DI PIETRO,VENDOLA E LA SINISTRA

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Di Pietro spiazza l’opposizione e attacca Vendola e Bersani: Ditemi qual è l’alternativa
A sorpresa dopo mesi di "idillio", Di Pietro sceglie il giorno della verifica parlamentare per lanciare un monito - auspicio al fronte dell'opposizione e sottolinea: L'Italia dei Valori non è un partito di sinistra.




Nel giorno in cui tutti si aspettavano il solito (classico ormai) attacco a testa bassa contro il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Antonio Di Pietro spiazza invece il fronte del centrosinistra. Infatti, nella dichiarazione di voto a margine della verifica parlamentare chiesta da Napolitano, il leader dell’Italia dei Valori ha preferito concentrarsi sugli equilibri interni all’opposizione. In realtà, fin da questa mattina, dapprima con un intervento a Rainews24 e poi con un lungo colloquio con il Cavaliere (immortalato dal telefono cellulare di un deputato e riportato da tutte le testate giornalistiche), Di Pietro aveva manifestato una certa insofferenza nei confronti degli altri leader dell’opposizione.


La foto della discordia: Di Pietro e Berlusconi a colloquio





Poi nel suo lungo discorso, dopo una parte iniziale che secondo molti analisti sembrava scritta pensando al tradizionale elettorato di centrodestra (con toni meno aggressivi e più propositivi), ecco arrivare l’affondo nei confronti del “partito di maggioranza relativa” (il Pd ovviamente) e degli altri apprendisti stregoni del centrosinistra: “Tutti mi chiedono: qual é l’alternativa? E io rispondo che non lo so ancora [...] E se il Parlamento non risponde più alle esigenze dei cittadini va detto che fino ad oggi non mi hanno mai neanche convocato per stabilire una linea comune”. Poi una (per la verità poco chiara) riflessione sul senso delle primarie che non possono indicare genericamente un “leader che parla bene ma della cui politica non sappiamo molto”, ma devono essere inserite in un “discorso più ampio” che preveda la scelta della classe dirigente ma anche delle linee programmatiche (probabilmente). Infine un’altra timida apertura “all’amico Pierluigi che ha la responsabilità di agire”, preceduta però da un passaggio chiarificatore sul fatto che l’IDV non è un partito di sinistra (“facciamo parte dei Liberaldemocratici a livello europeo).

Una uscita che senz’altro farà discutere e che però non può essere interpretata solo come un involontario assist ai berluscones, ma che ha ragioni profonde e che restituisce chiare indicazioni su quale sia la prospettiva che il leader dell’IDV intende dare al proprio movimento. Che si tratti di staccarsi dal fronte dell’antiberlusconismo radicale e rilanciarsi come forza di Governo proprio nel momento di massima “espansione” del Partito Democratico per non perdere consenso elettorale, oppure di un deciso tentativo a compattare il fronte dell’opposizione dal punto di vista programmatico, una cosa al momento è certa: le dichiarazioni del leader dell’Idv giungono in uno dei momenti più bassi della parabola politica del Cavaliere e ridaranno certamente fiato alle voci dei falchi berlusconiani.11 - 21:48 in Forex News » News »
Di Pietro attacca Bersani e Vendola e il PD lo accusa di accordi sottobanco con Berlusconi
AutoreRedazioneCategoriaForex News News


(WSI) MILANO - Nel dibattito alla Camera sulla verifica di governo, il leader dell’Idv Antonio Di Pietro attacca il governo sfidando Berlusconi a smetterla con le leggi ad personam «che la gente non vuole più» e a fare provvedimenti «seri che interessano alla gente». Ma non risparmia critiche al segretario del Pd Pierluigi Bersani e lo invita a convocare al più presto una riunione di coalizione per dar vita ad una vera alternativa: «Incontriamoci oggi stesso per parlare di leadership e di alternativa. O siamo in grado di fare questo oppure non siamo neppure degni di criminalizzare Berlusconi. Dobbiamo farci vedere uniti».

E ha lanciato un siluro anche all’indirizzo dell’altro aspirante leader Nichi Vendola. «Dobbiamo partire da una realtà: che di qui questo governo difficilmente si schioderà per i prossimi due anni, da qui dobbiamo partire. I cittadini hanno già mandato a dire che non condividono la politica dell’illusione, ma qual è il nostro programma, qual è la nostra coalizione, qual è il nostro modo di scegliere la leadership? È questo il nostro punto di crisi».

BOTTA E RISPOSTA - Il leader del Pd Pierluigi Bersani dopo qualche ora ha rilanciato: «È ora di liberare le energie nuove di questo paese, e ce ne sono tante come abbiamo visto alle amministrative. L’alternativa sta lì. E di riunioni ne faremo quante ne vorremo». Di Pietro non ha perso tempo: «Allora passiamo dalle parole ai fatti».





COSTRUIRE L’ALTERNATIVA - Di Pietro, che durante la sospensione della seduta ha avuto un colloquio in Aula con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, non ha usato contro il premier e il governo i toni duri che in passato avevano caratterizzato i suoi interventi, ma ha insistito molto sulla necessità di costruire un’alternativa, sollecitando in questo senso il Pd: «L’opposizione - ha sottolineato l’ex pm - ha il dovere di proporre un’alternativa. E allora, amico Luigi, amico Bersani, comincia tu, perché a te spetta il dovere, l’onore e l’onere di convocarci».

E ha proseguito: «Ho sentito l’onorevole Martino quando diceva "voi cosa offrite in alternativa": bene, io lo devo dire qui davanti a tutti pubblicamente: non lo so, non lo so, perché non ho ancora avuto una riunione con gli altri leader dei partiti di opposizione. Non lo so. E qui lo chiedo pubblicamente davanti al Paese: se c’è un partito di maggioranza relativa ha il dovere oggi di convocarci per vedere cosa vuole fare, non può aspettare ancora un minuto».

NESSUN VOTO AL BUIO - Antonio Di Pietro ha sottolineato riferendosi alle primarie: «Io non me la sento di votare un leader senza sapere per fare che cosa, dove mi porta, perché non me la sento di portare il Paese verso un oscuro premier che magari parla bene, affabula tanto, ma che poi in concreto non so se ha in capo un mondo liberale».

SILENZIO - Dai banchi del Pd ad un silenzio di imbarazzo iniziale è seguito un mormorio sempre più netto: qualcuno ha anche gridato a Di Pietro: «Hai fatto l’accordo con Berlusconi?», riferendosi probabilmente al lungo colloquio che il leader dell’Idv e il presidente del Consiglio hanno avuto in aula subito prima che iniziasse il dibattito conclusivo sulla verifica.

Fonte: Wall Street Italia

INTERNI
Di Pietro non piace più alla sinistra, e allora riguarda a destra

LUCA SCIALO'
YOUNIVERSAL



25 giugno 2011
Persi i voti spostatisi verso Grillo e Vendola, il leader Idv riammicca l’elettorato di destra che non si rivede in Berlusconi. Anzi, pure quello democristiano…

A circa 13 anni dalla sua nascita, l’Italia dei valori non riesce ad andare oltre il suo padre-fondatore Antonio Di Pietro. Lo stesso Congresso dello scorso anno ha denotato questa pecca, poiché l’ex Pm è stato l’unico candidato Presidente; l’alternativa di Francesco Barbato è stata di fatto palesemente solo “di facciata”. Nonostante ciò, il partito è giunto alle elezioni europee del 2009 all’8%, confermandosi con una leggera flessione alle regionali del 2010, superando il 7% dei consensi. Decisivo l’appoggio dei seguaci di Grillo, i quali prima che il loro leader Maximo fondasse un partito, nutrivano grandi simpatie per il partito di Tonino, confluendovi gran parte delle loro preferenze. Come vi confluivano gli elettori della sinistra massimalista, prima che Vendola, uscito da Rifondazione comunista, cominciasse la propria ascesa. Infine, anche il Partito democratico si è ripreso una parte di voti scippati dal partito di Di Pietro Ma tolti i voti dei grillini e di una parte dell’elettorato della sinistra, l’Italia dei valori ha cominciato a svuotarsi; arrivando al 4% delle scorse comunali. Una debacle limitata dall’exploit di De Magistris a Napoli, dove il partito ha superato l’8%. Forse, proprio in virtù di questo crollo d’appeal verso gli elettori di sinistra, Di Pietro sta cercando di cambiare la rotta del proprio partito, portandolo gradualmente verso il centro. Cercando altresì di intercettare anche i voti in uscita da destra (come ha egli stesso dichiarato venerdì a La Stampa). Ma questa strategia del “né carne né pesce”, non solo non porta nuovi voti al partito, ma sta creando anche una disaffezione nel “nocciolo duro” dell’elettorato. Quelli che stimano, amano e tifano per l’eroe di Mani pulite.

POLITICIZZIAMO I REFERENDUM, ANZI NO… Oltre ai giusti quesiti che il recente Referendum poneva, Di Pietro ne aggiunse un altro, per dare loro un tono più deciso e ammiccante. Trasformarli nella spallata decisiva al Governo all’indomani della dura sconfitta di Pdl e Lega alle amministrative. E così, l’ex Pm è andato nelle varie piazze d’Italia e in tv ad invogliare gli elettori italiani a votare Sì, per mandare a casa Berlusconi e co.. Insomma, ha politicizzato all’ennesima potenza il Referendum. Quando poi ha vinto il Sì, cosa ha fatto il buon Tonino? Dire che non bisognava politicizzarli, rimproverando perfino Bersani che aveva invitato il Governo a dimettersi.



LA CONCORRENZA DI GRILLO E VENDOLA – Avendo dimezzato i propri voti nel giro di due anni, tornando ai consensi del 2008 (ossia del 4%), Di Pietro sta cercando voti tra gli elettori di destra e i moderati. In fondo l’ex Pm, nei primi anni di attivismo politico, ha acquisito proprio i consensi di quanti non si vedevano nella destra costruita da Berlusconi. Fino ala fine del secondo Governo Prodi, l’Italia dei valori ha incentrato il proprio manifesto politico sulla legalità e il rigore giudiziario. Con la sua caduta e con l’uscita in Parlamento della sinistra massimalista e di quella ecologista, il leader Idv ha ben pensato di ammiccare l’elettorato di quella parte politica, ponendo la solita opposizione “dura e pura” ma condendo i propri discorsi da vero leader delle sinistre. Con ottimi risultati. Importante, come già menzionato, anche la collaborazione con Beppe Grillo in diverse battaglie, che gli sono valse le simpatie dei sempre più numerosi grillini. Ecco giunti all’8%. Poi qualcosa è cambiato. Come già detto, Grillo e Vendola hanno formato due nuovi partiti, mentre il Pd ha fatto registrare una ripresa. E dunque occorre accaparrarseli altrove.
E ALLORA SI TORNA ALLE ORIGINI… Di qui l’intervento di alcuni giorni fa in Parlamento, nel quale ha specificato che l’opposizione non è solo “sinistra”. Ha parlato bene anche di destra sociale, affermando che l’Idv ingloba anche quei valori (ricordando forse gli inizi dell’Idv). Ha poi ribadito il proprio collocamento nell’europarlamento tra le file dei liberaldemocratici.
Infine, ha rispolverato le sue origini contadine e democristiane. La chiosa di quella “giornata particolare” in Parlamento è stata il famoso colloquio con Berlusconi. Il che non deve far cascare nella troppo facile idea dell’inciucio, ma è sicuramente un segnale della moderazione degli atteggiamenti dell’ex Pm; il quale un tempo non lontano dipingeva il Cavaliere come il Diavolo.



GLI RESTERANNO SOLO I FAN DI “MANI PULITE”? – Come occorre chiamarlo? Opportunismo? Strategia politica che si rinnova a fronte del crollo dei consensi? Alzheimer? Chissà. Ciò che è certo è che il centro-sinistra non si smentisce mai, e dopo aver vinto le amministrative, ha finito per dividersi nuovamente. Quanto a Di Pietro, non solo ha perso i voti a sinistra, ma appare anche poco credibile a destra. Rischiando pure di perdere, come dicevo nell’incipit, anche i voti del proprio “nocciolo duro”. Tornando a quel 2% delle origini, costituito solo da chi ricorda con nostalgia Mani pulite.
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... -destra/2/








LEADERSHIP
Tonino pane e vino
Di Pietro vira al centro, attacca Sel e pensa alle primarie.

«No alle primarie per candidati alla Vendola», così Antonio Di Pietro si è rivolto al Pd il 25 giugno dalla sua Montenero di Bisaccia. L'ex pm ha chiesto al partito di Pier Luigi Bersani di individuare prima il programma e la coalizione, per poi scegliere il candidato che la guiderà.
«In questo caso», ha detto Di Pietro, «parteciperemo con un nostro candidato, altrimenti facciamo le primarie per candidati alla Vendola, e questo non aiuta».
VENDOLA NON SI PREOCCUPA. Sassolini dalla scarpa che Di Pietro è sembrato volersi togliere riferendosi soprattutto a Vendola, il quale proprio la mattina in cui il leader dell'Idv ha lanciato la sua proposta, ha rilascito un'intervista sul Manifesto: «Sbaglia Di Pietro ad attaccare Bersani e me, e a chiedere una convocazione politicistica di leader per scrivere un programma nelle stanze chiuse. È l'opposto del messaggio che ci viene dal referendum. Costruiamo momenti anche simbolici in cui ascoltiamo dalla nostra piazza i punti dell'agenda», è questo il pensiero del leader di Sel.
Dal canto suo il leader di Sel e governatore della Puglia non è sembrato comunque preoccupato dall'eventualità che l'ex pm possa candidarsi alle primarie del centrosinistra. «Le primarie» ha detto Vendola nel corso della registrazione dell'intervista di Maria Latella, in onda domenica su SkyTg24, «come un'occasione pubblica per parlare delle questioni reali dell'Italia e del suo futuro, possono essere una bella gara, piuttosto che una competizione cattiva, per questo non sono preoccupato se Di Pietro mi toglierà voti».
Sabato, 25 Giugno 2011

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mohammed
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a destra invece cé un idillio... :roll:
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mohammed ha scritto:a destra invece cé un idillio... :roll:
ma quando mai... :D
ma qui dell'idillio della destra se ne parla sempre... :mrgreen:
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Tonino si è montato la testa.
UnVeroTifoso
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Non è sempre facile capire che cosa vuole dire esattamente Tonino Di Pietro. Tentando la traduzione dall’italiano all’italiano, diciamo che è toccato a lui, dopo la felice parentesi del voto amministrativo e del referendum, riportarci alla realtà di sempre. E la realtà di sempre è che la politica la fanno i politici, disponendo dei nostri voti come gli pare più opportuno, usandoli per litigare o per riaffermare una leadership o per ammonire un rivale (Vendola) anche quando nemmeno uno di quei voti gli era stato dato per quei fini.

È durata poco l’illusione che un elettorato vasto e unito, molto poco interessato alle beghe di partito, fosse davvero riuscito a “dettare l’agenda” al centrosinistra, e dunque, in primo luogo, a mettere in guardia i suoi leader sull’insopportabile propensione alle meschinità di bottega. Di Pietro ha chiuso la pagina delle illusioni e riaperto quelle delle certezze. Litigheranno, così come hanno sempre litigato. Dimenticheranno di avere vinto i referendum per merito quasi esclusivo dei comitati per l’acqua pubblica (oscuri, valorosi cittadini).

Dimenticheranno di avere vinto le amministrative perché (quasi per puro caso) le loro liti sono state messe in second’ordine da candidati di valore e da un vero e proprio moto popolare. Di Pietro ha il merito di averci evitato un’illusione troppo duratura.

Michele Serra

Da La Repubblica del 26/06/2011.
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
reggino
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UnVeroTifoso ha scritto:Non è sempre facile capire che cosa vuole dire esattamente Tonino Di Pietro. Tentando la traduzione dall’italiano all’italiano, diciamo che è toccato a lui, dopo la felice parentesi del voto amministrativo e del referendum, riportarci alla realtà di sempre. E la realtà di sempre è che la politica la fanno i politici, disponendo dei nostri voti come gli pare più opportuno, usandoli per litigare o per riaffermare una leadership o per ammonire un rivale (Vendola) anche quando nemmeno uno di quei voti gli era stato dato per quei fini.

È durata poco l’illusione che un elettorato vasto e unito, molto poco interessato alle beghe di partito, fosse davvero riuscito a “dettare l’agenda” al centrosinistra, e dunque, in primo luogo, a mettere in guardia i suoi leader sull’insopportabile propensione alle meschinità di bottega. Di Pietro ha chiuso la pagina delle illusioni e riaperto quelle delle certezze. Litigheranno, così come hanno sempre litigato. Dimenticheranno di avere vinto i referendum per merito quasi esclusivo dei comitati per l’acqua pubblica (oscuri, valorosi cittadini).
Dimenticheranno di avere vinto le amministrative perché (quasi per puro caso) le loro liti sono state messe in second’ordine da candidati di valore e da un vero e proprio moto popolare. Di Pietro ha il merito di averci evitato un’illusione troppo duratura.

Michele Serra

Da La Repubblica del 26/06/2011.
I comitati hanno fatto la loro parte,ma una GROSSA parte l'ha fatta anche l'idv,che ha contribuito enormemente sia suoi referendum sull'acqua,che su quelli del legittimo impedimento che del nucleare.Di Pietro,ha questo grande merito,e nessuno deve metterlo in discussione.Sul fatto che Tonino abbia sfidato il pd a creare una coalizione seria- una volta Bersani vuole allearsi col terzo polo,una volta con la lega,domani vorrà fare la grande ammucchiata con fn e fiammatricolore-con l'intento di creare un programma di governo,e poi fare le primarie,non ci vedo nulla di male,anzi le sue pretese sono comprensibili,consivisibili,e leggittime.Ma siccome il pd,non ha un programma,non ha idee,non sa come muoversi,molto probabilmente non è intenzionato neanche a fare le primarie,e quindi le parole di Di Pietro,non vengono recepite, come dovrebbero,dagli interessati,anzi in molti se la sono anche presa per le affermazioni fatte dal leader dell'idv in parlamento.Berlusconi è finito,come i suoi alleati,tutto è nelle mani del csx,io mi auguro che ci siano le primarie,e per il futuro della coalizione spero che a vincerle sia una persona equilibrata che sa mantenere coesa la coalizione,fino a ieri si faceva il nome di come possibile candidata alle primarie della De Gregorio,per me ha le qualità adatte per creare sia maggiore compattezza nel csx,sia per dare credibilità allo stesso,sia per governare.
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Paolo_Padano
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nei sondaggi di oggi, di pietro e berlusconi dopo lo strofinamento a montecitorio hanno guadagnato qualche cosa, il pd rimane in testa, è il 15% il fronte degli indecisi ed il 25% che votano scheda bianca insieme compongono un partito da maggioranza relativa -
il governo è nelle mani della lega che a sua volta gestisce tremonti, il pdl è in forte fibrillazione, vedi il clamoroso caso del sottosegretario di tremonti che gli da dell'ubriaco, mentre continua l'altarino della piazza del sesso compiacente dell'altra italia allegra e senza problemi di berlusconi, lele mora (dalle patrie galere), la minetti e fede. Ogni tanto il cavaliere diventa lucido ed abbozza qualche cosa mentre il cappio al collo si fa sempre minaccioso carissimi colleghi forumini. Sempre a maronna mu 'ndi varda :salut
Lillu Fotti: "aundi ioca Spread cu cattu si mu rununu a paremetru zeru"
Lillu Foti: "non bogghiu 'nchinari poi mi rinnu chi vonnnu a squatra mi 'ndi sarbamu"
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