Pantani: riaperto il caso, ipotesi di omicidio

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Ciclismo - Riaperto il caso Pantani: ipotesi di omicidio
La Procura di Rimini ha deciso di far ripartire le indagini in seguito a un esposto di oltre 50 pagine consegnato dai legali della famiglia del Pirata, secondo cui l'ex ciclista fu costretto a bere la cocaina invece di assumerla spontaneamente provocando un involontario suicidio

Alla fine la famiglia Pantani ha vinto: dopo oltre dieci anni la lotta per ottenere chiarezza sulla morte di Marco è servita a qualcosa e la Procura di Rimini ha riaperto il caso con l'ipotesi di omicidio.

COSTRETTO A DROGARSI E NON SUICIDA - La decisione è stata presa dopo aver ricevuto dai legali dei Pantani un dossier di oltre 50 pagine in cui si ricostruiscono le ultime ore del Pirata e in cui si mettono in luce tutte le lacune delle perizie effettuate quando il caso fu archiviato come morte accidentale da overdose. L'ipotesi formulata dalla famiglia è che Pantani sia stato ucciso: costretto a bere la cocaina e non assumendola di persona, sarebbe morto quindi per volontà altrui e non per colpa di una propria debolezza. La cocaina sarebbe stata sciolta nell'acqua, in quella mezza bottiglia rinvenuta sulla scena del delitto e mai analizzata.

TANTI PARTICOLARI TRASCURATI DIECI ANNI FA - Tra i vari particolari evidenziati, ci sarebbero le ferite riportate da Pantani, che secondo un parere medico sarebbero incompatibili - per la loro posizione - con un'unica caduta da malore dopo aver assunto la droga. Sarebbero state quindi inferte, quelle ferite, e non autoprovocate, e inoltre nella ricostruzione c'è qualcosa che non va anche per quanto riguarda la disposizione della stanza. Non sono mai state infatti prese le impronte digitali e lo scompiglio creato con le varie suppellettili ritrovate sembra stato creato ad hoc e non frutto della furia da delirio di Marco in preda agli effetti della cocaina prima di morire.

QUALCOSA NELLA STANZA STONA - Ci sono inoltre altri elementi che non quadrano e su cui non si indagò dieci anni fa: i giubbotti, per esempio, prelevati a casa dei genitori e poi lasciati a Milano dopo un litigio con la ex manager; a quel punto Marco torna in Romagna e non ha con sé valigie. Si rifugia nel residence di Rimini dove poi sarà ritrovato morto e lì Pantani arriva avendo con sé soltanto una piccola borsa con dentro le sue medicine, soldi, documenti, un paio di magliette di ricambio e il necessaire per farsi la barba. Niente giubbotti, eppure gli stessi prelevati a Cesena vengono poi rinvenuti sul luogo del ritrovamento. Chi ce li ha messi?

IPOTESI DI OMICIDIO, ALTERAZIONE DEL CADAVERE E DEL LUOGO DEL DELITTO - Dati tutti questi "buchi" in un'indagine che poteva essere condotta decisamente meglio (come già accaduto per esempio nei casi di cronaca nera dei delitti di Cogne, Garlasco e Perugia...), la Procura di Rimini ha letto attentamente il faldone con perizie medico-legali puntigliose e soprattutto plausibili e ha riaperto il caso con ipotesi di omicidio volontario, alterazione del cadavere e del luogo in cui è stato ritrovato. A capo delle indagini ci sarà il pm Elisa Milocco, un magistrato giovane: a 33 anni e da poco trasferita a Rimini, si trova alle prese con il suo primo caso ufficiale dopo il tirocinio. E' una sfida impegnativa, perché in ogni caso qualcuno perderà: se la famiglia Pantani avesse ragione, questa sarebbe l'occasione definitiva per riabilitare la figura del Pirata e, a questo punto, screditare l'immagine di chi ai tempi avrebbe dovuto compiere minuziosamente il proprio dovere e invece decise di archiviare questo caso con troppa superficialità.

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Cit. Vadinho
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È passato fin troppo tempo, Marco è stato ucciso!
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spiny79
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dopo 10 anni per cercare tracce scientifiche o reperti sul luogo del delitto la vedo difficile....

l'unica speranza è che venga fuori qualche testimone o qualche notizia certa su come siano andate davvero le cose nelle ore immediatamente precedenti alla morte...
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UnTo_Re
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Nel frattempo riaperto anche il caso sull'esclusione a madonna di campiglio. l'evento che ha fatto scatenare tutto. il massaggiatore dichiara che la sera prima del controllo l'ematocrito era a 48 (la mattina dopo era stato rilevato a 53 :muro: ).

a mio modesto parere ci hanno tolto uno dei più grandi atleti della storia del ciclismo, un ragazzo tanto forte sulla bici quanto debole nella vita di tutti i giorni.

RIP Marco :sad:
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Un cesso il 15\10\2011:"Mi è appena arrivato un sms dal mio amico Antonio di Reggio, ammette che siamo stati indubbiamente i migliori e che a volte nel calcio vince il più fortunato"
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Ciclismo - Giro 1999: Pantani fatto fuori dalla camorra?
La Procura di Forlì ha aperto una nuova inchiesta sulle motivazioni che hanno portato all’esclusione del Pirata dalla Corsa Rosa di 15 anni fa. Decisiva la figura di Renato Vallanzasca, che a fine 1999 affermò di avere avuto dei contatti con un affiliato della camorra in carcere. "Scommetti tutto quello che hai sugli avversari - mi diceva - tanto il pelatino non arriva a Milano"

Marco Pantani fu incastrato. Quello che mamma Tonina e i tanti tifosi del Pirata sostengono da sempre è anche quello su cui sta indagando in gran segreto da fine agosto la Procura di Forlì. Un nuovo filone, oltre a quello riaperto a luglio dalla Procura di Rimini, che ha come obiettivo quello di chiarire i motivi che hanno portato all’esclusione di Pantani dal Giro d’Italia del 1999, la Corsa Rosa che stava dominando e dalla quale è invece stato allontanato poco prima della partenza della penultima tappa. Madonna di Campiglio, impossibile dimenticarla. Secondo la madre di Marco, l’inizio della (sua) fine. “Senza Madonna di Campiglio - ha sempre sottolineato -, non ci sarebbe mai stata Rimini”.

Così come riporta la Gazzetta dello Sport, la Procura di Forlì sta facendo le cose sul serio, senza tralasciare nulla. Ha aperto un fascicolo a carico di ignoti, per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva, e ha anche già ascoltato parecchie persone che sulla vicenda-Pantani sono particolarmente informati. Il Procuratore capo è Carlo Sottani, che ha già fatto sapere di voler condividere ciò di cui verrà a conoscenza con la Procura di Rimini (che parallelamente sta indagando sulla morte di Pantani), mentre il pm che collaborerà con lui è Lucia Spirito.

Centrale, nella ricostruzione della vicenda che portò all’esclusione del Pirata dal quel Giro d’Italia di 15 anni fu, è la figura di Renato Vallanzasca, capo della Banda della Comasina che ha marchiato la cronaca nera dell’Italia negli anni 70. Nella sua biografia, proprio alla fine del 1999, il bel René – così chiamato perché alla ferocia criminale associava sorriso e occhi (azzurri) da attore hollywoodiano – aveva lanciato la bomba, ricordando come in prigione un detenuto affiliato alla camorra lo avesse spinto a puntare tutti i suoi risparmi sugli avversari di Pantani. "Dammi retta - mi diceva -, tanto il pelatino quel Giro non lo finisce".

In effetti, la Corsa Rosa di Marco terminò come tutti sappiamo a Madonna di Campiglio. Ciò che si ipotizza, che poi è quello su cui sta indagando in questi mesi la Procura di Forlì, è che la camorra – che in quel periodo gestiva le scommesse clandestine (nel 1999 non erano ancora legali) – avesse sbagliato i conti, capendo troppo tardi di aver accettato un numero esagerato di puntate su Pantani vincente del Giro. Marco, che stava dominando, avrebbe fatto perdere loro troppi soldi. Bisognava fermarlo, prima dell’arrivo a Milano.

Il 25 maggio un primo avvertimento. Pantani ha un controllo antidoping, ma ritarda di 20’. E’ pulito, ma l’Uci vorrebbe squalificarlo lo stesso. A prendere la parola è l’allora ispettore dell’Unione Ciclistica Internazionale, Antonio Coccioni: “Oggi va così, ma stai attento, la prossima volta non te la caverai”. Marco nel frattempo domina la corsa: il 29 torna in maglia rosa, quindi vince a Oropa, sull’Alpe di Pampeago e a Madonna di Campiglio. Dove questa volta lo fermano in maniera definitiva. Vallanzasca, che nel 2000 fu interrogato dal pm di Trento Giardina, al quale però non disse nulla per paura di diventare bersaglio della camorra, verrà riascoltato nelle prossime settimane da Sottani. Ed è probabile che questa volta emergeranno parecchie cose.

Pantani potrebbe quindi essere stato realmente fatto fuori, esattamente come sempre sospettato dalla famiglia del Pirata. Il suo sangue sarebbe stato alterato, modificando il valore dell’ematocrito fino a portarlo al livello da squalifica. Il 5 giugno del 1999, Marco aveva 51.9 di ematocrito (con l’Uci che aveva fissato a 50 il limite tollerabile). Il valore delle piastrine, invece, era crollato in maniera quasi inspiegabile, quasi a standard da malato, o comunque di chi ha un virus in corpo. Eppure poche ore prima (il Pirata controllò i suoi parametri la sera del 4 giugno nella sua stanza), tutto era normale: ematocrito (48) e piastrine. E così era anche il giorno dopo, quando Pantani – lungo la strada verso casa – si fermò a Imola e si misurò nuovamente il valore del suo sangue. L’ipotesi che qualcuno abbia manomesso la provetta contenente il sangue del Pirata si fa sempre più strada, soprattutto considerando il fatto che quel piccolo contenitore, quel giorno, non era sigillato. Un indizio in più che aiuta a capire quanto le cose siano (state) poco chiare a Madonna di Campiglio. Era il 1999, 15 anni fa. Ed è questo l’aspetto più grave di tutta questa storia. Il tempo. Ne è trascorso davvero troppo. Ora serve chiarezza, una volta per tutte.

Andrea Tabacco - EUROSPORT


Preferisco non commentare, potrei essere molto volgare
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sono cose che erano uscite fuori da tempo.....

l intervista al massaggiatore di Pantani a Madonna di Campiglio,fatta nell anniversario della sua morte era solo una conferma di quello che gli appassionati sanno.


Penso che sia l unico caso al mondo di un ciclista eliminato x doping che non è mai stato trovato dopato.........


VERGOGNA..............e ribadisco,è la stessa mano che ha uccisio DIANA.
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UnTo_Re ha scritto:Nel frattempo riaperto anche il caso sull'esclusione a madonna di campiglio. l'evento che ha fatto scatenare tutto. il massaggiatore dichiara che la sera prima del controllo l'ematocrito era a 48 (la mattina dopo era stato rilevato a 53 :muro: ).

a mio modesto parere ci hanno tolto uno dei più grandi atleti della storia del ciclismo, un ragazzo tanto forte sulla bici quanto debole nella vita di tutti i giorni.

Adesso sono arrivate anche le conferme che servivano, bastardi...quanto avremmo potuto gioire grazie a Marco, tristezza infinita :sad:
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era tutto chiaro,anche se non erano chiaro fino a ieri i mandanti..........


MAI TROVATO DOPATO,LO AVETE ROVINATO!!!!
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