La nuova "schiavitù"

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aquamoon
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... si richiede serietà, attitudine ai rapporti interpersonali, esperienza nel settore,
disponibilità Full Time ed a lavorare nel week end per ricoprire il seguente ruolo:
Addetto Magazzino
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Addetto alla Cassa
....
Gazzetta del Sud di oggi a pag. 23

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aquamoon ha scritto:... si richiede serietà, attitudine ai rapporti interpersonali, esperienza nel settore,
disponibilità Full Time ed a lavorare nel week end per ricoprire il seguente ruolo:
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:o.o:
Sarà in un centro commerciale dove ri realizza circa il 50% degli incassi nel week end.
Non capisco perchè l'utilizzo del termine schiavitù, ...o forse l'annuncio riporta anche le condizioni di paga da schiavitù :scratch
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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ERIK LARSSON ©
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aquamoon ha scritto:... si richiede serietà, attitudine ai rapporti interpersonali, esperienza nel settore,
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:o.o:

La nuova schiavitù????

Ma quindi chi dal 02/05/2011 al 30/07/2011 ha lavorato tutti i sabati e tutte le domeniche per 9 ore circa al giorno, non staccando mai come lo definiresti?
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ERIK LARSSON © ha scritto:
aquamoon ha scritto:... si richiede serietà, attitudine ai rapporti interpersonali, esperienza nel settore,
disponibilità Full Time ed a lavorare nel week end per ricoprire il seguente ruolo:
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:o.o:

La nuova schiavitù????

Ma quindi chi dal 02/05/2011 al 30/07/2011 ha lavorato tutti i sabati e tutte le domeniche per 9 ore circa al giorno, non staccando mai come lo definiresti?
Chiunque lavori è consapevole che "in casi eccezionali" è concepibile un periodo di super-lavoro.
L'ho fatto io e come leggo, l'hai fatto tu... è normale.
Altra cosa è quando l'eccezionale diventa "conditio sine qua non".
Non potendo prendersi tutto i famelici imprenditori, pur rispettando evidentemente le 40 ore :fifi: ,
pretendono una disponibilità "full time" (nell'inserzione è volutamente in maiuscolo) che di fatto priva il lavoratore della sua libertà e della possibilità di organizzarla.
Full time vuol dire che io m'impegno ad essere disponibile SEMPRE, prescindendo dalle mie necessità per soddisfare le tue.
L'Italia, con tutti i cosiddetti lacci e lacciuoli, era la sesta potenza industriale del Pianeta.
Quel sistema funzionava ed ha permesso all'italiettta del dopo guerra di trasformarsi in Italia.
Il declino italiano non è riconducibile al sistema ma, piuttosto, ad alcuni dei suoi interpreti.
In Costituzione il Lavoro è nell'art. 1, derubricarlo a semplice merce di scambio, buono soltanto per mangiare e non per elevarsi da sub umani ad umani, è, secondo il mio modestissimo punto di vista, un pessimo segnale di imbarbarimento.
:salut
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aquamoon ha scritto: Chiunque lavori è consapevole che "in casi eccezionali" è concepibile un periodo di super-lavoro.
L'ho fatto io e come leggo, l'hai fatto tu... è normale.
Altra cosa è quando l'eccezionale diventa "conditio sine qua non".
Non potendo prendersi tutto i famelici imprenditori, pur rispettando evidentemente le 40 ore :fifi: ,
pretendono una disponibilità "full time" (nell'inserzione è volutamente in maiuscolo) che di fatto priva il lavoratore della sua libertà e della possibilità di organizzarla.
Full time vuol dire che io m'impegno ad essere disponibile SEMPRE, prescindendo dalle mie necessità per soddisfare le tue.
L'Italia, con tutti i cosiddetti lacci e lacciuoli, era la sesta potenza industriale del Pianeta.
Quel sistema funzionava ed ha permesso all'italiettta del dopo guerra di trasformarsi in Italia.
Il declino italiano non è riconducibile al sistema ma, piuttosto, ad alcuni dei suoi interpreti.
In Costituzione il Lavoro è nell'art. 1, derubricarlo a semplice merce di scambio, buono soltanto per mangiare e non per elevarsi da sub umani ad umani, è, secondo il mio modestissimo punto di vista, un pessimo segnale di imbarbarimento.
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Ma quando mai???

Negli anni 60, negli anni 70, negli anni 80.....ad arrivare massimo all'inizio di questo secolo.

Quando, dimmi, quando (come la canzone....) imparerete e prenderete atto che grazie al "permessivismo", alla vostra unità dei popoli, al vostro "volemose bene", ai cittadini di un mondo unito, il mercato del lavoro è irrimediabilmente cambiato???

Quando prenderete atto che oggi il confronto non è tra imprenditori italiani o europei e che un cinese nel suo paese lavora il doppio delle ore di un italiano, a metà della paga?? O che un Giapponese fa due settimene di ferie scaglionate in 365 giorni (mai tutte insieme)?
Svegliatevi sono finiti i tempi della dura lotta di classe tra operai metalmeccanici e padroni!!!! Siamo nel 2011!
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ERIK LARSSON © ha scritto: Ma quando mai???

Negli anni 60, negli anni 70, negli anni 80.....ad arrivare massimo all'inizio di questo secolo.

Quando, dimmi, quando (come la canzone....) imparerete e prenderete atto che grazie al "permessivismo", alla vostra unità dei popoli, al vostro "volemose bene", ai cittadini di un mondo unito, il mercato del lavoro è irrimediabilmente cambiato???

Quando prenderete atto che oggi il confronto non è tra imprenditori italiani o europei e che un cinese nel suo paese lavora il doppio delle ore di un italiano, a metà della paga?? O che un Giapponese fa due settimene di ferie scaglionate in 365 giorni (mai tutte insieme)?
Svegliatevi sono finiti i tempi della dura lotta di classe tra operai metalmeccanici e padroni!!!! Siamo nel 2011!
E questo che significa :scratch che dovremo adeguarci e tornare magari al medioevo, ai servi della gleba, allo schiavismo :scratch
S'a Reggina è na malatia, prima Gallo e poi Saladini sunnu i so merici curanti.
goodfellow

addirittura schiavitù?

ci sono lavori nei quali il weekend è il momento più produttivo e quindi più intenso della settimana...

mia moglie stessa lavora in un outlet e si fa tutti i sabati e le domeniche (tranne un sabato o una domenica al mese)...

io stesso lavoro 6 giorni a settimana e molte volte 7...

è una questione di tipi di lavoro, altrimenti andiamo tutti nella pubblica amministrazione..
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goodfellow ha scritto:addirittura schiavitù?

ci sono lavori nei quali il weekend è il momento più produttivo e quindi più intenso della settimana...
pero' come saprai a Reggio anche se lavori 7 giorni su 7 full-time
alla fine del mese ti ritrovi una busta paga da lavoratore part-time
e nemmeno ti danno la cifra giusta
'' A Reggina Esti Comu U viagra... faci 'nchianari i cazzi "

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Lillo sei uno ha scritto:
ERIK LARSSON © ha scritto: Ma quando mai???

Negli anni 60, negli anni 70, negli anni 80.....ad arrivare massimo all'inizio di questo secolo.

Quando, dimmi, quando (come la canzone....) imparerete e prenderete atto che grazie al "permessivismo", alla vostra unità dei popoli, al vostro "volemose bene", ai cittadini di un mondo unito, il mercato del lavoro è irrimediabilmente cambiato???

Quando prenderete atto che oggi il confronto non è tra imprenditori italiani o europei e che un cinese nel suo paese lavora il doppio delle ore di un italiano, a metà della paga?? O che un Giapponese fa due settimene di ferie scaglionate in 365 giorni (mai tutte insieme)?
Svegliatevi sono finiti i tempi della dura lotta di classe tra operai metalmeccanici e padroni!!!! Siamo nel 2011!
E questo che significa :scratch che dovremo adeguarci e tornare magari al medioevo, ai servi della gleba, allo schiavismo :scratch
No questo significa una sola cosa, ovvero che il signore che hai messo per avatar è un benefattore dell' umanità.
A me personalmente con tutti i suoi scritti ha risolto il problema della stitichezza.
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pab397
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L'errore banale è confrontare le condizioni di lavoro in Italia con quelli della Cina, dell'India o dei Paesi dell'est europeo. E' ovvio che i costi e le condizioni di lavoro non sono paragonabili.
Confrontiamoli con chi è messo meglio di noi.
I metalmeccanici tedeschi guadagnano una volta e mezza di più di quelli italiani e il costo della vita in Germania è agli stessi livelli di quello italiano. E la Germania è messa molto meglio di noi,
Il problema è che, invece di cercare di garantire la qualità del made in Italy, da noi si è cercato di rimanere sul mercato riducendo il costo del lavoro, non solo limitando le retribuzioni, ma sfruttando al massimo la flessibilità. A tempo indeterminato non assume più nessuno o quasi. Sulla fame di lavoro gli imprenditori ci hanno marciato per contenere le retribuzioni e "ricattare", in un certo senso, sia nuovi assunti che personale già operante. Flessibilità (o precarietà che dir si voglia) significa personale poco incentivato, poco specializzato e poco interessato ad essere produttivo. Tutto questo va a discapito della qualità. Morale: chi vuole spendere poco compra dai cinesi, chi vuole la qualità compra dai tedeschi.
E del made in Italy se ne sbatte.
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sono talmente comunista che da bambino mi mangiavo da solo
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E’ chiaro che non possiamo avere delle condizioni di lavoro paragonabili a quelle vigenti nei paesi africani o dell’Asia.

Ci sono imprese che vanno avanti utilizzando il lavoro di un gruppo di impiegati per un anno, con contratti agevolati, e poi alla scadenza, ne chiamano altri.

In questi anni c’è stato un uso improprio degli stage, che sono diventati strumenti per raccogliere manovalanza a costo zero. Insomma, vanno messi dei paletti, per evitare che le imprese abbiano sempre il coltello dalla parte del manico, e ricattino i dipendenti: o si accetta quello che viene offerto o si viene cacciati, tanto la lista degli aspiranti è molto lunga. Vivere con contratti che scadono ogni tre mesi o al massimo ogni anno, non avere mai certezze è un prezzo molto alto e pregiudica il futuro di ognuno.

Noi non possiamo essere concorrenti di paesi come Cina e India sulle tipologie contrattuali del lavoro. La nostra forza deve essere rappresentata dall’innovazione e dalla ricerca. Dalla qualità dei prodotti.

La flessibilità del lavoro purtroppo comporta condizioni di vita non etiche né dignitose. Ci si lamenta della debolezza dei consumi, ma è chiaro che no si può chiedere a chi guadagna 600 o 800 euro al mese di darsi alla pazza gioia. Per non considerare il fatto che tra le nuove tipologie contrattuali, come i lavoratori a progetto, non è menzionato l’orario di lavoro, Altro che nuovi schiavi.

Quando si parla di riduzione del costo del lavoro occorre riferirsi alla riduzione dei costi dell’energia e delle infrastrutture, questa dovrebbe essere una vera politica per chi si ritiene vero liberale, non certo ridurre i lavoratori alla disperazione.

Basta con lo svuotamento del valore lavoro.
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Pab397 ha scritto:
Flessibilità (o precarietà che dir si voglia) significa personale poco incentivato, poco specializzato e poco interessato ad essere produttivo.
Fin quando non si comprenderà ciò rifiutando quell'ipotesi di nomadismo lavorativo che (forse) è nel DNA statunitense ma che certamente non nel nostro (si pensi che l'80% delle famiglie possiede una casa di proprietà, come dire: avvinti come l'edera...),
il futuro di questo Paese non potrà che essere quello che è: un futtiri u cumpagnu che non ci porta da nessuna parte.
O si rimette l'Uomo al centro degli Interessi o non se ne esce...
"fatti non fummo a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza"
:salut

P.S. Finiamola di scimiottare gli americani, loro stanno lì da trecento anni,
noi da tremila.
:wink
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aquamoon ha scritto:... si richiede serietà, attitudine ai rapporti interpersonali, esperienza nel settore,
disponibilità Full Time ed a lavorare nel week end per ricoprire il seguente ruolo:
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:o.o:
Schiavitù legalizzata, mi accontenterei di mangiare pane e cipolla pur di salvaguardare la mia dignità.
Non si vive per lavorare, specie conto terzi, specie se non pagati come da contratto.
Forse la gente si è abituata ad avere una grande squadra senza accorgersi che ogni traguardo per la Reggina resta sempre una grande conquista”


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DoubleD ha scritto: pero' come saprai a Reggio anche se lavori 7 giorni su 7 full-time
alla fine del mese ti ritrovi una busta paga da lavoratore part-time
e nemmeno ti danno la cifra giusta
beh, non leggo la paga del lavoro in questione...
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goodfellow ha scritto:
DoubleD ha scritto: pero' come saprai a Reggio anche se lavori 7 giorni su 7 full-time
alla fine del mese ti ritrovi una busta paga da lavoratore part-time
e nemmeno ti danno la cifra giusta
beh, non leggo la paga del lavoro in questione...

90% sono tutti uguali purtroppo!
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aquamoon ha scritto:Pab397 ha scritto:
Flessibilità (o precarietà che dir si voglia) significa personale poco incentivato, poco specializzato e poco interessato ad essere produttivo.
Fin quando non si comprenderà ciò rifiutando quell'ipotesi di nomadismo lavorativo che (forse) è nel DNA statunitense ma che certamente non nel nostro (si pensi che l'80% delle famiglie possiede una casa di proprietà, come dire: avvinti come l'edera...),
il futuro di questo Paese non potrà che essere quello che è: un futtiri u cumpagnu che non ci porta da nessuna parte.
O si rimette l'Uomo al centro degli Interessi o non se ne esce...
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:salut

P.S. Finiamola di scimiottare gli americani, loro stanno lì da trecento anni,
noi da tremila.
:wink

Più che di storia e tradizioni mi pare sia meglio , a mio avviso parlare di numeri.

Quanto costa il lavoro in Italia Germania e Stati Uniti?

Lo sai che il costo, per esempio in Germania è tale e quale, a parità di lavoro (inquadramento ore ecc..), a quello nostro con la semplice differenza che in busta al lavoratore entra il 40% netto in più?
Chissà dove finosco quei soldi che il datore di lavoro cmq tira fuori ed a cui il lavoratore deve rinunciare (diciamo tasse per mantenere il mostro burocratico della PA e pensionistico...)

In un mondo globalizzato non si può tener conto dei costi dei propri competitors, visto che esiste la possibilità di scelta sul mercato quanto mai libero. Se costi di più aparità di prodotto non vendi, e chiudi, e crei disoccupati.
Altro che filosofia.
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DoubleD ha scritto:
90% sono tutti uguali purtroppo!

ok, e dov'è scritto che questo caso non faccia parte del restante 10%?

finchè non vedo la paga per questo annuncio secondo me stiamo parlando di nulla...
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goodfellow ha scritto:
DoubleD ha scritto:
90% sono tutti uguali purtroppo!

ok, e dov'è scritto che questo caso non faccia parte del restante 10%?

finchè non vedo la paga per questo annuncio secondo me stiamo parlando di nulla...

Il 90% è una cifra elevatissima, ma a mio avviso esagerata, direi che siamo intorno, verosimilmente, al 70%. Cmq uno scempio.

Tra i lavoratori registrati. Poi c'è il nero che non rientra nelle statistiche, e lì ci faccio entrare anche il lavoratore che accetta il contratto part time per fare invece, nella realtà, il tempo pieno.

La prassi è quella di levare i contributi da versare dalla busta paga; in pratica il lavoratore dipendente, deve, con la sua busta paga netta, pagarsi i contributi.

La mia domanda è la seguente: i sindacati che minchia fanno invece di , faccio un'esempio che mi ha lasciato davvero basito, far riassumere un lavoratore che ruba poichè l'oggetto sottratto, con tanto di filmati e denuncia alla pubblica sicurezza, è di modico ed irrisorio valore rispetto al valore dell'azienda per cui lavora ( gruppo gdm furto di due bottiglie di champagne).

Si Lascia che il mercato, già di per sè asfittico, sia drogato da farabutti che risparmiano almento il 35% sul costo del lavoro acquisendo indebiti e delinquenziali vanntaggi competitivi.
Se si tiene conto che una busta paga netta mensile al lavoratore di 1200,00 euro ha un costo aziendale annuale di oltre 31.000,00 . Ogni tre dipendenti ne viene fuori almeno uno gratis con queste modalità.
E' o non è una vergogna da ogni punto di vista, inclusa tassazione per chi si attiene, com'è normale e dovuto, alle leggi vigenti ?
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Drag and drop o se si preferisce... copia e incolla:

Silvia Miglio

Vi scrivo dalla Germania e vorrei farvi notare un’inesattezza nei vostri dati riguardo il calcolo dei costi del lavoro in Italia e in Germania.

Suppongo che per i costi riferiti all’Italia abbiate tenuto conto non solo dello stipendio lordo del dipendente ma anche dei contributi che l’azienda versa di tasca propria, quindi il vero costo del lavoro pro dipendente. Per quanto riguarda la Germania, invece, avete considerato solo lo stipendio lordo del dipendente, dimenticandovi di sommare tutto ciò che l’azienda versa in più.

Potete verificarlo di persona. Andate sul sito: http://www.nettolohn.de/. Alla voce “Bruttolohn” inserite 33931. Lasciate tutto invariato, solo alla voce “Ihr Bundesland” scegliete una regione qualsiasi. Io ho messo Hessen (Assia). Cliccate in fondo su Berechnen e come potete vedere dal risultato si ottiene un netto di 21.033,40.

Fate ora lo stesso su un sito italiano, per esempio http://miojob.repubblica.it/notizie-e-servizi/stipendio.
Qui ho scelto come regione la Lombardia. Da un lordo di 33931 si ricava un netto di 23.207,89. Quindi addirittura l’italiano ottiene 2.200 Euro in più rispetto al tedesco.In entrambi i casi sono partita dallo stipendio lordo del lavoratore. Se in Germania sommassimo la quota versata dalle aziende, che corrisponde a quella del lavoratore per i contributi sociali (escluse quindi le tasse), dovremmo aggiungere 6.947,04, arrivando ad un costo complessivo di 40.878,04. Vale a dire che un dipendente che guadagna netto 21.033,4 euro costa all’azienda 40.878,04, cioè quasi il doppio. Rientriamo quindi negli standard italiani, più o meno. Ci sono poi altri fattori che aumentano ulteriormente il costo del lavoro in Germania, ma non è il tema in questa sede. Quello che mi preme farvi notare è che la Germania non è il paese dei sogni, così come l’Italia non è la sede di tutti i mali. I dati relativi alla Germania vengono “modellati” da non so chi e mai revisionati, con il solo scopo di vendere questo paese come il modello da seguire. In realtà spesso è il modello da evitare (es istruzione – disastro, io sono insegnante – sanità, competenze sul lavoro etc.). Quindi non credete alle statistiche che vi propongono quotidianamente. Verificare prima! Esempio incredibile di statistiche truccate e calcolate su una base molto diversa: i disoccupati.
Cordiali saluti
Dr. Silvia Miglio, Wiesbaden


http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it/ ... -alto.html

Nessuna polemica... mera filosofia.
:sad:

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