Fine del berlusconismo

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reggino
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Travaglio:"ci sono cose in cui Sgarbi farebbe bene a tacere,penso alla cronaca giudiziaria"

Sgarbi annuisce,dandogli implicitamente ragione.
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pab397
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Effettivamente, quando hanno presentato la trasmissione mi aspettavo scintille.
Sgarbi ha detto qualcosa per difendere un po' Berlusconi, ma non sembrava convinto neanche lui.
Sorpresa anche la Gruber del clima cordiale della discussione.
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sono talmente comunista che da bambino mi mangiavo da solo
reggino
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Travaglio ha detto che ora scriverà un libro per difendere Berlusconi,visto che tutti quelli che lo hanno servito fino a ieri ora faranno a gara per attaccarlo(alludendo anche a Sgarbi).E sgarbi,ha sorriso sotto i baffi.

Alla fine della trasmissione la Guber si è complimentata con gli ospiti per i modi civili e pacati con cui si sono confrontati.Cosa mai accaduta con Sgarbi in studio.Mi sta già venendo nostalgia dei vecchi tempi. :sad: :sad: :sad: :sad: :sad:
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reggino
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pab397 ha scritto:Effettivamente, quando hanno presentato la trasmissione mi aspettavo scintille.
Sgarbi ha detto qualcosa per difendere un po' Berlusconi, ma non sembrava convinto neanche lui.
Sorpresa anche la Gruber del clima cordiale della discussione.

Quando Berlusconi cadrà,vedremo i Ferrara,i Belpietro,gli Sgarbi,i Sallusti,persino i Fede,dire:"ah io sono sempre stato antiberlusconiano,lo possono dimostrare le mie interviste,i miei articoli e persino i miei libri".Giuliano Ferrara,nel periodo di tangentopoli elogiava Di Pietro,dopo che con Craxi ci ha mangiato essendo divenuto europarlamentare col psi,e ora a Di Pietro ha incominciato ad attaccarlo,per difendere il proprio padrone,e quando il nano cadrà,prenderà nuovamente le parti di Di Pietro.Questo carattere così schifoso degli Italiani,si palesa sin dal tempo del fascismo,io non so come questa gente la mattina riesca a guardarsi allo specchio.
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pellarorc
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reggino ha scritto:
pab397 ha scritto:Effettivamente, quando hanno presentato la trasmissione mi aspettavo scintille.
Sgarbi ha detto qualcosa per difendere un po' Berlusconi, ma non sembrava convinto neanche lui.
Sorpresa anche la Gruber del clima cordiale della discussione.

Quando Berlusconi cadrà,vedremo i Ferrara,i Belpietro,gli Sgarbi,i Sallusti,persino i Fede,dire:"ah io sono sempre stato antiberlusconiano,lo possono dimostrare le mie interviste,i miei articoli e persino i miei libri".Giuliano Ferrara,nel periodo di tangentopoli elogiava Di Pietro,dopo che con Craxi ci ha mangiato essendo divenuto europarlamentare col psi,e ora a Di Pietro ha incominciato ad attaccarlo,per difendere il proprio padrone,e quando il nano cadrà,prenderà nuovamente le parti di Di Pietro.Questo carattere così schifoso degli Italiani,si palesa sin dal tempo del fascismo,io non so come questa gente la mattina riesca a guardarsi allo specchio.
è ovvio.
quando cadde il fascismo , nessuno lo era più, nemmeno i podestà!
Dopo tangentopoli nessuno era più socialista. Sono passati a Forza Italia facendo finta di volere una nuova italia liberale....
reggino
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pellarorc ha scritto:
reggino ha scritto:
pab397 ha scritto:Effettivamente, quando hanno presentato la trasmissione mi aspettavo scintille.
Sgarbi ha detto qualcosa per difendere un po' Berlusconi, ma non sembrava convinto neanche lui.
Sorpresa anche la Gruber del clima cordiale della discussione.

Quando Berlusconi cadrà,vedremo i Ferrara,i Belpietro,gli Sgarbi,i Sallusti,persino i Fede,dire:"ah io sono sempre stato antiberlusconiano,lo possono dimostrare le mie interviste,i miei articoli e persino i miei libri".Giuliano Ferrara,nel periodo di tangentopoli elogiava Di Pietro,dopo che con Craxi ci ha mangiato essendo divenuto europarlamentare col psi,e ora a Di Pietro ha incominciato ad attaccarlo,per difendere il proprio padrone,e quando il nano cadrà,prenderà nuovamente le parti di Di Pietro.Questo carattere così schifoso degli Italiani,si palesa sin dal tempo del fascismo,io non so come questa gente la mattina riesca a guardarsi allo specchio.
è ovvio.
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E intanto Giuliano Ferrara giorni fa ha detto:"non si può continuare così.Io sono in profondo e radicale dissenso con questa linea del governo".Però lui se tra qualche mese cambierà bandiera(come ha sempre fatto nella sua vita),grazie al nano i sordi si fici,il problema sono gli italiani...
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Geronimo
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Troppe spese: dicono che non ci sono soldi e poi spendono 80 milioni di euro per la cerimonia del 2 giugno :muro:
Roma ormai è tutta a carico dello stato tra auto blu, ministeri, impiegati, ispettorati, militari e forze dell'ordine. Almeno fosse una città sicura, almeno
Forse la gente si è abituata ad avere una grande squadra senza accorgersi che ogni traguardo per la Reggina resta sempre una grande conquista”


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reggino
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VERSO PONTIDA/ 2. Salvini (Lega Nord): pronti anche a lasciare Berlusconi
INT.
Matteo Salvini

venerdì 17 giugno 2011

VERSO PONTIDA/ 2. Salvini (Lega Nord): pronti anche a lasciare Berlusconi Umberto Bossi e Silvio Berlusconi (Imagoeconomica)
Approfondisci
IL PALAZZO/ E se fosse Enrico Letta a traghettare il dopo Berlusconi?, di A. Picariello
SCENARIO/ 1. Folli: e ora a Lega e Pdl tocca il "referendum" di Pontida
VERSO PONTIDA/ 1. Moncalvo (ex Padania): la Lega è in crisi, manca un'idea forte

«Da direttore e da ascoltatore di Radio Padania devo dire che quando leggo i giornali rido. Sulla Lega in questi giorni se ne scrivono di tutti i colori». Parola di Matteo Salvini, europarlamentare e capogruppo uscente della Lega Nord al Comune di Milano. «L’invenzione più risibile che sento - dice Salvini a IlSussidiario.net - è quella che ci vuole tutti preda di un clima di tensione e di panico in vista dell’appuntamento di domenica, a Pontida. Non è così, la discussione c’è ed è accesa, ma non potrebbe essere altrimenti all’indomani del risultato negativo delle elezioni amministrative. Detto questo, abbiamo passato momenti ben più difficili di questo e ci siamo sempre ritrovati lì, dopo le vittorie e dopo le sconfitte, sotto il sole cocente o con il fango alle caviglie. Anche questa volta si sente una grande voglia di esserci».

Chi dice che la base è in rivolta è in malafede?

Il dibattito è aperto, come si può sentire dalla radio. Ogni giorno, tra telefonate e sms, si possono ascoltare circa 500 opinioni, senza filtro. Se uno avesse la pazienza di sintonizzarsi dalle 6 alle 22 avrebbe un quadro molto ampio e interessante, anche perché chi chiama non trova un centralino, ma va direttamente in onda. Chiaramente c’è chi, come L’Unità e Repubblica, fa dire alla Radio ciò che vuole estrapolando dichiarazioni a proprio piacimento, e chi prova a fare il furbo, ma questo fa parte del gioco. Siamo l’unico partito a offrire questo spazio, lo abbiamo sempre fatto e non smetteremo certo di farlo adesso.

Gigi Moncalvo, già direttore de La Padania, nell’intervista di oggi a Ilsussidiario.net, dice che se nella Lega ci fosse davvero democrazia dovrebbe poter dire la sua anche dal sacro palco di Pontida.

Pontida è un momento di sintesi e di rilancio, non una terapia di auto-analisi psichiatrica. Se poi uno vuole il microfono può sempre andare allo Zelig. Vede, è davvero strano che certe critiche vengano fatte proprio alla Lega. Non mi risulta che nelle altre forze politiche la base possa avere un contatto così diretto con i vertici. Le posso assicurare infatti che Bossi, Maroni, Calderoli e tutti gli altri ascoltano le testimonianze della gente che tutti i giorni ci chiama. Ad ogni modo Moncalvo può stare tranquillo perché domenica sul palco non ci saranno né sfilate, né nomenclature, ma soltanto Umberto Bossi, a dimostrazione del fatto che in questo momento bisogna tenere i nervi saldi.

Questo significa che per questa volta parlerà solo lui?

Solitamente hanno sempre parlato i segretari regionali e il Capo. Non conosco ancora la scaletta definitiva, ma posso dire che stiamo valutando l’ipotesi di un messaggio chiaro, univoco ed eloquente.

Ma secondo lei cosa si aspettano i militanti da Bossi?

La gente non si aspetta per domenica la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la Rivoluzione francese o la fine del mondo. Vuole però un rilancio e una risposta alla sofferenza che questa fase di stallo sta generando.

Cosa intende per sofferenza?

La popolarità del premier non è certo ai massimi livelli degli ultimi 15 anni. Serve una reazione e un’accelerazione, a partire proprio dall’economia. Se la situazione di reddito delle famiglie e delle imprese fosse diversa, infatti, non saremmo qui a commentare dei risultati elettorali di questo tipo. Lo stesso discorso vale per i comuni del Nord che hanno le risorse, ma non possono spendere. Non importa se da altre parti non li hanno perché hanno speso male, la nostra gente non può più aspettare. Dopodiché sono urgenti delle risposte chiare su sicurezza, immigrazione e missione in Libia.

Sempre secondo Moncalvo l’unica cosa seria che potrebbe fare il Carroccio è abbandonare Berlusconi al proprio destino.

È una delle ipotesi sul tavolo. Dopo la sconfitta di Milano ho fatto incontri in tutte le sezioni e, personalmente, ho le idee chiare: se non arrivano risposte in fretta, meglio tornare a correre da soli. Certo, a quel punto raddoppieremmo i voti, ma si ricomincerebbe da zero, perdendo il lavoro fatto. Ma vale la pena andare avanti? La domanda è aperta, ci stiamo pensando. Di sicuro non stiamo a Roma per il gusto di lavorare a fianco di Scilipoti e Cosentino...

Ma Berlusconi e Bossi non hanno ormai un destino politico comune?


Non penso proprio. Lega e Pdl sono momentaneamente alleati. La Lega c’era prima e ci sarà anche dopo il Cavaliere, questo l’abbiamo già dimostrato. Al premier faccio i migliori auguri, spero che il governo acceleri e che si vada avanti assieme. Se però così non fosse non sarebbe certo un dramma.

In entrambi i partiti non è il caso di iniziare a parlare di successione?

Per quel che ci riguarda questo non è un argomento all’ordine del giorno. Ne riparleremo fra una decina d’anni.

E ovviamente le correnti leghiste non esistono…

Ne sento parlare da 15 anni, dai tempi di Formentini. Ci saranno anche diversi approcci, a ciascuno potrà stare più simpatico Tizio o Caio, ma da noi non esistono né correnti democristiane, né maroniani, maroniti, reguzzoniani o giorgettiani…

Da ultimo, l’asse Lega-Tremonti è in crisi o anche su questo i giornali sono fuori strada?

L’affinità geografica e culturale rimane, ma se si chiede a uno dei trecento sindaci leghisti (che hanno in cassa un miliardo di euro, senza poter spendere una lira) cosa pensano della sua politica, non c’è da aspettarsi grandi sorrisi. Al di là di quel che dice Moncalvo, se dovessimo scegliere tra Tremonti o Maroni premier non avremmo grossi dubbi...

sussidiario.net
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LA LEGA A PONTIDA
Maroni: "Non parlerà solo Bossi
Bersani: "Scelgano una strada nuova"
Il ministro dell'Interno nega che la decisione di far parlare al raduno solo il leader storico sia già stata presa. "Si diranno tante cose che certamente influiranno sulla scena politica". Salvini: "pronti anche a lasciare Berlusconi"


Maroni: "Non parlerà solo Bossi Bersani: "Scelgano una strada nuova" Roberto Maroni
VARESE - "Pontida è sempre un appuntamento importante per la salute della Lega, questa non è in assoluto la più importante perché ci sono stati tanti altri appuntamenti carichi di aspettative ed emozioni. Però questo è un appuntamento importante in cui si diranno tante cose che certamente influiranno sulla scena politica, perché la Lega è sempre determinante e ancora una volta gioca un ruolo da grande protagonista": lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni parlando a Varese.

E' dall'indomani della sconfitta nei ballottaggi prima e nei referendum poi, che si rincorrono le voci di possibili svolte annunciate dal Carroccio in occasione del suo tradizionale raduno. Da più parti si segnalavano possibili contestazioni di quella crescente componente della base che spinge per una rottura dell'asse con Berlusconi. Un'ipotesi che, secondo alcune fonti, starebbe prendendo in considerazione lo stesso Bossi malgrado le smentite ufficiali. Ed è in questo quadro di grande attesa che ieri si era sparsa la voce 1che - a differenza di tutte le altre edizioni - a intervenire quest'anno dal palco di Pontida sarebbe stato il solo Bossi. Eventualità smentita però oggi dallo stesso Maroni.

"Così ho letto sui giornali", ha detto il responsabile del Viminale a chi gli chiedeva un commento sulla scelta di far parlare il solo segretario
federale. "Noi siamo fatti così - ha proseguito il ministro - decidiamo all'ultimo momento. Non abbiamo un cerimoniale così rigido che si definisce tre giorni prima. Noi siamo gente del popolo, decidiamo, valuteremo, vedremo e deciderà bossi. Tutte le anticipazioni dei giornali sono fatte per rincorrersi e fare scoop che non ci sono".

Il dibattito interno alla Lega non è mai mancato e non manca neanche alla vigilia di Pontida 2011. Tanto che Matteo Salvini, deputato e direttore di Radio Padania, dice a Sussidiario.net: "Certo che si discute, è normale dopo l'esito delle elezioni. E dopo la sconfitta di Milano ho fatto incontri in tutte le sezioni e, personalmente, ho le idee chiare: se non arrivano risposte in fretta, meglio tornare a correre da soli". E la possibilità che il Carroccio possa togliere il sostegno al governo rifanno capolino.

E dal Pd, intanto, il segretario Pier Luigi Bersani accenna a un'apertura: "Faccio un augurio alla Lega: che questo appuntamento di Pontida l'aiuti ad andare a fondo del problema. La Lega governa da otto anni sugli ultimi dieci. Ha governato da Roma per tutto il Paese e i risultati non ci sono nè per il Nord nè per l'Italia e non ci sono neanche per la Lega. Riflettano a fondo se è il caso di rilanciare sulla vecchia strada o cercare una strada nuova, come credo sia indispensabile".

(17 giugno 2011)

repubblica.it
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Pontida, vent’anni di orgoglio padano. È Silvio, ora, il Barbarossa da cacciare
Alessandro Antonelli

* Autore: Alessandro Antonelli
* Pubblicato: 17 giu 2011
* Commenti: 1

Stufi di prendere sberle, svolta o crisi, ora sì che ci sentiranno. Possono raccontarsela come meglio credono, i capetti del Carroccio, ma l’acqua del Dio Po comincia a prosciugarsi. Vi stagnano una manciata di decreti attuativi del federalismo fiscale e qualche misera dependance ministeriale di Roma ladrona. Robetta. E comunque troppo poco per ammansire una base nervosa e scalpitante, che quest’anno si è dovuta sorbire di tutto: le marachelle del premier, l’emorragia di voti, il balbettio dei propri leader su amministrative e referendum e pure la retorica patriottarda del centocinquantesimo dell’unità d’Italia.

E così dopo ventun anni di festose celebrazioni, Pontida spalanca le sue valli al più sfacciato malumore, tanto che stavolta non si sa chi sia il Barbarossa contro cui giurare, se il logoro fantoccio della sinistra o piuttosto Silvio l’eterno, la cui zavorra presidenziale sta trascinando i lùmbard verso l’abisso. O addirittura Bossi l’intoccabile, che potrà pure ruggire dal palco e sguainare la spada di Alberto da Giussano, ma qualche stupidata, diciamo la verità, l’ha combinata anche lui. Finora i lamenti sono rimbalzati sulle frequenze di Radio Padania, disperdendosi nei rivoli dei blog e dei giornali d’area. Domenica il pratone della bergamasca darà plasticamente un volto a tanta delusione, e non sarà difficile scorgere musi lunghi tra i due ettari di sacro suolo padano, in mezzo al vortice carnevalesco di riti celtici, barbe verdi, elmi vichinghi e kilt scozzesi.

C’è aria di smottamento, in quel di Pontida. E pensare che prima d’oggi era solo giubilo e chi osava toccare il luogo simbolo dell’orgoglio leghista restava fulminato. Ci provò agli albori dei Novanta Bettino Craxi, quando ancora il Carroccio aveva ruote fragili. Fuori dal perimetro dell’abbazia dello storico giuramento, il leader del Garofano avocò a sé e al suo partito una sana cultura delle autonomie contro il «gretto e miope localismo» di chi lo aveva accolto con il cartello “tornatene a Messina”. Un pugno di bifolchi, si rassicurava l’esperto condottiero. E invece vinsero i “barbari”, finì con le manette e i cappi della forca penzolanti in Parlamento.

Lezione che i maggiorenti della Lega rinnovarono all’erede putativo di Bettino, cavalier Silvio Berlusconi, quando tentò di impadronirsi della scena approfittando del coccolone di Bossi, nel 2004. Maroni confessò a microfoni aperti di aver vissuto con un certo fastidio il codazzo di fotografi al seguito del premier: «Poteva risparmiarselo». Dunque l’anatema: «Molti anni fa anche Craxi aveva fatto una cosa simile. Si sa come andò poi a finire». E che dire di Calderoli, così fiero di aver «decontaminato» Pontida da un gruppo di «socialistini»?

Forse avevano ragione i “barbari”. Forse davvero chi meno aveva compreso il fenomeno Lega erano proprio il Psi e i suoi epigoni. Craxi, Amato, Intini che lo chiamò «fascismo padano», e infine Berlusconi, così antropologicamente lontano dalle canotte dell’Umberto e dal suo sigaro versione Che Guevara. “El gh’è”, lui c’è. Sì, insomma il Bossi «glorioso erede del 25 aprile», il Bossi «costola della sinistra», il Bossi capo di una forza «popolana e laburista», il Bossi capace di sgambetti e ribaltoni.

Ridevano tutti, all’epoca della prima marcia contro Roma. Rideva il navigato politico della Prima Repubblica, mirando lo striscione di quei grezzi montanari con su scritto, con sgarbo alla lingua latina, «Bossi, premio nobel honorem causa». Rideva pure Gasparri, canzonando il ridicolo di certi proclami e ironizzando sulla costituenda aviazione padana con allusioni alla guerra lampo dei fratelli Marx. Ridevano tutti, quando si teneva a battesimo la “Repubblica del Nord”, col Senatùr commosso e in braccio il suo pargolo Roberto Libertà. Ridevano, e non sapevano che Pontida, dal dì della prima vittoria elettorale, era già qualcosa di più di una festa: era un’appendice istituzionale, un ufficio periferico e a cielo aperto del potere centrale. Irene Pivetti dava la sua benedizione dallo scranno più alto di Montecitorio, e poi il picchetto e l’alzabandiera, lo scippo del “Va Pensiero”, un francobollo dedicato delle poste italiane, i matrimoni con la sposa di verde vestita, l’idea di batter moneta e fare acquisti con gli scudi padani (poi sarebbero arrivati i “neuro”). Tale era il grado di ufficialità concesso alla kermesse del Carroccio, che nel 2000 sul palco ci salirono pure i carabinieri, facendo arrabbiare tantissimo Nando Dalla Chiesa che ne pretese la radiazione dall’Arma.

Ben prima della menata dei ministeri al Nord, insomma, a Pontida si decidevano le sorti estive non solo della Lega ma della maggioranza tutta, si sbrigavano le pratiche del “polo del buon governo”, delegazioni dei minatori sardi si recavano tra le valli lombarde a incontrare il ministro del Bilancio Pagliarini e quello dell’Industria Gnutti.

Pontida: un topos romanzesco, un feudo denso di simbologia, un fortino inespugnabile. Cosa che non è mai andata giù agli anti-leghisti, a cominciare dall’Associazione nazionale arditi d’Italia, che una volta vi organizzò un presidio, con tanto di turni di guardia, «onde vanificare il criminale disegno di preparare e quindi realizzare l’avvento della Repubblica del Nord». Gli ambientalisti proposero invece un contro-giuramento dei cittadini extracomunitari, in risposta alle pulsioni xenofobe incipienti, mentre un manipolo di sindaci neogaribaldini progettò addirittura una marcia anti-secessione.

Si gongolavano, le camicie verdi, nel registrare tanta attenzione nei loro confronti. Come si dice: molti nemici molto onore. Oggi però dell’atmosfera epica dei primi raduni resta solo un vago ricordo. Il Carroccio che avanza come un cingolato, macinando tutto ciò che si frappone tra il suo corpaccione e la propria meta, rischia pericolosamente di sbandare.

«Lega più di lotta che di governo», provano a darsi animo i dirigenti alla vigilia dell’adunata. Ma di lotta se n’è vista poca, mentre al governo ci sono da decenni. Poi dice che uno si butta a sinistra…

gli altri.it
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Napoli, in consiglio comunale Lettieri
crea tre gruppi per avere più rimborsi

In campagna elettorale aveva promesso di voler finalmente portare l'austerity a Palazzo San Giacomo. Ma appena messo piede in Consiglio è riuscito a spaccare la sua già esigua squadra in tre minigruppi, triplicando così in un sol colpo i rimborsi spese previsti per ciascun gruppo consiliare
In campagna elettorale aveva promesso di voler finalmente portare l’austerity a Palazzo San Giacomo. Tanto che la nona delle 72 meraviglie programmatiche ispirate alla Smorfia napoletana che avrebbero dovuto portarlo alla guida della città recitava testuale: “piena attuazione del regolamento comunale, che impedisce la formazione di gruppi consiliari con meno di tre componenti. Conseguente abolizione di sprechi ed extra benefit”. Ma Gianni Lettieri deve aver preso alla lettera la cabala partenopea, in cui al 9 corrisponde la figliata, se appena messo piede in Consiglio è riuscito a spaccare la sua già esigua squadra in tre minigruppi, triplicando così in un sol colpo i rimborsi spese previsti per ciascun gruppo consiliare.

Al motto di “Three is megl’ che one”, l’ex capo degli industriali partenopei guiderà dunque l’opposizione alla testa di “Liberi per il Sud”, assieme ai colleghi Domenico Palmieri (eletto con Forza del Sud) e Gennaro Addio (Noi Sud). Marco Nonno, Marco Mansueto e Gabriele Mundo, tutti eletti con il Popolo delle Libertà, rappresenteranno invece il gruppo “Pdl Napoli”, da non confondersi con il “Pdl”, che conta invece quattro membri. Stanislao Lanzotti e i suoi tre seguaci, infatti, pur “confermando totale e piena fiducia al coordinamento regionale che nel corso di questi anni ha condotto il centrodestra a importanti vittorie in regione e nelle province della Campania”, hanno scelto da subito la strada della scissione per stigmatizzare “l’assenza di criteri politici che hanno caratterizzato l’azione politica in città nel corso dell’intera campagna elettorale per le recenti elezioni comunali”. In pratica una bocciatura tout court alla gestione del coordinatore cittadino del Pdl Marcello Taglialatela.

Resta l’ultimo consigliere di centrodestra, Luigi Zimbaldi, eletto nella lista civica “Liberi per Lettieri”, che ha deciso di smarcarsi ancor prima di entrare in Consiglio annunciando alla stampa di aver creato il gruppo “Iniziativa responsabile – La discussione”. Anche Napoli, ora, ha il suo Scilipoti. Che però dovrà far presto a cercare fortuna in qualche altro gruppo per evitare di finire nella tagliola di de Magistris. Il nuovo sindaco, infatti, ha già annunciato di voler risanare i conti con un taglio netto delle spese e difficilmente accetterà che in Consiglio siedano gruppi con meno di tre consiglieri.


ilfatto



ps. posto questo articolo qua,senza aprire inutilmente un altro topic...
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Grandissimo Filippo Rossi e il suo "Futurista" http://www.ilfuturista.it/ :


Il futuro della destra?
Prima distruggiamo “questa” .
Mercoledì 22 Giugno 2011

di Filippo Rossi


Mi accorgo oggi che su un giornale che non compro, che non leggo, che non sfoglio nemmeno, c’è stato un “animato” e “dotto” dibattito sul “futuro della destra”. Non vi sto qui a tediare con la sintesi di quel che è stato detto e argomentato. Solo una citazione vale la pena riprendere, giusto per capire di cosa si tratta.
È di una firma di punta del “foglio” in questione: «L’incontro con Silvio Berlusconi è quanto di più positivo sia accaduto alla destra in questi anni…». E se le cose stanno così è decisamente meglio parlar d’altro, leggere altro, pensare altro.

Non è supponenza né ritrosia: è solo la convinzione che questo genere di dibattiti tendono a volare alto, nell’empireo dei valori, solo per il desiderio (inconscio?) di nascondere la realtà. E allora, ecco ripetuta la favoletta di un Berlusconi “re taumaturgo” nei confronti di una destra italiana appestata dalla lebbra della storia. Si parla di destra sublime, liberale, assoluta, cattolica, spirituale per non parlare di quel che la destra è gradualmente diventata in questo ventennio di supremazia berlusconiana. Si parla dell’assoluto per evitare il concreto.

E il concreto è davanti agli occhi di tutti: incontrovertibile, inconfutabile. La destra, questa destra, è diventata sinonimo d’immoralità, di menefreghismo. Questa destra berlusconiana ha fatto suo il grido di battaglia: “Ognuno si faccia i cazzi propri”. Questa destra ha svenduto il suo patriottismo in nome di qualche accordo di potere. La destra “salvata” dal pifferaio di Arcore è stata portata nel baratro dell’illegalità fatta sistema. Dei poteri occulti e traversi, dei Letta e dei Bisignani. Questa destra ha accettato il conflitto d’interesse come se fosse una cosa normale. Ha sopportato che un mafioso fosse definito un eroe. Ha cercato le scorciatoie. Ha dimenticato il merito e premiato il demerito. Ha abbandonato i valori cavallereschi: la nobiltà d’animo, l`onore, la lealtà, il disprezzo del denaro, la magnanimità, la misura… Dai cavalieri ai “cavalier serventi”. È andata in chiesa senza ascoltare nemmeno una predica. Questa destra ha accettato il triste ruolo di servitrice dei potenti (di un potente). E, oltretutto, si è accontenta delle briciole. Doveva diventare liberale si è riscoperta liberticida.

A questo punto, su qualcuno ha davvero a cuore “il futuro della destra” la prima cosa da fare è distruggere questa destra. Fare terra bruciata. Non salvare niente e nessuno. Azzerare tutto quel che è stato. Abbattere corrotti e corruttori. Solo così potrà nascere, dalle ceneri di questa, un’altra destra possibile. Una destra nuova. Non c’è alternativa: distruggere per ricostruire. Tabula rasa del berlusconismo e dei berlusconiani: questa è l’unica speranza. Non credete a chi dice il contrario, a chi vagheggia ancora possibilità di accordi e di dialogo. Lo fa solo perché è coinvolto anche lui. Lo fa solo perché ha già perso, perché guarda al futuro come un incubo. Non come una speranza.


"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
reggino
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Divertentissimo Paniz.Non crede neanche lui alle sue affermazione,ad ogni cosa che dice sorride continuamente,come se fosse consapevole delle cavolate che spara.Un mito Paniz.
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reggino ha scritto:Divertentissimo Paniz.Non crede neanche lui alle sue affermazione,ad ogni cosa che dice sorride continuamente,come se fosse consapevole delle cavolate che spara.Un mito Paniz.
Uno dei politici più viscidi ed ipocriti che il PdL abbia offerto alla Nazione...
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
reggino
Non c'è nenti!
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Località: l'isola che non c'è

Considerato che Berlusconi è finito,volevo chiedervi cosa ne pensate dell'entrata in politica di Montezemolo.Secondo voi riuscirà a ripetere l'impresa fatta nel '94 dall'attuale presidente del consiglio??
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InGinocchioSi
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Tic Tac Tic Tac Tic Tac..... :forno:
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pellarorc
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Letta e Alfano insistono ma lui.....resiste!!!!
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onlyamaranto
Ehi cosa bella!
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...però quelli che non aspettano altro che abbandonare la nave dove hanno pascolato e bivaccato per anni mi provocano nausea, adesso che sentono la fine vicina abbandonano, quando c'era da ribellarsi alle porcherie che venivano spacciate per rimedi utili all'Italia tacevano, volevano convincere gli italiani che Ruby era la nipote di Mubarak, hanno approvato lo scudo fiscale dando copertura legale ai peggiori ladri, e adesso, solo adesso che il padrone è morente!! scoprono che deve dimettersi...se non l'avesse detto quell'essere nauseabondo di Storace, direi che li fucilerei alla schiena, virtualmente s'intende, ma il senso è quello...

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
UnVeroTifoso
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onlyamaranto ha scritto:...però quelli che non aspettano altro che abbandonare la nave dove hanno pascolato e bivaccato per anni mi provocano nausea, adesso che sentono la fine vicina abbandonano, quando c'era da ribellarsi alle porcherie che venivano spacciate per rimedi utili all'Italia tacevano, volevano convincere gli italiani che Ruby era la nipote di Mubarak, hanno approvato lo scudo fiscale dando copertura legale ai peggiori ladri, e adesso, solo adesso che il padrone è morente!! scoprono che deve dimettersi...se non l'avesse detto quell'essere nauseabondo di Storace, direi che li fucilerei alla schiena, virtualmente s'intende, ma il senso è quello...
Quando la nave affonda i topi scappano.... e questi più che topi sono vere e proprie zoccole di fogna... :salut :salut
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kurohata
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brrrrrr (m'veni u friddu) Montezemolo che entra in politica... continueranno a gestire la società (quindi le nostre vite) come delle aziende, indi per cui: i cittadini e i lavoratori come merci, i diritti e i servizi pubblici come premi produttività.


sono antigovernativo! qualsiasi governo ci sia :D
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