Torino, donna si uccide nel bagno di un bar

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Torino, donna si uccide nel bagno di un bar del centro dopo la morte nel locale si continua a consumare

Una donna di 66 anni, C.M. nata a Parigi, ma da anni residente a Torino, alla Crocetta, il quartiere più lussuoso della città, ha scelto di togliersi la vita nel suo bar preferito, lo storico caffé Platti, tra stucchi, boiserie, dove ogni domenica faceva colazione, da sola, alle 9.30. Si è sparata un colpo nel bagno con la 38 special del marito morto da alcuni anni. E nel bar si è proseguito a consumare tranquillamente. In un primo momento non si era capito cosa fosse accaduto esattamente.

Quel rumore sordo che veniva dal fondo dell'elegantissimo bar dove, in quel momento c'erano anche alcuni noti avvocati del foro di Torino, commercialisti e altri professionisti habitué del locale, era stato preso per il rumore di una pentola caduta in cucina. Poi, due camerieri sono andati a vedere: in cucina non era successo nulla, allora si sono diretti nel bagno trovando la porta chiusa a chiave della toilette per i portatori di handicap. Sono quindi stati chiamati i vigili del fuoco che, una volta forzata la porta, hanno trovato la donna nel sangue, e chiamato la polizia. La donna si era sparata alle tempie dopo aver messo in ordine portafoglio, documenti e borsa, in modo che fosse facile capire tutto in fretta.

E dopo - è emerso successivamente - aver lasciato a casa, una lettera alla figlia residente in Francia. E' quindi stato messo un paravento (uno dei paraventi del bar per creare un po' di privacy per i clienti più esigenti) intorno al bagno, segnato dal nastro della polizia, ma la gente incuriosita cercava di capire cosa era accaduta, ma anche di vedere dentro il bagno, con non celata morbosità. Intanto la consumazione di tartine, pasticcini alla francese, cappuccini e cocktail proseguiva normalmente. Tra un misto di indifferenza e di curiosità rimarcati dai pochissimi, che, sbigottiti, si sono allontanati, come per rispetto della tragedia avvenuta.

"Non ho chiuso il bar perché non mi è sembrato opportuno - ha detto la titolare Pierina Giani - si è trattato di una fatto certamente grave, lo riconosco bene, ma voluto dalla signora. E' lei che ha scelto di morire qui, forse perché questo bar le era diventato familiare. Mi spiace molto, era una donna molto gentile che da anni la domenica faceva colazione da noi, si sedeva al tavolo, appendeva la sua giacca all'attaccapanni proprio come ha fatto anche oggi, consumava, dava la mancia ai camerieri e usciva. Ma perché chiudere il bar? - si è chiesta la signora - aspettavo per pranzo 100 turisti in arrivo da Milano con due autobus, ed il locale era pieno di gente. Io devo pensare al bar, a pagare i dipendenti, e poi forse la signora avrebbe preferito questa riservatezza. E' chiaro - ha ancora aggiunto - che se la polizia avesse disposto la chiusura del bar non avrei detto nulla. Ma così non è stato, e io ho cercato di proseguire il lavoro nella normalità. Anzi devo dire che chi è venuto a prendere la donna, ha anche pulito il bagno del più grosso, abbiamo solo dovuto togliere il poco rimasto".

26 settembre 2011



non mi stupisco
purtroppo a Torino (episodio datato 1988) mi è capitato una volta di vedere una donna al bordo di una strada
con una gamba rotta che chiedeva disperatamente aiuto
ma nessuno e dico nessuno (e ne passavano a decine) si è fermato
fortuna volle che mi trovavo a passare di lì con i miei genitori.

un altra volta ci è capitato un uomo (sempre a torino, nel 1991)
cercava di tenere le gambe alzate contro un muro (perchè aveva forti giramenti di testa)
anche questa volta nessuno si è fermato... tranne io e la mia famiglia.
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spiny79
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la scorsa estate è successo in una nota pizzeria a reggio, un signore è morto d'infarto ed il proprietario del locale rompeva le @@ al medico del 118 ed alla polizia di fare presto che aveva una cena prenotata ed i clienti stavano aspettando fuori...
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spiny79 ha scritto:la scorsa estate è successo in una nota pizzeria a reggio, un signore è morto d'infarto ed il proprietario del locale rompeva le @@ al medico del 118 ed alla polizia di fare presto che aveva una cena prenotata ed i clienti stavano aspettando fuori...
:oo:

che schifo anche in questo caso!
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DoubleD ha scritto:Torino, donna si uccide nel bagno di un bar del centro dopo la morte nel locale si continua a consumare

Una donna di 66 anni, C.M. nata a Parigi, ma da anni residente a Torino, alla Crocetta, il quartiere più lussuoso della città, ha scelto di togliersi la vita nel suo bar preferito, lo storico caffé Platti, tra stucchi, boiserie, dove ogni domenica faceva colazione, da sola, alle 9.30. Si è sparata un colpo nel bagno con la 38 special del marito morto da alcuni anni. E nel bar si è proseguito a consumare tranquillamente. In un primo momento non si era capito cosa fosse accaduto esattamente.

Quel rumore sordo che veniva dal fondo dell'elegantissimo bar dove, in quel momento c'erano anche alcuni noti avvocati del foro di Torino, commercialisti e altri professionisti habitué del locale, era stato preso per il rumore di una pentola caduta in cucina. Poi, due camerieri sono andati a vedere: in cucina non era successo nulla, allora si sono diretti nel bagno trovando la porta chiusa a chiave della toilette per i portatori di handicap. Sono quindi stati chiamati i vigili del fuoco che, una volta forzata la porta, hanno trovato la donna nel sangue, e chiamato la polizia. La donna si era sparata alle tempie dopo aver messo in ordine portafoglio, documenti e borsa, in modo che fosse facile capire tutto in fretta.

E dopo - è emerso successivamente - aver lasciato a casa, una lettera alla figlia residente in Francia. E' quindi stato messo un paravento (uno dei paraventi del bar per creare un po' di privacy per i clienti più esigenti) intorno al bagno, segnato dal nastro della polizia, ma la gente incuriosita cercava di capire cosa era accaduta, ma anche di vedere dentro il bagno, con non celata morbosità. Intanto la consumazione di tartine, pasticcini alla francese, cappuccini e cocktail proseguiva normalmente. Tra un misto di indifferenza e di curiosità rimarcati dai pochissimi, che, sbigottiti, si sono allontanati, come per rispetto della tragedia avvenuta.

"Non ho chiuso il bar perché non mi è sembrato opportuno - ha detto la titolare Pierina Giani - si è trattato di una fatto certamente grave, lo riconosco bene, ma voluto dalla signora. E' lei che ha scelto di morire qui, forse perché questo bar le era diventato familiare. Mi spiace molto, era una donna molto gentile che da anni la domenica faceva colazione da noi, si sedeva al tavolo, appendeva la sua giacca all'attaccapanni proprio come ha fatto anche oggi, consumava, dava la mancia ai camerieri e usciva. Ma perché chiudere il bar? - si è chiesta la signora - aspettavo per pranzo 100 turisti in arrivo da Milano con due autobus, ed il locale era pieno di gente. Io devo pensare al bar, a pagare i dipendenti, e poi forse la signora avrebbe preferito questa riservatezza. E' chiaro - ha ancora aggiunto - che se la polizia avesse disposto la chiusura del bar non avrei detto nulla. Ma così non è stato, e io ho cercato di proseguire il lavoro nella normalità. Anzi devo dire che chi è venuto a prendere la donna, ha anche pulito il bagno del più grosso, abbiamo solo dovuto togliere il poco rimasto".

26 settembre 2011



non mi stupisco
purtroppo a Torino (episodio datato 1988) mi è capitato una volta di vedere una donna al bordo di una strada
con una gamba rotta che chiedeva disperatamente aiuto
ma nessuno e dico nessuno (e ne passavano a decine) si è fermato
fortuna volle che mi trovavo a passare di lì con i miei genitori.

un altra volta ci è capitato un uomo (sempre a torino, nel 1991)
cercava di tenere le gambe alzate contro un muro (perchè aveva forti giramenti di testa)
anche questa volta nessuno si è fermato... tranne io e la mia famiglia.


penso che sarebbe accaduto anche altrove


piuttosto...ma in questi casi non è previsto che ne so uno stop all'attività per indagini o che...(anche se era chiaro il suicidio?)...cioè non ci sono delle procedure...anche di tipo...sanitario??? :ooh:
Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
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