Penati indagato per corruzione

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doddi
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rorschach ha scritto:
doddi ha scritto:
Nessuno ha elettori che giustificano tutto, a meno non mangiano come e con loro, ma la menata della purezza della superiorità ecc... sarebbe anche ora che la svestissero con qualche centinaio di condanne ed arresti. Cura da cavallo visto che di smettere autonomamente non se ne parla neppure.
Ma che sei rimasto ai tempi di Berlinguer? :lol:

Vedi che possono arrestare pure tutto il PD e non cambierebbe nulla. Quelli che hanno il vizietto di votare chi è stato beccato con le mani nella marmellata stanno in massa dalla tua parte :fifi:
Voleva essere una battuta o non leggi i titoli dei topic in cui scrivi queste "infelicità"? :lol:


:read:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
rorschach
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doddi ha scritto:
rorschach ha scritto:
doddi ha scritto:
Nessuno ha elettori che giustificano tutto, a meno non mangiano come e con loro, ma la menata della purezza della superiorità ecc... sarebbe anche ora che la svestissero con qualche centinaio di condanne ed arresti. Cura da cavallo visto che di smettere autonomamente non se ne parla neppure.
Ma che sei rimasto ai tempi di Berlinguer? :lol:

Vedi che possono arrestare pure tutto il PD e non cambierebbe nulla. Quelli che hanno il vizietto di votare chi è stato beccato con le mani nella marmellata stanno in massa dalla tua parte :fifi:
Voleva essere una battuta o non leggi i titoli dei topic in cui scrivi queste "infelicità"? :lol:


:read:
Beh io sono infelice perché ho votato Penati e a quanto sembra me ne debbo pentire. Quanto meno ammetto di essermi sbagliato e non scappo dalla discussione. Alla prossima elezione terrò sicuramente conto dei fatti emersi.

Tu invece che fai nei topic scomodi? Devo dedurre che sei uno dei commensali? :p:
doddi
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rorschach ha scritto:
doddi ha scritto:
rorschach ha scritto:Ma che sei rimasto ai tempi di Berlinguer? :lol:

Vedi che possono arrestare pure tutto il PD e non cambierebbe nulla. Quelli che hanno il vizietto di votare chi è stato beccato con le mani nella marmellata stanno in massa dalla tua parte :fifi:
Voleva essere una battuta o non leggi i titoli dei topic in cui scrivi queste "infelicità"? :lol:


:read:
Beh io sono infelice perché ho votato Penati e a quanto sembra me ne debbo pentire. Quanto meno ammetto di essermi sbagliato e non scappo dalla discussione. Alla prossima elezione terrò sicuramente conto dei fatti emersi.

Tu invece che fai nei topic scomodi? Devo dedurre che sei uno dei commensali? :p:

Naturale che sono uno dei commensali, che fai te lo domandi pure? Dovresti vedermi a tavola poi :fifi:
...Non dedurre, accendi accendi ! :yaho:
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doddi ha scritto:
Nessuno ha elettori che giustificano tutto, a meno non mangiano come e con loro,
Tu lo hai detto... :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
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"Nell'affare Falck anche le Coop"
le accuse lambiscono il Pd nazionale

Le indagini dei pm di Monza Walter Mapelli e Franco Macchia: la partecipazione delle cooperative sarebbe stato "snodo fondamentale" per l'esito e per il "loro rapporto organico con i vertici nazionali" del partito
di SANDRO DE RICCARDIS e WALTER GALBIATI


MILANO - Le cooperative dovevano "necessariamente" entrare nell'affare dell'area Falck di Sesto San Giovanni. Per i pm di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia, che indagano sul sistema di presunte tangenti e che hanno chiesto l'arresto dell'ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati e del suo braccio destro Giordano Vimercati, la presenza del Consorzio cooperative costruttori di Bologna era la condizione per "compiacere la controparte politica nazionale". Proprio indagando sul ruolo del consorzio, la procura intende chiarire i legami tra gli affari e i casi di presunte corruzioni a Sesto e il partito nazionale.

Secondo i pm, l'imprenditore Giuseppe Pasini, uno dei grandi accusatori di Penati, accetta le coop perché le riconosce come "snodo fondamentale per il buon esito dell'affare" e per il "loro rapporto organico con i vertici nazionali del Pds".

"Stupisce - scrivono i pm - come a fronte delle inadempienze del socio emiliano (la Ccc non pagherà la quota per rilevare i terreni), Pasini riconosca loro il diritto a entrare in ogni caso nell'affare senza chiedere corrispettivi né pretendere indennizzi, ma anzi pagando mediazioni inesistenti", fino a 3,5 milioni di euro ai due professionisti Francesco Agnello e Giampaolo Salami, che stando all'inchiesta, ricevettero quattro pagamenti da 620mila euro senza realizzare nulla.

Dazioni che sarebbero "destinate a regolare i conti, a spese di Pasini e non di tasca loro, con la politica a livello centrale". Il costruttore è chiaro con i pm: "Non potevo contraddire le coop se non rischiando di affossare tutta l'operazione, perché sono il braccio armato del partito". L'area Falck fu acquistata nel 2000. L'input di coinvolgere i bolognesi sarebbe arrivato direttamente dall'allora sindaco Penati e da Vimercati. Lo racconta ai pm Luca Pasini, figlio del costruttore. "Durante la trattativa conobbi Degli Esposti e un certo Salami come rappresentanti delle coop: ci venne detto, mi pare da Vimercati, che avrebbero garantito la parte romana del partito".

Lo scenario, secondo un altro teste, l'ex genero di Pasini Diego Cotti, era molto più grossa. "Penati insistette affinché la riconversione dell'area Falck fosse appannaggio di un imprenditore locale, per dare un segnale di potenza sia ai vertici romani del partito sia alla famiglia Falck, interessata all'acquisto di Adr e perciò bisognosa del placet della direzione centrale del Pd".

Anche per queste rivelazioni, la procura ha configurato per Penati e Vimercati l'ipotesi di reato di concussione, non accolta dal gip che ha derubricato in corruzione. I pm hanno presentato ricorso. "L'inferiorità di Pasini è accentuata dalle dimensioni dell'operazione, tale da superare l'ambito locale e da imporre l'esigenza di rapportarsi, tramite le cooperative e Agnello, a livello centrale del partito".

Relazioni di "straordinaria attualità - per i pm - perché a dieci anni di distanza Vimercati e Degli Esposti sono ancora coinvolti nell'operazione non più come compagni di avventura di Pasini, ma dei nuovi azionisti". Nell'argomentare le esigenze cautelare i pm parlano di "oltre un quindicennio di gestione a profitto privato dell'attività edilizia di Sesto", peculiare "sia per il numero di persone coinvolte in sede locale, con "proiezione" in sede nazionale, sia per la molteplicità degli addebiti".

Proprio a livello nazionale, arrivarono fino a Roma i rumors sull'inchiesta. Il 29 aprile la segretaria di Vimercati, intercettata, confida al telefono: "Ieri sera è venuto Vimercati, chiaramente la cosa si è ripercossa a Roma.. cioè.. è un casino.. hanno tutti i telefoni sotto controllo..". È Vimercati a preoccuparsi dei riflessi romani dell'inchiesta perché "è lui al fianco di Omer Degli Esposti - scrivono i pm - nella gestione dell'operazione e il riferimento alle preoccupazioni romane dà spessore alla tesi del "doppio binario" di finanziamento per le Falck: un primo flusso a Penati e a Vimercati per la Federazione milanese, un secondo alle persone indicate da Degli Esposti e alle coop emiliane per il livello nazionale".

Di un doppio livello aveva già parlato il grande accusatore del "Sistema Sesto", Piero Di Caterina. Raccontando di circa 3,5 miliardi di lire finiti a Vimercati e Penati tra il 1994 e il 2003. "Loro - spiega - mi dicevano che avevano bisogno di ingenti finanziamenti e ho collegato la crescita del fabbisogno all'esplosione delle spese della politica dovute anche alle elezioni sia a Sesto che a livello nazionale".

(29 agosto 2011) © Riproduzione riservata

fonte: http://www.repubblica.it
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ma che stranezza...chiaro che, quello che ho scritto nel mio primo commento, si sta dimostrando più di una ricerca di legname. bene, bene.
Paolo_Padano
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comunque la legge Cirami votata dal governo berlusconi nel 2002 ha di fatto salvato Penati dalla galera ...
Lillu Fotti: "aundi ioca Spread cu cattu si mu rununu a paremetru zeru"
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Oggi non posso rendermi utile. :sad:

La poca legna disponibile è stata raccolta dagli amici
che finalmente, e in massa, sono venuti in soccorso mio e di Doddi
e non ne è rimasta altra.
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Paolo_Padano ha scritto:comunque la legge Cirami votata dal governo berlusconi nel 2002 ha di fatto salvato Penati dalla galera ...
Non gle lo ricordare Paolo
Ti prego non gle lo ricordare altrimenti rischia di dover pensare e...gli potrebbe venirgli un colpo :fifi:


PS - il servizio militare l'hai fatto nell'esercito o, oiboh, in marina?
La speranza appartiene ai figli.
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Paolo_Padano
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Regmi ha scritto:
Paolo_Padano ha scritto:comunque la legge Cirami votata dal governo berlusconi nel 2002 ha di fatto salvato Penati dalla galera ...
Non gle lo ricordare Paolo
Ti prego non gle lo ricordare altrimenti rischia di dover pensare e...gli potrebbe venirgli un colpo :fifi:


PS - il servizio militare l'hai fatto nell'esercito o, oiboh, in marina?
non tocchiamo questo tasto, questo governo ha pensato bene di defraudarmi un anno di servizio militare di 12 mesi ai granatieri di Sardegna e poi alla caserma Mazacapo, servizio regolarmente riscattato per il computo dell'anzianità di servizio, per salvare il kulo a chi prende dai 150.000 euro all'anno in su, immaginate a chi ha versato bei soldini per riscattare la laurea e paga per un intera vita professionale :salut
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Paolo_Padano ha scritto:
Regmi ha scritto:
Paolo_Padano ha scritto:comunque la legge Cirami votata dal governo berlusconi nel 2002 ha di fatto salvato Penati dalla galera ...
Non gle lo ricordare Paolo
Ti prego non gle lo ricordare altrimenti rischia di dover pensare e...gli potrebbe venirgli un colpo :fifi:


PS - il servizio militare l'hai fatto nell'esercito o, oiboh, in marina?
non tocchiamo questo tasto, questo governo ha pensato bene di defraudarmi un anno di servizio militare di 12 mesi ai granatieri di Sardegna e poi alla caserma Mazacapo, servizio regolarmente riscattato per il computo dell'anzianità di servizio, per salvare il kulo a chi prende dai 150.000 euro all'anno in su, immaginate a chi ha versato bei soldini per riscattare la laurea e paga per un intera vita professionale :salut
L'ho scritto di là e, a tuo beneficio, lo ripeto:
Dolenti note in carne viva.
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Sapessi come strano,
sentire queste cose sul PD
a Milano
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:roll:
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http://www.ilgiornale.it/interni/il_sis ... comments=1

Il "sistema Sesto" tocca Roma E spunta pure il clan D’Alema
di Enrico Lagattolla
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5Un’insolita triangolazione che dalla Puglia passa per Sesto San Giovanni e arriva a Roma. E un piccolo clan di affaristi vicini a Massimo D’Alema che ha investito nel grande affare della riqualificazione della Stalingrado d’Italia, e finanziato la "cassaforte" di Filippo Penati. La storia - ricostruita dal settimanale Panorama - riguarda tre soci della Milano Pace spa, nata nel dicembre del 2003 Strumenti utili Carattere Salva l'articolo
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aiuto Milano - Una strana geografia di interessi. Un’insolita triangolazione che dalla Puglia passa per Sesto San Giovanni e arriva a Roma. E un piccolo clan di affaristi vicini a Massimo D’Alema che ha investito nel grande affare della riqualificazione della Stalingrado d’Italia, e finanziato la «cassaforte» di Filippo Penati.

La storia - ricostruita dal settimanale Panorama - riguarda tre soci della Milano Pace spa, nata nel dicembre del 2003. Sono Renato Sarno - l’architetto indicato da Piero Di Caterina come «il collettore e gestore degli affari di Penati e Vimercati», nonché potente funzionario in Serravalle tra il 2005 e il 2010 -, Enrico Intini (indagato a Bari per turbativa d’asta nel settore della sanità e azionista di maggioranza della Milano Pace), e Roberto De Santis, anche lui nel mirino dei pm per gli appalti nel sistema ospedaliero pugliese. I tre investono circa 100 milioni di euro in un progetto immobiliare a Sesto San Giovanni, per realizzare 20mila metri quadri di negozi e appartamenti. E si cautelano. Sarno, De Santis e Intini, infatti, sono fra i finanziatori di «Fare Metropoli», la fondazione di Filippo Penati.

De Santis, presidente e ad della società, è un dalemiano doc. Classe ’58 nella Figc conosce D’Alema, allora segretario dei giovani comunisti. A lui, nel 1994, Da Santis vende Ikarus, la barca che più di un grattacapo causerà all’ex segretario dei Ds, per poi presentargli Gianpaolo Tarantini, indagato nello scandalo della sanità pugliese. Dopo l’esperienza con il Bingo - a cui proprio D’Alema diede il nulla osta per l’Italia - De Santis si avvicina a Enrico Intini, titolare del grupo «Intini di Noci», e diventano soci nella In Tour srl. Ma nel cda della Milano Pace siede anche Salvatore Castellaneta, avvocato barese dalla cui masserizia D’Alema annunciò ai giornalisti la «scossa» per il governo Berlusconi. Ovvero, la vicenda della escort Patrizia D’Addario. Ed è nel suo ufficio - scrive ancora Panorama - che Tarantini incontra Intini, il quale gli chiede di presentargli il capo della protezione civile Guido Bertolaso. Intini cerca agganci per la sua «Sma», azienda che si occupa di antincendio. E che finanzia la fondazione di Penati.

Sul fronte delle indagini, intanto, emergono altri nomi dal sottobosco della sinistra che sarebbe stato coinvolto nel «sistema Sesto». I verbali sono contenuti nel ricorso al tribunale del Riesame presentato dai pm Walter Mapelli e Franca Macchia. Il 14 marzo scorso Di Caterina ricorda: «Durante la campagna elettorale, credo del 1993, sia Penati che Vimercati mi chiesero di sostenerli facendo campagne elettorale a loro favore». «Dopo qualche tempo - prosegue l’imprenditore - certamente dopo il 1994 perché era nata Forza Italia, Penati e Vimercati mi chiesero sostegno finanziario per le esigenze del partito». Così, Di Caterina si impegna a «elargire 20, 30 milioni di lire al mese all’inizio. Non ho mai avuto dubbi che i soldi servissero per il partito a Sesto e per la federazione milanese».

E qui arrivano i nomi nuovi dell’inchiesta. Il primo è quello di Giuseppe Carrà, «che all’epoca era il capo effettivo dei Pds a Sesto San Giovanni, su indicazione di Vimercati». A lui, spiega la «gola profonda», «ho consegnato due volte 100 milioni di lire». Altro denaro viene consegnato «personalmente a Vimercati, a volte alla presenza di Penati». Che fine fanno quei soldi? Altro nome nuovo. «Le somme date a Vimercati sono in parte finite a Giancarlo Castelli, che all’epoca era segretario del Pds a Sesto». Il 9 maggio scorso, davanti ai pm, rincara la dose. «I prestiti che ho fatto a Penati erano prestiti alla politica». E un altro personaggio entra in scena. «Anche Bertoli - aggiunge l’imprenditore - può essere inserito in questo gruppo, in quanto ex parlamentare dei Ds e in quanto, in un paio di occasioni, mi chiese di andare da Schwarz (Daniele Schwarz, ad del gruppo Multimedica, ndr), per ritirare contributi alla fine degli anni ’90». Ora Marco Bertoli, attuale direttore generale del Comune di Sesto e deputato del Pci nel 1976, è indagato con l’accusa di finanziamento illecito ai partiti. In un’intercettazione del maggio scorso, Bertoli spiega che bisogna rassicurare «i bolognesi (le coop, ndr)» che «se hanno bisogno del Comune, il Comune è qui, per andare avanti nell’istruttoria tecnica siamo sempre qui». Indagato per corruzione, poi, anche l’ingegnere Michele Molina, esperto nello sviluppo di centri commerciali, che avrebbe avuto un ruolo nel business urbanistico di Sesto.

Le indicazioni fornite da Di Caterina - scrivono i pm - «sono ampiamente sufficienti a integrare il reato di finanziamento illecito dei partiti», e quelle dell’imprenditore devono essere considerate «informazioni dotate di ampia credibilità». E ora è a caccia della «pistola fumante». Quella che potrebbe trovare nell’affare Serravalle. I pm, infatti, hanno disposto una nuova consulenza per accertare se il passaggio di azioni dal Gruppo Gavio alla Provincia di Milano sia stato congruo (come scritto in una perizia del 2005 disposta dalla Procura di Milano), oppure - come ipotizzano gli inquirenti - abbia nascosto una stecca milionaria.



...dove c'è casino c'è di mezzo baffino :read:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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mi pare molto strano leggere solo certi nomi. aspetteremo.
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rorschach ha scritto:Vedi che possono arrestare pure tutto il PD e non cambierebbe nulla. Quelli che hanno il vizietto di votare chi è stato beccato con le mani nella marmellata stanno in massa dalla tua parte :fifi:
il sistema dei finanziamenti illeciti ai partiti è ampiamente consolidato o radicato da anni nei maggiori partiti italiani, e non ne è stato esente neanche il PD, poi è ovvio che non tutti gli esponenti di un partito ne siano a conoscenza diretta o se ne occupino direttamente, ma una parte del direttivo non poteva non sapere, non si può costruire un sistema di corruzione così complesso solo ad opera di una singola persona, ci vogliono coperture in più settori e non solo all'interno del partito, ma anche in altre istituzioni...
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"Bersani non poteva non sapere
cosa faceva il suo capo segreteria"

Parla il sindaco di Napoli De Magistris: "Gli affari Il limite dei due mandati? Troppo rigido. Ma non mi candiderò alle primarie del centrosinistra"

di CONCITA DE GREGORIO

SINDACO De Magistris, esiste la "diversità etica" della sinistra?
"Storicamente è esistita. La sinistra più di ogni altra ha posto la questione morale come architrave dell'agire politico. Ultimamente la diversità etica è molto scemata".

Molto quanto?
"Assai. La politica si è persa nei palazzi e l'affarismo l'ha corrotta. Il sistema degli affari funziona allo stesso modo a destra e a sinistra".

Populismo. Demagogia. Antipolitica.
"Conosco bene il ritornello di autodifesa della casta. E' l'unico modo che è rimasto loro per preservare il loro potere: accusare chi non fa parte del loro gioco di antipolitica. Hanno una paura terribile di tutti coloro che non possono essere ricattati, provano a farlo e se non ci riescono tentano di gettare addosso la croce dell'antipolitica. Ma non c'è antipolitica nel Paese, c'è antipartitocrazia. Il sistema è ammalato gravemente e so quel che dico: il metodo è lo stesso ad ogni latitudine. Scambi fra pubblico e privato, mercato di consulenze, appalti, favori contro poltrone o credenziali. Poi non tutti lo adottano, certo. Come sempre la differenza la fanno le persone".

Esempi.
"Mi irrita la sorpresa che mostrano i leader di partito di fronte ai casi Bisignani, Penati e quant'altro. Penati era il capo della segreteria di Bersani. Bisignani l'uomo di fiducia di Gianni Letta a Palazzo Chigi. I leader sanno sempre
benissimo quel che accade nel loro cerchio stretto. Sono stato ai vertici di un partito, ho trattato con i miei referenti in altre forze politiche, lo so. Del resto: sui casi di corruzione e concussione i partiti non sono mai arrivati per primi. Non ce n'è stato uno che abbia di sua iniziativa bonificato situazioni opache. E' stata la magistratura, sono stati i movimenti di cittadini a sollevare i casi".

Anche nell'Idv non sempre è andato tutto benissimo.
"Non sempre. Il reclutamento della classe dirigente è fondamentale e deve rispondere a criteri di chiarezza assoluta. Sono stato il primo a battermi per questo".

Una nuova classe dirigente. Pisapia suggerisce il limite tassativo di due mandati. E' d'accordo?
"Come principio di carattere generale sì, ma in politica le regole burocratiche non sempre funzionano. La questione morale non si risolve solo così. Avrebbe avuto senso stabilire il limite di due mandati per Enrico Berlinguer? Dopo di lui il Pd non ha più avuto un leader di quel calibro. Non è mettendo un limite temporale ai mandati che si fa emergere una generazione nuova ma coltivando in chi arriva alla politica i valori etici e morali di giustizia, libertà, trasparenza. Non cooptando persone simili e servili, gente che non faccia ombra a chi guida ma ingaggiando una gara fra talenti e progetti, valorizzando chi ha consenso e non emarginandolo. Non bisogna avere paura e scegliere le persone che sappiano fare una rivoluzione partendo dalla questione morale. Persone fuori dagli schemi, che sappiano connettersi col popolo e trovare un equilibrio fra istituzioni e movimenti civici".

Parla di sé?
"Ma no, anche se quello che è avvenuto a Napoli a Cagliari a Milano è stata una vera rivoluzione, e vedo che anziché prendere ad esempio quel modello c'è una gran fretta di dimenticarlo e marginalizzarlo. Il Paese è pieno di persone di valore che fanno politica, o che la farebbero in condizioni di aver voce in capitolo. Il fermento che c'è attorno a noi è il contrario dell'antipolitica: le battaglie della Fiom, quelle delle donne e degli studenti sono politica. Non a caso i partiti ne sono rimasti fuori, o sono stati tenuti fuori dai movimenti. Bisogna portare quella forza nelle istituzioni. Scegliere da lì le persone: quelle capaci di mobilitare, di animare speranze e di tradurle in progetti".

Chi deve scegliere queste persone? Servirà un criterio.
"Certo. In primo luogo serve una nuova legge elettorale. Siccome sono certo che questo Parlamento non la farà dico che si deve firmare per il referendum. E' ovvio. A livello locale le primarie funzionano ma non devono essere un veicolo di lotta interna ai partiti. Bisogna che entrino in gara persone libere, competenti, indipendenti e che non siano ostacolate dai correntismi ma incoraggiate".

Stento a immaginarlo.
"Appunto. Ma è l'unica strada perché la politica torni in contatto con la realtà. Bisogna creare dei laboratori politici che facciano da pungolo ai partiti. La questione morale non la risolve la magistratura. E i partiti, oggi - spiace dirlo - non hanno la capacità di affrontarla".

Laboratori politici come?
"Bisogna riattivare il controllo democratico. Partire dal basso. A Napoli abbiamo creato l'assessorato ai Beni comuni e alla democrazia partecipativa. Era una città depressa dal malaffare e dalla corruzione, che oggi è assai più grave che nel '92. Oggi la corruzione è un sistema diffuso nel quale la criminalità è penetrata attraverso società quotate in borsa. Bisogna che i cittadini sentano di avere la forza di cambiare. Incoraggiare assemblee popolari su questioni specifiche, nei quartieri. E' lì che nascono i progetti, e le leadership. Bisogna prendere l'indignazione che c'è e allontanarla dall'antipolitica, trasformarla piuttosto in energia. Scegliere dalla base chi mandare in Parlamento, per esempio. Come lei sa sono sempre stato favorevole alla battaglia sulle primarie di collegio per selezionare deputati e senatori. Non altrettanto i vertici dei partiti, ci sarà una ragione".

Pensa che si vada al voto nel 2012, che ci sarà un governo tecnico o che questa maggioranza reggerà?
"Temo che si andrà a fine legislatura. Questo governo è in grande difficoltà ma ha paura di perdere le elezioni. Del resto il centrosinistra non è ancora pronto ad avanzare un'alternativa credibile a Berlusconi: né come modello, né come leadership. Andare a votare non conviene a nessuno".

Nel caso ci fossero si candiderebbe alle primarie del centrosinistra?
"Io no, voglio fare il sindaco. E' un compito magnifico. Ancora la mattina quando esco per strada non mi sembra vero. Voglio cambiare questa città, portare la domanda dei cittadini nelle istituzioni. E poi bisogna evitare personalismi in questo momento, è stato l'errore degli ultimi mesi di Vendola. Bisogna usare il tempo per formare una generazione competente e combattiva. Poi certo, mi piacerebbe partecipare a livello nazionale a questo processo".

A livello nazionale, da sindaco?
"Certo, è dalle amministrative e dai referendum che sono venuti i più importanti segnali di cambiamento. Vorrei contribuire a creare un movimento politico organizzato che sappia tenere insieme elementi della politica e dei movimenti".

Un nuovo partito?
"No, al contrario. Un movimento che affianchi i partiti nella via del risanamento. Un movimento popolare e politico. Un luogo dove le energie e le intelligenze si sentano rappresentate e non mortificate, anche quelle critiche. E non è solo una questione generazionale, di "rottamazione": la questione morale non è anagrafica. Il rinnovamento passa certo dalle donne e dai giovani, ma anche dagli uomini e dai vecchi a patto che rispondano alla domanda di bene comune. Che facciano politica per gli altri e non per sé, non per l'interesse della loro corrente o del partito".

fonte: http://www.republica.it


Dajè De Magistris! :salut :salut :salut
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Ieri, al volo, sentivo Penati affermare che rinuncia alla prescrizione
- anche se bisogna vedere se la condotta sarà conseguenziale rimane cmq. un gesto di distinzione -

e che lui non si è arricchito.
- e qui i miei occhi si sono alzati in cielo dove ho scorto degli inquetanti segnali di fumo -
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rorschach
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spiny79 ha scritto:
rorschach ha scritto:Vedi che possono arrestare pure tutto il PD e non cambierebbe nulla. Quelli che hanno il vizietto di votare chi è stato beccato con le mani nella marmellata stanno in massa dalla tua parte :fifi:
il sistema dei finanziamenti illeciti ai partiti è ampiamente consolidato o radicato da anni nei maggiori partiti italiani, e non ne è stato esente neanche il PD, poi è ovvio che non tutti gli esponenti di un partito ne siano a conoscenza diretta o se ne occupino direttamente, ma una parte del direttivo non poteva non sapere, non si può costruire un sistema di corruzione così complesso solo ad opera di una singola persona, ci vogliono coperture in più settori e non solo all'interno del partito, ma anche in altre istituzioni...
E io ti confermo che non cambia nulla anche se tutto il PD fosse corrotto. Semplicemente certa gente non si rivota una volta che viene beccata. Forse, se lo facessero anche i commensali dirimpettai, l'Italia non si troverebbe in questa situazione. :beer:
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spiny79
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rorschach ha scritto:E io ti confermo che non cambia nulla anche se tutto il PD fosse corrotto. Semplicemente certa gente non si rivota una volta che viene beccata. Forse, se lo facessero anche i commensali dirimpettai, l'Italia non si troverebbe in questa situazione. :beer:
anche se cambi tutti gli attuali parlamentari e quelli che subentrano si comportano allo stesso modo, a cosa è servito?

allora bisogna cambiare il modo di fare politica all'interno dei partiti, ci sono politici in italia in tutti gli schieramenti che sono dei burocrati fin da quando andavano alle elementari, non hanno il contatto con la gente, cosa vogliamo che innovino?
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Innanzitutto una barzelletta per riprendere il filo: il PD sospende l'autosospeso Penati, esilaranti :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Ora la notizia:



http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 3562.shtml


Nuovo filone dell'inchiesta sulle aree ex falck di sesto san giovanni
Corruzione, Penati indagato anche per la Milano Serravalle

Presunto «sovrapprezzo» sulle quote della tangenziale. La replica: «Non ne ho mai saputo niente»NOTIZIE CORRELATE


MILANO - Filippo Penati, già accusato di concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti, è indagato per concorso in corruzione anche per il filone dell'inchiesta dei pm di Monza che riguarda l'acquisto della Milano-Serravalle. Nel 2005 la Provincia di Milano acquistò il 15% delle azioni della Milano-Serravalle dal Gruppo Gavio, raggiungendo la maggioranza assoluta delle azioni della società autostradale. Il dimissionario vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, già accusato di concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti, dovrà quindi rispondere anche in relazione al presunto «sovrapprezzo» che sarebbe stato versato a lui e al suo capo di gabinetto Giordano Vimercati sull'acquisto delle quote della Milano Serravalle. L'accusatore anche in questo caso è l'imprenditore Piero Di Caterina, che ha raccontato di incontri in cui si sarebbe concordata questa tangente. In questo capitolo è indagato anche il manager di Banca Intesa Maurizio Pagani, insieme ad altri che secondo Di Caterina avrebbero partecipato agli incontri.


Penati indagato anche per la Serravalle
Rcd PENATI: «NESSUNA COMUNICAZIONE» - «Apprendo dalle agenzie di stampa di essere indagato per concorso in corruzione per l’acquisto da parte della Provincia di Milano del 15% della Milano-Serravalle, avvenuto nel 2005. A questo proposito rendo noto che non ho ricevuto alcuna comunicazione formale dalla Procura di Monza», afferma Penati in una nota. «Preciso che non ho mai sentito parlare, e tanto meno partecipato, a riunioni o trattative circa eventuali sovrapprezzi per l’acquisto delle quote di Serravalle, di cui ho avuto notizia solo dalla stampa. Desidero, inoltre, ancora una volta ricordare che la documentazione del fascicolo Serravalle è a disposizione e al vaglio dei magistrati da 6 anni, in seguito all’esposto dell’allora sindaco di Milano, Gabriele Albertini».

LA DIFESA DI PAGANI - L'avvocato Angelo Giarda, difensore di Maurizio Pagani, proprio giovedì mattina si è recato in Procura a Monza per depositare la nomina di difesa e ha spiegato che il luogo delle presunte «trattative» indicato da Di Caterina «non esiste». In un interrogatorio del 30 giugno 2010, infatti, Di Caterina ha riferito ai pm ciò che gli avrebbe detto l'ex dirigente della Provincia di Milano Antonino Princiotta, cioè di «incontri presso lo studio del commercialista Ferruccio di Milano via Pontaccio, nell'aprile 2005», incontri a cui avrebbe partecipato tra gli altri, secondo l'imprenditore, anche Pagani. Sempre secondo Di Caterina, in quegli incontri si sarebbe parlato di un «sovrapprezzo» da pagare a favore di Penati e Vimercati. Giarda, difensore anche di Alberto Stasi nel processo per l'omicidio di Garlasco, ha spiegato: «Abbiamo fatto delle ricerche, e quello studio in quella via non esiste». Il difensore ha anche chiarito che per ora non c'è la necessità di un interrogatorio nei confronti di Pagani, perché prima gli inquirenti dovranno fare «un excursus» sul ruolo di Banca Intesa, anche alla luce delle carte acquisite nei giorni scorsi durante una perquisizione negli uffici di Pagani.

L'IMMOBILE «FANTASMA» - La nuova accusa a Penati è legata alla finta compravendita immobiliare tra Bruno Binasco, manager del gruppo Gavio, e l'imprenditore Piero Di Caterina, un compromesso firmato il 14 novembre 2008 per l'acquisto da parte di Binasco di un immobile di proprietà di Di Caterina. In questo documento, considerato dall'accusa una delle prove principali, viene fissata una caparra da due milioni a favore del venditore. Binasco rinuncerà poi all'acquisto dell'immobile e Di Caterina intascherà due milioni di euro senza alcun sacrificio. Nell'istanza al Tribunale del Riesame con cui fanno appello contro l'ordinanza di custodia cautelare del gip di Monza, chiedendo quindi l'arresto di Penati, i pm Walter Mapelli e Franca Macchia scrivono che «l'unica alternativa razionale e coerente per spiegare il pagamento di Binasco a Di Caterina nell'interesse di Penati e Vimercati è che la somma sia parte della tangente loro destinata per l'acquisto da parte della Provincia di Milano del 15% delle azioni della Milano Serravalle avvenuto in data 29 luglio 2005». In sostanza, la compravendita immobiliare fittizia sarebbe servita a occultare una tangente sull'affare Milano Serravalle.

LA RICHIESTA DI ARRESTO - Intanto, è stata fissata il prossimo 21 ottobre la discussione, davanti al Tribunale del Riesame di Milano, dell'appello presentato dai pm per chiedere l'arresto di Filippo Penati per le accuse di concussione, corruzione e finanziamento illecito. Il gip Anna Magelli, con un'ordinanza lo scorso 10 agosto aveva rigettato la richiesta di arresto per Penati e per il suo ex braccio destro Giordano Vimercati (anche per lui è fissato il riesame per il 21 ottobre), riqualificando l'accusa di concussione in corruzione e ritenendo dunque i reati prescritti e facendo cadere l'accusa di finanziamento illecito ai partiti.

Redazione online
08 settembre 2011 19:40
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Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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