Il sindacato

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doddi
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Sotto le bandiere rosse una valanga di privilegi: la "casta" del sindacato
di Stefano Zurlo

Le tre grandi sigle Cgil, Cisl e Uil operano in regime di oligopolio nel business

Con leggi e leggine si sono rita­gliati privilegi su privilegi. Una norma qui, un articolo là e tutto s’incastra al punto giusto. I sinda­cati dovrebbero tutelare i lavora­tori, ma in realtà sono, come ha in­­titolato un suo libro il giornalista dell’ Espresso Stefano Livadiotti, l’altra casta. Una nomenklatura che spesso si sovrappone e si con­fonde con quell­a ospitata sui ban­chi di Palazzo Madama e Monteci­torio. Nella scorsa legislatura 53 deputati e 27 senatori, per un tota­le di 80 parlamentari, provenivano dalla Triplice. Secondo Livadiotti costituiscono il terzo gruppo par­lamentare, insomma formano una lobby agguerrita quanto se non più di quella degli avvocati. E nel tempo hanno strutturato un si­stema di potere studiato fin nei dettagli.Non che non abbiano me­riti storici impo­rtantissimi nell’af­francamento di milioni di italiani, ma col tempo i sindacati hanno cambiato pelle. E anima. Basti dire che i rappresentanti dei lavoratori hanno un patrimo­nio immobiliare immenso, ma non pagano un euro di Ici. Si fa un gran parlare di questi tempi delle sanzioni di cui gode la Chiesa cat­tolica ma i sindacati non versano un centesimo. Altro che santa eva­sione. Il lucchetto è stato fabbrica­to col decreto legislativo numero 504 del 30 dicembre 1992, in pie­no governo Amato. Con quella tro­vata, i beni sono stati messi in sicu­rezza: lo Stato non può chiedere un centesimo. Peccato, perché non si tratterebbe di spiccioli. Per capirci la Cgil dice di avere 3mila sedi in giro per l’Italia. È una sorta di autocertificazione perché, al­tra prerogativa ad personam , i sin­dacati non sono tenuti a presenta­re i loro bilanci consolidati. Sfug­gono ad un’accurata radiografia e non offrono trasparenza, una mer­ce che invece richiedono punti­gliosamente agli imprenditori. Dunque, la Cgil dispone di un al­bero con 3mila foglie ma la Cisl fa anche meglio: 5mila sedi. Uno sproposito. E la Uil, per quel che se ne sa, ha concentrato le sue pro­prietà nella pancia di una spa, la Labour Uil, che possiede immobi­li per 35 milioni di euro. Lo Stato che passa al pettine le ricchezze dei contribuenti non osa avvici­narsi a questi beni. Il motivo? La legge equipara i sindacati, e in ve­rità pure i partiti, alle Onlus, le or­ganizzazioni non lucrative di utili­tà sociale. Dunque la Triplice sta sullo stesso piano degli enti che raccolgono fondi contro questa o quella malattia e s’impegnano per qualche nobile causa sociale. Insomma, niente tasse e map­pe s­fuocate perché in questa mate­ria gli obblighi non esistono. E pe­rò lo Stato ha alzato un altro ponte levatoio collegando il passato al presente con un balzo vertigino­so. Risultato: le principali sigle hanno ereditato le sedi dei sinda­cati di epoca fascista. Gli immobi­li del Ventennio sono stati asse­gnati a Cgil, Cisl Uil, Cisnal (l’at­tuale Ugl) e Cida (Confederazio­ne dei dirigenti d’azienda). Senza tasse, va da sé, come indica un’al­tra norma: la 902 del 1977. Leggi e leggine. Così un testo ad hoc , questa volta del 1991, permet­te alle associazioni riconosciute dal Cnel di poter creare i centri di assistenza fiscale. I mitici Caf. Qui i lavoratori ricevono assistenza prima di compilare la dichiarazio­ne dei redditi. Attenzione: la con­sulenza è gratuita perché, ancora una volta, è lo Stato a metterci la faccia e ad allungare la mano. Per ogni pratica compilata lo Stato versa un compenso. È un busi­ness che vale (secondo dati del 2007) 330 milioni di euro. Soldi e un trattamento di lusso. Altro capitolo, altro scivolo, altro privilegio: quello dei patronati. Ogni sindacato ha il suo. Il moti­vo? Tutelare i cittadini nel rappor­to con gli enti previdenziali. Co­me i Caf, ma sul versante pensio­nati. Questa volta la legge è la 152 del 2001. Lo Stato assegna ai patro­nati lo 0,226 dei contributi obbli­gatori incassati dall’Inps, dal­l’Inpdap e dall’Inail. Altri trecen­to e passa milioni che servono per far cassa. E per tenere in piedi la baracca. Le stime, in assenza di bi­lanci, sono approssimative ma i sindacati mantengono un appara­to di prima grandezza e hanno cir­ca 20mila dipendenti. Sono i nu­meri di una multinazionale che però si comporta come un’azien­dina con meno di 15 dipendenti. Altrove, vedi lo Statuto dei lavo­­ratori, le tute blu sono tutelate tan­t’è che Berlusconi a suo tempo aveva provato, invano, ad aprire una breccia proponendo la can­cellazione dell’articolo 18. Ma dal­le parti della Triplice valgono al­tre regole, diciamo così, più libe­ral o, se si vuole, meno restrittive. Un’altra leggina, questa volta del 1990, offre a Cgil, Cisl, Uil la possi­bilità di mandare a casa i dipen­denti senza tante questioni. In­somma, è la libertà di licenzia­mento. Una bestemmia per gene­razioni di «difensori» degli ope­rai, dei contadini e degli impiega­ti. Ma non nel sancta sanctorum dei diritti. Due pesi e due misure. Come sempre. O almeno spesso. Per non smarrire le ragioni degli ultimi si sono trasformati nei pri­mi. Creando appunto un’altra ca­sta. Ora, la Cgil di Susanna Camus­so proclama lo sciopero generale per il 6 settembre e chiama a rac­colta milioni di uomini e donne. Un appello, legittimo, ci manche­rebbe. Ma per una volta i sindaca­ti farebbero bene a guardarsi allo specchio.
...Forse, qualcuno non si riconoscerebbe più.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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I segreti della casta dei sindacati: far soldi alla faccia degli operai
di Stefano Zurlo

I cosiddetti rappresentanti dei lavoratori sono bravi soprattutto a tutelare se stessi Come dimostrano i fatturati di Cgil, Cisl e Uil. E le prebende degli ex tribuni del popolo. La stoccata del filosofo progressista Massimo Cacciari: "Lo sciopero della Cgil? E' una fesseria colossale e non servirà a nulla". Ma Bersani sceglie la Camusso: "Il Pd sarà ovunque si contesti la manovra"

Hanno guidato cortei e inalberato striscioni. Hanno sfilato con le tute blu e aperto tavoli di trattativa. Poi hanno varcato la porta spalancata su Palazzo Madama, Montecitorio o Strasburgo. E hanno cominciato una seconda vita, a volte altrettanto battagliera, sempre più remunerativa. Senatori, deputati, europarlamentari, pensionati, naturalmente d’oro. I vecchi capi della Cisl, della Uil e di quella Cgil che oggi è sulle barricate e corre verso lo sciopero generale, si sono sistemati per la vita e hanno sposato incarichi che li hanno trasformati in privilegiati. In figurine nell’album della casta, quella contro cui tuona la Triplice e che è nel mirino dell’opinione pubblica.
In realtà, il passaggio dalla nomenklatura sindacale – l’altra casta, come la chiama Stefano Liviadotti dell’Espresso in un libro – al gotha della politica è molto facile. Nella scorsa legislatura erano addirittura 80 i parlamentari con un passato di lotta. Lo si potrebbe chiamare il sistema dei vasi comunicanti: dai fischietti e dalle marce ai pranzi serviti dal cameriere in livrea a Montecitorio. I percorsi si assomigliano. C’è chi è arrivato in cima e chi si è fermato prima.
Fausto Bertinotti, una vita fra Cgil e sinistra radicale, ha cominciato a difendere gli operai del tessile negli anni Sessanta, quando nessuno conosceva la sua parlata arrotata e i suoi leggendari golfini di cachemire. Nel ’94 il giro di valzer. I lavoratori vanno serviti da Montecitorio. Dove il salottiero leader della sinistra rivoluzionaria s’installa come un monumento per quattro legislature e raggiunge l’apice diventando presidente dell’assemblea. Poi la sinistra estrema viene travolta dalla tempesta elettorale e nel 2008 scompare dal Parlamento. Il comandante Fausto può andare serenamente in pensione. La sua indennità raggiunge 6.317 euro al mese. Una cifra che molti guardano solo col binocolo.
Ma c’è chi se la passa anche meglio: Sergio D’Antoni, uno dei cavalli di razza della Cisl, nome molto popolare per milioni di lavoratori. Segretario del sindacato d’ispirazione cattolica per tutti gli anni Novanta, è approdato al porto dei postcomunisti targati Pd. Ormai è alla sua terza, inattaccabile legislatura e porta a casa lo stipendio da deputato che ammonta a 14.269,62 euro. Queste sono le cifre dei rappresentanti del popolo. E la Cisl è stata un grande serbatoio di parlamentari. Savino Pezzotta, capo del sindacato dopo D’Antoni dal 2000 al 2006, è pure lui a Montecitorio. Non ha scelto come casa il Pd ma l’Udc, continuando al centro la battaglia di cattolico impegnato. La paga però è la stessa del collega. Più di 14mila euro al mese, senza contare i benefit. E sulla stessa lunghezza d’onda si ritrova un altro dirigente di punta del Pd, Pier Paolo Baretta, negli anni Ottanta e Novanta segretario della Fim-Cisl, il ramo metalmeccanico del sindacato, e poi nel biennio 2007-’08 segretario aggiunto con Raffaele Bonanni. Raggiunti i gradi di generale, pure lui chiude nel cassetto la sua prima vita e viene paracadutato dal Pd come soldato semplice alla Camera. Lo stipendio è quello di D’Antoni e Pezzotta. Senza esagerare, si può dire che mezzo stato maggiore della vecchia Cisl è passato dall’altra parte della barricata. Gli irriducibili avversari dei governi, che talvolta rischiavano di cadere per uno sciopero generale, si sono ritrovati sulle sponde della maggioranza.
Qualcuno, invece, si è defilato. Sergio Cofferati, tribuno insuperabile, radunò al Circo Massimo una folla oceanica per protestare contro Berlusconi. Nessuno sapeva calamitare le folle come lui e tutti ricordano il Cinese numero uno della Cgil dal ’94 al 2002. Poi s’istituzionalizza. I Ds lo chiamano per riprendere una città simbolo come Bologna. L’impresa riesce ma l’immagine comincia a sbiadirsi. Il ruolo non è tagliato per Cofferati che amministra Bologna per i canonici cinque anni e se ne va senza suscitare eccessivi rimpianti. Ora per ritrovare un pezzo di storia sindacale bisogna andare a Strasburgo. Qui l’europarlamentare Cofferati fa il suo lavoro e guadagna 13.168,91 euro al mese. Tanti, tanti di più di un altro sindacalista dal curriculum lunghissimo: Ottaviano Del Turco. Che oggi è pensionato e non per scelta: dopo essersi fatto le ossa fra Fiom e Cgil e dopo aver gestito il Psi nella fase drammatica di Mani pulite, da governatore dell’Abruzzo è finito in manette il 14 luglio 2008. Gli contestano molti e pesanti capi d’imputazione, lui si proclama innocente, il caso è ancora aperto. Ci vuole pazienza. Del Turco aspetta, e intanto se la cava grazie alla pensione di parlamentare. Quei 12 anni passati fra Camera e Senato gli fruttano qualcosa come 5.471 euro al mese. Più di quelli che spettano a un altro Ds molto amato dalla base: Sergio Chiamparino. Partito come segretario della potente Cgil piemontese, Chiamparino è poi stato in Parlamento per una legislatura, prima di diventare sindaco di Torino. Ora, fresco neo pensionato, può incassare la pensione. Ma a lui toccano «solo» 3.108 euro.


... Fischia quanto costa :fifi:
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Lixia
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allora premetto che di sindacati io non ne sapevo niente prima di entrare nel mondo del lavoro nella PA. Ma da quando ci lavoro anche se a trozzu e muddica devo dire che ho capito una cosa , che i sindacati MI FANNO SCHIFO, eancora di più i RAPPRESENTANTI SINDACALI MI FANNO PIù SCHIFO , lecchini parassiti che non rappresentano proprio una beata mazza .

sappiate che io essendo un tempo determinato , con scadenza a breve , ho accettato di lavorare in accordo col mio datoredi lavoro più diquanto era dovuto , in quanto per esigenze di servizio sono rientrata da un riposo quando ne avevo due di fila , inoltre a volte mi sono fermata su richiesta del mio datore di lavoro anche oltre l'orario serale , rientrando così nel notturno straordinario.... un bel giorno un responsabile sindacale mi disse : " Non puoi continuare a fare così perche crei un precedente pericoloso , SINDACALMENTE parlando è una cosa sbagliata" ..... Io che ho le scatole piene di vedere gente col contratto a tempo indeterminato non fare niente e percepire il mio stesso stipendio ho risposto : "I IO NON SONO ISCRITTA A NESSUN SINDACATO E SINDACALMENTE PARLANDO TI DICO CHE SINDACALMENTE ME NE FOTTO DI QUANTO SIA SBAGLIATO, PERCHè QUANDO HANNO MANDATO A CASA ME L'HANNO SCORSO E HANNO PROROGATO GENTE DI FUORI GRADUATORIA VOI VE NE SIETE SINDACALMENTE FOTTUTI ..... PER CUI RIBADISCO CHE SINDACALMENTE E ANCHE PERSONALMENTE ME NE STRAFOTTO ALTAMENTE .... ANDATE IN STATO DI AGITAZIONE VISTO CHE SON TRE ME SI CHE LO DITE MA POI VI MEETTETE A 90° APPENA VEDETE CHE TIRA UNA BRUTTA ARIA .


baaaahhh sindacati...il mio sindacato è la mia testa , e glielo ho giurato che personalmente io sarò la Krumira di turno a qualsiasi tipo di mobilitazione , lecchini parassiti buzurri :x
"Gli amici miei, ed in cui posso fidare, non vivon qui: si trovan lontano, al mio paese, come ogni altra cosa, signori, che mi può recar conforto".

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Regmi
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Lixia ha scritto:allora premetto che di sindacati io non ne sapevo niente prima di entrare nel mondo del lavoro nella PA. Ma da quando ci lavoro anche se a trozzu e muddica devo dire che ho capito una cosa , che i sindacati MI FANNO SCHIFO, eancora di più i RAPPRESENTANTI SINDACALI MI FANNO PIù SCHIFO , lecchini parassiti che non rappresentano proprio una beata mazza .

sappiate che io essendo un tempo determinato , con scadenza a breve , ho accettato di lavorare in accordo col mio datoredi lavoro più diquanto era dovuto , in quanto per esigenze di servizio sono rientrata da un riposo quando ne avevo due di fila , inoltre a volte mi sono fermata su richiesta del mio datore di lavoro anche oltre l'orario serale , rientrando così nel notturno straordinario.... un bel giorno un responsabile sindacale mi disse : " Non puoi continuare a fare così perche crei un precedente pericoloso , SINDACALMENTE parlando è una cosa sbagliata" ..... Io che ho le scatole piene di vedere gente col contratto a tempo indeterminato non fare niente e percepire il mio stesso stipendio ho risposto : "I IO NON SONO ISCRITTA A NESSUN SINDACATO E SINDACALMENTE PARLANDO TI DICO CHE SINDACALMENTE ME NE FOTTO DI QUANTO SIA SBAGLIATO, PERCHè QUANDO HANNO MANDATO A CASA ME L'HANNO SCORSO E HANNO PROROGATO GENTE DI FUORI GRADUATORIA VOI VE NE SIETE SINDACALMENTE FOTTUTI ..... PER CUI RIBADISCO CHE SINDACALMENTE E ANCHE PERSONALMENTE ME NE STRAFOTTO ALTAMENTE .... ANDATE IN STATO DI AGITAZIONE VISTO CHE SON TRE ME SI CHE LO DITE MA POI VI MEETTETE A 90° APPENA VEDETE CHE TIRA UNA BRUTTA ARIA .


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Scusami per il tono Lixia ma, visto che siamo in un forum dove si può discutere liberamente, permettimi di dire che da quel poco che ho capito da questo tuo sfogo
mi vien da pensare che ancora non hai capito bene cosa sia (o dovrebbe essere preciso) un Sindacato.
Dovrebbe essere, come in tutte le categorie che decidono di associarsi (non solo di lavoratori ma, vedi confindustria, anche della parte imprenditoriale) un organismo democratico che si riunisce per rappresentare al meglio gli interessi degli associati della categoria alla quale appartengono.
Dico dovrebbe perché se le cose non stanno così vuol dire che qualcosa, nel processo democratico, non funziona e urge intervenire affinché il tutto torni a scorrere nel giusto alveo.

Finita la breve premessa che non vorrei fosse interpretata negativamente :wink , nulla impedisce, come fai tu, di pensare e credere che singolarmente si abbia una maggiore forza contrattuale davanti alla controparte che, la storia insegna, è molto agguerrita e pronta a levarti di dosso anche le metaforiche mutande in cambio del pezzo di pane che dovrai sudarti col sudore della pelle.
Nel nome della produttività o di qualche altra diavoleria, fosse per loro, e tanto per fare qualche banale esempio, altro che 40 ore settimana e 25 gg. di ferie l’anno.
...Altro che contratto e contratto dove le tutele sono scritte ed esigibili per tutti.

Capisco che per te, in questo momento, il primo obiettivo - che per inciso ti auguro di raggiungere al più presto- sia quello di (costi quel che costi) avere un contratto a tempo indeterminato che ti possa permettere di programmare uno straccio di vita, ma, secondo me, e prima di essere così severa, dovresti provare a metterti nei panni di chi ha scelto di associarsi che, da quel che ho capito, col tuo assecondare per fini personalissimi le esigenze del datore di lavoro ( che nel tuo caso, correggimi se erro, dovrebbe essere la PA e non il dirigente pro tempore con il quale sei in contatto),vede minare qualche diritto stabilito da qualche legge, contratto o accordo, che i suoi associati hanno e che presumo tu non conosca.

Come sono sicuro che se tu provassi ad addentrarti in quel mondo, parte, se non tutto, del tuo sfogo rientrerebbe.
:salut
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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Lixia
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Regmi ha scritto:
Lixia ha scritto:allora premetto che di sindacati io non ne sapevo niente prima di entrare nel mondo del lavoro nella PA. Ma da quando ci lavoro anche se a trozzu e muddica devo dire che ho capito una cosa , che i sindacati MI FANNO SCHIFO, eancora di più i RAPPRESENTANTI SINDACALI MI FANNO PIù SCHIFO , lecchini parassiti che non rappresentano proprio una beata mazza .

sappiate che io essendo un tempo determinato , con scadenza a breve , ho accettato di lavorare in accordo col mio datoredi lavoro più diquanto era dovuto , in quanto per esigenze di servizio sono rientrata da un riposo quando ne avevo due di fila , inoltre a volte mi sono fermata su richiesta del mio datore di lavoro anche oltre l'orario serale , rientrando così nel notturno straordinario.... un bel giorno un responsabile sindacale mi disse : " Non puoi continuare a fare così perche crei un precedente pericoloso , SINDACALMENTE parlando è una cosa sbagliata" ..... Io che ho le scatole piene di vedere gente col contratto a tempo indeterminato non fare niente e percepire il mio stesso stipendio ho risposto : "I IO NON SONO ISCRITTA A NESSUN SINDACATO E SINDACALMENTE PARLANDO TI DICO CHE SINDACALMENTE ME NE FOTTO DI QUANTO SIA SBAGLIATO, PERCHè QUANDO HANNO MANDATO A CASA ME L'HANNO SCORSO E HANNO PROROGATO GENTE DI FUORI GRADUATORIA VOI VE NE SIETE SINDACALMENTE FOTTUTI ..... PER CUI RIBADISCO CHE SINDACALMENTE E ANCHE PERSONALMENTE ME NE STRAFOTTO ALTAMENTE .... ANDATE IN STATO DI AGITAZIONE VISTO CHE SON TRE ME SI CHE LO DITE MA POI VI MEETTETE A 90° APPENA VEDETE CHE TIRA UNA BRUTTA ARIA .


baaaahhh sindacati...il mio sindacato è la mia testa , e glielo ho giurato che personalmente io sarò la Krumira di turno a qualsiasi tipo di mobilitazione , lecchini parassiti buzurri :x
Scusami per il tono Lixia ma, visto che siamo in un forum dove si può discutere liberamente, permettimi di dire che da quel poco che ho capito da questo tuo sfogo
mi vien da pensare che ancora non hai capito bene cosa sia (o dovrebbe essere preciso) un Sindacato.
Dovrebbe essere, come in tutte le categorie che decidono di associarsi (non solo di lavoratori ma, vedi confindustria, anche della parte imprenditoriale) un organismo democratico che si riunisce per rappresentare al meglio gli interessi degli associati della categoria alla quale appartengono.
Dico dovrebbe perché se le cose non stanno così vuol dire che qualcosa, nel processo democratico, non funziona e urge intervenire affinché il tutto torni a scorrere nel giusto alveo.

Finita la breve premessa che non vorrei fosse interpretata negativamente :wink , nulla impedisce, come fai tu, di pensare e credere che singolarmente si abbia una maggiore forza contrattuale davanti alla controparte che, la storia insegna, è molto agguerrita e pronta a levarti di dosso anche le metaforiche mutande in cambio del pezzo di pane che dovrai sudarti col sudore della pelle.
Nel nome della produttività o di qualche altra diavoleria, fosse per loro, e tanto per fare qualche banale esempio, altro che 40 ore settimana e 25 gg. di ferie l’anno.
...Altro che contratto e contratto dove le tutele sono scritte ed esigibili per tutti.

Capisco che per te, in questo momento, il primo obiettivo - che per inciso ti auguro di raggiungere al più presto- sia quello di (costi quel che costi) avere un contratto a tempo indeterminato che ti possa permettere di programmare uno straccio di vita, ma, secondo me, e prima di essere così severa, dovresti provare a metterti nei panni di chi ha scelto di associarsi che, da quel che ho capito, col tuo assecondare per fini personalissimi le esigenze del datore di lavoro ( che nel tuo caso, correggimi se erro, dovrebbe essere la PA e non il dirigente pro tempore con il quale sei in contatto),vede minare qualche diritto stabilito da qualche legge, contratto o accordo, che i suoi associati hanno e che presumo tu non conosca.

Come sono sicuro che se tu provassi ad addentrarti in quel mondo, parte, se non tutto, del tuo sfogo rientrerebbe.
:salut
Si probabilmente se mi addentrassi in quel mondo non sarei così severa con l'ideologia sindacale , sicuramente , ma il mio problema vedi non è con l'ideologia in sè ma con quei tre bipedi senza cervello che sono rappresentanti sindacali nel mio ambiente che tirano il loro interesse personale e non quello di noi lavoratori, è questo il punto , facessero quello per cui sono stati designati , tanto di cappello , starei muta e mi ci iscriverei anche , ma visto che l'andazzo è un altro mi adeguo e faccio quel che mi pare :fifi:
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Lixia ha scritto:
Si probabilmente se mi addentrassi in quel mondo non sarei così severa con l'ideologia sindacale , sicuramente , ma il mio problema vedi non è con l'ideologia in sè ma con quei tre bipedi senza cervello che sono rappresentanti sindacali nel mio ambiente che tirano il loro interesse personale e non quello di noi lavoratori, è questo il punto , facessero quello per cui sono stati designati , tanto di cappello , starei muta e mi ci iscriverei anche , ma visto che l'andazzo è un altro mi adeguo e faccio quel che mi pare :fifi:
Se sei portata ad ascoltare, se sei altruista, se ti piace l'associazionismo, se sei passionale, se ti piace spenderti per gli altri è un mondo che ti attrarrà e che,
se fatto con passione e non per tranrne dei tangibili e personali benefici, è affascinante in se oltre che impagabile esperienza utile alla propria crescita interiore.
E nessuna ideologia, ma solo diversi modi di rappresentare gli altri che ti hanno espresso fiducia che, in qualche modo, non può non riflettere il proprio "sentire" politico.
C'è spazio per tutti
...Anche per i bipedi senza cervello che, in quanto tali, non dovrebbero stare a fare quello che non sono in grado di fare o, nelle peggiori delle ipotesi, lo fanno senza il supporto determinante della fiducia altrui (indi nominati) e per se stessi..... Ma il discorso sarebbe lungo e credo che anche in questo caso delle distinzioni dovrebbe essere fatte.
:salut
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Falko
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Regmi, permettimi, questi tuoi concetti sarebbero d'aiuto anche se si trattasse del vero politico....

comunque sono d'accordissimo con Lixia... ovviamente il sindacato va a impelagarsi su diritti "semplici" da far valere, cioè per persone a tempo indeterminato, i lavoratori a tempo determinato (e, come me e lei, assunti tramite regolare concorso), devono mettere sul piatto della bilancia il giusto equilibrio tra i propri diritti e la propria vita lavorativa, spesso preferiscono non andare in prima linea perchè vedi.... con le lotte sindacali a favore dei dipendenti a tempo determinato non se ne vanno a farsi benedire il buono pasto o i 100 euro di aumento, ma sono in gioco i nostri diritti al (poco) lavoro che ci siamo conquistati e che ogni giorno dobbiamo difendere con i denti....

la teoria sul padrone e sul lavoratore anche nel pubblico se ne va a farsi strabenedire quando in gioco non vi è un diritto sul proprio lavoro, ma il vero e proprio diritto al lavoro che magari, per un dirigente a contratto(quindi incarico fiduciario e non con bando di concorso) al quale girano i 5 minuti, non viene rinnovato a scadenza al lavoratore che ha superato 3000 concorrenti per una graduatoria triennale, per un posto di lavoro professionalmente specialistico, alla scadenza della quale ritorna a casa a fare il disoccupato....

il resto è solo fuffa dei sindacalisti, che con un contratto a tempo indeterminato in tasca spesso utilizzano i propri superdiritti per fare ciò che vogliono. Ci dessero una mano mettendosi loro in prima linea...

ps. oggi ho avuto un piccolo alterco con un sindacalista il quale alla fine ha dovuto addivenire alle mie conclusioni.... o facciamo un casino e rischiamo di non lavorare più, o ci stiamo zitti e ci facciamo negare dei diritti per cercare di continuare a lavorare... vorrà dire che tra un paio d'anni ci incateneremo davanti al comune come è di moda.... e state certi che la polizia municipale non farà nulla per farci andare via dall'ingresso ;)
Se il destino mi è avverso, peggio per lui!!!

http://www.youtube.com/watch?v=06hr11IO" onclick="window.open(this.href);return false; ... dded#at=13

"La mia rielezione sarebbe al limite del ridicolo" Giorgio Napolitano 14/4/2013
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Falko ha scritto:Regmi, permettimi, questi tuoi concetti sarebbero d'aiuto anche se si trattasse del vero politico....

comunque sono d'accordissimo con Lixia... ovviamente il sindacato va a impelagarsi su diritti "semplici" da far valere, cioè per persone a tempo indeterminato, i lavoratori a tempo determinato (e, come me e lei, assunti tramite regolare concorso), devono mettere sul piatto della bilancia il giusto equilibrio tra i propri diritti e la propria vita lavorativa, spesso preferiscono non andare in prima linea perchè vedi.... con le lotte sindacali a favore dei dipendenti a tempo determinato non se ne vanno a farsi benedire il buono pasto o i 100 euro di aumento, ma sono in gioco i nostri diritti al (poco) lavoro che ci siamo conquistati e che ogni giorno dobbiamo difendere con i denti....

la teoria sul padrone e sul lavoratore anche nel pubblico se ne va a farsi strabenedire quando in gioco non vi è un diritto sul proprio lavoro, ma il vero e proprio diritto al lavoro che magari, per un dirigente a contratto(quindi incarico fiduciario e non con bando di concorso) al quale girano i 5 minuti, non viene rinnovato a scadenza al lavoratore che ha superato 3000 concorrenti per una graduatoria triennale, per un posto di lavoro professionalmente specialistico, alla scadenza della quale ritorna a casa a fare il disoccupato....

il resto è solo fuffa dei sindacalisti, che con un contratto a tempo indeterminato in tasca spesso utilizzano i propri superdiritti per fare ciò che vogliono. Ci dessero una mano mettendosi loro in prima linea...

ps. oggi ho avuto un piccolo alterco con un sindacalista il quale alla fine ha dovuto addivenire alle mie conclusioni.... o facciamo un casino e rischiamo di non lavorare più, o ci stiamo zitti e ci facciamo negare dei diritti per cercare di continuare a lavorare... vorrà dire che tra un paio d'anni ci incateneremo davanti al comune come è di moda.... e state certi che la polizia municipale non farà nulla per farci andare via dall'ingresso ;)
Innanzitutto, visto che non ci incrociamo da molto tempo, antepongo il mio saluto a quelle quattro sciocchezze che sto per scrivere. :salut

Sul primo rigo, nonostante l’abbia letto e riletto, sinceramente il significato mi sfugge e, mi preme evidenziarlo, a Lixia ho detto che la comprendo come, dopo averti letto, comprendo te e tutti i giovani che, stando così le cose, non hanno prospettive e futuro davanti a loro.

Vogliamo dire che è colpa del sindacato? Tutto il sindacato?
Riteniamo che il "fai da te" sia più proficuo?
Nulla ce l’ho impedisce ma, a mio parere, si commetterebbe un madornale errore che porterebbe i lavoratori, intesi nella sua interezza, ancora più in basso di dove oggi sono sprofondati.

PS- non è che era uno dei tanti “sparapopolo” che fanno attività solo per godersi i privilegi che nel mondo della PA sono ancora stratificati?
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
suonatore Jones

mi e vi preparo: è bello leggere di privilegi et cetera su "il giornale" :mrgreen:
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Falko
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Iscritto il: 11/05/2011, 14:57

Caro regmi. Riguardo il mio primo periodo intendevo che anche il politico lavora per il popolo... O quantomeno dovrebbe farlo. Segue un caro saluto(ho dovuto lavorare tutta l'estate per garantire le ferie ai colleghi a tempo indeterminato), assenza giustificata, ed infine il pensiero che i sindacalisti di oggi mi sa che sono diventati troppo attento a non perdere il loro più che a pensare alla nostra categoria.
Ora vaiu e travagghiu a processione :salut
Se il destino mi è avverso, peggio per lui!!!

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"La mia rielezione sarebbe al limite del ridicolo" Giorgio Napolitano 14/4/2013
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