Usa: giustiziato Troy Davis senza certezza di colpevolezza

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suonatore Jones

NEW YORK - Dopo una lunga serie di rinvii, sospensioni e ritardi, è stata infine eseguita la condanna alla pena capitale inflitta a Troy Davis, 42 anni, divenuto suo malgrado l'ennesimo simbolo, dentro e fuori l'America, della battaglia contro la pena di morte: in un carcere di Jackson, in Georgia, gli è stata praticata la prevista iniezione letale. A nulla sono servite le manifestazioni a suo sostegno in varie città del mondo e gli appelli di alte personalità per salvargli la vita. Una campagna che ha visto nelle scorse settimane l'adesione di papa Benedetto XVI, dell'ex presidente Jimmy Carter, dell'arcivescovo Desmond Tutu e di molti esponenti politici e personaggi pubblici americani e internazionali.

Ancora nelle ultime ore anche il New York Times aveva ammonito che la sua esecuzione sarebbe stata "un terribile errore". Un portavoce del ministero degli Esteri francese aveva definito "una colpa irreparabile" l'esecuzione; e il Vaticano aveva di nuovo espresso la speranza che la vita del condannato potesse "essere risparmiata". Una manifestazione si è svolta in serata anche davanti alla Casa Bianca, per ottenere un intervento del presidente. Barack Obama, tramite un portavoce ha però fatto sapere di non voler interferire in una questione "che riguarda le procedure uno stato federato" degli Stati Uniti.

Frattanto, Troy Davis è rimasto in attesa, cercando di non lasciarsi andare alla depressione, o alla paura. "Ha un buono stato d'animo, è in pace e prega sempre. Ma ha anche detto che non smetterà di lottare fino al suo ultimo respiro e che la Georgia sta per spegnere la vita di un innocente", ha raccontato Wende Gozan Brown, un attivista di Amnesty International che ha potuto fargli visita ieri. Davis era stato condannato a morte per l'uccisione nel 1989 a Savannah di un agente di polizia, Mark MacPhail, che seppur fuori servizio era intervenuto di notte in difesa di un senzatetto che era finito al centro degli scherzi violenti di un gruppo di teppisti. All'epoca, Davis aveva 19 anni. La maggior parte di coloro che avevano avviato la campagna per salvarlo sostenevano che, per la scarsa consistenza delle prove a suo carico, avrebbe dovuto avere almeno un altro processo.

In particolare, un esperto come l'ex direttore della Cia ed ex giudice William Sessions aveva sottolineato che sulla sua colpevolezza c'erano "seri dubbi, alimentati da ritrattazioni di testimoni, accuse di coercizione da parte della polizia, e mancanza di serie e concrete prove". Tutti argomenti che hanno portato per quattro volte, dal 2007, a rinviare l'esecuzione. L'ultima volta, per appena tre ore e mezza, ancora questa sera, per dare alla Corte Suprema il tempo di esaminare e respingere l'ultimo disperato ricorso della difesa. Uno stillicidio. "Il trattamento riservato a Troy Davis - sostiene Brian Evans di Amnesty - si può paragonare alla tortura, soprattutto quando più volte si è trovato a poche ore dalla morte, dopo aver già dato i suoi ultimi addii". Questa volta l'incontro con il boia per Troy Davis è però infine arrivato. Inesorabile.

http://www.repubblica.it/esteri/2011/09 ... -22039102/


che schifo. giustiziato senza avere certezze.

schifo per il sistema e schifo anche per la famiglia della vittima che, pur non essendo presente, non ha mai avuto dubbi e ha sempre fomentato la stampa e i giudici per ottenere la pena: assetati di sangue maledetti, volevate solo altro sangue per sperare, dopo vent'anni, che un'altra morte avrebbe cancellato il vostro dolore.
schifo per obama che, pur potendo mettere un veto decisivo, se ne è allegramente sbattuto. e schifo, ovviamente, per chi sostiene queste barbarie pur decantando la superiorità occidentale nei confronti dell'islam.
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spiny79
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io credo che la pena di morte non sia degna di una nazione che si reputi civile e democratica, questa è una gravissima colpa per gli USA e per tutti i paesi che ancora adottano questa forma di vendetta, perchè con la giustizia non ha niente a che fare...
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spiny79 ha scritto:io credo che la pena di morte non sia degna di una nazione che si reputi civile e democratica, questa è una gravissima colpa per gli USA e per tutti i paesi che ancora adottano questa forma di vendetta, perchè con la giustizia non ha niente a che fare...
E pensa che c'è gente che vorrebbe importarla in Italia... :salut
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
suonatore Jones

spiny79 ha scritto:io credo che la pena di morte non sia degna di una nazione che si reputi civile e democratica, questa è una gravissima colpa per gli USA e per tutti i paesi che ancora adottano questa forma di vendetta, perchè con la giustizia non ha niente a che fare...

bella questa tua riflessione. Uccidere tramite pena di morte, si chiama "giustiziare". La pena di morte, come ben dici, non è giustizia; è vendetta (non a caso, è sostenuta da tutti quelli - anche sul forum - che ragionano con modelli del tipo "me lo dovevano lasciare mezzora" oppure "questo non merita di vivere"). e, soprattutto in questo caso, con vari processi durati oltre vent'anni, senza una certezza assoluta, è vendetta. io auguro a tutti quelli che si sono macchiati di una colpa così grande, sofferenze su sofferenze (non la morte; sofferenze).
bastardi.
goodfellow

suonatore Jones ha scritto:
io auguro a tutti quelli che si sono macchiati di una colpa così grande, sofferenze su sofferenze (non la morte; sofferenze).
bastardi.
non ti sembra vendetta questa? forse più sadica ancora, se mi permetti... :wink
suonatore Jones

goodfellow ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:
io auguro a tutti quelli che si sono macchiati di una colpa così grande, sofferenze su sofferenze (non la morte; sofferenze).
bastardi.
non ti sembra vendetta questa? forse più sadica ancora, se mi permetti... :wink
aspetta: questa è stata una vendetta becera. una vendetta contro non si sa chi, visto che non c'è certezza. solo per il gusto di uccidere qualcuno. perchè rispettare queste persone? non gli toglierei la vita, ma dovrebbero condurre una vita svuotata da tutto.
goodfellow

suonatore Jones ha scritto:
aspetta: questa è stata una vendetta becera. una vendetta contro non si sa chi, visto che non c'è certezza. solo per il gusto di uccidere qualcuno. perchè rispettare queste persone? non gli toglierei la vita, ma dovrebbero condurre una vita svuotata da tutto.
vabbè, allora c'è vendetta e vendetta?

nessuno dice di rispettare queste persone, ci mancherebbe altro, però la stai pensando come loro, forse peggio...
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UnVeroTifoso ha scritto:
spiny79 ha scritto:io credo che la pena di morte non sia degna di una nazione che si reputi civile e democratica, questa è una gravissima colpa per gli USA e per tutti i paesi che ancora adottano questa forma di vendetta, perchè con la giustizia non ha niente a che fare...
E pensa che c'è gente che vorrebbe importarla in Italia... :salut
sarebbe un sogno.....ma per casi certi di crimini efferati come ad esempio la pedofilia o come il caso del piccolo tommy.......a fuoco senza ombra di dubbio!!!!!
« Ecco l'antica Reggio, le cui origini si perdono nella notte dei tempi! Ecco la Reggio della Magna Grecia. »
(Papa Giovanni Paolo II, Reggio Cal, 7 ottobre 1984)
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suonatore Jones ha scritto:
spiny79 ha scritto:io credo che la pena di morte non sia degna di una nazione che si reputi civile e democratica, questa è una gravissima colpa per gli USA e per tutti i paesi che ancora adottano questa forma di vendetta, perchè con la giustizia non ha niente a che fare...

bella questa tua riflessione. Uccidere tramite pena di morte, si chiama "giustiziare". La pena di morte, come ben dici, non è giustizia; è vendetta (non a caso, è sostenuta da tutti quelli - anche sul forum - che ragionano con modelli del tipo "me lo dovevano lasciare mezzora" oppure "questo non merita di vivere"). e, soprattutto in questo caso, con vari processi durati oltre vent'anni, senza una certezza assoluta, è vendetta. io auguro a tutti quelli che si sono macchiati di una colpa così grande, sofferenze su sofferenze (non la morte; sofferenze).
bastardi.
vendetta ,giustizia chiamatela come vi pare ma andatelo a raccontare alle famiglie di chi ha pagato sulla propria pelle le vere sofferene che sono quelle di vedersi massacrare un familiare senza il nessun minimo motivo e che dopo 20 anni ancora aspettano giustizia .......di questi casi di malagiustizia si potrebbero riempire libri.
meno moralismo please.....
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