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Lacrime amaranto sul panino con la salsiccia
Martedì 13 Settembre 2011 16:56
di Giusva Branca e Raffaele Mortelliti – La portata, lo spessore dei messaggi mandati dal pulpito della Cattedrale di Reggio Calabria da parte dell’Arcivescovo metropolita Mondello e del Sindaco della Città, Arena, è di tutta evidenza.
Da ambo le parti è partito un duro richiamo al senso di responsabilità collettivo, al ruolo dei singoli individui. Fedeli per Mondello, concittadini per Arena, ed è evidente come su larghissima scala le due figure coincidano.
Ora, quando dai vertici giungono uscite in qualche modo anti-convenzionali è sempre un buon segno, ma letti e riletti i due messaggi, essi si palesano come veri e propri Sos nei confronti della massa: “La situazione è quella che è” – dicono in buona sostanza Mondello e Arena – “dateci una mano a non affondare”.
Come ? I fedeli non indulgendo ad atteggiamenti lontani da una spiritualità sempre più annacquata, i cittadini offrendo al sistema ed alla classe dirigente l’impegno e la fiducia necessari per ripartire.
Certo, condivisibile e noi siamo qua per fare la nostra parte. In poche parole noi siamo pronti ad aiutarvi, ma voi aiutateci ad aiutarvi.
Anche qui: come?
Partiamo dalla Chiesa e dalle parole di Mondello: “ Non può evangelizzare chi conduce una vita contraria agli insegnamenti di Cristo” ha detto Mondello. Bene, benissimo, ma di grazia, visto che chi guida una comunità ha l’obbligo di predicare bene, ma anche di razzolare altrettanto bene, cosa è stato fatto dalla Chiesa nostrana in questo senso? Perché è così difficile ascoltare dalle nostre parti che “chi si accosta a qualunque titolo al Cristo non può godere di alcuna indulgenza per i comportamenti reiterati che lo offendono? “
Ma Mondello è andato addirittura oltre: “Il vero problema delle feste religiose – ha detto – “non è la festa religiosa in sé, ma l’aver tollerato che questa lentamente passasse dall'essere manifestazione della fede del popolo cristiano al diventare una impresa, più o meno redditizia, affidata o accaparrata da gente lontana dalla Chiesa, che disconosce il significato stesso della festa cristiana e che intende gestire la manifestazione secondo capricci e finalità spesso innominabili”.
Bene, Eccellenza, e questo chi lo ha tollerato? Perché le orecchie dei reggini non devono poter ascoltare chiaramente, da quel pulpito che, ad esempio, “chiunque, a qualunque titolo, è colluso con qualunque tipo di malaffare non ha nulla a che vedere con la comunità dei fedeli?”
Perché la Chiesa cattolica non deve far sentire sul collo di chi pratica il malaffare e il sopruso come ragione di vita il fiato del messaggio di Cristo, portando – così – ad una naturale emarginazione dei soggetti?
O forse dobbiamo far finta di non ricordare che, ad esempio, proprio tra i malavitosi si registrano tassi altissimi di credenti e devoti proprio a quella Madonna della Consolazione il cui nome l’Arcivescovo ha invitato a non sporcare?
E perché – ancora – non giocarsi anche con i criminali la carta della fede, ricordando loro (e a chi sta loro vicino) ad ogni piè sospinto che” la fede non conta nulla se, nei fatti, l’insegnamento di Cristo viene quotidianamente messo sotto i piedi?”
“Molto spesso, quando sento parlare di contrasti tra gli organizzatori delle feste e il Parroco” – ha proseguito Mondello - “mi domando: dov’è la comunità cristiana? Non dovrebbe essere questa a far valere gli aspetti autenticamente cristiani senza farsi strumentalizzare da alcuno? Nutro speranza che le nostre feste religiose” – ha sottolineato l’Arcivescovo – “che tanta fede hanno suscitato e continuano a suscitare nel popolo cristiano, possano essere finalmente gestite dalla comunità cristiana e ridiventare autentica testimonianza, che rinsaldi la fede dei credenti e diventi occasione privilegiata di evangelizzazione per tutti”.
L’Arcivescovo si domanda dove sia la comunità cristiana, noi ci permettiamo di chiederci, in aggiunta, dove siano le guide di quella comunità che lo stesso Mondello rileva smarrita, strumentalizzabile.
Se il coraggio per denunciare i contrasti ai quali l’Arcivescovo fa riferimento manca ai parroci e a chi sta più in alto di loro, come mai si può pensare di pretenderlo in capo a umili fedeli?
Il primo passo per cacciare i mercanti dal tempio spetta necessariamente ai custodi del tempio stesso.
Ci attendiamo, conoscendo l’Arcivescovo, che le sue nobili parole siano solo il prodromo a degli atti concreti, eclatanti, forse scomodi, ma di forte esempio e che solo un personaggio autorevole e credibile come lui può porre in essere.
Attenderemo.
***
Sistemata l’anima passiamo al corpo: non di minore spessore le parole del Sindaco Arena, al quale vanno riconosciuti la prerogativa di uomo retto e il coraggio palesato nell’avere accettato di gestire una situazione che in tutto il Paese è ai limiti dello sbando sociale, rispetto alla quale, dice Arena “ho preso atto di quali e quanti siano i problemi che preoccupano ogni giorno i nostri concittadini a causa della difficile congiuntura che affligge il nostro Paese”
Arena, però, va oltre, affermando di voler “condividere con l’intera cittadinanza, nelle forme più opportune, la conoscenza dello stato delle cose e gli obiettivi che ci si prefigge”.
Qui il Sindaco, da Primo Cittadino, chiama tutti al senso di responsabilità, chiedendo collaborazione e spirito di sacrificio: “Nella vita di ciascun individuo” – dice Arena – “così come in ogni famiglia, si affrontano momenti difficili: lo stesso avviene in una città. Ma é proprio in questi momenti che si manifesta la grandezza di una comunità, dei suoi amministratori e dei suoi cittadini: quando - dinanzi ai problemi - non ci si nasconde, né si cercano scorciatoie, ma si ha il coraggio di affrontarli a viso aperto, con l’umiltà di chi ne conosce il peso e l’onestà di chi ha il dovere della chiarezza”.
Benissimo. Finalmente registriamo una presa di posizione netta e senza giri di parole.
Noi vogliamo contribuire e offriamo da subito il nostro pieno supporto alle prossime attività del Comune di Reggio, volte alla individuazione, analisi e risoluzione delle problematiche, fermo restando che abbiamo deciso tutti, cittadinanza e classe dirigente, di essere d’accordo nel farlo.
Il nostro è un osservatorio privilegiato, ogni giorno (tramite decine di missive) abbiamo contezza di numerosissime situazioni di grandissimo o piccolo disagio dei cittadini e, come il Sindaco chiede, vogliamo “affrontarle a viso aperto con l’umiltà di chi ne conosce il peso e l’onestà di chi ha il dovere della chiarezza”.
Ne più e né meno che come il Primo Cittadino, seguendone il suo esempio.
E allora, chiarezza per chiarezza, attendiamo, ad esempio, che qualcuno dica alla gente non incomprensibili alchimie contabili di bilancio, ma quando i numerosi creditori del Comune avranno i loro soldi.
Il Comune ci dica, ad esempio, se i debiti saranno saldati entro il 31 ottobre, 30 novembre o 31 dicembre.
Scarteremmo l’idea di pensare all’anno nuovo.
Questa sarebbe una prima, grande operazione di chiarezza che un Comune prestigioso come Reggio dovrebbe porre in essere domani.
“Ma da Sindaco” – prosegue Arena “l’aspetto che maggiormente mi assilla è il pericolo che tutto ciò possa determinare la perdita della fiducia e della speranza di proseguire nel percorso di crescita intrapreso. Questo” – chiarisce il Sindaco – “non possiamo permettercelo perché una città che perde la fiducia rischia il declino”.
Ora, la fiducia va conquistata, soprattutto in periodi storici come quello perfettamente fotografato dal Sindaco di Reggio e per conquistarla servono fatti concreti o, quantomeno, indicazioni precise e credibili di ciò che accadrà domani, perché peggio della città che perde la fiducia c’è la città che ha la sensazione che il comandante navighi a vista.
Strill.it, per sua scelta editoriale maturata a fondo ha sempre e reiteratamente segnalato tutte le problematiche e le tematiche calabresi a sfondo sociale, evitando accuratamente di cadere nell’accanimento e nei tentativi di strumentalizzazione, cose assolutamente lontane dal nostro progetto editoriale e fortemente controproducenti per il territorio.
Ciò comporta che, nell’ottica dello sforzo richiesto da Arena, è necessario che di pari passo alla chiarezza seguano da parte dell’Amministrazione proposte concrete, immediate, rapidamente attuabili e di facile comprensione: il Sindaco deve dire alla Città, subito, quando essa tornerà ad avere un livello di servizi decente, quando le strade saranno pulite, quando avremo una raccolta differenziata seria, quando il problema degli scarichi a mare sarà aggredito seriamente, e via così.
Coraggio, Sindaco, ce lo dica, lo faccia comunque, anche se sentire la sua risposta potrà fare male. Il medico pietoso non ha mai fatto il bene del malato, sia spietato, noi saremo dalla sua parte, che, poi, è la parte della Città.
Strill.it omaggerà al Comune per una settimana uno spazio dove potranno confluire tutte le email di segnalazione da parte dei cittadini, il contenuto delle quali non sarà pubblicato, ma stampato e consegnato fisicamente nelle sue mani e la invitiamo formalmente ad aderire ad un pubblico incontro, costruttivo come tutti quelli del format “tabularasa”, che sia interamente dedicato non alla denuncia, fase già assolta tramite le email ricevute, ma esclusivamente alla proposta, funzionale al recupero di quella fiducia popolare alla quale lei ha fatto chiaramente riferimento.
Una sorta di grande adunata cittadina alla quale chiedere la partecipazione delle altre testate e per la quale l’Amministrazione comunale vorrà concederci lo spazio più simbolico del quale dispone.
Tematiche come una decente amministrazione dei servizi pubblici, un riordino del comparto amministrativo, unitamente a quello finanziario, l’analisi del sistema di trasporti riferito ad aerei, treni, strade, collegamenti con Messina, una via di sviluppo per l’asfittica economia cittadina, la enorme problematica legata alla ricettività che si sostanzia in un rapporto tra costi e qualità dei servizi spesso improponibile potranno, attraverso questo “tabula rasa edizione speciale”, offrire una via, una speranza a Reggio.
Il patto tra la stampa e il Primo cittadino a tutela della Città, infine, passa anche attraverso il comportamento della gente. Per quanto proprio la gente sia la prima vittima dello stato di cose, questo rischia di venire alimentato proprio da atteggiamenti e comportamenti della gente stessa.
Il peso della responsabilità, al di là delle cause generatrici dello status quo, deve per forza di cose gravare su tutti.
In questo Arena ha ragione.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.