in spagna, la nuova generazione dell'energia solare

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suonatore Jones

http://www.edilone.it/inaugurato-in-spa ... _9099.html

L’impianto Gemasolar era famoso ancora prima che aprisse ufficialmente i battenti, infatti è un impianto di ultima generazione più grande del mondo che servirà da esempio ai prossimi progetti europei e non solo.

Il grande impianto, inaugurato in Spagna, a Fuentes de Andalucìa, vicino Siviglia, in una vasta area pianeggiante dal clima molto caldo, ha una potenza installata di 19 MW e risparmierà all’ambiente più di 30.000 tonnellate di emissioni di CO2, creando circa 1.500 posti di lavoro.

E' il primo impianto commerciale a sfruttare la tecnologia dei sali fusi e un’unica torre centrale come ricettore ed è stato sviluppato dalla compagnia spagnola Torresol Energy, frutto di un accordo tra due big: l'araba Masdar e la spagnola SENER, una delle maggiori imprese edili della penisola iberica.

Gemasolar si basa sul principio dell'energia solare concentrata: al centro di un immaginario cerchio con un'area di 185 ettari si trova una sorta di torre, mentre intorno, secondo una predisposizione precisa, sono disposti qualcosa come 2.650 eliostati.

La luce colpisce gli specchi solari a concentrazione, dotati di un meccanismo in grado di orientarli per catturare più radiazioni possibili. La luce riflessa è interamente catturata dalla torre centrale, che in cima è ricoperta da appositi pannelli ricettori dove si trovano anche i sali fusi, che in tal modo si riscaldano fino a raggiungere 900 C° di temperatura. L'aspetto innovativo dell'impianto è questo: i serbatoi permettono di rilasciare il calore accumulato durante il giorno per le successive 15 ore. In questo modo l'energia prodotta è garantita per 270 giorni l'anno, cioè tre volte il tempo minimo di un impianto solare tradizionale.

Il risultato? Produrrà la bellezza di 110 GWh/anno, bastante per 25.000 abitazioni. e lo farà anche di notte.

Le cifre in ballo sono dell'ordine di milioni di euro (291.132.258 per la precisione) ma il risultato finale pare giustifichi l'investimento.



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cozzina1
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non ci capisco nulla....ma se potesse essere una soluzione ben venga... :salut
Ultima modifica di cozzina1 il 19/06/2011, 14:07, modificato 1 volta in totale.
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kimba
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qui in veneto era stata individuata una vasta area per l'installazione di un impianto fotovoltaico
ma il comitato per la difesa del territorio agricolo ha fatto saltare il tutto
rca
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La mia prima idea è stata "chissà come si opporranno i verdi". ma prima vorrei almeno vedere delle immagini.
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
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st4rsky
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Non c'entra molto col topic, ma sempre di fonti rinnovabili si tratta:

di Peppe Caridi - Dopo il referendum che ha bocciato il piano dell'energia nucleare varato dal Governo, l'Italia si interroga sul suo futuro energetico con l'obiettivo, ambizioso, di poter essere finalmente indipendenti dal punto di vista degli approvvigionamenti, senza dover più dipendere da altri Paesi politicamente instabili.

Oggi l'Italia e gli Italiani pagano in bolletta il 35% in più rispetto a tutti gli altri cittadini e a tutte le altre famiglie Europee, in quanto nel Paese non si produce neanche la metà dell'energia che viene consumata. Siamo così costretti ad acquistare da altri Paesi che determinano i prezzi e fanno impennare le nostre bollette.
La soluzione per risolvere questo problema, almeno secondo il Governo Italiano, è quella di avviare un percorso virtuoso di mix energetico che potesse portare l'Italia, entro il 2020, alla soluzione "25-25-25-25" cioè 25% di fonti rinnovabili (oggi all'11,2%), 25% di gas, 25% di carbone e 25% di nucleare. Ma dopo il verdetto del referendum, bisogna capire come sostituire quest'ultimo 25%, possibilmente provando a sfruttare le fonti energetiche più ecologiche.

Tra le energie pulite non ci sono solo eolico e solare (altrimenti non raggiungeremmo mai l'11,2% attuale!), che sono invasive, in alcuni casi determinano un grave impatto ambientale, comunque sono intermittenti e poco potenti (per avere la stessa potenza di una centrale nucleare, bisognerebbe ricoprire di pannelli solari tutta la superficie della Calabria centro/meridionale!), ma ce ne sono altre molto più funzionali come l'idroelettrico, innanzitutto, e il geotermico, oltre a biomasse e biocarburanti.
Su questo, a quanto pare, il governo vuole adesso puntare più che ad ogni altra cosa.
Ma un nuovo fronte, di cui si è sempre parlato ma mai in modo molto approfondito, è quello dell'energia marina, che interessa molto da vicino lo Stretto di Messina. Anche il mare, infatti, specie dove ci sono forti correnti, può produrre energia. E anche tanta.
Prendendo come parametro gli 8.000 chilometri di coste italiane, il potenziale di produzione di energia elettrica sarebbe pari all’incirca a 6 impianti nucleari Epr.
Solo dal potenziale delle correnti marine dello Stretto di Messina si potrebbe produrre energia elettrica equivalente al fabbisogno di una città di due milioni di abitanti.
Con 1.000 chilometri di impianti che sfruttano un valore medio dell’altezza dell’onda del mare, costruiti su opere italiane già esistenti come porti, dighe foranee o dighe frangiflutti o anche costruiti al largo delle coste, si potrebbe ottenere la stessa potenza di produzione energetica di una centrale nucleare Epr da 1.600 Megawatt, la tipologia di impianto prevista nel piano nucleare italiano respinto dal Referendum.

A portare alla ribalta questo grande potenziale energetico che si nasconde nella forza del mare sono stati i massimi esperti italiani del settore che si sono riuniti a Roma, al worshop promosso dall’Enea sulle “Prospettive di sviluppo dell’energia dal mare per la produzione elettrica in Italia”. Al brain storm, organizzato nell’ambito dell’Accordo di Programma sulla Ricerca di Sistema Elettrico in vigore con il Ministero dello Sviluppo Economico, hanno preso parte scienziati come Vincenzo Artale, responsabile dell’Unita’ Tecnica Modellistica Ambientale dell’Enea, l’oceanografo dell’Enea Gianmaria Sannino, Marco Marcelli, fondatore del Laboratory of Experimental Oceanology and Marine Ecology e docente all’Università della Tuscia.

Italia ma non solo. L’energia dal mare conta numeri importanti anche a livello mondiale.
Secondo le stime dell’Iea, l’International Energy Agency, il potenziale teorico di energia dal mare è compreso tra i 20.000 e i 90.000 TWh/anno. E già Regno Unito, Portogallo, Norvegia, Stati Uniti, Giappone e Canada investono significativamente in questo settore tecnologico dagli anni ’70. Ma se l’esperienza italiana "è sicuramente più recente" non per questo è "meno importante" come ha sottolineato Artale. "Ora bisogna spingere sulla ricerca" ha detto l’esperto dell’Enea esortando soprattutto a "fare sistema" ed a "collegare i centri italiani di ricerca con quelli internazionali".

"Nella produzione di energia elettrica il mare ha potenzialità enormi. Basti pensare alla corrente Levantina che scorre nel Mediterraneo e fuoriesce dallo Stretto di Gibilterra. Questa corrente sposta miliardi di tonnellate d’acqua trasportando con sè energia che dovremmo sfruttare" ha detto l’oceanologo Marco Marcelli dell’Università della Tuscia e del comitato scientifico di http://www.marescienza.it. Marcelli, da ecologo, ha messo però un paletto. "Sulle coste -ha avvertito- ci sono enormi attività ed ecosistemi da salvaguardare, sono dei beni che il progresso deve tutelare. Per questo va rivisto il vecchio Piano nazionale difesa mare e coste del 1982. Questa verifica andrebbe fatta subito, visto l’esito del referendum e la conseguente necessità di un mix energetico che, oltre al sole e al vento, può contenere anche la forza del mare nel rispetto dell’ambiente" ha proseguito Marcelli spiegando che la verifica del Piano "costerebbe appena 1 mln di euro e, se si aggiungono le boe per le misure sperimentali, i costi non superano i 4-5 mln di euro per progredire più velocemente su questa nuova prospettiva energetica".

L’Enea, intanto, da alcuni mesi sta mappando le acque italiane e del Mediterraneo, grazie a un finanziamento di 500 mila euro del ministero dello Sviluppo Economico.
Al workshop Enea, inoltre, è stato presentato il progetto Enermar, il primo prototipo di una turbina marina ad asse verticale denominata Kobold, installata nello Stretto di Messina. Inoltre, grazie ad un brevetto italiano, in ulteriore via di sviluppo, di una diga a cassoni denominata Rewec3 (Reasonant Wave Energy Converter), è stato realizzato un dispositivo avanzato per lo sfruttamento dell’energia ondosa. E progetti più recenti vedono un nuovo sviluppo di questo brevetto.

Sull'argomento, per quanto riguarda lo Stretto di Messina, è intervenuta anche la della commissione Ponte-Piano Strategico del Comune di Messina presieduta da Nicola Barbalace, dal prof. Cesare Boffa, già vicepresidente dell’Enea, ordinario di fisica tecnica al Politecnico di Torino e presidente della Fire, Federazione Italiana per l’uso Razionale sull’Energia. E proprio Boffa ha detto che "per costruire il Ponte ed utilizzarlo è necessaria molta energia, quando sarà in funzione consumerà energia di tutti i tipi (la parte metallica interna va condizionata, ad esempio). Messina zona benedetta da Dio in termini energetici: ha un’insolazione particolarmente favorevole sia come quantità che come qualità, per un utilizzo sia termico che fotovoltaico. Ha un enorme potenziale in termini di energia geotermica: l’acqua sotterranea rappresenta un bacino energetico a temperatura costante. Per non dire dell’energia eolica, si potrebbe, ad esempio, montare qualche generatore eolico persino sul Ponte stesso. Accanto a questo, il grande tema di oggi, dal punto di vista energetico, è quello degli edifici ad energia zero: quando ci sarà l’obbligo di realizzarli solo ed esclusivamente in questo modo, cioè nel 2020, servirà qualcuno che li sappia fare. E’ difficile spostare soldi pubblici su argomenti di questo tipo, ma “sotto” il Ponte si potrà creare un bacino in cui gli studiosi convergano per approfondire queste nuove fonti energetiche da applicare al Ponte e all’edilizia. Perché non pensare, allora, ad un piano di sviluppo all’interno del vostro Piano strategico dedicato proprio alle energie rinnovabili? In molte Regioni italiane, non in Sicilia però, esiste un protocollo di sostenibilità ambientale, Itaca, che stabilisce con delle tabelle dei criteri per valutare quanto è sostenibile un’opera. Lo abbiamo per gli edifici civili, per gli uffici, per i grandi grattacieli: a mio conoscenza non esiste ad oggi sul Ponte. Ecco, uno sviluppo di un protocollo di sostenibilità ambientale sul Ponte che possa nascere a Messina avrebbe un valore non solo simbolico ma anche economico di non trascurabile impatto".
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UnicaPassione
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Ma come, un'area di 185 ettari tempestata di luccicanti pannelli solari blu e neri, dove magari potevano sorgere dei meravigliosi campi di pannocchie e nessun ambientalista che si scandalizza? :o.o:


Il mondo va veramente alla rovescia... :fifi:
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suonatore Jones

UnicaPassione ha scritto:Ma come, un'area di 185 ettari tempestata di luccicanti pannelli solari blu e neri, dove magari potevano sorgere dei meravigliosi campi di pannocchie e nessun ambientalista che si scandalizza? :o.o:


Il mondo va veramente alla rovescia... :fifi:
la notizia non è questa, up. la notizia è che, fino a prima di questo progetto (noto da qualche tempo), un area del genere sarebbe servita per dare elettricità a un quarto delle abitazioni che questa si prefigge di illuminare.

inoltre, nessuno ha mai scritto che le energia rinnovabili siano a impatto zero. qualcosa, si deve sacrificare.

comunque, questa è la strada, non il traguardo.
doddi
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Per produrre l'equivalente di energia di una centrale nucleare di quelle che erano previste in Italia, prima del disastro giapponese, ci vorrebbe un'area pari quasi alla metà della Calabria meridionale tempestata di pannelli fotovoltaici.

La soluzione: buttarsi a mare :salut
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
suonatore Jones

doddi ha scritto:Per produrre l'equivalente di energia di una centrale nucleare di quelle che erano previste in Italia, prima del disastro giapponese, ci vorrebbe un'area pari quasi alla metà della Calabria meridionale tempestata di pannelli fotovoltaici.

La soluzione: buttarsi a mare :salut

oppure, andare a votare

edit: dopo post così, apri topic denunciando le degenerazioni... :fifi:
doddi
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suonatore Jones ha scritto:
doddi ha scritto:Per produrre l'equivalente di energia di una centrale nucleare di quelle che erano previste in Italia, prima del disastro giapponese, ci vorrebbe un'area pari quasi alla metà della Calabria meridionale tempestata di pannelli fotovoltaici.

La soluzione: buttarsi a mare :salut:

oppure, andare a votare

edit: dopo post così, apri topic denunciando le degenerazioni... :fifi:
Mi sono spiegato male, pensavo fosse chiaro: ... energia dallo sfruttamento del mare, correnti, moto ondoso ecc...
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
suonatore Jones

doddi ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:
doddi ha scritto:Per produrre l'equivalente di energia di una centrale nucleare di quelle che erano previste in Italia, prima del disastro giapponese, ci vorrebbe un'area pari quasi alla metà della Calabria meridionale tempestata di pannelli fotovoltaici.

La soluzione: buttarsi a mare :salut:

oppure, andare a votare

edit: dopo post così, apri topic denunciando le degenerazioni... :fifi:
Mi sono spiegato male, pensavo fosse chiaro: ... energia dallo sfruttamento del mare, correnti, moto ondoso ecc...

si, ti eri spiegato male. pardon.
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Pickwick
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Qui si parla di solare a concentrazione non di fotovoltaico, sono 2 tecnologie completamente diverse.
Il fotovoltaico va usato sui tetti, è semplice sicuro e non ruba spazio all'agricoltura.
Ha il vantaggio di non aver perdite nel trasporto dell'energia, perchè l'energia la produci e la consumi
la dove ti serve.
Il solare a concentrazione è la tecnologia brevettata dal premio nobel Rubbia.
Si tratta di specchi che concentrano i raggi verso dei tubi in cui scorrono dei liquidi ad alta evaporazione
che andranno a generare vapore che farà muovere le turbine.
Queste sono centrali vere e proprie, la cui installazione è preferibile in grandi aree desertiche
possibilmente nelle zone meridionali.
La Spagna si presta molto bene nelle sue zone interne, mentre in Italia andrebbe bene in sicilia.

Quando si parla d argomenti tecnici come questo, i politici dovrebbero ascoltare di più e fare più silenzio,
dicono fesserie in tv che vengono ripetute pari pari dai seguaci di partito senza informarsi prima.
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