Franco Pronzato

Notizie dal mondo e dalla città: curiosità, fatti, cronaca...

Moderatori: NinoMed, Bud, Lilleuro

peas!
Forumino Scelto
Forumino Scelto
Messaggi: 517
Iscritto il: 12/05/2011, 21:05

doddi ha scritto: ah ecco ... mi sfuggiva il ruolo ufficiale di responsabile dell'aviazione :fifi:
T'immagini se il PD fosse stato fondato da un condannato in secondo grado a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa? :mrgreen:
doddi
Non c'è nenti!
Non c'è nenti!
Messaggi: 4789
Iscritto il: 11/05/2011, 12:55
Località: 38°6′41″N 15°39′43″E

peas! ha scritto:
doddi ha scritto: ah ecco ... mi sfuggiva il ruolo ufficiale di responsabile dell'aviazione :fifi:
T'immagini se il PD fosse stato fondato da un condannato in secondo grado a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa? :mrgreen:
Sempre meglio di un deficiente neeeeee :mrgreen:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
peas!
Forumino Scelto
Forumino Scelto
Messaggi: 517
Iscritto il: 12/05/2011, 21:05

doddi ha scritto:
peas! ha scritto:
doddi ha scritto: ah ecco ... mi sfuggiva il ruolo ufficiale di responsabile dell'aviazione :fifi:
T'immagini se il PD fosse stato fondato da un condannato in secondo grado a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa? :mrgreen:
Sempre meglio di un deficiente neeeeee :mrgreen:
Cazzu-cazzu!
doddi
Non c'è nenti!
Non c'è nenti!
Messaggi: 4789
Iscritto il: 11/05/2011, 12:55
Località: 38°6′41″N 15°39′43″E

peas! ha scritto:
doddi ha scritto:
peas! ha scritto: T'immagini se il PD fosse stato fondato da un condannato in secondo grado a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa? :mrgreen:
Sempre meglio di un deficiente neeeeee :mrgreen:
Cazzu-cazzu!
iu iu :cheers
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
Avatar utente
NinoMed
Moderatore
Moderatore
Messaggi: 5438
Iscritto il: 03/05/2011, 0:34

reggino ha scritto:
eddiegraces ha scritto:Se i giudici, oltre berlusconi, eliminassero pure d'alema,
sarebbe bellissimo.

Un momento magico.
Oddio,sarà un momento di indiscusso piacere,ma definirlo bellissimo è troppo.Sarebbe Bellissimo se sparissero dallo scenario politico anche:

Veltroni(colui che ritenne Craxi più innovatore di Berlinguer,io coione, uno di questi l'ho pure votato :muro: :muro: :muro: )
Letta(colui che disse che Berlusconi deve difendersi nel processo e dal processo)
Violante(colui che ha attaccato l'uso delle intercettazioni)
Latorre(no comment)
Finocchiaro(colei che ha avuto la geniale idea di allearsi con Lombardo)
Fassino(ogni commento è superluo)e sua moglie(?)

Insomma se a scomparire da questo partito Craxiano fosse l'85-90% dei politici sarei contentissimo.
:salut
Have a Nice Day
Avatar utente
Regmi
Non c'è nenti!
Non c'è nenti!
Messaggi: 4207
Iscritto il: 11/05/2011, 16:55

doddi ha scritto:
Sempre meglio di un deficiente neeeeee :mrgreen:

Mai nominarlo invano

Immagine

Uploaded with ImageShack.us

Si potrebbe incacchiare di brutto
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
Avatar utente
Regmi
Non c'è nenti!
Non c'è nenti!
Messaggi: 4207
Iscritto il: 11/05/2011, 16:55

peas! ha scritto:
doddi ha scritto: ah ecco ... mi sfuggiva il ruolo ufficiale di responsabile dell'aviazione :fifi:
T'immagini se il PD fosse stato fondato da un condannato in secondo grado a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa? :mrgreen:
OT

Hai avuto modo di leggere le modifiche allo statuto del pdl?
...Semplicemente fantastico.


Immagino che a Doddino nostro :mrgreen: gli vada più che bene
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
suonatore Jones

Regmi ha scritto:
peas! ha scritto:
doddi ha scritto: ah ecco ... mi sfuggiva il ruolo ufficiale di responsabile dell'aviazione :fifi:
T'immagini se il PD fosse stato fondato da un condannato in secondo grado a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa? :mrgreen:
OT

Hai avuto modo di leggere le modifiche allo statuto del pdl?
...Semplicemente fantastico.


Immagino che a Doddino nostro :mrgreen: gli vada più che bene

linka!
Avatar utente
Regmi
Non c'è nenti!
Non c'è nenti!
Messaggi: 4207
Iscritto il: 11/05/2011, 16:55

Regmi ha scritto:
peas! ha scritto:
doddi ha scritto: ah ecco ... mi sfuggiva il ruolo ufficiale di responsabile dell'aviazione :fifi:

OT

Hai avuto modo di leggere le modifiche allo statuto del pdl?
...Semplicemente fantastico.


Immagino che a Doddino nostro :mrgreen: gli vada più che bene

linka!
Eccolo
Dopo averlo letto penasavo si trattasse di "coglionella".
Invece le odierne dichiarazioni di Bersani lo confermano.
...Praticamente gli fa da dattilografo :D


http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... tm#Scene_1
11. AVV. PELLEGRINO, STATUTO CONFERMA CHE ALFANO E' SOLO SEGRETARIO DEL PRESIDENTE...
(Adnkronos) - "Le modifiche allo statuto del Pdl approvate ieri e pubblicate oggi sul sito del partito confermano inequivocabilmente che il neo segretario Alfano non e' in alcun modo definibile come segretario politico democraticamente eletto, ma solo come segretario esecutore delle decisioni del presidente". Lo evidenzia l'avvocato Gianluigi Pellegrino, legale tra l'altro del Pd che ha curato con successo ultimamente la questione dei ricorsi in Cassazione sui referendum, che ha dedicato sul punto uno studio al rapporto tra gli statuti dei partiti italiani.

"E infatti -spiega Pellegrino- le modifiche statutarie proposte da Berlusconi e approvate ieri dal consiglio nazionale prevedono testualmente (articolo 16 bis) che il segretario puo' essere individuato solo dal presidente del partito e solo tra i componenti del suo ufficio di presidenza".

Pellegrino prosegue: "Inoltre sempre secondo il nuovo statuto, il consiglio nazionale deve approvare questa indicazione senza alcuna possibilita' di eleggere un segretario diverso da quello voluto dal presidente. Inoltre il segretario per statuto ha solo i poteri che il presidente decide di delegargli e (testualmente) 'da' attuazione alle delibrazioni e agli indirizzi decisi dal presidente, dall'ufficio di presidenza e dalla direzione nazionale', come recita appunto il nuovo articolo 16 bis dello statuto approvati
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
suonatore Jones

Regmi ha scritto: ...Praticamente gli fa da dattilografo :D

non è forse il ruolo del segretario? 8-)
Avatar utente
Regmi
Non c'è nenti!
Non c'è nenti!
Messaggi: 4207
Iscritto il: 11/05/2011, 16:55

suonatore Jones ha scritto:
Regmi ha scritto: ...Praticamente gli fa da dattilografo :D

non è forse il ruolo del segretario? 8-)
Se proprio vogliamo spaccare il capello in quattro applicato si chiama :wink
....a proposito esiste ancora quella figura professionale?
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
reggino
Non c'è nenti!
Non c'è nenti!
Messaggi: 4467
Iscritto il: 12/05/2011, 19:30
Località: l'isola che non c'è

Inchiesta sugli appalti aerei
I Piccini che fanno paura al Pd
Due fratelli, l'unico testimone morto e l'accusa di tre mazzette ai dalemiani, dalla privatizzazione Telecom a Tanzi. Dalle parole dell'imprenditore è nata l'inchiesta romana su appalti e contributi alla fondazione ItalianiEuropei
Due fratelli. Un incidente che uccide il testimone chiave. Accusatori che attribuiscono tre mazzette a politici e affaristi dalemiani. I nomi dei fratelli Sergio e Pio Piccini al Pd fanno venire la pelle d’oca. Dalle parole di Pio, il minore, è partita l’inchiesta dei pm romani Paolo Ielo e Giuseppe Cascini sulle mazzette ammesse da Vincenzo Morichini e Franco Pronzato, due amici di Massimo D’Alema. L’imprenditore toscano parla di un appalto da Finmeccanica di 8 milioni l’anno. Per ottenerlo (senza gara) ricorre a Morichini, amico di D’Alema, socio nello yacht Ikarus e procacciatore di finanziamenti per ItalianiEuropei. Pio spiega ai pm: “Se avessimo ottenuto l’appalto, avremmo versato il 5 per cento a Morichini e alla fondazione di D’Alema”. ItalianiEuropei smentisce. L’inchiesta chiarirà. I fratelli Piccini anni fa erano comparsi in altre due indagini accanto a esponenti del Pd. Inchieste finite con l’archiviazione. L’unico testimone d’accusa, Sergio Piccini (fratello maggiore), è morto in uno strano incidente.

Il primo incrocio tra i nomi di Sergio Piccini e D’Alema in un verbale risale al 2002, quando i carabinieri su delega del pm napoletano Marco Del Gaudio registrano la testimonianza di Giampiero Antonioli, esperto di telecomunicazioni. Il suo nome rispunterà nel 2005, sarà uno dei tre spiati (con Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo) dagli investigatori privati Pierpaolo Pasqua e Gaspare Gallo del Lazio gate. Antonioli viene sentito in un’indagine sulle associazioni dei consumatori, ma parla di Parmalat e Telecom Italia, della leggendaria super-tangente che il centrosinistra avrebbe incassato per la privatizzazione Telecom avvenuta sotto il governo D’Alema. La storia non ha trovato riscontri giudiziari.

Gli investigatori valutano con cautela le affermazioni di Antonioli, che potrebbe covare risentimento verso i Piccini. Dopo il crac Parmalat, le sue dichiarazioni vengono rivalutate: questo signore nel 2002 aveva riferito circostanze confermate due anni dopo dall’indagine di Parma, come il ruolo di “ufficiale pagatore della politica” di Sergio Piccini o i suoi rapporti con Nicolò Pollari. “Piccini è una persona chiave che ha gestito rapporti finanziari del gruppo Telecom. Sergio diventò braccio destro di Tanzi. Ha gestito interessi colossali”. Antonioli parla del network di relazioni di Sergio Piccini (in parte, secondo Antonioli, ereditato da Pio), cita “Mastella, Cossiga, D’Alema”. Descrive “un rapporto di affari molto serio con D’Alema attraverso London Court”, di cui era alla guida Fabio De Santis (socio di Ikarus e amico del presidente pd). Antonioli aggiunge: “Sergio ha lasciato a Pio le chiavi dei conti riservati, cifrati e documentazione sui rapporti con politici. Pio tiene i rapporti che teneva Sergio”. Antonioli riferisce poi che Sergio incontrava il dirigente dei servizi Nicolò Pollari, cercava di scoprire se c’erano indagini sul suo ruolo in Telecom. “Pio Piccini tiene i rapporti con Pollari e so che due o tre mesi fa ha conosciuto Licio Gelli insieme con un amico di Sergio che dice: sono agente Cia in Italia”.

Poi Antonioli tira la bomba: “Loro (Piccini, ndr) affermavano di aver avuto una parte organizzativa nella ventilata mega tangente che Colaninno e i suoi finanziatori hanno pagato ai Ds, a D’Alema e Violante. Sergio era una persona serissima… non ha mai mentito su queste cose”. Prove? Nessuna. I carabinieri del Nucleo di Roma, dopo il crack Parmalat, si ritrovano in mano quelle dichiarazioni esplosive. Per riscontrarle chiedono di intercettare Antonioli, Pio Piccini e il suo socio Nicola Catelli. Scoprono i rapporti tra una società dei Piccini (usata da Tanzi come veicolo di finanziamenti) e Il manifesto. Tutto finisce nel calderone dell’inchiesta di Parma e poi in archivio. Come gli atti, richiesti dalla Procura di Parma, sulla morte di Sergio, avvenuta nel 2000 in un incidente d’auto (sei mesi prima era scampato a un incidente su un jet privato).

Ma c’è un terzo incrocio tra gli uomini del Ds-Pd e Sergio Piccini: ruota intorno al “canestro delle mazzette di Tanzi ai politici” e al dalemiano Claudio Burlando, l’uomo che ha portato a Roma Franco Pronzato (consigliere Enac e dirigente Pd arrestato). A parlarne, nel 2005, è Tanzi. I pm di Roma aprono un’inchiesta. Tanzi riferisce di tangenti legate alla joint-venture Ecp. Un’operazione che, secondo i pm di Parma, voleva scaricare sulle Ferrovie i debiti delle società turistiche dei Tanzi (gruppo Itc&P). Tanzi indica Piccini, allora presidente di Itc&P, come intermediario. Nemmeno Tanzi ricorda quali pagamenti furono effettuati. Comunque le Ferrovie varano la joint-venture con Tanzi, che tra il 12 marzo e il 28 giugno 1996 fa confluire nella società mista, per un valore di 108 miliardi di lire certificato dal perito Emanuele D’Innella, le sue aziende turistiche in passivo, secondo l’ accusa, per 692 miliardi. E qui entra in scena il centrosinistra. Cambia il governo e, racconta Tanzi, “Piccini mi disse di aver pagato anche il neoministro Burlando, mi parlò di un miliardo di lire… Mi recai al ministero per ringraziarlo del suo positivo interessamento. In quella visita di cortesia Burlando mi confermò di aver condiviso l’operazione”.

Burlando nega ogni accusa, annunciando denunce (non presentate). Oggi ricorda: “Le trattative si conclusero il 10 maggio ‘96, mentre io sono diventato ministro il 18 maggio ’96 e qualche giorno dopo abbiamo sciolto la joint venture”. L’inchiesta si concluse con un’archiviazione. Contro Burlando c’erano solo le parole di Tanzi. L’unico possibile testimone, Sergio Piccini, era morto con i suoi segreti.

di Marco Lillo e Ferruccio Sansa

da Il Fatto Quotidiano del 6 luglio 2011
https://www.youtube.com/watch?v=-JQINuybHL4" onclick="window.open(this.href);return false;
Avatar utente
eddiegraces
Forumino Praticante
Forumino Praticante
Messaggi: 294
Iscritto il: 11/05/2011, 14:16

reggino ha scritto:Inchiesta sugli appalti aerei
I Piccini che fanno paura al Pd
Due fratelli, l'unico testimone morto e l'accusa di tre mazzette ai dalemiani, dalla privatizzazione Telecom a Tanzi. Dalle parole dell'imprenditore è nata l'inchiesta romana su appalti e contributi alla fondazione ItalianiEuropei
Due fratelli. Un incidente che uccide il testimone chiave. Accusatori che attribuiscono tre mazzette a politici e affaristi dalemiani. I nomi dei fratelli Sergio e Pio Piccini al Pd fanno venire la pelle d’oca. Dalle parole di Pio, il minore, è partita l’inchiesta dei pm romani Paolo Ielo e Giuseppe Cascini sulle mazzette ammesse da Vincenzo Morichini e Franco Pronzato, due amici di Massimo D’Alema. L’imprenditore toscano parla di un appalto da Finmeccanica di 8 milioni l’anno. Per ottenerlo (senza gara) ricorre a Morichini, amico di D’Alema, socio nello yacht Ikarus e procacciatore di finanziamenti per ItalianiEuropei. Pio spiega ai pm: “Se avessimo ottenuto l’appalto, avremmo versato il 5 per cento a Morichini e alla fondazione di D’Alema”. ItalianiEuropei smentisce. L’inchiesta chiarirà. I fratelli Piccini anni fa erano comparsi in altre due indagini accanto a esponenti del Pd. Inchieste finite con l’archiviazione. L’unico testimone d’accusa, Sergio Piccini (fratello maggiore), è morto in uno strano incidente.

Il primo incrocio tra i nomi di Sergio Piccini e D’Alema in un verbale risale al 2002, quando i carabinieri su delega del pm napoletano Marco Del Gaudio registrano la testimonianza di Giampiero Antonioli, esperto di telecomunicazioni. Il suo nome rispunterà nel 2005, sarà uno dei tre spiati (con Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo) dagli investigatori privati Pierpaolo Pasqua e Gaspare Gallo del Lazio gate. Antonioli viene sentito in un’indagine sulle associazioni dei consumatori, ma parla di Parmalat e Telecom Italia, della leggendaria super-tangente che il centrosinistra avrebbe incassato per la privatizzazione Telecom avvenuta sotto il governo D’Alema. La storia non ha trovato riscontri giudiziari.

Gli investigatori valutano con cautela le affermazioni di Antonioli, che potrebbe covare risentimento verso i Piccini. Dopo il crac Parmalat, le sue dichiarazioni vengono rivalutate: questo signore nel 2002 aveva riferito circostanze confermate due anni dopo dall’indagine di Parma, come il ruolo di “ufficiale pagatore della politica” di Sergio Piccini o i suoi rapporti con Nicolò Pollari. “Piccini è una persona chiave che ha gestito rapporti finanziari del gruppo Telecom. Sergio diventò braccio destro di Tanzi. Ha gestito interessi colossali”. Antonioli parla del network di relazioni di Sergio Piccini (in parte, secondo Antonioli, ereditato da Pio), cita “Mastella, Cossiga, D’Alema”. Descrive “un rapporto di affari molto serio con D’Alema attraverso London Court”, di cui era alla guida Fabio De Santis (socio di Ikarus e amico del presidente pd). Antonioli aggiunge: “Sergio ha lasciato a Pio le chiavi dei conti riservati, cifrati e documentazione sui rapporti con politici. Pio tiene i rapporti che teneva Sergio”. Antonioli riferisce poi che Sergio incontrava il dirigente dei servizi Nicolò Pollari, cercava di scoprire se c’erano indagini sul suo ruolo in Telecom. “Pio Piccini tiene i rapporti con Pollari e so che due o tre mesi fa ha conosciuto Licio Gelli insieme con un amico di Sergio che dice: sono agente Cia in Italia”.

Poi Antonioli tira la bomba: “Loro (Piccini, ndr) affermavano di aver avuto una parte organizzativa nella ventilata mega tangente che Colaninno e i suoi finanziatori hanno pagato ai Ds, a D’Alema e Violante. Sergio era una persona serissima… non ha mai mentito su queste cose”. Prove? Nessuna. I carabinieri del Nucleo di Roma, dopo il crack Parmalat, si ritrovano in mano quelle dichiarazioni esplosive. Per riscontrarle chiedono di intercettare Antonioli, Pio Piccini e il suo socio Nicola Catelli. Scoprono i rapporti tra una società dei Piccini (usata da Tanzi come veicolo di finanziamenti) e Il manifesto. Tutto finisce nel calderone dell’inchiesta di Parma e poi in archivio. Come gli atti, richiesti dalla Procura di Parma, sulla morte di Sergio, avvenuta nel 2000 in un incidente d’auto (sei mesi prima era scampato a un incidente su un jet privato).

Ma c’è un terzo incrocio tra gli uomini del Ds-Pd e Sergio Piccini: ruota intorno al “canestro delle mazzette di Tanzi ai politici” e al dalemiano Claudio Burlando, l’uomo che ha portato a Roma Franco Pronzato (consigliere Enac e dirigente Pd arrestato). A parlarne, nel 2005, è Tanzi. I pm di Roma aprono un’inchiesta. Tanzi riferisce di tangenti legate alla joint-venture Ecp. Un’operazione che, secondo i pm di Parma, voleva scaricare sulle Ferrovie i debiti delle società turistiche dei Tanzi (gruppo Itc&P). Tanzi indica Piccini, allora presidente di Itc&P, come intermediario. Nemmeno Tanzi ricorda quali pagamenti furono effettuati. Comunque le Ferrovie varano la joint-venture con Tanzi, che tra il 12 marzo e il 28 giugno 1996 fa confluire nella società mista, per un valore di 108 miliardi di lire certificato dal perito Emanuele D’Innella, le sue aziende turistiche in passivo, secondo l’ accusa, per 692 miliardi. E qui entra in scena il centrosinistra. Cambia il governo e, racconta Tanzi, “Piccini mi disse di aver pagato anche il neoministro Burlando, mi parlò di un miliardo di lire… Mi recai al ministero per ringraziarlo del suo positivo interessamento. In quella visita di cortesia Burlando mi confermò di aver condiviso l’operazione”.

Burlando nega ogni accusa, annunciando denunce (non presentate). Oggi ricorda: “Le trattative si conclusero il 10 maggio ‘96, mentre io sono diventato ministro il 18 maggio ’96 e qualche giorno dopo abbiamo sciolto la joint venture”. L’inchiesta si concluse con un’archiviazione. Contro Burlando c’erano solo le parole di Tanzi. L’unico possibile testimone, Sergio Piccini, era morto con i suoi segreti.

di Marco Lillo e Ferruccio Sansa

da Il Fatto Quotidiano del 6 luglio 2011
sinceramente un articolo vergognoso che puzza di servizi lontano un miglio.

Ho cambiato idea, d'alema non si deve dimettere
- chi è che ha causato questa mancanza di soldi all'interno del comune?
- La prima giunta Scopelliti aveva ricevuto in lascito dei conti disastrosi dalla precedente gestione Falcomatà Naccari.
- Ah
Rispondi