Tutto sull'ex presidente del consiglio.

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Regmi
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Violins&RosesEnough ha scritto:
Regmi ha scritto:
Violins&RosesEnough ha scritto:No, purtroppo.! :???:

Mi riferivo ai ringraziamenti del guerrafondaio premio nobel a Danimarca e Norvegia (e magari pure alla Germania)... cos'hanno mandato? Crocerossine, sandwich, fionde? Hanno soccorso i profughi in mare, salvando loro la vita? Hanno risposto ai loro SOS, o cosa???? Gli americani hanno pure la festa del ringraziamento, meglio non compartecipare in guisa di tacchini ripieni.
Anche se un senso di delusione mi ha pervaso, capisco.

A proposito di ringraziamenti e festeggiamenti :?:
Considerando che Gianpy, Lele, Fido, Nicole e Sabina sono fuori gioco, stavo pensando a chi possa avere i requisiti affinchè la patonza continui a girare anche in occasione della prossima megafesta che si sta organizzando per il suo prossimo compleanno.
Ne sai niente tu?
Di nuovo mi cogli impreparato! :sad:

Tuttavia, considerando che è anche il compleanno del ridisegnatore di macchie di leopardo, bisognerebbe trovare qualcosa bipartizan... mah... penserei a Manuelona Arcuri.
Anche se ci speravo poco, peccato.
Manuela la vedo meglio nelle vesti di "attrice" e non di organizzatrice. Non credo

:?: Chissà se uno come Doddi, sempre sulla palla, ne sa qualcosa?
DOOOODDIIII dove sei? :mrgreen:
...Smetti un attimo di fare la crocerossina e dicci qualcosa di serio :beer2:
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
doddi
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Regmi ha scritto:
Violins&RosesEnough ha scritto:
Regmi ha scritto: Anche se un senso di delusione mi ha pervaso, capisco.

A proposito di ringraziamenti e festeggiamenti :?:
Considerando che Gianpy, Lele, Fido, Nicole e Sabina sono fuori gioco, stavo pensando a chi possa avere i requisiti affinchè la patonza continui a girare anche in occasione della prossima megafesta che si sta organizzando per il suo prossimo compleanno.
Ne sai niente tu?
Di nuovo mi cogli impreparato! :sad:

Tuttavia, considerando che è anche il compleanno del ridisegnatore di macchie di leopardo, bisognerebbe trovare qualcosa bipartizan... mah... penserei a Manuelona Arcuri.
Anche se ci speravo poco, peccato.
Manuela la vedo meglio nelle vesti di "attrice" e non di organizzatrice. Non credo

:?: Chissà se uno come Doddi, sempre sulla palla, ne sa qualcosa?
DOOOODDIIII dove sei? :mrgreen:
...Smetti un attimo di fare la crocerossina e dicci qualcosa di serio :beer2:
Da mò che lo dico (qualcosa di serio 8-) )... quando tu smetterai di fare l'allenamento magari vieni a fare un partitella :read:


:fifi:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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st4rsky ha scritto:Quasi 2.500 euro alla settimana per leggere le mail durante una trasmissione sportiva. Questo è il compenso che la ormai mitologica Marysthell Garcia Polanco è riuscita a ottenere da Milan Channel per adeguate prestazioni in video.
La 31enne “Olgettina” caraibica è il nuovo volto della tv rossonera, ma lei tiene molto a precisare: «Non penso di essere raccomandata, ho solo fatto un provino e sono stata scelta».

Come valletta ha firmato un contratto di nove mesi (dal 1 settembre 2011 al 30 giugno 2012) per una cifra che si avvicina ai centomila euro. Particolare non trascurabile, l’emittente “del diavolo” è in grave crisi economica, tanto che da ben 15 mesi, 35 dipendenti (perlopiù tecnici) sono in cassa integrazione, con una riduzione dello stipendio superiore al 30% .
E da gennaio prossimo, quando inizierà il processo di mobilità, molti potrebbero rimanere a casa. Ovviamente nella sede della televisione monta la protesta, fomentata dai giornalisti che lo scorso anno si sono visti decurtare gli emolumenti di diverse migliaia di euro, con la motivazione di momentanee difficoltà aziendali. La redazione è infuriata, minaccia scioperi e lancia strali, mentre la fanciulla, serafica, si fa fotografare sorridente fuori dagli uffici, dopo aver fatto un lauto shopping nel Quadrilatero meneghino. Il Milan Calcio, avvertito della situazione, prende le distanze, sostenendo di non sapere alcunché: «Il canale sportivo non è gestito da noi, ma dalla società Infront, a cui abbiamo ceduto i relativi diritti mesi or sono».
Ma, attenzione, perché il meglio (o il peggio) potrebbe ancora venire, visto che la disinibita e insaziabile Polanco ha candidamente ammesso: «Questo è solo il primo passo, perché il mio vero obiettivo è diventare consigliera regionale». Minetti fa scuola. Si salvi chi può.


Articolo preso da, udite udite, Libero.....
2500 x 4 = 10.000 euro mese X 9 mesi = 90.000 per il silenzio di una ..."valletta"
Non è male dai
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doddi ha scritto:

Da mò che lo dico (qualcosa di serio 8-) )... quando tu smetterai di fare l'allenamento magari vieni a fare un partitella :read:


:fifi:
Me ne ero accorto e da qui sorgono le mie tante preoccupazioni nei tuoi confronti :mrgreen:
Perdere non è mai picevole per nessuno


E va beh!!!
...anche se è OT almeno dicci quanto ha intascato "furtivamente" Marcellino tuo :timido:
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Regmi ha scritto:
doddi ha scritto:

Da mò che lo dico (qualcosa di serio 8-) )... quando tu smetterai di fare l'allenamento magari vieni a fare un partitella :read:


:fifi:
Me ne ero accorto e da qui sorgono le mie tante preoccupazioni nei tuoi confronti :mrgreen:
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Cui????????? :S
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doddi ha scritto:
Regmi ha scritto:
doddi ha scritto:

Da mò che lo dico (qualcosa di serio 8-) )... quando tu smetterai di fare l'allenamento magari vieni a fare un partitella :read:


:fifi:
Me ne ero accorto e da qui sorgono le mie tante preoccupazioni nei tuoi confronti :mrgreen:
Perdere non è mai picevole per nessuno


E va beh!!!
...anche se è OT almeno dicci quanto ha intascato "furtivamente" Marcellino tuo :timido:
Cui????????? :S
L'avevo chiesto a....Violin
Non fari u fissa ora :mrgreen:
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Regmi ha scritto:
doddi ha scritto:
Regmi ha scritto: Me ne ero accorto e da qui sorgono le mie tante preoccupazioni nei tuoi confronti :mrgreen:
Perdere non è mai picevole per nessuno


E va beh!!!
...anche se è OT almeno dicci quanto ha intascato "furtivamente" Marcellino tuo :timido:
Cui????????? :S
L'avevo chiesto a....Violin
Non fari u fissa ora :mrgreen:

Non leggo i verbali altrui e non sono guardone, io ... :lol: :lol:
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doddi ha scritto:

Non leggo i verbali altrui e non sono guardone, io ... :lol: :lol:
Gnorrista :evil:
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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doddi ha scritto: A me i dubbi vengono.
A te ?
Anche tanti e non da ora.
Anche nel ruolo di parte lesa esiste l'accanimento ?

PS -A Bari e Milano gli atti sono stati depositati indi pubblici.
Cosa trovi di strano?
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doddi
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Regmi ha scritto:
doddi ha scritto: A me i dubbi vengono.
A te ?
Anche tanti e non da ora.
Anche nel ruolo di parte lesa esiste l'accanimento ?

PS -A Bari e Milano gli atti sono stati depositati indi pubblici.
Cosa trovi di strano?

Ma laaaaaaaaascia perdere , ... non 'nd'ha parrari, ci sono triliardi di violazioni ad ogni giro di giostra, dalla secretazione e successiva distruzione di quelli non penalmente rilevanti, le fughe di notizie, verbali svolazzanti dalla finestre, ecc... ecc... ecc... l'unica cosa davvero depositata sono i soldi di chi paga per farli uscire, anche se sono certo che spesso e volentieri i giustizieri mascarati li spacciano agggratis :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
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doddi ha scritto:
Regmi ha scritto:
doddi ha scritto: A me i dubbi vengono.
A te ?
Anche tanti e non da ora.
Anche nel ruolo di parte lesa esiste l'accanimento ?

PS -A Bari e Milano gli atti sono stati depositati indi pubblici.
Cosa trovi di strano?

Ma laaaaaaaaascia perdere , ... non 'nd'ha parrari, ....................... :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
Lo strano caso del dottor Doddi e del signor Baccellieri.
:mrgreen:
Sventurata la terra che ha bisogno di eroi
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doddi ha scritto:Visto il gradimento riscosso vi sottopongo un altro piccolo pezzo :fifi:

http://www.ilgiornale.it/rubrica_cucu/q ... comments=1

Quell’uomo nella gabbia di vetro
di Marcello Veneziani
Da mesi ormai, in pieno centro, c’è un signore sulla settantina chiuso in una gabbia di vetro che par­­la, mangia, dorme, ama, vive e fa i suoi bisogni in pubblico...

Da mesi ormai, in pieno centro, c’è un signore sulla settantina chiuso in una gabbia di vetro che par­­la, mangia, dorme, ama, vive e fa i suoi bisogni in pubblico. Quattro fari abbaglianti sono puntati da tutte le di­rezioni sulla sua gabbia di vetro. Non può fare altrimenti, è esposto da tutti i lati ed ogni suo respiro, singhiozzo, rutto, ogni suo minimo sospiro o im­precazione, uno sfogo, una scioc­chezza, viene amplificato all'esterno e trasmesso in piazza. E chi non rie­sce a veder bene cosa fa, con chi par­la, al telefono o no, ci sono maxi­schermi e altoparlanti collocati per la città a mostrarlo. Una vita in vivavo­ce. E la turba chiede di punirlo per atti osceni in luogo pubblico. Non so se lui sia ancora lucido in quelle condi­zioni, non so se a volte perfino ci pro­va gusto, e a volte dice esattamente quel che loro vogliono sentire; ma a vederlo bene sembra sconvolto, co­me un animale braccato. Se non aves­si troppa venerazione per i poeti da non confonderli con gli altri, ricorda Ezra Pound nella gabbia di Coltano, prigioniero politico, costretto a fare tutto alla luce dei fari e delle guardie. Un poeta ridotto ad una scimmia. Lui si chiuse in un impenetrabile silen­zio, distillato dalla sua poesia. Quel si­gnore nella gabbia di vetro invece no, digrigna i denti, finge sorrisi, parla, straparla. Ma lui non è un poeta, che c’entra, avrà le sue colpe, non dico. Però trovo bestiale il modo in cui vie­ne esposto e braccato, in quella gab­bia con i fari sparati addosso, giorno e notte. Costretto a defecare in mondo­visione. Forse avete capito chi è.

Può sempre fare quello che fanno tutti i suoi simili quando vengono scoperti con la mano nella marmellata....
darsi alla latitanza :cheers
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doddi ha scritto:

Chi stà cantando vittoria? E per chi poi?
Stai prendendo un granchio :wink

E' giusto e normale che si presenti in tribunale, ma chi non dovrebbe essere competente territorialmente, e lo sapevano già, visto che fanno quel lavoro, non dovrebbe addirittura sventolare urbi et orbi il roboante istituto dell'accompagnamento coatto
Ripeto: ABUSO di LEGITTIMA DIFESA. E non mi traumatizza per nulla che lo faccia.
L'accanimento giudiziario è innegabile.

Ti pongo una domanda: come mai da Monza non trapela nulla di nulla mentre a Napoli o Milano i giornali hanno le notizie, prima degli avvocati e le intercettazioni da distruggere sono su tutti i giornali e relativi siti contro ogni legge esistente ?

A me i dubbi vengono.
A te ?
Ma come sei dolce!!!!
E ti preoccupi così anche della privacy dei vari mafiosi! Anche su di loro sono stati compiuti abusi dalle procure che continuano imperterrite a perseguitarli e a fornirci particolari sulle loro malefatte ancora prima del processo...mha che cattivoni!

ma io domando sempre la solita minestra riscaldata?
Io sinceramente avrei voglia di farti un paio di domande:

1) Ma che ti cambia se Berlusconi si fa da parte...? Ma davvero a destra siete così scarsi da non essere in grado di trovare un leader moderno???
(perdono ho bestemmiato, ho accotato il concetto di "destra" al pdl... :okok: )

2)Ti prego non dirmi che anche tu lo difendi con la favola che sono questioni private....
Perchè la Minetti (sempre quella del crocifisso) continuiamo a pagarla noi, per non parlare della falsissima immagine politica di uomo di famiglia su cui ha costruito parte del consenso, o dei vari manneggi ed intrallazzi su candidature birichine, o ancora del fatto che la tv italiana ( e chi come me va spesso all'estero lo sa benissimo) è una caricatura di se stessa con donne sopramobili seminude a fare da cornice a presentatori vecchi grassi e ben coperti, un verco e proprio esercito un'invasione di cui ora comprendiamo le cause.....e guarda cvhe è la stessa tv che gurderanno i tuoi figli ed è sempre la stessa dai tempi del drive-in...insomma, terzomondista, ad immagine e somiglianza del suo padrone e degna della repubblica delle banane...La tv in cui si specchia il opolo delle casalinghe e dei suoi elettori..
sono ancora fatti privati????

3)Se il messaggio che viene dall'alto è questo allora è lecito che questi siano i parametri di selezione di una classedirigente??? E quand'anche questa fose la trafila imposta dalla cricca degli arzilli vecchietti bavosi per entrare in tv, staimo parlando sempre di posti di lavoro..... e la meritocrazia???? Quella cosa che fa divantare grandi le nazioni????
Ultima modifica di penaro il 22/09/2011, 10:29, modificato 1 volta in totale.
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Da ultimo siccome ogni volta che si parla di papi si sposta sempre il tiro sulla giustizia vorrei aggiungere un paio di considerazioni...

Ma non sarà che la giustizia fa schifo proprio perchè ci sono troppe garanzie per gli imputati, che possono ricorrere a tecniche dilatorie di ogni genere e davvero poche per le parti lees????

Ma non avete come la sensazione che ci siano troppi passaggi superflui? Troppe persone che devono giudicare, stabilire la competenza, l'opportunita delle indagini ecc. ecc.??? Bhè una spiegazione c'è....


[Esplora il significato del termine: Avvocati, un futuro di piccoli studi Aumenta il numero degli iscritti all’Albo Si punta su «boutique legali specializzate»

Sono sempre di più e sono sempre più sconten­ti. Il numero degli avvocati in Italia aumenta di anno in anno e la categoria, preoccupata da sca­dimento della professionalità, perdita di prestigio sociale, calo dei guadagni e in lotta con leggi che cambiano da un giorno all’altro, reagisce riducendo le dimensioni degli studi professionali. Una ricerca commissionata dalla Camera penale di Milano ana­lizza la situazione e intravede una luce in fondo al tunnel: il futuro è nella specializzazione, gli studi sa­ranno sempre più boutique legali. Per capire l’origine del malessere che attraversa il mondo dell’avvocatura basta dare una letta ai dati. Dicono di un’esplosione dell’accesso alla professio­ne negli ultimi 30 anni che ha fatto diventare l’Italia, con 213.081 avvocati, 36,8 ogni diecimila abitanti, il terzo paese in Europa per numero di professionisti dietro solo al Liechtenstein, che ne ha 39, e alla Spa­gna, con 38,7. Un terzo più di Germania (146.910), che però ha una popolazione di 82 milioni di abitan­ti, e della Gran Bretagna (140.685) e più di cinque volte della Francia (47.765). Nella sola Milano, in 18 anni gli iscritti all’Albo sono passati da 4.429 a 19.569. Aumentando l’offerta, si riducono le parcel­le. La ricerca, effettuata dal Consorzio Aaster, riguar­da la realtà milanese, ma la fotografia che viene fuo­ri fornisce uno spaccato dell’intero panorama nazio­nale, quantomeno in termini di tendenze, compresa la realtà dei legali che si occupano di questioni civili­stiche. Sarà il punto di partenza del convegno «Il pe­nalista su misura» che si terrà nel salone Valente, a due passi dal Palazzo di Giustizia di Milano, nel po­meriggio del 13 maggio. Lo studio professionale «L’avvocatura penale è la meno permeabile alle trasformazioni», scrivono i ricercatori. Domina il piccolo studio monotitolare, 6-8 persone e un paio di segretarie. Tutto ruota intorno alla figura del do­minus, l’avvocato, che gestisce personalmente il deli­cato rapporto con il cliente finito nei guai con la giu­stizia o alla ricerca di una riparazione a un torto subi­to. Un lavoro molto individualista che non può esse­re diviso con altri colleghi, perché è lo stesso cliente ad esigerlo. Infatti, solo il 26,4% del campione si dice interessato a far parte di un grosso studio a struttura aziendalistica, mentre il 63% non lo è perché teme di perdere la propria autonomia professionale e il 61% prevede per il futuro lo sviluppo di «boutique legali molto specializzate» in particolari settori del penale, anche se una specializzazione esasperata viene per­cepita da molti come un elemento di decadimento professionale perché impedirebbe una visione gene­rale delle questioni. Tant’è vero che solo il 4,7% lavo­ra in studi con più di 10 addetti. È così in tutta Europa, tranne che in Gran Breta­gna dove, come negli Usa, si sono affermati grandi studi con centinaia di addetti. Quest’ultimo fenome­no ha preso piede anche in Italia nel settore civile, almeno a Roma e Milano, in particolare nella secon­da dove le grandi multinazionali aprono i loro uffici italiani. «Law firm» all’anglosassone in grado di for­nire risposte puntuali e veloci dove è di vitale impor­tanza conoscenza delle lingue, delle tecnologie e mo­bilità internazionale. E che hanno il grande pregio di far lavorare tante persone. Nel resto d’Italia domina ancora il piccolo studio che si occupa un po’ di tutto, dal penale al civile, dal societario al tributario. La crisi e il decreto Bersani, che ha eliminato i minimi per le parcelle, stanno in­cidendo su tutti. I grandi studi titolati tornano ad oc­cuparsi di cause minori accontentandosi, come i più piccoli, di compensi sempre più bassi. Un tempo, poi, si diventava avvocati per discen­denza dinastica. Oggi, tra i pe­nalisti milanesi solo il 9,1% proviene da una famiglia di av­vocati, percentuale che tra i più giovani scende addirittu­ra al 4,8%. Tuttavia, la prove­nienza è ancora legata al verti­ce delle classi sociali, visto che il 51,6% arriva da famiglie di dirigenti, imprenditori, libe­ri professionisti e quadri tecni­ci e solo il 10% dal ceto popola­re. Nel penale le donne hanno superato gli uomini: sono il 54%, anche se nell’avvocatura milanese in generale restano in minoranza al 42,7% (dati 2005). Erano appena l’11% nel 1980. In ogni caso la famiglia è ancora determinate nella scelta perché il 56,6% dichiara di essersi potuto inserire nella comunità professionale se­guendo l’esempio di parenti o amici. Le motivazioni? Utilità sociale (32%), ideali di giustizia (9,3), tradizione familiare (6,2) e aspetto economico (5,8). Gli avvocati, in generale, lavorano moltissimo: in media 44,7 ore la settimana, con il 42,7% che lavora fino a 50 ore. La qualità professionale L’enorme numero di avvocati secondo l’86,2% ha portato anche a una riduzione della qualità profes­sionale, dell’osservanza della deontologia e del pre­stigio. In taluni anche a una sudditanza ossequiosa nei confronti della magistratura, come nelle difese d’ufficio degli extracomunitari irreperibili che alcu­ni interpretano come fonte di guadagno sicuro a fronte di ricorsi e iniziative spesso solo strumentali per ottenere il rimborso spese dallo Stato. Devianze che vengono regolarmente sanzionate dagli Ordini professionali. «Emerge il ritratto di un gruppo sociale che si per­cepisce in declino quanto a posizione, riconoscimen­to politico, reddito e chance di carriera. Un vero e proprio processo di declassamento». Per questo il 68% è d’accordo con l’idea di restringere l’accesso e il 65% vedrebbe positivamente l’introduzione del nu­mero chiuso nelle facoltà di giurisprudenza. Su que­sta linea, a febbraio le componenti dell’avvocatura nazionale hanno approvato un progetto di riforma della professione che fissa alcuni paletti che impedi­scono, ad esempio, l’iscrizione all’albo dei praticanti a chi ha più di 50 anni e a chi ha superato da oltre 5 l’esame. Ed è sempre per questo che il 63,3% del cam­pione del sondaggio è d’accordo con un sistema di certificazione della professione e, tra costoro, ben il 23,6% allo scopo di proteggere i clienti da colleghi incompeten­ti. Ma c’è una fet­ta significativa del 36,6 di contrari secondo i quali la selezione la deve fare il mercato. «La professione forense, al pari del resto del mondo professionale, è attraversata da una frattura tra due logiche distinte: la liberalizzazione del mercato, necessaria per abbat­tere privilegi e barriere, e la voglia di corporazione», annotano i ricercatori. La domanda è se poi il cliente è talmente sofisticato da saper comparare tra loro i vari avvocati, visto che la scelta, specie in campo pe­nale, spesso avviene per i consigli di un collega civili­sta, dell’amico o del conoscente. Lobby in decadenza In Parlamento siedono tantissimi avvocati, ma la base è convinta che la lobby della categoria abbia le armi spuntate nei confronti della politica a causa del conflitto di interessi tra ruolo professionale e re­sponsabilità politiche di chi è stato eletto. Così guar­da all’Ordine e ad organismi come la Camera penale ritenendoli in grado di fare lobby sindacale nei con­fronti della politica e della magistratura promuoven­do riforme della giustizia che invertano la tendenza in atto. ] Avvocati, un futuro di piccoli studi
Aumenta il numero degli iscritti all’Albo Si punta su «boutique legali specializzate»

Sono sempre di più e sono sempre più sconten­ti. Il numero degli avvocati in Italia aumenta di anno in anno e la categoria, preoccupata da sca­dimento della professionalità, perdita di prestigio sociale, calo dei guadagni e in lotta con leggi che cambiano da un giorno all’altro, reagisce riducendo le dimensioni degli studi professionali. Una ricerca commissionata dalla Camera penale di Milano ana­lizza la situazione e intravede una luce in fondo al tunnel: il futuro è nella specializzazione, gli studi sa­ranno sempre più boutique legali.

Per capire l’origine del malessere che attraversa il mondo dell’avvocatura basta dare una letta ai dati. Dicono di un’esplosione dell’accesso alla professio­ne negli ultimi 30 anni che ha fatto diventare l’Italia, con 213.081 avvocati, 36,8 ogni diecimila abitanti, il terzo paese in Europa per numero di professionisti dietro solo al Liechtenstein, che ne ha 39, e alla Spa­gna, con 38,7. Un terzo più di Germania (146.910), che però ha una popolazione di 82 milioni di abitan­ti, e della Gran Bretagna (140.685) e più di cinque volte della Francia (47.765). Nella sola Milano, in 18 anni gli iscritti all’Albo sono passati da 4.429 a 19.569. Aumentando l’offerta, si riducono le parcel­le.

La ricerca, effettuata dal Consorzio Aaster, riguar­da la realtà milanese, ma la fotografia che viene fuo­ri fornisce uno spaccato dell’intero panorama nazio­nale, quantomeno in termini di tendenze, compresa la realtà dei legali che si occupano di questioni civili­stiche. Sarà il punto di partenza del convegno «Il pe­nalista su misura» che si terrà nel salone Valente, a due passi dal Palazzo di Giustizia di Milano, nel po­meriggio del 13 maggio.

Lo studio professionale

«L’avvocatura penale è la meno permeabile alle trasformazioni», scrivono i ricercatori. Domina il piccolo studio monotitolare, 6-8 persone e un paio di segretarie. Tutto ruota intorno alla figura del do­minus, l’avvocato, che gestisce personalmente il deli­cato rapporto con il cliente finito nei guai con la giu­stizia o alla ricerca di una riparazione a un torto subi­to.

Un lavoro molto individualista che non può esse­re diviso con altri colleghi, perché è lo stesso cliente ad esigerlo. Infatti, solo il 26,4% del campione si dice interessato a far parte di un grosso studio a struttura aziendalistica, mentre il 63% non lo è perché teme di perdere la propria autonomia professionale e il 61% prevede per il futuro lo sviluppo di «boutique legali molto specializzate» in particolari settori del penale, anche se una specializzazione esasperata viene per­cepita da molti come un elemento di decadimento professionale perché impedirebbe una visione gene­rale delle questioni. Tant’è vero che solo il 4,7% lavo­ra in studi con più di 10 addetti.

È così in tutta Europa, tranne che in Gran Breta­gna dove, come negli Usa, si sono affermati grandi studi con centinaia di addetti. Quest’ultimo fenome­no ha preso piede anche in Italia nel settore civile, almeno a Roma e Milano, in particolare nella secon­da dove le grandi multinazionali aprono i loro uffici italiani. «Law firm» all’anglosassone in grado di for­nire risposte puntuali e veloci dove è di vitale impor­tanza conoscenza delle lingue, delle tecnologie e mo­bilità internazionale. E che hanno il grande pregio di far lavorare tante persone.

Nel resto d’Italia domina ancora il piccolo studio che si occupa un po’ di tutto, dal penale al civile, dal societario al tributario. La crisi e il decreto Bersani, che ha eliminato i minimi per le parcelle, stanno in­cidendo su tutti. I grandi studi titolati tornano ad oc­cuparsi di cause minori accontentandosi, come i più piccoli, di compensi sempre più bassi.

Un tempo, poi, si diventava avvocati per discen­denza dinastica. Oggi, tra i pe­nalisti milanesi solo il 9,1% proviene da una famiglia di av­vocati, percentuale che tra i più giovani scende addirittu­ra al 4,8%. Tuttavia, la prove­nienza è ancora legata al verti­ce delle classi sociali, visto che il 51,6% arriva da famiglie di dirigenti, imprenditori, libe­ri professionisti e quadri tecni­ci e solo il 10% dal ceto popola­re. Nel penale le donne hanno superato gli uomini: sono il 54%, anche se nell’avvocatura milanese in generale restano in minoranza al 42,7% (dati 2005). Erano appena l’11% nel 1980. In ogni caso la famiglia è ancora determinate nella scelta perché il 56,6% dichiara di essersi potuto inserire nella comunità professionale se­guendo l’esempio di parenti o amici. Le motivazioni? Utilità sociale (32%), ideali di giustizia (9,3), tradizione familiare (6,2) e aspetto economico (5,8). Gli avvocati, in generale, lavorano moltissimo: in media 44,7 ore la settimana, con il 42,7% che lavora fino a 50 ore.

La qualità professionale

L’enorme numero di avvocati secondo l’86,2% ha portato anche a una riduzione della qualità profes­sionale, dell’osservanza della deontologia e del pre­stigio. In taluni anche a una sudditanza ossequiosa nei confronti della magistratura, come nelle difese d’ufficio degli extracomunitari irreperibili che alcu­ni interpretano come fonte di guadagno sicuro a fronte di ricorsi e iniziative spesso solo strumentali per ottenere il rimborso spese dallo Stato. Devianze che vengono regolarmente sanzionate dagli Ordini professionali.

«Emerge il ritratto di un gruppo sociale che si per­cepisce in declino quanto a posizione, riconoscimen­to politico, reddito e chance di carriera. Un vero e proprio processo di declassamento». Per questo il 68% è d’accordo con l’idea di restringere l’accesso e il 65% vedrebbe positivamente l’introduzione del nu­mero chiuso nelle facoltà di giurisprudenza. Su que­sta linea, a febbraio le componenti dell’avvocatura nazionale hanno approvato un progetto di riforma della professione che fissa alcuni paletti che impedi­scono, ad esempio, l’iscrizione all’albo dei praticanti a chi ha più di 50 anni e a chi ha superato da oltre 5 l’esame. Ed è sempre per questo che il 63,3% del cam­pione del sondaggio è d’accordo con un sistema di certificazione della professione e, tra costoro, ben il 23,6% allo scopo di proteggere i clienti da colleghi incompeten­ti.

Ma c’è una fet­ta significativa del 36,6 di contrari secondo i quali la selezione la deve fare il mercato. «La professione forense, al pari del resto del mondo professionale, è attraversata da una frattura tra due logiche distinte: la liberalizzazione del mercato, necessaria per abbat­tere privilegi e barriere, e la voglia di corporazione», annotano i ricercatori. La domanda è se poi il cliente è talmente sofisticato da saper comparare tra loro i vari avvocati, visto che la scelta, specie in campo pe­nale, spesso avviene per i consigli di un collega civili­sta, dell’amico o del conoscente.

Lobby in decadenza

In Parlamento siedono tantissimi avvocati, ma la base è convinta che la lobby della categoria abbia le armi spuntate nei confronti della politica a causa del conflitto di interessi tra ruolo professionale e re­sponsabilità politiche di chi è stato eletto. Così guar­da all’Ordine e ad organismi come la Camera penale ritenendoli in grado di fare lobby sindacale nei con­fronti della politica e della magistratura promuoven­do riforme della giustizia che invertano la tendenza in atto.
http://www.corriere.it/economia/09_apri ... aabc.shtml
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doddi ha scritto:Chi stà cantando vittoria? E per chi poi?
Il Giornale, Libero e Il Tempo: basta leggere i titoloni a nove colonne di ieri
doddi ha scritto:E' giusto e normale che si presenti in tribunale, ma chi non dovrebbe essere competente territorialmente, e lo sapevano già, visto che fanno quel lavoro, non dovrebbe addirittura sventolare urbi et orbi il roboante istituto dell'accompagnamento coatto
L'accompagnamento coatto non è un roboante istituto, è una specifica previsione del codice di procedura penale che si applica a tutti coloro che, chiamati a testimoniare, non si presentano: è successo a mio zio qualche anno fa (si era dimenticato) quale testimone di un'aggressione, che all'arrivo dei carabinieri ha dovuto chiudere il negozio, e che in udienza si è preso pure il cazziatone del giudice.
doddi ha scritto:Ripeto: ABUSO di LEGITTIMA DIFESA. E non mi traumatizza per nulla che lo faccia.
L'accanimento giudiziario è innegabile.
E' innegabile il contesto marcio, indecoroso e (soprattutto) illegale in cui si muove il premier, che, ricordiamolo, NON VIENE INTERCETTATO, ma è lui a telefonare a chi non dovrebbe. Se ero io presidente del consiglio, si potevano "accanire" quanto volevano, ma io, non frequentando mafiosi, faccendieri e zoccole, dormivo tra due guanciali. Lo dico e lo confermo
doddi ha scritto:Ti pongo una domanda: come mai da Monza non trapela nulla di nulla mentre a Napoli o Milano i giornali hanno le notizie, prima degli avvocati e le intercettazioni da distruggere sono su tutti i giornali e relativi siti contro ogni legge esistente ?
Disinformazione allo stato puro: le intercettazioni, una volta depositate, sono pubbliche a tutti gli effetti. Non è che a Monza hanno un codice di procedura autonomo, succederebbe anche lì.
doddi ha scritto:A me i dubbi vengono.
A te ?
Io dubbi non ne ho mai avuti, ed in un paese normale non li avrebbe nessuno
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Aggiungo:

“Berlusconi ha una solidarietà istintiva per riflesso condizionato verso tutti coloro che vengono toccati da vicende giudiziarie”

Questa dichiarazione non è di Travaglio o Scalfari o Padellaro o Santoro: è un virgolettato tratto dalla deposizione resa da Ghedini ai pm di Napoli il 13 settembre scorso.

Dunque l'avvocato del presidente del consiglio ammette che il suo assistito preferisce schierarsi, a prescindere da qualsiasi valutazione nel merito, contro lo Stato nei procedimenti penali. Cioè contro l'istituzione che lui rappresenta.

In Mozambico tale circostanza un pò di prurito la creerebbe
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Ieri a Matrix anche il presidente dell'associazione nazionale magistrati ha detto che ci vuole un'udienza filtro come prevede il disegno di legge per classificare le intercettazioni utili all'indagine da quelle inutili e quindi depositare sono quelli.
Lui stesso ha ammesso che c'è troppa pubblicazione di intercettazioni.
L'importante non è vincere ma partecipare, con onore, alla sconfitta dell'avversario.
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penaro
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io2 ha scritto:Ieri a Matrix anche il presidente dell'associazione nazionale magistrati ha detto che ci vuole un'udienza filtro come prevede il disegno di legge per classificare le intercettazioni utili all'indagine da quelle inutili e quindi depositare sono quelli.
Lui stesso ha ammesso che c'è troppa pubblicazione di intercettazioni.
Siamo tutti d'accordo fratello, ma per caso stai insinuando che le intercettazioni sul caso Tarantini sono inutili? Riguardano solo fatti privati? Mi fai qualche esempio per favore dei fatti prvati di cui non avremmo dovuto sapere nulla?
Ultima modifica di penaro il 22/09/2011, 13:08, modificato 1 volta in totale.
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NOI SIAMO REGGIO CALABRIA !!!
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E' giusto che un deputato che deve essere arrestato deve rimanere comodamente seduto nella poltrona per salvare il capo :?:
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