La Grande Depressione di Reggio

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sognatore82
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TAXI SII RUMPIU I BALLS

citazione di un suo commesso che conosco :lol: :lol: :lol: :lol:



per la depressione riguardo al mercato in generale ed al poco lavoro , glielo dovete domandare alla QUESTURA
a reggio calabria del comunismo è rimasto solo il pcl

la speranza vera ma misera rimane il 5 stelle !
ciesse
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sognatore82 ha scritto:TAXI SII RUMPIU I BALLS

citazione di un suo commesso che conosco :lol: :lol: :lol: :lol:



per la depressione riguardo al mercato in generale ed al poco lavoro , glielo dovete domandare alla QUESTURA
Il commesso dice quello che ha capito!
Se l'attività è veramente redditizia il nome è un valore da mantenere (viste attività fondate 100 anni fa?).
(e Praticò sarebbe andato a casa con un gruzzoletto...)

La verità è che il negozio chiude e per i motivi che qui discutiamo non risulta "appetibile" ne il locale ne la posizione ne il mercato reggino.

:salut
fred2010
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pellarorc ha scritto:
doddi ha scritto:
pellarorc ha scritto: possno chiudere per mille motivi. Anche perchè magari guadagnano 10 e spendono 20! può essere! Io conosco 2 persone con il negozio sul corso e tutti e due dicono che vendono. Una vende bigiotteria e collanine e cose così e l'altro abbigliamento nn molto costoso e in crisi nn sono. I guadagni ci sono. Poi...le cassiere sono in nero e sottopagate quindi raggiungere uno stipendio decente non è difficile al netto delle tasse. Se parliamo di un negozio a carrapipi allura sì ma sul corso...chiuderanno per mille altri motivi. Poi..può cpaitare naturalmente che un negozio nn vada ma vuol dire che ha dei prezzi assurdi, che vende roba brutta....mile motivi.
Pellarorc fatti pregare ... non esiste ciò che tu dici.
La maggior parte dei negozi son in grande difficoltà. Numero degli addetti ridotti ovunque, magazzini pieni di rimanenze e soprattutto negozi vuoti.
Ripeto la maggior parte.
Si fidasse da chi tasta il polso al corso quotidianemente e ne conosce tantissimi :thumright
mi fido mi fido doddi. ma mi ca sono qui per imporre un idea, sono per scamviare idee. Se voi dite così io ci credo.
Cmq..la situazione a questo pnto diventa più complessa.
Se i dipendenti che prendono lo stipendio indirettamente dal comune nn spendono. Se le altre famiglie vedendo la crisi continua non spendono. VUol direi che la già magra economia reggina si seccherà completamente!
Ma di tutto ciò perchè non se ne parla? GIà molti paesini calabresi sono morti per mille motivi anche alcuni legati all'economia locale che nn premiava neanche il tabaccaio, quindi come sarà il futuro?
Un ragazzo che lavora con me è di Girifalco e mi parlava che la situazione nell'enorme provinca cosentina non è facile. Molti paesini stanno scomparendo e chi lascia case di proprioetà non le vuole neanche affittare perchè ci guadagfna troppo poco!
C dobbiamo aspettare un periodo per reggio calabria che vedrà il disastro economico?
Perchè a sto punto io mi aspetto una nuova rivolta stile 1970! Ma la rivolta mi chiedo...verso chi sarà?gli amministratori locali o verso i governarnti romani?

Mah...chissaà cosa ci aspetta!


Ma sei sicuro di quello che dici o che riporti? :oo:

No, perchè a quanto mi è dato sapere, Girifalco non è assolutamente della provincia di Cosenza, ma di Catanzaro. :read:
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DoubleD
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pellarorc ha scritto:
DoubleD ha scritto:
doddi ha scritto: Auto: non c'è rimasto nessuno, ford esclusa, di quelli presenti 10 anni fà in città.
no doddi,
sono rimaste la citroen (oreda), la renault (sudauto), la seat (rechichi), l'audi (fata), la bmw (demi auto), la nissan (ex sport car ora demi auto),
la peugeot (bieffedi), l'honda (ex frauto ora effe motors) e la suzuki (autovì)
anche la vw mi sembra ci sia ancora....
la vw c'è ma non e'
quella storica di santa caterina AUTOMOTOR REGGINA (ora diventata concessionaria multimarca)


:salut
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onlyamaranto
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l'Opel di Pellaro c'è ancora? mi hanno detto che stava per chiudere, o quantomeno che avesse perso la concessione dell'Opel

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
doddi
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DoubleD ha scritto:
doddi ha scritto: Auto: non c'è rimasto nessuno, ford esclusa, di quelli presenti 10 anni fà in città.
no doddi,
sono rimaste la citroen (oreda), la renault (sudauto), la seat (rechichi), l'audi (fata), la bmw (demi auto), la nissan (ex sport car ora demi auto),
la peugeot (bieffedi), l'honda (ex frauto ora effe motors) e la suzuki (autovì)
Vero per citroen renault e bmw :wink , quelle che con indichi con EX sono cose mezze nuove anche se c'è continuità nei luoghi.
Fata c'era anche prima? E dov'era? :scratch
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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pellarorc
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fred2010 ha scritto: possno chiudere per mille motivi. Anche perchè magari guadagnano 10 e spendono 20! può essere! Io conosco 2 persone con il negozio sul corso e tutti e due dicono che vendono. Una vende bigiotteria e collanine e cose così e l'altro abbigliamento nn molto costoso e in crisi nn sono. I guadagni ci sono. Poi...le cassiere sono in nero e sottopagate quindi raggiungere uno stipendio decente non è difficile al netto delle tasse. Se parliamo di un negozio a carrapipi allura sì ma sul corso...chiuderanno per mille altri motivi. Poi..può cpaitare naturalmente che un negozio nn vada ma vuol dire che ha dei prezzi assurdi, che vende roba brutta....mile motivi.

Pellarorc fatti pregare ... non esiste ciò che tu dici.
La maggior parte dei negozi son in grande difficoltà. Numero degli addetti ridotti ovunque, magazzini pieni di rimanenze e soprattutto negozi vuoti.
Ripeto la maggior parte.
Si fidasse da chi tasta il polso al corso quotidianemente e ne conosce tantissimi :thumright

mi fido mi fido doddi. ma mi ca sono qui per imporre un idea, sono per scamviare idee. Se voi dite così io ci credo.
Cmq..la situazione a questo pnto diventa più complessa.
Se i dipendenti che prendono lo stipendio indirettamente dal comune nn spendono. Se le altre famiglie vedendo la crisi continua non spendono. VUol direi che la già magra economia reggina si seccherà completamente!
Ma di tutto ciò perchè non se ne parla? GIà molti paesini calabresi sono morti per mille motivi anche alcuni legati all'economia locale che nn premiava neanche il tabaccaio, quindi come sarà il futuro?
Un ragazzo che lavora con me è di Girifalco e mi parlava che la situazione nell'enorme provinca cosentina non è facile. Molti paesini stanno scomparendo e chi lascia case di proprioetà non le vuole neanche affittare perchè ci guadagfna troppo poco!
C dobbiamo aspettare un periodo per reggio calabria che vedrà il disastro economico?
Perchè a sto punto io mi aspetto una nuova rivolta stile 1970! Ma la rivolta mi chiedo...verso chi sarà?gli amministratori locali o verso i governarnti romani?

Mah...chissaà cosa ci aspetta


Ma sei sicuro di quello che dici o che riporti? :oo:

No, perchè a quanto mi è dato sapere, Girifalco non è assolutamente della provincia di Cosenza, ma di Catanzaro. :read:
si è vero è nella provincia di catanzaro mi sono sbagliato perchè lui ha fatto l'università a cosenza e dice sempre cosenza di qua e cosenza di là.
Cmq la sostanza non cambia.

FIgghioli...l'italia è messa male!!!
Però ci saranno altre mille realtà in italia che vanno male. Non è che reggio calabria sia stata mai la dubai d'italia e ora ci stiamo rendendo conto del declino! Se andata ad agrigento è uguale, se andata a siracusa è uguale, se andate lecce è uguale. Le città medio piccole del sud nn sono mai state ricche e forse non lo saranno mai!
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doddi ha scritto:
DoubleD ha scritto:
doddi ha scritto: Auto: non c'è rimasto nessuno, ford esclusa, di quelli presenti 10 anni fà in città.
no doddi,
sono rimaste la citroen (oreda), la renault (sudauto), la seat (rechichi), l'audi (fata), la bmw (demi auto), la nissan (ex sport car ora demi auto),
la peugeot (bieffedi), l'honda (ex frauto ora effe motors) e la suzuki (autovì)
Vero per citroen renault e bmw :wink , quelle che con indichi con EX sono cose mezze nuove anche se c'è continuità nei luoghi.
Fata c'era anche prima? E dov'era? :scratch
per nissan sono nuovi solo nome e sede :wink

fata è aperta dal dicembre 2004 (sempre lì) - non sono 10 anni ma ci siamo quasi
:mrgreen:
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DoubleD ha scritto:
doddi ha scritto: Auto: non c'è rimasto nessuno, ford esclusa, di quelli presenti 10 anni fà in città.
no doddi,
sono rimaste la citroen (oreda), la renault (sudauto), la seat (rechichi), l'audi (fata), la bmw (demi auto), la nissan (ex sport car ora demi auto),
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Regmi ha scritto:
DoubleD ha scritto:
doddi ha scritto: Auto: non c'è rimasto nessuno, ford esclusa, di quelli presenti 10 anni fà in città.
no doddi,
sono rimaste la citroen (oreda), la renault (sudauto), la seat (rechichi), l'audi (fata), la bmw (demi auto), la nissan (ex sport car ora demi auto),
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Regmi ha scritto:
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Lixia
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Il Papa: "I cattolici si impegnino in politica
ma non per difendere interessi di parte"


Benedetto XVI a Lamezia incita i calabresi a "reagire all'emergenza" in una terra "ferita dai clan e della crisi del lavoro"

12:06 - Il Papa auspica la formazione da parte dei cattolici di "una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuovere non tanto interessi di parte, ma per il bene comune". Lo ha chiesto a Lamezia Terme nella sua visita in Calabria. Dal Pontefice è partita poi una forte denuncia contro la criminalità e la crisi del lavoro che feriscono questa terra ma i calabresi, ha ricordato il Papa, hanno "saputo reagire all'emergenza".
"Non cedete mai - ha raccomandato il Papa - alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento su voi stessi", crescete nella "capacità di collaborare con gli altri, e per il bene pubblico".

"So che anche a Lamezia Terme, come in tutta la Calabria, - ha proseguito Benedetto XVI nell'omelia - non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni. Se osserviamo questa bella regione, riconosciamo in essa una terra sismica non solo dal punto di vista geologico, ma anche da un punto di vista strutturale, comportamentale e sociale; una terra, cioè, dove i problemi si presentano in forme acute e destabilizzanti; una terra dove la disoccupazione è preoccupante, dove una criminalità spesso efferata ferisce il tessuto sociale, una terra in cui si ha la continua sensazione di essere in emergenza".

All'emergenza, ha però sottolineato il Pontefice, "voi calabresi avete saputo rispondere con una prontezza e una disponibilità sorprendenti, con una straordinaria capacità di adattamento al disagio. Sono certo che saprete superare le difficoltà di oggi per preparare un futuro migliore. Non cedete mai alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento su voi stessi. Fate appello alle risorse della vostra fede e delle vostre capacità umane; sforzatevi di crescere nella capacità di collaborare, di prendersi cura dell'altro e di ogni bene pubblico, custodite l'abito nuziale dell'amore; perseverate nella testimonianza dei valori umani e cristiani cos profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione".
"Gli amici miei, ed in cui posso fidare, non vivon qui: si trovan lontano, al mio paese, come ogni altra cosa, signori, che mi può recar conforto".

Putrusinu ogni mineshra!

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ciesse
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Lixia ha scritto:Il Papa: "I cattolici si impegnino in politica
ma non per difendere interessi di parte"


Benedetto XVI a Lamezia incita i calabresi a "reagire all'emergenza" in una terra "ferita dai clan e della crisi del lavoro"

12:06 - Il Papa auspica la formazione da parte dei cattolici di "una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuovere non tanto interessi di parte, ma per il bene comune". Lo ha chiesto a Lamezia Terme nella sua visita in Calabria. Dal Pontefice è partita poi una forte denuncia contro la criminalità e la crisi del lavoro che feriscono questa terra ma i calabresi, ha ricordato il Papa, hanno "saputo reagire all'emergenza".
"Non cedete mai - ha raccomandato il Papa - alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento su voi stessi", crescete nella "capacità di collaborare con gli altri, e per il bene pubblico".

"So che anche a Lamezia Terme, come in tutta la Calabria, - ha proseguito Benedetto XVI nell'omelia - non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni. Se osserviamo questa bella regione, riconosciamo in essa una terra sismica non solo dal punto di vista geologico, ma anche da un punto di vista strutturale, comportamentale e sociale; una terra, cioè, dove i problemi si presentano in forme acute e destabilizzanti; una terra dove la disoccupazione è preoccupante, dove una criminalità spesso efferata ferisce il tessuto sociale, una terra in cui si ha la continua sensazione di essere in emergenza".

All'emergenza, ha però sottolineato il Pontefice, "voi calabresi avete saputo rispondere con una prontezza e una disponibilità sorprendenti, con una straordinaria capacità di adattamento al disagio. Sono certo che saprete superare le difficoltà di oggi per preparare un futuro migliore. Non cedete mai alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento su voi stessi. Fate appello alle risorse della vostra fede e delle vostre capacità umane; sforzatevi di crescere nella capacità di collaborare, di prendersi cura dell'altro e di ogni bene pubblico, custodite l'abito nuziale dell'amore; perseverate nella testimonianza dei valori umani e cristiani cos profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione".
Che c'entra il Papa con questo topic??
Avesse saputo il Papa quanti sacrifici sono stati accollati ai calabresi per le poche ore di visita a beneficio dei quarantamila di Lamezia (e della passerella di politici locali), sarebbe forse rimasto a Roma.
Se la Chiesa vuole aiutare Reggio e la Calabria conosce modi e uomini.
:na:
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DoubleD ha scritto:
Regmi ha scritto:
Tutte di proprietà di Imprenditori con la fedina penale immacolata immagino. 8-)
non si puo' fare di tutta l'erba un fascio :salut
E non era quella l'intenzione.
Era solo una provocazione atta a non sottovalutare un fenomeno
che le statistiche ufficiali non consentono di quantificare
ma solo immaginare.
....E a volte l' immaginazione supera a realtà
:salut
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http://www.strill.it/index.php?option=c ... Itemid=231


Ecco, la musica è finita...
Martedì 11 Ottobre 2011 10:06

di Giusva Branca – Quando cominciò il diluvio qualcuno disse a Noè di non preoccuparsi, tanto si sarebbe trattato delle “solite quattro gocce”. Ecco, il momento è arrivato. Inizia a piovere insistentemente, che Dio la manda. Ma è ancora poco meno che l’inizio. Il

sistema economico calabrese – e soprattutto reggino – ha cominciato il percorso di accartocciamento su sé stesso.
Da anni veniamo tacciati di pessimismo, talvolta addirittura di oscurantismo. Era il 31 dicembre del 2008 e Strill.it augurava buon anno ai suoi lettori rompendo – more solito – gli schemi e scrivendo “La Calabria brinda e festeggia. Come sul Titanic”.
Pochi mesi dopo fu la volta di “No more ace to play. Siamo ciò che abbiamo voluto”.
Il ballo – a tutti i livelli, in tutti i settori – è proseguito, al pari di una crisi sempre meno strisciante, sempre più evidente.
Ci dicono che la crisi è congiunturale.
Bugie.
Ci dicono che è legata al cash-flow.
Bugie.
Ci dicono che è la conseguenza di quella mondiale.
Bugie anche queste, almeno nella sua genesi, poi effettivamente aggravata da quella planetaria.
Ma la differenza tra la crisi calabrese, reggina e quella del resto del sistema è evidente e rende ancora più grave, ben oltre il limite del dramma, la nostra situazione: la nostra è una crisi del sistema, quella di altre realtà è una crisi nel sistema.
Restiamo al sistema economico di Reggio che è pur sempre, di gran lunga, la più popolosa e antica città della Calabria, nonché quella che oggi, per la prima volta nella storia, esprime la classe politica dirigente guida su scala regionale.
Bene, visto che nessuno lo dice, molti lo pensano, ma a tanti resta in gola, come a Fonzie rimaneva la parola “scusa”, lo diciamo noi, ancora: l’economia reggina è stata per decenni drogata, per nulla autosufficiente, quindi drogata.
Drogata da commesse pubbliche infinite, drogata dal “Decreto Reggio”, vera e propria “minna” infinita, drogata da fiumi di denaro sporco che, una volta nel circuito, facevano comodo a tutti e consentivano di creare una classe di commercianti di alto bordo perfettamente legale.
Mai nessuno si è chiesto da dove arrivassero i soldi, mai nessuno, conseguentemente, si è posto il problema della “finità” o “infinità” dei flussi.
Scrivevamo in quell’editoriale di fine 2008: “Troppi Calabresi vivono all’ombra dello pseudo potente protempore e per loro calzano a pennello i versi di Edoardo Bennato a proposito dei seguaci di capitan Uncino: “...ai suoi discorsi son sempre presente, ma non so bene cos’abbia in mente e non mi faccio più troppe domande. E non m’importa dov’è il potere, finchè continua a darmi da bere non lo tradisco e fino all’inferno lo seguirò…”

Bene, per motivi diversi, forse – quelli si – congiunturali, i flussi, il bere che Capitan Uncino dispensava, si sono interrotti e il sistema implode, per un motivo semplicissimo: il re è nudo, il sistema, alle nostre latitudini, non c’è.
“Il sistema” – recita Wikipedia - “nel suo significato più generico, è un insieme di entità connesse tra di loro tramite reciproche relazioni visibili o definite dal suo osservatore umano o da una rilevazione strumentale ripetibile”.
Ecco, la nostra economia non risponde neppure lontanamente a tali requisiti.
Le “relazioni” che tengono in piedi il sistema – o dovrebbero – da noi tutto sono tranne che visibili o, di più, assolutamente non definite da una rilevazione ripetibile.
I decenni di economia drogata sono evidentemente irripetibili ma, di più, rappresentano una occasione persa che Dio non perdonerà: nei tempi di vacche grasse le imprese che – in spregio al concetto tipico di impresa, connesso al rischio ed al mercato – nascevano come funghi sostenute da commesse (e sperperi) pubblici di ogni genere avrebbero potuto sfruttare il momento, la congiuntura e aprirsi, effettivamente, ai mercati, a quelli veri.
I mezzi, gli strumenti non mancavano di certo, nella storia dell’umanità non è mai stato così facile globalizzare, ma qui è venuto al pettine il nodo dei nodi.
La perifericità, l’isolamento della Calabria e di Reggio in particolare hanno rappresentato lo spartiacque. Isolamento fattuale che, poco per volta – tranne rare eccezioni – si è trasferito nelle menti creando un circolo vizioso, un loop che, a sua volta, ha sempre più alimentato l’isolamento concreto.
Così, per anni, per decenni, quando le cose andavano non benissimo, ma certo si prestavano a slanci di ottimismo, le imprese che nascevano, ma anche i nuovi professionisti che si affacciavano alla ribalta, si sono sempre rivolti, nel 90% dei casi, al mercato rigorosamente locale, non hanno mai provato a fare il salto, quel salto che, ad esempio, l’impresa di Varese o il professionista di Verona ha comunque fatto verso la MittelEuropa.
Eh certo, per loro è facile, l’Europa è là, a un passo.
Verissimo, ma in quanti di noi si sono realmente indignati, percependone a pieno la pericolosità, del progressivo isolamento crescente al quale, anche sul piano dei trasporti, è stata costretta la Calabria?
In quanti, in aggiunta all’Europa hanno guardato – non a chiacchiere – al Mediterraneo, mentre – di contro – i Cinesi (che, notoriamente, non lasciano sul posto nulla di ciò che guadagnano) invadevano con i loro esercizi commerciali le nostre vie?
Diciamocelo, nessuno di noi si tiri indietro: pochissimi.
Di più: nessuno ha mai pensato, realmente a creare sviluppo vero, stabile, con delle gambe; nessuno ha mai investito realmente sulla formazione, né pubblico (dalle nostre parti formazione è sinonimo solo di soldi rubati all’UE), né privato. Anche qui la scriminante è evidente: tra chi lo ha fatto (pochissimi) e chi no passa la medesima differenza che intercorre tra il papà che, in un momento florido per la famiglia, regala un master universitario al figlio e l’altro che, in analogo periodo, gli fa trovare sotto casa una Porsche fiammante.
E oggi?
Oggi siamo soli, spaesati, senza un’alternativa, un “piano b”, pieni di debiti – pubblici e privati – e, soprattutto, con un sistema che, evidentemente non può sostenere il peso di sé stesso, soprattutto se questo peso è fatto di un tenore di vita drogato, figlio di anni di economia drogata a sua volta.
Questo sistema oggi dovrebbe rappresentare, come ha sempre fatto, il mercato di sé stesso.
E, di grazia, a chi dovrebbe vendere l’impresa, o anche il commerciante reggino? A quegli impiegati pubblici che (pur essendo dei fortunati che a fine mese, comunque, hanno uno stipendio) hanno visto erodersi giorno dopo giorno il potere di acquisto del loro denaro?
O forse a quello stuolo di professionisti che ogni giorno elemosinano pane e dignità e che, a loro volta, dovrebbero rivolgersi a quello stesso mercato del quale loro stessi non riescono più nemmeno ad essere consumatori?
O, ancora, forse il mercato dovrebbe essere costituito dalle migliaia di precari (ormai – chiamiamo le cose col loro nome, vivaddio – disoccupati a tutti gli effetti) che vagano come anime perse per le strade con un fischietto in bocca per farsi sentire sotto le finestre di palazzi da un lato sordi e dall’altro completamente incapaci (per scarsezza degli interpreti ma anche per oggettiva carenza di fondi e strumenti) di affrontare il problema?
Signori, qui ogni giorno chiudono esercizi commerciali storici, di quelli che erano passati attraverso congiunture gravissime (congiunture, appunto, non implosioni strutturali…), ogni giorno in redazione siamo travolti da lettere di gente disperata, col mutuo da pagare, Equitalia dietro la porta e, magari, un bimbo handicappato al quale il sistema non riesce più nemmeno a garantire il dovuto insegnante di sostegno all’asilo.
L’altro giorno mi è toccato di accompagnare alla porta l’ennesima giovane signora che, sfrattata, priva di un qualunque lavoro stabile non sapeva dove “mettere” la mamma anziana e malata.
Il livello minimo di assistenza sociale per le fasce deboli è saltato, l’argine è stato scavalcato dall’onda, cosa potrà accadere domani non osiamo neppure immaginarlo.
Qualcuno dice che dovremmo dispensare ottimismo: no, se questo presuppone mentire alla gente, non lo faremo. Non lo facemmo nel 2008, nel 2009, non lo facciamo neppure adesso. Non lo facemmo nella scorsa Primavera e durante la – incredibile, lunghissima – estate di sonno reggino quando indicammo come Ottobre- Novembre il periodo in cui sarebbe cominciato (si badi bene, cominciato) un lungo, lunghissimo diluvio economico che avrebbe fatto da preludio ad una lunga notte sociale.
Chi ha la possibilità di farlo e vuole “blindarsi” mentalmente, percettivamente rispetto alla comprensione di quello che accade può legittimamente farlo; noi ciò che succede là fuori lo sappiamo bene, siamo in trincea tutti i giorni e quando troppo spesso la gente scambia una testata giornalistica per un assistente sociale, per un assessorato, per un ufficio del lavoro, financo per la Procura della Repubblica, ciò significa inequivocabilmente che anche l’orchestra ha capito che il Titanic è, ormai, piegato su un fianco.
Ecco, la musica è finita…
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto: Ci dicono che la crisi è congiunturale.
Bugie.
Ci dicono che è legata al cash-flow.
Bugie.
Ci dicono che è la conseguenza di quella mondiale.
Bugie anche queste, almeno nella sua genesi, poi effettivamente aggravata da quella planetaria.

Quindi non è un semplice problema di trasferimento fondi, come hai sempre sostenuto?
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
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UnVeroTifoso ha scritto:
doddi ha scritto: Ci dicono che la crisi è congiunturale.
Bugie.
Ci dicono che è legata al cash-flow.
Bugie.
Ci dicono che è la conseguenza di quella mondiale.
Bugie anche queste, almeno nella sua genesi, poi effettivamente aggravata da quella planetaria.

Quindi non è un semplice problema di trasferimento fondi, come hai sempre sostenuto?
Sempre Giusva, scrive:

L’economia reggina è stata per decenni drogata, per nulla autosufficiente, quindi drogata.
Drogata da commesse pubbliche infinite, drogata dal “Decreto Reggio”, vera e propria “minna” infinita, drogata da fiumi di denaro sporco che, una volta nel circuito, facevano comodo a tutti e consentivano di creare una classe di commercianti di alto bordo perfettamente legale.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
Sempre Giusva, scrive:

L’economia reggina è stata per decenni drogata, per nulla autosufficiente, quindi drogata.
Drogata da commesse pubbliche infinite, drogata dal “Decreto Reggio”, vera e propria “minna” infinita, drogata da fiumi di denaro sporco che, una volta nel circuito, facevano comodo a tutti e consentivano di creare una classe di commercianti di alto bordo perfettamente legale.
Eh no... tu parlavi di mancanza di trasferimento di fondi stanziati dal governo che devono/dovevano arrivare a Reggio.

Giusva dice che non è un problema di flusso di cassa. Cosa in contraddizione con quanto da te sempre affermato sul forum.


Sul pezzo che tu ora quoti siamo d'accordo. Ma non c'entra con la giustificazione che tu hai sempre dato alla situazione.
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
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pellarorc
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se reggio calabria venisse salvata il problema si ripresenterebbe.
doddi
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UnVeroTifoso ha scritto:
doddi ha scritto:
Sempre Giusva, scrive:

L’economia reggina è stata per decenni drogata, per nulla autosufficiente, quindi drogata.
Drogata da commesse pubbliche infinite, drogata dal “Decreto Reggio”, vera e propria “minna” infinita, drogata da fiumi di denaro sporco che, una volta nel circuito, facevano comodo a tutti e consentivano di creare una classe di commercianti di alto bordo perfettamente legale.
Eh no... tu parlavi di mancanza di trasferimento di fondi stanziati dal governo che devono/dovevano arrivare a Reggio.

Giusva dice che non è un problema di flusso di cassa. Cosa in contraddizione con quanto da te sempre affermato sul forum.


Sul pezzo che tu ora quoti siamo d'accordo. Ma non c'entra con la giustificazione che tu hai sempre dato alla situazione.
Io ho parlato di tante cose, se vuoi l'analisi storica logica cronologica, punto per punto preparami il questionario ed eventualmente ti chiarirò quanto ancora non hai capito... non dò giustificazioni ad alcuno ma seguo ragionamenti, e numeri, e buchi passati. E relativi 'bumbuli e 'bumbuleddi.

C'è un topic sulla benzina, dei tagli agli enti si sà già tutto, il Governo dice che non ci sono soldi, qualche manovra nel giro di pochi mesi per andare a trovarli... se poi oltre a dire che ci sono ora 90 ora 150 ora 300 mil. di buco qualcuno provasse anche a dire in quale conto sono andati a finire forse sarebbe tutto più facile da comprendere oltre a continuare a peggiorare una situazione già oltremodo precaria.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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