Penati indagato per corruzione

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doddi
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mohammed ha scritto:intanto sono "superiors" nei sondaggi ed è questo che mette il pepe al culo a qualcuno...

Moh manco se li vedo, non ci sarà Ilvio, quindi nessuno spauracchio da sventolare. Solo la crisi se peggiorerà potrà far liquefare il sangue nell'ampolla, ma a quel punto avremo ben altri e più seri problemi dei latriceddhi al governo.

Mancano due anni e già ci sono i festeggiamenti in corso ... :read:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
mohammed
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doddi ha scritto:
mohammed ha scritto:intanto sono "superiors" nei sondaggi ed è questo che mette il pepe al culo a qualcuno...

Moh manco se li vedo, non ci sarà Ilvio, quindi nessuno spauracchio da sventolare. Solo la crisi se peggiorerà potrà far liquefare il sangue nell'ampolla, ma a quel punto avremo ben altri e più seri problemi dei latriceddhi al governo.

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reggino
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doddi ha scritto:
Solo un delinquente voterebbe consapevolemente e coscientemente un latriceddhu ... voi la sapevate che ce n'erano così tanti visto che tutti i magistrati si giravano tutti dall'altra parte?

Adesso il pd non gode più di protezioni, questa è la notizia, e dovrà andare a cercarsi i voti con i programmi e non con le mietiture delle procure.

A "guadagnarci" saranno i piccoli che non hanno -ancora- avuto modo di amministrare e rubare.

Attendiamo fiducisi i ding ding ding mancanti negli ultimi 20 anni ... :read:

Veramente anche prima quando c'èra da condannare un politico del pd,lo si condannava(penso a Turco).
Poi che si faccia piazza pulita nel csx non può che farmi che piacere,visto che stiamo parlando di gente che oltre ad essere ladra è anche scarsa(penso a Penati).
Per quel che riguarda i sondaggi se il pdl non si sgancia dalla lega,la vedo male.I suoi elettori meridionali andranno altrove. :salut
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mohammed ha scritto:
doddi ha scritto:
mohammed ha scritto:intanto sono "superiors" nei sondaggi ed è questo che mette il pepe al culo a qualcuno...

Moh manco se li vedo, non ci sarà Ilvio, quindi nessuno spauracchio da sventolare. Solo la crisi se peggiorerà potrà far liquefare il sangue nell'ampolla, ma a quel punto avremo ben altri e più seri problemi dei latriceddhi al governo.

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Speriamo che saranno di meno...
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mohammed ha scritto:intanto sono "superiors" nei sondaggi ed è questo che mette il pepe al culo a qualcuno...
Non pensare e vedi domani di dare una mano nel raccogliere la legna anche tu moh. Quella di oggi è finita. 8-)

Perchè se la linea di pensiero del giustizialista tic tac
-una volta si e una volta no, una volta si e una volta no, secondo l'imput che il padrone e i suoi servi danno-
fosse coeerente
ci sarebbe, allo stato dei fatti emersi, poco da dire e...Molto da discutere.

Detto ciò, domani non ti fare cogliere alla sprovvista e prepara felpa e scarponi.
Nei fitti boschi il sole non penetra.
:salut
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reggino ha scritto: Speriamo che saranno di meno...
Madre natura non sempre è generosa.
...O almeno non sempre lo è quanto lui. :scratch
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News
Altra legna appena tagliata.

Sulla diversità genetica c'è poco da obiettare :fifi:

http://www.asca.it/news-PENATI__FIORONI ... RSI_DAL_PD_(CORSERA" onclick="window.open(this.href);return false;)-1039007-ORA-.html
01-08-11
PENATI: FIORONI, VALUTI SE AUTOSOSPENDERSI DAL PD (CORSERA)

(ASCA) - Roma, 1 ago - L'autosospensione di Filippo Penati dal Pd ''e' una scelta di opportunita' personale''. Lo afferma Giuseppe Fioroni, deputato del Pd, in un'intervista al Corriere della Sera. ''Penati ha gia' dimostrato autonomamente notevole sensibilita': non dimentichiamoci mai che l'avviso di garanzia e' a tutela del cittadino indagato, altre sono le fasi processuali che potrebbero richiedere tale sensibilita'''.

''E' profondamente sbagliato - continua Fioroni - usare le vicende giudiziarie come elemento di lotta politica per randellare e abbattere l'avversario considerandolo un nemico''. Secondo Fioroninon c'e' una ''superiorita' genetica di uno schieramento nei confronti dell'altro''.

''La mancanza di valori, progetti e programmi riguarda tutti i partiti'', conclude il parlamentare democratico. ''Ma Berlusconi ha inserito un qualcosa in piu' con le leggi ad personam, la cui gravita' non consiste solo nel fatto che vengono concepite per risolvere i suoi affari, ma anche nell'idea che con esse si trasmette al cittadino. L'idea che basta desiderare una cosa per prenderla, pure se cosi' facendo si violano le leggi e si ledono i diritti altrui, e che per ottenerla si passa attraverso la politica''.

ceg/cam/rl
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Questa legna è migliore

http://www.bergamonews.it/bergamo/articolo.php?id=45301
Penati in una società bergamasca
Si indaga anche su quella

La lente di ingrandimento dei magistrati che si stanno occupando della Tangentopoli milanese in cui sarebbe coinvolto Filippo Penati potrebbe portare anche a Bergamo. L’ex presidente della Provincia di Milano, accusato ora di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti, è stato infatti amministratore della Eventus Srl, società bergamasca con sede in via Baschenis. E proprio il passato dell’ex dirigente del Partito democratico è ora al centro dell’attenzione degli inquirenti che vogliono far luce sugli affari di Penati e dei suoi stretti collaboratori. La Eventus srl viene costituita a Bergamo il 5 dicembre 2006. Una società che si occupa di un po’ di tutto, dalla gestione di bar fino alla produzione e importazione di cemento. E’ proprio su questo tasto che l’opposizione dell’allora presidente della Provincia di Milano cerca di metterlo in difficoltà. “Come fa il presidente di un ente pubblico che commissiona infrastrutture importanti ad essere amministratore di una società che commercia cemento?”. La difesa di Penati: “Eventus si occupa solo di eventi”. Per evitare altre polemiche l’allora presidente lascia il 9 ottobre 2007. La società, posta in liquidazione il 10 settembre 2009, è controllata al 50% dalla fiduciaria Plurifid. I cui soci sono ancora oggi segreti. Negli anni, oltre a Penati, a rivestire le cariche sociali c’è un tale Di Caterina. Non è Piero (imprenditore e grande accusatore di Penati), bensì Marco, un omonimo bergamasco, lo stesso finanziatore di Fare Metropoli, (organismo che raccolse contributi per le sue campagne elettorali 2009 e 2010). In Eventus, inoltre, compare per la prima volta il nome di Franco Maggi (portavoce di Penati) e di suo fratello Fabio.
Nelle ultime battute dell’inchiesta sono spuntati perfino dei “pizzini”, una lista dei versamenti segreti effettuati dall’imprenditore Di Caterina tra il 2002 e il 2007. Nell'elenco compare un "Big Bruno", che riceve una volta sei milioni, o "Bruno" che ne riceve dieci. Il che fa pensare a Bruno Binasco, l’ex manager del gruppo Itinera di Marcellino Gavio, ricorrente nelle indagini sugli affari occulti del Pci e poi dei Ds. Oggi indagato nell’inchiesta su Penati al quale avrebbe versato in nero 2 milioni di euro l'anno scorso. Binasco potrebbe anche avere un ruolo sulle operazioni sospette nella cessione a Gavio di una quota dell’autostrada Serravalle detenuta dalla Provincia di Genova, guidata dall’attuale sindaco Pd di Genova, Marta Vincenzi. La lista contiene anche nove versamenti, da 5mila euro l'uno, effettuati al "Presidente" tra il 17 febbraio 2005 e il 18 gennaio 2006 (quando Filippo Penati era presidente della Provincia di Milano).
Ora il compito dei pm Walter Mapelli e Franca Macchia sarà di decifrare tali documenti e risalire all'identità dei beneficiari e soprattutto seguire il flusso del denaro e capire se queste cifre sono state effettivamente versate. Penati respinge le accuse: “Si tratta di ricostruzioni parziali, contraddittorie e unilaterali indotte da persone coinvolte nella stessa vicenda giudiziaria che con una montagna di calunnie mi stanno accusando per coprire i loro guai giudiziari”.

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http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08 ... 07/149125/


Ex area Falck, spuntano trenta “pizzini”
La prova dei pagamenti dal 2002 al 2007
La prova dei presunti pagamenti fatti a Filippo Penati dal 2002 al 2007 è contenuta in una serie di annotazioni che il grande accusatore, l’imprenditore Piero Di Caterina, ha raccolto per ricostruire anni e anni di versamenti fatti per essere tutelato nei propri affari o ricevuti nel ruolo di collettore. Lo rivela questa mattina il quotidiano La Repubblica.

Una trentina di “pizzini”, che contengono nomi in codice, sigle, ricevute criptate, sono finite nelle 400 pagine depositate la scorsa settimana dai pm Mapelli e Macchia. Sono indirizzate all’ex presidente della Provincia di Milano e agli uomini del “sistema Sesto San Giovanni”: estratti conto, appunti scritti a mano, sigle che identificherebbero i destinatari – “xBruno”, “DG”, “V/P”, “Presidente”, “Di Caterina”, “Giulia per DG” – affiancati dall’importo versato dall’imprenditore. A volte poche migliaia di euro, tra i 2500 e i 7500, che vanno ad aggiungersi a quelli di decine e decine di milioni di lire che ha documentato Di Caterina, tra cui anche il versamento record da un miliardo di lire sotto la voce “crediti verso Penati/Vimercati”.

Ora la procura di Monza e la Guardia di finanza dovranno capire cosa si cela dietro queste annotazioni e come Di Caterina – prima grande amico di Penati, poi grande accusatore – abbia gestito i soldi che dice di aver dato e ricevuto. Secondo l’imprenditore e Giuseppe Pasini – il costruttore che avrebbe pagato fino a 5 miliardi di lire di tangenti per sbloccare la riqualificazione delle aree della ex Falck – il denaro è stato versato a Penati, braccio destro di Pier Luigi Bersani. Poi, i soldi sarebbero serviti anche a finanziare il partito di Sesto San Giovanni, Comune di cui l’ex presidente della Provincia di Milano è stato sindaco dal 1994 al 2001. Nonché l’attività politica e le campagne elettorali della federazione milanese dei Ds.

Presto la procura convocherà molti degli indagati, alcuni politici e Bruno Binasco, manager del gruppo Gavio, non solo per capire modalità e ragioni dei passaggi di denaro, ma anche per vagliare tutti i filoni nati dall’inchiesta: le tangenti per sbloccare la riqualificazione dell’area Falck e quelle relative al sistema di trasporto locale del Sitam, la supervalutazione della Serravalle, le società off-shore degli imprenditori Grossi e Zunino, i rapporti tra professionisti locali e assessori, fino alla possibilità che esista un sistema capillare di corruzione anche per pratiche edilizie di privati cittadini.



... latriceddhi :read:
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Ultimo albero tagliato.

Spuntano anche i "pizzini" in puro stile Provenzano

http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/lo ... tore.shtml
Cronaca1.8.2011Invia articolo Stampa articolo AAA

Bufera su Penati, i "pizzini" dell'accusatore
Agli atti dei pm i versamenti dell'imprenditore Di Caterina dal 2002 al 2007. La lista dei beneficiari criptata

l'accusa del costruttorePenati: "Di Caterina l'ha sparata grossa"09:32 - L'imprenditore Piero Di Caterina, che avrebbe finanziato segretamente i Ds-Pd capeggiati da Filippo Penati in cambio di favori, ha tenuto una minuziosa contabilità dei versamenti effettuati tra il 2002 e il 2007. La lista, con cifre e sigle dei beneficiari, compare tra le carte depositate dalla Procura di Monza. Gli inquirenti cercano di decifrare quei "pizzini in codice e di verificare se i pagamenti ci sono stati realmente.
Come riporta il Giornale, la lista suffragherebbe le affermazioni di Di Caterina di aver versato a Penati tangenti per complessivi 5 miliardi di lire per ottenere lo sblocco della riqualificazione delle aree della ex Falck e potervi così edificare.

"Il nome di Penati - scrive il quotidiano - non compare direttamente, nelle sigle collegate ai versamenti effettuati dall’imprenditore. Si tratta di una trentina di bigliettini di ricevuta, come quelli che si utilizzano sovente per le pesche di beneficenza, che in modo assai criptico riportano affianco alle cifre sigle o soprannomi difficili da attribuire con certezza".

Nell'elenco compare un "Big Bruno", che riceve una volta sei milioni, o "Bruno" che ne riceve dieci. Il che fa pensare a Bruno Binasco, l’ex manager del gruppo Itinera di Marcellino Gavio, ricorrente nelle indagini sugli affari occulti del Pci e poi dei Ds. Oggi indagato nell’inchiesta su Penati al quale avrebbe versato in nero 2 mln di euro l'anno scorso. Binasco potrebbe anche avere un ruolo sulle operazioni sospette nella cessione a Gavio di una quota dell’autostrada Serravalle detenuta dalla Provincia di Genova, guidata dall’attuale sindaco Pd di Genova, Marta Vincenzi.

La lista contiene anche nove versamenti, da 5mila euro l'uno, effettuati al "Presidente" tra il 17 febbraio 2005 e il 18 gennaio 2006 (quando Filippo Penati era presidente della Provincia di Milano).



Ora il compito dei pm Walter Mapelli e Franca Macchia sarà di decifrare tali documenti e risalire all'identità dei beneficiari e soprattutto seguire il flusso del denaro e capire se queste cifre sono state effettivamente versate. Certo, i "pizzini" giocano a sfavore della tesi difensiva di Penati per il quale la vicenda dei pagamenti sottobanco sarebbe stata inventata da Di Caterina per nascondere i problemi della sua azienda.
Ultima modifica di Regmi il 01/08/2011, 13:30, modificato 1 volta in totale.
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http://archiviostorico.corriere.it/2011 ... 1021.shtml


Le inchieste Il Pd
«Un miliardo di lire a Penati» Spunta il foglio dei pagamenti
Su Penati c' è un' inchiesta giudiziaria in corso, vediamo come prosegue, ma molte cose si dimostreranno non vere Piero Fassino, Pd Di Caterina: lui sa di che si tratta. La replica: calunnie

MILANO - «Un miliardo di lire a Filippo Penati e al suo braccio destro Giordano Vimercati? Francamente non me lo ricordo, di quelle cose lì ne ho fatte talmente tante che ora non saprei dire... Certo, di soldi ne ho sborsati una montagna. Facciamo lavorare la magistratura, in quella ho fiducia... alla fine vedremo... C' è tanto marcio da ripulire... E confesso che un po' di paura per la mia persona io ce l' ho... Ho fatto saltare il banco, questa è la verità, e sono tanti, adesso, a non amarmi». Piero Di Caterina, l' imprenditore titolare della «Caronte » di Sesto San Giovanni, società che opera nel settore del trasporto pubblico, vorrebbe che fosse già «l' ora delle sentenze». Ma il tempo, almeno quello giudiziario, è ancora quello delle domande, della ricerca maniacale dei riscontri, dell' analisi dei documenti. Ed è proprio spulciando tra questi ultimi che la Guardia di Finanza, al lavoro per i pm monzesi Walter Mapelli e Franca Macchia, ha trovato il «foglio del miliardo di lire». È in formato A4, bianco. Contiene un elenco interminabile di quelli che l' imprenditore marchia di suo pugno, in stampatello, come «Crediti verso Penati/Vimercati» . In alto a sinistra l' intestazione, su due righe. A destra, la matrice di quella che pare una vecchia calcolatrice con stampa ad aghi. Oltre quaranta le cifre a molti zeri ammonticchiate una sull' altra. Si apre con 50 milioni di lire, prosegue con una serie di addizioni e chiude col totale: due miliardi e 235 mila lire più spiccioli vari. Sul fondo del foglio le cifre 1 e 298, il progressivo della numerazione. Ma è proprio lì, nel mezzo del foglio del cosidetto «libro mastro delle mazzette» ritrovato a Di Caterina, tra la colonna di numeri a sei e sette zeri, che campeggia il miliardo tondo tondo. Gli anni di riferimento sono quelli che vanno dal 1997 al 2000. Un' unica maxi tangente? «Anziché chiedere a me - rintuzza velenoso l' imprenditore di Sesto, al lavoro anche di sabato e fin dalle sette di mattina - fatevelo dire da Penati se c' è e che cosa è quel miliardo. Io sinceramente so che ho pagato tanti soldi, e credo che sia ora che questa politica che mi fa vergognare di essere italiano si metta da parte. Dicono che l' economia va male? Lascino lavorare serenamente gli imprenditori che si trovano ad avere a che fare con le amministrazioni pubbliche, li lascino in pace senza avvolgerli nel loro marciume e vedrete tutti che le cose andranno meglio». Lo scambio soldi-favori, ipotizza l' accusa, sarebbe iniziato all' epoca di Filippo Penati sindaco di Sesto San Giovanni. Sull' area ex Falck e Marelli erano in ballo diverse operazioni edilizie e teneva banco, sempre in quegli anni, la gestione del Servizio integrato trasporto alto milanese, il Sitam. Una ventina gli indagati: Penati, fino a poco fa a capo della segreteria politica del leader Pd Pier Luigi Bersani, ma anche il costruttore sestese Giuseppe Pasini, l' assessore Pasqualino Di Leva (appena dimessosi), l' architetto Marco Magni, l' immobiliarista Luigi Zunino e anche colui che viene definito il suo «socio», il re delle bonifiche Giuseppe Grossi. «Mi hanno indagato per quattro fatture false che false non sono - dice Di Caterina - è chiaro che potevo starmene zitto o buttare via tutti i documenti che mi hanno ritrovato. Mica sono scemo... Se li ho conservati e consegnati ai magistrati, chili e chili di carte, è perché volevo che questa storia finisse... Sono pugliese e posso dire che certamente il Sud soffre dei suoi mali, ma anche il Nord non sta bene... a camminare scalzo da queste parti ti sporchi i piedi. Stavo male, non ne potevo più... Questa storia sarà il mio ricostituente. I farmaci - grida prima di entrare in riunione - sono il tribunale, i medici sono i giudici. Speriamo nella sconfitta della malattia». E Penati? Replica che Piero Di Caterina «la spara grossa». «Dopo aver detto tutto e il contrario di tutto parlando prima di 100 milioni di lire per poi cambiare versione e accennare a 20, 30 milioni, oggi alza il carico. Ogni giorno che passa va in frantumi la credibilità di chi accusa». Più che una montagna di soldi, dice lui, una «montagna di calunnie». Biagio Marsiglia RIPRODUZIONE RISERVATA **** 5,7 1,4 2 **** La scheda Volti e ruoli 1 Il braccio destro Giordano Vimercati, fedelissimo di Penati, secondo le accuse dell' imprenditore Piero Di Caterina avrebbe ricevuto tangenti e indicato anche gli altri destinatari 2 Il costruttore Giuseppe Pasini, ex proprietario dell' area Falck, è stato candidato alle Comunali 2007 per il Pdl, sconfitto dall' attuale sindaco pd Giorgio Oldrini, pure indagato per concussione 3 L' accusatore Piero Di Caterina, titolare dell' impresa di trasporto Caronte, ex amico di Penati e ora uno dei suoi principali accusatori: ha ricostruito davanti ai pm il sistema della presunta corruzione

Marsiglia Biagio


Pagina 8
(31 luglio 2011) - Corriere della Sera


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http://www.corriere.it/cronache/11_agos ... efb9.shtml


l'inchiesta sulle presunte tangenti
Il «sistema Sesto» dalle lire agli euro Versamenti effettuati fino al 2007
Nell'indagine spuntano una trentina di ricevute recenti


MILANO - «Big Bruno» s'è messo in tasca sei milioni di lire. «Antonella» soltanto uno. Chi siano i due fortunati signori ancora non si sa. E poi ci sono le ricevute intestate a quella che assomiglia a una solida coppia in affari, «V/P», che dall'imprenditore di Sesto San Giovanni Piero Di Caterina - gola profonda che con le sue dichiarazioni ai magistrati ha scardinato il «sistema Sesto», affari, mazzette e politica - avrebbe beneficiato a più riprese di versamenti di venticinque e trentasei milioni di lire.



Filippo Penati (Ansa)
Ricevute, stampate di calcolatrice, foglietti scritti a mano, cedolini che sanno tanto di lotteria di paese o pesca di beneficenza, ma sui quali sono stati annotati con cura maniacale nomignoli e cifre. In poche parole la contabilità - semplifica chi sta facendo le indagini - di quei «prestiti in cambio di favori» forse finiti nelle tasche di amministratori locali e di «qualche politico più in alto».
C'è anche questo nel tesoro di documenti usciti dalla cassaforte del titolare della «Caronte» , la società sestese che opera nel trasporto pubblico e ora accostata a un giro di tangenti che sarebbero state pagate all'amministrazione di sinistra per operazioni sulle ex aree Falck e Marelli e per l'interessata gestione del Sitam, il Sistema integrato tariffario area milanese.


In particolare, nelle mani della Guardia di finanza che studia i documenti per i magistrati di Monza Walter Mapelli e Franca Macchia, oltre al foglio formato A4 in cui è annotata una maxi tangente da un miliardo di lire ci sarebbero una trentina di «ricevute» con cifre che variano dai 2.500 euro ai 7.500. Sì, euro e non più le vecchie lire. Perché lo scambio favori-soldi, sta scritto nelle carte dell'inchiesta che vede indagati tra gli altri anche Filippo Penati e il suo braccio destro Giovanni Vimercati, il costruttore Giuseppe Pasini, l'architetto Marco Magni, l'immobiliarista Luigi Zunino e il suo «socio» Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche, sarebbe ben documentato almeno fino all'inizio del 2007.


È del 31 gennaio di quell'anno, infatti, la ricevuta che porta la scritta «Giulia per DG». E risale al 2006, per l'esattezza al 18 gennaio, un altro cedolino caratterizzato dalla parola «presidente» seguita da una sfilza di versamenti di cinque mila alla volta per un totale di 45 mila euro. Il primo di questi porta la data del 17 febbraio 2005 e l'ultimo, appunto, quella del 18 gennaio dell'anno successivo.
Chi si nasconde dietro la parola «presidente»? La guardia di finanza «scava». E Di Caterina? Si stampa in faccia un sorrisino strano. «Quello che dovevo dire - ha ribadito l'imprenditore di Sesto - l'ho detto ai magistrati. Aspettiamo... Certo, leggere certe dichiarazioni sui giornali come quella fatta da Giorgio Oldrini ( attualmente sindaco di Sesto San Giovanni, ndr) fa molta rabbia... Dice di non sapere niente, eh... Vedremo, vedremo...».


Biagio Marsiglia
01 agosto 2011 12:53
© RIPRODUZIONE RISERVATA


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Link della mappa del tesoro :mrgreen:

http://ilgiornale.alice.cdn.interbusine ... dagati.jpg


lunedì 01 agosto 2011, 10:48 L’Italia è invasa dagli scandali Pd: hanno 101 indagati, altro che fango


di Fabrizio Rondolino

Altro che macchina del fango! Da Flavio Delbono, ex sindaco di Bologna, ad Agazio Loiero, ex governatore della Calabria, fino ad Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino: da Nord a Sud, trema un intero partito. Eppure Bersani ha il coraggio di tirare fuori la "superiorità a sinistra"



Se i sondaggi dicessero la verità e se ieri si fosse votato per il rinnovo del Parlamento, oggi Pier Luigi Bersani sarebbe a palazzo Chigi e il Pd avrebbe la maggioranza dei seggi. Interrogarsi sulle violazioni di legge più o meno gravi che vengono imputate a questo o a quel dirigente del Pd non significa dunque imbracciare il giustizialismo per favorire un’altra parte politica, né accanirsi su una forza marginale o sconfitta, ma chiedere al presidente del Consiglio in pectore di rassicurare gli italiani. Se davvero vuol essere un candidato credibile per Palazzo Chigi, Bersani non può più nascondersi dietro la propaganda: lo esigono non i suoi avversari, ma i suoi elettori.
La scorsa settimana, subito dopo aver scritto due lettere al Corriere e al Fatto per rispondere ad alcune obiezioni sull’inchiesta che coinvolge Filippo Penati, il segretario del Pd ha repentinamente cambiato linea: i giornali, anziché essere il luogo dove liberamente si confrontano i politici e l’opinione pubblica, sono improvvisamente diventati il motore della «macchina del fango». La propaganda ha avuto la meglio sulla chiarezza, e poiché il Pd non se la sente di incolpare i magistrati, per esempio sollevando un dubbio sulla sospetta coincidenza di tante inchieste vecchie e nuove proprio quando le elezioni anticipate sembrano vicine, volge i suoi strali contro i giornali, la cui unica colpa (o merito) è pubblicare quello che le Procure forniscono loro.
È un trucco antico: l’attenzione si sposta su un avversario riconoscibile e cattivissimo (i media vicini a Berlusconi), e così si occulta la cosa in sé, cioè le inchieste e i reati contestati. Il Giornale qualche volta potrà pure esagerare nei titoli e negli aggettivi, come del resto spesso esagerano nella direzione inversa i giornali di centrosinistra, ma quel ch’è certo è che le inchieste non se l’è inventate la «struttura Delta», ma i magistrati tanto coccolati dal Pd.
L’elenco pubblicato dall’ultimo numero di Panorama - che sarà pure di proprietà di Marina Berlusconi, ma che qui si limita a mettere insieme fatti già noti - è impressionante: sono oltre un centinaio in tutta Italia (e soprattutto nelle Regioni dove governano) i democratici coinvolti a vario titolo - dall’avviso di garanzia al rinvio a giudizio alla condanna - in inchieste per reati di corruzione, abuso d’ufficio, peculato, falso, truffa, turbativa d’asta e via elencando.
Parte di questi reati, come sanno bene gli amministratori locali di ogni partito, sono frutto di una legislazione farraginosa e di una giurisdizione barocca: si può essere condannati per abuso d’ufficio soltanto per aver accelerato una pratica urgente e necessaria. In altri casi (impressionante quello dell’ex governatore dell’Abruzzo, Ottaviano Del Turco) si tratta di un clamoroso errore giudiziario (se non peggio). Ma, fatta la debita tara, il problema resta, ed è di primaria grandezza.
Dall’ex sindaco di Bologna Flavio Delbono all’ex governatore della Calabria Agazio Loiero, dagli ex sindaci di Napoli Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino all’ex governatore dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti, l’elenco degli amministratori del Pd costretti a trovarsi un avvocato sta diventando imbarazzante.
Le ultime inchieste - sull’Enac (l’ex responsabile dei trasporti aerei Franco Pronzato ha già patteggiato, riconoscendosi dunque colpevole), su Enzo Morichini e i suoi rapporti con la Fondazione Italianieuropei, e infine sull’ex coordinatore della segreteria di Bersani, Filippo Penati - non segnano dunque una discontinuità ma, al contrario, sembrano confermare una tendenza consolidata. Per un partito che ancora di recente ha voluto rispolverare l’equivoca «questione morale», di cui a suo tempo Enrico Berlinguer si servì per rinchiudere il Pci nel ghetto dell’antisocialismo in cui ancora si ostina a vivere Rosy Bindi, qualcosa non torna.
Caro Bersani, permettimi un po’ rudemente di metterla così: o c’è un grande complotto della magistratura contro il Pd, secondo soltanto a quello contro Berlusconi, oppure nel Pd c’è troppo malaffare. In entrambi i casi, sarebbe bene dirlo chiaro. Non perché lo chiedono i giornali di destra (ma anche quelli di centro e di sinistra, curiosamente risparmiati dai proclami di guerra), ma perché lo domandano sinceramente gli elettori. Che vogliono sapere, e ne hanno diritto, in che modo il Pd amministra la cosa pubblica, come seleziona i suoi dirigenti e i suoi amministratori, quali rapporti intrattiene con la pubblica amministrazione e con l’impresa privata. Non basta proclamare di tanto in tanto la volontà di uscire dalle Asl o dalla Rai (senza peraltro metterla mai in pratica): prima di lasciarle è bene chiarire come ci si comporta, nelle Asl e in tutti gli altri gangli del potere pubblico. La costruzione di un’alternativa democratica in Italia passa per la trasparenza e il coraggio civile, non per l’ipocrisia e la propaganda.


... na bella comitiva :fifi:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Regmi
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La legna tagliata oggi dai servi genetci e a pagamento non ero ancora riuscito a trovarla.
All'appello manca "libero" e... anche per oggi dovrebbe essere finita.

...Certo che se qualche boscaiolo (anche provetto) non ci viene in aiuto diventa na faticaccia per entrambi :fifi:
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
doddi
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Regmi ha scritto:La legna tagliata oggi dai servi genetci e a pagamento non ero ancora riuscito a trovarla.
All'appello manca "libero" e... anche per oggi dovrebbe essere finita.

...Certo che se qualche boscaiolo (anche provetto) non ci viene in aiuto diventa na faticaccia per entrambi :fifi:

Chiamala legna, chiamala come ti pare, ma mi pari a 'mia, da ciò che stà venendo fuori, che li 'ciuncano assai assai.
Ci sono carte, testimoni, rei confessi, denaro tracciabile, insomma cosa potrebbe volere di più un magistrato in un'inchiesta?

Altro che purghe staliniane, finalmente salta il tappo del vaso di pandora, salvo miracoli :fifi:
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doddi ha scritto:
Regmi ha scritto:La legna tagliata oggi dai servi genetci e a pagamento non ero ancora riuscito a trovarla.
All'appello manca "libero" e... anche per oggi dovrebbe essere finita.

...Certo che se qualche boscaiolo (anche provetto) non ci viene in aiuto diventa na faticaccia per entrambi :fifi:

Chiamala legna, chiamala come ti pare, ma mi pari a 'mia, da ciò che stà venendo fuori, che li 'ciuncano assai assai.
Ci sono carte, testimoni, rei confessi, denaro tracciabile, insomma cosa potrebbe volere di più un magistrato in un'inchiesta?

Altro che purghe staliniane, finalmente salta il tappo del vaso di pandora, salvo miracoli :fifi:
Sicuramente nei due soli interventi in cui
- accantonata l'ascia e lasciato per terra la cesta utile a trasportare la legna (come sai mi preoccupo molto del tuo stato di salute e non vorrei che tali immani sforzi ti costringessero all'uso del sospensore :mrgreen: ) -
ho detto la mia
non mi sono lasciato capire o, più probabilmente non vuoi capire.

Geneticamente sto sempre dalla parte di chi è in difficoltà e continuerò con piacere a
tagliare riempire la cesta e trasportare
tagliare riempire la cesta e trasportare
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....Non mi vorrai mica levare questa gioia?
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Riepilogo utile a chi si fosse perso qualcosa :beer2:

http://www.iljournal.it/2011/sistema-%E ... ati/252376“Sistema Sesto”, riepilogo inchiesta su Penati

«Signori, come a voi ben noto, il sottoscritto, nel corso degli anni, a partire dal 1999, ha versato a vario titolo, attraverso dazioni di denaro, a Filippo Penati, notevoli somme di denaro».

Inizia così l’e-mail, datata aprile 2010, che i pubblici ministeri di Milano Laura Pedio e Gaetano Ruta trovano sul pc dell’imprenditore di Sesto San Giovanni, Piero Di Caterina, titolare della ditta di trasporti Caronte. La lettera è indirizzata a Filippo Penati e Bruno Binasco, amministratore della Serravalle. Nell’ufficio di Caterina vengono ritrovati anche foglietti scritti a mano e piccoli cedolini stampati dalle calcolatrici dove sono annotati nomi e cifre di quella che si presume sia una contabilità “in nero” utilizzata per pagare politici locali e regionali in cambio di appalti e favori.

I pm di Milano stanno indagando sulla bonifica dell’area, prima industriale e in seguito riconvertita a residenziale, di Montecity-Santa Giulia che si trova nella zona sud del capoluogo lombardo. La bonifica non sarebbe stata effettuata secondo i canoni previsti e in compenso sarebbero state emesse false fatture. Parte di queste fatture, circa 700 mila euro, sono state emesse proprio da Piero Di Caterina.

Di Caterina indagato decide di collaborare e racconta la sua versione ai magistrati. Sostiene di aver versato soldi nelle casse del Partito democratico nel periodo che va dal 1993 al 2004 per ottenere favori e sbloccare i pagamenti dovuti dalla pubblica amministrazione alla sua azienda di trasporti. Tangenti dunque, che potevano arrivare anche a venti o trenta mila euro mensili. Questo il sistema “Sesto”. I soldi finivano nelle mani di Giordano Vimercati, ex capo di gabinetto di Filippo Penati alla Provincia di Milano. Nel 2004 Penati vince le elezioni e diventa Presidente della Provincia, le presunte tangenti sarebbero servite a finanziare, sostiene sempre Di Caterina, la campagna elettorale.

Oltre a Di Caterina, in Procura a Milano si presenta anche Giuseppe Pasini. proprietario delle aree dell’ex acciaieria Falck quando Penati era sindaco di Sesto San Giovanni. Pasini oltre che imprenditore è anch’egli un politico, candidato per il centro destra alla poltrona di sindaco di Sesto ma sconfitto nel 2007 dall’ attuale sindaco Giorgio Oldrini (Pd), anche lui indagato per concussione.

Giuseppe Pasini racconta di aver versato, a persone indicate da Penati, più di 3,7 milioni di euro tra il 2000 e il 2001 per ottenere le concessioni per l’area Falck divenuta di interesse immobiliare.

Il fascicolo viene trasmesso al Tribunale di Monza, di competenza territoriale per Sesto San Giovanni. I magistrati incaricati sono Walter Mapelli e Franca Macchia. I filoni dell’inchiesta diventano quattro:

1- La lottizzazione dell’ex area Flack a Sesto San Giovanni

2-La lottizzazione dell’area Ercole Marelli

3-Il servizio integrato dei trasporti dell’Alto Milanese

4- Le Coop rosse.

Le Coop Rosse
Giuseppe Pasini racconta ai nuovi magistrati di aver pagato due milioni e 400 mila euro per consulenze a Franceso Agnello e Gimapaolo Salami, professionisti vicinissimi alle Coop.

L’ultimo documento analizzato dalla Guardia di Finanza
Studiando i documenti sequestrati a Piero Di Caterina, la Guardia di Finanza si è imbattuta nel «foglio del miliardo di lire»


È in formato A4, bianco. Contiene un elenco interminabile di quelli che l’ imprenditore marchia di suo pugno, in stampatello, come «Crediti verso Penati/Vimercati» . In alto a sinistra l’ intestazione, su due righe. A destra, la matrice di quella che pare una vecchia calcolatrice con stampa ad aghi. Oltre quaranta le cifre a molti zeri ammonticchiate una sull’ altra. Si apre con 50 milioni di lire, prosegue con una serie di addizioni e chiude col totale: due miliardi e 235 mila lire più spiccioli vari. Sul fondo del foglio le cifre 1 e 298, il progressivo della numerazione. Ma è proprio lì, nel mezzo del foglio del cosidetto «libro mastro delle mazzette» ritrovato a Di Caterina, tra la colonna di numeri a sei e sette zeri, che campeggia il miliardo tondo tondo. Gli anni di riferimento sono quelli che vanno dal 1997 al 2000.

Gli Indagati
Nel registro degli indagati vengono iscritti


Penati, Vimercati, Oldrini, Pasqualino di Leva, ex assessore al Bilancio del Comune di Sesto (cui sarebbero stati versati un milione e mezzo di euro per creare fondi per i politici), la dirigente dello stesso ufficio Nicoletta Sostaro, l’architetto Marco Magni vicino all’assessore Di Leva, l’ex dirigente del Comune di Sesto San Giovanni Renato Sarno. Tra gli indagati vi è poi Antonino Princiotta, ex segretario generale della Provincia di Milano, che avrebbe ricevuto 100 mila euro da Di Caterina per l’affaire dei trasporti integrati. Vi è poi il filone delle fatture false. Giuseppe Grossi, l’imprenditore delle bonifiche, attraverso operazioni bancarie all’estero «retrocedeva provviste», gonfiando fatture, a favore dell’immobiliarista Luigi Zunino, a lungo proprietario dell’ex Falck. Accanto a loro anche Bruno Binasco, amministratore della Serravalle, che fa scadere un opzione di acquisto su un immobile di Di Caterina, che non ha ricevuto tutti i favori che si aspettava, perché incassi due milioni di euro.
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ma da quando il giornale è diventato un giornale forcaiolo??
da quando da così peso a ciò che dicono i pentiti??
da quando è così duro con gli indagati??
ammazza della coerenza e dell'imparzialità:a sostegno dell'impunità per il suo padrone e per il suo entourage,e giustizialisti con i suoi avversari.
Che servi!!
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reggino ha scritto:ma da quando il giornale è diventato un giornale forcaiolo??
da quando da così peso a ciò che dicono i pentiti??
da quando è così duro con gli indagati??
amazza della coerenza e dell'imparzialità:a sostegno dell'impunità per il suo padrone e per il suo entourage,e giustizialisti con i suoi avversari.
Che servi!!
Siiiiii :zip:
Per me è troppo complicato dare una risposta. Tu cmq non lo dire altrimenti qui si scatena un putiferio che metà basta e avanza. 8-)

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Regmi ha scritto:
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Regmi ha scritto:La legna tagliata oggi dai servi genetci e a pagamento non ero ancora riuscito a trovarla.
All'appello manca "libero" e... anche per oggi dovrebbe essere finita.

...Certo che se qualche boscaiolo (anche provetto) non ci viene in aiuto diventa na faticaccia per entrambi :fifi:

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Altro che purghe staliniane, finalmente salta il tappo del vaso di pandora, salvo miracoli :fifi:
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- accantonata l'ascia e lasciato per terra la cesta utile a trasportare la legna (come sai mi preoccupo molto del tuo stato di salute e non vorrei che tali immani sforzi ti costringessero all'uso del sospensore :mrgreen: ) -
ho detto la mia
non mi sono lasciato capire o, più probabilmente non vuoi capire.

Geneticamente sto sempre dalla parte di chi è in difficoltà e continuerò con piacere a
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....Non mi vorrai mica levare questa gioia?

Apprezzo ed apprezzerò i tuoi contributi, ma non mi sento per nulla in difficoltà 8-)

L'importante , presumo e spero, che per tutti ci sia un'aria più salubre :fifi:
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