, come ogni bolla anche questa si sgonfierà: si tratterebbe di avere un’idea, grazie a qualche statistica più attendibile di quelle ufficiali e manipolate, di quanta aria calda ci sia nelle bolle per prevedere tempi e portata della correzione. Il governo centrale sta cercando, per esempio, di tenere sotto controllo il prezzo delle case. A livello locale, però, alcune amministrazioni, ad esempio quella della città meridionale di Foshan nelle settimane scorse, avrebbero iniziato a sfidare le direttive centrali per evitare proprio che la bolla edilizia scoppi. Quali siano la portata del problema e il rischio è difficile da stimare.
Uno studio recente di MarketWatch può però dare un’idea: dice che a Hong Kong «il mercato immobiliare sembra essere guidato da investitori che sono ricchi al punto di non curarsi nemmeno di affittare i loro appartamenti». Una situazione del genere non potrà andare avanti per sempre, soprattutto se si tiene conto che nella città, sette milioni di abitanti, ci sarebbero - dati ufficiali - 250 mila appartamenti sfitti. Le ansie, però, non si fermano qui.
Il credito parallelo
Il sistema del credito cinese è un animale molto strano. Fondamentalmente, è governato dalle grandi banche di Stato che prestano sulla base delle indicazioni dei mandarini di partito. Ma in parallelo si è sviluppato un sistema bancario sotterraneo nel quale individui ricchi di cash prestano denaro a tassi elevati ad aziende private che non hanno accesso ai fondi indirizzati dallo Stato. In un sistema controllato, il credito rischia così di essere fuori controllo. Il problema è così serio che il Quotidiano del Popolo l’ha definito «una crisi subprime in stile cinese».
Non è dunque strano che gli investitori si domandino se quello cinese sarà un soft landing o un hard landing nel quale il mondo intero si farà parecchio male. E ancora meno strano è che arrivino alle conclusioni più diverse.
Un grande conoscitore della Cina, l’economista di Morgan Stanley Stephen Roach, prevede un rallentamento dell’economia del Paese, ma nessuna catastrofe. L’economista star Nouriel Roubini la settimana scorsa ha invece sostenuto che, come ogni iper investimento, anche questo finirà in modo doloroso. Non prima del 2013 o del 2014 - ha però aggiunto - perché Wen e il presidente Hu Jintao «faranno tutto il possibile» per tenere la crescita sopra l’8% mentre la nuova generazione di leader salirà al potere, come previsto, nel 2012. Jim Chanos, fondatore dell’hedge fund americano Kynkos, è infine convinto che il grande crash dell’economia cinese sia non solo inevitabile vista la situazione del mercato immobiliare, ma sia addirittura già iniziato.
Insomma, è arrivato il momento di guardare il fenomenale boom cinese in una prospettiva meno eccitata. Pechino promette di aiutare l’Europa, ma non è probabilmente il caso di trattenere il fiato: dovrà aiutare prima se stessa.
Danilo Taino
24 ottobre 2011(ultima modifica: 25 ottobre 2011 11:11)
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Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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- Forumino Malatissimo
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- Iscritto il: 11/05/2011, 13:54
Un potenziale problema per la Cina potrebbe essere il basso consumo interno. A fronte di una crescita economica legata soprattutto all'export ed al boom edilizio interno guidato dalle banche di Stato che prestano denaro alle grosse imprese edilizie (di membri del partito) praticamente ad interessi nulli, manca un corrispettivo incremento dei consumi interni. Questo scenario fa capire come comunque ad una crescita economica non corrisponde una diffusione del benessere. Il cinese medio tende a risparmiare piuttosto che spendere e/o investire. Nonstante anche i tassi di interesse sui depositi siano bassi.
Sarà un corto circuito dovuto alla centralità delle decisioni economiche di questo nuovo capitalismo socialista? Non lo so, ma una cosa in comune con l'occidente c'è: i soldi vanno a pochi, i problemi a tutti gli altri.
Sarà un corto circuito dovuto alla centralità delle decisioni economiche di questo nuovo capitalismo socialista? Non lo so, ma una cosa in comune con l'occidente c'è: i soldi vanno a pochi, i problemi a tutti gli altri.
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
ecco come fanno le cose i cinesi.
http://www.youtube.com/watch?v=pbDeS_mXMnM
la trascrizione:
http://www.sbs.com.au/dateline/story/tr ... ost-Cities
http://www.youtube.com/watch?v=pbDeS_mXMnM
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http://www.sbs.com.au/dateline/story/tr ... ost-Cities
Foti NON E' il mio presidente (cit.)