Franco Pronzato

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reggino
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Mamma, il Pd ha perso l’aereo

giovedì, 30 giugno 2011

Rassegna Stampa
Mamma, il Pd ha perso l’aereo

Questo articolo è uscito su “La Repubblica”.
In base a quale criterio, mi chiedo, il manager Franco Pronzato poteva fare il consigliere d’amministrazione dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), ricoprendo contemporaneamente l’incarico di “coordinatore nazionale del trasporto aereo” nel Partito Democratico?
Una circostanza come questa basta e avanza per evidenziare, più di mille discorsi, il rapporto patologico instaurato fra partiti e società civile nella nostra democrazia malata. L’incarico pubblico assegnato senza neppure mascherare la sua finalità lottizzatoria, viene notato ora solo perché Pronzato va in carcere, accusato di avere percepito una tangente sull’appalto per la rotta aerea Roma-Isola d’Elba. Emergono contiguità con altri “facilitatori” d’affari, come Vincenzo Morichini, che intercedeva nella raccolta di contributi privati per la Fondazione Italianieuropei, dopo aver ceduto a Massimo D’Alema la sua quota di comproprietà della barca a vela Ikarus. Per constatare quanto Franco Pronzato ci tenesse a rivendicare la sua vicinanza al segretario del Pd, Pierluigi Bersani, è sufficiente un clic alla voce “Curriculum” del suo sito, dove due foto con “l’amico”.
A poco vale obiettare che tale prassi è ordinaria amministrazione nel centrodestra. Basti pensare a due esponenti di rilievo del Pdl come Maurizio Lupi e Giampiero Cantoni, che presiedono altrettante società della Fiera di Milano, con relativi emolumenti. Gli esempi di doppi incarichi consentiti dalla legge, ma non dalla pubblica decenza, occuperebbero purtroppo molte pagine di giornale.
La solita obiezione del “così fan tutti” non può essere accampata però dal Partito Democratico, che fin dalla sua nascita s’impegnò a contrastare il malcostume della lottizzazione e la prassi conseguente del favoritismo negli appalti. Ricordo bene, per aver partecipato ai lavori della commissione incaricata di elaborare il Codice Etico del Pd, talune resistenze sul capitolo delle incompatibilità. Ci veniva ricordato sottovoce che gli incarichi assegnati nei cda di aziende pubbliche e semipubbliche, o nelle Fondazioni, a consiglieri comunali, provinciali, regionali, consentivano una loro retribuzione surrettizia altrimenti impossibile. Ma il principio dell’incompatibilità alla fine s’impose; sebbene largamente disapplicato.
Il caso di Franco Pronzato, al di là dei risvolti penali legati a un’ipotesi di vera e propria corruzione che la magistratura dovrà giudicare, si segnala per la sua smaccata evidenza. Il manager genovese da decenni legato al gruppo dirigente Pci-Pds-Ds-Pd, infatti, sedeva già inserito nel cda dell’ente pubblico più importante del settore aereo quando venne nominato responsabile del partito sulla medesima materia. Per intenderci, è come se Nino Rizzo Nervo o Giorgio Van Straten, consiglieri d’amministrazione Rai “in quota” al centrosinistra, assumessero pure la guida dell’ufficio comunicazione del Pd. E ciò mentre il segretario Bersani va promettendo in tv che non ci saranno mai più dei lottizzati del suo partito in Rai.
Ben si capisce che qui non è in causa la diatriba fra il partito e gli antipartito. Ma il protagonismo della nuova cittadinanza democratica senza cui il centrosinistra non avrebbe mai conseguito le vittorie di maggio nelle elezioni amministrative e nei referendum, può instaurare un relazione proficua con i gruppi dirigenti dei partiti solo alla condizione che questi siano disponibili a rimettere in discussione la loro sovranità e i loro comportamenti. Il verticismo dei “nominati” e l’affarismo dei lottizzati sono degenerazioni che si tengono l’una con l’altra. Non a caso hanno spesso come protagoniste le medesime personalità che non dissimulano la propria idiosincrasia nei confronti delle associazioni della società civile.
Ora che la nuova politica non è più una mera suggestione, e anzi le dobbiamo la concreta speranza di un cambiamento d’epoca, tocca in primo luogo al Pd correggersi e dare il buon esempio.


blog gad lerner

che schifo!!!!!!!!!!!
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enova - «Ha risposto a tutte le domande» Franco Pronzato, il consigliere di amministrazione dell’Enac arrestato due giorni fa per un episodio di presunta corruzione. Il manager genovese ha «fornito tutti i chiarimenti» al gip Ferdinando Baldini, durante l’interrogatorio di garanzia per rogatoria che si è svolto questa mattina nel carcere di Marassi dove Pronzato è rinchiuso. Lo ha detto uno dei suoi legali, l’avvocato Maurizio Mascia, lasciando il carcere. Mascia e l’altro avvocato di Pronzato, hanno presentato ricorso al tribunale del riesame. Stamani, inoltre, in sede di interrogatorio di garanzia hanno chiesto la revoca della misura cautelare in carcere o una misura alternativa. Tale richiesta è stata allegata al verbale dell’interrogatorio, che è secretato, e oggi verrà inviato alla procura di Roma.

Pronzato, arrestato due giorni fa, è accusato di presunte irregolarità nell’ assegnazione di collegamenti aerei tra Roma Urbe e l’isola d’Elba, più specificamente di corruzione per una presunta tangente di 40 mila euro.

Il legale ha precisato che il verbale redatto dopo l’interrogatorio è stato secretato: «Per questo non posso entrare nei dettagli su quanto è stato detto dal mio assistito». Gli avvocati hanno chiesto al gip la rimessione in libertà di Pronzato perché, ritengono, non sussistono le esigenze cautelari, vale a dire il pericolo di reiterazione del reato né quello di inquinamento delle prove, come contestatogli nell’ ordinanza di custodia del tribunale di Roma. L’interrogatorio è durato quasi due ore. Pronzato ha chiesto ai propri legali di poter avere saggi di storia, materia di cui è appassionato.

il secoloXiX
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Appalti Enac: 'a Pronzato 40 mila euro' (ANSA) - ROMA, 1 LUG - Quarantamila euro da consegnare a Franco Pronzato, componente del cda Enac, come forma di riconoscenza ''per aver dato una mano''. E'l'ammissione fatta oggi da Viscardo Paganelli, titolare con il figlio Riccardo della Rotkopf Aviation, al gip Tamburelli, nel corso dell'interrogatorio di garanzia al quale e' stato sottoposto, a Regina Coeli, nel quadro degli accertamenti sulle presunte irregolarita' legate all'appalto Enac per la gestione dei voli di linea per l'Isola d'Elba.

ansa.it
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http://www.repubblica.it/cronaca/2011/0 ... -18535035/


L'INCHIESTA
Enac, la governatrice dell'Umbria
nella lista del manager arrestato
"A Marini 20mila euro". E Paganelli ammette: "Soldi a Pronzato". Si indaga sui voli di Massimo D'Alema a bordo del Cessna Rotkopf tra luglio e l'autunno del 2010

di CARLO BONINI
Franco Pronzato
ROMA - Nell'inchiesta per corruzione e frode che ha già travolto Franco Pronzato (ex consigliere di Enac ed ex responsabile nazionale del Pd per il trasporto aereo) e Vincenzo Morichini, fundraiser della Fondazione Italiani-Europei e "facilitatore" di appalti pubblici, frulla il nome di un nuovo dirigente di peso del Pd. Quello della governatrice dell'Umbria Catiuscia Marini, presidente della Regione dallo scorso anno e, prima di allora, deputato europeo e membro della segreteria di Pierluigi Bersani. Fonti investigative qualificate confermano che il nome della governatrice (ad oggi, non iscritta al registro degli indagati) con accanto la cifra di 20 mila euro, è uno dei sette annotati nel "pizzino" in cui Viscardo Paganelli, proprietario della società aeronautica "Rotkopf aviation" (arrestato per la tangente da 68 mila e 800 euro pagata per "comprare" i certificati di abilitazione al volo passeggeri e le tratte Elba-Pisa, Elba-Firenze) aveva tenuto traccia dei "contributi" per 200 mila euro versati a uomini politici e amministratori pubblici.

Il Nucleo valutario della Guardia di Finanza sta cercando di ricostruire le ragioni di questo "contributo" (apparentemente destinato a sponsorizzare l'Umbria jazz festival) e soprattutto se, e per quale motivo, a sollecitarlo a Paganelli fu Vincenzo Morichini. Non è infatti la prima volta che il nome della Marini fa capolino nell'inchiesta. E non è la prima volta che un "contributo" di identico importo (20 mila euro) è in qualche modo associato al suo ruolo di governatrice. A parlarne una prima volta, lo scorso anno, è infatti Pio Piccini, l'imprenditore fallito che con le sue dichiarazioni svela il ruolo "storto" del lobbista Morichini e innesca l'indagine. "Nel luglio del 2010 - dice ai pm Paolo Ielo e Giuseppe Cascini - mi venne chiesto dal segretario del Presidente della regione Umbria di sponsorizzare Umbria Jazz. Mi venne inviato il contratto a Roma, che siglo per 20 mila euro. Soldi che avrei dovuto pagare ahimé, la prima tranche il 9 luglio, giorno in cui vengo arrestato, e l'altra il 31 luglio".

Anche Pio Piccini, come Viscardo Paganelli, del resto, era un cliente di Morichini. E anche Paganelli, come Piccini, progettava e aveva già avviato un business in Umbria (la "Rotkopf aviation" è a Terni dal 2008 e nel 2009, insieme all'Azienda di trasporto locale, ha ottenuto un diritto di superficie a canone agevolato di 20 anni su poco meno di duemila metri quadri per la costruzione e gestione di un bar-ristorante e di container utilizzati per il centro di paracadutismo "The Zoo", che per i suoi lanci usa il Cesna della "Rtkopf"). Sono ricorrenze significative su cui Paganelli sarà sentito dai pm la prossima settimana. Anche perché il manager sembra deciso a parlare.
Ha cominciato ieri, nel suo interrogatorio di garanzia, ammettendo di aver "accolto il suggerimento di Morichini", gratificando con una tangente di 40 mila euro in contanti Franco Pronzato. Parole che, messe insieme alla confessione di Morichini e alle goffe ammissioni dello stesso Pronzato (ha giustificato quel denaro come un "regalo natalizio") a questo punto, provano oltre ogni ragionevole dubbio la corruzione nell'appalto Enac (a negarla resta il solo Giuseppe Smeriglio, che ieri, ha ribadito di aver ricevuto da Paganelli 28 mila e 800 euro per una "consulenza sul trasporto cargo"). Ma che non esauriscono le domande dei pm.

Paganelli, infatti, oltre alla questione del contributo alla governatrice dell'Umbria, agli altri nomi contenuti nel "pizzino", dovrà anche chiarire le ragioni del servizio gratuito di aero-taxi messo a disposizione dalla sua "Rotkopf" in cinque occasioni nel 2010 della Fondazione Italiani-Europei e del suo presidente Massimo D'Alema. Circostanza su cui la Guardia di Finanza ha avuto una delega di indagine e che, al momento, documenterebbe voli concentrati per lo più tra luglio (uno), agosto (uno) e l'autunno (tre) di quell'anno. Quando il Cesna della "Rotkopf" decollò in tre casi da Roma (in due occasioni, con a bordo anche Morichini, le destinazioni sono state Foligno, per partecipare alla campagna elettorale della Marini, e Asolo) e in due da Bari e Lamezia (destinazione Roma).
(02 luglio 2011)



:S
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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http://www.ilgiornale.it/interni/un_piz ... comments=1

sabato 02 luglio 2011, 14:25
Inchiesta Enac, il pizzino dell’amico di Bersani porta alla governatrice umbra Catiuscia Marini
di Redazione


Accanto al nome della presidente Pd Catiuscia Marini si parla di 20mila euro collegati presumibilmente alla sponsorizzazione di Umbria Jazz. L'ex dirigente Pronzato svela: fu Morichini, lobbista di Italianieuropei, a darmi 40mila euro che poi divisi con lui. I voli offerti a D'Alema sarebbero più di cinque


Gian Marco Chiocci - Simone Di Meo

C’è anche il nome di Catiuscia Marini, presidentessa piddina della Giunta regionale dell’Umbria, nei «pizzini» trovati negli uffici di Viscardo Paganelli, il proprietario della linea aerea «Rotkopf aviation» arrestato qualche giorno fa insieme a Franco Pronzato, consigliere d’amministrazione Enac ed ex responsabile del trasporto aereo per il Pd, per una storia di mazzette che rischia di travolgere il partito di Bersani in Liguria, in Umbria e nel Lazio. In questi «pizzini», l’ultimo riferimento alla Marini vedrebbe accostata una cifra di 20mila euro collegata presumibilmente alla sponsorizzazione di Umbria Jazz.
Questi documenti rappresenterebbero, nell’ottica della Procura, il «libro mastro» dei versamenti elargiti dall’uomo d’affari a politici e amministratori per un ammontare complessivo di circa 200mila euro. Ma a che titolo sarebbero stati corrisposti questi finanziamenti? Gli investigatori sono al lavoro proprio su questo nuovo filone, che potrebbe portare a sviluppi rapidi e clamorosi, soprattutto alla luce di un’ammissione di uno dei principali protagonisti dell’inchiesta. Pronzato, infatti, ha ammesso che i 40mila euro associati al suo nome in un altro appunto scoperto durante la perquisizione della società di Paganelli rappresenterebbero una sorta di «gratifica» che il consigliere d’amministrazione Enac avrebbe ricevuto da Vincenzo Morichini, cacciatore di doti della fondazione ItalianiEuropei nonché ex comproprietario della barca di Massimo D’Alema e lobbista specializzato in appalti pubblici, ma in nome e per conto dello stesso Paganelli, per la velocità con cui l’Ente nazionale dell’aviazione civile avrebbe «licenziato» i certificati di abilitazione al trasporto passeggeri del monomotore Cessna per le due rotte dell’Isola d’Elba verso Pisa e Firenze. Soldi che, nell’interrogatorio di garanzia, Pronzato specifica di non aver mai richiesto ma di aver accettato, in due tranche, come dono natalizio e di aver poi, a sua volta, diviso con lo stesso Morichini.
Una condotta sospetta, agli occhi dei magistrati, anche e soprattutto alla luce da un’altra traccia lasciata da un bonifico bancario da 28mila e ottocento euro, pagato ancora una volta da Paganelli, a beneficio di Giuseppe Smeriglio, amico di Pronzato, per una consulenza che in realtà non c’è mai stata. In totale quasi 70mila euro finiti nelle tasche di un consigliere dell’Enac e di un suo compagno come forma di gratitudine per ungere qualche ruota?
Altro filone che si prospetta ricco di novità è quello che riguarda invece i rapporti tra il proprietario della «Rotkopf aviation» e D’Alema, presidente della fondazione ItalianiEuropei e numero uno del Copasir, il comitato parlamentare di controllo sull’attività dei servizi segreti. Secondo gli inquirenti, infatti, non sarebbero soltanto cinque i viaggi offerti a Baffino, nel solo anno 2010, «per situazioni di lavoro circoscritte e particolari», come hanno spiegato dall’entourage dell’ex premier, ma probabilmente molti di più. Una circostanza, questa, che di fatto lega a filo doppio D’Alema al contesto investigativo e al ruolo giocato nell’affaire da Morichini, già indagato per corruzione e frode.


Beddi sunnu ... non gabbu, dovremmo essere a P5 o non vale e si chiude il cassettino magico a stò giro :yaho:
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http://libero-news.it/news/775401/Un_D_ ... al_Pd.html


Italia
Un D'Alema rosso di vergogna: tangenti, un terzo vanno al Pd
Presidente del Copasir rivela: viaggi senza pagare. Cinque volte sul jet della società che versava bustarelle a Pronzato / Bechis


Massimo D’Alema ha offerto una primizia alla procura di Roma. Ieri ha rivelato a mezzo stampa - tramite portavoce - di avere in effetti viaggiato a sbafo cinque volte nel 2010 su aerei della Rotkopf di Riccardo e Viscardo Paganelli, che potevano volare grazie a permessi debitamente oliati rilasciati dall’Enac su pressione di Franco Pronzato, consigliere dell’ente e responsabile trasporti del Pd. La procura non sapeva di quei voli, perché il nome di D’Alema generosamente ospitato dall’allegra compagnia finita in gattabuia, non compariva fra le carte sequestrate. Il leader Pd- nel timore dello scandalo- ha pensato bene di fare la prima mossa e mettere in piazza quei voli. Ma più che degli aerotaxi presi a sbafo, D’Alema farebbe bene a preoccuparsi delle dichiarazioni del teste chiave da cui è originata tutta l’inchiesta su appalti e mazzette rosse dei pm Giuseppe Cascini e Paolo Ielo. Perché lì non sono in ballo passaggi in aerotaxi regalati come caramelle. Ma vere e proprie tangenti. Finite grazie a un sistema codificato un terzo a un consulente amico di D’Alema, un terzo alla Fondazione Italiani europei e un terzo al Partito democratico.

Tutto è partito nel settembre 2010 da un imprenditore ben noto alle cronache economiche: Pio Piccini, titolare di quelle Omega srl e Themis srl nate dal tragico spezzatino di Eutelia, quello che ha messo per strada e portato ad Annozero centinaia di incolpevoli lavoratori. Piccini che fra i marosi di Eutelia navigava come poteva, racconta ai magistrati di avere trovato all’improvviso la sua ciambella di salvataggio. Il miracolo avviene “fra la fine del 2007 e gli inizi del 2008”, quando Piccini viene invitato a un dibattito della Fondazione italiani europei e conosce Vincenzo Morichini, assicuratore di fede Pd e grande amico di D’Alema (insieme a lui e a Roberto De Santis acquistò la celebre prima barca a vela del leader Pd, Ikarus). Morichini rassicura Piccini: non ti preoccupare, ho molte conoscenze, ti trovo io contatti e soprattutto i contratti giusti. Siccome ho una società di consulenza, per ogni contratto acquisito ti chiederò una percentuale. Fin qui tutto più o meno normale, anche se il lobbismo fatto a percentuale è cosa assai diversa e più significativa di quello indagato dall’inchiesta sulla P4. Con la società di Morichini viene fatto un contratto di consulenza a prescindere dai risultati per una cifra modesta: 2.500 euro al mese. In più viene chiesto uno sforzo economico una tantum per la Fondazione Italiani europei: 15 mila euro versati dalla Themis e 15 mila euro versati da Omega. In tutto 30 mila euro regolarmente fatturati solo nella speranza di avere contratti e commesse. E qui che entra in scena la postilla del “metodo Morichini”.

L’amico di D’Alema si dà un gran daffare per Piccini. Gli fa incontrare manager di società Finmeccanica per un appalto sui sistemi di intercettazione da fornire alle procure. Poi gli fa incontrare i vertici della Regione Umbria per accreditarlo come fornitore delle Asl. Prima di firmare contratti e commesse, ecco che arrivano le regole. Che così Piccini descrive ai pm: “gli accordi prevedevano il riconoscimento a favore della Sdb di una percentuale sugli affari conclusi, in misura del 5,5% del fatturato, da ripartire poi in misura pro-quota fra la Sdb, la Fondazione Italiani Europei e il Partito democratico”. Nella testa di chi chiede quel 5,5% si tratta naturalmente di una intermediazione. Ma se Morichini più o meno poteva spacciarsi come intermediario, è chiaro ai pm che questa non possa essere la funzione né della Fondazione Italiani Europei né tanto meno del Pd. Quelli non sono intermediari. I soldi- una percentuale di circa il 2% di ogni contratto o commessa- che versano alla Fondazione dalemiana e al Pd per il codice penale sono tangenti.

Si capisce bene che con questo teste - chiave D’Alema possa essere un po’ preoccupato. I voli? Sì, anche quelli sono poco commendevoli. Chissà quante persone c’erano a bordo insieme al leader Pd. Se il valore di quei passaggi gratis avesse superato i 50 mila euro nel 2010, ci sarebbe anche violazione della legge sul finanziamento dei partiti, perché alla tesoreria della Camera non è stata depositata la necessaria dichiarazione congiunta. Altrimenti è solo questione di stile. D’Alema dice che erano voli di lavoro. Lui lavora per il Copasir, organismo che non può accettare donazioni di questo genere. Se invece il lavoro era per il partito, i voli dovevano essere pagati dal Pd, non dai Paganelli. L’avrebbe capito assai bene Enrico Berlinguer. Ma non si può chiedere quell’etica a quel che è rimasto di quel pci...

di Franco Bechis


Non me lo immagino baffitto rosso di vergogna ma bisogna pur capirlo :mrgreen: ... finiti i fondi neri dalla russia comunista, sgamato mentre si faceva la banca, uno si deve pur arrangiare a bustarelle :fifi:
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altro che filmini porno,fossimo in un paese serio deficenti come D'Alema si dovevano già dimettere da qualche giorno...
mi chiedo con che FACCIA questa gente qui chiede le dimissioni di Berlusconi,davvero,è assurdo.
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reggino
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Caso Pronzato: nel pizzino c’è anche una “K. Marini”. Il Pd trema, lei smentisce

La citazione nel foglio di Paganelli potrebbe essere riferita alla governatrice dell'Umbria. Interpellata dal Fatto, smentisce: "Mai ricevuti soldi da questo signore che non conosco"

“K. Marini 20.000”. Il foglietto che angoscia il Pd continua a colpire. Dopo il responsabile nazionale (ora dimesso) del partito per il trasporto aereo, Franco Pronzato, arrestato per corruzione; dopo la Fondazione ItalianiEuropei di Massimo D’Alema, invischiata in un giro di finanziamenti privati leciti e di voli offerti da imprenditori che poi hanno ammesso mazzette ad amici dell’ex presidente Pd, ora tocca al presidente della Regione Umbria, la 43enne Catiuscia Marini.

Al Fatto Quotidiano risulta che sull’appunto sequestrato dal nucleo valutario della Guardia di Finanza coordinato dal generale Leandro Cuzzocrea a Viscardo Paganelli, l’uomo arrestato per le mazzette a Pronzato, si legge un’iscrizione che fa pensare alla governatrice: “K.Marini 20 mila euro”. Catiuscia Marini è iscritta all’anagrafe con la “C” e non con la “K”. Chiunque sia, “K. Marini” si trova, però, nello stesso elenco dove i Paganelli – secondo i pm – avevano annotato il nome di un politico pd che aveva preso una mazzetta (“Franco Pronzato 40 mila euro”) e un contributo lecito (“Fondazione ItalianiEuropei 30.000”).

Al Fatto, il presidente dell’Umbria risponde: “Non ho mai ricevuto 20 mila euro da questo signor Paganelli che non conosco”. Quando il cronista ricorda che era un amico di Vincenzo Morichini, e chiede se la Marini abbia mai sentito parlare di una società che voleva operare con voli sull’Umbria, la presidente prima ride e poi attacca. Luciano Virga, il suo avvocato, comunica: “Ho ricevuto mandato dalla presidente di tutelare in sede giudiziaria la sua immagine in merito alle notizie che circolano, perché Catiuscia Marini è totalmente estranea alla vicenda”. Quel “K. Marini 20.000” quindi resta un mistero. A prescindere dalla valenza penale, comunque, la sequenza dei nomi nel “pizzino” sequestrato agli imprenditori aeronautici Paganelli è imbarazzante per il Pd: Pronzato è il manager Enac, consigliere di Pier Luigi Bersani e Claudio Burlando, arrestato lunedì. ItalianiEuropei è la Fondazione che fa capo a D’Alema che aveva incaricato Morichini di reperire finanziamenti. E l’Umbria è la regione nella quale Morichini vantava entrature al massimo livello.

Il giallo presto sarà risolto la prossima settimana quando Viscardo Paganelli sarà interrogato dal pm Paolo Ielo sui suoi affari con Morichini. Ieri Paganelli è stato sentito dal Gip Elvira Tamburello. L’imprenditore difeso da Pasquale Bartolo e Severino D’Amore ha ammesso: “Ho consegnato 40 mila euro a Morichini perché li desse a Pronzato”. Secondo Paganelli, il versamento era una gratificazione per il consigliere dell’Enac che aveva aiutato la sua compagnia aerea Rotkopf ad avere il certificato COLA necessario per il collegamento con l’Elba.

Le conferme di Paganelli arrivano dopo le ammissioni di Morichini e Pronzato. Per ritrovare l’Umbria bisogna risalire all’innesco dell’indagine del pm Ielo: le dichiarazioni dell’imprenditore delle telecomunicazioni Pio Piccini che ha raccontato di aver concordato il versamento al dalemiano Vincenzo Morichini e alla Fondazione ItalianiEuropei di Massimo D’Alema del 5% per cento del totale dei fatturati ottenuti grazie a Morichini con Finmeccanica. L’obiettivo dichiarato da Piccini, che aveva già versato 30 mila euro registrati alla Fondazione ItalianiEuropei, era quello di ottenere un subappalto di 8 milioni di euro all’anno nel settore delle intercettazioni.
Il quadro dell’inchiesta si era poi allargato all’Enac (con l’arresto di Pronzato) e quindi al Gse (Gestore Servizi Elettrici) dove il gruppo avrebbe replicato lo schema d’azione messo in atto per l’Enac. E ora ecco la pista umbra.

Pronzato è accusato di aver facilitato le pratiche della Rotkopf per volare all’Elba. Ma la famiglia Paganelli (azionista della Rotkopf) era interessata anche ai voli verso Lampedusa, Bergamo e, appunto, l’Umbria. Pronzato contatta i dirigenti dello scalo lombardo. E per l’Umbria Vincenzo Morichini al telefono dice: “Adesso chiudiamo anche l’aereo in Umbria”.

Proprio dell’Umbria parla a lungo anche Piccini: “La parte interessante era l’Umbria, dove si potevano portare e clonare le stesse attività che erano state fatte per la Regione Lombardia e a tal proposito Morichini mi presenta il dottor Adolfo Orsini”.

Piccini in Lombardia aveva ottenuto un appalto per informatizzare le cartelle cliniche e l’Umbria era la sua nuova frontiera. Con Morichini parla anche di appalti nell’agricoltura e dell’intervento di un esponente di primo piano del centrosinistra, Adolfo Orsini, che oggi è manager pubblico dell’agenzia regionale agricola ARUSIA, ma anche socio privato del dalemiano Morichini. E in questa veste duplice (pubblica e privata) presenta all’imprenditore Pio Piccini tutti i dirigenti sanitari della Regione Umbria. In questo quadro si parla di contributi che (su suggerimento del segretario del presidente della Regione Catiuscia Marini, Valentino Valentini) l’imprenditore avrebbe dovuto versare al festival Umbria Jazz.

Piccini racconta: “Morichini mi presentò Orsini come interlocutore per l’Umbria e Roma”. Orsini risulta socio di Morichini in due società: una dedicata alle energie rinnovabili (altro filone dell’inchiesta), ma soprattutto nella SDB, la società di Morichini al centro dell’inchiesta dei pm. “Con Orsini”, prosegue Piccini, “stavamo verificando se, vista la nostra esperienza anche nell’agricoltura, era possibile fare qualcosa lì”.

di Marco Lillo e Ferruccio Sansa

ilfatto
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@Doddi

Fossi in te, ci andrei un po' cauto.
Ho appena riletto i tuoi interventi sul caso strauss khan e, visto che allo stato dell'arte altro non vedo che un articolo di "libero" bechis, fossi in te ripeto, rallenterei un pochino. E' una strada tutta curve, ha piovuto a catinelle e l'asfalto è sdrucciolevole...
Doddi
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Poi quando la gente generalizza dicendo che "fanno tutti schifo", arriva il filosofo di turno con al sua bandierina rossa o nera e si mette a filosofeggiare.


D'Alema è impasturato come e più del suo ex nemico B. :salut
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UnicaPassione ha scritto:Poi quando la gente generalizza dicendo che "fanno tutti schifo", arriva il filosofo di turno con al sua bandierina rossa o nera e si mette a filosofeggiare.


D'Alema è impasturato come e più del suo ex nemico B. :salut
Veramente Berlusconi non è mai stato nemico di D'Alema.
Anzi il nano ha avuto più benefici da D'Alema che da Bettino.
Se Berlusconi ha governato per vent'anni è grazie al baffo.

Definirlo ex amico,mi pare eccessivo.
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UnicaPassione
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reggino ha scritto:
Veramente Berlusconi non è mai stato nemico di D'Alema.
Anzi il nano ha avuto più benefici da D'Alema che da Bettino.
Se Berlusconi ha governato per vent'anni è grazie al baffo.

Definirlo ex amico,mi pare eccessivo.

Avrei dovuto mettere l'aggettivo tra virgolette... :thumright

Ex nemico inteso come ex avversario nella pantomima politica che avviene in Italia dagli anni 80 a sta parte. :wink
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UnicaPassione ha scritto:Poi quando la gente generalizza dicendo che "fanno tutti schifo", arriva il filosofo di turno con al sua bandierina rossa o nera e si mette a filosofeggiare.


D'Alema è impasturato come e più del suo ex nemico B. :salut
Lungi da me difendere D'Alema, la situazione Ti appare chiara e chiaramente interpretabile?
Se sì, mi riassumeresti in poche righe semplici e dirette la cronaca dei fatti e la loro interpretazione che Ti conduce a queste conclusioni?
reggino
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che poi sto pd mi ricorda tantissimo il psi di Craxi.
Ha tente analogie con quel partito di ladri: basti pensare ai rapporti amorevoli con Berlusconi,alla politica ambientale, alla politica sul lavoro,rapporti col clero,questione morale....
E non è un caso che alcuni dirigenti del pd su Craxi non è che abbiano un pessimo giudizio... :fifi: basta andare a leggere l'intervista di Fassino su la stampa di qualche anno fa...

:mrgreen:
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Regmi
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aquamoon ha scritto:@Doddi

Fossi in te, ci andrei un po' cauto.
Ho appena riletto i tuoi interventi sul caso strauss khan e, visto che allo stato dell'arte altro non vedo che un articolo di "libero" bechis, fossi in te ripeto, rallenterei un pochino. E' una strada tutta curve, ha piovuto a catinelle e l'asfalto è sdrucciolevole...
Doddi
Non Correre.
:salut
Cautela a parte questa è legna ottima per la sua caddara.
Per intanto si registra che Pronzato si è dimesso dalla carica del partito e che D'alema ha ammesso i voli a sbafo.
Fatto salvo i futuri sviluppi che mi auguro chiariranno se parte di quelle "mazzette" siano finite o meno alla sua fondazione, credo che basti questo per definire la sua situazione a dir poco imbarazzante dal punto di vista politico.
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
doddi
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aquamoon ha scritto:@Doddi

Fossi in te, ci andrei un po' cauto.
Ho appena riletto i tuoi interventi sul caso strauss khan e, visto che allo stato dell'arte altro non vedo che un articolo di "libero" bechis, fossi in te ripeto, rallenterei un pochino. E' una strada tutta curve, ha piovuto a catinelle e l'asfalto è sdrucciolevole...
Doddi
Non Correre.
:salut
Ti propongo due soluzioni, due percorsi probabilmente impercorribili. L'uno per questioni genetiche l'altro per reazioni emotive subitanee travisanti la realtà

1 - coerenza plissssssss :read:

2 - va 'riffiti (con immutato affetto e stima) :yaho:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
suonatore Jones

Regmi ha scritto: Cautela a parte questa è legna ottima per la sua caddara.

e non solo per la sua, purtroppo.
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