I devastatori all'EXPO

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onlyamaranto
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"Vi odio figli di papà con la MasterCard che sfasciate i sogni dei poveri Cristi"

di LUCIANO TRIBISONDA

Eccoli qui, sono tornati, i rivoluzionari del XXI secolo, i figli di papà con la Mastercard.

Incappucciati, orgogliosi della propria violenza radono al suolo vie, sfasciano vetrine, inveiscono contro il potere costituito.

Fieri del proprio agire si siederanno in un bar del centro questa sera, sorseggiando il loro aperitivo si crogioleranno guardando le foto, nel loro smartphone ultimo modello regalato dalla nonnina, di quelle banche che hanno bruciato e di quelle attività commerciali che non potranno riaprire domani.

A voi non va il mio rispetto, a voi va la mia commiserazione perché, mentre domani leggeremo i pomposi quotidiani che in prima pagina parleranno del vostro agire, un povero Cristo dovrà rimboccarsi le maniche alle 5 di mattina, mentre voi dormirete coccolati dalle vostre coperte di lino, per mettere a nuovo quella frutteria, simbolo del capitalismo che voi avete sfasciato.

Poveri idioti, inetti come pochi rovinate il senso del manifestare, cambiate totalmente con le vostre molotov saggiamente confezionate il pensiero comune su ciò che è giusto o sbagliato.

Non giudico il significato dell’Expo, qui non parlerò di Giuliani o dell’agire delle forze dell’ordine che voi volete marchiati con un numero di serie, mentre siete primi a lanciare pietre e calci.

Questo articolo è per te Teresa, giovane studentessa lavoratrice che hai comprato quella macchina di seconda mano finita arrosto insieme ai tuoi sogni.

Questo articolo è per te Gianni, operaio cassintegrato la quale unica colpa è il voler dare pane e futuro ai propri figli.

Questo articolo è per te Francesca, giovane volontaria, che credi con tutte le tue forze al significato della parola “donare”.

Questo articolo è per coloro che domani mattina dovranno svegliarsi e pensare al lavoro, il lavoro per il quale oggi, primo Maggio, si festeggia, in questa festa vuota come è vuota la speranza.

Questo articolo è per te Andrea, giovane poliziotto chiamato ad affrontare questo esercito di viziati e che forse tornerai a casa, quella casa comprata con un mutuo ventennale grazie a quel misero stipendio dato a voi sentinelle dello stato.

Questo articolo è per te Valentina, insegnante precaria presa a calci dal sistema che attendi con le lacrime agli occhi la prossima breve quanto impossibile supplenza.

Questo articolo è dedicato a voi, veri figli di Italia, questo articolo è dedicato a voi che credete ancora alla parola sacrificio, a voi figli di Italia dimenticati dalla politica che non è mai stata, ahimè al servizio del bene comune.

Quei politici, piccole e silenti anime vendute al migliore offerente, che domani si ergeranno come garanti della legalità parlando dai salotti televisivi.

Già mi sembra di sentirvi accusarvi tra di voi, incapaci tra gli incapaci, mentre intorno al vostro palazzo c’è il deserto, mentre ai poveri figli di Italia trasformata da voi in bordello è stata rubata la dignità, non gli è stato dato quello che gli spetta, pane e speranza, la sicurezza di arrivare a domani.

Quando leggerete queste parole, se mai le leggerete, ricordate i vostri fallimenti, ricordatevi di tutti quei figli dovuti andare via, marchio indelebile della vostra inutilità.

Quando leggerete queste parole, dettate dal più profondo disprezzo, ricordate quello che avreste potuto fare e non è stato fatto.

Il mio desiderio, invece, da piccolo quanto inutile cantastorie è che ci sia di nuovo speranza e che Teresa, Giovanni, Francesca, Andrea e Valentina possano ritornare a sorridere, possano avere ancora il coraggio di dire la parola “domani”.

Il mio desiderio, da piccolo quanto inutile cantastorie è che ci sia ancora la forza di desiderare… è inutile infatti pensare alla fine se si ha il coraggio di ricominciare.

A voi veri figli di Italia, in questo inutile primo di Maggio, sono dedicate le mie parole.


http://www.zoomsud.it/index.php/cultura ... risti.html


Inutile dire che concordo in pieno con questi concetti, aggiungo solo una parola, però bella grande

BASTARDI

"...e qualcosa rimane
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chicugino
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concordo,
spero che prendano una marea di calci in culo nella loro vita
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Mave
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bell'articolo...simbolo di questi idioti è lo scemo intervistato da tgcom ieri che oggi da repubblica ritratta tutto, consigliato forse dall'avvocato del papi...ci vorrebbero più mamme come quella di Baltimora che ha preso a schiaffi il figlio incappucciato

ma in fondo ci vorrebbe più coraggio, coraggio dello stato nel varare e applicare pene esemplari, ma coraggio anche in chi manifesta pacificamente ad isolare questo manipolo di vandali in tutti i modi e senza permettergli di infiltrarsi, uscire fuori e ri-infiltrarsi a proprio piacimento
suonatore Jones

Articolo interessante.
Luciano Tribisonda, però, si è scordato alcune regole del buon giornalista:

Ha scritto il pezzo avendo sottomano i conti correnti dei tizi che odia, o parla per mero populismo?
(le fonti, Luciano, non sono un giornale che mostra un orologio e lo chiama rolex).
Ha visto i violenti al bar a bere? e perché non li ha denunciati?
Scrivere un pezzo propugnando l'odio, è così diverso?
Che opinione ha della rivoluzione francese, dei moti di Reggio, della partigianeria?
(anche lì la maggiornanza condannava la violenza, pare).
Che opinione ha delle vicende in cui al posto dei danni alle cose ci sono danni (irreparabili) alle persone?

Insomma, la violenza è sempre condannabile o ci sono casi in cui è giustificabile? quali sono quei casi?


È facile fare il populista demagogo, cavalcando l'onda e nominando Gianni, Teresa, Francesca, nomi di fantasia per storie inventate.
È facile prendersela con i politici, adesso.
Alla fine, dedica l'articolo ai succitati Gianni, Francesca, Teresa.
Ma qual è l'articolo?
Cosa vuole dire? che odiare scrivendo invenzioni su un sito fa meno danni che bruciare auto e spaccare vetrine?
Che i manifestanti cattivi sono sempre da demonizzare indipendentemente dalle loro posizioni?

La mia, di commiserazione, va a lui. Che prima o poi, spero, imparerà a scrivere articoli.
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Mave
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non capisco la tua posizione in merito suonatore...è violenza da giustificare secondo te?
suonatore Jones

Mave ha scritto:non capisco la tua posizione in merito suonatore...è violenza da giustificare secondo te?
Sulla violenza, passo. Non ho elementi per avere un giudizio. Solitamente sono contro, ma non dimentico che tutta la storia è stata fatta dalla violenza. Ogni diritto è stato acquisito grazie ad essa. Demonizzarla è come demonizzare la Storia.
Non era alla violenza che pensavo, comnunque, ma al modo di fare giornalismo. Liquidare ogni protesta come "fatta da figli di papà", "rivoluzionari con la mastercard" e tutta la pletora di definizioni che ogni volta vengono scritte uguali, non è un modo adulto di parlare dei problemi.
Il giornalista dice che andranno a bere con la mastercard di papà? Bene, voglio le prove.
Altrimenti è fuffa, ed è un articolo volto solo a non parlare del problema Expo e a invitare i lettori a non pensarci.
Perché l'Expo è un'occasione, ma anche un problema. Parliamo dei lavoratori sfruttati, per esempio? NO. Parliamo delle macchine distrutte, tanto i lavoratori li sfruttano sempre.

Da qui a giustificare la violenza, ne passa (dico io). Peraltro, io non ho mai giustificato nemmeno i moti di Reggio, che guai a toccarli qui dentro. Anche lì c'era violenza, eh. E quella per cosa? per Reggio capoluogo. E oggi, 45 anni dopo, devo sentire la gente dire che quella è stata la causa della rovina di Reggio.
Una città dove la gente non butta le carte nei cestini, ma le incastra in mezzo alle siepi della via marina! :surprice:

E c'è violenza anche nei discorsi di Salvini, in quelli dei pro-life, in quelli dei no-gay. La nostra società è così violenta che, a volte, qualcuno non la sopporta e si suicida.
Ecco, lì nessuno si indigna contro chi lo ha spinto (più o meno letteralmente) ad ammazzarsi.
Qui dentro, quando è stato picchiato un gay in quanto tale, il genio di turno scrisse "eh, ma avete visto le foto? era tutto imbellettato, come a voler sfidare la società".
Ieri sono state distrutte COSE. Ok, gravissimo, ma parliamo pur sempre di COSE. OGGETTI.
Roba che Maroni ha detto che stanzierà 1,5 milioni di euro per ripagare. Ora, dico io, se organizzi l'expo, un paio di milioni (rispetto alle centinaia spesi) per eventuali danni, io li metterei nel budget. E penso anche gli organizzatori.

Bisognerebbe imparare a distinguere la vita delle persone da quella delle cose, all'inizio. Ad esempio col vecchio trucco del pizzicotto: se c'è una reazione al pizzicotto, non stai parlando ad un oggetto.
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Mave
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suonatore Jones ha scritto:
Mave ha scritto:non capisco la tua posizione in merito suonatore...è violenza da giustificare secondo te?
Sulla violenza, passo. Non ho elementi per avere un giudizio. Solitamente sono contro, ma non dimentico che tutta la storia è stata fatta dalla violenza. Ogni diritto è stato acquisito grazie ad essa. Demonizzarla è come demonizzare la Storia.
Non era alla violenza che pensavo, comnunque, ma al modo di fare giornalismo. Liquidare ogni protesta come "fatta da figli di papà", "rivoluzionari con la mastercard" e tutta la pletora di definizioni che ogni volta vengono scritte uguali, non è un modo adulto di parlare dei problemi.
Il giornalista dice che andranno a bere con la mastercard di papà? Bene, voglio le prove.
Altrimenti è fuffa, ed è un articolo volto solo a non parlare del problema Expo e a invitare i lettori a non pensarci.
Perché l'Expo è un'occasione, ma anche un problema. Parliamo dei lavoratori sfruttati, per esempio? NO. Parliamo delle macchine distrutte, tanto i lavoratori li sfruttano sempre.

Da qui a giustificare la violenza, ne passa (dico io). Peraltro, io non ho mai giustificato nemmeno i moti di Reggio, che guai a toccarli qui dentro. Anche lì c'era violenza, eh. E quella per cosa? per Reggio capoluogo. E oggi, 45 anni dopo, devo sentire la gente dire che quella è stata la causa della rovina di Reggio.
Una città dove la gente non butta le carte nei cestini, ma le incastra in mezzo alle siepi della via marina! :surprice:

E c'è violenza anche nei discorsi di Salvini, in quelli dei pro-life, in quelli dei no-gay. La nostra società è così violenta che, a volte, qualcuno non la sopporta e si suicida.
Ecco, lì nessuno si indigna contro chi lo ha spinto (più o meno letteralmente) ad ammazzarsi.
Qui dentro, quando è stato picchiato un gay in quanto tale, il genio di turno scrisse "eh, ma avete visto le foto? era tutto imbellettato, come a voler sfidare la società".
Ieri sono state distrutte COSE. Ok, gravissimo, ma parliamo pur sempre di COSE. OGGETTI.
Roba che Maroni ha detto che stanzierà 1,5 milioni di euro per ripagare. Ora, dico io, se organizzi l'expo, un paio di milioni (rispetto alle centinaia spesi) per eventuali danni, io li metterei nel budget. E penso anche gli organizzatori.

Bisognerebbe imparare a distinguere la vita delle persone da quella delle cose, all'inizio. Ad esempio col vecchio trucco del pizzicotto: se c'è una reazione al pizzicotto, non stai parlando ad un oggetto.
minchia se ce ne sono elementi per giudicare la violenza, o macchine bruciate, cestini divelti e vetrine rotte e imbrattate non contano?
non credo sia questo il caso di violenza con un fine dato che questi spaccano qualunque cosa e alla fine si nascondono dietro quelle frasi "no capitalism" o altro

io dico oggi si parla di 1000 idioti perché 1000 idioti hanno fatto danni a Milano, gli altri temi che citi vanno trattati ma non e colpa del giornalista di turno se oggi si deve parlare dei black block...non discuto sul tuo giudizio sul giornalista condivisibile o meno
suonatore Jones

Mave ha scritto: minchia se ce ne sono elementi per giudicare la violenza, o macchine bruciate, cestini divelti e vetrine rotte e imbrattate non contano?
non credo sia questo il caso di violenza con un fine dato che questi spaccano qualunque cosa e alla fine si nascondono dietro quelle frasi "no capitalism" o altro

io dico oggi si parla di 1000 idioti perché 1000 idioti hanno fatto danni a Milano, gli altri temi che citi vanno trattati ma non e colpa del giornalista di turno se oggi si deve parlare dei black block...non discuto sul tuo giudizio sul giornalista condivisibile o meno
Non mi sono spiegato. Quella di Milano è stata violenza. Non ho elementi per giudicarne la portata, quanto inciderà nel futuro, a cosa porterà, chi sono i buoni e chi i cattivi.

I giacobini erano i cattivi, nel '700 francese, ma oggi sono considerati eroi. Stesso dicasi per i partigiani. Quindi oggi non possiamo capire quello che sta accadendo.

Il giornalista, al posto di fare una riflessione del genere, li bolla tutti e 1000 (500, 700, 100, 10 o quanto erano) come figli di papà. Dimmi tu se questo è tollerabile.
Senza fonti, senza sapere niente, li bolla come figli di papà con mastercard.
Se questo è giornalismo...
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Mave
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io li bollerei tutti con altri termini meno delicati, comunque posso concordare che sia una generalizzazione anche se di figli di papà ce n'erano e la cosa fa ridere visto ciò contro cui "combattono"
li ha definiti così anche Renzi comunque :lol:
suonatore Jones

Mave ha scritto:io li bollerei tutti con altri termini meno delicati, comunque posso concordare che sia una generalizzazione anche se di figli di papà ce n'erano e la cosa fa ridere visto ciò contro cui "combattono"
li ha definiti così anche Renzi comunque :lol:
San Francesco era un figlio di papà che ha combattuto contro lo status quo da cui proveniva, anche con gesti eclatanti. Eppure lui è mitizzato per questo.
Ad oggi, l'unico elemento che può fare pensare ci fossero figli di papà è un rolex, o presunto tale, in una foto, o presunta tale. Orologio che può essere una copia, può essere rubato, può essere effettivamente un oggetto posseduto dalla manifestante.
Renzi può dire quello che vuole, così definendoli ha solo fatto quello che fanno i Salvini e i giornalai: parlare per stereotipi.
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Regmi
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E fu così che rispondemmo al riflesso condizionato dai prezzolati media a cui non par vero di farci dimenticare in fretta e furia
tutte le ruberie che hanno interessato l’expo e gli scandali della premiata ditta Formigoni Bossi & Family.
Riflesso che inevitabilmente porta la discussione nell’alveo della divisione tra chi
- “ ci vuole il manganello” e chi sente la necessità di giustificare o non condannare la “coglioneria bimbominchiesta”
tra chi porta ad esempio il caso della mamma americana e chi non sente il bisogno di spendere una parola per la mamma del poliziotto picchiato brutalmente -
ma funzionale alla campagna elettorale di gentaglia che si spaccia per nuova quando, in effetti, ad essere originali sono solo le felpe indossate.
Discussioni, interviste e articoli in cui la demagogia, il populismo e la retorica la fanno da padrone e dove anche le affermazioni e i verbi rimangono sempre uguali a se stessi.
Inconcludente tifo da stadio, più o meno urlato, a cui siamo stati ormai inesorabilmente indottrinati.
E mentre loro potranno continuare a fare i loro sporchi affari, noi domattina avremo già dimenticato. Stiamo ancora troppo bene per porci dei perché.
... e all’occorrenza avremo sempre l’ultimo modello di Smart, magari comprato con i soldi di papà, che ci potrà venire in soccorso.
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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suonatore Jones ha scritto:
San Francesco era un figlio di papà che ha combattuto contro lo status quo da cui proveniva, anche con gesti eclatanti. Eppure lui è mitizzato per questo.
Ad oggi, l'unico elemento che può fare pensare ci fossero figli di papà è un rolex, o presunto tale, in una foto, o presunta tale. Orologio che può essere una copia, può essere rubato, può essere effettivamente un oggetto posseduto dalla manifestante.
Renzi può dire quello che vuole, così definendoli ha solo fatto quello che fanno i Salvini e i giornalai: parlare per stereotipi.
Stavolta, ammetto con forte imbarazzo, non sono d'accordo con te.
Imabarazzo non per il tema trattato o per la posizione che assumerò ma, strano ma vero, solamente per il fatto che il mio intervento sarà in contrasto rispetto al tuo.
I black bloc o contestattori (non è un errore di battituta, è un neologismo) ovvero gli interpreti h24 della "protesta" a prescindere, mi spiace confessarlo, mi stanno profondamente sulle scatole.
Li detesto perchè con il loro agire non fanno altro che portare acqua al mulino dei reazionari e li odio perchè, solamente grazie a loro, non è più possibile in questo, come del resto in altri Paesi,
nemmeno tentare di abbozzare un ragionamento su ciò che è la globalizzazione, sul prezzo che ognuno di noi, volente o nolente, è costretto a pagare e sull'inadeguatezza di tutte le classi dirigenti nella gestione della res publica.
Expò 2015 non era il G8 di genovese memoria, il suo claim non era e non è la ricerca di un "ordine generale" ma la richiesta d'attenzione sul cibo e, contemporaneamente, più o meno incidentalmente, la pretesa di porre uno sguardo più attento e consapevole sulle risorse del Pianeta.
Il corteo, autorizzatissimo e quindi perfettamente in linea con i principi di legalità nei quali mi piace rappresentarmi, voleva spostare l'attenzione sull'uso, più o meno indiscriminato degli OGM ma,
per colpa ESCLUSIVA dei contestattori in tournè, si è diluito nel solito pastrocchio dove il buonsenso sparisce e viene sostituito da uno sterile dibattito su chi ha ragione o torto, su chi ha diritto di protestare a prescindere e su chi,
per ragione o fazione, decide l'agenda comunicazionale.
L'inagurazione dell'esposizione di Milano poteva e doveva essere un formidabile strumento per organizzare una critica ragionata e ragionevole sulle risorse, sulla loro distribuzione e, perchè no, sul fatto che mentre metà del Pianeta soffre la fame, l'altra metà si permette il lusso di sprecare il 60% del cibo prodotto.
I black bloc, con il loro "rutta pi rutta rumpimula tutta" hanno impedito che il corteo autorizzato ponesse all'attenzione dei milanesi e di tutti gli altri, un tema come quello degli organismi geneticamente modificati e della sperequazione distribuitiva delle risorse (temi nobili) per farlo virare verso una deriva reazionaria dove la violenza (argomento super volgare) assume importanza primaria.
Il dibattito è su chi vanta argomentazioni vetero massimaliste e su chi, giocando di sponda, mette il cappello su un improbabile revanche rivoluzionaria che, con expo non c'entra un benemerito.
La violenza, suonatore Jones, se non prodromica di un reale cambiamento o di un tentativo almeno in quella direzione,
cosa che si ottiene ragionando e non spaccando qualche vetrina,
è, squallidamente, fine a se stessa e, più che risolvere qualche problema personale di ricerca di un qualche ruolo nella storyboard del nostro quotidiano, non ottiene altro se non la stabilizzazione del sistema vigente o imperante se preferisci.
Quando i movimentisti otterranno un qualche risultato diverso da quello di far rabbrividire e indignare, sarò il primo a cospargermi il capo di cenere.
Aspettando quel giorno e rimuginando sull'ennesima occasione fatta mancare, mi torna in mente Giorgio Gaber:
Una brutta giornata
chiuso in casa a pensare
una vita sprecata
non c'è niente da fare
non c'è via di scampo
mah, quasi quasi mi faccio uno shampoo.
:salut
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Suonatore hai scritto cose molto condivisibili, ad esempio che tutte le rivoluzioni contengono in sé una violenza in qualche modo inevitabile, giustamente tu citi la Rivoluzione francese, la Resistenza al nazifascismo, penso anche alle rivoluzioni sudamericane, insomma le rivoluzioni si fanno abbattendo muri, non certo nei salotti chiedendo anche scusa,
questo è verissimo.
Però io vedo una differenza abissale con quello che è successo a Milano: dietro quelle rivolte e rivoluzioni c'era il popolo,
qui ci sono state poche decine di persone che hanno spaccato tutto e invece il popolo era assente, non solo, il popolo è stato presentissimo l'indomani a ripulire tutto.
Stessa cosa per il periodo del terrorismo, omicidi a go go, proclami altisonanti che inneggiavano ai proletari uniti che dovevano conquistare il potere, e invece il popolo era contro di loro, e inesorabilmente quella stagione di lutti e di tragedie finì, come finiscono tutti i movimenti o presunti tali che non hanno un seguito, una base popolare su cui fondare, perché no, anche episodi violenti.
Quella di Milano la vedo come una violenza "presuntuosa", inutile perché colpisce l'autovettura di chi magari la sta pagando a rate, il negozio di chi butta sangue a sbarcare il lunario,
dannosa infine perché va ad irrobustire chi gli stessi blackblok vorrebbero colpire.
Perché invece di incendiare macchine di chi si fa il mazzo tanto oppure di bastonare il poliziotto non vanno a piantare due tende davanti al Parlamento, non lanciano uova contro i parlamentari e i ministri mano a mano che entrano nei palazzi,
non si sdraiano davanti al portone di Palazzo Chigi, non inchiodano con le travi le porte delle sedi di partiti,
ecco questa per me sarebbe una "violenza" condivisibile e utile.
Poi, per favore, smettiamola di usare i termini qualunquismo, demagogia, parlare per slogan e via di questo passo,
non è che chi esprime idee (almeno parlo per me) deve porsi il problema o avere il timore di essere qualunquista.
Ma qualunquista di cosa? di pensare che queste violenze siano inutili, dannose, criminali, e totalmente prive di un pur minimo effetto sul decorso di ciò che si vorrebbe combattere?

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pienamente d'accordo con Aqua e only :salut
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APOLOGIA DI UN PIRLA http://www.infoaut.org/index.php/blog/p ... i-un-pirla

Negli ultimi due giorni è diventato virale sui Social Network il video dell'intervista di un giornalista di Tgcom24 ad un ragazzo che stava partecipando al corteo contro EXPO e il modello produttivo da esso incarnato in cui il giovane, evidentemente sorpreso di dover parlare davanti a dei microfoni, esprime in maniera confusa le emozioni provate durante gli scontri appena conclusi.

La storia è ormai arcinota, a riprova della capacità della macchina mediatica di prendere un aneddoto insignificante per farne il cardine di una narrazione tutta funzionale alla gossipizzazione di ogni genere di scontro. Potremmo addirittura prendere come indicatore dell'incompatibilità di certe forme di piazza l'attivarsi puntuale della macchina delle "immagini simbolo", delle "mamme coraggio", del "commento choc" che operano una riduzione dei fenomeni sociali a episodi di colore da impacchettare e, secondo i casi, mitizzare, deridere, denigrare o denunciare.

Iniziamo con la premessa che siamo schifati dall'operazione di sciacallaggio con cui si è sbattuto sul banco degli imputati il ragazzo in questione, trasformando un ventenne nel nemico numero uno della nazione, manco fosse il responsabile della situazione drammatica in cui versano molte famiglie italiane che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.

Anche perché probabilmente, in tal caso, avrebbe presenziato all'inaugurazione di Expo e non sarebbe stato insieme alle 30mila persone che hanno attraversato la città di Milano durante la MayDay.

Chi scrive non conosce il ragazzo intervistato, la sua storia personale, le condizioni economiche della famiglia di provenienza, ma conosce il linguaggio dei tantissimi ragazzi che abitano le province delle nostre città, cresciuti tra merda, cemento e isolamento quotidiano; e i discorsi che si sentono al bar di ritrovo, sui muretti degli oratori, nelle panchine dei giardini e delle piazze dei quartieri popolari sono caratterizzati dalle espressioni gergali, dal modo diretto e semplice, magari anche ingenuo ma genuino, con cui il ragazzo ha parlato ai microfoni di tgcom24.

E nei quartieri popolari abbandonati da istituzioni locali e giunte comunali, tra quei ragazzi dallo slang di strada, cova una rabbia pre-politica che si esprime nel desiderio di spaccare tutto. Il centro cittadino e il suo lusso vengono visti come un mondo distante, luogo del privilegio e dei privilegiati, mondo con cui non esiste comunicazione possibile che non sia la semantica dei suoi simboli distrutti e infranti.

Lo scherno e il ridicolo con cui è stato coperto il ragazzo intervistato, per il suo modo di parlare confuso, per il continuo inframmezzare le frasi da "boh, cioè", per espressioni come "bordello" più volte pronunciate durante le riprese mostra l'estraneità della maggioranza dei commentatori, anche e soprattutto "di sinistra", dal mondo delle periferie, dai suoi linguaggi, dalle sue anche contraddittorie realtà.

Mostra la mancanza di volontà di indagare, con umiltà, le emozioni, gli umori e i desideri che serpeggiano tra gli sfruttati che vivono le periferie abbandonate delle nostre metropoli e che vedono in cortei come quelli del primo maggio milanese degli spazi di espressione reale della propria collera.

Significa aver abbandonato un progetto di trasformazione dello stato di cose presenti che parta dagli ultimi, che sia condotto con e dagli ultimi.

In fondo cosa ci dice quel ragazzo? Che una protesta per lui non è una sfilata ed è normale che "si faccia bordello", che le banche sono il simbolo della ricchezza a cui una generazione come la sua non accederà mai, che c'è un divario sempre più grande tra "i politici" e la "gente normale" e che se i politici non capiscono le cose "con le buone" bisogna provare "con le cattive". Che era lì perché aveva la sensazione che - una volta tanto - stesse succedendo qualcosa.

Sono concetti triviali al punto di non essere tollerabili. Dopo la gogna mediatica arrivano puntualmente le forche caudine delle scuse obbligate. Non possiamo certa volerne a chi cede davanti alla pressione di un'informazione "libera" al punto di non poter accettare nessuno scarto, foss'anche minimo, dalla retorica che relega ogni espressione di rabbia dei soggetti giovanili a una patologia mostruosa.

Letteralmente, visto che il padre del ragazzo si è affrettato a dichiarare ai giornali di voler consultare uno "specialista" per capire se hanno "sbagliato in quanto genitori".

Chi oggi condanna quelle persone come meri "teppisti", "delinquenti", "terroristi" sta facendo un osceno gioco delle parti.

Il nostro compito, abbandonata ogni presunta velleità e arroganza di superiorità morale rispetto a queste soggettività, sta nel comprendere questi comportamenti e organizzare questa rabbia in modo tale che possa esplodere verso i veri responsabili della nostra miseria.

Chissà che, così facendo, in futuro a bruciare siano i luoghi dove si esercita il comando capitalistico e, ancora più importante, che a bruciare siano le aspirazioni dei padroni di poter perpetuare questo mondo di sfruttamento e miseria...
suonatore Jones

allora:
come ho già scritto, quella di Milano è violenza. VOlevo esserne certo, ho controllato. Ho proprio scritto "quella di Milano è violenza".
IO non la amo, anzi, non mi piace proprio. Ho portato gli esempi per dire che spesso la violenza che è stata condannata frettolosamente è stata poi assolta dalla Storia.
Magari, quasi certamente, non in questo caso. Aqua, lo so che offrono motivi ai reazionari. Lo so.
(E non devi provare imbarazzo per non essere d'accordo con me :wink ).

Quello che non mi è piaciuto è che bollare tutti come "figli di papà" non è un modo maturo di affrontare la cosa.
O no?
@only, quando parlo di retorica, parlo dell'identificare tutti come "figli di papà". Solo di quello.
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suonatore Jones ha scritto:allora:
come ho già scritto, quella di Milano è violenza. VOlevo esserne certo, ho controllato. Ho proprio scritto "quella di Milano è violenza".
IO non la amo, anzi, non mi piace proprio. Ho portato gli esempi per dire che spesso la violenza che è stata condannata frettolosamente è stata poi assolta dalla Storia.
Magari, quasi certamente, non in questo caso. Aqua, lo so che offrono motivi ai reazionari. Lo so.
(E non devi provare imbarazzo per non essere d'accordo con me :wink ).

Quello che non mi è piaciuto è che bollare tutti come "figli di papà" non è un modo maturo di affrontare la cosa.
O no?
@only, quando parlo di retorica, parlo dell'identificare tutti come "figli di papà". Solo di quello.
Credo, forse presuntuosamente, si citasse Pasolini quando scriveva a propositi della battaglia di Valle Giulia.
In ogni caso, personalmente non ho mai usato "figli di papà" anche perchè, infine, lo siamo tutti.
In senso genetico.
:wink
:salut
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vandali senza idee nè ideali... mi fanno solo pena...
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Falko
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Salve a tutti, rientro per caso dopo tanto tempo, mi sono imbattuto in questa serie di post, in un accavallarsi di disamine che, a favore o contro, mi è piaciuto leggere, credo che 3 o 4 di voi abbiano scritto cose molto interessanti e riflessive, io non so cosa pensare onestamente .... a sto punto... ai posteri l'ardua sentenza
Se il destino mi è avverso, peggio per lui!!!

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"La mia rielezione sarebbe al limite del ridicolo" Giorgio Napolitano 14/4/2013
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