Manovra, soppresse alcune province e comuni e dall'altro…

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Una manovra da 45,5 miliardi


I numeri della Manovra
12:03 - Saltano quasi 40 province, vengono accorpati i comuni sotto i mille abitanti e arriva una stretta sulle tredicesime e sul Tfr dei dipendenti pubblici. Altri pesanti tagli sono previsti per Regioni ed enti locali e il federalismo scatterà nel 2012 in anticipo rispetto alla tabella di marcia. Sale poi la tassazione sulle rendite finanziarie e viene introdotto un contributo di solidarietà sui redditi medio-alti dei dipendenti privati. Mentre sugli autonomi con redditi oltre i 55 mila euro spunta un'addizionale Irpef a partire dall'aliquota del 41%.
Sono le principali misure della strategia anticrisi del governo che passa attraverso un decreto da 45,5 miliardi (quasi tutti aggiuntivi) approvato dall'esecutivo per il biennio 2012-2013 e un ddl costituzionale con le modifiche agli articoli 41 e 81 della Costituzione oltre che la delega fiscale.
Una manovra-bis inevitabile per mettere a riparo l'Italia dai rischi. Un decreto "senza alternative", ha commentato il ministro Giulio Tremonti, per evitare "effetti sulla vita del Paese". Poi, ha aggiunto, "vedremo di compensare ma non abbiamo alternative a questo modello". Tuttavia, il titolare di via Venti Settembre ha garantito che il governo si è impegnato nel "modulare la manovra per renderla quanto più equa possibile e corrispondente alle esigenze di giustizia possibili".

Sul capitolo pensioni, su cui ci sono stati contrasti all'interno della maggioranza, Tremonti ha annunciato per il 2012 "allineamenti" che produrranno risparmi per 1 miliardo di euro. Mentre viene accelerato al 2016 l'innalzamento dell'età di pensionamento delle lavoratrici private che la manovra di luglio fissava al 2020. Non vengono toccate quelle di anzianità.

Nuova scure in vista anche per i ministeri per i quali sono in arrivo tagli da 6 miliardi nel 2012 e altri 2,5 miliardi nel 2013. Riduzioni dei trasferimenti che, ha detto il ministro, potranno ridursi a 5 miliardi "se funziona la Robin Hood tax per il settore energetico". Anche le autonomie locali, dopo aver già contribuito pesantemente già con la manovra di luglio, sono chiamate a ulteriori sacrifici: 9,5 miliardi nel biennio. Il settore 'sanità' viene invece escluso insieme alla cultura, alla scuola, alla ricerca e al cinque per mille. Mentre le riduzioni dei fondi Fas partiranno con un anno di anticipo. Per quanto riguarda la tassazione delle rendite finanziare viene introdotta l'aliquota unica al 20% con esclusione dei titoli di Stato.

Il contributo di solidarietà sui dipendenti privati sarà del 5% per sopra i 90.000 euro e del 10% della quota eccedente 150.000 euro come già previsto per i dipendenti pubblici. Mentre l'aumento della quota Irpef per gli autonomi inizialmente prevista per 2-3 anni potrebbe poi diventare permanente. Sul mercato del lavoro viene introdotta maggiore flessibilità e viene prevista la norma che stabilisce che i contratti aziendali che derogano a quelli nazionali sono estesi 'erga omnes'.

Per quanto riguarda le 13esime mensilità, lo stop riguarderà i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa. Sul Tfr si stabilisce il pagamento con due anni di ritardo dell'indennità di buonuscita dei lavoratori.

Infine, sul fronte dei costi della politica arriva anche la riduzione dei componenti dei Consigli regionali. In totale il premier Silvio Berlusconi ha stimato un taglio di 54mila poltrone. Il giro di vite sul numero delle Province, dei Comuni e dei consiglieri regionali scatterà dalle prossime elezioni.

Varato anche il pacchetto con le liberalizzazione delle professioni e dei servizi pubblici locali, con la loro privatizzazione, lo spostamento al lunedì delle festività infrasettimanali non religiose, e un giro di vite sugli evasori fiscali: ulteriore tracciabilità di tutte le transazioni superiori ai 2.500 euro e maggiori sanzioni (fino alla sospensione dell'attività) per mancata emissione di fatture o scontrini fiscali. Altri interventi toccheranno le accise e i tabacchi.

http://www.tgcom.mediaset.it/politica/a ... ardi.shtml

mi sembra buona, c'è il contributo di solidarietà sui redditi alti, eliminazione delle province e dei comuni piccoli, riduzione del numero dei consiglieri regionali e provinciali, anticipazione del federalismo fiscale ed altro.
L'importante non è vincere ma partecipare, con onore, alla sconfitta dell'avversario.
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In Calabria scomparirebbero Vibo e Crotone, e in provincia di RC scomparirebbero circa 22 comuni.


Speriamo bene.
doddi
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A mio avviso troppo poco, si deve e può fare molto di più ... troppi apparati e troppo numerosi gli addetti a ciascuno di essi.
Lo considero solo un'inizio.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:A mio avviso troppo poco, si deve e può fare molto di più ... troppi apparati e troppo numerosi gli addetti a ciascuno di essi.
Lo considero solo un'inizio.

Ad esempio la forestale in Aspromonte........

Ma poi....sarebbero impiegati in altre attività simpatiche ed importanti.
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Fino ad un anno fà eravamo messi meglio degli altri (secondo il nano) oggi siamo con le pezze al culo (sempre grazie a lui). Una manovra dove pagano sempre gli stessi gli errori dei politici che schifo
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unico ha scritto:Fino ad un anno fà eravamo messi meglio degli altri (secondo il nano) oggi siamo con le pezze al culo (sempre grazie a lui). Una manovra dove pagano sempre gli stessi gli errori dei politici che schifo
La crisi è mondiale, ha toccato pure gli Stati Uniti. Che il nostro sistema economico e più solido degli altri è una cosa che non ci sia bisogno di manovre e un altra.
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io2 ha scritto:
unico ha scritto:Fino ad un anno fà eravamo messi meglio degli altri (secondo il nano) oggi siamo con le pezze al culo (sempre grazie a lui). Una manovra dove pagano sempre gli stessi gli errori dei politici che schifo
La crisi è mondiale, ha toccato pure gli Stati Uniti. Che il nostro sistema economico e più solido degli altri è una cosa che non ci sia bisogno di manovre e un altra.

Ma basta co ste cazzate che dice il nano...si la crisi è mondiale ma come mai solo noi siamo dovuti ricorrere subito a una manovra stangata da 90 miliardi in 2 anni e siamo con le pezze al culo e gli altri paesi no ??? Non dite sempre cazzate...
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unico ha scritto:
io2 ha scritto:
unico ha scritto:Fino ad un anno fà eravamo messi meglio degli altri (secondo il nano) oggi siamo con le pezze al culo (sempre grazie a lui). Una manovra dove pagano sempre gli stessi gli errori dei politici che schifo
La crisi è mondiale, ha toccato pure gli Stati Uniti. Che il nostro sistema economico e più solido degli altri è una cosa che non ci sia bisogno di manovre e un altra.

Ma basta co ste cazzate che dice il nano...si la crisi è mondiale ma come mai solo noi siamo dovuti ricorrere subito a una manovra stangata da 90 miliardi in 2 anni e siamo con le pezze al culo e gli altri paesi no ??? Non dite sempre cazzate...
solo noi? Gli americani ancora piangono per una manovra che sicuramente non basterà visto che è un compromesso tra democratici e repubblicani.
Che il nostro paese non abbia bisogno del fondo salva Stati lo ha detto l'unione europea non Silvio. Che poi alcune cose fatte ora si potevano fare in quella precedente sono d'accordo con te.
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Io sono totalmente contrario alle privatizzazioni, visti i bei precedenti che abbiamo avuto in Italia. Preferisco che mi si prelevi lo 0,6% dal mio conto in banca come ha fatto Amato piuttosto che smantellare lo Stato.
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cose che andavano fatte per tempo, non di corsa. Sono le solite leggi difficilmente applicabili e che colpiscono il tessuto economico invece di rilanciare i consumi, governo ridicolo di incompetenti e criminali, vi posto un articolo che descrive bene cosa sta accadendo:

UNA ANALISI DEL PROVVEDIMENTO VARATO IERI SERA

Manovra tardiva, sbagliata, piena di odio: questo è il Pdl

ore 10:54 -
Ieri sera è stata presentata la manovra, che è stata imposta dalla BCE al nostro governo e che ci dovrebbe portare al pareggio di bilancio nel 2013. Nell'articolo di testa vengono descritti dettagliatamente i punti noti (il resto verrà reso noto questa mattina in una conferenza stampa convocata alla 11 dal Ministro Giulio Tremonti, perchè deve essere ancora scritta parte della manovra, anche se il Cdm ha approvato il decreto ieri) della manovra e su questi c'è da fare questa considerazione.
Innanzitutto, nonostante qualche imbellettamento di trascurabile effetto, la manovra colpisce i soliti noti, con un accanimento che trascende nell'odio. E i soliti noti sono il ceto medio, quella massa di persone che lavorano, guadagnano cifre non eccessive, trascorrendo (o cercando di trascorrere) la loro vita con tranquillità. In particolare i dipendenti pubblici: non solo sono stati bloccati loro gli stipendi per fino al 2014; non solo è stata aumentata l'età pensionabile delle donne di botto da 60 a 65 anni; non solo il MInistro Brunetta ha promesso il licenziamento di 300 mila di loro; non solo hanno il turn over bloccato da anni, ma adesso dovranno aspettare, dopo l'andata in pensione, ben due anni per avere il Tfr. Insomma, si picchia chi non si può difendere.
Così come per i tagli: 9 miliardi di tagli agli enti locali sono una enormità, e non basta certo accorpare i comuni sotto i 1000 abitanti, dato che in questi comuni le spese per la politica sono ridotte all'osso, al punto che spesso Sindaco e consiglieri comunali non prendono neanche lo stipendio per il lavoro che fanno. In quanto alla cancellazione delle province sotto i 300 mila abitanti "secondo il censimento che si terrà nel 2011", come è stato specificato, anche questo è un provvedimento alla "campa cavallo". Infatti si tratterà di cambiamenti che entreranno in vigore solo alla fine delle legislature provinciali in corso. E si arriverà a degli assurdi: per esempio, la provincia di Aosta, che è l'unica provincia regionale, va abolita? E come fare col Molise, per fare un altro esempio, che come regione non raggiunge i 300 mila abitanti? Aboliamo le province e non le regioni? E che dire di quelle province che arriveranno a 295 mila abitanti, per esempio? Sicuramente faranno ricorso. E poi, una volta sciolte le province, tutti gli organi provinciale (a cominciare dai prefetti), che fine faranno? Una Regione come la Sardegna, vedrà scomparire la metà delle sue province, ma il territorio dell'isola è molto vasto. Quelle che rimangono riusciranno a controllare tutta l'isola? E per la LIguria, dove spariscono tre province su quattro (resta solo Genova)? Che senso ha a quel punto far coincidere provincia e regione? Insomma, un provvedimento buttato lì, l'ennesimo, senza che sia stato fatto un minimo di ragionamento organizzativo. Tanto valeva abolirle tutte le province, creando semplicemente riunioni periodiche tra i comuni di zone limitrofe per le azioni coordinate.
Per non parlare poi del "contributo di solidarietà", che è un capolavoro. Allora, ricapitoliamo: si paga il 5% sulla parte del proprio stipendio o della propria pensione che eccede i 90 mila euro all'anno, il 10% sulla parte che supera i 150 mila. Per i deputati e i senatori le cifre raddoppiano, col 10% e il 20%. Peccato che nel primo caso vengono colpiti solo quei pochi che lavorano come dirigenti o giù di lì; nel secondo, lo stipendio di un parlamentare copre circa il 30-40% di quello che incassa veramente. Infatti c'è da aggiungere la diaria, 4000 euro al mese per i portaborse (che in genere beccano tra i 500 e i 1000 euro in nero e sono al massimo due; la differenza la intasca il parlamentare), i soldi per affittare un ufficio a Roma, i soldi per i trasferimenti o per affittare anche un appartamento a Roma, se si risiede lontani dalla capitale; e così via. Tutte queste voci, che rappresentano migliaia e migliaia di euro al mese, non sono conteggiate nel "prelievo". E che dire degli autonomi e degli imprenditori? Per loro è ancora più semplice: in media loro dichiarano 30 mila euro all'anno (più o meno quanto un operaio) e quindi continueranno ad evadere il fisco come hanno fatto finora. E non è che abbassando la tracciabilità a 2500 euro (cioè al di sopra di questa somma si paga con assegno) si ottiene qualcosa. D'altronde questa misura, quando venne inserita dal governo Prodi, venne definita da Berlusconi una "misura stalinista". Si sta convertendo anche lui al comunismo, allora?
E si potrebbe continuare con ogni singola voce. Si tratta di tutte misure che, nella migliore delle ipotesi, sono idee interessanti mal applicate; nella peggiore sono il continuo dell'attacco che questo governo sta svolgendo contro i redditi medio bassi. Ed è inutile che il governo, come ha fatto il sottosegretario Santanchè questa mattina ad Omnibus, su La7, dica che vengono assunti 30 mila nuovi precari nella scuola: negli ultimi 3 anni ne hanno cacciati 160 mila. Inoltre l'assunzione è una scelta forzata: hanno fatto leggi talmente contrarie alla Costituzione e ai principi base dell'ordinamento, che il Ministero della Pubblica Istruzione sta collezionando condanne in ede civile in quantità industriale. SI tratta di un tentativo - timido, insufficiente e mal applicato, anche in questo caso, si fermare i ricorsi. Ma è fatto talmente male che sta causando nuovi ricorsi già da adesso.
Una annotazione finale. Ieri Berlusconi ha detto che sulla manovra non verrà messa la fiducia, se l'opposizione sarà disponibile come lo è stata a luglio, quando la manovra è passata in meno di una settimana tra Camera e Senato. Una opposizione che facesse passare questi provvedimenti, però si squalificherebbe moralmente. Inoltre, i mal di pancia all'interno del Pdl e della Lega sono così forti, che anche questa volta probabilmente verrà messa la fiducia. E non è certo la prima volta: sia nel 1994, sia tra il 2001 e il 2006 che con questo governo, mai i governi Berlusconi hanno approvato manovre finanziarie o manovre correttive senza la fiducia. Persino a luglio è stata messa la fiducia, nonostante l'opposizione non avesse presentato neanche un emendamento.

di Antonio Rispoli

http://www.julienews.it/notizia/politic ... ica_0.html
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goldenboy
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Io mi aspettavo una riforma fiscale,magari pagavo qualcos ain meno di irpef..ero rimasto a qualche settimana fa,cosa è cambiato :scratch :scratch :scratch ???
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goldenboy ha scritto:Io mi aspettavo una riforma fiscale,magari pagavo qualcos ain meno di irpef..ero rimasto a qualche settimana fa,cosa è cambiato :scratch :scratch :scratch ???
è stata approvata la delega per la riforma fiscale che verrà fatta in autunno.
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La stangata bis del governo è sulle spalle degli statali e del ceto medio-basso
La manovra aggiuntiva da 45,5 miliardi colpisce anche Regioni ed enti locali, che si dovranno rivalere sui cittadini. La Lega ha vietato di toccare le pensioni, quindi restano tagli e tasse che minano la crescita
Il pareggio di bilancio anticipato al 2013 lo pagano soprattutto gli statali e le Regioni. A loro il conto più pesante di una manovra che, stando ai numeri presentati ieri sera nel consiglio dei ministri, è diventata di 45,5 miliardi ma con il grosso della correzione, 20 miliardi, da scontare nel 2012 anziché nel 2013.

In attesa della relazione tecnica che darà i numeri precisi, la sostanza è chiara: la botta agli statali è doppia. La liquidazione (Tfr) viene ritardata di due anni. Chi va in pensione o si licenzia oggi, vedrà i soldi a cui ha diritto nel 2013. É una misura che non porta alcun risparmio strutturale, ma che serve a fare cassa da subito per dover emettere meno debito nel 2011. Con buona pace dei progetti che avevano fatto gli statali sulla propria liquidazione. Seconda botta, questa davvero inedita: se i dipendenti di un ente della pubblica amministrazione non riescono a rispettare gli obiettivi di riduzione di spesa, addio alla tredicesima mensilità. I sindacati stanno già cercando di capire se la norma è incostituzionale.

C’è poi un altro colpo pesante nascosto: se il Parlamento non approva entro il 2011 (ed è quasi impossibile) la mega-riforma fiscale prevista da una legge delega, nel 2012 le tasse salgono di 4 miliardi con un taglio lineare di tutti i bonus fiscali. Agevolazioni, come quelle per i familiari a carico, di cui beneficiano soprattutto i contribuenti con un reddito medio basso come gli statali. Le Regioni e i Comuni sono già disperati: oltre ai sei miliardi della manovra prima versione, quella approvata a luglio, vedono svanirne quasi altri 4. E dire che speravano ancora che il governo rispettasse la promessa di restituire anche quello che aveva tolto con la manovra 2010. Invece niente. E questo significa una sola cosa: più tasse locali, con l’Imu (l’imposta centrata sulla casa su cui si fonda in federalismo fiscale) e meno servizi, a cominciare dai trasporti pubblici. Altri 8,5 miliardi in due anni dipendono dai tagli ai ministeri, che sono facili da fare sulla carta e molto difficili da ottenere nella realtà. Questa è la sostanza.

Segue una lunga lista di balzelli, perché il resto della manovra si fa tutto dal lato delle entrate (cioè tasse). Salgono le tasse per i professionisti che guadagnano più di 55 mila euro. Ed è confermato il “contributo di solidarietà” (cioè un supplemento sull’Irpef) per i redditi che superano i 90 mila euro. É una specie di patrimoniale, parola impronunciabile per Berlusconi, che ha scelto questa strada proprio per evitare di essere accusato di replicare la manovra di Giuliano Amato nel 1992. Ma c’è una differenza sostanziale: la patrimoniale la pagano anche gli evasori, il prelievo straordinario sul reddito invece colpisce solo i pochi italiani con un reddito alto che lo dichiarano anche. Altri due miliardi arrivano dall’aumento dal 12,5 al 20 per cento dell’aliquota sui proventi finanziari, una misura da cui restano esclusi i titoli di Stato.

Tutto sarebbe stato più semplice se la Lega avesse acconsentito a un intervento drastico sulle pensioni, auspicato da molti perché non ha un impatto negativo sulla crescita. Invece niente, Umberto Bossi non ha ceduto (gran parte dei lavoratori con i contributi sufficienti alla pensione di anzianità sono al Nord) ed è passata solo l’ipotesi minima: l’aumento a 65 anni dell’età per le pensioni di vecchiaia delle donne nel settore privato, comunque graduale, previsto per il 2015 anziché al 2020. Restano le briciole – un miliardo nel 2012 – di quello che poteva essere l’intervento decisivo.

Fin qui, pensioni a parte, sono tutti interventi che avranno un impatto negativo sulla crescita. Perché se gli italiani hanno meno soldi in tasca – tra tagli e tasse aggiuntive – consumeranno meno, quindi il Pil crescerà anche meno dell’1 per cento previsto. Gli unici interventi per compensare questo effetto previsti dal governo sono una specie di lotta all’evasione, con la tracciabilità dei pagamenti a 2500 euro anziché a 5000 (il governo Prodi l’aveva portata a 500, poi Tremonti ha cancellato la norma), e l’accorpamento alla domenica (cioè lo spostamento al lunedì) dei tre giorni di festività laiche del calendario: niente ponti per lavorare, nel migliore dei casi, tre giorni in più all’anno. Cosa che farà aumentare, un po’, il Pil.

La domanda è se tutto questo basterà. Alla Banca centrale europea, che doveva essere convinta a continuare l’acquisto del nostro debito pubblico che nessuno vuole, e ai mercati che diffidano della capacità di reazione dell’Italia alla crisi del debito pubblico. La risposta arriverà martedì: la manovra è rimasta circa la stessa che era stata bocciata un mese fa, con il pareggio di bilancio anticipato di un anno al prezzo di ulteriori colpi alla già fragile crescita del Pil. Difficile che l’umore e l’ottimismo degli investitori possa quindi cambiare radicalmente.

da Il Fatto Quotidiano del 13 agosto 2011
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reggino
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Il governo presenta la stangata bis
“50 mila poltrone politiche in meno”
Pochi i dettagli su tagli e tassi, i ministri si concentrano sui costi della politica: "50 mila poltrone in meno". Contributo di solidarietà per i redditi alti esteso a tutti i lavoratori. Sacconi: "La contrattazione aziendale potrà derogare a quella nazionale e alla legge". Arriva una norma sul caporalato
Ieri sera il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti hanno spiegato la manovra bis da 45,5 miliardi di euro in due anni sorvolando su molti dettagli. Oggi tocca a Tremonti illustrarla compiutamente in una conferenza stampa indetta a Palazzo Chigi alle 11 e spostata di un’ora, alle 12. La sensazione è che non tutti i punti previsti nella bozza esaminata ieri fossero stati chiariti fino in fondo tra gli alleati di governo.

I numeri annunciati sono questi. Per il 2012, sei miliardi di euro di tagli sui trasferimenti agli enti locali; altrettanti ai ministeri. Quanto alle entrate, un miliardo arriverà dall’aumento al 20% della tassazione sulle rendite finanziarie; un altro miliardo da nuove imposte sul gioco e dall’aumento delle accise sui tabacchi; un miliardo dalla lotta all’evasione e altrettanti dall’anticipo delle norme sulla previdenza. Infine, circa 4 miliardi dalla delega assistenziale. Tremonti accenna anche a un non meglio precisato programma di “liberalizzazioni”.

Non saremmo arrivati a questo punto, ha premesso Tremonti, se in Europa “ci fossero gli Eurobond”. Il testo della manovra, ha precisato, sarà pubblicato domani in Gazzetta Ufficiale, dopo la “bollinatura” della Ragioneria dello Stato e la firma del Presidente della Repubblica. Il ministro ha anche annunciato che quest’estate, nel “tempo libero”, lavorerà a un libro che spiegherà le ultime settimane convulse dei conti pubblici e dei mercati finanziari europei. Tremonti ha anche accennato alla “soppressione degli enti con meno di 70 dipendenti”.

Sul taglio dei costi della politica interviene il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli. Cita per prima cosa il disegno di legge costituzionale che porterà al dimezzamento del numero di parlamentari. Sulla manovra approvata ieri, Calderoli ha spiegato che sono state tagliate le indennità dei parlamentari in misura doppia di quanto toccato ai dipendenti pubblici: “Abbiamo applicato ai parlamentari quanto previsto per i dipendenti del pubblico impiego (e a tutti i lavoratori, ha precisato Tremonti) raddoppiando l’entità dei tagli: 10% tra 90 e 150.000 euro e 20% sopra i 150.000”. Saranno dimezzate agli onorevoli che svolgono un’altra professione. Riduzione del 20% di consiglieri regionali (da 775 a 610 in tutta Italia) e degli assessori. I loro stipendi non potrranno superare comunque la retribuzione dei parlamentari.

Calderoli conferma la soppressione delle province che non raggiungono i 300 mila abitanti o non superano i 3 mila chilometri quadrati di superficie. In attesa dei dati del censimento di quest’anno, la scure dovrebbe abbattersi su un numero di amministrazioni provinciali compreso tra 21 e 35. Con in più il taglio del 50 per cento dei consiglieri e degli assessori provinciali. Confermato anche l’accorpamento dei piccoli comuni. I Comuni con meno di mille abitanti avranno solo il sindaco, senza alcun assessore. In tutto, stima Calderoli, dovrebbero sparire circa 50 mila poltrone politiche in tutta Italia. E il federalismo fiscale, che “non è morto”, entrerà in vigore anticipatamente dal 2012.

Sul fronte dello “sviluppo”, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi mette l’accento sulla contrattazione decentrata, “anche in deroga ai contratti nazionale e alle leggi espressamente richiamate nel decreto, riguardo per esempio l’orario, il mansionamento, la videosorveglianza, le collaborazioni coordinate continuative”. Queste ultime “entrano nella disponibilità della contrattazione aziendale, a differenza di quanto accedeva fino a oggi”. In altre parole, “gli accordi di Pomigliano e Mirafiori saranno estesi a tutti i lavoratori”, ha chiarito il ministro.

Altre norme riguardano la “limitazione dell’abuso dei tirocini” e l’introduzione del reato di caporalato. Sacconi ha menzionato anche alcune misure di liberalizzazione delle libere professioni.

Arrivando al cuore della manovra bis, questa “anticipa al 2013 l’anno del pareggio”, dice Tremonti. “Sul 2011 i numeri restano invariati rispetto alla manovra originaria. Sul 2012 la manovra sale a 25,7 miliardi e sul 2013 a oltre 49 miliardi”. Quest’anno però si potrebbe arrivare comunque a un rapporto deficit/pil migliore del previsto 3,9%.

Nel settore energetico torna la Robin Hood Tax, “ferme restando le bollette per le famiglie”. La Robin Hood Tax”dovrebbe portare due miliardi di euro, che andrebbero a ridurre di un miliardo i tagli ai ministeri e di altrettanto i tagli agli enti locali. Cancellato ancora prima di nascere il (discusso) sistema Sistri, la tecnologia che avrebbe permesso di tracciare il percorso dei rifiuti, per contrastarne lo smaltimento abusivo.

Confermata l’aliquota unica al 20 per cento delle rendite finanziarie, esclusi i Bot. Un miliardo sarà recuperato da accise su giochi e tabacchi. Entrano in vigore anche la tracciabilità delle transazioni sopra i 2.500 e le sanzioni pesanti su chi non emette fattura, compresa l’espulsione dall’ordine professionale. Il ministro dell’Economia ha ridimensionato la portata del provvedimento sulla tredicesima dei dipendenti pubblici di uffici che non raggiungono gli obiettivi prefissati: “Non è un taglio ma uno slittamento nell’erogazione”.

Sul fronte della pensioni, Sacconi ribadisce le misure anticipate ieri, a partire dal via nel 2016 del progressivo innalzamento dell’età pensionabile fino ai 65 anni. Abolite, aggiunge Tremonti, le promozioni “last minute” poco prima di lasciare il lavoro, con conseguente miglior trattamento previdenziale.

Riguardo alle festività accorpate, Tremonti ha precisato che le feste religiose (e quella patronale di Roma) sono fissate dal Concordato e quindi non possono essere toccate liberamente dal Parlamento.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08 ... ti/151425/
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Sono pronto a scommettere che alla fine saranno eliminate solo Crotone e Vibo ed il resto salvato,la Lega non si farà certo cacciare dalla province che governa.
"Preferisco che ci si abbracci quando si fa gol, evitando certe cose."
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Manovra contestata anche dalla stessa maggioranza.


LE REAZIONI

Manovra, ira di Regioni, Comuni, Province
"Tagli insostenibili, abbiamo già dato"A guidare la rivolta anche due esponenti della maggioranza. Formigoni: "Effetti depressivi e antisociali, così il federalismo fiscale non esiste più". Alemanno:: "Frutto delle divisioni nel governo". Zingaretti: "Macelleria sociale". Lettera delle associazioni degli imprenditori: "Manovra strutturale per convincere i mercati". Prestigiacomo: "La decisione sui rifiuti un regalo alle ecomafie"
Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni



SCHEDA: I CONTENUTI DELLA MANOVRA 1

L'ira di Formigoni. Tra i più severi Roberto Formigoni. Questa manovra, commenta, avrà "effetti depressivi e antisociali perché colpisce servizi essenziali soprattutto per i meno abbienti". "La nostra proposta - dice - è di abolire i tagli e di sostituirli con altre misure con cui repererire le risorse necessarie". Il presidente della Lombardia dopo aver sottolineato che i tagli di trasferimenti annunciati dal governo per gli enti locali "saranno di 6 miliardi nel 2012 e di 3 miliardi nel 2013" ricorda che "questa è la terza manovra in 12 mesi e l'ultima ha scaricato già un peso abnorme sulle Regioni: il peso di quella di luglio 2011 è del 50 per cento sulle Regioni che pesano solo per il 16 per cento sulla spesa totale. E' evidente - rimarca - il pesantissimo effetto distorsivo a danno delle Regioni".

"Fine del federalismo fiscale". I motivi di scontento di Formigoni sono però anche altri e sembrano essere strettamente legati alle faide che da tempo si combattono in seno alla maggioranza di centrodestra. Dopo aver riferito dell'annuncio Tremonti di voler anticipare con la manovra il federalismo fiscale, il governatore lombardo infatti accusa: "Non capisco cosa si anticipi, le Regioni hanno detto che la manovra di luglio già affossa il federalismo fiscale. Se a quei tagli ne aggiungiamo altri, anche dal punto di vista delle Regioni il federalismo fiscale non esiste più. L'ammontare dei tagli nel 2010 era 4,5 miliardi nel 2011 di 9,5 miliardi".

I Comuni non si arrendono. Forse ancora più negativo il giudizio dei Comuni. "Una manovra iniqua e completamente inaccettabile", la definisce il vicepresidente dell'Anci Graziano Delrio. "Ci siamo seduti a questo tavolo con l'aspettativa di una revisione seria delle manovre precedenti", ma ai comuni "vengono tagliati ulteriori 1,7 miliardi" ha aggiunto Delrio. "Ci appelliamo quindi al presidente del Consiglio - ha spiegato - perché cambi l'impostazione della manovra. Altrimenti, tra sei mesi, saremo ancora qui a parlare dell'ennesima manovrina".

Alemanno spera nel premier. Appello al premier che non sembra essere solo retorico. Secondo il sindaco di Roma Gianni Alemanno potrebbe invece trovare a Palazzo Chigi orecchie attente. "Oggi - rivela confermando ancora una volta le profonde divisioni interne al governo - mentre Tremonti prospettava i tagli alle Regioni e agli Enti locali, ho visto il presidente del Consiglio molto perplesso, per cui credo, anzi auspico, che la partita non sia ancora finita".

Tra gli scontenti della maggioranza c'è sicuramente anche il ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan. "Sia chiaro che se è una manovra che impone sacrifici ai cittadini tipo tagli alle pensioni o patrimoniali e non c'è neanche una lira per gli investimenti io non la voto", minaccia l'esponente del Pdl arrivando a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri.

Zingaretti: "Macelleria sociale". Pesantissimo anche il giudizio delle Province. "Usiamo la terminologia esatta - accusa il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti - la manovra proposta dal governo nei confronti degli Enti locali è una vera e propria macelleria sociale". "Gli enti locali - aggiunge - sono in prima fila per fornire servizi alle fasce più bisognose della popolazione. Questi stanziamenti sono stati già ridotti all'osso e ridurli ancora, peraltro con percentuali elevatissime, significa scardinare quasi completamente qualsiasi intervento sociale nei confronti dei più deboli". "Tutto ciò è inaccettabile, quindi - conclude Zingaretti - sarà necessario mobilitarsi in tutti i modi contro questa iniqua manovra".

Pestigiacomo sui rifiuti. "Gravissima l'inaspettata norma contenuta nella manovra che cancella il Sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti. Un vero e proprio regalo alle ecomafie", dice il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Si cancella un cambiamento che "avrebbe consentito il controllo e la movimentazione di tutti i rifiuti speciali nel Paese che rappresentano l'80% di quelli prodotti".

Parti sociali. Ancora una volta deluse dai contenuti della manovra le associazioni di categoria. "Riteniamo necessario ribadire con forza che la manovra che ci si accinge ad approvare deve essere tale da ripristinare rapidamente la credibilità e la fiducia dei mercati finanziari nei confronti del Paese", sottolineano in una nota congiunta le associazioni datoriali, dall'Abi e Confindustria a Alleanza cooperative italiane (Confcooperative, Lega cooperative, Agci), Ania, Cia, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Reteimprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confesercenti).

Alternativa green economy. Chiede invece una revisione radicale della manovra, anche dal punto di vista "ideologico", il Wwf. L'associazione ambientalista avverte che è giunto il momento di "delle scelte, degli investimenti nel futuro, individuando il ruolo del 'sistema Italia' in tale contesto, tagliando gli aiuti a settori superati e inquinanti". "La crisi - prosegue una nota del Wwf - è oggi non solo economica, ma anche ambientale e sociale, e in quanto tale va affrontata, offrendo a tutte le persone, e al Pianeta, una prospettiva di futuro. Puntare oggi sulla Green Economy vuol dire pensare a un'economia sostenibile e resiliente rispetto alle minacce ambientali (in primis i cambiamenti climatici che metterebbero a rischio anche l'economia futura), nonché portatrice di una prospettiva e di un benessere duraturo e fondato sulla qualità".
(12 agosto 2011)


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io2 ha scritto: solo noi? Gli americani ancora piangono per una manovra che sicuramente non basterà visto che è un compromesso tra democratici e repubblicani.
Che il nostro paese non abbia bisogno del fondo salva Stati lo ha detto l'unione europea non Silvio. Che poi alcune cose fatte ora si potevano fare in quella precedente sono d'accordo con te.
solo noi solo noi... anzi no, siamo in buona compagnia, con grecia e spagna.

il problema negli usa è stato prima formale, poi sostanziale, ma il loro rpoblema è ben minore del nostro.

E soprattutto... NON C'E' NESSUNA CRISI INTERNAZIONALE.
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Di questa manovra approvo solo il taglio delle province;
per il resto c'è la solita penalizzazione per il Sud attraverso il taglio dei FAS, si colpiscono i soliti ceti medi, le tasse aumentano, mentre manca totalmente la parte relativa alla crescita.

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
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Berlusconi, apprezzamento da Europa

Telefonate con Merkel e Trichet
13 agosto, 18:29

(ANSA) - ROMA, 13 AGO - "Stamattina ho avuto telefonate con qualche leader europeo, in particolare ho avuto una lunghissima telefonata con la signora Angela Merkel, ho parlato con il presidente della Bce Trichet e ho in programma altre telefonate, con Van Rompouy, con Sarkozy e altri tra stasera e domani". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi. "Ho ricevuto grande apprezzamento, non era in discussione soltanto la posizione italiana, era in discussione l'euro e quindi l'Europa stessa''.


http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 94563.html
L'importante non è vincere ma partecipare, con onore, alla sconfitta dell'avversario.
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