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mohammed
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IL CASO
Calano i bocciati, così la Gelmini ha nascosto il flop della linea dura


Dal 2008 sempre in flessione, smentiti i comunicati del ministro. E sul sito del Miur note stringate hanno sostituito i risultati integrali degli scrutini
di SALVO INTRAVAIA

Calano i bocciati, così la Gelmini ha nascosto il flop della linea dura Mariastella Gelmini
ROMA - Calano i respinti alle scuole superiori: dal giugno 2008 al giugno 2011 sono scesi quasi del due per cento. La "linea della severità" annunciata da Mariastella Gelmini esce ridimensionata dalle scelte dei professori, lo si scopre leggendo i dati dell'ultima stagione approdati in viale Trastevere, mai resi pubblici e ora consultati da Repubblica. È dal 2008 che il Miur non ha più pubblicato ufficialmente, ovvero sul sito del ministero, i risultati integrali degli scrutini di fine anno limitandosi a stringati comunicati stampa. Adesso si scopre che negli anni del Governo Berlusconi non c'è mai stata alcuna crescita dei bocciati alle medie superiori: niente pugno di ferro dei professori contro gli studenti riottosi e pelandroni.

È una storia travagliata e piena di censure quella degli scrutini di fine anno ai tempi della Gelmini. L'ultima pubblicazione completa e senza errori sugli esiti di fine anno risale al luglio del 2007, quando a Palazzo della Minerva sedeva Giuseppe Fioroni. L'anno dopo, con il cambio del ministro, arriva la prima sorpresa: un clamoroso refuso aritmetico fa schizzare in alto il numero complessivo dei bocciati. Il 13 settembre del 2008, quattro mesi dopo l'insediamento della Gelmini, il ministero comunica infatti che "dopo le verifiche di fine agosto il totale degli studenti non promossi per l'anno 2007-2008 si attesta al 16,2 per cento del totale, mentre nell'anno scolastico 2006-2007 i bocciati furono il 14,2 per cento". Nel conteggio, già allora, c'era qualcosa che non quadrava. "A giugno - spiegava il comunicato ufficiale - gli studenti promossi sono stati il 59,4 per cento del totale, i non ammessi sono stati il 13,8 per cento e quelli con giudizio sospeso il 26,8 per cento". Proseguiva la nota: "Circa il 6 per cento degli studenti che hanno effettuato le prove di verifica a fine agosto sono stati bocciati portando la percentuale dei non ammessi al 16,2 per cento". Però il 5,9 per cento - che è quel "circa il 6 per cento" - di bocciati a settembre sul 26,8 di rimandati a giugno determina l'1,6 per cento di respinti. Se si somma questa quota al 13,8 dei bocciati a giugno la percentuale complessiva di respinti arriva al 15,4 per cento. E non al 16,2. In quella stagione di partenza, ecco, i dati già non tornavano e, comunque, erano inferiori di uno 0,8 per cento a quelli dichiarati.

L'anno successivo, il 23 giugno 2009, il ministero lancia un comunicato che riporta i dati delle bocciature di fine stagione nelle prime quattro classi delle superiori: 13,6 per cento. E nel 2010, il 12 giugno, si torna a parlare dell'argomento. "Scuola, Miur: primi dati su esito scrutini, più severità", recita una nota ministeriale. Si legge: "Per quanto riguarda i risultati degli scrutini relativamente alle prime quattro classi delle scuole superiori, i dati disponibili segnalano un incremento significativo dei non ammessi. Rispetto all'11,7 per cento dei non ammessi alla classe successiva del precedente anno scolastico, quest'anno nelle stesse scuole la percentuale sale al 13,1 per cento". Ma l'anno prima, in verità, si parlava di un 13,6 per cento. Errore anche questo?
Infine, il dato dei bocciati di giugno del 2010-2011 nelle prime quattro classi delle medie superiori, mai reso pubblico da viale Trastevere. Parla dell'11,9 per cento di non promossi a giugno. Sono quasi due punti percentuali (1,9%) in meno rispetto al 2007-2008, il primo anno di insediamento della Gelmini. E da allora i dati dei bocciati a giugno sono sempre stati in calo progressivo.

(04 ottobre 2011)

http://www.repubblica.it/scuola/2011/10 ... ef=HREC1-6
Allah è grande, Gheddafi è il suo profeta!
reggino
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Località: l'isola che non c'è

Uno dei tanti limiti di Berlusconi è quello di essersi circondato di gente scadente sul piano intellettuale,politico e a volte anche morale.
La Gelmini,la Brambilla,Brunetta,Romano,per fare qualche nome,sono impresentabili come ministri.
Avesse avuto a cuore le sorti del Paese,della sua coalizione,e del suo partito,avrebbe messo a capo di ogni ministero gente competente,e non quattro incapaci.
Speriamo di archiviare al più presto questa orribile pagina.
https://www.youtube.com/watch?v=-JQINuybHL4" onclick="window.open(this.href);return false;
suonatore Jones

Centinaia di quiz sbagliati per la selezione di 2.386 dirigenti scolastici. E non soltanto "pochissimi e marginali refusi nelle domande del concorso per dirigenti scolastici", come ha dichiarato lo scorso 6 settembre il ministero dell'Istruzione travolto dalle polemiche. Nel pacchetto di quasi 6 mila domande pubblicate sul sito del ministero lo scorso primo settembre ci sono quasi mille domande da eliminare. I 42 mila aspiranti presidi per settimane si sono quindi esercitati dunque su centinaia di quiz che non troveranno giorno 12 nel test di preselezione. Il perché è presto detto: molti item sono formulati in modo non chiaro o ambiguo, o più semplicemente sono errati.

Ieri sera, il ministero dell'Istruzione ha pubblicato l'atteso elenco dei test a risposta multipla da espungere prima del sorteggio dei 100 che varranno l'ammissione agli scritti. Nel corso delle scorse settimane, il blocco di 5.750 domande, dal quale saranno estratti i 100 quiz oggetto della preselezione del prossimo 12 ottobre, è stata oggetto di mille polemiche. I candidati spulciando le domande hanno trovato tantissimi errori, criticando il ministero e il governo per una selezione che alla maggior parte dei 42 mila candidati non sembra affatto idonea a selezionare dirigenti scolastici del futuro.

"Il ministero - recita la nota di ieri sera - ha provveduto ad una revisione complessiva della banca dati predisposta da una commissione esterna di esperti per la prova pre-selettiva del concorso a dirigente scolastico". Scoprendo che "i pochi e marginali" refusi sono addirittura 975 (il 17 per cento del totale), contenuti in tre liste. Nella prima "sono compresi gli items contenenti errori o imprecisioni tali da incidere sulla correttezza delle domande e/o delle risposte". E si tratta di delle prime 250 domande da scartare.

"Nel secondo - prosegue la nota - sono presenti, invece, tutti quegli items con formulazioni che potrebbero in qualche modo indurre in errore i candidati o presentare problemi interpretativi o refusi, che l'Amministrazione ha ritenuto comunque opportuno escludere dall'estrazione". Altre 599 domande. E, infine, "per le lingue straniere, sono stati eliminati, a maggior garanzia dell'interpretazione degli stessi, anche i quesiti contenenti errori tipografici". In tutto, altre 126 domande. Tra i candidati il senso di confusione e disorientamento per una selezione già nata sotto i peggiori auspici è ormai totale.

"Chi supererà i test - spiega Marina, una candidata che preferisce restare anonima - si potrà vantare di sapere gestire meglio di altri lo stress, di godere di una buona dose di fortuna e di una buona memoria". E le qualità del dirigente scolastico? "Chi non supererà il test - continua Marina - non sarà meno preparato degli altri, né meno adatto a fare il dirigente scolastico". Insomma, la solita lotteria all'italiana. In effetti, conoscere la risposta ad alcune domande non sembra essenziale per diventare capo d'istituto. Possono diventare dirigenti scolastici i professori che non sappiano se "possono contrarre matrimonio tra loro le persone delle quali l'una è stata condannata per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell'altra"? (domanda 359 della terza area). O senza conoscere quanti condomini devono abitare in un edificio per avere il Regolamento di condominio? (domanda 323). Ma la cosa che lascia ancora perplessi è che tra le domande escluse ci sarebbe anche la numero 710 della quinta area, che però ne contava 709.

Anche le modalità si espletamento del concorso sembrano cervellotiche. Ogni candidato avrà sul tavolo un librone con tutte le 4 mila e 750 domande rimanenti, un foglio a lettura ottica per segnare le risposte e un altro foglio con i numeri delle 100 domande da andarsi a cercare sfogliando il librone. In un minuto (per rispondere alle 100 domande avranno a disposizione 100 minuti) occorre andarsi cercare la domanda, leggere e interpretare il testo e infine rispondere correttamente evitando segni di riconoscimento o sbavature che potrebbero annullare la prova.

E comunque per il ministero si tratta di questioni "irrilevanti". Come i neutrini, come le minori bocciature occultate.
(06 ottobre 2011)

http://www.repubblica.it/scuola/2011/10 ... ef=HREC1-9
UnVeroTifoso
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Pure spiona...

Concorso presidi e domande errate
Il Miur: "Ecco i nomi dei 'colpevoli'"

Per difendersi dalle critiche sul numero altissimo di quesiti sbagliati, il ministero segnala sul web l'elenco degli esperti che hanno preparato i testi per la selezione. Il sindacato attacca e chiede "sanzioni"

di SALVO INTRAVAIA


Sul concorso per preside piovono polemiche e critiche da tutte le parti sul ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, dopo l'articolo di Repubblica.it sui quiz. Il caso era nato dal fatto che nella prima parte della selezione concorsuale, ben 975 delle 5.663 domande pubblicate il primo settembre - tra le quali saranno estratte le 100 oggetto della preselezione e che sono servite da esercizio per gli oltre 42mila candidati - sono risultate errate, formulate in maniera poco chiara o ambigue. Un numero di errori (quasi una domanda su 5) che è sembrato eccessivo per un concorso così importante.

Il ministero ha prima diffuso un comunicato stampa per prendere le distanze dalla figuraccia e poi ha rivelato sul web i nomi dei diretti "responsabili" dei troppi quesiti "sbagliati". "Il Ministero - recita la nota - ha operato una revisione totale delle 5.663 domande predisposte da una commissione esterna di esperti di varia estrazione, la cui composizione è consultabile su internet. Non si può pertanto attribuire al ministero - prosegue la nota - esattamente il contrario di quanto è avvenuto e che è facilmente verificabile. Con una news pubblicata sul sito dell'Ansas (l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, un tempo Indire) è possibile scorrere l'elenco degli esperti incaricati di redigere le domande per le prove preselettive del concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici".

In questo modo il ministro e il suo staff cercano di tirarsi fuori dalle polemiche degli ultimi giorni. E non mancano le sorprese. In affetti, le domande erano state affidate a persone di tutto rispetto. Ma, allora, perché tanti errori e sbavature? Tra gli estensori delle oltre 5mila domande troviamo ben 24 docenti universitari, 17 dirigenti scolastici e 5 ispettori ministeriali. Più 11 ricercatori, 5 avvocati, 20 docenti e persino un consigliere del ministro: Max Bruschi. In tutto, 89 persone che nel lungo elenco sono anche affiancate all'area di pertinenza delle domande.

Intanto, sindacati ed esponenti politici hanno espresso tutto il loro disappunto per una procedura che servirà a reclutare 2.386 dirigenti scolastici. Per Francesca Pugliesi del Pd, "il Miur è al collasso e occorre rinviare il concorso per eliminare i quesiti ideologici". "Attendevamo e sollecitavamo ormai da tempo l'urgenza del concorso a dirigente scolastico, visto che - afferma Pugliesi - ormai sono troppe le scuole statali italiane non governate a causa delle eccessive reggenze. Purtroppo però l'eliminazione di 976 quesiti errati dalla prova concorsuale, che certifica il collasso della struttura del ministero governato da Mariastella Gelmini, ci obbliga a chiedere un breve rinvio perché la prova si possa svolgere in condizioni di serietà, rigore e pari opportunità".

Per l'esponente dell'opposizione "dopo la pubblicazione notturna dei test abbiamo dovuto rilevare peraltro che restano in vita ancora numerosi quesiti 'd'opinione', che attendono risposte quanto meno 'ideologiche'. Come per esempio la domanda 170: la capacità di negoziare e promuovere il cambiamento all'interno della scuola dipende esclusivamente dal carisma del dirigente (risposta giusta) non dalla bontà delle relazioni tra i componenti (risposta sbagliata)! Diciamo - conclude Pugliesi - che con il 'leader carismatico' abbiamo già devastato un paese ... eviteremmo di riproporre la stessa amara medicina alla scuola!".

Per Massimo Di Menna, della Uil scuola, si tratta "di un modo di procedere che non rispetta l'impegno di tanti insegnanti. Un sistema tutto carte e norme che va radicalmente cambiato. Un pasticcio, nei modi e nella sostanza: nei modi perché non si è tenuto in alcuna considerazione l'impegno e lo stato d'animo dei docenti che si accingono a partecipare al concorso; nella sostanza perché su 5mila domande predisposte dal ministero, il ministero stesso, a distanza di poco meno di una settimana dalla prova, ne ha individuate come 'errate' e quindi ritirate ben mille. C'è da chiedersi, che cosa succederebbe se un insegnante nel predisporre le domande per i propri studenti ne sbagliasse il 20 per cento?".

Anche Francesco Scima, leader della Cisl scuola, chiede "più rispetto per i candidati". "I fatti che si sono registrati in merito alla predisposizione delle prove preselettive del concorso a dirigente scolastico - afferma Scrima - destano numerose perplessità e preoccupazioni. Le condizioni nelle quali i docenti candidati andranno a sostenere la preselezione, che oggi tutti invocano seria e trasparente, non depongono bene per un sereno svolgimento del concorso, con il rischio concreto che si apra un nuovo contenzioso. Decida il ministero - conclude l'esponente Cisl - se ci sono ancora i requisiti per andare avanti, garantire certezza del diritto e rispetto del lavoro e dell'impegno degli insegnanti".

Sul concorso si ricompone anche l'unità sindacale. "Il ministero, dopo aver cercato di minimizzare sugli errori per la prova preselettiva, rassicurando che erano poco più di un centinaio, ha finalmente pubblicato il dettaglio delle domande eliminate". E "poiché non c'è stata trasparenza ed alle nostre richieste scritte non è stata data mai alcuna risposta", il sindacato di via Serra chiede di conoscere "i criteri in base ai quali sono stati individuati gli esperti incaricati di predisporre le 5.663 domande", "i costi di tale operazione", "se è stata verificata l'eventuale incompatibilità di tali esperti con l'incarico ad essi affidato (se erano stati impegnati, per esempio, nell'organizzazione e nello svolgimento dei corsi di preparazione" e, infine, "se, per i numerosi errori commessi, è stata prevista a loro carico una penalità economica".

fonte: http://www.repubblica.it


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Il parroco anticamorra fa causa alla Gelmini. Ha lavorato per la legalità (senza retribuzione)
Don Luigi Merola ha un contratto con il Miur per la promozione di iniziative sulla legalità nelle scuole. Una lunga serie di trasferte per cui ha pagato di tasca propria, senza mai ricevere un euro in cambio, nonostante i contratti
Napoli – Aveva un incarico di dirigente, un ufficio a Roma presso il ministero dell’Istruzione e persino un badge. Era alle dipendenze dirette della ministra Maria Stella Gelmini, con il compito di promuovere “iniziative rivolte agli studenti per l’acquisizione della cultura della legalità”, come specificato nel decreto di nomina. Ma don Luigi Merola ha lavorato gratis. E dopo aver chiesto invano il rispetto dei contratti firmati, ha deciso di fare causa. Don Merola non è un sacerdote qualunque. Non ama la definizione di ‘prete anticamorra’ che però gli sta addosso come un vestito su misura, cucita sul campo. E’ stato per anni il parroco di Forcella (oggi è parroco alle Brecce) e dal 2004 vive sotto scorta per aver smantellato le telecamere della camorra e per aver girato di nascosto e consegnato al Questore un filmato con cui documentava lo spaccio di droga nel quartiere controllato dal clan Giuliano. Era stato chiamato al ministero per girare le scuole di tutt’Italia ed esportare il suo impegno. Ma non ha mai visto un euro. Anzi, ci ha rimesso. Trasferte lunghe e dispendiose, pagate di tasca propria, per incontrare i giovani e i giovanissimi delle scuole nei luoghi più disagiati del paese. Esperienze di cui don Merola conserva splendidi ricordi sul piano umano, come racconta nel libro Il cancro sociale: la camorra, una sorta di autobiografia degli ultimi anni di questo giovane e coraggioso prete di frontiera che tramite la fondazione ‘A voce de creature’ ha sottratto centinaia di ragazzini dalle insidie della strada e della criminalità. Quelle trasferte per il ministero, però, non sono state riconosciute economicamente di chi lo aveva assunto. “Una pessima figura per il ministro nei confronti di chi sta al servizio della legalità con azioni concrete” commenta l’avvocato Alessandro Biamonte, difensore di don Merola nell’azione legale che il sacerdote ha intentato contro il Miur.

L’avvocato Biamonte ha depositato due diverse istanze di conciliazione, obbligatorie prima dell’inizio della causa vera e propria. Istanze che si riferiscono ai due rapporti lavorativi intercorsi tra don Merola e il ministero, intercorsi a cavallo tra il governo Prodi e il governo Berlusconi, con la ministra Gelmini che, secondo quanto riferito da don Merola in alcuni dibattiti e in brani del suo libro, avrebbe guardato con fastidio alla presenza al Miur di un ‘prete’, per di più ‘ereditato’ dal ministro Pd Giuseppe Fioroni. Un pasticciaccio burocratico che inizia il 10 aprile 2008. Tre giorni prima delle elezioni politiche che sanciranno il trionfo del Cavaliere, il ministero ancora formalmente retto da Fioroni conferisce a don Merola un ruolo di dirigente ministeriale e stipula un contratto triennale di lavoro. Il sacerdote arriva a questo incarico anche grazie all’apprezzamento di ambienti importanti e influenti del Pd napoletano. E’ amico dell’assessore alla Legalità del Comune di Napoli Giuseppe Gambale (Pd), che lo ha sostenuto in numerose iniziative pubbliche. Gambale finirà sotto inchiesta, arrestato insieme a mezza giunta Iervolino e poi assolto in primo grado, per una vicenda di presunti appalti pilotati per favorire l’immobiliarista Alfredo Romeo (assolto anch’egli in primo grado per le accuse più gravi, tranne che per un episodio di corruzione, per il quale gli sono stati inflitti due anni).

Ed appartengono al Pd napoletano i parlamentari che firmano le interrogazioni per sollecitare il rafforzamento della scorta di don Merola, contro il quale si moltiplicano le minacce. Così quando si insedia Berlusconi, lo spoil system del suo governo defenestra pure il prete napoletano. Gli incarichi di questo tipo cessano “decorsi 90 giorni dal voto di fiducia del nuovo governo”, scrive il direttore generale del Miur. La Gelmini, però, decide di recuperarlo e con decreto a sua firma, protocollato AOOUFGAB 100095/GM del 10 dicembre 2008, lo nomina nel proprio ufficio di gabinetto. Tutto ok? Macché. Si moltiplicano i bizantinismi e don Merola non viene pagato, né per il breve periodo del governo Fioroni, né per quel successivo. Prima manca il nulla osta del Cardinale (che comunque arriverà) poi viene opposta la scarsa chiarezza del curriculum e l’assenza del visto della Corte dei conti, che aveva chiesto al ministero chiarimenti mai effettuati. Quest’ultima motivazione, secondo l’avvocato Biamonte, non può durare in eterno: “Ci sono dei termini, di uno e due mesi, abbondantemente scaduti, trascorsi i quali questi atti divengono in ogni caso esecutivi”. Poteva mancare un giallo? Eccolo. Esiste una nota a firma di un vice direttore generale, datata 10 luglio 2009, e relativa al primo incarico, in cui si afferma “che nessun altro incarico è stato attribuito all’interessato”. Come se il decreto della Gelmini del dicembre precedente, tramutato in un contratto il giorno stesso, fosse finito nel nulla.
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