I politici reggini e i loro presunti rapporti con le ndrine

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nosacciu
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Mariotta ha scritto:
nosacciu ha scritto:
Mariotta ha scritto:Se ne è consapevole non lo merita, se non lo è non vedo il problema, per questo parlo di aria fritta. Flesca non lo conosco proprio, ma sul ruolo di Scopelliti come detto non ci capisco granchè.

Io ho votato Falcomatà e Scopelliti, entrambi hanno avuto esperienze simili, il pranzo in questo caso, frequentazioni dirette anche in casa, nell'altro con tanto di indagini e rinvii a giudizio addirittura, ma se non sanno chi hanno davanti, o meglio se chi hanno davanti risulta essere imprenditore noto e stimato non vedo che tipo di condanna gli si possa affibbiare.

p.s.: con nosacciu ci rinunciu 8-) definitivamente i suoi "quindi" non stanno nè in cielo nè in terra.



l'articolo era centrato su Flesca, penso che il ruolo di Scopelliti qui sia marginale.
A meno che chi sta indagando nn si sia inventato le telefonate non penso che Flesca pensasse di parlare con la Canalis
cara mariotta il riferimento dei miei quindi non era riferito all'articolo in se...
non sono di certo stupido che sfrutto determinati eventi per criticare l'operato di un sindaco...
stavo semplicemente criticando il pensiero di doddi che diceva, per sua stessa ammissione, che determinati articoli sono aria fritta, quasi come se non fosse giusto informare la gente di quanto avviene, salvo sfruttare lui stesso altri determinati avvenimenti per difendere i suoi amici... non mi sono mai permesso, quando determinate indagini o determinati articoli sono stati fatti contro falcomatà a dire che fossero aria fritta, ma semplicemente una condizione "normale" a reggio calabria così come ritengo tale questa...

l'unica osservazione che ho fatto significa semplicemente che di certo se io dico a mio cugino, consigliere regionale e amicissimo di scopelliti, faccio il compleanno e voglio invitare scopelliti perchè figura di spicco, scopelliti ovviamente non ci viene dato che non mi conosce. Quindi e chiaro e lampante che scopelliti dovesse quanto meno sapere questa persona chi fosse...





a NOSACCIU


si ma io con i tuoi quindi non c'entro, e in merito non ho fatto osservazione alcuna se non riferendomi a Scopelliti che, come ben saprai, non rientra nelle mie grazie. Ciò non toglie che se anche sapesse chi fosse la persona che lo avrebbe ospitato, al di là della sua più o meno discutibile limpidezza, questo comunque non costituirebbe reato. Per Flesca è altra storia, come ho spiegato a Doddi sopra...lì i Ros hanno indagato su rapporti finalizzati al voto di scambio e forse ad altro. Ecco, questo, innegabilmente sarebbe reato.
Doddi parla di aria fritta perchè è un inguaribile sostenitore del non sense...inguaribile ed encomiabile quasi. Non so chi lo farebbe al posto suo. L'interrogatorio penso si fondi su un minimo di concretezza indagatoria. Poi qualche esperto potrebbe delucidarci al limite. :salut[/quote]

mi hai detto che con i miei quidni ci rinunci ti ho spiegato il senso, che non erano incentrati all'articolo in se e per se perchè la cosa non mi scandalizza più di tanto dato che questo a reggio calabria nel mondo della politica è uso comune, ma semplicemente a doddi che rigira le notizie per come vuole , quando parlano di soggetti a destra sono aria fritta, quando parlano della sinistra li usa per criticarci... e sopratutto non è corretto dire ad un giornalista che il suo lavoro è aria fritta... puoi non condividere ma non puoi ritenerlo aria fritta :salut
Pickwick ha scritto:La percentuale di scemi del movimento 5 stelle supera anche il grande sud di Miccichè...
peas!
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doddi ha scritto: Di interrogatori ci capisco ben poco a dire il vero.
C'è stato voto di scambio "consapevole", cercato?
Siamo davanti ad un caso assimilabile al pollo avido di Bagnara?
Questo lo stabiliranno le indagini.
E' consuetudine che i vari politici si rivolgano ad imprenditori per chiedere aiuto e sostegno politico per le loro campagne elettorali o in funzione di esse. Se un politico chiama un'amico imprenditore per chiedere lavoro per un proprio conoscente è reato? Se l'imprenditore gli può risolvere il problema è reato? Me lo chiedo perchè mi pare funzioni così di solito.

Ora passiamo al resto 8-) , a parte il fatto che il Giornale ti è indigesto, mi chiarisci questi due punti visto che i fatti di nuova cosenza,al contrario di questi ultimi, li conosciamo tutti e mi pare, tra l'altro, non rivestano o aggiungano nessun interesse all'oggetto del topic:

I rapporti tra l'imprenditore ed il Sindaco c'erano o no?
L'imprenditore si recava presso la sua abitazione per chiedergli "protezione" da interferenze scorrette? Uscito da casa sua andava dal boss al confino in altra città a riferire quanto avvenuto ?

Lo dicono i ROS, non Il Giornale, Sallusti o Chiocci. Lo riportasse Topolino o Tex Willer i contenuti non cambierebbero di una virgola.

Come si devono ritenere questi "fatti"?
Ragionando in valore assoluto e non in riferimento diretto a questo caso (che si trova ancora in una fase embrionale, e per il quale saranno le doverose indagini in corso a fare chiarezza), lo scambio favori/pacchetti di voti tra imprenditore e politico candidato è, per quanto possa essere consuetudinario, una fattispecie prevista dal codice penale. Altroché.

Per il resto, i ROS dicono che (io sono peraltro convinto che l'informativa dei Ros riportata da Nuova Cosenza sia la stessa arruffatamente raccontata da Chiocci, anche perché, se ci fai caso, si parla dello stesso Reparto operante, degli stessi fatti, della stessa indagine e dello stesso periodo...) i rapporti che il Sindaco aveva con quella gente consistevano delle intimidazioni e degli attentati che subiva per essersi opposto alle pretese della 'ndrangheta. Che il tipo si recasse a casa di Falcomatà, ed uscito da lì "corresse" a Prato, fortunatamente è solo una libera e colorita narrazione del giornalista (se ci fai caso, non virgolettata), anche perché sono abbastanza sicuro del fatto che i Ros non usino certe espressioni all'americana. La casa di Prato dove si recava era piena zeppa di microspie (grazie alle quali questa indagine ha avuto un'impennata, svelando le infiltrazioni di 'ndrangheta ed addirittura camorra negli anni a venire, col coinvolgimento di insospettabili ditte settentrionali, nel traffico di rifiuti): immagino, ci fosse stato qualcosa di più, che all'ineffabile Chiocci non sarebbe sfuggito.

Secondo Te, come mai, nonostante l'indagine ed i suoi sviluppi abbiano fatto il giro dei media nazionali, di questi presunti coinvolgimenti ne parla unicamente un articolo di un giornalista abruzzese su un quotidiano nazionale di dichiarata ispirazione berlusconiana?
Hai notizia di quelle che furono le condotte imprenditoriali delle persone, protagoniste dell'articolo, che avrebbero avvicinato il Sindaco (come è dimostrato, per minacciarlo ed attentare alla sua incolumità)?
peas!
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doddi ha scritto:Ma ad oggi, curiosità :wink , questo Flesca è già accusato di qualcosa, era tra i fermati ?
http://www.febearadio.it/area-news/7682 ... lettorale/
fred2010
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peas! ha scritto:
doddi ha scritto:Ma ad oggi, curiosità :wink , questo Flesca è già accusato di qualcosa, era tra i fermati ?
http://www.febearadio.it/area-news/7682 ... lettorale/

Suvvia cosa vuoi che sia un'inchiesta di sto tipo?
Ma poi, scusa l'avete per caso visto a San Pietro, dietro le sbarre? ...allora, cercate acqua fresca da qualche altra parte, và!


OPTOMETRISTA PER MEZZE CARTUCCE CERCASI.
doddi
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peas! ha scritto:
doddi ha scritto: Di interrogatori ci capisco ben poco a dire il vero.
C'è stato voto di scambio "consapevole", cercato?
Siamo davanti ad un caso assimilabile al pollo avido di Bagnara?
Questo lo stabiliranno le indagini.
E' consuetudine che i vari politici si rivolgano ad imprenditori per chiedere aiuto e sostegno politico per le loro campagne elettorali o in funzione di esse. Se un politico chiama un'amico imprenditore per chiedere lavoro per un proprio conoscente è reato? Se l'imprenditore gli può risolvere il problema è reato? Me lo chiedo perchè mi pare funzioni così di solito.

Ora passiamo al resto 8-) , a parte il fatto che il Giornale ti è indigesto, mi chiarisci questi due punti visto che i fatti di nuova cosenza,al contrario di questi ultimi, li conosciamo tutti e mi pare, tra l'altro, non rivestano o aggiungano nessun interesse all'oggetto del topic:

I rapporti tra l'imprenditore ed il Sindaco c'erano o no?
L'imprenditore si recava presso la sua abitazione per chiedergli "protezione" da interferenze scorrette? Uscito da casa sua andava dal boss al confino in altra città a riferire quanto avvenuto ?

Lo dicono i ROS, non Il Giornale, Sallusti o Chiocci. Lo riportasse Topolino o Tex Willer i contenuti non cambierebbero di una virgola.

Come si devono ritenere questi "fatti"?
Ragionando in valore assoluto e non in riferimento diretto a questo caso (che si trova ancora in una fase embrionale, e per il quale saranno le doverose indagini in corso a fare chiarezza), lo scambio favori/pacchetti di voti tra imprenditore e politico candidato è, per quanto possa essere consuetudinario, una fattispecie prevista dal codice penale. Altroché.

Per il resto, i ROS dicono che (io sono peraltro convinto che l'informativa dei Ros riportata da Nuova Cosenza sia la stessa arruffatamente raccontata da Chiocci, anche perché, se ci fai caso, si parla dello stesso Reparto operante, degli stessi fatti, della stessa indagine e dello stesso periodo...) i rapporti che il Sindaco aveva con quella gente consistevano delle intimidazioni e degli attentati che subiva per essersi opposto alle pretese della 'ndrangheta. Che il tipo si recasse a casa di Falcomatà, ed uscito da lì "corresse" a Prato, fortunatamente è solo una libera e colorita narrazione del giornalista (se ci fai caso, non virgolettata), anche perché sono abbastanza sicuro del fatto che i Ros non usino certe espressioni all'americana. La casa di Prato dove si recava era piena zeppa di microspie (grazie alle quali questa indagine ha avuto un'impennata, svelando le infiltrazioni di 'ndrangheta ed addirittura camorra negli anni a venire, col coinvolgimento di insospettabili ditte settentrionali, nel traffico di rifiuti): immagino, ci fosse stato qualcosa di più, che all'ineffabile Chiocci non sarebbe sfuggito.

Secondo Te, come mai, nonostante l'indagine ed i suoi sviluppi abbiano fatto il giro dei media nazionali, di questi presunti coinvolgimenti ne parla unicamente un articolo di un giornalista abruzzese su un quotidiano nazionale di dichiarata ispirazione berlusconiana?
Hai notizia di quelle che furono le condotte imprenditoriali delle persone, protagoniste dell'articolo, che avrebbero avvicinato il Sindaco (come è dimostrato, per minacciarlo ed attentare alla sua incolumità)?
Nell'articolo di nuova cosenza non ho letto i passaggi virgolettati di Chiocci a dire il vero.
Se non ricordo male, sono passati 10 e più anni, le indagini erano svolte dai Ros di Roma, mentre le altre da quelli Calabresi, o viceversa.
Cmq potrebbe anche essere che vista l'enormità degli interessi in ballo accontentarne uno, anche se inconsapevolmente (la mia "solita" ARIA FRITTA che si fà finta ancora di non capire ca voglia dire e non mi riferisco a te) significa scontentarne cento, per cui da una parte ricevi minacce ed attentati mentre all'altra invece procuri un vantaggio. La contrapposizione tra cosche regnava sovrana in quegli anni, eravamo ancora lontani dalla pax mafiosa. Non dimentichiamo il contesto.

Delle indagini, a quanto dice il solito giornalista ne chiede anche conto il Tribunale del Riesame:
Il tribunale del Riesame, nel confermare il quadro probatorio sul clan Libri (dal nome del boss protagonista dell'affare Ce.Dir di cui si dirà fra poco) ha ritenuto «inspiegabile» l’archiviazione del procedimento originario dove emergevano i primi profili di collusione mafiosa-politico-imprenditoriale


Il punto focale è questo: Per fronteggiare Siclari, e dunque Minniti, Matteo Alampi incontra frequentemente il sindaco Falcomatà «che già in passato - è scritto in un'informativa - si era interessato fattivamente per lui proprio per un’altra gara al Ce.Dir».

Che afferma l'esistenza e la sostanza del rapporto tra il politico e l'imprenditore ai tempi illibato.

Leggi questi altri documenti, dovresti trovare le risposte che ti mancano, se ho ben capito cosa chiedi

http://documenti.camera.it/_dati/leg16/ ... 000009.pdf

pag .114
Tra le attività di indagine di maggiore rilievo, anche il comandante
Reda ha segnalato quella denominata « rifiuti SpA », iniziata nel 2001
e conclusasi nel 2006, che ha riguardato una consorteria di soggetti
operanti in ambienti di criminalità organizzata che, per attuare i loro
piani criminosi, si sono avvalsi dell’opera della famiglia Alampi,
imprenditori fino a quel momento incensurati e facenti capo a Matteo
Alampi, legato a doppio filo agli ambienti politici (il sindaco di Reggio
Falcomatà) e malavitosi (Libri, De Stefano, Condello, Piromalli).
L’attività investigativa, condotta dal GICO della Guardia di finanza
di Reggio Calabria, unitamente al ROS dei carabinieri di Roma, si è
in particolare concentrata sui fatti di gestione relativi alle discariche
di rifiuti solidi urbani all’epoca operative nel territorio della provincia
reggina ovvero quelle site nei comuni di Fiumara, Motta San Giovanni
e Gioia Tauro (vedi doc. 193/2).
Le indagini sono culminate con l’emissione di 19 ordinanze di
custodia cautelare nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili
dei reati di associazione mafiosa, estorsione e corruzione, reati
collegati ad appalti pubblici nel settore della raccolta e del successivo
smaltimento di rifiuti solidi urbani, con riferimento principalmente
alle aziende Meridional servizi Srl, servizi ambientali e Caledil.


pag. 117

Le risultanze investigative sul conto della famiglia Alampi, facente
capo a Matteo Alampi, imprenditore spregiudicato, hanno consentito
di appurare: 1) che costui era legato a doppio filo ad ambienti politici
(il già sindaco di Reggio Calabria, Italo Falcomatà) e ad ambienti
malavitosi (cosca Libri, De Stefano, Condello, Piromalli e, nell’ambito
dell’indagine « Armonia », diverse cosche Joniche reggine); 2) che la
« Edilprimavera Srl », società del gruppo Alampi – che già si era
distinta nel panorama imprenditoriale reggino per aver sempre
mantenuto una posizione egemone nell’aggiudicazione degli appalti
pubblici nel settore dell’edilizia – a partire dai primi anni del 1990
si era interessata al settore dei rifiuti, con la gestione delle discariche,
del trasporto dei rifiuti prodotti dagli impianti di produzione del cdr,
in quanto dotata di struttura societaria e di un patrimonio aziendale
(soprattutto in automezzi), ben in grado di consentire un agevole
ingresso in tale attività imprenditoriale; 3) che l’ingresso della famiglia
Alampi nel settore dei rifiuti era stato favorevolmente accolto sia dallo
schieramento mafioso facente capo a « Pasquale Condello », sia da
quello « De Stefaniano »; 4) che il settore dei rifiuti ha consentito alla
società e ai soci di conseguire ingenti guadagni, anche ricorrendo ad
artifizi e raggiri documentali, da qui le accuse e le condanne per truffa
e frode nei pubblici servizi.
All’esito del dibattimento davanti il tribunale di Reggio Calabria,
sono state condannate 13 persone con l’irrogazione di 115 anni di
reclusione, per reati che vanno dall’associazione a delinquere di
stampo mafioso, alla turbativa d’asta, alla truffa e alla frode nei
pubblici servizi.
Il processo ha in particolare delineato la figura di Matteo Alampi
come quella dell’imprenditore-boss capace di « dialogare » sia con
Domenico Libri, sia con la cosca opposta di Pasquale Condello e
Giuseppe De Stefano.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
Mariotta ha scritto:




a NOSACCIU


si ma io con i tuoi quindi non c'entro, e in merito non ho fatto osservazione alcuna se non riferendomi a Scopelliti che, come ben saprai, non rientra nelle mie grazie. Ciò non toglie che se anche sapesse chi fosse la persona che lo avrebbe ospitato, al di là della sua più o meno discutibile limpidezza, questo comunque non costituirebbe reato. Per Flesca è altra storia, come ho spiegato a Doddi sopra...lì i Ros hanno indagato su rapporti finalizzati al voto di scambio e forse ad altro. Ecco, questo, innegabilmente sarebbe reato.
Doddi parla di aria fritta perchè è un inguaribile sostenitore del non sense...inguaribile ed encomiabile quasi. Non so chi lo farebbe al posto suo. L'interrogatorio penso si fondi su un minimo di concretezza indagatoria. Poi qualche esperto potrebbe delucidarci al limite. :salut
Non c'entra il sostegno o lo schieramento, vedo la situazione completamente diversa da quella del bagnaroto. Tutto quà. Non mi pare vi sia voto di scambio da quanto letto, come non penso che fosse noto il fatto che viene contestato ai costruttori ossia la loro appartenenza ad un sodalizio. Lavoravano anche per gli enti pubblici ed erano, presumo, in regola cone le varie certificazioni antimafia. Pensate, eventualmente sarà tutto provato, quanto possano valere quei bollini. Figuriamoci se può metterli un comune mortale che non conosce i soggetti dalla vita apparente ordinaria.

Mi autoquoto perchè a tal riguardo ho trovato qualcosa di molto simile pronunciato qualche lustro fà da qualcuno che ne sapeva molto più di me.
Il mio discorso, per chi non l'ha inteso, è e vorrebbe essere generale, non specifico ad un'argomento o ad un personaggio.


http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... palti.html

Calabria, 60 indagati per appalti
16 dicembre 1999 — pagina 20 sezione: POLITICA INTERNA
REGGIO CALABRIA (p.s.) - Cento progetti, cento gare d' appalto, cento cantieri. Il "decreto Reggio" per il risanamento della città - stanziamenti per seicento miliardi di lire al centro della sanguinosa guerra di mafia di qualche anno fa - si sarebbe trasformato in un grande affare per i clan. Scoppia un altro caso Reggio con l' ennesima inchiesta della Procura distrettuale. E tra i sessanta indagati, ma solo per falso ideologico e abuso, c' è anche il sindaco diessino Italo Falcomatà. Non si sarebbe reso conto che le imprese dei clan indisturbate facevano affari. Il primo cittadino si dice però tranquillo: "Il minimo che posso fare, in questo momento, è dichiarare la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono attribuiti". La Procura distrettuale antimafia, con un invito a comparire, gli contesta una ventina di episodi "sospetti". L' indagine punta ad accertare se non siano state agevolate le attività economiche di alcune famiglie mafiose di Reggio e della Sicilia. Cosa che, secondo l' ipotesi accusatoria, costituirebbe un' aggravante. Il 21 dicembre, comunque, Falcomatà si presenterà davanti ai magistrati, pronto a dare i propri chiarimenti sulle "questioni di cui sono a conoscenza e di cui sono competente. Non sono uno impegnato né a far falsi, né a farli fare ad altri". Quindi ha aggiunto: "Se quelli che vincono le gare hanno certificati antimafia, ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte, magari, all' attenzione della mafia, tutte munite di certificazioni delle prefetture", ha detto il sindaco di Reggio, "allora è un problema diverso che non compete a me valutare". L' indagine, che coinvolge anche dirigenti e funzionari del Comune, è stata condotta dai carabinieri del Ros che ieri, sempre su provvedimento firmato da alcuni magistrati e sottoscritto dal procuratore capo, hanno effettuato una ventina di perquisizioni domiciliari e, in Comune, hanno sequestrato numerosi documenti.



E' così difficile da comprendere dove finisce il lavoro/dovere di un'amministratore o di un privato cittadino in una realtà ad alta densità mafiosa radicata ovunque, in qualsiasi settore della vita economica e sociale ?
Se lo scrivo io passo per "amico che vuole difendere gli amici" se lo dice una persona stimata ed apprezzata da tutti il disco cambia. O rimaniamo tutti giacobini ?
Ovviamente il tutto fino a prova contraria di contiguità cercata e consapevole con relativi favoritismi e vantaggi di qualsiasi genere, e dunque reati.

Buona riflessione
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
doddi ha scritto:
Mariotta ha scritto:




a NOSACCIU


si ma io con i tuoi quindi non c'entro, e in merito non ho fatto osservazione alcuna se non riferendomi a Scopelliti che, come ben saprai, non rientra nelle mie grazie. Ciò non toglie che se anche sapesse chi fosse la persona che lo avrebbe ospitato, al di là della sua più o meno discutibile limpidezza, questo comunque non costituirebbe reato. Per Flesca è altra storia, come ho spiegato a Doddi sopra...lì i Ros hanno indagato su rapporti finalizzati al voto di scambio e forse ad altro. Ecco, questo, innegabilmente sarebbe reato.
Doddi parla di aria fritta perchè è un inguaribile sostenitore del non sense...inguaribile ed encomiabile quasi. Non so chi lo farebbe al posto suo. L'interrogatorio penso si fondi su un minimo di concretezza indagatoria. Poi qualche esperto potrebbe delucidarci al limite. :salut
Non c'entra il sostegno o lo schieramento, vedo la situazione completamente diversa da quella del bagnaroto. Tutto quà. Non mi pare vi sia voto di scambio da quanto letto, come non penso che fosse noto il fatto che viene contestato ai costruttori ossia la loro appartenenza ad un sodalizio. Lavoravano anche per gli enti pubblici ed erano, presumo, in regola cone le varie certificazioni antimafia. Pensate, eventualmente sarà tutto provato, quanto possano valere quei bollini. Figuriamoci se può metterli un comune mortale che non conosce i soggetti dalla vita apparente ordinaria.

Mi autoquoto perchè a tal riguardo ho trovato qualcosa di molto simile pronunciato qualche lustro fà da qualcuno che ne sapeva molto più di me.
Il mio discorso, per chi non l'ha inteso, è e vorrebbe essere generale, non specifico ad un'argomento o ad un personaggio.


http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... palti.html

Calabria, 60 indagati per appalti
16 dicembre 1999 — pagina 20 sezione: POLITICA INTERNA
REGGIO CALABRIA (p.s.) - Cento progetti, cento gare d' appalto, cento cantieri. Il "decreto Reggio" per il risanamento della città - stanziamenti per seicento miliardi di lire al centro della sanguinosa guerra di mafia di qualche anno fa - si sarebbe trasformato in un grande affare per i clan. Scoppia un altro caso Reggio con l' ennesima inchiesta della Procura distrettuale. E tra i sessanta indagati, ma solo per falso ideologico e abuso, c' è anche il sindaco diessino Italo Falcomatà. Non si sarebbe reso conto che le imprese dei clan indisturbate facevano affari. Il primo cittadino si dice però tranquillo: "Il minimo che posso fare, in questo momento, è dichiarare la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono attribuiti". La Procura distrettuale antimafia, con un invito a comparire, gli contesta una ventina di episodi "sospetti". L' indagine punta ad accertare se non siano state agevolate le attività economiche di alcune famiglie mafiose di Reggio e della Sicilia. Cosa che, secondo l' ipotesi accusatoria, costituirebbe un' aggravante. Il 21 dicembre, comunque, Falcomatà si presenterà davanti ai magistrati, pronto a dare i propri chiarimenti sulle "questioni di cui sono a conoscenza e di cui sono competente. Non sono uno impegnato né a far falsi, né a farli fare ad altri". Quindi ha aggiunto: "Se quelli che vincono le gare hanno certificati antimafia, ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte, magari, all' attenzione della mafia, tutte munite di certificazioni delle prefetture", ha detto il sindaco di Reggio, "allora è un problema diverso che non compete a me valutare". L' indagine, che coinvolge anche dirigenti e funzionari del Comune, è stata condotta dai carabinieri del Ros che ieri, sempre su provvedimento firmato da alcuni magistrati e sottoscritto dal procuratore capo, hanno effettuato una ventina di perquisizioni domiciliari e, in Comune, hanno sequestrato numerosi documenti.



E' così difficile da comprendere dove finisce il lavoro/dovere di un'amministratore o di un privato cittadino in una realtà ad alta densità mafiosa radicata ovunque, in qualsiasi settore della vita economica e sociale ?
Se lo scrivo io passo per "amico che vuole difendere gli amici" se lo dice una persona stimata ed apprezzata da tutti il disco cambia. O rimaniamo tutti giacobini ?
Ovviamente il tutto fino a prova contraria di contiguità cercata e consapevole con relativi favoritismi e vantaggi di qualsiasi genere, e dunque reati.

Buona riflessione

su quest'ultimo punto sono completamente d'accordo con te tranne che sulla parte evidenziata, ufficialmente si dichiarano determinate cose, ufficiosamente lo si sa chi sono i prestanomi... ne conosco tantissimi io figuriamoci un sindaco, ma capisco che in una città come reggio calabria non si possa fare altrimenti e non è questo che rimprovero a scopelliti e alla sua giunta... continuo col dirti che determinati eventi sono difficili da provare e anche quando sono facili, spesso vengono fatti tacere sotto banco quindi è ingiusto professarsi fedeli al 100% alla giustizia, considerando questo è giusto mettere al corrente i cittadini di cio che avviene, per quanto normale, che poi normale non dovrebbe essere, è un evento del genere a reggio calabria, quindi non puoi considerare quel determinato articolo come aria fritta, ed è quindi giusto che quel determinato articolo venga pubblicato, poi il cittadino che lo legge formula le proprie opinioni... a quando a quando qualcuno parla e racconta cio che avviene ai cittadini non è giusto venga denigrato da chi crede nell'innocentezza fino all'inverosimile dei propri amici. In ogni caso a falcomatà per quelle motivazioni furono bloccati i soldi del decreto reggio, salvo farli tornare alla risalita di scopelliti.
Pickwick ha scritto:La percentuale di scemi del movimento 5 stelle supera anche il grande sud di Miccichè...
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nosacciu ha scritto:
...ma capisco che in una città come reggio calabria non si possa fare altrimenti...
Purtroppo è proprio grazie a ragionamenti di questo tipo che Reggio è la città che è...
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
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UnVeroTifoso ha scritto:
nosacciu ha scritto:
...ma capisco che in una città come reggio calabria non si possa fare altrimenti...
Purtroppo è proprio grazie a ragionamenti di questo tipo che Reggio è la città che è...
Concordo, la dobbiamo smettere di pensare mafiosamente.
- chi è che ha causato questa mancanza di soldi all'interno del comune?
- La prima giunta Scopelliti aveva ricevuto in lascito dei conti disastrosi dalla precedente gestione Falcomatà Naccari.
- Ah
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doddi ha scritto:


E' così difficile da comprendere dove finisce il lavoro/dovere di un'amministratore o di un privato cittadino in una realtà ad alta densità mafiosa radicata ovunque, in qualsiasi settore della vita economica e sociale ?
Se lo scrivo io passo per "amico che vuole difendere gli amici" se lo dice una persona stimata ed apprezzata da tutti il disco cambia. O rimaniamo tutti giacobini ?
Ovviamente il tutto fino a prova contraria di contiguità cercata e consapevole con relativi favoritismi e vantaggi di qualsiasi genere, e dunque reati.

Buona riflessione

Come non dovrebbe essere difficile distinguere tra chi subisce per queto vivere, chi perché non ha la forza interiore di opporsi e chi gli spalanca i portoni.

Un simile invito non posso di certo lasciarmelo sfuggire.
Proviamo a dare un po’ d’ordine alle cose.
Siamo di fronte ad un’informativa dei Ros che, suppongo, per loro mestiere ne sfornano in quantità industriale, e una successiva richiesta di rinvio a giudizio (da notare la differenza tra i due atti).
Credo che Il tentare di stabilire quale tra i due si possa considerare più attendibile dovrebbe essere il punto cruciale per levare qualche tuo dubbio che io definirei insinuazione. (poi ci torno)

Logica vuole che lo sia il secondo, in quanto atto emesso pubblicamente con tutta la sua prorompente valenza che un’informativa non ha, e che tiene conto di altri avvenimenti e riscontri intervenuti successivamente tra i quali le deposizioni di innumerevoli pentiti che hanno contribuito a spazzar via l’informativa stessa.
Detto ciò rimane in piedi quella che a posteriori si è scoperto fosse una cattiva frequentazione e allora io, sempre riflettendo, mi e ti chiedo.
Tenendo conto che la pax mafiosa è “scoppiata” nel 1991/2, che Falcomatà è stato eletto dal consiglio comunale nel 1993 e successivamente confermato dalla cittadinanza nel 1997 e 2001, che quanto postato riguarda gli anni successivi e che tutti gli atti di carattere giudiziario emersi vanno nella direzione opposta a quanto tu insisti a insinuare,
che motivazione poteva mai avere la malavita per minacciarlo di morte se era unita nei suoi sporchi interessi (un’impresa valeva l’altra) e “la testa di legno” con l’amministrazione nella sua forma più alta pure?
Ergo che necessità c’era di attentarlo e minacciarlo se era in contiguità come si vuol lasciare intendere?
O ci vuoi forse dire, e permettimelo, sarebbe inammissibile, che avesse stretto patti che includevano un ritorno elettorale con loro?

Abbiamo anche un atto parlamentare che sostanzialmente, secondo la mia invocata riflessione, non dice nulla di più dell’informativa superata dai tempi e dagli avvenimenti.
A tal proposito, dopo averla letta con più attenzione, ho avuto modo di costatare che non hai riportato l’imbarazzante deposizione del tuo pupillo (averne uno è una tua incomprimibile costante) che mi è servito come ulteriore conferma della tua, ormai consacrata, volontà “caddaresca tutta tesa a trovare una giustificazione con te stesso quando ritornerai in cabina elettorale e tutte le mattine davanti allo specchio crudele

L’ho già scritto e mi ripeto:
Il consenso è importante ma altrettanto importante è il come lo si consegue
....A maggior ragione nella nostra martoriata terra


Buona riflessione anche a te 8-)
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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eddiegraces
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La campagna di diffamazione contro il povero italo continua.

Per giustificare questo branco di mafiosi, affaristi e ladri si parla male di Italo.

Ma le manette chiariranno la differenza
- chi è che ha causato questa mancanza di soldi all'interno del comune?
- La prima giunta Scopelliti aveva ricevuto in lascito dei conti disastrosi dalla precedente gestione Falcomatà Naccari.
- Ah
Mariotta
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eddiegraces ha scritto:La campagna di diffamazione contro il povero italo continua.

Per giustificare questo branco di mafiosi, affaristi e ladri si parla male di Italo.

Ma le manette chiariranno la differenza

io penso che la posizione di Italo Falcomatà fu ampiamente chiarita e in più i fatti ne furono dimostrazione. Il resto è aria fritta.
Per le manette ai posteri l'ardua sentenza :fifi:
Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
doddi
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eddiegraces ha scritto:La campagna di diffamazione contro il povero italo continua.
Per giustificare questo branco di mafiosi, affaristi e ladri si parla male di Italo.

Ma le manette chiariranno la differenza


Eddie caro, nell'arco della tua esistenza ti è mai capitato che qualcuno ti dicesse: " non ci hai capito un'emerito piffero !" ?

Se la risposta dovesse essere no ( e figuriamoci del contrario davanti a cotanta saccenza :mrgreen: ) le mie più sentite felicitazioni :yaho: , stavolta ci sei riuscito in pieno, auguri :okok:

Si parla, non si parla male. La differenza tra le due cose dovresti chiarirla al tua materia celebrale iraconda.

Sulle manette, oramai hai na fissazioni :fifi: , che le mettessero a chi le merita, se ce ne stanno, ma basta che facessero bene, in fretta, e definitivamente che desideriamo aria pura e pulita. Di certo non possono metterle a chi ci stà antipatico o a chi preferiremmo o ancora fossimo noi convinti della meritorietà o meno.

Il Sindaco di tutti ha ricevuto quasi una trentina di letterine dai giudici con le più svariate accuse ( ci addobbò persino l'albero di Natale nel 1999)... eppure è sempre rimasto il Sindaco di tutti. Il cappello puoi tranquillamente levarglielo che nessuno stà sminuendo o attacando la sua persona. Statti quieta puntina incantata 8-)
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Mariotta ha scritto:
eddiegraces ha scritto:La campagna di diffamazione contro il povero italo continua.

Per giustificare questo branco di mafiosi, affaristi e ladri si parla male di Italo.

Ma le manette chiariranno la differenza

io penso che la posizione di Italo Falcomatà fu ampiamente chiarita e in più i fatti ne furono dimostrazione. Il resto è aria fritta.
Per le manette ai posteri l'ardua sentenza :fifi:

Lo penso anche io. Non c'è niente in comune tra i due casi.
Ma, al di là di questo, non si capisce ("forse" non si capisce) perchè, trattando di un argomento attuale, debbano essere tirati fuori casi del passato.
Falcomatà purtroppo non c'è più. Ognuno percepisce come crede il rispetto per una Persona Immensa come Lui. Per me è distante anni luce, per 10000 motivi, dai pagliacci che gli sono succeduti ed è un sacrilegio solo provare ad accostarne i nomi. Ma non mi interessa convincere chi cerca, invece, di metterli insieme. Problemi loro.
Il topic dovrebbe incentivare una discussione sui fatti riportati, indipendentemente da Falcomatà e da tutti coloro che non sono citati nel post d'apertura.
Riusciremo mai a stare senza frittulata qui?
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sono talmente comunista che da bambino mi mangiavo da solo
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doddi ha scritto: Nell'articolo di nuova cosenza non ho letto i passaggi virgolettati di Chiocci a dire il vero.
Se non ricordo male, sono passati 10 e più anni, le indagini erano svolte dai Ros di Roma, mentre le altre da quelli Calabresi, o viceversa.
Cmq potrebbe anche essere che vista l'enormità degli interessi in ballo accontentarne uno, anche se inconsapevolmente (la mia "solita" ARIA FRITTA che si fà finta ancora di non capire ca voglia dire e non mi riferisco a te) significa scontentarne cento, per cui da una parte ricevi minacce ed attentati mentre all'altra invece procuri un vantaggio. La contrapposizione tra cosche regnava sovrana in quegli anni, eravamo ancora lontani dalla pax mafiosa. Non dimentichiamo il contesto.

Delle indagini, a quanto dice il solito giornalista ne chiede anche conto il Tribunale del Riesame:
Il tribunale del Riesame, nel confermare il quadro probatorio sul clan Libri (dal nome del boss protagonista dell'affare Ce.Dir di cui si dirà fra poco) ha ritenuto «inspiegabile» l’archiviazione del procedimento originario dove emergevano i primi profili di collusione mafiosa-politico-imprenditoriale


Il punto focale è questo: Per fronteggiare Siclari, e dunque Minniti, Matteo Alampi incontra frequentemente il sindaco Falcomatà «che già in passato - è scritto in un'informativa - si era interessato fattivamente per lui proprio per un’altra gara al Ce.Dir».

Che afferma l'esistenza e la sostanza del rapporto tra il politico e l'imprenditore ai tempi illibato.

Leggi questi altri documenti, dovresti trovare le risposte che ti mancano, se ho ben capito cosa chiedi

http://documenti.camera.it/_dati/leg16/ ... 000009.pdf

pag .114
Tra le attività di indagine di maggiore rilievo, anche il comandante
Reda ha segnalato quella denominata « rifiuti SpA », iniziata nel 2001
e conclusasi nel 2006, che ha riguardato una consorteria di soggetti
operanti in ambienti di criminalità organizzata che, per attuare i loro
piani criminosi, si sono avvalsi dell’opera della famiglia Alampi,
imprenditori fino a quel momento incensurati e facenti capo a Matteo
Alampi, legato a doppio filo agli ambienti politici (il sindaco di Reggio
Falcomatà) e malavitosi (Libri, De Stefano, Condello, Piromalli).
L’attività investigativa, condotta dal GICO della Guardia di finanza
di Reggio Calabria, unitamente al ROS dei carabinieri di Roma, si è
in particolare concentrata sui fatti di gestione relativi alle discariche
di rifiuti solidi urbani all’epoca operative nel territorio della provincia
reggina ovvero quelle site nei comuni di Fiumara, Motta San Giovanni
e Gioia Tauro (vedi doc. 193/2).
Le indagini sono culminate con l’emissione di 19 ordinanze di
custodia cautelare nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili
dei reati di associazione mafiosa, estorsione e corruzione, reati
collegati ad appalti pubblici nel settore della raccolta e del successivo
smaltimento di rifiuti solidi urbani, con riferimento principalmente
alle aziende Meridional servizi Srl, servizi ambientali e Caledil.


pag. 117

Le risultanze investigative sul conto della famiglia Alampi, facente
capo a Matteo Alampi, imprenditore spregiudicato, hanno consentito
di appurare: 1) che costui era legato a doppio filo ad ambienti politici
(il già sindaco di Reggio Calabria, Italo Falcomatà) e ad ambienti
malavitosi (cosca Libri, De Stefano, Condello, Piromalli e, nell’ambito
dell’indagine « Armonia », diverse cosche Joniche reggine); 2) che la
« Edilprimavera Srl », società del gruppo Alampi – che già si era
distinta nel panorama imprenditoriale reggino per aver sempre
mantenuto una posizione egemone nell’aggiudicazione degli appalti
pubblici nel settore dell’edilizia – a partire dai primi anni del 1990
si era interessata al settore dei rifiuti, con la gestione delle discariche,
del trasporto dei rifiuti prodotti dagli impianti di produzione del cdr,
in quanto dotata di struttura societaria e di un patrimonio aziendale
(soprattutto in automezzi), ben in grado di consentire un agevole
ingresso in tale attività imprenditoriale; 3) che l’ingresso della famiglia
Alampi nel settore dei rifiuti era stato favorevolmente accolto sia dallo
schieramento mafioso facente capo a « Pasquale Condello », sia da
quello « De Stefaniano »; 4) che il settore dei rifiuti ha consentito alla
società e ai soci di conseguire ingenti guadagni, anche ricorrendo ad
artifizi e raggiri documentali, da qui le accuse e le condanne per truffa
e frode nei pubblici servizi.
All’esito del dibattimento davanti il tribunale di Reggio Calabria,
sono state condannate 13 persone con l’irrogazione di 115 anni di
reclusione, per reati che vanno dall’associazione a delinquere di
stampo mafioso, alla turbativa d’asta, alla truffa e alla frode nei
pubblici servizi.
Il processo ha in particolare delineato la figura di Matteo Alampi
come quella dell’imprenditore-boss capace di « dialogare » sia con
Domenico Libri, sia con la cosca opposta di Pasquale Condello e
Giuseppe De Stefano.
La ricostruzione delle vicende del 1999-2000 che è emersa dall'operazione Vertice, anche unita a quanto emerge dalla lettura del documento della Camera che hai linkato, mi lascia presumere che la logica (in valore assoluto, validissima) dell'accontentarneuno/scontentarnecento, in questo caso, non tenga. Non dimentichiamo, poi, il dato dell'età dei soggetti coinvolti. :wink
Per il resto, come valuti il fatto che il Tribunale del Riesame - stando all'articolo, che lo liquida virgolettando un aggettivo - commenti un'archiviazione? Cosa ne pensi della carriera imprenditoriale dei soggetti protagonisti dell'articolo, negli anni a venire?
doddi
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peas! ha scritto:
doddi ha scritto: Nell'articolo di nuova cosenza non ho letto i passaggi virgolettati di Chiocci a dire il vero.
Se non ricordo male, sono passati 10 e più anni, le indagini erano svolte dai Ros di Roma, mentre le altre da quelli Calabresi, o viceversa.
Cmq potrebbe anche essere che vista l'enormità degli interessi in ballo accontentarne uno, anche se inconsapevolmente (la mia "solita" ARIA FRITTA che si fà finta ancora di non capire ca voglia dire e non mi riferisco a te) significa scontentarne cento, per cui da una parte ricevi minacce ed attentati mentre all'altra invece procuri un vantaggio. La contrapposizione tra cosche regnava sovrana in quegli anni, eravamo ancora lontani dalla pax mafiosa. Non dimentichiamo il contesto.

Delle indagini, a quanto dice il solito giornalista ne chiede anche conto il Tribunale del Riesame:
Il tribunale del Riesame, nel confermare il quadro probatorio sul clan Libri (dal nome del boss protagonista dell'affare Ce.Dir di cui si dirà fra poco) ha ritenuto «inspiegabile» l’archiviazione del procedimento originario dove emergevano i primi profili di collusione mafiosa-politico-imprenditoriale


Il punto focale è questo: Per fronteggiare Siclari, e dunque Minniti, Matteo Alampi incontra frequentemente il sindaco Falcomatà «che già in passato - è scritto in un'informativa - si era interessato fattivamente per lui proprio per un’altra gara al Ce.Dir».

Che afferma l'esistenza e la sostanza del rapporto tra il politico e l'imprenditore ai tempi illibato.

Leggi questi altri documenti, dovresti trovare le risposte che ti mancano, se ho ben capito cosa chiedi

http://documenti.camera.it/_dati/leg16/ ... 000009.pdf

pag .114
Tra le attività di indagine di maggiore rilievo, anche il comandante
Reda ha segnalato quella denominata « rifiuti SpA », iniziata nel 2001
e conclusasi nel 2006, che ha riguardato una consorteria di soggetti
operanti in ambienti di criminalità organizzata che, per attuare i loro
piani criminosi, si sono avvalsi dell’opera della famiglia Alampi,
imprenditori fino a quel momento incensurati e facenti capo a Matteo
Alampi, legato a doppio filo agli ambienti politici (il sindaco di Reggio
Falcomatà) e malavitosi (Libri, De Stefano, Condello, Piromalli).
L’attività investigativa, condotta dal GICO della Guardia di finanza
di Reggio Calabria, unitamente al ROS dei carabinieri di Roma, si è
in particolare concentrata sui fatti di gestione relativi alle discariche
di rifiuti solidi urbani all’epoca operative nel territorio della provincia
reggina ovvero quelle site nei comuni di Fiumara, Motta San Giovanni
e Gioia Tauro (vedi doc. 193/2).
Le indagini sono culminate con l’emissione di 19 ordinanze di
custodia cautelare nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili
dei reati di associazione mafiosa, estorsione e corruzione, reati
collegati ad appalti pubblici nel settore della raccolta e del successivo
smaltimento di rifiuti solidi urbani, con riferimento principalmente
alle aziende Meridional servizi Srl, servizi ambientali e Caledil.


pag. 117

Le risultanze investigative sul conto della famiglia Alampi, facente
capo a Matteo Alampi, imprenditore spregiudicato, hanno consentito
di appurare: 1) che costui era legato a doppio filo ad ambienti politici
(il già sindaco di Reggio Calabria, Italo Falcomatà) e ad ambienti
malavitosi (cosca Libri, De Stefano, Condello, Piromalli e, nell’ambito
dell’indagine « Armonia », diverse cosche Joniche reggine); 2) che la
« Edilprimavera Srl », società del gruppo Alampi – che già si era
distinta nel panorama imprenditoriale reggino per aver sempre
mantenuto una posizione egemone nell’aggiudicazione degli appalti
pubblici nel settore dell’edilizia – a partire dai primi anni del 1990
si era interessata al settore dei rifiuti, con la gestione delle discariche,
del trasporto dei rifiuti prodotti dagli impianti di produzione del cdr,
in quanto dotata di struttura societaria e di un patrimonio aziendale
(soprattutto in automezzi), ben in grado di consentire un agevole
ingresso in tale attività imprenditoriale; 3) che l’ingresso della famiglia
Alampi nel settore dei rifiuti era stato favorevolmente accolto sia dallo
schieramento mafioso facente capo a « Pasquale Condello », sia da
quello « De Stefaniano »; 4) che il settore dei rifiuti ha consentito alla
società e ai soci di conseguire ingenti guadagni, anche ricorrendo ad
artifizi e raggiri documentali, da qui le accuse e le condanne per truffa
e frode nei pubblici servizi.
All’esito del dibattimento davanti il tribunale di Reggio Calabria,
sono state condannate 13 persone con l’irrogazione di 115 anni di
reclusione, per reati che vanno dall’associazione a delinquere di
stampo mafioso, alla turbativa d’asta, alla truffa e alla frode nei
pubblici servizi.
Il processo ha in particolare delineato la figura di Matteo Alampi
come quella dell’imprenditore-boss capace di « dialogare » sia con
Domenico Libri, sia con la cosca opposta di Pasquale Condello e
Giuseppe De Stefano.
La ricostruzione delle vicende del 1999-2000 che è emersa dall'operazione Vertice, anche unita a quanto emerge dalla lettura del documento della Camera che hai linkato, mi lascia presumere che la logica (in valore assoluto, validissima) dell'accontentarneuno/scontentarnecento, in questo caso, non tenga. Non dimentichiamo, poi, il dato dell'età dei soggetti coinvolti. :wink
Per il resto, come valuti il fatto che il Tribunale del Riesame - stando all'articolo, che lo liquida virgolettando un aggettivo - commenti un'archiviazione? Cosa ne pensi della carriera imprenditoriale dei soggetti protagonisti dell'articolo, negli anni a venire?
Il tribunale dei riesame non si occupa, nel suo commento, solo del Sindaco e cmq non ho idea di quali e quanti altri documenti abbiano potuto visionare, qua ci sono solo degli stralci :wink

I soggeti vanno avanti fin quando la magistratura, tardivamente, interviene, avendo già da quasi 10 anni strumenti e riscontri per bloccare il tutto.

Tu, invece, che ne dici della mia firma?
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto: Il tribunale dei riesame non si occupa, nel suo commento, solo del Sindaco e cmq non ho idea di quali e quanti altri documenti abbiano potuto visionare, qua ci sono solo degli stralci :wink

I soggeti vanno avanti fin quando la magistratura, tardivamente, interviene, avendo già da quasi 10 anni strumenti e riscontri per bloccare il tutto.

Tu, invece, che ne dici della mia firma?
Altro che stralci: di virgolettato qui c'è solo un aggettivo ("inspiegabile"), talmente importante - dato l'Organo che lo avrebbe pronunciato (il Tribunale del Riesame) e l'oggetto cui farebbe riferimento (l'archiviazione di profili di riguardo in merito a collusioni tra mafia e politica) - che avrebbe meritato ben maggiori approfondimenti; ma io mi chiedevo, funzionalmente, come valuti una eventuale esposizione in tal senso di un simile Organo?
L'operazione è del 2006, e riguarda fatti delittuosi cominciati circa nel 2001: il tempo impiegato per giungere ai primi arresti non è stato certo breve, ma tutto sommato congruo, se si considera l'ambito criminale (appalti) piuttosto delicato, i coinvolgimenti su scala nazionale (rapporti tra 'ndrangheta e camorra, probabile taglieggiamento e soggiogamento di imprese settentrionali) nonché le intersezioni investigative con altri reparti; le indagini sono iniziate con i primi appalti vinti (non mi risulta ce ne furono prima del 2001) da parte delle imprese che insospettivano (correttamente) gli investigatori, e che operavano su tutto il territorio nazionale. Un lavoro più che ben fatto, direi.

Sulla Tua firma, Ti chiedo: cos'altro potrebbe fare un Sindaco, nel momento in cui vede vincere l'appalto da un'impresa che parla veneto?
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doddi ha scritto:
Tu, invece, che ne dici della mia firma?
Penso che guardare l’ aspetto oggetto del 3D da quel solo punto di osservazione sia riduttivo ancorchè fuorviante.
Il problema non è come far fronte a qualcosa, o qualcuno, che formalmente rispetta le norme di legge (si è pressoché disarmati), ma come combattere chi attua tale sistema di “potere” nella sua interezza e complessità.
:salut
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peas! ha scritto:
doddi ha scritto: Il tribunale dei riesame non si occupa, nel suo commento, solo del Sindaco e cmq non ho idea di quali e quanti altri documenti abbiano potuto visionare, qua ci sono solo degli stralci :wink

I soggeti vanno avanti fin quando la magistratura, tardivamente, interviene, avendo già da quasi 10 anni strumenti e riscontri per bloccare il tutto.

Tu, invece, che ne dici della mia firma?
Altro che stralci: di virgolettato qui c'è solo un aggettivo ("inspiegabile"), talmente importante - dato l'Organo che lo avrebbe pronunciato (il Tribunale del Riesame) e l'oggetto cui farebbe riferimento (l'archiviazione di profili di riguardo in merito a collusioni tra mafia e politica) - che avrebbe meritato ben maggiori approfondimenti; ma io mi chiedevo, funzionalmente, come valuti una eventuale esposizione in tal senso di un simile Organo?
L'operazione è del 2006, e riguarda fatti delittuosi cominciati circa nel 2001: il tempo impiegato per giungere ai primi arresti non è stato certo breve, ma tutto sommato congruo, se si considera l'ambito criminale (appalti) piuttosto delicato, i coinvolgimenti su scala nazionale (rapporti tra 'ndrangheta e camorra, probabile taglieggiamento e soggiogamento di imprese settentrionali) nonché le intersezioni investigative con altri reparti; le indagini sono iniziate con i primi appalti vinti (non mi risulta ce ne furono prima del 2001) da parte delle imprese che insospettivano (correttamente) gli investigatori, e che operavano su tutto il territorio nazionale. Un lavoro più che ben fatto, direi.

Sulla Tua firma, Ti chiedo: cos'altro potrebbe fare un Sindaco, nel momento in cui vede vincere l'appalto da un'impresa che parla veneto?
Fatti iniziati nel 2001? :lol:

La costruzione del cedir iniziata nel 2001? :bash: :bash:

Il decreto Reggio del XXI secolo?

La mia firma non si ferma all'operato del Sindaco, in uno specifico contesto o episosio, ma oramai mi sono convito di parlare nel 'bumbulo o ai 'bumbulari, a voi la scelta.
Non c'è un tema, uno svolgimento o roba del genere.
Quando lo capirete?
Dubito possiate/vogliate farlo, troppa paura di ammainare le inutili bandierine del risiko e scendere nella realtà delle cose.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto: Fatti iniziati nel 2001? :lol:

La costruzione del cedir iniziata nel 2001? :bash: :bash:

Il decreto Reggio del XXI secolo?

La mia firma non si ferma all'operato del Sindaco, in uno specifico contesto o episosio, ma oramai mi sono convito di parlare nel 'bumbulo o ai 'bumbulari, a voi la scelta.
Non c'è un tema, uno svolgimento o roba del genere.
Quando lo capirete?
Dubito possiate/vogliate farlo, troppa paura di ammainare le inutili bandierine del risiko e scendere nella realtà delle cose.
Ho piacevolmente proseguito questo confronto, per tutto questo tempo e tutti questi post, un po' per educazione, un po' per passione dialettica, un po' per curiosità: volevo sinceramente capire dove volessi arrivare, cosa dimostrasse per Te questo articoletto, confuso ed arruffato. Che il Sindaco avesse frequentazioni pericolose? Che il Sindaco godesse di un occhio di riguardo da parte della Magistratura (credo sia stato indagato in una decina di occasioni diverse, uscendone sempre più pulito di prima, non solo per la legge, ma sopratutto agli occhi di tutti)? Che sono tutti uguali? Che quello che racconta l'articolo (un suo potenziale incontro - non si sa su cosa fondato - con un soggetto, all'epoca dei fatti non solo incensurato, ma praticamente vergine in materia di delinquenza, anche perché giovanissimo) è paragonabile al contenuto di intercettazioni, informative, pedinamenti, interrogatori, dei giorni nostri - ricordiamo che ab origine il topic trattava degli sviluppi dell'indagine Meta - ?
I primi appalti vennero vinti - per quanto questo possa scatenare la Tua ilarità - solo quando ci eravamo abbondantemente protratti nel nuovo millennio (ed infatti il primo arresto arriva solo nel 2006); prima, il Sindaco riceveva minacce ed intimidazioni per la propria intransigenza quando, stando all'articolo, con certa gente avrebbe dovuto andarci a braccetto.

NB: è da una settimana che stiamo parlando - in un topic su Meta - di un articolo pubblicato su Il Giornale solo per colpire Minniti, che 4 anni fa aveva incarichi di Governo.
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