BERLUSCONI: "Sono nauseato, vado via da questo paese di me…"

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Estorsione a Berlusconi, il premier a Lavitola:
"Sono nauseato, vado via da questo paese di me…"


Tra qualche mese me ne vado ...vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta...".
E' lo sfogo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una conversazione intercettata la sera del 13 luglio scorso sull'utenza panamense di Valter Lavitola, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli sulla presunta estorsione al premier.Rapporti confidenziali - Secondo il gip di Napoli - che ha disposto l'arresto dello stesso Lavitola, di Giampaolo Tarantini e della moglie per estorsione a Berlusconi - la conversazione in questione è "rilevante" in quanto attesta la "speciale vicinanza" tra il premier e Lavitola e la "natura dei rapporti" tra i due, "rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato 'informatore' su vicende giudiziarie che, benché riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi".


Berlusconi chiama Lavitola - Viene quindi riportato il contenuto della conversazione nella quale, scrive il gip, "al di là del merito delle considerazioni che provengono dal Lavitola, è soprattutto di procedimenti giudiziari che egli discorre, riferendosi in particolare a quello condotto qui a Napoli sulla cosiddetta 'P4' nonché ad altri potenziali procedimenti riguardanti fatti accaduti a Bari e di cui il Lavitola sembra avere notizie".

E' Berlusconi a contattare Lavitola sull'utenza panamense di quest'ultimo alle ore 23 e 14 del 13 luglio facendosi introdurre da un tale 'Alfredo'. La telefonata dura più di 13 minuti, durante i quali si parla di vari argomenti, in particolare di vicende giudiziarie.“Tra un paio di mesi me ne vado” - E' in questo contesto che si coglie l'amarezza del premier. "...anche di questo - dice Berlusconi, a proposito di alcuni aspetti della vicenda P4 - non me ne può importare di meno... perché io ...sono così trasparente..così pulito nelle mie cose..che non c'è nulla che mi possa dare fastidio..capito?.. Io sono uno.. che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato... quindi.. io sono assolutamente tranquillo... a me possono dire che scopo.. è l'unica cosa che possono dire di me... è chiaro?.. quindi io.. mi mettono le spie dove vogliono.. mi controllano le telefonate.. non me ne fotte niente... io.. tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei... da un'altra parte e quindi... vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta...".

Le conversazioni tra i ricattatori - Nell'ordinanza del gip di Napoli si legge pure che: "Appaiono incontrovertibili ed univoche le lunghe conversazioni telefoniche intercettate tra Lavitola e Tarantini dalle quali si evince chiaramente come in particolare il Lavitola si prefigga di tenere sulla corda il presidente Berlusconi fino a metterlo "con le spalle al muro", o di metterlo "in ginocchio, "andargli addosso", "tenerlo sulla corda" - "tenerlo sotto pressione". Secondo il giudice "il tenore e il significato" delle "espressioni letteralmente utilizzate da Lavitola nel corso delle conversazioni", risultano "inequivocabili e sintomatici della logica e della prospettiva ricattatoria che muove Lavitola e i coniugi Tarantini"."


Foto" era la parola in codice per il denaro - Per parlare di denaro adoperavano un "linguaggio criptico, convenzionale". In particolare nelle conversazioni intercettate dagli inquirenti di Napoli si faceva riferimento alla "stampa di fotografia". E' quanto emerge dall'ordinanza emessa dal gip di Napoli Amalia Primavera su richiesta del pm Vincenzo Piscitelli. A usare il codice cifrato era in particolare il direttore e editore dell'Avanti Valter Lavitola, destinatario di uno dei provvedimenti restrittivi insieme a Tarantini, il quale per telefonare adoperava solitamente una scheda sim panamense.La telefonata con la segretaria di Berlusconi - Nell'ordinanza sono riportate varie intercettazioni, come quella tra Lavitola e Marinella Brambilla, della segreteria di Berlusconi. Questo lo stralcio di una telefonata intercorsa tra i due il 23 giugno scorso. Brambilla: ok, allora riusciamo a stampare dieci foto, mandami...chi mi mandi il solito Juannino lì il tuo? Lavitola: ok Marinella: quando lo mandi? perché io esco alle undici col dottore, mandamelo immediatamente.. In un'altra telefonata del 28 giugno si torna a parlare di "foto", quando Marinella dice a Lavitola: "le 20 foto sono pronte, mandami...quando?".Insolita vicinanza di Lavitola a Berlusconi.

Per gli inquirenti napoletani Valter Lavitola aveva "una interlocuzione privilegiata (per la facilità e familiarità dei rapporti)" con Marinella Brambilla, segretaria del premier. "Questa facilità e frequenza di interlocuzione con la Brambilla costituisce il naturale corollario di quella 'speciale vicinanza' che Lavitola risulta intrattenere con Silvio Berlusconi". E' quanto si sottolinea nell'ordinanza di custodia emessa oggi nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta estorsione al premier. La vicinanza di Lavitola al premier "non pare giustificata - scrive il gip - da incarichi politici o istituzionali di Lavitola né da una sua collocazione nella galassia aziendale o nell'ambito familiare del Berlusconi: il Lavitola ufficialmente è solo l'editore de l'Avanti! attraverso la società International Press nonché imprenditore nel settore del commercio di pesce".Richieste di favori - Ci sono inoltre agli atti conversazioni con terzi nel corso delle quali gli interlocutori si riferiscono ai frequenti contatti di Lavitola con Berlusconi. Nell'ordinanza sono citate, tra le altre, quelle "con Paolo Pozzessere, direttore commerciale della Finmeccanica e di quest'ultimo con Debbie Castaneda, modella colombiana ed 'amica' di Berlusconi", come si legge nel provvedimento. Oppure quella con tale Roberto Guercio, nel corso della quale quest'ultimo gli chiede di attivarsi con Berlusconi per un intervento sul presidente albanese Berisha, Vi sono inoltre telefonate con stretti collaboratori del presidente del Consiglio, che "rivestono posizioni di alta responsabilità istituzionale".





vai via non per questo ma perchè senti mancare il terreno sotto i tuoi piedi
va 'ncanta scimii annautra parti...
.. non criu chi fai comu a LoMonaco... vado via, torno, me ne rivado, ritorno...
via - stop!
'' A Reggina Esti Comu U viagra... faci 'nchianari i cazzi "

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Arrestati Tarantini e la moglie: “Ricattavano Berlusconi sul caso escort a Bari”
Da Napoli ordine di custodia anche per Valter Lavitola, che si trova all'estero e smentisce tutto. Al telefono diceva: il premier "va messo con le spalle al muro". Nell'inchiesta pugliese per induzione alla prostituzione ci sarebbero intercettazioni "scabrose"
Giampi Tarantini esce dal carcere di Bari
Il presidente Berlusconi va “tenuto sulla corda” fino a metterlo “con le spalle al muro”, o “in ginocchio”. Insomma “andargli addosso”. Così parlavano, intercettati al telefono, Valter Lavitola e Giampaolo Tarantini. Per il gip di Napoli che ha ordinato l’arresto del direttore dell’Avanti! (che si trova all’estero) e dell’imprenditore pugliese, queste parole sono la prova regina del presunto ricatto al presidente del consiglio: ”Appaiono incontrovertibili e univoche le lunghe conversazioni telefoniche intercettate tra Lavitola e Tarantini”, scrive il gip. “Il tenore e il significato” delle “espressioni letteralmente utilizzate da Lavitola nel corso delle conversazioni”, risultano “inequivocabili e sintomatici della logica e della prospettiva ricattatoria che muove Lavitola e i coniugi Tarantini”.

Che cosa avrebbe messo Berlusconi “in ginocchio”? La minaccia, scrive il gip, “implicita e larvata” di Tarantini di un “cambio della strategia processuale fino a quel momento seguita” nel processo di Bari, nel quale l’imprenditore è accusato di aver procacciato prestazioni sessuali di giovani donne al presidente del consiglio. Finora Tarantini aveva sempre escluso, di fronte ai magistrati baresi, “ogni consapevolezza del Berlusconi in ordine alla natura mercenaria dei rapporti sessuali dallo stesso intrattenuti con le predette donne e comunque ogni partecipazione economica del Berlusconi ai relativi costi”.

Ovviamente, nota ancora il gip, il presunto ricatto verteva sui “rischi connessi al clamore mediatico della vicenda”. Aggravati “del previsto deposito di una serie di conversazioni intercettate in quel procedimento, dai contenuti scabrosi e quindi ritenuti gravemente pregiudizievoli per l’immagine pubblica dello stesso Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri”. A quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, si tratta di conversazioni in cui Tarantini e Berlusconi disquisiscono delle caratteristiche fisiche delle ragazze da procurare e di come debbano essere vestite. E di fatto altro non può essere che il prestigio del premier ad essere leso. Perché Berlusconi non è parte in causa nel processo. Ma può uscirne male comunque. Per questo, sembra dire il gip, tutto si gioca attorno alla condotta processuale di Tarantini. Lui pensa di poterne uscire meglio con un dibattimento, mentre il patteggiamento – scrive il gip – “sembra però suggerita ab externo al Tarantini nell’interesse sostanziale di Silvio Berlusconi dal momento che in tal modo, essendo il Tarantini l’unico indagato, il procedimento finirebbe in archivio, unitamente a tutte le trascrizioni delle conversazioni sopraindicate, senza possibilità quindi di circolazione sulla stampa.

Di qui la ”ripetuta dazione” di somme di denaro e altri benefici economici da parte del premier Silvio Berlusconi ai coniugi Tarantini, con modalità “dissimulate o comunque non trasparenti” che questa mattina hanno portato in carcere l’imprenditore barese e la moglie Angela Devenuto. Al centro dell’inchiesta, anche l’editore e direttore de L’Avanti!, Valter Lavitola, che secondo la procura avrebbe fatto da mediatore e trattenuto per sé “parti consistenti” delle somme pagate dal Cavaliere, “impiegandole in diverse società a lui direttamente riferibili”. Dagli elementi di accusa finora ricostruiti emerge anche che Lavitola, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare e irreperibile, contattava Tarantini attraverso schede telefoniche estere.

Gli atti riportano ad esempio una telefonata tra Lavitola e Marinella Brambilla, storica segretaria personale di Silvio Berlusconi. Secondo l’accusa, Lavitola utilizzava un linguaggio in codice, parlando di “fotografie” per intendere denaro, utilizzando tra l’altro una sim panamense. Il 23 giugno scorso, la Brambilla dice al giornalista: “Ok, allora riusciamo a stampare dieci foto, mandami…chi mi mandi il solito Juannino lì il tuo?”. Lavitola acconsente, e la segretaria del presidente del consiglio chiede altri chiarimenti: “Quando lo mandi? Perché io esco alle undici col dottore, mandamelo immediatamente”. In un’altra telefonata del 28 giugno si parla ancora di “foto”. Ancora la Brambilla a dire a Lavitola: “Le 20 foto sono pronte, mandami…quando?”.

I coniugi Tarantini, secondo l’accusa, avrebbero ottenuto dal premier non solo somme di denaro ma anche impieghi e altri incarichi di lavoro, il canone di locazione di una prestigiosa casa nel centro di Roma (in via Vittorio Veneto, la stessa da cui sono stati prelevati questa mattina, ndr) e il pagamento di alcune spese legali.

PASSAPAROLA: MARCO TRAVAGLIO SPIEGA TUTTI I RICATTI A BERLUSCONI

Il gip Amelia Primavera ha accolto quindi la richiesta di custodia cautelare avanzata dai pm Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli. La tesi degli inquirenti era già stata anticipata il 25 agosto scorso dal settimanale Panorama. La stessa procura di Napoli aveva aperto la caccia alla “talpa” che ha girato lo scoop al settimanale della Mondadori il principale indagato nell’inchiesta sulla presunta estorsione al premier riferiva ai giornalisti la propria versione: prestavo dei soldi a Gianpaolo Tarantini – diceva Lavitola all’AdnKronos, rispondendo dalla Bulgaria – e Berlusconi mi rimborsava. Insomma, un’affermazione che confermava la versione fornita da Berlusconi al settimanale – “Ho aiutato Tarantini attraverso Lavitola perché era disperato” – andando ad allinearsi alla tesi preferita dal premier e dai suoi fedelissimi: nessuna estorsione, nessun ricatto, pura generosità.

In una nota a firma del procuratore aggiunto Francesco Greco si sottolinea che “l’inchiesta sulla presunta estorsione ai danni del premier Berlusconi trae origine da più ampie e diversificate indagini” coordinate dalla procura partenopea e che l’esigenza degli arresti è stata anticipata proprio dalla fuga di notizie. In particolare si fa riferimento a indagini condotte, anche con intercettazioni telefoniche, dalla Digos di Napoli su alcune società del gruppo Finmeccanica, “dove Valter Lavitola sembra svolgere non meglio definite attività di consulenza”.

Gli esiti delle investigazioni della sezione criminalità economica della procura sono poi confluiti in quelli delle indagini della sezione reati contro la pubblica amministrazione riguardanti lo stesso Lavitola e altri indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4, che vede coinvolti tra gli altri il parlamentare del Pdl Alfonso Papa e l’uomo d’affari Luigi Bisignani.

I pm della procura partenopea hanno sollevato anche il nodo della competenza territoriale dell’inchiesta che potrebbe essere trasferita da Napoli in un’altra sede: risulta infatti difficile capire dove siano avvenute – certamente non a Napoli – le dazioni al centro delle indagini. E’ quindi verosimile che nei prossimi giorni gli atti possano passare ad un’altra procura, forse proprio quella di Roma.


ilfatto
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Berlusconi parla con Lavitola: “Vado per i cazzi miei. Vado via da questo paese di merda”
Si parlano l’uno su un cellulare panamense, l’altro con una scheda wind intestata a tale Ceron Caceres, cittadino peruviano. L’uno e l’altro sono Valter Lavitola e Silvio Berlusconi. Entrambe le schede sono un’idea del direttore dell’Avanti, che poche settimane prima ha consegnato a Palazzo Grazioli le sim card e i telefoni che poi il premier userà con lui. “Tra qualche mese me ne vado …vado via da questo paese di merda…di cui…sono nauseato…punto e basta…”. Comincia così lo sfogo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una conversazione intercettata la sera del 13 luglio scorso.

Secondo il gip di Napoli – che ha disposto l’arresto dello stesso Lavitola, di Giampaolo Tarantini e della moglie per estorsione a Berlusconi – la conversazione in questione è “rilevante” in quanto attesta la “speciale vicinanza” tra il premier e Lavitola e la “natura dei rapporti” tra i due, “rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato ‘informatore’ su vicende giudiziarie che, benché riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi”.

Viene quindi riportato il contenuto della conversazione nella quale, scrive il gip, “al di là del merito delle considerazioni che provengono dal Lavitola, è soprattutto di procedimenti giudiziari che egli discorre, riferendosi in particolare a quello condotto qui a Napoli sulla cosiddetta ‘P4′ nonché ad altri potenziali procedimenti riguardanti fatti accaduti a Bari e di cui il Lavitola sembra avere notizie”.

E’ Berlusconi a contattare Lavitola sull’utenza panamense di quest’ultimo alle ore 23 e 14 del 13 luglio facendosi introdurre da un tale Alfredo. La telefonata dura più di 13 minuti, durante i quali si parla di vari argomenti, in particolare di vicende giudiziarie..

”Anche di questo – sostiene un Berlusconi che sembra essere molto consapevole che la telefonata sia intercettata – non me ne può importare di meno… perché io …sono così trasparente..così pulito nelle mie cose..che non c’è nulla che mi possa dare fastidio..capito?..io sono uno..che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato…quindi..io sono assolutamente tranquillo…a me possono dire che scopo..è l’unica cosa che possono dire di me…è chiaro?..quindi io..mi mettono le spie dove vogliono..mi controllano le telefonate..non me ne fotte niente…io..tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei…da un’altra parte e quindi…vado via da questo paese di merda…di cui…sono nauseato…punto e basta…”.


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"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
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“Mezzo milione da Berlusconi”
La telefonata di Tarantini e Lavitola
Ecco l’estratto di una delle telefonate decisive nell’inchiesta sulla presunta estorsione al presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Parlando con il direttore ed editore dell’Avanti! Valter Lavitola, il 17 luglio scorso Gianpaolo Tarantini dice di aver saputo dal suo avvocato Giorgio Perroni che Berlusconi ha dato a Lavitola stesso mezzo milione di euro. L’imprenditore che procurava escort al presidente del consiglio è fuori dalla grazia di Dio perché di quei soldi ha visto solo una piccola parte. E dice chiaramente di aspettarsi un sacco di altri soldi.

I due, raggiunti oggi da un ordine di custodia cautelare per estorsione emesso dalla Procura di Napoli, parlano anche di altre persone beneficiate presumibilmente dal presidente del Consiglio: Lele Mora, Emilio Fede e una certa Sabina (probabilmente Sabina Began detta l’Ape regina), che ora vive in una villa “stile Onassis”.

GT = Gianpaolo Tarantini
VL = Valter Lavitola

GT: Và (nel senso di Valter) ma non diciamo cazzate dai! Lo sai com’è quello, che tu oggi gli chiedi 500, vai tra due mesi e gli dici: “guarda che sono serviti per una cazzata, lì devi mettere altri 500″ (incomprensibile) e te le mette.

VL: si, si. E quello piglia e me le mette (in tono ironico). E questa è un’idea tua, hai capito? Questa è l’idea tua.

GT: e Valter, noi in un ann…in un anno e mezzo come abbiamo fatto fino ad ora? Abbiamo trovato quattro, cinque cazzate da dirgli e ci ha sempre dato tutti i soldi che volevamo.

VL: eh? E allora vuoi sapere in un anno e mezzo com’è andata la cosa fino a mò? Io sto fuori di 160 e passa mila euro, a parte gli arretrati da marzo a mò, che tu ci creda o non ci creda, io ti faccio vedere le copie dei rimborsi uno a uno. Se io gli andavo a parlà di tutti quanti…l’unica cosa che mi ha meravigliato è stata la cosa dell’affitto, eh. Perché, Gianpà…

GT: scusa Và (Valter), tu l’ultima volta che gli hai portato il bollettino, quello dopo un mese, due mesi, te li ha dati; poi non è che ha battuto ciglio. (…)

VL: Gianpaolo, Gianpaolo, l’altra…lui…io gli ho detto che a te ti do 8.000 euro al mese, mentre invece io te ne do 14, più tutti gli extra.

GT: eh.

VL: fitto già pagato (incomprensibile) più l’avvocato, più quello, più le emergenze che tieni? “Tu sei impazzito”, mi ha detto lui. (…)

GT: ti sto dicendo, cioè se io faccio una vita esagerata no, per come la…la…la descrivi tu, la vita esagerata, io devo consentire a mia moglie di andarsi a vendere le borse? O di andare senza macchina?

VL: Gianpà ma fammi capire una cosa, io non…non lo so se tu (incomprensibile), perché secondo te 14.000 euro al mese più gli extra, più l’affitto pagato, sono pochi soldi al mese?

GT: no! E mica sto dicendo che sono po…io non ho mai detto che sono pochi. Chi ha mai detto che sono pochi.

VL: e allora…e non lo so, se tu mi dici così, che…secondo me è una pazzia sia il fatto delle borse, sia il fatto della macchina, sia il fatto dei 14.000 euro più l’affitto, hai capito? Perché io voglio vedere l’anno che viene, se non abbiamo risolto, come cazzo si fa! Eh! (…)

GT: appunto, perchè tu l’hai visto come sono coglione io! Forse l’unico, l’unico, l’unico di tutta questa storia, di tutti quelli attorno a lui che hanno avuto problemi, l’unico coglione che non ha mai chiesto A fuori le riga…

VL: e va bè, Gianpà, però non esagerare. Pure questo non è vero, hai capito che ti voglio dire? Secondo me…

GT: e ma tu dimmi una cosa…una puttanata…

VL: …tu ti fai riempire il cervello da questi qua di milioni e miliardi e stramilioni che non (incomprensibile)

GT: ah perchè…perché Lele Mora che ha avuto 4 milioni di euro e Emilio Fede se n’è intascati 800, chi è più balordo dei due.

VL: si, Gianpà, 4 milioni di euro li aveva avuto Lele Mora che, sostanzialmente, lo…lo…mò lasciamo stare dai (incomprensibile).

GT: no, no Và (Valter), vedi che Perroni è lo stesso avvocato di Lele Mora; Perroni è lo stesso avvocato di Lele Mora e il mio.

VL: e allora?

GT: gli ha dato 4 milioni di euro, 4 milioni di euro, con tre bonifici, sui 4 milioni se n’è intascati 800 Emilio Fede.

VL: 800?

GT: Emilio Fede, a tromba, lo ha truffato.

VL: eh.

GT: Sabina è sistemata tutta la vita. Se tu vai a vedere la casa di Sabina, tu dici: “non è possibile”, sembra la casa di Onassis.

VL: nientedimeno!

GT: eh! Ed io non ho mai chiesto un cazzo! Io sono sempre andato, attraverso te, con…con le…con i piedi di piombo, proprio perché sapevo, per come sono io, che io…per me è un’umiliazione…già sta telefonata per me è un’umiliazione, per come sono io, andavo a chiedere…

GT: ma guarda che tu a me la notizia che mi hai dato oggi, per me vale oro, è come se mi avessero detto: “sei assolto”. Perché lui aveva dato una parola e l’ha mantenuta.

VL: eh, ma è logico Gianpà che l’ha mantenuta!

GT: ma se l’avessi saputo però! Eh, ma perché cazzo non mi hai avvisato! Io sarei stato ipercontento, ti avrei detto: “Valter, ti bacio in bocca, perché il merito dei 500 sò i tuoi, non sò i miei, perché chi mi ha portato là: tu.”

VL: ma che c’entra chi ti ha portato là! Ma secondo te quello te li ha dati perché siamo andati là? Te li ha dati perché io gli ho fatto due palle come una mongolfiera, Gianpà.

GT: appunto! e io che sto dicendo?

VL: fatti i conti che io ancora ne devo avere 230, tra parentesi eh.

GT: va bè. Mò ndò stanno sti cazzo di soldi.

VL: stanno su…aspetta un secondo, fammi vedè chi è (squilla un altro telefono). Tutti i soldi stanno su un conto chiuso in Uruguay.

GT: va buò.

VL: comunque, Gianpà, il risultato è…mò voglio vedè allora quanto sei uomo, allora, visto che è così. Non dire un cazzo a tua moglie, scordati questi soldi; il momento che tu te ne devi andare fuori, te li piglio e te li metto su un conto, anzi, non te li piglio, non te li metto su un conto niente; tu sti soldi vanno per un’attività, individuiamo un’attività, fosse pure a Roma, io lì, mi litigo con lui e te li metto, però su un’attività Gianpà, perché se te li do in mano a te questi soldi sai quanto durano? Due mesi.

GT: Và (Valter) ma ti posso dì…ti posso chiedere un favore?

VL: eh.

GT: ma me lo fai?

VL: si.

GT: mi fai andà a parlà con lui, perchè io so sicuro che io e lui, davanti, da soli, a me lui non mi da 500, perché lui mi conosce, sa che Gianpaolo Tarantini prende i soldi dall’ENI, prende i soldi da Finmeccanica, da dove cazzo li prende, lui lo sa che io li prendo, a me me ne servono 5 domani? Lui lo sa che io ne prendo 20, perché lui lo sa come so capace io a prenderli i soldi, io li ridò tutti e 5.

VL: Gianpà scusa, ma noi ci siamo andati e quello là ti ha fatto così.

GT: e tu mi hai fatt…tu gli hai detto 500, perché se parlavo io gli chiedevo 3 milioni e quello diceva: “si”, ti assicuro.

VL: Gianpà se tu gli chiedi 3 milioni, quello ci cacciava fuori a tutti e tre.

GT: Và (Valter) ma che cosa dì(ci)? Ma tu non…con chi stai parlan…ma tu lo conosci a quello?

VL: no, io non lo conosco, per fortuna che lo conosci tu.

GT: e allò…agli altri si e a me no? Io sò il coglione de tutta la storia?

VL: ma no, Gianpà io non ci credo agli altri, di tutte queste…

GT: come non ci credo, Và, stanno…stanno…sta negli atti i bonifici a Lele Mora, sta negli atti.

VL: ma lascia perdere, ma tu lo sai qual’è il rapporto di Lele Mora con lui o non lo sai?

GT: quale, che gli faceva schifo, te lo dico io che vivevo là dentro, io dormivo a casa sua…

VL: ma che c’entra.

GT: …gli faceva schifo, gli faceva vomitare

VL: va bè Gianpà, va bè va bè, lascia stà, allora c’hai ragione tu.

GT: allora la casa di Sabina è una…è finta. Cioè, la casa di Sabina, dove vive ora, è finta.

VL: ma non lo so, la casa di Sabina…io la casa di Sabina non lo so, comunque io ti dico che per quella che è la mia esperienza, tu vai là e gli vai a chiedere tre milioni, quello ti caccia fuori a pedate.

GT: ma io non glieli chiedo. Io a lui gli voglio dire una cosa, mi voglio mettere di fronte e gli voglio dire: “Presidè io non c’ho una lira, sono disperato, sto facendo sta cazzo di operazione, non ci sta, nel frattempo, per favore, mi vuoi mantenere come Cristo comanda, senza avere rotture di coglioni di nessun genere?” Mi deve dire: “no”? Io non ci credo.

VL: Gianpà, quello che cosa ti deve dire, ti deve dire: “lo sto facendo”, com’è vero che lo sta facendo.

GT: oh! Ma io non voglio avere, però, rotture di coglioni, Valter!

VL: ma come non vuoi avere rotture di coglioni! Quale rotture di coglioni c’hai Gianpà, fammelo capì pure a me che rotture di coglioni c’hai. Ma perchè tu devi fare una roba fatta male, io non lo riesco a capire, io non lo riesco a capire; tu sei come un kamikaze, cioè a te ti piace prendere i coglioni, metterli sul tavolo e martelli, martelli, martelli, oppure, può darsi che mi sbaglio eh, può darsi che tu dici così: che tu vai là e quello ti da 10 milioni e tu ti metti a posto per tutta la vita, io sò felice e contento come una Pasqua, più, ti garantisco, parola d’onore, dopo di te il più contento sò io, perché mi sò levato una rogna che manco da ridere, come a sempre eh, ti parlo in modo estremamente schiatt…schietto. Però a me mi sembra che è una roba pazzesca e non (incomprensibile) che quello lì, siccome sò sicuro che quelle due cose che ci stanno da fare, un mese dopo, un mese prima, tre mesi dopo, tre mesi prima, si fanno tutte e due, allora io dico: perché non lo teniamo sulla corda del fatto che, comunque sia, quello…io gli continuo a pressare su quelle cose là e si fanno e tu quello che ti devi prendere te lo prendi lo stesso e non si corre il rischio che, invece, non prendi proprio un cazzo? Se invece tu gli vai sotto e gli vai a dire: “e tre e cinque e otto e quarantotto e io la vita così, mi mantiene…” quello inizia a pensare: “questo è completamente pazzo, rispetto a sta cosa qua, perché a questo punto delle due l’una: o io non te li do, una media di oltre ventimila euro al mese, calcolando le variabili, oppure tu sei pazzo”, dice lui. Ventimila senza calcolare l’affitto eh!

GT: va bè.

VL: oppure sei pazzo. Eh…Gianpà, è così eh. Allora, dopodiché, tu che cosa devi fare, devi passare per uno completamente squilibrato…

GT: i cinquecento mò…

VL: …che in parte sei!

GT: …quindi, i cinquecento stanno…

VL: tu, secondo me, squilibrato sei al 50%.

GT: va bè. I cinquecento stanno?

VL: si, cinquecento stanno sopra un conto, siccome lui a me ancora non me li ha dati tutti quanti, ma non fa niente, io ho detto che stanno e stanno e lui me li deve dare e a me lui me li da e non ci sta problemi e questi soldi stanno da una settimana dopo che siamo andati a casa sua.

GT: va buò. E metti che ti succede un cazzo a te domani mattina, io questi cinquecento come li prendo.

VL: ma Gianpà, Madonna Santa, ma non dire stronzate sempre! Ma secondo te allora, fammi capire una cosa, se a me domani mattina mi succede una cosa, mia moglie che cosa fa non campa più?

GT: eh ho capito, tua moglie mica mi conosce a me, non mi saluta a distanza di cinque metri.

VL: ma che c’entra tua moglie, mia moglie manco sa i cazzi miei, mia moglie! Io sono organizzato in un modo tale che siccome, facciamo corna, stanno le cose, ci sta chi sa e come devono fare i fatti. Dopodiché che cosa fai Gianpà, io mò ti do, allora io a te, il nome, il numero di conto e…dopodiché ti acchiappano con una cosa del genere e a me mi fai andare a finire all’ergastolo Gianpà. Ma per favore, usiamo il cervello, per l’amore di Dio! Ma tu ti immagini, vengono a fare una perquisizione, una cosa, ti trovano un fogliettino di carta con sopra scritto un codice, un nome o un numero, tu domani mattina… oppure (incomprensibile) già sta telefonata che stiamo facendo è pazzesca. Immaginati se ti stanno facendo le intercettazioni a distanza che guaio mi fai passare a me, per parlare di cose inesistenti; che cosa faccio, mi fotto i cinquecento mila euro tuoi Gianpà? (…)

VL: va bè Gianpà, lascia…mò senti, allora senti, io sto a ventimila chilometri, non so quanti chilometri distante, tu stai là, già abbiamo fatto una telefonata folle che io mi auguro Dio che ci assiste che non…non l’hanno presa da nessuna parte (…)

GT: Và (Valter) non me ne andrò mai con cinquecentomila euro, non mi conosci tu. Piuttosto sto qua e lotto, piuttosto sto qua e lotto, mando affanculo tutti e lotto, ma io non sto con cinquecentomila euro che a me vuol dire star bene un anno, perché ne devo lasciare trecento a mia madre, duecento a mia madre? (…)

GT: si, però tu ricordati una cosa, che io a vent’anni stavo in barca con D’Alema e gli altri a novant’anni ancora dovevano fare quello che io avevo fatto in due anni, da diciotto a vent’anni. A vent’anni. A trenta stavo a dormire a casa di Berlusconi io, a trenta.

ilfatto
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reggino
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Ma secondo voi davvero se ne va da questo Paese??
Se se ne va ad Hammamet come il suo amico Bottino Craxi,farà l'unica azione positiva da quando è nato.
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UnVeroTifoso
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In un Paese normale, per una affermazione del genere un premier si dovrebbe dimettere. In un Paese normale, appunto.
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
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UnVeroTifoso ha scritto:In un Paese normale, per una affermazione del genere un premier si dovrebbe dimettere. In un Paese normale, appunto.

Che l'Italia sia un paese di merda non ha tutti i torti,non fosse un paese di merda uno come lui non avrebbe governato per vent'anni.
Quello che m'interessa è se mantiene quanto dice,ma conoscendolo dubito...
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doddi
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I mesi preannunciati della dipartita sono già belli che passati, per cui dichiarazione prescritta.

Sul resto ammissioni di reiterata attitudine sessuale consumata, per cui siamo alle solite, nessuna nuova.


Due topic in un giorno per lo stesso argomento, in cui l'unica vera notizia è che due persone sono state arrestate per estorsione nei confronti del premier.

Come dargli torto ...
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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B, da «l'Italia è il Paese che amo»
a «nauseato da questo paese di m...»
«Tra qualche mese me ne vado ...vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta...». È lo sfogo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una conversazione intercettata la sera del 13 luglio scorso sull'utenza panamense di Valter Lavitola, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli sulla presunta estorsione al premier.

Secondo il gip di Napoli - che ha disposto l'arresto dello stesso Lavitola, di Giampaolo Tarantini e della moglie per estorsione a Berlusconi - la conversazione in questione è «rilevante» in quanto attesta la «speciale vicinanza» tra il premier e Lavitola e la «natura dei rapporti» tra i due, «rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato 'informatorè su vicende giudiziarie che, benchè riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi». Viene quindi riportato il contenuto della conversazione nella quale, scrive il gip, «al di là del merito delle considerazioni che provengono dal Lavitola, è soprattutto di procedimenti giudiziari che egli discorre, riferendosi in particolare a quello condotto qui a Napoli sulla cosiddetta 'P4' nonchè ad altri potenziali procedimenti riguardanti fatti accaduti a Bari e di cui il Lavitola sembra avere notizie». È Berlusconi a contattare Lavitola sull'utenza panamense di quest'ultimo alle ore 23 e 14 del 13 luglio facendosi introdurre da un tale 'Alfredò. La telefonata dura più di 13 minuti, durante i quali si parla di vari argomenti, in particolare di vicende giudiziarie. È in questo contesto che si coglie l'amarezza del premier. «...anche di questo - dice Berlusconi, a proposito di alcuni aspetti della vicenda P4 - non me ne può importare di meno... perchè io ...sono così trasparente..così pulito nelle mie cose..che non c'è nulla che mi possa dare fastidio..capito?..io sono uno..che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato...quindi..io sono assolutamente tranquillo...a me possono dire che scopo..è l'unica cosa che possono dire di me...è chiaro?..quindi io..mi mettono le spie dove vogliono..mi controllano le telefonate..non me ne fotte niente...io..tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei...da un'altra parte e quindi...vado via da questo paese di merda...di cui...sono nauseato...punto e basta...».

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Lavitola: sono all'estero non latitante
«È passata sui media la notizia che sono latitante. Non è vero. Sono all'estero per lavoro». Lo dichiara Valter Lavitola, direttore dell'Avanti!' in una nota.

«Attendo di definire con il mio avvocato le decisioni da prendere - prosegue Lavitola nella nota - è mia intenzione collaborare pienamente con la giustizia per chiarire la questione. Infine, ribadisco con forza che non mi è mai neppure passato per la testa di raggirare il presidente Berlusconi, nè di impossessarmi di presunte somme destinate ad una famiglia in difficoltà».

Il direttore ed editore de «L'Avanti» Valter Lavitola fino in tarda mattinata è stato irreperibile. Anche Lavitola era destinatario della misura cautelare emessa dal gip di Napoli Amelia Primavera nell'ambito dell'inchiesta sull'estorsione al premier Silvio Berlusconi che vede 5 indagati.

Lavitola, tra l'altro, avrebbe tenuto una parte consistente dei 500mila euro versati dal premier a Tarantini perché confermasse ai magistrati baresi che Berlusconi non era a conoscenza del fatto che le ragazze che partecipavano a sue cene o feste, portate da Tarantini, erano escort. La circostanza è emersa da conversazioni telefoniche intercettate tra i due piuttosto concitate.

Il nome di Lavitola era diventato noto riguardo alla vicenda della casa di Montecarlo attribuita a Fini.


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doddi ha scritto:I mesi preannunciati della dipartita sono già belli che passati, per cui dichiarazione prescritta.

Sul resto ammissioni di reiterata attitudine sessuale consumata, per cui siamo alle solite, nessuna nuova.


Due topic in un giorno per lo stesso argomento, in cui l'unica vera notizia è che due persone sono state arrestate per estorsione nei confronti del premier.

Come dargli torto ...
Normale invece che un premier si metta nelle condizioni di essere ricattato, giusto?
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
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io penso che in nessuno Stato sottosviluppato vi è una maggioranza politica che offende il proprio paese o la propria bandiera.
Incredibile come ci siamo ridotti...
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Forse è la volta buona che questo paese risorga dalla m*****
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basterebbe che andasse via non dal paese ma dalla politica..
starebbe meglio lui e con lui tutti gli italiani...
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Classico italiano "chiagne e fotti" che dice che vuole andarsene da questo paese di merda e poi rimane ben saldo al suo posto. Purtroppo ce ne sono milioni come lui.
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Ecco la prova lampante, qualora ce ne fosse bisogno, della RICATTABILITà DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.
Una cosa di una gravità estrema, deve dimettersi immediatamente, ne va di mezzo il Paese.
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Andrew
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reggino ha scritto:Lavitola: sono all'estero non latitante

«Attendo di definire con il mio avvocato le decisioni da prendere - prosegue Lavitola nella nota - è mia intenzione collaborare pienamente con la giustizia per chiarire la questione. Infine, ribadisco con forza che non mi è mai neppure passato per la testa di raggirare il presidente Berlusconi, nè di impossessarmi di presunte somme destinate ad una famiglia in difficoltà».
Ma mi spiegate come minkia fanno a fare queste affermazioni con le intercettazioni che parlano chiaro?
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UnVeroTifoso ha scritto:In un Paese normale, per una affermazione del genere un premier si dovrebbe dimettere. In un Paese normale, appunto.
in un paese normale come lo diffamano per le sue cazzate dovrebbero sostenerlo anche quando e' lui la vittima.....ma su' tutti comunisti quindi :D :D :D :D
« Ecco l'antica Reggio, le cui origini si perdono nella notte dei tempi! Ecco la Reggio della Magna Grecia. »
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doddi ha scritto:I mesi preannunciati della dipartita sono già belli che passati, per cui dichiarazione prescritta.

Sul resto ammissioni di reiterata attitudine sessuale consumata, per cui siamo alle solite, nessuna nuova.


Due topic in un giorno per lo stesso argomento, in cui l'unica vera notizia è che due persone sono state arrestate per estorsione nei confronti del premier.

Come dargli torto ...
Ed infatti anche questa è una conferma della sua conclamata inaffidabilità.

Sul resto si potrebbe obiettare che fosse a conoscenza di frequentare “puttane” di mestiere il che, per un qualsiasi Capo di Governo serio, sarebbe, e a maggior ragione, considerato un’ulteriore jattura il solo avercelo seduto accanto in un qualsiasi vertice ai quali, ormai, viene invitato solo per rispetto dei protocolli e se proprio non se ne pùò fare a meno.
Ma non è questo il punto, in quanto ormai bello e digerito da tantissimi compaesani, e concordo.

Il punto è il perché gli ha dato e continua a dargli ingenti somme di danaro.
I casi possono essere due:

1 – Tarantini gle li chiede per tacere e quindi non coinvolgerlo in qualcosa di poco conveniente nel processo che lo vede imputato quale fornitore di “puttane”
e allora si tratta di estorsione
2 – E’ il premier che gle li dà “spontaneamente” per lo stesso motivo e in quel caso sarebbe concussione e ostacolo alla giustizia.

Certo i giudici, carte alla mano, hanno optato per l’ estorsione ma, visti i numerosi precedenti che ne denotano un suo modus operandi (Previti, Miele, Squillante e Mills insegnano) credo che anche la seconda, a partita ancora aperta, non possa essere esclusa dal novero delle probabilità.

Cmq in tutte e due i casi il premier, in quanto sempre ricattabile, ne esce con le ossa rotte.
La differenza sta che nel primo caso ad andare in galera è Tarantini mentre nel secondo è Ilvio nostro che sei nei cieli.….forse



PS- quell’altro bell’esemplare di bipede che risponde al nome di Lavitola ti ricorda niente o vuoi un aiutino? :mrgreen:
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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