danimarca, aziende tessili DEVONO essere ecosostenibili

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suonatore Jones

http://www.greenme.it/index.php?option= ... Itemid=342

I Paesi del nord Europa hanno sempre avuto un occhio di riguardo per l’ambiente, ma questa volta hanno superato ogni possibile previsione in tema di eco-sostenibilità. Il Ministero dell'Ambiente danese Karen Ellemann ha recentemente siglato un accordo per mettere nero su bianco, in modo chiaro e ufficiale, l’intenzione di percorrere la strada del commercio etico e green. Come?

Educando le imprese - in particolare quelle dell'imprese ad essere responsabili delle loro azioni, sia nei confronti di chi lavora, con uno occhio al rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, sia nei confronti dell’ambiente, facendo attenzione alle fasi di lavorazione e produzione industriale.

Per rendere possibile tutto questo però, Ellemann è partita da zero con l’obiettivo di indottrinare i datori di lavoro e ha preparato una guida, realizzata in collaborazione con la Ethical Trading Initiative (DIEH), dedicata alle piccole e medie imprese della Danimarca del settore tessile, dove viene suggerito il percorso ideale da svolgere per produrre in modo etico ed eco-sostenibile.

Ma non è tutto. Nel prezioso vademecum c’è anche un’apposita sezione dedicata alle merci di importazione e alle aziende estere che forniscono materie prime alle realtà produttive danesi. In pratica, le aziende nordiche dovranno effettuare un’analisi anche dei comportamenti e delle logiche produttive dei partner esteri e qualora questi non si rivelassero in linea con i principi di etica ed eco-sostenibilità voluta dal governo danese, possono essere tranquillamente boicottate e sostituite da altre.
E che ne sarà delle aziende cinesi? Non sarebbe una buona idea tradurre e distribuire questo vademecum alle aziende di tutto l’Occidente?

Verdiana Amorosi






quando, in talia, si potranno PENSARE queste cose senza essere tacciati di centrosocialismo sovversivo?
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suonatore Jones ha scritto:http://www.greenme.it/index.php?option= ... Itemid=342

I Paesi del nord Europa hanno sempre avuto un occhio di riguardo per l’ambiente, ma questa volta hanno superato ogni possibile previsione in tema di eco-sostenibilità. Il Ministero dell'Ambiente danese Karen Ellemann ha recentemente siglato un accordo per mettere nero su bianco, in modo chiaro e ufficiale, l’intenzione di percorrere la strada del commercio etico e green. Come?

Educando le imprese - in particolare quelle dell'imprese ad essere responsabili delle loro azioni, sia nei confronti di chi lavora, con uno occhio al rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, sia nei confronti dell’ambiente, facendo attenzione alle fasi di lavorazione e produzione industriale.

Per rendere possibile tutto questo però, Ellemann è partita da zero con l’obiettivo di indottrinare i datori di lavoro e ha preparato una guida, realizzata in collaborazione con la Ethical Trading Initiative (DIEH), dedicata alle piccole e medie imprese della Danimarca del settore tessile, dove viene suggerito il percorso ideale da svolgere per produrre in modo etico ed eco-sostenibile.

Ma non è tutto. Nel prezioso vademecum c’è anche un’apposita sezione dedicata alle merci di importazione e alle aziende estere che forniscono materie prime alle realtà produttive danesi. In pratica, le aziende nordiche dovranno effettuare un’analisi anche dei comportamenti e delle logiche produttive dei partner esteri e qualora questi non si rivelassero in linea con i principi di etica ed eco-sostenibilità voluta dal governo danese, possono essere tranquillamente boicottate e sostituite da altre.
E che ne sarà delle aziende cinesi? Non sarebbe una buona idea tradurre e distribuire questo vademecum alle aziende di tutto l’Occidente?

Verdiana Amorosi






quando, in talia, si potranno PENSARE queste cose senza essere tacciati di centrosocialismo sovversivo?
Quando sarà diffusa la conoscenza delle cose, qui si parla di diritti e ti rispondono che hai i doveri, si parla di politiche sociali e non si sa di cosa si tratta, figuriamoci temi come questi
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L’arte tutta reggina di glorificare ciò che non fu, obliando quello che è realmente stato.[cit.]
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