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Caronte
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Vedo tanti bei interventi, ma non ho il tempo di leggere in quanto la canna da pesca mi aspetta.
Preciso soltanto che il mio intervento era contro il definire "coglioni" gli elettori (quale che sia la parte politica), che comunque danno spesso dimostrazione di capacità di punire i demeriti (di premi ai meriti aimè non me ne vengono in mente).
Per il resto la crisi mondiale c'è, così come è sacrosanto il fatto che l'attuale governo sta governando di merda che di più non si potrebbe (ed lo dice uno che ha votato lo Zio Silvio).
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Regmi
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doddi ha scritto:
kurohata ha scritto:
doddi ha scritto:
Si aqua, ma ripeti sempre le medesime cose. Lungi da me l'intenzione di fare il Prof. ma 20-25 righe sono copia incolla, non ti suddii? :scrolleye:

Insomma che stà succedendo a tuo avviso nel mondo?
L'amputazione di una A strars & stripes è colpa di B.? La speculazione è colpa di B.? L'attacco all'euro è colpa di B.?
La fine del mondo, sarà anch'essa colpa di B.?
Bersani, eventualmente, sarà in grado di risolvere questi problemucci? Gli basterà arrotolarsi le maniche della camicia da emulo di B. l'Ammericano?

Sorprendimi e risolvi il dilemma :fifi:
se posso permettermi:
secondo me si è colpa di Berlusconi, è colpa di Bush, è colpa di Zapatero, è colpa di Marchionne, è colpa di Bill Gates eccetera eccetera... non sono capaci di dirigere un bel niente e hanno scelto di seguiro un modello di sviluppo (il capitalismo) che non funziona più e che non può funzionare in eterno.
Un sistema non può reggersi sul debito. E la sua relativa garanzia infinita data dalla creazione di moneta.
Se posso comprarmi un suv da 70.000 euro stacco l'assegno altrimenti prendo l'utilitaria.
Il sistema deve essere perennemente regolamentato, e dopo la crisi finanziaria americana le regoli forti sono mancate a livello globale.
C'è un mostro, creato dal sistema finanziario, denominato derivati e vendite allo scoperto, che lo stà distruggendo dal suo interno.
Servono regole globali e condivise, vista la globalizzazione totale.
Ma possono, i governi , realizzarle visto che non sono propietari della moneta?
Potrei quotare chiunque ma, visto l’amore infinito che ci lega, lo faccio con te. :mrgreen:

Dipende se si è in grado di dimostrare che si ha la capacità di far fronte allo stesso.
Perché questo mi sembra il punto. Se lo dimostri avrai credito altrimenti ti attacchi al tram e, brutalmente detto, fallisci.
E a guardare tutti i dati, anche quelli da te prima postati, i fondamentali della ns. economia non sembrano poi così mal messi al punto di ipotizzare il default. L’unico che desta, e non da poco, molta preoccupazione è il rapporto deficit/pil che è schizzato al 120 % per via della disastrosa politica economica del duo Berlusconi/3Monti che sono riusciti nella mirabolante impresa di coniugare aumento del debito in termini assoluti e crescita zero. (ci sono analisti che sostengono che sarebbe bastato crescere di 1 punto % in più per scongiurare sto casotto). Ossia lo stimolo alla crescita dato alle Imprese si è rilevato nullo o largamente insufficiente.
Detto ciò rimane da capire il perché di questo attacco al nostro Paese che io non vedo come prettamente speculativo ma bensì di tipo politico. (perché non alla Francia e alla Germania per esempio)
Tralasciando tutte le invettive possibili verso questo esecutivo, di fatto, cos’è successo ultimamente?
E’ semplicemente successo che l’UE ci ha chiesto di varare degli aggiustamenti ai nostri conti che ci consentissero di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2014 per il quale è stata varata una manovra che rimandava 40 dei circa 47 mld al biennio 2013/14 per via, è lapalissiano, della scadenza elettorale del 2013.
Furbata tutta interna tesa a scaricare sul prossimo governo i costi politici che i mercati, come testimoniato dall’ondata di vendite dei nostri BTP i cui tassi da quel preciso momento si sono innalzati paurosamente, non hanno assolutamente gradito. (sembra che i Tedeschi si siano stufati di finanziare i debiti altrui creati da governi inetti e ci hanno amorevolmente inviato un segnale)
Da qui, e dopo il controproducente discorso alle camere, il pressante invito di Trichet e company ad anticipare gli effetti della manovra che è stata annunciata in conferenza stampa e che, a mio parere, già da lunedì contribuirà ad allentare (La BCE non più motivo di stare a guardare) gli attacchi fino a rientrare completamente quando saranno effettivamente varati.
Insomma se si dovesse riassumere il tutto in uno slogan questo non potrebbe essere che:
Meno male che silvio c’è.
Al quale io aggiungo anche i suoi elettori.

PS -Su quello che ho interpretato come una nostalgica voglia della Liretta credo sia meglio soprassedere. (rammento solo che probabilmente oggi, a parità si reddito, pagheremmo un caffè almeno 5000 lire)
Ultima modifica di Regmi il 07/08/2011, 19:45, modificato 1 volta in totale.
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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Siamo ormai in piena bufera che rischia di trasformarsi in una vera e propria tempesta. L’avvio di una crisi del debito sovrano dipende più dalla perdita di fiducia soggettiva dei mercati che dal superamento di indici standardizzati.

Di fronte a questa prospettiva ci si domanda: perché non consolidare il debito pubblico ? Ma consolidare il debito pubblico significa dire a chi possiede titoli: ve li tenete per sempre o comunque a lungo perchè lo Stato non intende (almeno a breve) restituire il capitale quando i titoli scadono. Vi pagheremo solo gli interessi. Cosa impossibile da realizzare, altrimenti usciremmo chissà per quanto tempo non solo dall''Europa ma dal consesso internazionale dei mercati e questa maledizione si abbatterebbe sui nostri figli e nipoti, cioè sulle generazioni più giovani e future.


Pertanto, essendo i bilanci pubblici strutturalmente deficitari e non potendo tornare in equilibrio se non aumentando le imposte, cioè accettando la crescita della socializzazione della spesa, cosa che aggraverebbe ancora di più la già asfittica crescita economica; questo governo opta per la riduzione delle prestazioni sociali, cioè mettendo nuovamente in discussione il carattere universale ed egualitario di un’assicurazione contro i rischi.

L'unica soluzione finanziaria, per non essere iniqua e di classe, sarebbe una bella patrimoniale che colpisca veramente i patrimoni, specie quelli immobiliari, che sono tanti e molte volte producono redditi al nero ed evasione a tutto spiano.

Facciamo pagare una volta tanto anche coloro che non hanno mai pagato.
S'a Reggina è na malatia, prima Gallo e poi Saladini sunnu i so merici curanti.
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grande vicio, come al solito interessantissimo.

l'articolo del sole24ore è interessante, ma un po' di parte. Il tipo dovrebbe spiegare la differenza fra un investitore italiano ed uno straniero. Cioè, perché un italiano si deve tenere un titolo che potenzialmente vale monnezza mentre lo straniero lo vende subito??
se io avessi azioni e/o titoli, alle prime avvisaglie di crisi venderei tutto subito, possibilmente prima del crollo e indipendentemente da chi c'è dietro il titolo.
Mi pare evidente una forte tensione a calmare la gente e convincerla a tenersi i titoli aspettando tempi migliori.

Senza parlare dell'accenno alla ricchezza degli italiani: in sostanza fra le righe dice "se stiamo per crollare, mettiamo una patrimoniale e sistemiamo tutto all'istante". Preparatevi.

capitolo crisi.
Forse io ho una visibilità limitata rispetto a voi; ecco quello che ho visto e vedo ora nel mondo (nella microelettronica).
Nel 2008 c'è stata una crisi violentissima. Quando il nano ancora non pronunciava neanche la parola crisi io vedevo fabbriche che lavoravano fra il 20 ed il 30%, ditte che licenziavano in modo massiccio e tante ditte che fallivano o quasi.
Qualche esempio:
intel dismise i rami secchi e chiuse un paio di fabbriche
st lo stesso
AMD quasi fallita, dismesso e venduto TUTTE le fabbriche
Qimonda fallita e scomparsa
Spansion quasi fallita, dismesso quasi tutte le fabbriche, licenziamenti di massa
Infineon ridimensionata
moltissime acquisizioni (tanti nomi che non vi direbbero niente)

nello stesso tempo la banca Lehman falliva e tante altre banche venivano salvate dai governi.

l'andazzo è durato fino a tutto il 2009, nel 2010 c'è stata una ripresa impressionante.
esattamente 12 mesi fa la produzione non riusciva a seguire la domanda. La crescita era limitata dalla capacità produttiva.
addirittura una ditta fra l'anno scorso e quest'anno ha investito 4 miliardi di dollari (più del loro fatturato, non spiccioli) per una nuova fabbrica.
intel sta comprando ditte grandi e piccole in tutto il mondo e apre o ingrandisce le fabbriche che già ha.

ora, senza contare la cina che viaggia su un +10% di PIL, ma con una germania sul +4.5% e tutte le maggiori banche mondiali che fanno utili miliardari, mi spiegate dov'è sta crisi internazionale???
mi sapete dire una ditta una che è fallita negli ultimi 6 mesi??? e non parlatemi di qualche putiaru ra sbarra, piffauri...
reggino
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Il fumo e l’infamia
Venerdì sera, davanti ai giornalisti convocati in tutta fretta su insistente pressing della Merkel, di Sarkozy e degli spazientiti banchieri di Francoforte, Berlusconi e Tremonti sembravano grandi amici, d’accordissimo soprattutto sul modo migliore di fregare gli italiani. Un gatto e una volpe piuttosto ammaccati dalla guerra che si sono fatti per mesi che con voce flautata non facevano che ripetere la frase: “Pareggio di bilancio nel 2013”.

Ecco la formula magica che avrebbe finalmente convinto i famosi mercati a non gettare l’Italia sul lastrico. Ecco il mantra che avrebbe accompagnato gli italiani in gita di Ferragosto. Naturalmente, il pareggio di bilancio nel 2013 sarebbe un eccellente obiettivo per un Paese indebitato fino al collo, se dietro al fumo delle parole vane non si nascondesse una norma capestro. Infatti, in caso di mancato raggiungimento entro il settembre 2013 di risparmi di almeno 20 miliardi (ma qualcuno prevede oltre 30) nell’ambito della riforma fiscale, “si prevede un taglio drastico, lineare di molte agevolazioni fiscali che oggi vanno a vantaggio soprattutto delle famiglie più povere” (Tito Boeri).

Del resto, basta scorrere la lista del saccheggio lineare per comprendere come un governo indecente stia per superare la soglia dell’infamia. Si va infatti dalle pensioni di invalidità, agli assegni di maternità, dai sostegni al nucleo familiare, agli interventi sul mantenimento del salario. Macelleria sociale che punta a smontare il welfare superstite colpendo perfino i disabili. Neanche una parola sugli evasori fiscali: 240 miliardi di euro l’anno sottratti all’erario. Silenzio assoluto, ovviamente, sui tagli ai costi della politica. Se non altro ci vengono risparmiate le solite balle sull’abolizione delle Provincie, l’accorpamento dei Comuni, la diminuzione del numero dei parlamentari, ecc. Quindi, non solo la Casta non molla un euro ma toglie ai poveri per mantenere prebende e privilegi.

Fino a quando questi signori pensano di sfidare la sopportazione del Paese? E perché mai il mondo nella bufera dovrebbe dare retta a un vecchio viveur dai capelli tinti e ormai universalmente dato per bollito? Perché i famosi mercati dovrebbero fidarsi di un ministro dell’Economia che si faceva ospitare (in nero) da un collaboratore di non specchiate virtù? Il nostro vero debito sono loro. E sono loro che andrebbero drasticamente tagliati.

Il Fatto Quotidiano, 7 agosto 2011
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doddi
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eddiegraces ha scritto:Eccoci alla fine.

I "grandi" comandano il mondo e fanno tutto quel che vogliono a nostra insaputa (ma non di qualcuno che è più furbo e se ne accorge)

Frasi che si commentano da sole.
Ma scusa tu pensi che a "comandare" siano sempre le maggioranze espresse dai popoli ?

Ah beh... si beh... ho visto un rè ...
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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eddiegraces
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1) Il rischio di double dip negli stati uniti è reale
2) utilizzare come indicatore della crisi la crescita cinese è fuorviante, questa crisi già dal 2008 non è stata globale ma dei paesi del G8 (gli altri vanno meglio di prima)
3) nei paesi del g8 la crisi ha riguardato industria, mattone e finanza, ma soprattutto finanza. L'industria si è ripresa (non tanto in Italia grazie agli scambi con paesi terzi: Brasile, Cina, Giappone), il mattone langue, la finanza ha avuto un 2010 da record ma fondato sul denaro gratis delal fed (ma sotto la cenere ci sono ancora i titoli spazzatura che il cambiamento dei criteri di accounting ha permesso di celare)
4) ci troviamo pertanto davanti ad una ripresa industriale fragile ed un mondo finanziario nervoso e molto molto fragile: in questo contesto, è evidente che la finanza sta cercando di punire l'aumento dei deficit (e quindi dei debiti) pubblici, l'assunto è protettivo (quando lo stato si indebita per pagare i sussidi ai disoccupati è sbagliato, quando si indebita per salvare il culo ai finanzieri è giusto)
5) in questo senso, la finanza (e s&p c'è in mezzo) sta esercitando la sua funzione classica di agente politico (e non di speculazione come viene detto troppo velocemente), punendo adesso i governi che non mettono a posto i conti
6) non si può capire la finanza senza il concetto di aspettativa, i mercati riguardano l'aspettativa, quando le cose succedono, sono già state scontate (assorbite tramite aspettativa), al di là degli effetti moltiplicatori dei CDS, stiamo assistendo ad una gigantesca operazione di copertura sui titoli a rischio, nessuno dice che si andrà in default ma il rischio di default va scontato adesso
7) detto ciò, cosa c'entra berlusconi? Berlusconi ci entra perché è stato 8 anni e mezzo al governo seduto sul più importante debito pubblico d'europa, ha assistito con culo di pietra alle crisi islandesi, irlandesi, portoghesi, greche e non ha fatto nulla. E quando dico nulla, dico nulla. Ha iniziato azzerando l'avanzo primario, ha proseguito sforando per 7 anni su 8 il 3% di rapporto deficit/Pil, ha lasciato che il debito ritornasse fino ai livelli record del 95 senza impostare nessuna politica al riguardo. Otto anni. Ha fatto di più Padoa Schioppa in quell'anno e mezzo che Berlusconi nel resto del tempo. E tutto ciò - sia chiaro - non per scelta di politicfa economica progressista (gli interventi di sostegno alla crisi sono stati sempre meno di un punto di pil e per di più solo nei confronti delle grandi azienda in crisi al nord), ma semplicemente per:
- farsi gli affari suoi (gheddafi, putin, mediaset, la puntatina su telecom, i decoder, la guerra con sky, alitalia)
- scappare ai giudici (e non apro neanche il discorso)
- andare a puttane
- fare finta di non alzare le tasse (ma alzando nei fatti la pressione fiscale al massimo storico)
8) quello che i mercati stanno punendo è, insomma, il fatto che sono dieci anni che in Italia tutti sanno che:
- occorre alzare l'aliquota della tassazione sostitutiva finanziaria almeno al 25% (adesso è la più bassa d'europa a parimerito con l'irlanda che è fallita)
- mettere una patrimonilale sulla stregua di quella francese (se in Italia ci sono patrimoni e non si dichairano redditi, allora occorre tassare i patrimoni)
- abolire le 794 agevolazioni fiscali e le 90 leggi di incentivazione senza senso che rendono questo paese il più complicato al mondo
- tagliare priovince, numero parlamentari, stipendi, pensioni, e dimezzare il costo della politica
- liberalizzare le professioni protette e cercare di rendere aprire il mondo delle professioni ai giovani
- fare un nuovo patto sociale con i cittadini - tutti - in fondo al quale saremo tutti più poveri ma finalmente liberi di gestire i nostri affari senza dovere sempre rincorrere i mercati
ma quando il csx ha tentato (debolmente, reggendosi sul voto di un novantatrenne al senato) di farlo, sono stati tacciati di "vampiri, tristi, depressivi, affamatori" anche da gente che adesso è d'accordo con queste cose
9) l'unico problema è che questo nega il berlusconismo come fenomeno culturale, ossia il fottersene dei debiti e cercare di farli pagare agli altri, e quindi berlusconi, anche prima di diventare un disperarto puttaniere, non PUO' farlo. E' un bauscia, non uno statista, solo qualche coglione non l'ha ancora capito (ho scritto coglione? volevo scrivere cogl..)
10) davanti a tutto ciò, le polemiche sui complotti plutogiudaicomassoni sono solo ridicole, no?
- chi è che ha causato questa mancanza di soldi all'interno del comune?
- La prima giunta Scopelliti aveva ricevuto in lascito dei conti disastrosi dalla precedente gestione Falcomatà Naccari.
- Ah
reggino
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Eddi è straordinario.
Quanto mi è mancato nel passato forum.
:salut
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rca
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Eddie tutto condivisibile, parte più parte meno, ma ricordati che il pd si è astenuto dal taglio alle province.
parla di andare a casa, ma poi nel concreto si fa i fatti suoi?
Io non ho problemi a votarli di nuovo, ma non mi hanno dato una grande impressione politica a sto giro.
E siamo sicuri che una volta più poveri saremo di nuovo liberi? Il fondo del barile é sempre più vicino, lascia perdere per un attimo la colpa di chi sia e dimmi se la cosa non ti spaventa.
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
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eddiegraces
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rca ha scritto:Eddie tutto condivisibile, parte più parte meno, ma ricordati che il pd si è astenuto dal taglio alle province.
parla di andare a casa, ma poi nel concreto si fa i fatti suoi?
Io non ho problemi a votarli di nuovo, ma non mi hanno dato una grande impressione politica a sto giro.
E siamo sicuri che una volta più poveri saremo di nuovo liberi? Il fondo del barile é sempre più vicino, lascia perdere per un attimo la colpa di chi sia e dimmi se la cosa non ti spaventa.
Non certo per difendere il pd - che non voto - ma non era una proposta per abrogare le province, era una boutade estiva, le province sono in costituzione, per abrogarle ci vuole una riforma costituzionale.

Non mi spaventa diventare più povero, ho usato una frase ad effetto che non rende bene la situazione.

Negli ultimi 10 anni, la maggiorparte degli italiani è già diventato più povero, qualcuno molto più povero, qualcuno poco.

Una parte rilevante ma minoritaria si è invece arricchita ed una parte piccola è diventata molto più ricca.

La crisi - se non affrontata - non fa altro che aumentare la diseguaglianza sociale (se nessuno ha un lavoro, chi mantiene il lavoro - ancorché mal pagato - diventa "ricco").

Diventare tutti più poveri significherà fare in modo che il carico della crisi sia pagato da tutti.

Anche perché - altrimenti - non ne usciamo.
- chi è che ha causato questa mancanza di soldi all'interno del comune?
- La prima giunta Scopelliti aveva ricevuto in lascito dei conti disastrosi dalla precedente gestione Falcomatà Naccari.
- Ah
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eddiegraces ha scritto:1) Il rischio di double dip negli stati uniti è reale
2) utilizzare come indicatore della crisi la crescita cinese è fuorviante, questa crisi già dal 2008 non è stata globale ma dei paesi del G8 (gli altri vanno meglio di prima)
3) nei paesi del g8 la crisi ha riguardato industria, mattone e finanza, ma soprattutto finanza. L'industria si è ripresa (non tanto in Italia grazie agli scambi con paesi terzi: Brasile, Cina, Giappone), il mattone langue, la finanza ha avuto un 2010 da record ma fondato sul denaro gratis delal fed (ma sotto la cenere ci sono ancora i titoli spazzatura che il cambiamento dei criteri di accounting ha permesso di celare)
4) ci troviamo pertanto davanti ad una ripresa industriale fragile ed un mondo finanziario nervoso e molto molto fragile: in questo contesto, è evidente che la finanza sta cercando di punire l'aumento dei deficit (e quindi dei debiti) pubblici, l'assunto è protettivo (quando lo stato si indebita per pagare i sussidi ai disoccupati è sbagliato, quando si indebita per salvare il culo ai finanzieri è giusto)
5) in questo senso, la finanza (e s&p c'è in mezzo) sta esercitando la sua funzione classica di agente politico (e non di speculazione come viene detto troppo velocemente), punendo adesso i governi che non mettono a posto i conti
6) non si può capire la finanza senza il concetto di aspettativa, i mercati riguardano l'aspettativa, quando le cose succedono, sono già state scontate (assorbite tramite aspettativa), al di là degli effetti moltiplicatori dei CDS, stiamo assistendo ad una gigantesca operazione di copertura sui titoli a rischio, nessuno dice che si andrà in default ma il rischio di default va scontato adesso
7) detto ciò, cosa c'entra berlusconi? Berlusconi ci entra perché è stato 8 anni e mezzo al governo seduto sul più importante debito pubblico d'europa, ha assistito con culo di pietra alle crisi islandesi, irlandesi, portoghesi, greche e non ha fatto nulla. E quando dico nulla, dico nulla. Ha iniziato azzerando l'avanzo primario, ha proseguito sforando per 7 anni su 8 il 3% di rapporto deficit/Pil, ha lasciato che il debito ritornasse fino ai livelli record del 95 senza impostare nessuna politica al riguardo. Otto anni. Ha fatto di più Padoa Schioppa in quell'anno e mezzo che Berlusconi nel resto del tempo. E tutto ciò - sia chiaro - non per scelta di politicfa economica progressista (gli interventi di sostegno alla crisi sono stati sempre meno di un punto di pil e per di più solo nei confronti delle grandi azienda in crisi al nord), ma semplicemente per:
- farsi gli affari suoi (gheddafi, putin, mediaset, la puntatina su telecom, i decoder, la guerra con sky, alitalia)
- scappare ai giudici (e non apro neanche il discorso)
- andare a puttane
- fare finta di non alzare le tasse (ma alzando nei fatti la pressione fiscale al massimo storico)
8) quello che i mercati stanno punendo è, insomma, il fatto che sono dieci anni che in Italia tutti sanno che:
- occorre alzare l'aliquota della tassazione sostitutiva finanziaria almeno al 25% (adesso è la più bassa d'europa a parimerito con l'irlanda che è fallita)
- mettere una patrimonilale sulla stregua di quella francese (se in Italia ci sono patrimoni e non si dichairano redditi, allora occorre tassare i patrimoni)
- abolire le 794 agevolazioni fiscali e le 90 leggi di incentivazione senza senso che rendono questo paese il più complicato al mondo
- tagliare priovince, numero parlamentari, stipendi, pensioni, e dimezzare il costo della politica
- liberalizzare le professioni protette e cercare di rendere aprire il mondo delle professioni ai giovani
- fare un nuovo patto sociale con i cittadini - tutti - in fondo al quale saremo tutti più poveri ma finalmente liberi di gestire i nostri affari senza dovere sempre rincorrere i mercati
ma quando il csx ha tentato (debolmente, reggendosi sul voto di un novantatrenne al senato) di farlo, sono stati tacciati di "vampiri, tristi, depressivi, affamatori" anche da gente che adesso è d'accordo con queste cose
9) l'unico problema è che questo nega il berlusconismo come fenomeno culturale, ossia il fottersene dei debiti e cercare di farli pagare agli altri, e quindi berlusconi, anche prima di diventare un disperarto puttaniere, non PUO' farlo. E' un bauscia, non uno statista, solo qualche coglione non l'ha ancora capito (ho scritto coglione? volevo scrivere cogl..)
10) davanti a tutto ciò, le polemiche sui complotti plutogiudaicomassoni sono solo ridicole, no?
Parto dal rosso saltando poi alla (verde) conclusione, che non hai compreso per nulla.

Il "comploto " come lo definisci non è contro il nostro paese o premier.
E' una semplice fotografia di come stanno le cose, di come sono state date le carte sul tavolo dei competitors che vi siedono attorno.

Obama ha voluto fare cose che non poteva permettersi, senza rinunciare a nulla e potrebbe, forse, consegnare il mondo a qualcuno che conosciamo ancora molto poco.
In fondo 150 anni fà gli americani neppure esistevano, e ricordiamo ancora i romani. Normali evoluzioni geopolitiche-economiche ... si potrebbero definire.

La maggior parte delle cose che dici necessarie, che tutti gli uomini di buon senso reputano necessarie per l'Italia, non sono state fatte per volontà politica bipartizan. Veti e scambi. Poi si azzuffano ma su quello sempre tutti concordi per non perdere i punti % nei sondaggi.

Se come dici tu imponi una patrimoniale per beccare chi non paga le tasse fai pagare due volte chi le ha già pagate. O sbaglio ?
Personalmente non sono mai stato contro ad una patrimoniale "solidale", anzi ben venga
Sulla lotta all'evasione, quella vera, dei paradisi fiscali e non degli scontrini non emessi, mi pare che i risultati ottenuti da Tremonti non abbiano precendeti.
A differenza di Francia e Germania che viaggiano bene dopo la crisi grazie all'apertura della borsa dei cordoni del credito, noi abbiamo il 30% del pil sommerso e una criminalità che imperversa e non si riesce a quantificare bene quanto possa fatturare, però al contempo banche solide e sane che non hanno spazzatura nel portafoglio.

Ci stà tutto, ed anche tanto altro. Ma non parlarmi dei vari maggiordomi che hanno regalato pezzi importanti della nostra economia ai vari potentati esteri solo perchè, il nostro pur ricco sistema economico, nella sua globalità, ed i numeri lo testimoniano, non aveva capacità dimensionali tali da poter intervenire. Mentri altri facevano protezionismo a gò-gò.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Altre misure urgenti da adottare sarebbero quelle che riguardano l’assetto costituzionale.

Con questo non mi riferisco al vincolo di bilancio dell’art.81, che sembrerebbe più un suicidio politico-economico, bensì abolendo, attraverso degli accorpamenti, le Regioni più piccole.

Accorperei la Valle d’Aosta al Piemonte, la Basilicata alla Calabria, il Trentino Alto Adige al Friuli Venezia Giulia, le Marche all’Emilia Romagna, il Molise all’Abruzzo (ritornando così all’antico), l’Umbria al Lazio o alla Toscana.

Poi accorperei tutte quelle Provincie con meno di 250-300 mila abitanti, vedrai come i costi della politica si ridurrebbero di tanto.

Infine, se tutto questo non bastasse, proporrei la Lega come un partito fuori legge, perché anti-italiano e quindi incostituzionale, arginando le buffonate che ci rendono ridicoli agli occhi del mondo che non capisce la stortia di certi personaggi :mrgreen:
S'a Reggina è na malatia, prima Gallo e poi Saladini sunnu i so merici curanti.
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Lillo sei uno ha scritto:Altre misure urgenti da adottare sarebbero quelle che riguardano l’assetto costituzionale.

Con questo non mi riferisco al vincolo di bilancio dell’art.81, che sembrerebbe più un suicidio politico-economico, bensì abolendo, attraverso degli accorpamenti, le Regioni più piccole.

Accorperei la Valle d’Aosta al Piemonte, la Basilicata alla Calabria, il Trentino Alto Adige al Friuli Venezia Giulia, le Marche all’Emilia Romagna, il Molise all’Abruzzo (ritornando così all’antico), l’Umbria al Lazio o alla Toscana.

Poi accorperei tutte quelle Provincie con meno di 250-300 mila abitanti, vedrai come i costi della politica si ridurrebbero di tanto.

Infine, se tutto questo non bastasse, proporrei la Lega come un partito fuori legge, perché anti-italiano e quindi incostituzionale, arginando le buffonate che ci rendono ridicoli agli occhi del mondo che non capisce la stortia di certi personaggi :mrgreen:
Io proporrei di adottare il metodo islandese ... ed anche qualche ragazza che ci troviamo :read:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Gossip breaking news

http://www.corriere.it/economia/11_agos ... e857.shtml

LA CRISI E IL MAGNATE
L'uomo più ricco del mondo
perde 6,7 miliardi in quattro giorni
Il messicano Carlos Slim travolto dalla bufera sulle Borse


MILANO - Carlos Slim, il re delle telecomunicazioni, l'imprenditore supermilionario al numero 1 nella lista di Forbes degli uomini più ricchi del pianeta, ha perso 6,7 miliardi di dollari, l'equivalente di circa 4,7 miliardi di euro, in quattro giorni. Tutta colpa della bufera che ha travolto le borse mondiali. Il patrimonio del miliardario messicano, patron di Telmex e América Móvil, è sceso da 71,1 miliardi fino a quota 64,4 miliardi di dollari.

GENIO DELLA FINANZA - Il 71enne, che con il suo impero realizza ben il 5% dell'intero Pil messicano, è tuttavia ben lontano dalla rovina. Ciò nonostante, l'enorme cifra evidenzia quanti soldi siano stati bruciati nella «settimana nera» delle borse mondiali. A Città del Messico l'indice Ipc ha perso il 6,4%. E le azioni di Slim sono sprofondate: dal 29 luglio scorso sono scese del 9,5 per cento, scrive l'agenzia Bloomberg . Che aggiunge: solamente il gigante della telefonia mobile América Móvil ha perso il 6% del suo valore. Se la borsa ha punito il Re Mida messicano, non ha fatto altrettanto con gli altri due Paperoni, il fondatore di Microsoft Bill Gates e l'«Oracolo di Omaha», il guru degli investitori Warren Buffett, rispettivamente al secondo e al terzo posto della classifica Forbes, sottolinea Bloomberg.

MONOPOLIO - Slim è considerato un vero e proprio «genio della finanza». Infatti, riferiscono le cronache, ogni giorno e fino a notte tarda, studia cifre, grafici e tabelle delle sue imprese. È così che riesce a cogliere l'attimo perfetto per vendere, comprare, accorpare o smembrare aziende. Il corpulento uomo d'affari con il caratteristico doppio mento e i penetranti occhi scuri, difficilmente appare in pubblico. È vedovo ed è padre di sei figli. Tuttavia, nel suo Paese è onnipresente. Possiede di tutto e ha partecipazioni un po' in ogni settore: dai ristoranti ai caselli autostradali, dagli ospedali ai fondi pensione. E poi ancora: sigarette, servizi telefonici, banche, internet. Recentemente ha inaugurato a Città del Messico il Museo Soumaya, costruito in onore dalla moglie di Slim, morta del 1999. Ospita la collezione d’arte privata della famiglia, con 66mila opere è la più grande di tutta l’America Latina. I suoi detrattori lo accusano di essere un uomo con pochi scrupoli. Non ha peli sulla lingua il politologo americano George W. Grayson quando parla del magnate messicano: «Slim è uno di quei pochi gatti grassi che ostacolano la crescita del Messico perchè controllano monopoli e oligopoli».

Elmar Burchia
07 agosto 2011 17:34
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
tito
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eddy, non mi fraintendere, l'economia in italia è chiaro che non vada, il punto è che dalle altre parti va, eccome.

io contesto le scuse che accampa il nano sul fatto che, guidando un paese sull'orlo del fallimento, pensava a mignotte e ai fattacci suoi invece di intervenire sui conti.

e complimenti a chi gliel'ha permesso
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Nuovi scenari: dove sono i soldi, cosa fanno e possono fare.

Ah beh... si beh ... ho visto un re


http://www.ilgiornale.it/esteri/il_drag ... comments=1


Il drago cinese vuole divorare l'Occidente
di Giuseppe De Bellis
La Cina che alza la voce con il governo americano per il debito pubblico è il segno dei mutati rapporti di forza. Negli affari come nella politica


Nel centro del centro del mondo ci sono i soldi di Pechino: sul maxischermo più grande di Times Square, a New York, c’è la Xinhua, l’agenzia di stampa del governo, la voce della Cina, il megafono del Paese. Mille luci e la diffusione del verbo mandarino nel globo. Quel megadisplay illumina la piazza, informa il pianeta e riflette il futuro: è il biglietto della Cina che si compra il mondo. Quel posto è la vetrina e Pechino ha scelto posto più visibile. È un simbolo. È una prova. È un messaggio: noi ci siamo e giochiamo pesante. La partita è il potere globale e una rete di relazioni, affari, scambi. La Cina che alza la voce con Washington sulla questione del debito è un segno dei tempi. Dice che qualcosa è cambiato e qualcos’altro cambierà. Equilibri, rapporti di forza, assetto internazionale.

Perché né Casa Bianca, né Fed hanno replicato alle critiche cinesi? C’è silenzio. Forse anche paura. Pechino conta tanto, conta di più. L’America lo sa e il resto del mondo pure: la Cina oggi è il primo creditore estero Usa. Tiene in cassaforte 1.160 miliardi di dollari di titoli di stato americani. Poi fa la spesa sul mercato: il fondo sovrano cinese ha comprato negli anni azioni di tutte le più grandi aziende americane. Oggi ha pacchetti più o meno consistenti in Coca Cola, Johnson & Johnson, Visa, Apple. Poi le banche: Citigroup, Bank of America, Morgan Stanley. Compra e vende, con la possibilità di controllare quantomeno psicologicamente le mosse di Washington. Qualche tempo fa, Pechino decise di vendere 34 miliardi di Treasury bond, il Wall Street Journal lanciò l’allarme: «Potrebbe essere un segnale di sfiducia verso l’America». La Casa Bianca e il segretario al Tesoro uscirono allo scoperto per placare voci, indiscrezioni e potenziali emorragie sul mercato. Perché i rapporti di forza, adesso sono questi: la Cina incalza l’America, la insegue con l’obiettivo di superarla come prima potenza mondiale. Non ci siamo ancora e non sappiamo quanto ci vorrà, però persino gli americani adesso considerano il sorpasso inevitabile. I dati dell’ultimo sondaggio popolare dicono che il 47 per cento della popolazione Usa è convinta che il sorpasso non ci sia stato. È una prospettiva lontana almeno cinque o sei anni, forse addirittura di più, a sentire la tesi di Nouriel Roubini che prevede un brusco stop della rincorsa cinese nei prossimi due anni. Eppure questa è la realtà di oggi: la Cina può alzare la voce senza che gli Usa se la sentano di replicare.

È la partita, questa. È la sfida planetaria per il presente e per il futuro. La Cina gioca in casa, adesso. È come se avesse un vantaggio psicologico oltre che reale. La crisi finanziaria del 2008 e questa dell’estate 2011 hanno annientato molte delle certezze di Europa e Stati Uniti. L’hanno chiamata crisi dell’Occidente, perché mentre Washington e il resto dell’Ovest del mondo crollava, Pechino cresceva del 10 per cento. Oggi ha rallentato, però i rivali lo hanno fatto di più. Così è come quei corridori che sono secondi, ma hanno la pedalata più fresca, quelli che si mettono in scia e aspettano il momento giusto per superare. L’America sta davanti, soffre, fatica e con lei tutto il vecchio mondo che da Washington è stato sempre supportato. Pechino oggi detiene anche il sette per cento dell’intero debito pubblico dell’area euro. Una barca di quattrini che significano potere. Un tesoro che vale gli onori con cui la Cina viene accolta ovunque, nonostante le persecuzioni dei dissidenti politici, nonostante non rispetti i diritti umani, nonostante la questione del Tibet. Dicono: «Meno male che ci sono i cinesi, altrimenti l’economia mondiale crollerebbe». I soldi tengono su la baracca planetaria e consentono a Pechino di sedersi a ogni tavolo da padrone. Quando Obama ha ospitato Hu Jintao alla Casa Bianca l’ha accolto come se fosse il padreterno. La visita precedente era del 2006, con Bush: l’inno nazionale che fu suonato fu attribuito alla Republic of China, praticamente a Taiwan; il servizio di sicurezza fu un po’ leggero, tanto da non riuscire a impedire che durante la conferenza stampa un gruppo di dissidenti manifestassero contro il premier cinese. Oggi non succede più. Oggi nessuno può sbagliare con Pechino. Non può soprattutto l’America di Obama che non è ancora stata superata, ma che qua e là arranca visibilmente: nei prossimi cinque anni la Cina costruirà 800 grattacieli, quattro volte di più di quelli che tireranno su gli Stati Uniti. Da anni l’Ibm è diventata cinese: è di proprietà della Lenovo e non è stata una semplice acquisizione. Perché Ibm era la vecchia bandiera della supremazia tecnologica americana: ha resistito ai giapponesi negli anni Ottanta, ma non ai cinesi negli anni zero. Poi la ricerca, la scienza, l’università, la scuola. Comincia a esserci qualcosa che assomiglia alla sudditanza: il cinese è diventata la seconda lingua straniera più insegnata negli Stati Uniti e si calcola che a questi ritmi tra cinque anni avrà superato lo spagnolo che oggi la precede. Nulla di strano, se non fosse che le iscrizioni ai corsi sono finanziate direttamente dal governo di Pechino. Come a dire: io ti compro e tu fai quello che ti dico. È imbarazzante, è umiliante. Poi i risultati: per guardare le posizioni raggiunte dalla Cina, gli Usa devono alzare la testa. Nella classifica Ocse-Pisa sull’apprendimento di tutte le scuole del mondo, i licei cinesi hanno conquistato il primo posto, quelli americani sono quindicesimi....

Napoleone lo disse: «Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà». Educazione, sviluppo, ricerca, idee, soldi. Dettagli e ancora dettagli. Solo che messi insieme fanno un fenomeno e un fenomeno poi fa la storia.
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Lillo sei uno
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Ma ancora non avete capito che circola così tanto denaro virtuale che supera almeno di dieci volte le reali ricchezze prodotte dall'economia reale; il c.d. PIL.

I problemi attuali dipendono in gran parte dalle bolle speculative che hanno prodotto ricchezza fittizia.

Il capitalismo finanziario con i suoi derivati bilanci fuori controllo ha creato il disastro che stiamo vivendo, hanno scatenato forze irrazionali che non sanno più come governare. Nessuno sa più che pesci prendere, tutti vogliono soldi che non esistono. Stannu niscendu tutti pacci.
S'a Reggina è na malatia, prima Gallo e poi Saladini sunnu i so merici curanti.
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tito ha scritto:eddy, non mi fraintendere, l'economia in italia è chiaro che non vada, il punto è che dalle altre parti va, eccome.

io contesto le scuse che accampa il nano sul fatto che, guidando un paese sull'orlo del fallimento, pensava a mignotte e ai fattacci suoi invece di intervenire sui conti.

e complimenti a chi gliel'ha permesso
Stati Uniti e Regno Unito (lascio perdere la Spagna) : che succede?

Non generalizzate, indipendetemente dalle simpatie o croniche idiosincrasie, e ragionate. Non è la solita propaganda ma è una guerra vera quella in corso.
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Lillo sei uno ha scritto:Ma ancora non avete capito che circola così tanto denaro virtuale che supera almeno di dieci volte le reali ricchezze prodotte dall'economia reale; il c.d. PIL.

I problemi attuali dipendono in gran parte dalle bolle speculative che hanno prodotto ricchezza fittizia.

Il capitalismo finanziario con i suoi derivati bilanci fuori controllo ha creato il disastro che stiamo vivendo, hanno scatenato forze irrazionali che non sanno più come governare. Nessuno sa più che pesci prendere, tutti vogliono soldi che non esistono. Stannu niscendu tutti pacci.
Circa otto volte, otto volte è il rapporto tra ciò che muovono i cosidetti "speculatori" rispetto al PIL mondiale. Ossia il rapporto tra quelle del monopoli e gli zecchini.

Finalmente, e che ci voleva! :thumright
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Lillo sei uno ha scritto:Ma ancora non avete capito che circola così tanto denaro virtuale che supera almeno di dieci volte le reali ricchezze prodotte dall'economia reale; il c.d. PIL.

I problemi attuali dipendono in gran parte dalle bolle speculative che hanno prodotto ricchezza fittizia.

Il capitalismo finanziario con i suoi derivati bilanci fuori controllo ha creato il disastro che stiamo vivendo, hanno scatenato forze irrazionali che non sanno più come governare. Nessuno sa più che pesci prendere, tutti vogliono soldi che non esistono. Stannu niscendu tutti pacci.
in questo paese a me non fanno paura gl ispeculatori, quell ici sono e ci saranno co ne senza Berlusconi.

a me fa paura ciò che viene detto oggi per poi essere smentito domani, fa paura la credibilità di uno stato.

vogliamo risolvere i problemi italiani? borsa, speculazioni, pil, patrimoniali, tasse, agevolazioni fiscali......

secondo me dobbiamo trattare gli evasori come i mafiosi con leggi speciali ma questo non conviene ne a destra ne a sinistra.
Have a Nice Day
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