Regmi ha scritto:Non per difendere, me ne guardo bene, Luiera sia chiaro.
Ma visto che sulla necessità di ridurre i costi della politica si sono, e si stanno, spesi fiumi di parole lastricati di buoni propositi,
perchè la proposta di unire le due sedi provoca spasmi irresistibili? E' o non è uno spreco al di la della sua futura collocazione?
Uno propongo una sede per ogni abitazione di ciascun consigliere e collegamenti virtuali in videoconferenza, senza rimborso dei 20 euri mensili di adsl, così i costi sarebbero zero ...
Interessane riflessione di Giusva
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Il caldo di Loiero e il banco di prova di Scopelliti e Talarico
Martedì 09 Agosto 2011 17:51
di Giusva Branca - La benzina sul fuoco - mi auguro solo sotto forma di boutade - arriva da Agazio Loiero che, per tagliare sui costi della politica, propone di costruire un nuovo Consiglio regionale a Lamezia. Rimettere in discussione una scelta figlia di un faticoso compromesso a cui si pervenne dopo oltre un anno di rivolta di Reggio, con cinque morti, oltre 40 anni fa, è puerile e pericolosissimo sul piano sociale.
Tra l'altro, come spessissimo accade quando parlano i politici, la gente viene messa su una cattiva strada e comprende male e parzialmente: è vero che, come dice Loiero, la presenza del Consiglio regionale in un posto diverso e decentrato rispetto alla Giunta porta un aggravio di costi per la collettività, ma è altrettanto vero (e sottaciuto) che tali costi derivano da una voce che si chiama, in maniera ovviamente criptica, "accessi" che nulla altro accorpa se non dei banali, volgarissimi e costosissimi rimborsi per gli spostamenti dei consiglieri medesimi.
Ora, basterebbe abolire tali rimborsi (a nessun datore di lavoro del pianeta salterebbe in testa di rimborsare le spese di trasferimento ai pendolari) ed il gioco sarebbe fatto.
Ma, invece, siccome -come Loiero sa bene- fin qui tale idea è stata impraticabile a causa della debolezza, del lassismo ed anche dell'interesse contrario, in definitiva, di chi è chiamato a decidere, ecco la bislacca idea di spostare il Consiglio, una sorta di versione moderna (e costosissima, qualcuno ha idea di cosa significhi spostare uffici e costruire ex novo un edificio di tal fatta, mentre, ad esempio, da anni a Catanzaro non si riesce a completare la cittadella regionale?) di Maometto e la montagna.
Rispetto al concetto di decentramento, poi, trattasi solo di valutazione speciosa, vedi sede del Consiglio di Palermo, di Trieste, di Cagliari, di Venezia.
Ma c'è di più: con questi chiari di Luna sarebbe paradossale ma assai probabile che una nuova, folle, sede dell'Assemblea porterebbe ad un rimborso al contrario a favore dei consiglieri reggini che si recassero a Lamezia.
Sul piano, ancora, dei costi, risibile è l'argomentazione relativa ai documenti, atteso che in epoca di piena digitalizzazione il pianeta è raggiungibilissimo con un click in un secondo.
Lasciando da parte uscite, tipiche, agostane, il problema dei costi della politica, però, permane ed è serio.
E la Calabria ci fa i conti da decenni, alle prese con una ipertrofia di piante organiche e uffici, figlia di quaranta anni di clientelismo selvaggio e senza scrupoli.
Ora Scopelliti, insieme a Talarico, è chiamato alla vera sfida ed è proprio qui che si misureranno forza e autorevolezza all'interno della compagine politica che guida e, perché no, anche nei confronti dell'opposizione.
La rimodulazione delle spese, dei rimborsi e degli stipendi dei singoli politici è cosa buona e giusta, ma - onestamente - incide poco.
Ben più serio (e di difficile soluzione) è il nodo che riguarda la proliferazione di uffici, dipartimenti, la duplicazione di ruoli facilmente accorpabili. Decisivo diventa il percorso, ormai ineludibile, che dovrà necessariamente investire le decine di enti sub-regionali per lo più inutili se non per elargire stipendi a qualcuno. E qui l'operato politico di Scopelliti e Talarico e quello, decisivo, dirigenziale e operativo, di Zoccali e Lopez, diventa fortemente impopolare. Non solo verso i palazzi della politica ma anche verso l'esterno. Ma una buona guida politica fa ciò che è utile e opportuno fare indipendentemente da ciò che si aspettano i sacerdoti ed i fedeli.
La riunione dell'altro giorno tra -appunto- Scopelliti, Talarico, Zoccali e Lopez è un piccolo antipasto, ancora piuttosto nebuloso, di uno scenario che comincerà a delinearsi da settembre in poi.
Sarà una battaglia di retroguardia rispetto alla quale sotto le luci dei riflettori tutti si diranno d'accordo ma che nelle segrete stanze troverà le resistenze più feroci. La forza politica e la credibilità future di Scopelliti, Talarico e delle loro strutture più strette e operative passeranno anche dall'esito di questa battaglia sotterranea che sarà lunga e non priva di meschini tentativi di condizionamento sotto forma di veri e propri ricatti su altri - e differenti - percorsi normativi in Aula e Commissioni.
La Calabria lo sappia.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.