Quale Futuro con Questa Società?

Tutto sulla Reggina

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Bud
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Secondo me non ci si è messi ancora in testa che più di questo la società non può fare sotto il rpfilo economico. magari ci sarebbe da discutere sotto il profilo tecnico e su qualche scelta (a mio parere) sbagliata ad iniziare dal ritorno di Martino

Zeman sta facendo quello che può con il materiale a disposizione e anzi, a me sembra che le squadre avversarie per avere la meglio debbano giocare con la massima concentrazione e la partita di Cosenza ne è l'esempio

però mettiamoci in testa che siamo in terza serie e dovevamo essere in quarta senza il ripescaggio, siamo in una situazione nella quale la salvezza la dobbiamo e la possiamo ottenere perchè rimandendo in serie C possono passare anche anni ma potresti anche indovinare la stagione e fare un campionato con ben altre prospettive e a quel punto valorizzare ulteriormente il parco giocatori e la società, nel frattempo poi hai il tempo di aspettare e sperare che si avvicini qualcuno più facoltoso interessato

abbiamo fatto tanti campionati di C prima di assaporare la B e poi la A

ora siamo tornati nella nostra abituale dimensione e speriamo di restarci in attesa di tempi migliori

ma scordiamoci la serie A, scordiamocela altrimenti commetteremo gli stessi errori dei tifosi del Catanzaro e non usciremo mai da questa situazione
mohammed
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Bud ha scritto:Secondo me non ci si è messi ancora in testa che più di questo la società non può fare sotto il rpfilo economico. magari ci sarebbe da discutere sotto il profilo tecnico e su qualche scelta (a mio parere) sbagliata ad iniziare dal ritorno di Martino

Zeman sta facendo quello che può con il materiale a disposizione e anzi, a me sembra che le squadre avversarie per avere la meglio debbano giocare con la massima concentrazione e la partita di Cosenza ne è l'esempio

però mettiamoci in testa che siamo in terza serie e dovevamo essere in quarta senza il ripescaggio, siamo in una situazione nella quale la salvezza la dobbiamo e la possiamo ottenere perchè rimandendo in serie C possono passare anche anni ma potresti anche indovinare la stagione e fare un campionato con ben altre prospettive e a quel punto valorizzare ulteriormente il parco giocatori e la società, nel frattempo poi hai il tempo di aspettare e sperare che si avvicini qualcuno più facoltoso interessato

abbiamo fatto tanti campionati di C prima di assaporare la B e poi la A

ora siamo tornati nella nostra abituale dimensione e speriamo di restarci in attesa di tempi migliori

ma scordiamoci la serie A, scordiamocela altrimenti commetteremo gli stessi errori dei tifosi del Catanzaro e non usciremo mai da questa situazione
Tranquillo la A ce la siamo ormai scordata da tempo.
Allah è grande, Gheddafi è il suo profeta!
rombodituono
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Siamo passati da un calciatorificio a un noleggificio calciatori e allenatore chiavi in mano. Questi stanno lì solo a sperare di fare una piccola plusvalenza sul noleggio che monetizzi il tempo che dedicano alla Reggina, perché non sono riusciti a fare di meglio nelle loro attività commerciali. Un tempo anche Foti fece così e per molto gli andò e ci andò bene. Altri tempi. Oggi il mondo non e' più quello di una volta e anche lucrare sulla passata fama e' mera utopia se non si hanno idee e ci si affida a ottusi principianti della panchina e a vecchi arnesi di gestione tecnica, già impietosamente bocciati da un passato non troppo lontano.
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ManAGeR78
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E' ARRIVATO IL MOMENTO CHE LA SOCIETA' DIMOSTRI DI TENERCI E CREDERCI ALMENO, SE NON PIU', DEI TIFOSI.
I TIFOSI HANNO DATO ABBONDANTEMENTE, E DOVER ASSISTERE ALLE PARTITE CHE CI PROPINATE E' SUPPLIZIO BASTEVOLE!
ORA TOCCA A VOI!
IL PROFESSIONISMO VA DIFESO, E NEI FATTI!

ALTRIMENTI SARETE PEGGIO DI CHI VI HA PRECEDUTO

FATTI, NON CHIACCHIERE E COMUNICATI AI TIFOSI. AVETE ROTTO LE P...E!!
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"I know I was born and I know that I'll die. The in between is mine. I AM MINE!" (Eddie Vedder)
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Da Strill.it
Qualcuno faccia qualcosa, la Reggina va a fondo

Lunedì 20 Marzo 2017
10:56
di Pasquale De Marte – Il rischio c’è. Ma non di retrocedere (quello è assolutamente concreto), ma di non recepire quanti e quali allarmi sono suonati in casa Reggina dopo la partita con la Vibonese.
Gli amaranto sono stati presi a pallate dall’ultima in classifica, dal primo al novantesimo. Il pallone che ha avuto Kosnic, allo scadere, è vero, sarebbe potuto valere la vittoria ma qualora i tre punti fossero rimasti sullo Stretto il tutto sarebbe stato molto simile ad un “furto con scasso”.
La Vibonese di Campilongo ha mostrato una superiorità schiacciante sotto ogni profilo: nell’interpretazione tattica della gara, nell’impatto fisico sul match, nella convinzione che i giocatori mettevano nei contrasti, nella capacità di reggere la pressione di dover fare risultato, nella lettura della partita e delle sostituzioni.
E, non bisogna dimenticarlo, ai rossoblu mancavano due pedine fondamentali: Silvestri e Viola.
E se fosse stato un anticipo di play out? Meglio non pensarci, dato che lo scenario immaginario parrebbe assai nefasto per le prospettive amaranto.
Ci si chiede come mai dopo quasi trenta partite in cui si è insistito in maniera scientifica su un sistema di gioco si sia scelto di cambiarlo nella fase cruciale del campionato, affidandosi ad uno schema (5-3-2) che ha portato inizialmente risultati che, forse, oggi appaiono frutto del caso.
Un punto a Castellammare grazie al suicidio della Juve Stabia che aveva dominato per un’ora, tre contro una Casertana arrivata al Reggio con l’idea di fare una scampagnata (Sebbene, in quel caso, piacque e non poco lo spirito) e zero contro un Matera che ha perso sei partite su sette, vincendone una sola, proprio quella.
Un nuovo schema che viola una vecchia regola: cambiare le cose che funzionano, come allontanare il miglior assist man della squadra, Porcino (invenzione di Zeman in attacco, non bisogna dimenticarlo) dal centravanti Coralli.
Forse attorno a quell’asse andava ricostruita una nuova identità, magari creando un sistema che desse più spazio all’esterno oggi non brillantissimo quando è costretto a fare l’intera fascia. (L’assist è arrivato anche contro la Casertana, ma a gara già indirizzata col vantaggio).
E contro la Vibonese? Si è rivisto inizialmente il 4-5-1 (difficile chiamarlo 4-3-3), ma sono emersi altri limiti. Si decide di schierare un difensore centrale Cucinotti (tra i migliori, per quelle che sono le sue caratteristiche) nella posizione di terzino prima e di esterno alto poi. Non esattamente la scelta che può dare il messaggio giusto alla squadra contro il fanalino di coda del campionato.
E dopo? Si fa male Possenti ed entra De Vito, quasi a sottolineare un certo timore dell’avversario per difendersi bassi con il 5-3-2 con affanno. rimanendo lunghi in campo e non perdere solo grazie alla traversa e alla scarsa vena realizzativa di Saraniti.
Che fine ha fatto la filosofia zemaniana?
E pensare che la Reggina di inizio campionato piaceva a tutti e c’era la convinzione che con un po’ di qualità in più (che poteva magari arrivare dal mercato di gennaio e lì ci sono responsabilità o semplicemente limiti economici della gestione) sarebbe potuta arrivare tranquillamente alla salvezza anche dopo il primo ciclo negativo.
Ed, invece, alle prime difficoltà si è sgretolata, ha provato più volte a rialzare la testa senza mai trovare continuità e adesso rischia.
Rischia seriamente di andare a fondo, perchè se non si esce bene dalle prossime due partite (Siracusa reduce da cinque vittorie consecutive, Melfi da tre) l’ultimo posto e la retrocessione diretta potrebbero diventare un serio pericolo ed i play out un traguardo agognato.
C’è voglia di essere smentiti, ma anche un certa difficoltà nel trovare appigli.
L’unico dato positivo della partita di ieri risiede nel risultato, una sconfitta non arrivata nonostante sia stata meritata.
E fa male persino il dopo partita. Zeman, a fine partita, ha dichiarato che la squadra per tutta la settimana ha preparato la gara giocando palla a terra, per poi affidarsi costantemente ad altro tipo di schema.
E questo cosa vuol dire? Che il gruppo non si fida dell’allenatore e decide di fare di testa propria? Che i giocatori sono talmente indolenti da non ascoltare le parole della loro guida nella fase più importante del campionato? O che semplicemente, quando il gioco si fa duro in tutti i sensi, sono vittime della tensione e delle pressioni al punto da perdere la lucidità?
Anche se solo una di queste ipotesi fosse vera le prospettive diverrebbero inquietanti.
E’ il momento delle critiche dure e feroci, dato che la morbidezza dell’ambiente non è stata propedeutica a nulla.
Che nessuno si lamenti, perchè qui c’è il rischio di andare a fondo e di portare la Reggina in Serie D.
E non è quello l’orizzonte peggiore.
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Jack
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rombodituono ha scritto:Da Strill.it
Qualcuno faccia qualcosa, la Reggina va a fondo

Lunedì 20 Marzo 2017
10:56
di Pasquale De Marte – Il rischio c’è. Ma non di retrocedere (quello è assolutamente concreto), ma di non recepire quanti e quali allarmi sono suonati in casa Reggina dopo la partita con la Vibonese.
Gli amaranto sono stati presi a pallate dall’ultima in classifica, dal primo al novantesimo. Il pallone che ha avuto Kosnic, allo scadere, è vero, sarebbe potuto valere la vittoria ma qualora i tre punti fossero rimasti sullo Stretto il tutto sarebbe stato molto simile ad un “furto con scasso”.
La Vibonese di Campilongo ha mostrato una superiorità schiacciante sotto ogni profilo: nell’interpretazione tattica della gara, nell’impatto fisico sul match, nella convinzione che i giocatori mettevano nei contrasti, nella capacità di reggere la pressione di dover fare risultato, nella lettura della partita e delle sostituzioni.
E, non bisogna dimenticarlo, ai rossoblu mancavano due pedine fondamentali: Silvestri e Viola.
E se fosse stato un anticipo di play out? Meglio non pensarci, dato che lo scenario immaginario parrebbe assai nefasto per le prospettive amaranto.
Ci si chiede come mai dopo quasi trenta partite in cui si è insistito in maniera scientifica su un sistema di gioco si sia scelto di cambiarlo nella fase cruciale del campionato, affidandosi ad uno schema (5-3-2) che ha portato inizialmente risultati che, forse, oggi appaiono frutto del caso.
Un punto a Castellammare grazie al suicidio della Juve Stabia che aveva dominato per un’ora, tre contro una Casertana arrivata al Reggio con l’idea di fare una scampagnata (Sebbene, in quel caso, piacque e non poco lo spirito) e zero contro un Matera che ha perso sei partite su sette, vincendone una sola, proprio quella.
Un nuovo schema che viola una vecchia regola: cambiare le cose che funzionano, come allontanare il miglior assist man della squadra, Porcino (invenzione di Zeman in attacco, non bisogna dimenticarlo) dal centravanti Coralli.
Forse attorno a quell’asse andava ricostruita una nuova identità, magari creando un sistema che desse più spazio all’esterno oggi non brillantissimo quando è costretto a fare l’intera fascia. (L’assist è arrivato anche contro la Casertana, ma a gara già indirizzata col vantaggio).
E contro la Vibonese? Si è rivisto inizialmente il 4-5-1 (difficile chiamarlo 4-3-3), ma sono emersi altri limiti. Si decide di schierare un difensore centrale Cucinotti (tra i migliori, per quelle che sono le sue caratteristiche) nella posizione di terzino prima e di esterno alto poi. Non esattamente la scelta che può dare il messaggio giusto alla squadra contro il fanalino di coda del campionato.
E dopo? Si fa male Possenti ed entra De Vito, quasi a sottolineare un certo timore dell’avversario per difendersi bassi con il 5-3-2 con affanno. rimanendo lunghi in campo e non perdere solo grazie alla traversa e alla scarsa vena realizzativa di Saraniti.
Che fine ha fatto la filosofia zemaniana?
E pensare che la Reggina di inizio campionato piaceva a tutti e c’era la convinzione che con un po’ di qualità in più (che poteva magari arrivare dal mercato di gennaio e lì ci sono responsabilità o semplicemente limiti economici della gestione) sarebbe potuta arrivare tranquillamente alla salvezza anche dopo il primo ciclo negativo.
Ed, invece, alle prime difficoltà si è sgretolata, ha provato più volte a rialzare la testa senza mai trovare continuità e adesso rischia.
Rischia seriamente di andare a fondo, perchè se non si esce bene dalle prossime due partite (Siracusa reduce da cinque vittorie consecutive, Melfi da tre) l’ultimo posto e la retrocessione diretta potrebbero diventare un serio pericolo ed i play out un traguardo agognato.
C’è voglia di essere smentiti, ma anche un certa difficoltà nel trovare appigli.
L’unico dato positivo della partita di ieri risiede nel risultato, una sconfitta non arrivata nonostante sia stata meritata.
E fa male persino il dopo partita. Zeman, a fine partita, ha dichiarato che la squadra per tutta la settimana ha preparato la gara giocando palla a terra, per poi affidarsi costantemente ad altro tipo di schema.
E questo cosa vuol dire? Che il gruppo non si fida dell’allenatore e decide di fare di testa propria? Che i giocatori sono talmente indolenti da non ascoltare le parole della loro guida nella fase più importante del campionato? O che semplicemente, quando il gioco si fa duro in tutti i sensi, sono vittime della tensione e delle pressioni al punto da perdere la lucidità?
Anche se solo una di queste ipotesi fosse vera le prospettive diverrebbero inquietanti.
E’ il momento delle critiche dure e feroci, dato che la morbidezza dell’ambiente non è stata propedeutica a nulla.
Che nessuno si lamenti, perchè qui c’è il rischio di andare a fondo e di portare la Reggina in Serie D.
E non è quello l’orizzonte peggiore.
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Questi sono gli articoli di chi abbandona la nave poco prima che affondi...Se la Reggina andrà in D, i giornalisti sportivi di Reggio per il loro livello infimo l'hanno già preceduta da un pezzo
Zappia Goal
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Questi sono gli articoli di chi abbandona la nave poco prima che affondi...Se la Reggina andrà in D, i giornalisti sportivi di Reggio per il loro livello infimo l'hanno già preceduta da un pezzo[/quote]

SE la Reggina andrà in D, IN EFFETTI, la colpa sarà dei giornalisti e non del DIRETTORE SPORTIVO PIU INADEGUATO DEL CALCIO ITALIANO DEGLI ultimi due lustri.
Il tutto unito ad una dirigenza di dilettanti allo sbaraglio che affidandosi al soggetto sopra menzionato, pensava di poter salvare la categoria senza problemi.
E, ciliegina sulla torta, proponendogli un contratto triennale a cifre, a queste latitudini ed in questo attuale contesto, da capogiro.

SCUSA, sto sognando, mi sono sbagliato, la colpa è dei giornalisti.
04/05/1971 - 15/01/2007 punto e a capo.
16/01/2007 .............niente sarà più come prima.
Mi manchi sempre più.
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Zappia Goal ha scritto:Questi sono gli articoli di chi abbandona la nave poco prima che affondi...Se la Reggina andrà in D, i giornalisti sportivi di Reggio per il loro livello infimo l'hanno già preceduta da un pezzo
SE la Reggina andrà in D, IN EFFETTI, la colpa sarà dei giornalisti e non del DIRETTORE SPORTIVO PIU INADEGUATO DEL CALCIO ITALIANO DEGLI ultimi due lustri.
Il tutto unito ad una dirigenza di dilettanti allo sbaraglio che affidandosi al soggetto sopra menzionato, pensava di poter salvare la categoria senza problemi.
E, ciliegina sulla torta, proponendogli un contratto triennale a cifre, a queste latitudini ed in questo attuale contesto, da capogiro.

SCUSA, sto sognando, mi sono sbagliato, la colpa è dei giornalisti.[/quote]

Non ho detto che la colpa se la Reggina scende è dei giornalisti. Dove lo hai letto? Sto solo dicendo che sono molto scarsi nel fare il loro mestiere. Questo sempre secondo me! Ieri per esempio sentire Ficara fare la telecronaca è stato un supplizio, tra strafalcioni, battute di spirito fuori luogo, ecc. ecc.
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Reggina: vincere a Siracusa, salvarsi e poi defenestrare gli inadeguati

di Paolo Ficara - Crisi infinita. La fiera degli alibi prosegue attorno alla Reggina, senza soluzione di continuità. Dal 2-6 in casa col Matera in avanti, si è sempre trovata una giustificazione utile a nascondere la polvere sotto al tappeto. Mai una volta che uno tra presidente, direttore ed allenatore si sia presentato davanti ai microfoni per assumersi delle responsabilità. La squadra continua a precipitare tra l'indifferenza di chi dovrebbe intervenire, ma non alimenteremo battaglie contro i mulini a vento. Adesso bisogna mantenere la categoria in qualsiasi maniera: ma a prescindere da quello che sarà l'esito finale, non c'è più fiducia in chi si è dimostrato inadeguato al contesto. GNORRI – Ci vuole una bella faccia tosta per dichiararsi sorpresi dal non-gioco della Reggina, in casa propria, al cospetto del fanalino di coda Vibonese. Forse qualcuno è stato alle Seychelles negli ultimi cinque mesi. O forse, questi sono gli effetti quando ci si illude di aver fatto un partitone a Cosenza, grazie agli assist di Caccetta e Tedeschi. La prestazione degli amaranto è sempre uguale da tempo immemore, che si tratti di campionato o di amichevole con la Cittanovese cambia poco. È stato ottenuto risultato solo in presenza di avversari che hanno manifestato vuoti di memoria, improvvisi svenimenti o problemi di convergenza.

A SIRACUSA SENZA PAURA – Un girone fa, gli aretusei vincendo al 'Granillo' si sono risollevati dalle secche della classifica. Sembravano una squadra di pre-pensionati con poche chance di salvezza, si ritrovano sesti in classifica. Onore al tecnico Sottil. È chiaro che, con il Siracusa al top della condizione psico-fisica, non ci può essere confronto con chi ha 19 punti in meno in classifica. Non sappiamo se saranno soggetti anche loro a svenimenti, in tal caso cambierà poco presentarsi con Zeman o con Agroppi in panchina. Potrebbe rivelarsi importante un buon supporto dagli spalti: si tratta dell'ultima trasferta a portata di mano per la tifoseria amaranto, le successive saranno tutte in Puglia. IL PUNTO SULLA ZONA BASSA – Nonostante un campionato fin qui imbarazzante, la Reggina ha ancora la possibilità di salvarsi senza passare dai playout. Battendo il Matera (mica il Santa Caterina), l'Akragas ha rimesso la testa fuori dalla zona playout, ma è a soli due punti dagli amaranto. Mantenere la categoria non sarebbe un miracolo, anche in altre piazze ci sono problemi ed un eventuale colpaccio a Siracusa può dare slancio. Se non si otterrà risultato neanche domenica prossima, di contro, bisognerà guardarsi alle spalle e mettere la firma affinché non si retroceda direttamente. GENTILMENTE, QUELLA È LA PORTA – La lesa maestà vale per la Regina d'Inghilterra, non per chi è responsabile di non essere nemmeno arrivato a 30 punti a metà marzo con il sesto numero di abbonati per l'intera Lega Pro. Zeman e Martino non sembrano calati nel presente. Il primo vive nel futuro, nel senso che Cucinotti a coprire l'intera fascia destra è una mossa che forse capiremo nel 2040, con tutto il rispetto per il ragazzo. L'altro è irrimediabilmente intrappolato in un passato composto dai lussi della Serie A, dalla gestione a mò di esercito della squadra e da strategie comunicative basate sul do ut des. Sveglia, siamo nel 2017. Ha avuto carta bianca per scegliere tutto e tutti, dall'allenatore al tagliaerba. L'ultima dichiarazione è stata quella di Vibo, un girone fa: "Momento delicato, frutto anche delle difficoltà societarie". Chissà quanto durerà, questo momento...
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rombodituono ha scritto:Reggina: vincere a Siracusa, salvarsi e poi defenestrare gli inadeguati

di Paolo Ficara - Crisi infinita. La fiera degli alibi prosegue attorno alla Reggina, senza soluzione di continuità. Dal 2-6 in casa col Matera in avanti, si è sempre trovata una giustificazione utile a nascondere la polvere sotto al tappeto. Mai una volta che uno tra presidente, direttore ed allenatore si sia presentato davanti ai microfoni per assumersi delle responsabilità. La squadra continua a precipitare tra l'indifferenza di chi dovrebbe intervenire, ma non alimenteremo battaglie contro i mulini a vento. Adesso bisogna mantenere la categoria in qualsiasi maniera: ma a prescindere da quello che sarà l'esito finale, non c'è più fiducia in chi si è dimostrato inadeguato al contesto. GNORRI – Ci vuole una bella faccia tosta per dichiararsi sorpresi dal non-gioco della Reggina, in casa propria, al cospetto del fanalino di coda Vibonese. Forse qualcuno è stato alle Seychelles negli ultimi cinque mesi. O forse, questi sono gli effetti quando ci si illude di aver fatto un partitone a Cosenza, grazie agli assist di Caccetta e Tedeschi. La prestazione degli amaranto è sempre uguale da tempo immemore, che si tratti di campionato o di amichevole con la Cittanovese cambia poco. È stato ottenuto risultato solo in presenza di avversari che hanno manifestato vuoti di memoria, improvvisi svenimenti o problemi di convergenza.

A SIRACUSA SENZA PAURA – Un girone fa, gli aretusei vincendo al 'Granillo' si sono risollevati dalle secche della classifica. Sembravano una squadra di pre-pensionati con poche chance di salvezza, si ritrovano sesti in classifica. Onore al tecnico Sottil. È chiaro che, con il Siracusa al top della condizione psico-fisica, non ci può essere confronto con chi ha 19 punti in meno in classifica. Non sappiamo se saranno soggetti anche loro a svenimenti, in tal caso cambierà poco presentarsi con Zeman o con Agroppi in panchina. Potrebbe rivelarsi importante un buon supporto dagli spalti: si tratta dell'ultima trasferta a portata di mano per la tifoseria amaranto, le successive saranno tutte in Puglia. IL PUNTO SULLA ZONA BASSA – Nonostante un campionato fin qui imbarazzante, la Reggina ha ancora la possibilità di salvarsi senza passare dai playout. Battendo il Matera (mica il Santa Caterina), l'Akragas ha rimesso la testa fuori dalla zona playout, ma è a soli due punti dagli amaranto. Mantenere la categoria non sarebbe un miracolo, anche in altre piazze ci sono problemi ed un eventuale colpaccio a Siracusa può dare slancio. Se non si otterrà risultato neanche domenica prossima, di contro, bisognerà guardarsi alle spalle e mettere la firma affinché non si retroceda direttamente. GENTILMENTE, QUELLA È LA PORTA – La lesa maestà vale per la Regina d'Inghilterra, non per chi è responsabile di non essere nemmeno arrivato a 30 punti a metà marzo con il sesto numero di abbonati per l'intera Lega Pro. Zeman e Martino non sembrano calati nel presente. Il primo vive nel futuro, nel senso che Cucinotti a coprire l'intera fascia destra è una mossa che forse capiremo nel 2040, con tutto il rispetto per il ragazzo. L'altro è irrimediabilmente intrappolato in un passato composto dai lussi della Serie A, dalla gestione a mò di esercito della squadra e da strategie comunicative basate sul do ut des. Sveglia, siamo nel 2017. Ha avuto carta bianca per scegliere tutto e tutti, dall'allenatore al tagliaerba. L'ultima dichiarazione è stata quella di Vibo, un girone fa: "Momento delicato, frutto anche delle difficoltà societarie". Chissà quanto durerà, questo momento...
10 minuti fa a Reggio in rete, PEPPE PRATICO' HA RINNOVATO LA FIDUCIA A ZEMAN.
POVERI NOI.
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16/01/2007 .............niente sarà più come prima.
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Saverio ci speravamo, ma sapevamo tutti che non avrebbero fatto nulla.
Se non fossero ciechi, ed ottusi, non saremmo in questa situazione da prima di Natale,e a Gennaio, avrebbero fatto nuovi innesti secondo le indicazioni del nuovo mister.
Non avendo fatto il primo passo, si sono sentiti in diritto di non dover fare neanche il secondo.
Errore di inesperienza il primo, di presunzione il secondo, e di inadeguatezza e pressapochismo oggi confermando Zeman
Sono disposti al fallimento sportivo e non, pur di non spendere una "mangiata i piscistoccu" da qui a fine stagione.
Siamo nelle mani di questa gente qua... Meglio che lo capiamo il prima possibile.
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rombodituono
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ManAGeR78 ha scritto:Saverio ci speravamo, ma sapevamo tutti che non avrebbero fatto nulla.
Se non fossero ciechi, ed ottusi, non saremmo in questa situazione da prima di Natale,e a Gennaio, avrebbero fatto nuovi innesti secondo le indicazioni del nuovo mister.
Non avendo fatto il primo passo, si sono sentiti in diritto di non dover fare neanche il secondo.
Errore di inesperienza il primo, di presunzione il secondo, e di inadeguatezza e pressapochismo oggi confermando Zeman
Sono disposti al fallimento sportivo e non, pur di non spendere una "mangiata i piscistoccu" da qui a fine stagione.
Siamo nelle mani di questa gente qua... Meglio che lo capiamo il prima possibile.
E' da mo' che sappiamo in che mani siamo! questa gente ci ha portato persino a rivalutare la persona di Lillo Foti per avere prima fatto piazza pulita di Pratico' e dopo anche di Martino e questo ci da la misura esatta del guaio in cui si trovano questa povera e martoriata Reggina e la sua appassionata tifoseria. Un guaio dal quale non usciremo se non con il totale fallimento sportivo. A questo punto possiamo solo augurarci che questi saccenti e incapaci patiscano anche il fallimento economico. Forse si erano convinti davvero di essere più capaci di Lillo Foti ma così,evidentemente, non e'.
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Mave
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Minchia stavolta con Ficara si può solo concordare...mah, stanno facendo passare la voglia a tutti
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Mave ha scritto:Minchia stavolta con Ficara si può solo concordare...mah, stanno facendo passare la voglia a tutti
Io penso che in questo momento le polemiche e le critiche siano inutili e dannose. Chi tiene alla Reggina e può dovrebbe andare a Siracusa a sostenere la squadra e basta. Chi non ha voglia o è disugustato farebbe meglio ad astenersi e a soffire in silenzio, per le ciritiche e le disquisizioni ci sarà tempo dalla fine del campionato in poi, in questo momento non c'è la necessaria lucidità er esprimere delle critiche sensate
. Questo per me vale per i tifosi veri. Poi ci sono tutti gli altri sciacalli che approfittano della situazione per regolare i propri conti personali. Questi per me non sono tifosi e a loro della Reggina non importa nulla
rombodituono
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Reggina – Tra responsabilità ed attenuanti: dove è finito il d.g. Martino ?



Venerdì 24 Marzo 2017

di Pasquale Romano – ‘Chi l’ha visto’…in salsa reggina. “C’è il tempo per parlare e quello per tacere”, con questa sintetica dichiarazione risalente allo scorso 17 novembre, Gabriele Martino abbracciava l’ombra misteriosa che lo avvolge tutt’ora. Il 30 ottobre invece, l’ultima conferenza del d.g. amaranto. Reggina impegnata a Vibo (un girone esatto fa), la rabbia di Martino esplode al fischio finale: “Capisco come per la Vibonese possa essere una vittoria storica, ma credo che sia loro che noi dovranno giocare meglio per ottenere i rispettivi avversari. Auguro la salvezza alla Vibonese, ma è un augurio, non ne sono convinto. Ci sono stati gesti poco belli nei confronti di Zeman a fine partita. Lui è un signore, ma il professionismo è un’altra cosa…’.
L’autoesilio del direttore generale non può che sorprendere e lasciare interdetti. Tranne casi isolati, non si ricordano nel calcio silenzi cosi prolungati e assordanti, da parte del responsabile della gestione tecnica di un club. Il d.g. Martino infatti, a più riprese è stato definito dal presidente Praticò l’unico e solo dirigente deputato a compiere le decisioni riguardo la scelta di giocatori e allenatore. Cosi come successo la scorsa estate, al calar del sipario del mercato invernale ci si attendeva almeno una conferenza da parte del d.g. amaranto, per spiegare scelte e mosse effettuate durante la sosta. Invece, ancora una volta, Martino ha preferito l’oblìo mediatico.
Con il verdetto definitivo rinviato al termine del campionato e legato ai risultati ottenuti, alle due sessioni di mercato gestite da Martino si possono già attribuire responsabilità e scusanti. Difficilmente si potrebbe criticare aspramente l’operato di Martino nel mercato estivo. Nonostante la clessidra vuota (complice il ripescaggio in extremis) e un budget ridotto, il d.g. amaranto è riuscito a costruire un discreto organico considerato l’obiettivo stagionale.
Da ricordare infatti come la società amaranto ha sempre parlato di Lega Pro da mantenere, anche all’ultima giornata. Facile rintracciare i ‘lampi’ (gli arrivi a titolo definitivo di Coralli, Porcino e De Francesco, i prestiti di Bangu e Bianchimano) altrettanto semplice scovare le ombre, allegate ai rinnovi di De Bode e Oggiano, le scelte operate nel reparto arretrato e al gruppo nutrito di oggetti misteriosi mai, o quasi, scesi in campo.
Un lavoro comprensibilmente incompleto, che aveva bisogno del mercato di riparazione per sistemare le evidenti lacune in organico. Il tempo in quel caso non è mancato, il budget a disposizione è rimasto ridotto ma consentiva di effettuare le dovute operazioni. La Reggina invece è rimasta pressochè immobile, fatto salvo lo scambio Leonetti-Oggiano e l’arrivo di De Vito.
L’intenzione di effettuare alcune uscite, e di rafforzare la squadra sulle corsie laterali difensive e in attacco, è rimasta tale. Tra la sorpresa generale: di tifosi, addetti ai lavori e perfino dello stesso Zeman che nel salutare il 2016 non aveva usato mezzi termini per ‘congedare’ chi non era riuscito a mostrare il dovuto impegno sino a quel momento. L’operato di Martino, a quel punto, è divenuto incomprensibilmente incompleto.
Il mercato, ma non solo. Tra i compiti di un direttore generale infatti, c’è anche quello di sostenere squadra e staff tecnico, difendendola pubblicamente nei momenti difficoltà. Ruolo che Martino conosce bene: in passato il dirigente amaranto non si era mai svincolato dal ruolo di ‘scudo’, accentrando su di sè le critiche, proteggendo di conseguenza tecnico e giocatori. Anche in questo, silenzio e mistero. Con un Zeman in qualche caso preda di contraddizioni e in cerca di giustificazioni, sarebbe servita l’esperienza e il piglio di Martino. Da mesi invece assente ingiustificato dalla scena mediatica, quando la gara con la Vibonese ha dato il via all’infuocata fase conclusiva della stagione.
“Il tempo per tacere”, si è paurosamente allungato a dismisura. Il ‘low-profile’ può essere giustificabile (e giustificato), sino a un certo punto…
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DoubleD
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Come ha detto oggi il suo amico di antenna febea

Martino è da mesi che non si trova a reggio
Torna solo il venerdì per ripartire poi la domenica

Infatti non sta seguendo la squadra come faceva negli anni scorsi

Quindi

Il dg non è presente
Il presidente fa il buono
Ed ecco i risultati

Società
Presidente in primis
Basta buonismo
Cacciatelo
Per il bene nostro e vostro
'' A Reggina Esti Comu U viagra... faci 'nchianari i cazzi "

Immagine
1solareggina
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sai quanto gliene frega?
incamera anni di stipendio e non fa un cazzo
piuttosto......vorrei essere già nei prossimi anni
non è che (fantascienza) vediamo per caso che Zeman padre si porta dove va come dg il suddetto?
bah magari ci azzecco
rombodituono
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MA COME SI FA A DIRE QUESTE COSE?????!!
Il presidente della Reggina, Mimmo Praticò, è intervenuto alla puntata odierna di Reggina in rete, la trasmissione condotta da Michele Favano in onda su Immedia Live. Tanti, come sempre, i temi trattati dal massimo dirigente:

"Ritengo che questa salvezza è superiore persino allo spareggio per andare in B del 1988: se oggi va male, questa squadra rischia di cadere in serie D. E dopo che succede??? I tifosi reggini hanno l'obbligo morale di sostenere questa squadra, al di là di chi c'è a capo. Non mi sembra che i numeri registrati allo stadio, vadano in quella direzione... . Mimmo Praticò si sente a posto con la sua coscienza, di certo se dovesse andare male e questa squadra scomparire, nessuno si faccia scendere lacrime da coccodrillo. Una presenza fisica allo stadio è un incitamento maggiore per la squadra. Questa squadra rischia di scendere in serie D: vogliamo darle una mano o no??? Che a Siracusa ci siano solo 25 tifosi è indicativo: a fine campionato faremo le nostre considerazioni".

"Dovessi tornare indietro riprenderei la Reggina? Probabilmente si, ma puntualizzerei qualche cosa, ma non a livello di squadra e tecnico...".

Sulla questione tecnica: "Ci confrontiamo sempre con la squadra, sia con il sorriso che senza..."

Sul futuro del club: "Ad oggi, io credo che il calcio della mia città deve andare avanti. Se qualcuno si avvicina con un secondo fine, è difficile che un qualsiasi discorso possa andare a buona fine".

Sulle varie vicende del mondo calcistico: "Mi dispiace per gli episodi di violenza accaduti in Lega Pro. Dispiace che la gara tra il Taranto e la Paganese sia stata posticipata al 19: si poteva fare il mercoledì successivo in campo neutro, idea mia... Penalizzazioni delle altre squadre? Dobbiamo contare solo sulle nostre forze"

Sui risultati dagli altri campi: "Noto, ma è un dato di fatto, che ci sono squadre che una settimana prima giocano da eroi, la settimana successiva non si tengono in piedi. Alla Reggina nessuno sta regalando nulla e dobbiamo sudarci le vittorie".

Io sono sempre più' basito dalle dichiarazioni di sto tizio che non si rende conto di quanto sia ridicolo. Arrivare a sostenere che la salvezza in LegaPro vale più dello spareggio del 1988 per la B non si può' commentare perche' non escono ne' idee ne' parole appropriate a meno di non volersi abbandonare alle trivialità o al turpiloquio puro. Fate voi.
Come c***o ci siamo ridotti?
rombodituono
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DAL 2019/2010 LEGA PRO IN DUE GIRONI DA 20 SQUADRE


FONTE SOLE 24ORE 8 Aprile 2017

Solo il 20% delle squadre non corre rischi.
:oo:
Parametri contabili. Il presidente Gabriele Gravina: «È indispensabile puntare sul settore giovanile per ridurre subito il costo del lavoro»

Da 60 squadre suddivise in tre gironi a 40 in due. Nel programma del presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, la Lega Pro avrebbe un terzo delle società in meno rispetto a quelle attuali.
«Non entro nel merito della valutazione numerica perché credo che nessuno oggi sia in grado di stabilire a priori quale sia il numero di squadre più giusto - dichiara Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro -. La riforma dei campionati è uno degli strumenti che può avere senza dubbio una rilevanza. È una leva che dobbiamo usare ma dobbiamo farlo correttamente, evitando di continuare a lavorare con il principio della deroga. Per questo è necessario alzare la qualità, stabilire dei criteri e individuare degli indici che stabiliscano quali siano i principi ai quali le società devono ispirarsi per far comprendere al mondo economico che il mondo del calcio è davvero solvibile».
Il sistema di rating proposto dalla Lega Pro, da applicarsi dal 1° luglio, dalla stagione 2017/18 con un triennio di tempo per l’adeguamento, individua quattro aree principali: economico-finanziaria, societaria e di governance; infrastrutturale; politiche del settore giovanile; relazione con il territorio e aspetti sociali.
«Tra le quattro aree, due sono quelle nelle quali si possono ottenere risultati in tempi brevi: il primo, il settore giovanile dove, dovendo rispettare i parametri economici, l’elemento su cui agire subito è la riduzione del costo del lavoro e per farlo occorre incentivare la politica dei settori giovanili; il secondo, l’incidenza sulla responsabilità sociale e sul territorio. L’area più critica, invece, ritengo sia quella delle infrastrutture sia perché siamo molto indietro sia perché richiede investimenti importanti oltre alla capacità di superare la burocrazia italiana perché gli stadi sono di proprietà comunale».
Altra area critica è quella economico-finanziaria e gestionale che «comunque, dipende dai piani delle singole proprietà», spiega Gravina.
Oggi, l’effetto rating produrrebbe quattro fasce di squadre. «Il 20% delle società, quindi 12 squadre, sarebbero a posto. Un altro 20% avrebbe pochissimi indici per rientrare nei parametri. Il restante 60% potrebbe essere suddiviso a metà tra chi avrebbe bisogno di un uno o due anni per mettersi in regola e chi invece necessiterebbe dell’intero triennio», continua Gravina. Le maggiori squadre di Lega Pro hanno alle spalle progetti legati ai rispettivi territori. «Questi imprenditori sono dei mecenati. In comune hanno tre ingredienti fondamentali: una grande passione, un forte senso di responsabilità verso il territorio e un senso di lungimiranza», dice Gravina. Poi, però, ci sono casi il Como. «È un caso ereditato dalla serie B. Delle quattro squadre retrocesse solo una aveva condizioni di sostenibilità, il Livorno, altre due non si sono iscritte e una è fallita. Questo vuol dire che c’è qualcosa nell’interscambiabilità delle leghe che non funziona», conclude Gravina.
rombodituono
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Reggina, F. Martino: ‘Senza nuovi soci il futuro non sarà facile’



Mercoledì 26 Aprile 2017
13:11
Fortunato Martino, dirigente della nuova Reggina
Due giornate al termine del campionato, tre punti alla salvezza. Il momento della Reggina può essere raggiunto con dei semplici numeri che, ci si augura, possano portare presto ad una salvezza che assicurerebbe continuità al calcio a Reggio.
“C’è grande soddisfazione – afferma il dirigente Fortunato Martino ai microfoni di Radio Antenna Febea – perchè non siamo ormai molto lontani dal vincere il nostro campionato. Un importante traguardo centrato in un torneo in cui ci sono squadre come, ad esempio il Matera o le prime della classe, che hanno un budget pari a quattro volte il nostro. Speriamo di poter festeggiare presto.
All’orizzonte, però, potrebbe esserci qualche preoccupazione in più: “Andare avanti con quest’assetto societario non sarà facile, perchè la Lega Pro è un campionato dispendioso. Vendere qualche calciatore tra quelli di talento che abbiamo potrebbe non bastare ad assicurarci tranquillità economica, anche perchè il valore dei cartellini nel calcio non raggiunge le cifre di un tempo.. Così come gli abbonamenti: sarebbero importanti, ma non decisivi. Quello di cui avremmo bisogno sarebbero nuovi soci. Senza l’ingresso di nuove figure il nostro futuro non è roseo”.
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