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reggino
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Consiglio di leggere l'interessante intervista fatta alla Camusso:

Camusso: «Chi è più ricco
deve pagare di più»
di Oreste Pivetta | tutti gli articoli dell'autore Sciopero generale? C’è chi grida allo scandalo, chi accusa subito il sindacato di irresponsabilità e chi, come il presidente del consiglio, chiama in causa il sindacato greco in un improbabile paragone con quello italiano. «Ci vorrebbero senso della misura e sensibilità… anche nei confronti dei sindacalisti greci», commenta Susanna Camusso, segretario generale della Cgil.

Ma lo sciopero generale è una possibilità a scadenza prossima, un fraintendimento, una minaccia per il futuro?
«In giro l’irresponsabilità è tanta, ma di irresponsabilità non si può accusare il nostro sindacato che all’incontro con il governo si è presentato con una proposta seria, che non ha respinto neppure la possibilità di una manovra nella manovra, che è pronto a discutere tutte le richieste della Unione europea, le famose richieste contenute nella lettera che nessuno ci ha letto. Siamo responsabili, siamo disponibili, purché si rispetti un principio di equità sociale, purché a pagare non siano sempre gli stessi. Irresponsabile è chi per tre anni ci ha raccontato che tutto filava a meraviglia, fino a questo punto, davanti a un disastro che non si può esorcizzare tirando in ballo la crisi mondiale: certo, la crisi mondiale c’è, ma noi ci abbiamo messo del nostro e siamo diventati un caso nel caso».

Lo sciopero generale dunque è una eventualità che la Cgil non esclude?
«Noi rivendichiamo misure nel segno dell’equità sociale. Non fosse così, si dovrà ricorrere alle forme classiche della protesta, tra le quali anche lo sciopero generale. Su quali altri strumenti può contare il mondo del lavoro per farsi sentire?».

L’incontro tra governo e parti sociali è stato deludente… uso un eufemismo. Il giudizio è stato pressoché unanime…
«Ci hanno spiegato di non poter anticipare nulla a borse aperte».

Facciamo finta che sia giustificata prudenza…
«Certo. Ma se si chiede responsabilità, ci deve essere volontà di confronto, di discutere, di ascoltare le tesi degli altri. Non si costruisce coesione attorno a ultimatum. E neppure attorno a vaghe anticipazioni. Una nuova finanziaria da venti miliardi? Le pensioni? Lavori pubblici?»

Ecco, le pensioni. Età pensionabile a 65 anni. In linea con l’Europa. Sarebbe uno scandalo?
«Una considerazione generale: quando si chiama un paese a decisioni importanti, non si può prescindere da un vincolo di equità. Premere sui soliti, impoverire quanti vivono di pensioni, colpire i redditi fissi, esporre a più forti difficoltà quanti hanno bisogno dell’aiuto e dei servizi dello stato: non sono misure che aiutano a rimettere in moto il paese. Non mi pare che alzare l’età pensionabile a 65 anni sia da questo punto di vista un toccasana. Nessuno nega che si possa fare, che si possano introdurre elementi di elasticità, di volontarietà, di flessibilità, ma non credo che partire da una nuova soglia dell’età pensionabile significhi incamminarsi sulla strada che ci allontana dalla crisi. Vorrei aggiungere soffriamo già di una elevatissima disoccupazione giovanile. Vogliamo incrementarla? Pensiamo che questa sia la ricetta per rimettere a posto i conti dell’economia Italia? Ho dei dubbi. L’idea di far cassa sulle pensioni mi sembra francamente peregrina, pensioni che sono per conto loro tra le più basse. Facciamo tutti i tagli necessari, ma necessari allo sviluppo, tagli che non siano ragione di ulteriore depressione».

Società italiana depressa. Ma, secondo voi del sindacato, a che punto siamo del precipizio?
«Bisogna sempre considerare che in Italia resiste un sistema manifatturiero, solido, che esporta, che ha consentito la modesta crescita di questi anni. Altro punto di forza: il risparmio privato, alto, sicuramente, una diga che ha messo al riparo famiglie e soprattutto figli. Sono condizioni che avrebbero potuto permetterci di reagire prima e meglio degli altri. Invece siamo qui, affaticati, spaventati, in attesa ancora, traditi da tre anni di promesse e di annunci fantasiosi, tante parole a vuoto sulla crisi che non c’è e nessuna politica di sviluppo».

Tremonti ha comunque ieri indicato alcuni obiettivi… Ad esempio trasferire la domenica le festività civili…
«Non quelle religiose, però. Dunque 25 aprile, 2 giugno, Primo maggio si dovrebbero festeggiare di domenica. Mi sembrano misure risolutive, che appagheranno i mercati… Misure che dimostrano confusione e scarsissima aderenza alla realtà storica e politica».

Tremonti ha aggiunto qualcosa a proposito di licenziamenti.
«Testualmente: diritto di licenziare. Un salto di qualità, dopo che i governi di destra hanno moltiplicato nel lavoro le figure precarie, rendendo difficile l’aumento o almeno la difesa della qualità del nostro sistema produttivo, che avrebbe bisogno di tanta professionalità».

E sulle tasse?
«Niente che faccia pensare a una seria azione contro l’evasione fiscale. Annunci e basta. Mentre una politica antievasione servirebbe non solo a far l’emergere il sommerso, a colpire la criminalità, ma diventerebbe condizione favorevole di dinamismo, di una competizione reale, frenata invece da clientele, favori, taglieggiamenti».

Argomento forte: la patrimoniale.
«Berlusconi dice no, Bossi rincara: guai alla patrimoniale. Far pagare chi ha più soldi servirebbe al paese, anche perché sarebbe il segno di maggior equità e l’equità non è solo un vincolo morale, di giustizia, è una risorsa, sarebbe uno di quei marchingegni che aiutano la ripresa, ampliando il mercato, costruendo e diffondendo fiducia. Quando si dice no alla patrimoniale, si difendono gli interessi di una parte soltanto».

Altro argomento forte: i costi della politica. Che ne pensa il sindacato?
«Siamo contro insopportabili privilegi, ma il tema dell’equità va ben oltre l’abbattimento di questi privilegi e non può diventare un alibi. Se cancelli un vitalizio dei parlamentari, non per questo puoi caricare di balzelli i lavoratori».

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doddi
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reggino ha scritto:E intanto politici di spicco del pdl(Formigoni,Crosetto,Alemanno in primis)sono fortemente contrari alla manovra di Tremonti.
Mi chiedo cosa aspetta Napolitano a sciogliere le camere.
:oo:

Mi sfugge il nesso causa effetto...
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
reggino
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doddi ha scritto:
reggino ha scritto:E intanto politici di spicco del pdl(Formigoni,Crosetto,Alemanno in primis)sono fortemente contrari alla manovra di Tremonti.
Mi chiedo cosa aspetta Napolitano a sciogliere le camere.
:oo:

Mi sfugge il nesso causa effetto...
Questa è una delle tante cause che si aggiunge alle altre.
Questo è un governo di falliti,di incapaci ,di venduti,e di ministri che si offendono a vicenda.
In un altro paese tanto basta per essere mandato a casa.
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NinoMed
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LA CRISI ECONOMICA
Pensione donne, feste soppresse e Tfr prime indiscrezioni sulla manovra
Varate da Palazzo Chigi le misure contro il deficit pubblico. Nella bozza anticipata dalle agenzie anche l'abolizione delle province con meno di 300 mila abitanti


ROMA - Si è concluso intorno alle 21 con l'aprovazione all'unanimità delle misure anticrisi il consiglio dei ministri convocato per contrastare l'emergenza del debito pubblico. Alla fine dei lavori il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti hanno illustrato il documento in maniera molto sommaria, rinviando a domani per idettagli. A riunione ancora in corso sono però circolate indiscrezioni sul contenuto della manovra. I provvedimenti sarebbero tre: un decreto legge, un disegno di legge costituzionale di modifica dell'articolo 41 (sulla libertà dell'iniziativa economica) e dell'articolo 81 (per inserire il vincolo del pareggio di bilancio) ed infine una delega per la riforma del sistema assistenziale. Il decreto potrebbe approdare al Senato già il 22 agosto.
Ecco le anticipazioni, molte delle quali sono state confermate da Berlusconi e Tremonti:

AUMENTO IRPEF AUTONOMI OLTRE 55MILA EURO
Un aumento della quota Irpef per gli autonomi, forse a partire dall'attuale 41% per i redditi oltre i 55.000 euro. La misura, inizialmente prevista per 2-3 anni, potrebbe essere a carattere permanente.

A RISCHIO TREDICESIMA STATALI

I dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità.

TFR RITARDATO 2 ANNI PER STATALI

Il pagamento con due anni di ritardo dell'indennità di buonuscita dei lavoratori pubblici è un'altra delle misure prevista nella bozza di decreto.

TAGLI AI COSTO DELLA POLITICA
Stando a quanto trapelato sino ad ora nel provvedimento non c'è traccia di misure volte a ridurre i costi della politica. Intervenendo in conferenza stampa a Palazzo Chigi Berlusconi ha però sostenuto che in realtà "ci sono numerosi interventi, credo anche eccessivi rispetto a ciò che sarebbe giusto, ma abbiamo seguito i desiderata dei cittadini che guardando alle loro condizioni hanno ritenuto che i politici e i parlamentari avessero entrate eccessive". In particolare, ha spiegato il premier, si è intervenuti "in tutte le direzioni". "Il numero di poltrone eliminate - ha aggiunto - è importante, intorno alle 54 mila". Altra misura, stando alle indiscrezioni, sarebbe quella relativa al contributo di solidarietà. Secondo quanto riferito da fonti governative, è previsto infatti un "contributo di solidarietà" anche per deputati e senatori pari al 10% per i redditi superiori ai 90 mila euro ma inferiori a 150 mila, e del 20% per quelli superiori a 150 mila euro. Esattamente il doppio di quanto previsto per i dipendenti pubblici e privati. Inoltre, per i dipendenti 'normali' il contributo è deducibile, mentre per gli 'onorevoli' non lo sarà. Infine, viene ridotta del 50% l'indennità per il parlamentare che ha un reddito uguale alla stessa indennità.

PENSIONI

Viene anticipato dal 2020 al 2015 il progressivo innalzamento a 65 anni (entro il 2027) dell'età pensionabile delle donne nel settore privato. Inoltre sono previsti interventi disincentivanti per le pensioni di anzianità, con anticipo al 2012 del requisito di 97 anni tra età anagrafica e anni di contribuzione.

STOP PONTI, FESTE SPOSTATE AL LUNEDI'
Le festività infrasettimanali "non concordatarie" verranno spostate al lunedì. E' quanto prevede ancora la 'bozza' di manovra anticipata dall'Ansa.

DEROGA CONTRATTI NAZIONALI

Nella bozza di manovra che entra al Cdm, a quanto si apprende, ci sarà la norma che prevede l'estensione 'erga omnes' dei contratti aziendali che potranno così derogare a quelli nazionali e a parte dello Statuto dei lavoratori. Non sarebbe più prevista la delega per lo statuto dei lavori e in particolare diventerebbe più facile licenziare i lavoratori con contratti a tempo indeterminato.

SENZA SCONTRINO RISCHIO CHIUSURA
Tracciabilità di tutte le transazioni superiori ai 2.500 euro con comunicazione all'Agenzia delle entrate delle operazioni per le quali è prevista l'applicazione dell'Iva. E' quanto prevede la bozza di manovra che sarà discussa nel corso del Consiglio dei ministri di stasera, nella parte relativa al cosiddetto 'spesometro', già in vigore. E' inoltre previsto l'inasprimento delle sanzioni, fino alla sospensione dell'attività, per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali.

CONTRIBUTO SOLIDARIETA'

Contributo di solidarietà a due vie per i lavoratori dipendenti e per gli autonomi. Per i dipendenti del settore privato è previsto un prelievo del 5% per la parte del reddito eccedente i 90mila euro e del 10% per la parte eccedente i 150mila euro. Per i lavoratori autonomi l'addizionale scatta invece a partire dall'aliquota del 41% che si applica ai redditi superiori a 55mila euro. La misura, al momento sperimentale, ma potrebbe diventare permanente.

NIENTE MISURE SU IVA, IMMOBILI E PATRIMONI

Nella bozza di manovra che entrerà in Consiglio dei ministri non appare l'aumento dell'Iva. Anzi l'ipotesi sarebbe accantonata. Salterebbe anche qualunque intervento sugli immobili e i patrimoni mobiliari.

NIENTE TAGLI A STIPENDI
Il documento al vaglio del cdm non contiene la riduzione degli stipendi dei dipendenti pubblici.

RENDITE FINANZIARIE
Aumento al 20% della tassazione su tutte le rendite finanziarie, esclusi gli interessi dei titoli di stato che restano al 12,5%. Questa misura è stata confermata dal ministro Tremonti.

MINISTERI

Previsto un taglio di 6 miliardi di euro nel 2012 e 2,5 nel 2013.

ENTI LOCALI

Verranno ridotti 6 miliardi di trasferimenti nel 2012 e 3,5 nel 2013. Per le regioni il peso della riduzione dei fondi è pari a 1 miliardo di euro. La sanità non verrà toccata.

PERDITE

Riduzione per le società al 62,5% della possibilità di abbattimento delle perdite.

RINNOVABILI

Torna l'ipotesi del taglio del 30% degli incentivi. Non potranno essere superiori alla media di quelli erogati negli altri Paesi d'Europa. Ma stando ad altre fonti il punto in un secondo momento sarebbe stato stralciato.

MERCATO ELETTRICO
L'ipotesi è quella della divisione in tre macrozone (Nord, Centro, Sud).

SERVIZI PUBBLICI LOCALI
Si punta alla liberalizzazione e verranno incentivate le privatizzazioni.

FONDI FAS

Saranno anticipate di un anno le riduzioni del Fas, il Fondo per le aree sottoutilizzate.

DELEGA FISCALE
"Noi chiediamo al Parlamento la delega per la riforma assistenziale e fiscale non più sul 2012 ma sul 2011 e nel corso del 2012 pensiamo di ottenere risparmi assolutamente realizzAbili per 4 miliardi. Nel caso non fosse possibile realizzare quell'obiettivo la garanzia di salvaguardia e una corrispondente riduzione di regime di tax expenditure". Lo ha detto il ministro dell'economia, Giulio tremonti al termine del Cdm.

ACCORPAMENTO PER 1500 COMUNI
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, intervenendo telefonicamente a "Cortina Incontra", ha detto che sono circa 1.500 i comuni per i quali sarà reso obbligatorio l'accorpamento, in base ai criteri previsti dalla manovra. Si tratta dei comuni sotto i 1000 abitanti.

VIA PROVINCE SOTTO 300 MILA ABITANTI
Dalle prossime elezioni è prevista la soppressione delle Provincie sotto i 300.000 abitanti. I capoluoghi interessanti dal provvedimento, stando a una verifica informale, sarebbero i seguenti:
Ascoli Piceno, Asti, Belluno, Benevento, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Crotone, Enna, Fermo, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, La Spezia, Lodi, Massa Carrara, Matera, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano, Piacenza, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Savona, Siena, Sondrio, Terni, Trieste, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Vibo Valentia. Resta da capire la sorte di Aosta, provincia con meno di 300 mila abitanti ma di una regione a Statuto speciale
.
http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... -20377804/
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Vicio
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La cosa che più salta all'occhio, per ciò che concerne questa sbandieratissima eliminazione delle Province, è la situazione che si va delineando in Sardegna: dalle attuali 8 - di cui 4 istituite solo dieci anni fa - si passerebbe di colpo a 2.

Mi riservo di approfondire il contenuto della manovra prima di giudicarla. Tuttavia, a mio parere il taglio alle Province corrisponde ad una mossa assolutamente irrisolutiva, non solo dal punto di vista economico ma anche amministrativo, visto che in Italia, dopo vent'anni di fallimenti anche dal punto di vista della cultura politica ci si è ridotti ad eliminare enti intermedi con la scusa della improduttività, anziché provvedere a renderli produttivi con una seria ripartizione di competenze.

Lo chiamavano Federalismo.
Come la bianca ala dell'albatros sul monotono respiro del Pacifico, così, vagabonda per vagare, va la vela del vero marinaio.
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Regmi
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Il consiglio dei ministri approva all’unanimità la manovra che ora passa al Parlamento.
Dalle ancora frammentarie notizie un qualche sommario commento mi pare si possa pure abbozzare.

- Un qualche taglio ai benefit della casta e ai costi della politica (Province e piccoli comuni) pare che ci sia e, a dir la verità, non me lo aspettavo di tali dimensioni.
- Un piccolo contributo, viene chiesto ai redditi superiori ai 90.000 per i dipendenti e 55.000 per gli autonomi che, a mio parere e considerando che quelli che dichiarano cifre superiori si possono quasi contare sulle dita di una mano, porterà ben poco nelle casse dello Stato. (il problema di fondo, ossia l’evasione, rimane sempre in piedi)
- Per la crescita non c’è un soldo e non ci si aspettava niente. D’altronde il problema non se lo sono mai posto seriamente in tempi migliori figuriamo adesso che si è in tempi emergenziali.
- La Chiesa, e penso non solo alla intoccabilità delle festività religiose, ma anche all’esonero dall’ICI anche per gli immobili non adibiti al culto, non viene manco sfiorata.
- Come al solito la fetta più grossa graverà sulle spalle dei ceti medi e medio/bassi che ci rimetteranno almeno due volte.
Direttamente per via delle ridotte detrazioni e indirettamente per via degli ulteriori tagli agli Enti Locali che con questa botta sono ormai ridotti alla “fame”.

Sintetizzando un minimo di criterio nell’equità della distribuzione del reddito è stato disatteso anche stavolta. …E, visto l’elettorato d riferimento, non potrebbe essere altrimenti.

Gli eventuali e ulteriori commenti a dopo che la stessa verrà spiegata nei suoi dettagli.
:salut
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Vicio ha scritto:La cosa che più salta all'occhio, per ciò che concerne questa sbandieratissima eliminazione delle Province, è la situazione che si va delineando in Sardegna: dalle attuali 8 - di cui 4 istituite solo dieci anni fa - si passerebbe di colpo a 2.

Mi riservo di approfondire il contenuto della manovra prima di giudicarla. Tuttavia, a mio parere il taglio alle Province corrisponde ad una mossa assolutamente irrisolutiva, non solo dal punto di vista economico ma anche amministrativo, visto che in Italia, dopo vent'anni di fallimenti anche dal punto di vista della cultura politica ci si è ridotti ad eliminare enti intermedi con la scusa della improduttività, anziché provvedere a renderli produttivi con una seria ripartizione di competenze.

Lo chiamavano Federalismo.
Vicio, per lavoro ho a che fare con uffici rispondenti alla provincia: è mai possibile che per ottenere un parere devo passare per due uffici rispondenti allo stesso ente, raddoppiando, quando va bene, il tempo di attesa per poi, comunque, dovermi attenere al giudizio di uno solo? E non credo di essere l' unico a dovermi districare tra pareri, permessi e quant' altro. Province piccole secondo me possono essere sostituite dai consorzi di comuni, distribuendo ed abbattendo i costi.
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
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a rca che scrive:
[quote]Province piccole secondo me possono essere sostituite dai consorzi di comuni, distribuendo ed abbattendo i costi.[quote]

Ma... l'abolizione di TUTTE le province non era nel programma del PdL?
Da 110 a forse... 90 è un in(d)izio. Tre anni per partorire una parzialissima riduzione, quando numeri e impegni elettorali avrebbero già dovuto cancellare del tutto i 110 carrozzoni provinciali è un pessimo indizio sulle reali intenzioni del governo.
Vicio, come il meno credibile formigoni, hanno perfettamente ragione e il federalismo con questa manovra rimarrà un pennacchio buono per i valligiani del Cadore...
e basta.
:salut
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aquamoon ha scritto:a rca che scrive:
Province piccole secondo me possono essere sostituite dai consorzi di comuni, distribuendo ed abbattendo i costi.

Ma... l'abolizione di TUTTE le province non era nel programma del PdL?
Da 110 a forse... 90 è un in(d)izio. Tre anni per partorire una parzialissima riduzione, quando numeri e impegni elettorali avrebbero già dovuto cancellare del tutto i 110 carrozzoni provinciali è un pessimo indizio sulle reali intenzioni del governo.
Vicio, come il meno credibile formigoni, hanno perfettamente ragione e il federalismo con questa manovra rimarrà un pennacchio buono per i valligiani del Cadore...
e basta.
:salut
Che ti devo dire, aqua. Io so già chi (non) voterò.
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
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E' la solita manovra correttiva dettata dai soliti motivi di necessità ed urgenza, e che per tale ragione colpisce solo chi lavora onestamente e paga già le imposte e tutte le tasse. Gli unici, dopotutto, a non poter sfuggire alla mannaia vendicativa di un governo corrotto ed imbelle, cioè i fannulloni e parassiti che rubano lo stipendio senza fare un cazzo.

La prossima manovra che riguarderà coloro che non pagano, o che pagano pochissimo rispetto ai redditi posseduti effettivamente, saranno i soliti condoni e scudi fiscali di vario tipo che, con l'avvicinamento delle elezioni, questo governo dovrà pur premiare. Si tratta infatti del suo elettorato più fedele :okok:
S'a Reggina è na malatia, prima Gallo e poi Saladini sunnu i so merici curanti.
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fate pagare l'ici alla chiesa cattolica. Così qualche bel soldino lo recuperiamo (visto che non la pagano...)
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kurohata ha scritto:fate pagare l'ici alla chiesa cattolica. Così qualche bel soldino lo recuperiamo (visto che non la pagano...)
Quotone :thumleft


... magari anche abbassare l'otto per mille al quattro per mille per un paio di anni non sarebbe male.
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aquamoon ha scritto: Vicio, come il meno credibile formigoni, hanno perfettamente ragione e il federalismo con questa manovra rimarrà un pennacchio buono per i valligiani del Cadore...
e basta.
:salut
se per federalismo intendi la cazzata denominata "federalismo fiscale" allora sottoscrivo in toto.

Se invece parliamo di un vero federalismo, le cose cambiano. Le province sono infatti un retaggio dello stato centralista; nei paesi federali in europa ci sono le regioni ma non le province. Nei paesi centralisti è viceversa.
non solo. i trasferimenti dallo stato agli enti locali sono le negazione di qualunque tipo di federalismo. Ma vaglielo a spiegare al leghista medio.

Nulla da commentare del resto, da questa gentaglia non ti puoi aspettare che pastrocchi. Vedremo cosa succederà, sul fronte province c'è il forte rischio dei menorabili tarallucci e vino.
buon appetito
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levando tutti sti giorni di festa la gente non avrà più il tempo di andare a comprare, di ciò ne risentirà tantissimo la nostra economia.


:salut è una cosa logica, o no?
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Vorrei ben vedere come giudica l'operato del governo chi ha votato il PDL, e non mi si venga a dire che la crisi non ha madre perchè penso che ci siano mille modi diversi per affrontarla e ad essere giudicata deve essere questa manovra figlia del Governo Berlusconi che ha scelto di far dissanguare tutti i mortali salvaguardando la ristretta cerchia di plurimilionari.
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Ed intanto anche la Germania è in difficoltà.


http://www.corriere.it/economia/11_agos ... 114f.shtml

in Attesa del vertice Merkel-Sarkozy, l'agenzia di rating disattende standard&poor's
In Germania la crescita si blocca
Fitch conferma la tripla A agli Usa

Piazza Affari chiude in negativo (-0,8%)



MILANO - Riduce le perdite nel finale Piazza Affari dopo essere stata in calo di oltre due punti percentuali. Il Ftse All-Share ha ceduto lo 0,79% e il Ftse Mib lo 0,8%. Ancora male le utilities, con Snam Rete Gas e Terna che perdono oltre il 10% per il rincaro della 'Robin Tax' previsto dalla manovra del Governo. Resistono i titoli bancari, limitando le perdite degli indici principali, affossati dalle utilities, penalizzate dalla revisione della Robin Tax. Sul Ftse Mib Bpm guadagna il 3,27% a 1,611 euro, Intesa SP il 3,29% a 1,288 euro, Mediobanca il 3,27% a 6,32 euro, Ubi Banca il 2,95% a 2,792 euro, Banco Popolare l'1,87% a 1,255 euro e Mps il 2,21% a 0,4709 euro. Fa eccezione Unicredit, che cede lo 0,66% a 1,049 euro.Bene i bancari tranne Unicredit, che mostra un ribasso dello 0,57% a 1,05 euro. Se in giornata gli indici italiani sono stati tra i peggiori del Vecchio Continente, le altre piazze non stanno meglio: Parigi ha ceduto lo 0,68%, Londra -0,43%, Francoforte -0,8%. . Frena nel secondo trimestre del 2011, intanto, la crescita dell'economia europea: il Pil dell'Eurozona e dell'Ue a 27 paesi è cresciuto dello 0,2% rispetto al periodo precedente, e del 1,8% su base annua. Apertura in ribasso anche per Wall Street, con l'indice Dow Jones che cede l'1,25% a 11.389,28 punti e lo S&P che perde l'1,02% a 1.192 punti e il Nasdaq che lascia l'1,14% a 2.525,95 punti.

RALLENTA LA GERMANIA - I risultati negativi delle Borse europee hanno un comune denominatore: i dati che arrivano dal Prodotto interno lordo tedesco nel secondo trimestre dell'anno. La locomotiva Germania rallenta: il pil segna un risultato vicino allo 0 (+0,1%), un dato ben al di sotto delle attese degli analisti. In particolare, si tratta del valore più debole dal primo trimestre 2009, quando la Germania subì una contrazione del pil. Le attese, elaborate da Reuters, erano per un +0,5%. Su base tendenziale il preliminare del pil - non aggiustato - ha mostrato una crescita del 2,8%, anche in questo caso in rallentamento dal 5% del primo trimestre (rivisto al ribasso dal 5,2% iniziale). Le previsioni erano per una crescita del 3,2%. Brutte notizie anche da Madrid: il ritmo di crescita dell'economia spagnola nel secondo trimestre è rallentato a +0,2% dal +0,3% dei primi tre mesi dell'anno. La debole crescita non permette di creare occupazione: il tasso di persone senza lavoro staziona sul 20,89% della popolazione attiva, il più elevato fra i Paesi industrializzati.

IL VERTICE SARKOZY MERKEL - I mercati però sono in attesa del vertice franco-tedesco che dovrebbe fornire rassicurazioni sulla situazione economica dell'Eurozona. L'incontro tra il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy rappresenta un appuntamento cruciale per le Borse, che in Europa (eccetto Milano, chiusa per Ferragosto) hanno avviato la settimana all'insegna degli acquisti, tentando di cavalcare l'onda del rimbalzo, favorite anche dalla chiusura in netto rialzo dei mercati asiatici. La notizia sugli acquisti della Bce di 22 miliardi di euro in titoli di Stato ha ulteriormente consolidato gli orientamenti dei mercati. Per la gran parte degli analisti, Merkel e Sarkozy dovranno discutere innanzitutto dei paletti, più o meno vincolanti, che dovrebbero essere messi per limitare l'indebitamento dei Paesi dell'Eurozona, nel quadro di un eventuale rafforzamento del patto di stabilità. E nonostante ufficialmente ne neghi la possibilità, il governo tedesco di Angela Merkel starebbe valutando le eventuali conseguenze dell'immissione sul mercato di titoli di debito comuni ai 17 paesi dell'eurozona, i cosiddetti eurobond. Lo scrive martedì il quotidiano Sueddeutsche Zeitung (Sz) in prima pagina.

IPOTESI EUROBOND, COME FUNZIONEREBBERO? - Se i governi di Eurolandia fossero un unico debitore, i loro deficit e debiti apparirebbero senza dubbio migliori di quelle di molte economie avanzate, inclusi gli Usa. In base all'idea dell'euro-obbligazione, segnala il Wall Street Journal, il blocco di Eurolandia lancerebbe sul mercato titoli comuni con garanzie altrettanto collettive. Il denaro reperito verrebbe poi distrubuito a ciascuno dei 17 paesi della moneta unica per coprire le rispettive esigenze di rifinanziamento del debito, che andrebbero approvate in anticipo. Un meccanismo di questo tipo darebbe sollievo a paesi messi sotto pressione, come Italia e Spagna, che potrebbero così appoggiarsi su paesi finanziarmene più solidi come la Germania. Sulla questione gli economisti hanno posizioni contrastanti. I favorevoli ritengono che gli eurobond eserciterebbero un appeal maggiore sugli investitori rispetto ad un mercato obbligazionario frammentato, convinti che il prestito comune creerebbe un mercato dei titoli di alta liquiditá di oltre 8 trilioni di euro, secondo per dimensioni solo al mercato del debito degli Usa. Le euro-obbligazioni porterebbero inoltre il tasso di interesse ad un livello medio tra il basso rendimento tedesco e i più alti yelds di Spagna e Italia, «un vantaggio per Roma e Madrid, ma non per Berlino», osserva il Wsj. I detrattori temono invece che l'emissione di titoli comuni dela zona euro ponga fine alle pressione sui governi nazionali per ridurre i deficit.

Redazione online
16 agosto 2011 17:43
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Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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aquamoon ha scritto:a rca che scrive:
Province piccole secondo me possono essere sostituite dai consorzi di comuni, distribuendo ed abbattendo i costi.

Ma... l'abolizione di TUTTE le province non era nel programma del PdL?
Da 110 a forse... 90 è un in(d)izio. Tre anni per partorire una parzialissima riduzione, quando numeri e impegni elettorali avrebbero già dovuto cancellare del tutto i 110 carrozzoni provinciali è un pessimo indizio sulle reali intenzioni del governo.
Vicio, come il meno credibile formigoni, hanno perfettamente ragione e il federalismo con questa manovra rimarrà un pennacchio buono per i valligiani del Cadore...
e basta.
:salut

Lo ha detto lo stesso Bossi che il federalismo è morto.
Ma...loro non stavano al governo(i leghisti intendo) solo per il federalismo? o mi sfugge qualcosa :scratch
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[quote="tito"

se per federalismo intendi la cazzata denominata "federalismo fiscale" allora sottoscrivo in toto.

Se invece parliamo di un vero federalismo, le cose cambiano. Le province sono infatti un retaggio dello stato centralista; nei paesi federali in europa ci sono le regioni ma non le province. Nei paesi centralisti è viceversa.
non solo. i trasferimenti dallo stato agli enti locali sono le negazione di qualunque tipo di federalismo. Ma vaglielo a spiegare al leghista medio.

Nulla da commentare del resto, da questa gentaglia non ti puoi aspettare che pastrocchi. Vedremo cosa succederà, sul fronte province c'è il forte rischio dei menorabili tarallucci e vino.
buon appetito[/quote]

E il bello è che Bersani le ha detto più volte alla lega,se vi interessa il federalismo,facciamo un governo tecnico e lo realizziamo insieme,e invece no,sono stati con Berlusconi,perchè secondo loro era la persona più credibile per realizzare il federalismo.Quando invece,a detta degli stessi piddiellini e leghisti,il nano con le sue manovre ha ucciso ciò per cui la lega ha lottato per trent'anni.Io non so con che faccia tutti e due i partiti si presenteranno tra due anni alle elezioni,visto che uno ha promesso più volte meno tasse per tutti e invece le ha alzate(dichiarandolo pubblicamente)e l'altro invece ha promesso più volte il federalismo,e il federalismo invece lo hanno massacrato.Eppure qualcosa mi dice che nel 2013 prenderanno un bel pò di voti.Questa è l'Italia.
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tito ha scritto:Se invece parliamo di un vero federalismo, le cose cambiano. Le province sono infatti un retaggio dello stato centralista; nei paesi federali in europa ci sono le regioni ma non le province. Nei paesi centralisti è viceversa.
non solo. i trasferimenti dallo stato agli enti locali sono le negazione di qualunque tipo di federalismo.
Caro, non è esattamente così. Prendendo come riferimento l'Europa a 25 (ma potremmo allargare il discorso anche alle Contee statunitensi, ovvero enti intermedi tra Stati Federati e Comuni), in tutti i Paesi vi sono le Province, tranne che a Cipro ed in Lussemburgo (per ovvie ragioni), dunque soprattutto in quelli federali.

Sui trasferimenti dallo Stato centrale, sebbene il concetto di Federalismo alla padana venga scambiato in Italia come una specie di indipendentismo in cui ognuno si tiene il suo per sé, così non è da nessuna parte del mondo: in tutti i Paesi autenticamente federali il concetto di sussidiarietà va necessariamente a braccetto con la solidarietà, ed i fondi perequativi sono decine di volte più corposi di una Cassa per il Mezzogiorno qualunque.

Scusami per l'off topic, ma è una cosa che mi sta a cuore.
Come la bianca ala dell'albatros sul monotono respiro del Pacifico, così, vagabonda per vagare, va la vela del vero marinaio.
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