Viaggio di Strill: i diplomatici Calabresi nel mondo

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suonatore Jones

cozzina, io non è che non sia fiero dei reggini. quel "cosa che non sono, peraltro" significava che non sono reggino.
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suonatore Jones ha scritto:cozzina, io non è che non sia fiero dei reggini. quel "cosa che non sono, peraltro" significava che non sono reggino.
qui pro quo di comprensione..


io invece sono reggina e come albero genealogico pure...da parte di entrambi i genitori.... :cheers :ooh:

insomma reggini comu a mmia 'ndavi pochi... :D
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cozzina1 ha scritto:
suonatore Jones ha scritto:cozzina, io non è che non sia fiero dei reggini. quel "cosa che non sono, peraltro" significava che non sono reggino.
qui pro quo di comprensione..


io invece sono reggina e come albero genealogico pure...da parte di entrambi i genitori.... :cheers :ooh:

insomma reggini comu a mmia 'ndavi pochi e nuddu mafiosu o ndranghitista... cacchi comunista e socialista per beni:D
ergo..fierissima :thumright
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Non capisco cosa ci possa di negativo nell'esser fieri di propri conterranei che svolgono compinti così delicati ed importanti di rappresentanza del proprio paese all'estero. Invitare all'emulazione non lo leggo come complesso d'inferiorità, anche perchè bisogna dar atto che purtroppo l'immagine delle cose negative sovrasta e schiaccia quanto di buono c'è. E questo è un dato di fatto.

Tornando al succo sono sopreso dall'attitudine verso la diplomazia, non immaginavo una tale diffusione.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Regmi
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doddi ha scritto:Non capisco cosa ci possa di negativo nell'esser fieri di propri conterranei che svolgono compinti così delicati ed importanti di rappresentanza del proprio paese all'estero. Invitare all'emulazione non lo leggo come complesso d'inferiorità, anche perchè bisogna dar atto che purtroppo l'immagine delle cose negative sovrasta e schiaccia quanto di buono c'è. E questo è un dato di fatto.

Tornando al succo sono sopreso dall'attitudine verso la diplomazia, non immaginavo una tale diffusione.
Non era l'invito all'emulazione a porre il complesso d'inferiorità. Leggi meglio :mrgreen:

Sul resto, e mi pare di averlo fatto capire da subito, non si può non concordare.
La speranza appartiene ai figli.
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doddi
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Regmi ha scritto:
doddi ha scritto:Non capisco cosa ci possa di negativo nell'esser fieri di propri conterranei che svolgono compinti così delicati ed importanti di rappresentanza del proprio paese all'estero. Invitare all'emulazione non lo leggo come complesso d'inferiorità, anche perchè bisogna dar atto che purtroppo l'immagine delle cose negative sovrasta e schiaccia quanto di buono c'è. E questo è un dato di fatto.

Tornando al succo sono sopreso dall'attitudine verso la diplomazia, non immaginavo una tale diffusione.
Non era l'invito all'emulazione a porre il complesso d'inferiorità. Leggi meglio :mrgreen:

Sul resto, e mi pare di averlo fatto capire da subito, non si può non concordare.
Tu lo leggi come complesso d'inferiorità, io non conoscendo questo fenomeno, lo leggo come esortazione e sprone all'emulazione.

Cozzina, l'autrice autentica, dà il suo significato, non vedo perchè non si debba prenderlo come definitivo soprattutto dopo la specifica. Un solo motivo, che sia uno, non lo trovo.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
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doddi ha scritto:Non capisco cosa ci possa di negativo nell'esser fieri di propri conterranei che svolgono compinti così delicati ed importanti di rappresentanza del proprio paese all'estero. Invitare all'emulazione non lo leggo come complesso d'inferiorità, anche perchè bisogna dar atto che purtroppo l'immagine delle cose negative sovrasta e schiaccia quanto di buono c'è. E questo è un dato di fatto.

Tornando al succo sono sopreso dall'attitudine verso la diplomazia, non immaginavo una tale diffusione.
Non era l'invito all'emulazione a porre il complesso d'inferiorità. Leggi meglio :mrgreen:

Sul resto, e mi pare di averlo fatto capire da subito, non si può non concordare.
Tu lo leggi come complesso d'inferiorità, io non conoscendo questo fenomeno, lo leggo come esortazione e sprone all'emulazione.

Cozzina, l'autrice autentica, dà il suo significato, non vedo perchè non si debba prenderlo come definitivo soprattutto dopo la specifica. Un solo motivo, che sia uno, non lo trovo.
Ghedini ti fa un baffo :fifi:
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Regmi ha scritto:
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Non era l'invito all'emulazione a porre il complesso d'inferiorità. Leggi meglio :mrgreen:

Sul resto, e mi pare di averlo fatto capire da subito, non si può non concordare.
Tu lo leggi come complesso d'inferiorità, io non conoscendo questo fenomeno, lo leggo come esortazione e sprone all'emulazione.

Cozzina, l'autrice autentica, dà il suo significato, non vedo perchè non si debba prenderlo come definitivo soprattutto dopo la specifica. Un solo motivo, che sia uno, non lo trovo.
Ghedini ti fa un baffo :fifi:
Non mi sembra un buon motivo :mrgreen:
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Tu lo leggi come complesso d'inferiorità, io non conoscendo questo fenomeno, lo leggo come esortazione e sprone all'emulazione.

Cozzina, l'autrice autentica, dà il suo significato, non vedo perchè non si debba prenderlo come definitivo soprattutto dopo la specifica. Un solo motivo, che sia uno, non lo trovo.[/quote]

Ghedini ti fa un baffo :fifi:[/quote]

Non mi sembra un buon motivo :mrgreen:[/quote]

e io sarei il Berlusca? :o.o:
per concludere...non sono stata io a parlare di complesso di inferiorità(e insisto)ho solo chiesto lumi sul presunto complesso di inferiorità ...che non mi riconosco(io sono l'esaltazione di me stessa :fifi: )detto questo..il resto è solo voglia di fare frittate con uova marce..(e considerando che a casa mia abbiamo solo uova fresche di giornata e non di allevamento)non mi interessano
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doddi ha scritto:
Non mi sembra un buon motivo :mrgreen:

Ricapitoliamo perché la faccenda ha assunto toni Kafkhiani:

1 ) C’è un primo intervento in cui si è sentita la necessità di evidenziare che non tutto è mafia.
2 ) Pongo sul tavolo una riflessione sul perché, a differenza di Strill e degli illustri compaesani intervistati, se ne è sentito il bisogno di rimarcarlo paventando un complesso d’inferiorità ( tutti, almeno in età giovanile ne abbiamo sofferto e tanti, anche con l’avanzare dell’età, non ne sono mai usciti.)
3) Leggo un’affermazione “io rimarco le poche cose positive del Reggino(e vorrei ce ne fossero altre) e tu ed altri rimarcate le cose negative” in cui, tirandomi per la giacchetta, mi si mette in bocca delle affermazioni che non mi sono manco sognato di scrivere.
4) Arrivi tu con la toga addosso e scrivi che “Invitare all'emulazione non lo leggo come complesso d'inferiorità” come se qualcuno avesse scritto il contrario.

Credo sarebbe stato più opportuno oltre che più proficuo alla discussione (quale mi domando?), invece di continuare a fare sfoggio del celodurismo, personalizzare il tutto come se il mondo girasse intorno al nostro ombelico, o parlare del nulla, dire che:

la riflessione non mi interessa
è OT
non mi rompere gli zibidei
non ci ho capito una mazza
o tutto quello che si vuole

e la diatriba, almeno per quanto mi riguarda, sarebbe tranquillamente finita lì dove è nata.


PS – nel leggere levati la toga dalle spalle…sembra che sia utile alla comprensione. :mrgreen:
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Regmi ha scritto:
doddi ha scritto:
Non mi sembra un buon motivo :mrgreen:

Ricapitoliamo perché la faccenda ha assunto toni Kafkhiani:

1 ) C’è un primo intervento in cui si è sentita la necessità di evidenziare che non tutto è mafia.
2 ) Pongo sul tavolo una riflessione sul perché, a differenza di Strill e degli illustri compaesani intervistati, se ne è sentito il bisogno di rimarcarlo paventando un complesso d’inferiorità ( tutti, almeno in età giovanile ne abbiamo sofferto e tanti, anche con l’avanzare dell’età, non ne sono mai usciti.)
3) Leggo un’affermazione “io rimarco le poche cose positive del Reggino(e vorrei ce ne fossero altre) e tu ed altri rimarcate le cose negative” in cui, tirandomi per la giacchetta, mi si mette in bocca delle affermazioni che non mi sono manco sognato di scrivere.
4) Arrivi tu con la toga addosso e scrivi che “Invitare all'emulazione non lo leggo come complesso d'inferiorità” come se qualcuno avesse scritto il contrario.

Credo sarebbe stato più opportuno oltre che più proficuo alla discussione (quale mi domando?), invece di continuare a fare sfoggio del celodurismo, personalizzare il tutto come se il mondo girasse intorno al nostro ombelico, o parlare del nulla, dire che:

la riflessione non mi interessa
è OT
non mi rompere gli zibidei
non ci ho capito una mazza
o tutto quello che si vuole

e la diatriba, almeno per quanto mi riguarda, sarebbe tranquillamente finita lì dove è nata.


PS – nel leggere levati la toga dalle spalle…sembra che sia utile alla comprensione. :mrgreen:


da suonatore Jones » ieri, 14:55

ragà, ma davvero serpeggia tra i reggini, un complesso di inferiorità di questa portata?

ergo ..tu non ci entravi manco di traverso...e in effetti ho risposto a lui....a lui chiedevo in cosa consistesse il complesso di inferiorità...con te avevo già chiuso il discorso.....ma noto che ti piace bagnarti il pane dove non dovresti....ti piace fare la scarpetta? divertiti pure....io ci rido sopra..... :p:
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cozzina1 ha scritto:
Regmi ha scritto:
doddi ha scritto:
Non mi sembra un buon motivo :mrgreen:

Ricapitoliamo perché la faccenda ha assunto toni Kafkhiani:

1 ) C’è un primo intervento in cui si è sentita la necessità di evidenziare che non tutto è mafia.
2 ) Pongo sul tavolo una riflessione sul perché, a differenza di Strill e degli illustri compaesani intervistati, se ne è sentito il bisogno di rimarcarlo paventando un complesso d’inferiorità ( tutti, almeno in età giovanile ne abbiamo sofferto e tanti, anche con l’avanzare dell’età, non ne sono mai usciti.)
3) Leggo un’affermazione “io rimarco le poche cose positive del Reggino(e vorrei ce ne fossero altre) e tu ed altri rimarcate le cose negative” in cui, tirandomi per la giacchetta, mi si mette in bocca delle affermazioni che non mi sono manco sognato di scrivere.
4) Arrivi tu con la toga addosso e scrivi che “Invitare all'emulazione non lo leggo come complesso d'inferiorità” come se qualcuno avesse scritto il contrario.

Credo sarebbe stato più opportuno oltre che più proficuo alla discussione (quale mi domando?), invece di continuare a fare sfoggio del celodurismo, personalizzare il tutto come se il mondo girasse intorno al nostro ombelico, o parlare del nulla, dire che:

la riflessione non mi interessa
è OT
non mi rompere gli zibidei
non ci ho capito una mazza
o tutto quello che si vuole

e la diatriba, almeno per quanto mi riguarda, sarebbe tranquillamente finita lì dove è nata.


PS – nel leggere levati la toga dalle spalle…sembra che sia utile alla comprensione. :mrgreen:


da suonatore Jones » ieri, 14:55

ragà, ma davvero serpeggia tra i reggini, un complesso di inferiorità di questa portata?

ergo ..tu non ci entravi manco di traverso...e in effetti ho risposto a lui....a lui chiedevo in cosa consistesse il complesso di inferiorità...con te avevo già chiuso il discorso.....ma noto che ti piace bagnarti il pane dove non dovresti....ti piace fare la scarpetta? divertiti pure....io ci rido sopra..... :p:
Ma perchè mi ostino a porre delle questioni che, seppur semplici, non trovano risposta :toto:
Mi arrendo
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scusate: il mio commento è stato fatto senza leggere tutto il topic. avevo letto solo il primo post. non voleov creare polemica con nessuno di voialtri. un bacio collettivo :wink
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suonatore Jones ha scritto:scusate: il mio commento è stato fatto senza leggere tutto il topic. avevo letto solo il primo post. non voleov creare polemica con nessuno di voialtri. un bacio collettivo :wink
tranquillo..io e te ci siamo chiariti ... :thumright
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Regmi ha scritto:
doddi ha scritto:
Non mi sembra un buon motivo :mrgreen:

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1 ) C’è un primo intervento in cui si è sentita la necessità di evidenziare che non tutto è mafia.
2 ) Pongo sul tavolo una riflessione sul perché, a differenza di Strill e degli illustri compaesani intervistati, se ne è sentito il bisogno di rimarcarlo paventando un complesso d’inferiorità ( tutti, almeno in età giovanile ne abbiamo sofferto e tanti, anche con l’avanzare dell’età, non ne sono mai usciti.)
3) Leggo un’affermazione “io rimarco le poche cose positive del Reggino(e vorrei ce ne fossero altre) e tu ed altri rimarcate le cose negative” in cui, tirandomi per la giacchetta, mi si mette in bocca delle affermazioni che non mi sono manco sognato di scrivere.
4) Arrivi tu con la toga addosso e scrivi che “Invitare all'emulazione non lo leggo come complesso d'inferiorità” come se qualcuno avesse scritto il contrario.

Credo sarebbe stato più opportuno oltre che più proficuo alla discussione (quale mi domando?), invece di continuare a fare sfoggio del celodurismo, personalizzare il tutto come se il mondo girasse intorno al nostro ombelico, o parlare del nulla, dire che:

la riflessione non mi interessa
è OT
non mi rompere gli zibidei
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e la diatriba, almeno per quanto mi riguarda, sarebbe tranquillamente finita lì dove è nata.


PS – nel leggere levati la toga dalle spalle…sembra che sia utile alla comprensione. :mrgreen:

Scusi Lei ma chi l'ha mai muntugata nel topic?
Ti ho quotato?
Ho riportato qualcosa che hai scritto?
Ci conosciamo?
Siamo colleghi di zibbidei?

Escluderei l'intervento in oggetto dagli atti, invito il cancelliere a depennare il tutto dal procedimento e dal verbale in quanto intervento a piacere atto a kafkanizzare il topic che offre ben altri spunti :fifi:
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http://www.strill.it/index.php?option=c ... Itemid=119


Viaggio tra i diplomatici calabresi nel mondo: Guido La Tella
Giovedì 30 Giugno 2011 09:05

Continua il nostro viaggio tra i numerosi Calabresi che occupano posti di prestigio e responsabilità nel panorama diplomatico internazionale: Guido La Tella*, Ambasciatore d’Italia in Argentina

Quali secondo lei le prospettive di una proficua cooperazione bilaterale tra due Paesi, come l’Italia e l’Argentina, che faticosamente stanno provando a lasciarsi alle spalle la crisi economica?

• La relazione fra Italia e Argentina sta conoscendo una nuova stagione dopo un lungo periodo durante il quale le relazioni erano rimaste sotto tono. L’interesse e la volontà’ sono reciproci, e vi è una nuova dinamica dei rapporti fra i due Paesi. Non dimentichiamo comunque che anche nei momenti piu’ complessi l’Italia aveva sempre mantenuto legami intensi e numerosi ad esempio tra universita’, istituti di ricerca, iniziative delle regioni italiane, missioni di imprenditori. Abbiamo puntato adesso al dialogo politico ad alto livello e il rafforzamento delle relazioni politiche e’ oggi una realta’.

Cosa rappresenta oggi la comunità italiana in Argentina ed in particolare la comunità calabrese? Quali gli ambienti economici e sociali dove i calabresi incidono di più?

• L’Argentina ospita oggi la collettivita’ italiana, residente al di fuori dei confini nazionali, piu’ numerosa al mondo. Ma non e’ sempre stato cosi’. Fino a circa due anni fa, la prima era quella residente in Germania. Il fatto e’ che in Argentina la comunita’ e’ dinamica, aumenta ogni anno di circa 50.000 pesone, che ottengono la cittadinanza italiana. Molti scelgono di riallacciare il loro legame con un paese che per loro rappresenta la memoria familiare. E’ un processo unico al mondo. Ma la collettivita’ italiana in Argentina, c’e’ da scommetterci, sara’ sempre piu’ composta da persone che “vivono” l’Italia attraverso i moderni strumenti di comunicazione e sempre meno in base ai soli ricordi personali. Trovo che tale atteggiamento vada incoraggiato: solo se ci si avvicina al nostro Paese con i mezzi oggi disponibili si puo’ scoprire cosa e’ l’Italia del 2011 e quanto e’ diversa da quella che emergeva dai racconti di famiglia.
Molti dei nostri connazionali che vivono in Argentina hanno origini calabresi. La comunita’ calabrese e’ perfettamente integrata nel tessuto socioeconomico dell’Argentina. Vi sono uomini politici, imprenditori, professionisti ed esponenti del mondo della cultura che vantano origini calabresi.

L’Argentina rappresenta un esempio di perfetta integrazione e di enorme valorizzazione del fenomeno migratorio. Un Paese che è riuscito a costruire le sue fortune sulle potenzialità offerte dal contributo portato dagli immigrati. L’Italia è pronta per fare altrettanto?

• L’Argentina che oggi conosciamo e’ anche frutto del lavoro, della creativita’ e anche del genio degli italiani. I nostri connazionali qui sono stati accolti con dignita’ e in cambio hanno lavorato duramente. Si trattava pero’ anche di un’epoca diversa da quella attuale, in cui il sistema di produzione era differente e la mano d’opera rivestiva un ruolo centrale. L’Italia e’ un Paese generoso e bisognoso di immigrazione regolare. La criticita’ e’ rappresentata proprio dai percorsi legati all’immigrazione. Non esistono formule magiche da applicare con successo ma si deve continuare a lavorare per trovare l’equilibrio ottimale nella definizione delle politiche migratorie.

Quali secondo lei le caratteristiche essenziali delle due ondate migratorie che hanno spinto i calabresi a cercare fortuna in Sudamerica ed in particolare in Argentina?

• Credo che proprio il sacrificio e la creativita’, cui accennavo prima, siano state le due doti che hanno consentito a tantissimi italiani di fare fortuna in questo lontano Paese americano. Qui si arrivava perche’ c’era gia’ un parente, un amico, un “paesano” a cui le cose stavano andando bene e che era disposto a dare una mano a chi arrivava senza appoggi. Era una specie di telefono senza fili della solidarieta’. Molti arrivavano qui pensando di mettere da parte quanto bastava per tornare indietro e vivere meglio ma sappiamo bene che quasi tutti hanno finito con il rimanere. Oggi e’ diverso, si puo’ essere a migliaia di chilometri da casa e scriversi per mail, parlare con i sistemi voip, avere notizie del proprio paese da internet. Ma una volta partire era davvero – come recita l’adagio - un po’ morire. E’ per questo che cio’ che mi colpisce sempre nelle storie dell’emigrazione e’ il coraggio di chi e’ partito.

La Calabria e l'Argentina, due sud uniti spesso in un destino sociale comune?

• Sì, sono due sud ma molti diversi fra di loro, non fosse altro che per le dimensioni! L’Argentina e’ una superpotenza agricola con grandi prospettive anche di sviluppo industriale. La Calabria e’ una realta’ piu’ modesta, ma con grandissimo potenziale basato sulla sua cultura e sulla sua storia. La Calabria e’ stata in passato una Regione di emigrazione, oggi potrebbe – come l’Argentina – accogliere a sua volta forze vive che giungano da altre parti del mondo.

Politica, economia, cultura, arte. Quali secondo Lei le prospettive di cooperazione tra la Calabria e l’Argentina?

• Italia e Argentina hanno enormi potenzialita’ di integrazione. Ad esempio nel campo tecnico-scientifico e della ricerca i due Paesi parlano la stessa lingua. Le due comunita’ scientifiche hanno solide basi comuni e cio’ rende tutto piu’ semplice. Ma per fare di piu’ e’ indispensabile che un numero sempre maggiore di giovani studenti e ricercatori trascorrano un periodo di formazione, universitaria o post-universitaria in Italia. Cio’ consentira’ loro di imparare ad usare strumenti e metodologie italiane, che poi riutilizzeranno, una volta tornati in Argentina, nel corso della loro vita professionale. Sotto questo aspetto, e’ di tutta evidenza come una borsa di studio concessa ad un giovane medico o a un giovane ingegnere, sia un investimento per il futuro dell’Italia.

I calabresi nel mondo spesso rappresentano la crème della classe dirigente in tutti i settori. L’affermazione sociale però avviene quasi sempre lontano dalla Calabria. Perché?

• Nemo profeta in patria! A parte le battute, credo che i giovani siano spesso portati a partire per la mancanza di un contesto adeguato a valorizzarne le abilita’. Per quanto riguarda la mia generazione, la mancanza di Universita’ in Calabria spingeva a un trasferimento che in molti casi si trasformava in sistemazione definitiva fuori dalla regione di origine. Ma, in generale, l’esistenza di condizioni locali favorevoli e di prospettive di affermazione professionale e’ un fattore essenziale per evitare l’esodo. Oggi credo ci siano le condizioni per cercare di invertire la tendenza e non solo mettere i ragazzi in condizione di restare ma anche cercare di attirare cervelli in fuga da altri Paesi.

Attraverso quali mezzi è possibile valorizzare il contributo che i calabresi nel mondo possono offrire per un percorso di reale sviluppo sul territorio calabrese?

• La valorizzazione del territorio e delle sue potenzialita’ e’ la condizione essenziale per suscitare interesse. Si avvicinerebbero così alla Regione non solo le seconde e le terze generazioni di calabresi che vivono all’estero ma anche soggetti economici che non hanno legami familiari con la Calabria. Immagino che si dovrebbe incentivare una sorta di circolo virtuoso che moltiplichi le opportunita’. Il turismo di ritorno, di coloro che si recano nel paese di origine della famiglia, e’ un fenomeno numericamente rilevante ma che in genere si esaurisce con una vacanza. Bisognerebbe trovare il modo di trasformare questi viaggi sporadici in un impegno permanente, corredato da idee adeguate alla realta’ della Calabria di oggi e se possibile anche da investimenti e dalla volonta’ di scommettere sul futuro della Regione. L’Argentina e’ un Paese grande nove volte l’Italia. Dei suoi quaranta milioni di abitanti, due milioni sono si origine calabrese. La opportunita’ non dovrebbero mancare. Credo che spetti alla stessa Calabria poroporre aree di collaborazione e sviluppo, con un’ottica quanto piu’ possibile concreta e focalizzata sulle potenzialita’ della nostra Regione. 3 - continua


*Nato a Reggio Calabria nel 1948, si laurea all’Università di Milano in giurisprudenza nel 1971 ed entra in carriera diplomatica nel 1974.
Tra gli incarichi ricoperti nel corso della carriera, dopo un periodo presso la Segreteria della Direzione Generale Cooperazione Culturale, Scientifica e Tecnica, è secondo segretario a New Delhi dal 1975 e successivamente Primo segretario commerciale a Londra dal 1978.
Rientrato a Roma nel 1983 è al Dipartimento per la Cooperazione allo Sviluppo, dal 1985 è Consigliere commerciale a Belgrado e dal 1988 Consigliere a Washington.
Rientrato a Roma nel 1993 è nuovamente alla Direzione Generale per la cooperazione allo Sviluppo.
Nel 1997 è a Parigi come Primo Consigliere alla Rappresentanza permanente d'Italia presso l'O.C.S.E. Nominato Ministro plenipotenziario nel 2000, è confermato nella stessa sede con funzioni di Ministro consigliere.
Dal 2001 è Ambasciatore ad Addis Abeba e dal 2005 è accreditato anche presso l'Unione Africana, con titolo e rango di ambasciatore.
Rientrato nel 2005 a Roma, presta servizio dal 2006 presso il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio quale Consigliere Diplomatico dell'On. Ministro.
Nel 2006 è insignito dell’onorificenza di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica.
Rientrato al Ministero a fine 2006, è alle dirette dipendenze del Direttore Generale per la Cooperazione Economica e Finanziaria Multilaterale, con l'incarico di Sous-Sherpa Esteri del G8, che mantiene sino al 2009 con la Presidenza di turno italiana del G8 e il vertice a L’Aquila.
Nell’agosto del 2008 è nominato dal Presidente del Consiglio dei Ministri suo Rappresentante per il negoziato tra le maggiori economie sul cambiamento climatico.
A dicembre 2009, su proposta del ministro degli Esteri, Franco Frattini, il Consiglio dei ministri lo nomina "Ambasciatore d'Italia in Argentina".
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