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Mariotta
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pellarorc ha scritto:«Un altro governo? Mi fanno ridere
Nuovo nome per il Pdl: Forza Gnocca!»

è il nome che gli dovevano dare all'atto della fondazione
Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
Paolo_Padano
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tra forza gnocca, vai a scopare, le barzellette e l'unico obiettivo del governo sul bavaglio, esce dal suo ribambimento con qualche battuta Bossi sulle votazioni anticipate. L'unica cosa sensata è del quasi 90 enne napolitano di un governo provvisorio a tipo badoglio o quel tizio del 1953 a tempo, in attesa che pdl e pd scelgano il capo per raccogliere i cocci che sta seminando nerone-berlusconi. E come non mai a maronna, santa rosalia, san cosma e damiano, san gennaro, i santi tutti e la madunina mu 'ndi vardanu :sad:
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Codurelli: mi hanno gridato 'Vai a farti scopare'
Alla Camera ormai solo le barzellette di Berlusconi e gli insulti sessisti della Lega. Le deputata Pd scandalizzata lancia l'allarme: siamo al livello di guardia, in Parlamento non si fa niente.



http://tv.repubblica.it/politica/codure ... ef=HRER2-1

Proprio dei gentiluomini.... grazie anche per questo a tutti coloro che vi hanno votato e vi sostengono. :thumleft
Ultima modifica di UnVeroTifoso il 06/10/2011, 22:57, modificato 1 volta in totale.
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Maggioranza, Berlusconi perde i pezzi
Pisanu e Scajola: "Governo d'emergenza"

Il premier ostenta ottimismo, ma nel Pdl cresce il fronte dei favorevoli all'esecutivo di transizione: "Questo non è in grado di affrontare la crisi". Intanto il presidente Napolitano evoca il precedente storico dell'esperienza Pella alla fine dell'era De Gasperi



ROMA - "In questo momento c'è bisogno di mettere insieme le forze migliori". E l'ora di pranzo quando il deputato del Pdl Claudio Scajola esce allo scoperto, spiegando il perché degli incontri in corso tra i deputati della sua area. La sera precedente, al ristorante della Galleria Alberto Sordi, è stato a cena con una quindicina di parlamentari della sua corrente. Si dice che i fedelissimi dell'ex ministro dello Sviluppo siano pronti a scrivere un documento, da consegnare al Cavaliere. Forse non ancora per chiedergli un passo indietro, ma almeno per ottenere un Berlusconi bis, allargato ai centristi. Che punti sul decreto sviluppo per recuperare i consensi. Una fronda, comunque, guardata con sempre maggiore sospetto dal premier.

Gli scajoliani - secondo alcuni retroscena - si sono fatti i conti: il Pdl, in caso di voto anticipato, prenderebbe al massimo 120 deputati. In quel caso - fanno sapere - sarebbero promossi quelli del cerchio magico, i vertici, i coordinatori regionali e qualcun altro dei fedelissimi. Mentre a loro toccherebbero le briciole. Ecco dunque la parola d'ordine: allargare la maggioranza alle altre forze moderate del centrodestra.

Passano poche ore e fa sentire la sua voce un altro autorevole malpancista del Pdl. L'ex ministro dell'Interno Beppe Pisanu, che dice: "Questo governo non è in grado di reggere il peso enorme della crisi che si è abbattuta sul nostro Paese". E poi auspica "la nascita di un nuovo governo che unisca gli italiani e ci porti a conclusione della legislatura. Perché le elezioni anticipate sarebbero un male, nuocerebbero all'economia del paese". Non è la prima volta che Pisanu fa questi discorsi, più volte ha evocato un esecutivo di larghe intese con un nuovo premier. Ora, però, nel palazzo si parla di manovre di avvicinamento tra i parlamentari della sua area e gli scajoliani. Insomma, una convergenza che comincia a diventare pericolosa per il Cavaliere.

Anche perché c'è una terza fronda all'orizzonte. Il malessere di tre deputati dei Cristiano popolari guidati da Mario Baccini: sulle intercettazioni, hanno suggerito al Pdl di evitare il ricorso alla fiducia. Senza dimenticare che, nelle ultime ore, si parla di un drappello di 3-4 deputati pidiellini tentati dall'idea di lasciar il partito per iscriversi al gruppo misto sulla scia di Santo Versace.

Una serie di manovre che Francesco Storace, segretario nazionale della Destra, bolla senza appello: "Tornano a muoversi le truppe democristiane dentro il Pdl per far fuori Berlusconi. Dopo Fini, Pisanu e forse Scajola. Cavaliere, avevamo ragione o no alle politiche del 2008 ad avvisarti?".

Ma c'è un altro segnale preoccupante per Berlusconi. I dissidenti del centrodestra - a partire da Pisanu - oggi hanno ripetuto un nome evocato dal capo dello Stato: Giuseppe Pella. "Il suo governo di tregua non durò molto ma servì", ha detto Giorgio Napolitano durante la sua visita a Biella 1. Ma chi era costui? Democristiano lontano dai giochi delle correnti, ministro degli Esteri e del Bilancio, ricevette l'incarico di formare il governo dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi nel 1953, dopo il flop della "legge truffa" voluta da De Gasperi. La Dc, allora, era in grande difficoltà e il governo monocolore di Pella raccolse ampi consensi: lo votarono i partiti di centro e i monarchici, il movimento sociale si astenne. I socialisti di Pietro Nenni, pur votandogli contro insieme al Pci, promisero che lo avrebbero giudicato volta per volta. Toccò a Pella affrontare una crisi difficile come quella di Trieste.

Tutti coloro che guardano al governo di transizione - nel centrodestra e nell'opposizione - hanno recepito queste parole come un segnale. O, almeno, hanno iniziato a far circolare questo nome come un mantra. E d'altra parte, al di là delle parole rassicuranti pronunciate dal premier in mattinata ("con Tremonti c'è concordia assoluta 2, siamo uniti, andiamo avanti"), dal vertice di maggioranza a palazzo Grazioli è arrivata un'altra altra indicazione negativa: il rinvio del decreto per lo sviluppo 3al 20 ottobre e della nomina del Governatore di Bankitalia addirittura a novembre. Sintomi di una crescente debolezza: si tratta infatti di decisioni cruciali che - per una volta - competono direttamente alla responsabilità del premier. Ma Berlusconi non riesce ad affrontarle a cause delle divisioni nella maggioranza.

Neppure Bossi, d'altra parte, sembra disposto più a fare scontri. "Durare fino al 2013 è obiettivamente complicato", ha detto. Si voterà l'anno prossimo, fa capire il Senatur. Magari dopo aver varato una nuova legge elettorale.

(06 ottobre 2011)

fonte: http://www.repubblica.it
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Regmi ha scritto: Da qual che ne so sono aperte e, se ti può interessare, pare che nei manifesti il nome Berlusconi non ci sia.
Senza risulta più appetibile e nulla vieta di respirare un po di aria... salubre 8-)
Stamattina appena fuori dal portone di casa ho sfiorato il frontale con un pannellone del Pdl, di quelli da esporre alle facciate dei palazzi.
Temevo di essere ancora nel mondo degli incubi, ma era addirittura peggio: hanno traslocato una sede locale vicinissimi a casa mia. :-|
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peas! ha scritto:

Stamattina appena fuori dal portone di casa ho sfiorato il frontale con un pannellone del Pdl,
di quelli da esporre alle facciate dei palazzi.
Temevo di essere ancora nel mondo degli incubi, ma era addirittura peggio: hanno traslocato una sede locale vicinissimi a casa mia. :-|

Brrrrr... spero tu ti sia lavato dopo... :???: :???:
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UnVeroTifoso ha scritto: Brrrrr... spero tu ti sia lavato dopo... :???: :???:
Fortunatamente ho frenato in tempo. Ho scambiato un sorriso cortese ed imbarazzato ed un'alzata di spalle col malcapitato operaio che lo trasportava: entrambi sapevamo che sarebbe stata una giornataccia.
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pellarorc
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http://www.forzagnocca.it/

sbrigatevi ad andare se no lo chiudono.
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praticamente il sito forzagnocca è la copia esatta del sito pdl.it

per quale motivo???

i dati per pdl.it

Dominio
Dominio:pdl.it
Stato:ok / autoRenewPeriod
Data Creazione: 1-ago-1996 0.00.00 CET
Data Scadenza: 5-ott-2011 CET
Data Aggiornamento: 6-ott-2011 0.50.24 CET
Registrante
Nome:Partito Politico Il Popolo Della Liberta
Organizzazione:Partito Politico Il Popolo Della Liberta
ContactID:PART672
Indirizzo:
Via Uffici del Vicario, 49
00187 - Roma (RM)
it
Nazionalità:it
Telefono:+39.0228389247
E-Mail:[email protected]
Data Creazione: 5-ott-2009 12.25.36 CET
Data Aggiornamento: 29-nov-2010 10.57.55 CET
Contatto Amministrativo
Nome:Palmieri Antonio
Organizzazione:Antonio Palmieri
ContactID:PA15165
Indirizzo:
Via Uffici del Vicario, 49
00187 - Roma (RM)
it
Telefono:+39.0228389247
E-Mail:[email protected]
Data Creazione: 5-ott-2009 12.25.36 CET
Data Aggiornamento: 29-nov-2010 10.57.55 CET
Contatti Tecnici
Nome:Technical Support
Organizzazione:Register.it S.p.A.
ContactID:2409-REGT
Indirizzo:
Via Montessori s/n
24126 - Bergamo (BG)
it
Telefono:+39.0353230400
Fax:+39.0353230312
E-Mail:[email protected]
Data Creazione: 28-set-2009 11.01.09 CET
Data Aggiornamento: 28-set-2009 11.01.09 CET
Registrar
Organizzazione:Register.it s.p.a.
Nome:REGISTER-REG
Nameservers
ns1.register.it
ns2.register.it

e quelli di forzagnocca.it

Dominio
Dominio:forzagnocca.it
Stato:ok
Data Creazione: 6-ott-2011 14.24.42 CET
Data Scadenza: 6-ott-2012 CET
Data Aggiornamento: 6-ott-2011 14.40.46 CET
Registrante
Nome:Michele Mastroianni
Organizzazione:Michele Mastroianni
ContactID:CR94702319-VGCN
Contatto Amministrativo
Nome:Michele Mastroianni
Organizzazione:Michele Mastroianni
ContactID:CR94702319-VGCN
Contatti Tecnici
Nome:Michele Mastroianni
ContactID:CR94702320-RRNM
Registrar
Organizzazione:1 Api GmbH
Nome:1API-REG
Web:http://www.1api.net
Nameservers
ns49.domaincontrol.com
ns50.domaincontrol.com
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Ed intanto lui va a festeggiare:

Berlusconi vola in Russia per il compleanno di Putin
ROMA - Il premier Silvio Berlusconi ha lasciato Roma per volare in Russia dove incontrerà Vladimir Putin, che oggi festeggia il suo 59esimo compleanno


fonte: http://www.repubblica.it
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UnVeroTifoso ha scritto:Ed intanto lui va a festeggiare:

Berlusconi vola in Russia per il compleanno di Putin
ROMA - Il premier Silvio Berlusconi ha lasciato Roma per volare in Russia dove incontrerà Vladimir Putin, che oggi festeggia il suo 59esimo compleanno


fonte: http://www.repubblica.it
futti futti che diu perduna a tutti!
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lo spartito della politica..

Silvio: fa re sol do fa re sol do

I ministri: mi fa fa re sol do mi fa fa re sol do

Le ministre: si la do si la do si la do

Il giudice: si fa la minore si fa la minore :fifi:
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pellarorc ha scritto:http://www.forzagnocca.it/

sbrigatevi ad andare se no lo chiudono.
in realtà Silvio ha avuto un'intuizione geniale, profonda...
dopo aver fondato il Partito del Caxxo non poteva che fondare quello della Gnocca...
reggino
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Località: l'isola che non c'è

MAGARI NEL PAESE DI BORDELLAND NESSUNO SE LO RICORDA PIÙ, MA BOSSI E’ UN MINISTRO DELLE RIFORME ISTITUZIONALI, “NON NEL PIENO DELLE SUE FACOLTA” (‘CORRIERE’) - 2- MAGARI NEL PAESE DI BORDELLAND NESSUNO SE LO RICORDA PIÙ (NEMMENO TRA LE FILA DEL CENTROSINISTRA), CHE LO “STATISTA” CHE DA ANNI STRAPARLA DI SECESSIONE, RIVOLTA ARMATA, S’INVENTA MINISTERI FASULLI DEL NORD, DICE INSOMMA UN MUCCHIO DI CAZZATE, TIENE IN SPALLA SULLE SUE INCERTE STAMPELLE IL GOVERNO BERLUSKAZZI - 3- PRIMA DI TORNARE NELLA SUA PONTIDA A TRASTULLARSI CON L’AMPOLLA COLMA DELLA SACRA ACQUA DEL PO, IL GESU’ CRISTO DELLA PADANIA POTREBBE COMPIERE L’ULTIMO VERO “MIRACOLO”: CACCIARE DAL TEMPIO IL MERCANTE DELLA POLITICA BERLUSCONI - 4- DISSE UNA VOLTA, INASCOLTATO, IL REGISTA DINO RISI: ”ALCUNI DEI NOSTRI MAGGIORI POLITICI SONO GIÀ FORME DI SPETTACOLO. ANDREOTTI È IL DRAMMA, BERLUSCONI È LA COMMEDIA, BOSSI È LA FARSA”. COME A DIRE? SIAMO PASSATI DA FORZA ITALIA A FARSA ITALIA -

"Io ho conosciuto bene, data mia età,
la Prima Repubblica. Allora protestavo.
Ma la Seconda Repubblica è stata
incomparabilmente peggiore. E' il
momento di dirlo a chiare lettere"
(Giovanni Sartori, Corriere della Sera)


CARICATURA BOSSI
silvio berlsuconi e umberto bossi anni
LEGA DI BOSSI
ILLUSTRAZIONE - SECESSIONE BOSSI E MARONI
Tina A. Commotrix per Dagospia

Magari nel paese di Bordelland nessuno se lo ricorda più, ma anche il governo Berlusconi si è dotato di un ministero per le Riforme e il federalismo. Un incarico delicatissimo e in passato occupato da uomini super partes, chiamati a riscrivere le regole del gioco democratico: riforme elettorali, aggiustamenti costituzionali, riforma del sistema delle autonomie. Qualche nome illustre per rinfrancarci la memoria?

Guido Gonnella (gabinetto Segni, 1955), Antonio Maccanico (De Mita, 1988), Mino Martinazzoli (Andreotti, 1991), Leopoldo Elia (Ciampi, 1993). Ora apprendiamo da un editoriale del "Corriere della Sera", che quella delicata funzione oggi è occupata da Umberto Bossi, che anche agli occhi degli stranieri "non appare nel pieno delle sue facoltà". Qualcuno obietterà: di Casta in Casta. "Anche agli occhi degli stranieri"? Forse ci siamo persi qualche numero del quotidiano diretto da Flebuccio de Bortoli. Non abbiamo, infatti, memoria di quest'appannamento dei leader della Lega che preoccupa pure l'Europa. Almeno leggendo gli articoli dei politologi dalla virgola accigliata, Della Loggia&Panebianco. O le cronache politiche su fasti dell'eroe (rincoglionito?) della Padania.

Magari nel paese di Bordelland nessuno se lo ricorda più (nemmeno tra le fila del centro sinistra), che lo "statista" di Cassano Magnago da anni straparla di secessione, devoluzioni, invoca alla rivolta armata, s'inventa ministeri fasulli del Nord, dice insomma un mucchio di cazzate. E senza che qualcuno (a parte il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano) gli dia del somaro o lo bacchetti sulle dita con cui innalza l'ampolla in riva al sacro Po. Anzi. Forse un giorno molti cronisti si vergogneranno per aver raccontato acriticamente questo rito padano da strapaese.

Magari nel paese di Bordeland nessuno se lo ricorda più, nemmeno il Cavalier Pompetta, che l'oramai settantenne figlio del tessitore di Gallarate nel 1994, il parolaio in camicia verde fece cadere il primo gabinetto Berlusconi passando nella fila opposte (come al solito ben accetto quando si tratta anti berlusconismo miope). Dandogli perfino del mafioso: "Silvio dovrà scappare dal Nord di notte con sua moglie, i suoi figli e le valigie perché hanno capito che sei mafioso" (1995).



E ancora: "Quell'uomo ha fatto tanti imbrogli nella sua vita...Oggi è il servo di quel fascista di Fini" (1996). Sempre sul premier in carica che l'ha (ri)nominato ministro per le Riforme (sic): "Berlusconi aveva la tessera della P2 di Gelli che la pensava come Goebbels sul potere dell'informazione" (1995).



Magari nel paese di Bordeland nessuno se lo ricorda più, nemmeno l'attuale Chiesa del silenzio (il Vaticano), che il rivoluzionario al Carroccio aveva attaccato perfino il "Papa polacco", accusandolo di aver investito "solo nello Ior e Marcinkus". O quando il settantenne "statista" (sic) di Cassano Magnago tra una cerimonia celtica e un'uscita razzista sulla "maggioranza etnica" del cattivo Sud, invitava una signora ad appendere "la bandiera italiana nel cesso". Per poi aggiungere gongolante, fornendo ampia prova del suo senso alto delle istituzioni: "Ho ordinato un camion a rimorchio di carta igienica tricolore, personalmente, visto che un magistrato dice che non posso averla come ministro".

Magari nel paese di Bordeland nessuno se lo ricorda più, che al governo (allo sbando) abbiamo un ministro delle Riforme e del federalismo che nessuno al mondo c'invidia. E che sta umiliando il diritto e la ragione di Stato. Così, mentre il suo stesso "popolo della Padania" assiste sgomento al suo inesorabile declino fisico e politico, a fargli compagnia sulla via del crepuscolo soltanto Silvio Berlusconi e Giulietto Tremonti.


bossi berlusconi Ma presto il malfermo Parolaio Verde, che una volta si autoproclamò Gesù Cristo - "che guarisce i malati e gli storpi della partitocrazia" (il Cavaliere, "figlio del dio degenere della restaurazione politica") - farà uno sgambetto alla strana coppia di palazzo Chigi. Perché a volte in politica, altra regola aurea bossiana, "due più due non fa quattro, ma zero".


Bossi,il trota, Cota e Calderoli sul monviso
Disse una volta, inascoltato, il regista de "Il Sorpasso" Dino Risi: "Alcuni dei nostri maggiori politici sono già forme di spettacolo. Andreotti è il dramma, Berlusconi è la commedia, Bossi è la farsa". Come a dire? Siamo passati da Forza Italia a Farsa Italia. Intanto, qualcuno si era distratto.
https://www.youtube.com/watch?v=-JQINuybHL4" onclick="window.open(this.href);return false;
Paolo_Padano
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quando è in difficiltà parte per l'estero ne andato in russia da Putin che belli amici che ha mi sembra giusto da forza italia a forza gnocca a forza dacia, chissà domani se ci arriviamo
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Paolo_Padano ha scritto:quando è in difficiltà parte per l'estero ne andato in russia da Putin che belli amici che ha mi sembra giusto da forza italia a forza gnocca a forza dacia, chissà domani se ci arriviamo
Visto che in Italia le difficoltà ad organizzarlo sono cresciute, ogni occasione per fare Bunga Bunga è buono Paolo.
Del resto non gle ne mai fregato una cippa e continua a non fregargli niente.

Pensa che in Argentina hanno chiamato un bordello 'Palacio Berlusconi" e qualcuno ...'si è pure indigniato.
Di positivo c'è che, come Paese, abbiamo esportato un brend. Geniale come sempre direi

http://www.repubblica.it/rubriche/facci ... -22874580/
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Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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Frattini ha detto che è difficile spiegare all'estero le esternazioni di Berlusconi come "forza gnocca".
Putin però lo avrà capito sicuramente!!!

ricordiamo il discorso di Berlusconi su putin....
http://www.youtube.com/watch?v=lvtBXKuqhyo
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Paolo Conti per il "Corriere della Sera"

«Il patto Berlusconi-Bossi esiste, secondo me e secondo altri c'è anche un atto notarile che risale al gennaio 2000, un anno prima delle elezioni politiche in cui Lega e Forza Italia sarebbero state alleate». Parola di Gigi Moncalvo, direttore de la Padania dal 2002 al 2004, ospite di Lucia Annunziata ieri su Raitre alle 14.20 per In 1/2 ora durante la puntata intitolata «Lega Predona». Annunziata premette che molti leghisti, sapendo dell'invito, erano contrari alla presenza del giornalista in studio.

Ma Moncalvo è lì e parla: «La prova del patto? Appena sei mesi dopo in una lettera alla Banca di Roma l'allora tesoriere Giovanni dell'Elce su carta intestata di Forza Italia scrive: "Firmiamo una fideiussione di due miliardi per qualsiasi debito contratto dalla Lega". Per la prima volta nella storia italiana un partito firma una fideiussione a favore di un altro». Moncalvo aggiunge altri particolari: «Secondo talune fonti giornalistiche, e diversi libri, l'intervento di Berlusconi a favore della Lega fu ancora più pesante, il partito di Bossi era in crisi, le sedi erano pignorate, non arrivavano gli stipendi».

Chiede Annunziata: «Ma è vero che il risultato di questo patto è che il simbolo della Lega è di Berlusconi?». Risposta: «Secondo me sì, è nel carattere dell'uomo pensare al marchio, anche se il simbolo risulta di proprietà per un terzo di Bossi, un altro terzo di sua moglie e l'ultimo terzo è di Giuseppe Leoni».

Infine Moncalvo conferma: «C'era un piano Bossi-Berlusconi anche per arrivare a una riforma costituzionale per far eleggere il presidente della Repubblica dal popolo. Napolitano, per fair play, si sarebbe dimesso e Berlusconi avrebbe avuto sette anni di immunità assoluta al Quirinale».





Patto segreto Bossi-Cav
Facco: «Vi dico perché il Senatùr non mollerà mai Silvio».

di Alessandro Da Rold


Basta scendere alla stazione di Treviglio, provincia di Bergamo, per capire che la Lega Nord di Umberto Bossi non romperà mai l'accordo di governo con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In questa cittadina della bergamasca abita Leonardo Facco, ex capo della redazione cultura del quotidiano la Padania negli anni '90, autore del libro Umberto Magno (Aliberti Editore) collaboratore di deputati leghisti a Montecitorio e profondo conoscitore del movimento lumbard. È stato tra i primi a raccontare che l'asse del Nord, architrave dell'esecutivo, si regge in realtà su un accordo economico siglato di fronte a un notaio dal Cavaliere e dal Senatùr nel gennaio del 2000, giusto l'anno prima dalle elezioni politiche del 2001 (leggi il documento).
L'INTERVISTA A LUCIA ANNUNZIATA NON ANDATA IN ONDA. La storia è tornata alla ribalta domenica 2 ottobre, quando il giornalista Gigi Moncalvo, direttore della Padania dal 2002 al 2004 lo ha spiegato a Lucia Annunziata durante la trasmissione In mezz'ora. «Ma anche io, insieme con Mario Morelli (ex braccio destro del Senatùr ndr), lo avevo raccontato alla redazione di Potere nel marzo di quest'anno. E Morelli (morto un mese fa ndr) aveva spiegato per filo e per segno quello che gli aveva raccontato Bossi in persona».
Poi però l'intervista non andò in onda. «Forse perchè la Annunziata non voleva creare scompiglio nel periodo in cui Enrico Letta stava cercando di fare un accordo con la Lega per far cadere Berlusconi», ipotizza Facco, mostrando i messaggi scambiati con la redazione del programma di viale Mazzini diretto dalla Annunziata.
La incredibile vicenda della cessione segreta del simbolo di Alberto da Giussano è avvalorata anche da un documento datato 28 giugno del 2000, quando l'amministrazione di Forza Italia garantì presso la Banca di Roma una fideiussione di 2 miliardi di vecchie lire a favore del Movimento Politico Padano. Nel documento, tra le clausole, si può trovare anche la disposizione per la banca di far credito al Carroccio senza speciali autorizzazioni.

DOMANDA. Di cosa parlano queste due pagine con il simbolo del primo partito di Silvio Berlusconi?
R. Questo è il documento datato 28 giugno del 2000, che attesta su carta intestata di Forza Italia, l'accordo economico tra il signor Silvio Berlusconi e il signor Umberto Bossi.
D. Cosa dicono?
R. Giovanni Dell'Elce, allora amministratore di Forza Italia, ha firmato una pagina in cui c'è scritto nero su bianco di consegnare 2 miliardi al movimento politico Lega Nord. Il che dimostra che Berlusconi ha assistito economicamente la Lega in un momento molto delicato per le casse del partito.
D. Ovvero ?
R. La data non è casuale, era il 2000, anno in cui il movimento si trovava sull'orlo della bancarotta. Via Bellerio non aveva ossigeno, perchè la Lega aveva appoggiato il referendum proposto dai Radicali contro il finanziamento pubblico ai partiti, che passò. In quel momento si bloccarono tutte quelle entrate dal finanziamento pubblico.
D. A quanto ammontavano i debiti?
R. Una cifra esatta è impossibile da stabilire. Famiglia Cristiana nel 2001, parlò di 70 miliardi di lire . È questa la quantità di denaro che sarebbe stata versata da Berlusconi a Bossi per saldare tutti i buchi di bilancio. Ci sono una serie di indizi, avvalorati dai comportamenti della Lega Nord in questi dieci anni, che spiegano alla perfezione la politica attuale.
D. In che senso ?
R. Basta passare in rassegna tutte le leggi che ha voluto Berlusconi in questi anni: tutte appoggiate e votate dalla Lega.
D. Lei sta dicendo cose molto gravi lo sa?
R. Me ne rendo conto benissimo, ma del resto è la verità.
D. Nonostante tutto, però, a volte il Senatùr ha fatto la voce grossa e ha minacciato di rompere...
R. Sì e ci prende tutti per il c.... Andatevi a rivedere tutti gli ultimatum di Pontida, doveva finire la guerra in Libia, dovevano terminare persino le ganasce fiscali di Equitalia...
D. Dove sarebbe stato siglato l'accordo?
R. Presso un notaio di Milano di cui però non voglio rivelare il nome, non tanto per questioni di privacy, ma perchè non credo c'entri con tutta la vicenda.
D. Ma effettivamente cosa accadde quel giorno ?
R. Bossi si prensentò insieme con i suoi uomini più fidati e Berlusconi. Fu solo l'inizio di una duratura alleanza che per prima cosa cancellò le querele miliardarie che la Padania aveva sul groppone ed erano moltissime, tutte intentate da Berlusconi contro Bossi, che è direttore politico del giornale. Nel '97 Umberto definì il premier un nano mafioso e piduista, tra le altre cose. Delle querele del giornale mi ha parlato anche Gianluca Marchi, allora direttore editoriale del quotidiano.
D. Come si sviluppò l'accordo ?
R. Era partito molto prima. Io, che stavo in redazione al giornale, vedevo acuni giornalisti della redazione politica partire in missione per andare a incontrare gli esponenti di Forza Italia. Non incontravano solo Tremonti, ma anche Brancher, l'anima nera legata a Calderoli, l'uomo che ha riavvicinato Bossi a Berlusconi per quel patto firmato dal notaio.
R. L'ex ministro breve per il federalismo era quindi un altro tassello importante di questo patto d'acciaio?
D. Brancher non fu nominato per caso ministro per l'applicazione del federalismo. Era una cosa studiata. In quel momento partiva il processo Antonveneta nel quale Brancher era imputato, vicenda che ha a che vedere con Gianpiero Fiorani e i giri di Credieuronord. Quando fu costretto a dimettersi da ministro, aveva capito che non poteva ricorrere al Lodo Alfano, chiese il rito abbreviato, e fu condannato con sentenza definitiva. Ma Brancher, che è uomo d'onore, ha evitato la pena e ha impedito anche che alla sbarra andassero altri testimoni, come Roberto Calderoli.
D. La posizione del ministro Calderoli fu archiviata.
R. Ma quello era un altro procedimento. Lo avrebbero chiamato per i rapporti con Fiorani, che non sono mai stati smentiti, anzi.
D. Torniamo al 2000. Perchè il Carroccio era sull'orlo di una bancarotta?
R. Il dissesto finanziario all'interno della Lega era generale. Alla fine degli anni '90 c'è stata una serie di iniziative economiche che hanno portato il movimento a un passo dal fallimento. Stiamo parlando del caso delle cooperative padane, una sorta di coop rosse, poi finite in disgrazia. Quando fu fatto il punto della situazione, si scoprì che le cooperative padane avevano maturato perdite per un miliardo di lire. A cui andavano poi aggiunti altri debiti.
D. Quali ?
R. Il villaggio residenziale in Croazia, iniziativa voluta e finanziata da alcuni dirigenti della Lega. Ma poco chiara. Per esempio, l'atto notarile che mi avevano dato era falso.
D. E lei perchè aveva l'atto notarile?
R. Ci avevo investito dei soldi anch'io. E ci persi 30 milioni di vecchie lire.
D. Altri disastri finanziari ?
R. Ce ne sono moltissimi. Oltre al più famoso di Credieuronord, la banca che creò un buco ultramiliardario, c'è per esempio il caso del terreno di Pontida. Non si sa quanto la Lega abbia incassato dalla vendita ai militanti dei Btp (Buoni del terreno di Pontida) organizzata per comprarlo. Poi al Carroccio è rimasto solo un triangolino.
D. Ma è vero che di fronte al notaio fu ceduto anche il simbolo elettorale con Alberto da Giussano che impugna la spada ?
R. Sì, l'uso del simbolo fu ceduto al Cavaliere
D. Ma perchè queste accuse proprio adesso? I leghisti dicono che siete ex dissidenti che non hanno ricevuto la poltrona che pretendevano.
R. Io non ho mai ricevuto incarichi di partito. Anzi, quando mandai a quel paese Calderoli perchè voleva che la mia casa editrice non si occupasse di argomenti scomodi alla Lega, rinunciai a un contratto da capo redattore alla Padania.
D. Qualcuno l'ha mai smentita o querelata?
R. Minacce tante, ma alla fine di querele zero.

Lunedì, 10 Ottobre 2011



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