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Dell'Utri, scontro su decisione Cassazione
Pdl: parole violente dal partito magistrati
Berlusconi: 19 anni di sofferenza e gogna. Ingroia: non c'è alcun partito dei giudici. Caselli: requisitoria pg imbarazzante
ROMA - «Ho letto commenti violenti sulla sentenza Dell'Utri da parte del partito della magistratura - ha detto oggi a Udine il segretario del Pdl, Angelino Alfano - Quando le sentenze erano di loro gradimento, dicevano che le sentenze non si commentano. La magistratura è divisa in partiti che per eufemismo si chiamano correnti; correnti che fanno congressi e che hanno iscritti». Le parole dei Alfano arrivano all'indomani delle polemiche sulla decisione della Cassazione che due giorni fa, ha annullato con rinvio la condanna a sette anni di reclusione per il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri.
Berlusconi: 19 anni di sofferenza e gogna. «Diciannove anni di sofferenza e di gogna, una cosa incredibile» è stato il commento di Silvio Berlusconi.
Ingroia: non c'è alcun partito dei giudici, basta con le polemiche gridate. «Non c'è alcun partito di giudici ma solo la necessità di uscire dalle sterili polemiche politiche gridate - ha detto oggi il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, riferendosi alle dichiarazioni di Alfano.Nessuno può cancellare le sentenze. Tutti i provvedimenti giudiziari possono e devono essere soggetti a critiche, che sono legittime quando sono argomentate. Non si può dire la stessa cosa con gli insulti e gli attacchi sguaiati che spesso vengono rivolti ai magistrati della pubblica accusa. E' auspicabile e necessario avviare un confronto civile nel rispetto di tutti e di ciascuno».
«Colpo di spugna al metodo Falcone. «Spero che questa sentenza non si trasformi nel colpo di spugna finale al metodo Falcone - aveva detto in precedenza Ingroia in un'intervista al Fatto Quotidiano - perché da due decenni siamo testimoni in un'instancabile opera di demolizione del lavoro della magistratura siciliana, iniziato dal pool antimafia di Falcone e Borsellino e proseguito dopo la loro morte». Sulla sentenza, Ingroia afferma che «i giochi sono ancora aperti perché questa non è una sentenza di assoluzione - precisa - e tutto si deciderà nel nuovo processo, c'è amarezza con la coincidenza del ventennale della morte di Falcone e Borsellino». «Siamo in una fase molto delicata di acquisizione di nuove verità - prosegue il procuratore - sulle stragi e sui depistaggi. È triste assistere, proprio in questo anno, al montare di un nuovo revisionismo politico-giudiziario sulla stagione di Falcone e Borsellino». Il procuratore si dice meno sorpreso della sentenza «conoscendo la cultura della prova del presidente Grassi, che è completamente lontana dalla mia». «Dire che al concorso esterno non crede più nessuno fa a pugni con tante sentenze ormai definitive», precisa Ingroia che prova a spiegarsi la sentenza del pg Iacoviello con la volontà di sottolineare che «l'annullamento con rinvio non equivale ad una dichiarazione di innocenza dell'imputato» ma «alcuni suoi passagi ed espressioni un pò forti - aggiunge - appaiono incoerenti con questa conclusione».
Di Pietro: per ora Dell'Utri è condannato a nove anni. «L'informazione ufficiale distorce le notizie: la Cassazione non ha assolto l'amico di Berlusconi, ma ha rinviato il processo all'appello, vuol dire che resta un condannato a 9 anni in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa»: così il leader Idv, Antonio Di Pietro, commenta la decisione della Cassazione.
Napoli: Cassazione ha detto che c'è "fumus persecutionis". «L'annullamento del processo d'appello contro il senatore Marcello Dell'Utri - dice Osvaldo Napoli, vice capogruppo del Pdl - è stato motivato dal Pg Francesco Iacoviello con un elegante perifrasi che resa in termini spicci sta a significare: fumus persecutionis. Insomma, la Cassazione ha depennato la norma giuridica cara ai Torquemada straccioni secondo cui "il sospetto è l'anticamera della verità" e hariportato per un attimo l'Italia nel novero dei Paesi a elevata civiltà giuridica. I commenti di qualche magistrato a quella sentenza lasciano basiti. Sostenere che "i giochi sono aperti", significa che qualche magistrato "giocà con la libertà" e la carcerazione di una persona. E' lecito chiedersi se il Csm esista ancora come organo di autogoverno dei magistrati o se non sia ridotto a un cenacolo di perditempo».
Caselli: le affermazioni di Iacoviello sono imbarazzanti, feriscono Falcone. Giancarlo Caselli, procuratore di Torino ed ex capo della procura di Palermo, in un'intervista a La Stampa ha detto: «La requisitoria del sostituto procuratore generale della Cassazione, Iacoviello - ha detto Caselli - non ha ferito solo me, ma Giovanni Falcone che ha teorizzato e concretizzato nei maxiprocessi il concorso esterno in associazione mafiosa. Le affermazioni di Iacoviello sono quantomeno imbarazzanti». Caselli ha aggiunto che in passato il Csm ha punito colleghi per molto meno.
Cicchitto: a Caselli sono saltati i nervi. «Evidentemente - dice il presidente dei deputati del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto - al dottor Caselli sono saltati i nervi se invoca addirittura provvedimenti disciplinari del Csm nei confronti del sostituto procuratore Iacoviello per l'arringa fatta e per quello che ha detto sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa. A proposito: è evidente che esso consente dei margini incredibili di discrezionalità anche a pubblici ministeri politicizzati per cui va eliminato o comunque profondamente rivisto come sostiene anche uno che se ne intende in materia come Luciano Violante».
Domenica 11 Marzo 2012 - 13:14 Ultimo aggiornamento: 21:13
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Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.