coinvolto in diverse inchieste è in commissione anti mafia

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Che bellezza...solo in Italia può accadere...

http://www.corrieredellacalabria.it/sto ... I.facebook


Caridi e «il contrasto alla criminalità»
Da Reggio Calabria a Genova

Il senatore del Pdl indicato da Schifani come componente della commissione parlamentare Antimafia. Ma il suo nome spunta in diverse inchieste

REGGIO CALABRIA Crisi di governo permettendo, il senatore calabrese del Pdl Antonio Caridi potrebbe presto diventare uno dei componenti della commissione parlamentare Antimafia. Lo ha indicato il presidente del gruppo del Popolo della Libertà, Renato Schifani, e lui ha accolto con grande soddisfazione la designazione all'organismo bicamerale assicurando che lavorerà con «grande impegno e senso di responsabilità, con spirito di servizio verso le istituzioni, al di fuori di ogni logica di schieramento o di partigianeria, con l'orgoglio di servire il Paese e la mente rivolta a quanti quotidianamente si battono per l'affermazione dei valori democratici e la difesa della libertà individuale e collettiva».
A poche ore dalla designazione, infatti, Caridi, ha garantito il «proprio contributo, sul piano politico, al contrasto alla mafia e alla criminalità organizzata sull'intero territorio nazionale». Da Reggio Calabria a Genova

Il dossier consegnato a Pisanu
Ed è proprio nelle carte della Procura distrettuale del capoluogo ligure che, nel 2011, è comparso il nome del senatore Antonio Caridi, all'epoca assessore regionale alle Attività produttive.
In un dossier consegnato dal capo della Dda di Genova, Vincenzo Scolastico, all'ex presidente della commissione parlamentare Antimafia Beppe Pisanu erano ricostruiti alcuni passaggi attraverso i quali la 'ndrangheta si sarebbe infiltrata nel territorio ligure.
«L’indagine – in uno stralcio di quel dossier si fa riferimento all'appoggio fornito dalle famiglie emigrate in Liguria nella campagna elettorale per le regionali in Calabria – ha consentito di documentare l’alacre attività di sostegno svolta, nell’ultimo voto regionale, da esponenti della cosca, anche con palesi intimidazioni, a favore del candidato Antonio Stefano Caridi».
Si trattava, in sostanza, di una relazione riservata attraverso la quale la Dda ha ricostruito le attività illecite del boss Carmelo Gullace «iscritto in gran segreto sul registro degli indagati negli ultimi mesi». Secondo gli inquirenti, sarebbe lui il «leader per tutto il Nord-ovest» a capo della cosca Raso-Gullace-Albanese. Una consorteria mafiosa che, oltre a dettare legge in Liguria, è attenta al territorio calabrese. In particolare, le «indagini hanno consentito di registrare la periodica tenuta di vari summit», come quello tenuto in Calabria il 12 marzo 2010 quando il capo dei Gullace ha partecipato a un rito di affiliazione alla 'ndrangheta. Pesantissimo, infine, il passaggio sui rapporti tra la cosca e la politica: «Nella terra d’origine (la cosca, ndr) può contare su una rete di contatti con alcuni esponenti politici». Tra questi, stando alle risultanze investigative della Dda di Genova, ci sarebbe stato anche l'assessore regionale alle Attività produttive Antonio Caridi (che non ha mai ricevuto alcun avviso di garanzia per mafia, ndr), oggi senatore del Pdl e futuro componente della commissione Antimafia.

Il pentito Fracapane: «Sentivo sempre il nome di Caridi»
Prima ancora che in quelle della Dda di Genova, del senatore Caridi aveva parlato il collaboratore di giustizia Giovanbattista Fracapane, un tempo killer di punta della cosca De Stefano. Nove anni fa, infatti, il pentito ha riferito ai magistrati di aver sentito spesso il nome del governatore Giuseppe Scopelliti e dell’assessore Antonio Caridi negli ambienti della cosca di Archi. Era il 7 luglio del 2004 quando nel carcere di Rebibbia a Roma, Fracapane riceve la visita dei sostituti procuratori della Dda Santi Cutroneo e Mario Andrigo e dei vicequestori aggiunti della squadra mobile Renato Panvino e Luigi Silipo. Fracapane ha ricostruito molti delitti commessi nella seconda metà degli anni Ottanta su mandato di Orazio De Stefano. Ma non si è limitato a descrivere il suo ruolo di sicario al servizio del potente casato mafioso di Archi. La gola profonda ha parlato, infatti, di politica e delle amicizie di cui i De Stefano godevano negli ambienti istituzionali reggini. E quando il pm Cutroneo gli chiese quali fossero «le amicizie nel campo delle istituzioni e della politica», Fracapane rispose: «Mi ricordo che alle votazioni sapevo sempre che loro al De Stefano (Orazio, ndr) gli interessava sempre che se ne andava Falcomatà... perché lui magari con la destra aveva una sua amicizia no, che sicuramente qualche lavoro lo prendeva, col pizzo l’ha preso. Diciamo forse sentivo sempre il nome di Caridi io Caridi diciamo... consigliere non so... sempre sentivo… il nome di Scopelliti questo... che poi... Si diceva magari la destra sta Alleanza Nazionale queste cose qua sommariamente no specificatamente mi ha detto sapete quello».
Pochi mesi dopo, il 19 ottobre 2004, la Direzione distrettuale antimafia interrogò nuovamente Giovanbattista Fracapane. Questa volta, il pentito si trovò di fronte il sostituto procuratore Roberta Nunnari, accompagnata dal vicequestore aggiunto Luigi Silipo e dall’ispettore Antonino Dell’Arte. Alle 10 del mattino iniziò l’interrogatorio in cui spiegò il periodo della sua latitanza gestita dal boss Paolo Rosario De Stefano Caponera. Quest'ultimo trovava gli appartamenti nei quali nascondersi attraverso agenzie immobiliari. E quando Fracapane stava male, sarebbe stato sempre Paolo Rosario a contattare il medico attraverso “amici” istituzionali.
«Mi sono visto con un dottore diciamo – è sempre Fracapane a parlare – che, che siccome sto male diciamo con la digestione e ho pensato sempre che sono allergico a qualche mangiare quindi mi ha fatto Paolo l’incontro con questo dottore che è una persona sui cinquanta, robusta diciamo era vestito con gli abiti che si usavano, con una polo a rombi che quando l’ho visto mi sembravo io il dottore va, gli ho detto “Paolo ma chi mi hai portato” che io mi ero preparato tutto per bene una doccia fresco perché pensavo che mi faceva le cose per l’allergia alimentare proprio i test… E questo dottore dice che l’aveva trovato con Caridi, che sarebbe non so assessore a che cosa».

Le assunzioni pazze
Il futuro componente della commissione Antimafia spunta anche nelle intercettazioni dell'inchiesta antimafia “Sistema” che ha portato all'arresto dell'ex consigliere comunale Dominique Suraci, un imprenditore spregiudicato che, oltre ad annoverare legami con soggetti ritenuti vicini alle cosche, si è reso protagonista di «assunzioni pazze» nei suoi supermercati. Il gip, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell'ex consigliere di centrodestra, infatti, ha sottolineato lo «sproporzionato numero di assunzioni fatte da Dominique Suraci, nei punti vendita da lui controllati». Dalle intercettazioni è emerso che si trattava di dipendenti «costretti a votare i candidati che gli imponeva il datore di lavoro altrimenti, così non facendo, rischiavano il posto». A un mese dalle elezioni comunali di Reggio, una conversazione tra l'ex consigliere arrestato e l'ex assessore regionale Antonio Caridi, secondo il gip, rappresenta «plasticamente il vero sprezzo di Suraci nei confronti delle persone e dei loro bisogni, pari solo al cinismo con il quale le stesse venivano utilizzate fornendo loro il miraggio di un posto di lavoro al solo scopo di ottenerne il voto per poi rimetterli in mezzo a una strada». Dopo essersi accordati per andare assieme alla Leonia (la società mista del Comune di Reggio) e dopo aver parlato «di una donna che doveva essere assunta in via Battaglia (in un supermercato, ndr)», Caridi precisa «che la può prendere anche un mese e che poi la butta fuori ma che la deve prendere oggi – è scritto nei brogliacci delle intercettazioni –. Suraci gli dice quindi di farla presentare in via Battaglia e precisa che il responsabile è Massimo Alampi, aggiungendo che la terrà un mese, un mese e mezzo». Giusto il tempo di “rubare” un altro voto sfruttando l'esigenza di lavoro dei disoccupati.

Il “modello Reggio” e la messa in mora
Il nome del senatore Caridi spunta anche tra le 43 persone che rischiano di dover mettere mano al portafogli per restituire allo Stato circa 7 milioni di euro. Nel giro di poche settimane, i commissari del Comune di Reggio hanno notificato la messa in mora delle somme ai protagonisti del cosiddetto “modello Reggio” che, tra consulenze, feste e spettacoli organizzati da Lele Mora e dal boss Paolo Martino, avrebbero provocato una voragine nelle casse di Palazzo San Giorgio. Dopo le denunce del caso Fallara, infatti, l'ispezione della Ragioneria generale dello Stato avrebbe accertato che con l'amministrazione Scopelliti sarebbero stati conferiti incarichi dirigenziali illegittimi. Quanto rilevato dalla terna commissariale, inoltre, è stato trasmesso alla Procura generale della Corte dei conti che dovrà accertare eventuali responsabilità. Oltre all'ex sindaco Giuseppe Scopelliti, la messa in mora ha toccato tutti gli assessori delle sue giunte e tra questi anche il senatore Antonio Caridi. (0050)


Lucio Musolino

29/09/2013 16:02
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onlyamaranto
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Motociclista ha scritto:

...«che la può prendere anche un mese e che poi la butta fuori ma che la deve prendere oggi – è scritto nei brogliacci delle intercettazioni –. Suraci gli dice quindi di farla presentare in via Battaglia e precisa che il responsabile è Massimo Alampi, aggiungendo che la terrà un mese, un mese e mezzo». Giusto il tempo di “rubare” un altro voto sfruttando l'esigenza di lavoro dei disoccupati.



Questa è la cosa che mi fa più schifo, che mi indigna e mi indignerà sempre, sfruttare lo stato di bisogno della gente, sporche carogne.

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
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onlyamaranto ha scritto:
Motociclista ha scritto:

...«che la può prendere anche un mese e che poi la butta fuori ma che la deve prendere oggi – è scritto nei brogliacci delle intercettazioni –. Suraci gli dice quindi di farla presentare in via Battaglia e precisa che il responsabile è Massimo Alampi, aggiungendo che la terrà un mese, un mese e mezzo». Giusto il tempo di “rubare” un altro voto sfruttando l'esigenza di lavoro dei disoccupati.



Questa è la cosa che mi fa più schifo, che mi indigna e mi indignerà sempre, sfruttare lo stato di bisogno della gente, sporche carogne.
purtroppo non è la prima e non sarà l'ultima.....
pincopallino
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Motociclista ha scritto: dopo aver parlato «di una donna che doveva essere assunta in via Battaglia (in un supermercato, ndr)», Caridi precisa «che la può prendere anche un mese e che poi la butta fuori. Giusto il tempo di “rubare” un altro voto sfruttando l'esigenza di lavoro dei disoccupati.
:thumleft
e anche per questo (sfruttamento dell'esigenza di lavoro dei tantissimissimi disoccupati reggini) che alle prossime elezioni comunali il PDL - Forza Italia vinceranno a man bassa :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Per i pochi amici/compari che poi sistemeranno nelle nuove società in house che sostituiranno l'attuale Leonia e Multiservizi sarà una vera sistemazione lavorativa,
tutti gli altri disperati che saranno presi per il C_ _ _ con fantomatiche promesse,
saranno cornuti e mazziati :mrgreen:

"la può prendere per un mese e poi buttarla fuori" .............. :eheh: :eheh: :eheh:
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Località: na vota 'nto bizzolu

ma scusate..chi meglio di uno che conosce la materia può dare il suo contributo???

:fifi: :fifi: :fifi:
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citrosodina
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guardate un po' chi c'è nella lista dei transfughi....

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... 3741/1/#10

:mrgreen: :mrgreen:


figuriamoci se tornava a casa volentieri dopo pochi mesi....


Ps... su 23 ben 5 compari calabresi.... :wink
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Ma ........... al di là di Caridi, una commissione antimafia in Italia non serve ad un benemerito AZ
Contro le mafie serve solo una sana magistratura e le forze di polizia messe però nelle condizioni di poter lavorare e di poter indagare a 360°

Siamo però nella repubblica delle banane per cui eccoti la commissione anti :zip: ed eccoti che i componenti della stessa .......
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Falko
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dopotutto i migliori hackers li prendono le case produttrici di antivirus....
Se il destino mi è avverso, peggio per lui!!!

http://www.youtube.com/watch?v=06hr11IO" onclick="window.open(this.href);return false; ... dded#at=13

"La mia rielezione sarebbe al limite del ridicolo" Giorgio Napolitano 14/4/2013
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Senatore CARIDI (Pdl): I calabresi? antropologicamente inquinati dalla 'ndrangheta



http://www.zoomsud.it/index.php/politic ... gheta.html
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Malaca ha scritto:Senatore CARIDI (Pdl): I calabresi? antropologicamente inquinati dalla 'ndrangheta



http://www.zoomsud.it/index.php/politic ... gheta.html
E detto da un tecnico audiometrista.... vale tanto....
Se il destino mi è avverso, peggio per lui!!!

http://www.youtube.com/watch?v=06hr11IO" onclick="window.open(this.href);return false; ... dded#at=13

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Nomina Caridi in antimafia, Tuccio attacca: ''...siete tutti intercettati e riportati nelle informative antindrangheta e il mafioso incandidabile sono io? Non ci sto!''



http://www.strill.it/index.php?option=c ... &id=177711
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8/10/2013 Dalila Nesci: "Antonio Stefano Caridi in commissione antimafia"


http://www.youtube.com/watch?v=zsyrnoBtn5M


Onorato di aver votato ed essere rappresentato da M5S!!!!!
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Motociclista ha scritto:sembra abbia rinunciato.....

http://www.ildispaccio.it/calabria/3000 ... -antimafia
beh, ora esce anche che è anche una brava persona che rinuncia all'incarico... chi ha fatto il suo nome non avrebbe neanche dovuto pensarci ... roba da farli dimettere per incompetenza
Se il destino mi è avverso, peggio per lui!!!

http://www.youtube.com/watch?v=06hr11IO" onclick="window.open(this.href);return false; ... dded#at=13

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M5S scrive a Grasso: fuori Fazzone e Bilardi dalla Commissione antimafia!


L'intero gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle a Palazzo Madama ha scritto al Presidente del Senato Pietro Grasso informandolo sulla pesante inopportunità della nomina in Commissione Antimafia da parte dei gruppi di appartenenza, dei senatori Giovanni Bilardi (Gal) e Claudio Fazzone (Pdl). Ecco il loro brillante curriculum, illustrato nella lettera aperta a Grasso.

Ill.mo Sig. Presidente del Senato,

vogliamo farLe un breve resoconto sull'attività di due futuri componenti della Commissione Antimafia, la cui storia personale influisce pesantemente sull'opportunità della loro nomina in un organismo che vuole essere uno strumento di controllo di un fenomeno che ha pesato, da sempre, come un macigno sullo sviluppo economico-sociale del Meridione e che, nella storia recente della Repubblica, ha condizionato pesantemente e negativamente l'intero Paese.

Stiamo parlando dei Senatori Giovanni Bilardi e Claudio Fazzone.
Il Senatore Giovanni Bilardi, già consigliere regionale per la Lista "Scopelliti Presidente", della quale è stato coordinatore e capogruppo, è indagato dalla Procura di Reggio Calabria per peculato, falso e truffa.
Si vuole ricordare che le ''spese folli" del Consiglio regionale calabrese - non dissimilmente da quelle fatte in altre regioni dal 2010 al 2012 - hanno raggiunto particolari livelli di abiezione umana più che politica, avendo avuto ad oggetto gratta e vinci, serate in discoteca, pay per view e - addirittura - la lap dance.

L'ex capogruppo si è fatto rimborsare un set di valigie da 1.200 euro, comprato con i soldi dei contribuenti, rimanendo personalmente coinvolto in un'assai lunga lista di "spese" poco chiare imputabili alla suddetta Lista, oggetto - su sollecitazione della Corte dei Conti - d'indagine da parte degli investigatori di Reggio Calabria: un lunghissimo elenco di fatture, buoni acquisto e scontrini, al vaglio delle toghe competenti sui conti delle pubbliche amministrazioni, che hanno gravato sui finanziamenti pubblici messi a disposizione delle strutture regionali per le "attività istituzionali" legate alla rappresentanza e all'attività politica.

Il Gruppo di Bilardi avrebbe speso, in uno noto negozio di articoli da regalo extra lusso, cifre importanti per "oggetti di rappresentanza": è nota la vocazione, in tale veste, dell'argenteria così com'è nota l'intimità all'attività politico-istituzionale di contributi spesi per spettacoli - ripetutisi nel tempo - di un gruppo cubano.

E' anche il caso di richiamare l'attenzione sul coniuge del Senatore, Maria Angela Chirico, che fa parte dello staff della Commissione straordinaria insediatasi a Palazzo San Giorgio dopo lo scioglimento del Comune di Reggio Calabria per infiltrazioni mafiose, ed è tra i 75 indagati per truffa nell'inchiesta "Torno subito", che ha colpito i presunti assenteisti del Comune.

Tralasciando quello che potrebbe essere visto come un episodio minore, legato ad una visione contorta nella normalità della percezione di comportamenti illeciti, ispirati da un costante abuso politico-amministrativo nella pratica di chi si occupa della gestione della cosa pubblica, preoccupano di più gli episodi - dei quali il nostro territorio è prodigo - di collusione della politica con la criminalità organizzata.

Se sembra assimilabile al gossip la confidenza del collaboratore di giustizia Roberto Moio sul fidanzamento del figlio del senatore con la figlia di Roberto Franco (elemento di spicco della 'ndrangheta reggina), l'ex consigliere regionale è pure zio di Ettore Bilardi che in termini di reati, nella vita, si è fatto mancare ben poco.

AI congiunto del politico si può attribuire una carriera criminale di tutto rispetto con una invidiabile escalation di imputazioni delle quali si ricordano, per importanza, le gravi violazioni di legge di carattere associativo e di natura mafiosa, l'omicidio in concorso, la detenzione abusiva di armi, l'associazione di tipo mafioso, l'evasione, il danneggiamento e l'estorsione. Più volte latitante, secondo gli investigatori è stato prima al servizio dell'autorevole cosca Tripodo, poi "emigrata" a Fondi, in provincia di Latina, poi di "altre, altrettanto potenti e radicate, operanti nell'area nord di questa città".

E da quest'ultimo riferimento vogliamo attrarre l'attenzione sull'ex autista dell'allora Ministro dell'interno Nicola Mancino, Claudio Fazzone, anche lui ben inserito nel suo territorio, Fondi, feudo del centrodestra in provincia di Latina, interessato nel 2008 da una richiesta di scioglimento per mafia. Tante indagini raccontavano dell'esistenza nel comune pontino di un intreccio pericolosissimo tra pezzi di 'ndrangheta e amministratori pubblici, di fronte al quale il sindaco di allora, Luigi Parisella, più volte chiuse gli occhi ; un primo cittadino che con l'attuale Senatore - oltre ad avere un rapporto politico e di amicizia - era socio. Egli usò tutto il suo peso politico di uomo più votato della Regione Lazio per bloccare quella richiesta caduta sul suo potentato. Pochi giorni prima della decisione del Consiglio dei Ministri, il sindaco si dimise, scongiurando concretamente l'arrivo dei commissari prefettizi.

Meno bene è andata al senatore Fazzone quando, come presidente del Consiglio regionale del Lazio aveva invaso la scrivania del dirigente della ASL di Latina con lettere di raccomandazione, tutte su carta intestata, a scanso d'equivoci : attività per la quale è sotto giudizio davanti al tribunale di Latina per abuso d'ufficio.

Paradossalmente, a costui, verrà demandato l'esame di questioni delicatissime, come la trattativa Stato-Mafia, che vede imputato quello stesso Nicola Mancino al quale era a servizio.



fonte:

http://www.beppegrillo.it/movimento/par ... mafia.html
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