Berlusconi: "Tangenti? Esistono, no a moralismi

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Berlusconi: "Tangenti? Esistono, no a moralismi.
E promuove Alfano alla successioneIl Cavaliere attacca ancora i magistrati. Parole poco lusinghiere per Mario Monti: "E' un professorino, capisce pochissimo di economia". E di Grillo dice: "E' un pericolo per la democrazia". Non esclude in seguito un ricambio generazionale, difende il condono, accusa Tremonti di non aver combattuto gli evasori

Le tangenti? Esistono, ma sono un fenomeno tipico delle democrazie imperfette, come quelle dei paesi del Terzo mondo. E' questo, in sintesi, il commento di Silvio Berlusconi sui recenti scandali che hanno travolto grandi aziende italiane, da Enel a Finmeccanica. "Quando grandi gruppi come Eni, Enel o Finmeccanica - spiega l'ex premier ospite di Agorà su Raitre - trattano con Paesi che non sono complete e perfette democrazie ci sono delle condizioni che bisogna accettare per vendere i propri prodotti. Tangenti? Sono commissioni chieste in quei Paesi, le democrazie come la nostra queste cose non le fanno".

Berlusconi dice no ai "moralismi assurdi" in fatto di tangenti: "se uno fa questo moralismo non fa l'imprenditore a livello globale. Quello delle tangenti è un fenomeno che esiste, non si possono negare le situazioni di necessità se si va trattare nei Paesi del terzo mondo o con qualche regime, e l'India è un paese fuori dalla sfera occidentale". Un giudizio diametralmente opposto rispetto a quello di Pierluigi Bersani, il quale afferma di "non credere nella giustizia a orologeria, su questi fatti la magistratura indagava da tempo".

Il Cavaliere poi aggiunge: "Questa magistratura ha mostrato un autolesionismo assoluto nei confronti dell'Italia, ora nessuno tratterà più con grandi gruppi come Eni, Enel o Finmeccanica. E' un masochismo assurdo". E ha proposto di reintrodurre l'immunità parlamentare se avrà la maggioranza. Sulla condanna a Raffaele Fitto, afferma: "Ho letto le carte, non c'è nessuna prova, ci sono magistrati che sono entrati a gamba tesa nella campagna elettorale".

Poco lusinghiero il giudizio sul premier: "Monti capisce pochissimo di economia - continua Berlusconi - ci ha portato in una recessione terribile. E' un professorino, ha guardato l'economia dal buco della serratura. Lo volevo perchè mi portava Casini, il mio sogno è sempre stato riunire i moderati, lui faceva il capo della coalizione e non importava molto perchè io facevo il leader del Pdl", ha aggiunto.

Neanche Beppe Grillo e Pierluigi Bersani sfuggono alle sue critiche. Del primo l'ex premier dice che "rappresenta un pericolo per la nostra democrazia. Lui ha raccolto gli italiani disgustati ma non ha un programma. Sono preoccupato, lui pensa solo a picconare l'establishment esistente, ma non propone nulla di costruttivo". Del segretario democratico dice che "non tiene vergogna", commentando una dichiarazione in cui Bersani afferma che il "Pd non si occupa di banche".

L'ex premier ad Agorà parla infine del ricambio nel Pdl. "Alfano - dice - è il migliore dei nuovi protagonisti della politica. Io sono qui a fare una battaglia e poi penso di essere sostituito con un ricambio generazionale che io ho voluto". Berlusconi attribuisce a Giulio Tremonti la colpa di non aver combattuto gli evasori dopo il condono fatto dal suo governo. E a chi gli fa osservare che è nuovamente alleato con Tremonti, Berlusconi replica: "L'ha voluto la Lega. Nessuno è obbligato a metterlo nuovamente all'economia, Tremonti in qualsiasi altro ministero va benissimo perché è persona intelligente. Ha un fratello farmacista, mettiamolo alla Sanità così potrà ordinare supposte per gli italiani". Interviene anche sul condono: "Io sono orgoglioso di essere il primo contribuente italiano e il condono fa emergere chi non paga le tasse e lo Stato ha la possibilità di perseguire chi non le paga e metterli nel mirino".

http://www.repubblica.it/speciali/polit ... ef=HRER2-1

Parafrasando Battisti......Tu chiamale se vuoi...commissioni
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Questo suo modo di pensare ha fatto e continua a fare più danni della grandine. Oramai il credere che le tangenti siano la normalità, che i PM siano un problema, etc. etc. sono entrati nell'immaginario comune di buona parte delle persone. Siamo proprio messi male...
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doddi
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Il problema non è tanto che lo affermi lui... ma che sia la realtà in special modo nei settori energia ed armi dove gli interlocutori sono quelli che sappiamo.
Per cui tutto questo stupore dove starebbe?
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:Il problema non è tanto che lo affermi lui... ma che sia la realtà in special modo nei settori energia ed armi dove gli interlocutori sono quelli che sappiamo.
Per cui tutto questo stupore dove starebbe?
Questo stupore starebbe nel fatto che tali situazioni vengano giustificate e fatte passare come "normali procedure".

Sai come oggi titolava il "Giornale"? "I PM fanno perdere 500 milioni".

Quindi il problema sono i PM e non l'illegalità. A questo punto legalizziamo tutti gli illeciti, così non ci si stupirà più.
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"E se avrò maggioranza reintrodurrò l'immunità parlamentare".

andiamo proprio bene...
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Il discorso di Berlusconi avrebbe anche una sua logica, ma deve essere supportato con azioni coerenti da parte del legislatore e del governo. Nei paesi del terzo mondo c'è bisogno delle mazzette per competere? Bene, fai una legge apposta che vieta di perseguire i reati di corruzione all'estero in certi paesi, oppure ti rifiuti di ratificare certi trattati internazionali.

Il magistrato non fa altro che applicare la legge.

La domanda è: perché Berlusconi chiacchiera chiacchera e poi, al quaglio, non fa mai un cappero per cambiare le cose quando è al potere? Perché dobbiamo stare a sentirlo?
doddi
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UnVeroTifoso ha scritto:
doddi ha scritto:Il problema non è tanto che lo affermi lui... ma che sia la realtà in special modo nei settori energia ed armi dove gli interlocutori sono quelli che sappiamo.
Per cui tutto questo stupore dove starebbe?
Questo stupore starebbe nel fatto che tali situazioni vengano giustificate e fatte passare come "normali procedure".

Sai come oggi titolava il "Giornale"? "I PM fanno perdere 500 milioni".

Quindi il problema sono i PM e non l'illegalità. A questo punto legalizziamo tutti gli illeciti, così non ci si stupirà più.

Finmeccanica, Eni, Saipem, ecc..., ecc..., puoi chiuderle. Così fan tutti. Così è più chiaro?
Secondo te in Nigeria, Mali, Libia, India, ecc... c'è la stazione unica appaltante ad aprire le offerte o a gestire le trattative delle commesse o dei diritti di sfruttamento ?
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
UnVeroTifoso ha scritto:
doddi ha scritto:Il problema non è tanto che lo affermi lui... ma che sia la realtà in special modo nei settori energia ed armi dove gli interlocutori sono quelli che sappiamo.
Per cui tutto questo stupore dove starebbe?
Questo stupore starebbe nel fatto che tali situazioni vengano giustificate e fatte passare come "normali procedure".

Sai come oggi titolava il "Giornale"? "I PM fanno perdere 500 milioni".

Quindi il problema sono i PM e non l'illegalità. A questo punto legalizziamo tutti gli illeciti, così non ci si stupirà più.

Finmeccanica, Eni, Saipem, ecc..., ecc..., puoi chiuderle. Così fan tutti. Così è più chiaro?
Secondo te in Nigeria, Mali, Libia, India, ecc... c'è la stazione unica appaltante ad aprire le offerte o a gestire le trattative delle commesse o dei diritti di sfruttamento ?
Quindi legalizziamo l'illegalità solo perchè è prassi? Allora legalizziamo le tangenti anche in Italia.
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UnVeroTifoso ha scritto:
doddi ha scritto:
UnVeroTifoso ha scritto: Questo stupore starebbe nel fatto che tali situazioni vengano giustificate e fatte passare come "normali procedure".

Sai come oggi titolava il "Giornale"? "I PM fanno perdere 500 milioni".

Quindi il problema sono i PM e non l'illegalità. A questo punto legalizziamo tutti gli illeciti, così non ci si stupirà più.

Finmeccanica, Eni, Saipem, ecc..., ecc..., puoi chiuderle. Così fan tutti. Così è più chiaro?
Secondo te in Nigeria, Mali, Libia, India, ecc... c'è la stazione unica appaltante ad aprire le offerte o a gestire le trattative delle commesse o dei diritti di sfruttamento ?
Quindi legalizziamo l'illegalità solo perchè è prassi? Allora legalizziamo le tangenti anche in Italia.
Non c'è ne quindi ne allora, o così o come ti ho detto, basta informarsi un pochino per capire come gira il mondo e come si comportano gli altri governi e nazioni (Usa su tutti che ha sempre salvaguardato sempre il sistema paese, ma anche Francia e GB) ... la soluzione vera però esiste ed è la svendita, ossia ciò che ci si prepara a fare :thumright
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doddi ha scritto:
Non c'è ne quindi ne allora, o così o come ti ho detto, basta informarsi un pochino per capire come gira il mondo e come si comportano gli altri governi e nazioni (Usa su tutti che ha sempre salvaguardato sempre il sistema paese, ma anche Francia e GB) ... la soluzione vera però esiste ed è la svendita, ossia ciò che ci si prepara a fare :thumright
In che senso svendita?
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UnVeroTifoso ha scritto:
doddi ha scritto:
Non c'è ne quindi ne allora, o così o come ti ho detto, basta informarsi un pochino per capire come gira il mondo e come si comportano gli altri governi e nazioni (Usa su tutti che ha sempre salvaguardato sempre il sistema paese, ma anche Francia e GB) ... la soluzione vera però esiste ed è la svendita, ossia ciò che ci si prepara a fare :thumright
In che senso svendita?
Che privatizzi e te ne liberi.
Ricordi le ultime privatizzazioni per settori strategici in Italia?
E se non dopo queste elezioni quando? :mrgreen: ; avremo i massimi esperti di regali al resto del mondo.

E poi sopratutto a queste condizioni di mercato

UVT le lobbies esistono, il sistema è questo. Piaccia o meno non lo si cambia così. Così si creano sono le condizioni per distruggerlo.
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mubald

Da Craxi a lui non cambia nulla.E gli italiani,traffichini come lui,lo votano per questo.Ancora vi sorprendete?
doddi
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mubald ha scritto:Da Craxi a lui non cambia nulla.E gli italiani,traffichini come lui,lo votano per questo.Ancora vi sorprendete?

http://www.formiche.net/2013/02/14/il-m ... a-su-ebay/

Il mercato delle armi non è una vendita su eBay
14 - 02 - 2013Marlowe
“L’AgustaWestland e la sua dirigenza sembrano essere consueti al pagamento di tangenti e vi è motivo di credere che tale filosofia aziendale si ripeta anche in futuro se non resa vana attraverso l’intervento cautelare. Stesse considerazioni possono e debbono farsi per Giuseppe Orsi, a capo di una holding comprensiva di aziende operanti in svariati settori”. E’ l’ordinanza del gip di Busto Arsizio che ha fatto arrestare il numero uno di Finmeccanica.
Le due ipotesi
Non siamo cronisti giudiziari né dubitiamo delle ragioni dei magistrati. Sarebbe però interessante capire se i beneficiari della filosofia tangentizia sono stranieri – l’inchiesta riguarda la vendita di 12 elicotteri all’India – oppure italiani, o tutti e due. Nel primo caso la corruzione, se dimostrata, è condannabile, ma è noto che il mercato delle armi non è una vendita su eBay: dovrebbe preoccuparsi soprattutto il governo indiano.
Il precedente Church
C’è un precedente che ha fatto storia: negli anni Settanta la commissione Church del Senato americano accertò che la Lockheed e altre venti multinazionali (tra le quali Ibm, Exxon e General Motors) corrompevano alti papaveri in almeno 15 Paesi stranieri, compresi ministri e capi di stato di Italia, Giappone, Germania e Olanda. Le ricadute furono però tutte all’estero: si dimise il primo ministro giapponese, vennero accusati il principe Bernardo d’Olanda e la Cdu tedesca.
Il caso Cobbler
In Italia si scatenò la caccia al fantomatico Antelope Cobbler, e alla fine si arrivò all’impeachment del presidente della Repubblica, Giovanni Leone. Che poi risultò estraneo ai fatti. Invece le industrie Usa se la cavarono, e bene. La Gm è la prima delle tre big dell’auto. La Exxon è il secondo colosso petrolifero dopo la Shell. E la Lockheed è saldamente il maggior fornitore militare del governo Usa e dei suoi alleati.
L’esperienza americana
In altri termini il Congresso, pur nel clima rovente dello scandalo Watergate, raccomandò di salvaguardare gli interessi industriali degli Stati Uniti. Si può dire che in Italia stia accadendo la stessa cosa?
Le inchieste devastanti
Le inchieste sulla Finmeccanica, con il solito risiko tra procure, durano dal 2010. A gennaio sono state archiviate le accuse contro l’ex capo-azienda Francesco Guarguaglini: senza clamore. Nel frattempo è scoppiato lo scandalo Eni: anche qui ipotesi di tangenti pagate in Algeria dalla Saipem; ma la procura indaga l’intero vertice della holding, Paolo Scaroni in testa. Eni e Finmeccanica sono, con Enel, le punte di diamante di quel che resta della nostra industria pubblica. L’Eni è la prima azienda del paese e la più presente nei portafogli italiani e internazionali. Ed è ovviamente strategica per gli approvvigionamenti energetici. Intanto sul fronte privato prosegue la guerra dell’Ilva di Taranto. La più grande acciaieria d’Europa resta sotto sequestro; governo, politici e sindacati non sanno come uscirne per salvare, mettendola in regola con gli standard ambientali, una delle poche presenze nell’industria pesante e 30 mila posti di lavoro.
L’epicentro è nella Puglia di Nichi Vendola, e né il tandem Sel-Pd né la Cgil hanno stabilito la priorità: l’industria, il lavoro o la magistratura? Un disastro infinitamente peggiore, quello provocato dal terremoto a Fukushima, con le responsabilità della Tepco quantificate in 130 miliardi di dollari, non ha indotto né l’ex governo socialdemocratico, né quello nuovo conservatore, né l’opinione pubblica ad abbandonare il nucleare sobbarcandosi i costi della dipendenza energetica: lo smantellamento degli impianti avviene sotto il controllo pubblico. Eppure il Giappone non ha certo la politica più trasparente del mondo. Torniamo all’Italia. La Cgil che sull’Ilva ha le idee confuse, le ha invece chiarissime sulla Fiat. Contro gli accordi di Pomigliano la Fiom è ricorsa fino alla Corte costituzionale, facendo riassumere 19 delegati che l’azienda paga senza farli lavorare (tranne uno candidato con Sel). Ed il sindacato di Susanna Camusso ha eletto Sergio Marchionne nemico del popolo per non essersi piegato alla concertazione. Quanto reggerà la Fiat? Questa è la foto della grande industria italiana, per la quale si chiede affannosamente ai capitali stranieri di tornare. Forse lo faranno: per mangiarsela in un boccone.
http://www.iltempo.it



http://www.formiche.net/2013/02/13/saip ... a-bocconi/


Saipem? Finmeccanica? Tutto il mondo è Paese. Parola dello storico Berta
13 - 02 - 2013Nunzia Penelope
E' improbabile poter realizzare un affare da molti miliardi senza pagare. Purtroppo le tangenti sono prassi consolidata, e in particolare lo sono nel mondo del petrolio e degli armamenti, che si muovono in Paesi nei quali la corruzione è strutturale. Parola dello storico Giuseppe Berta della Bocconi intervistato da Nunzia Penelope del Diario del Lavoro
I due principali gruppi industriali italiani, Eni e Finmeccanica, sono nel mirino della magistratura per corruzione internazionale. Cosa sta succedendo al nostro capitalismo? Possibile che due giganti come Saipem e Finmeccanica non siano in grado di fare affari se non pagando mazzette? Il Diario del Lavoro ha rivolto la domanda a Giuseppe Berta, storico dell’impresa industriale e docente alla Bocconi.
Professore, è davvero indispensabile pagare tangenti per fare business a livello globale?
Be’, diciamo che è improbabile poter realizzare un affare da molti miliardi senza pagare. Purtroppo le tangenti sono prassi consolidata, e in particolare lo sono nel mondo del petrolio e degli armamenti, che si muovono in Paesi nei quali la corruzione è strutturale. Anche se, a dire il vero, oramai sembra essere strutturale anche in Italia.
Le inchieste delle varie procure ormai coinvolgono banche e imprese di primaria grandezza. Secondo lei, a cosa è dovuta questa deriva verso l’illegalità?
Intanto occorre dire che molti di questi fenomeni corruttivi nascono in aziende che facevano parte del capitalismo di Stato, come appunto l’Eni e la Finmeccanica. Enrico Mattei si vantava di usare i partiti politici come dei taxi, ricorda? Il capitalismo di Stato nasce con questo imprinting.
Tangentopoli non ha dunque insegnato nulla?
Io credo che Tangentopoli, più che aver rappresentato un’operazione di pulizia, abbia diffuso l’idea che la strada più breve per accedere velocemente alla ricchezza è proprio quella della corruzione. Tanti che prima non praticavano questi sistemi, dopo Mani Pulite hanno iniziato a farlo. Basta considerare le cifre: vent’anni fa il giro delle mazzette era irrisorio, rispetto a quello che è oggi.

Certo, ma perché, nel frattempo, sono state eliminate le leggi che aiutavano ad arginare il fenomeno corruttivo. Per esempio, l’abolizione del falso in bilancio non ha aiutato le imprese a imboccare il sentiero della trasparenza e della legalità. Il centro sinistra promette che se andrà al governo reintrodurrà questo reato. Lei che ne pensa, sarà utile a stroncare la corruzione?
Giusto ripristinare il reato di falso in bilancio, ma illusorio pensare che risolverà il problema. Con una economia sempre più internazionalizzata i sistemi di controllo classici sono inefficaci, si possono aggirare in mille modi. Per cui non penso che sarà un reale deterrente alla corruzione.
E cosa altro sarebbe necessario?
Un sistema di regole internazionali, che infatti tutti invocano. Ma, per la verità, io non vedo una autorità internazionale in grado di farle poi valere e rispettare.
Eppure, negli Usa sono più severi che da noi. L’Eni, per dire, ha dovuto pagare una multa pesantissima alla Sec, la Consob americana, per il caso delle tangenti in Nigeria.
Non credo proprio che le multinazionali Usa del petrolio abbiano comportamenti diversi dall’Eni. La differenza, magari, è che negli Stati Uniti esiste un lobbismo aperto e trasparente che governa i rapporti tra il mondo degli affari e quello della politica, mentre da noi si fa tutto sottobanco.
E quindi sarebbe utile un sistema di lobby analogo anche da noi?
Per carità, il nostro sistema politico non avrebbe assolutamente la capacità di tenere testa a un lobbismo stile americano! Ma sta di fatto che nel mondo economico un certo tasso di corruzione è endemico. Tutti i grandi padri fondatori del capitalismo americano erano dei geni da un lato, dei furfanti dall’altro. Ford, per dire, era un genio industriale, ma era anche uno che mandava i suoi scagnozzi a massacrare i sindacalisti. Il capitalismo ha un lato razionale e uno oscuro, due aspetti che coesistono storicamente.
Quindi ci dobbiamo rassegnare?
Stento a immaginare un capitalismo del tutto nitido e pulito: dove girano i soldi, c’è sempre la spinta a usare le scorciatoie. Si tratta perciò di contenerla, creando non solo un cordone sanitario di regole, ma anche un sistema di comportamenti politici adeguati ad ammortizzare questa spinta: invece il nostro sistema politico attuale finisce per amplificarla e propagarla. Se la morale corrente è intrisa di corruzione, come potrebbe il capitalismo non esserlo?
Alcuni sostengono che le inchieste della magistratura danneggiano l’economia italiana più della stessa corruzione. Lei che ne pensa?
L’economia nel suo complesso no, ma le singole imprese colpite dai casi di cui stiamo parlando sì, certamente. E questo mi preoccupa. Dobbiamo renderci conto che stiamo per affrontare un periodo molto oscuro: se dal voto non usciranno un governo e una maggioranza ben delineati, avremo un periodo di forti incertezze e di ulteriore rallentamento dell’economia. E quindi, qualcuno che sia interessato a mettere le mani su alcuni pezzi del nostro patrimonio industriale a prezzi di saldo sicuramente ci sarà.
Come si rimedia a questo stato di cose?
Certo non negando o nascondendo la corruzione, ma cercando di restituire capacità sistemica al Paese. Questo sarebbe il compito della politica, che invece parla a sproposito o tace in modo impressionante. Nel dibattito elettorale non ho sentito un solo esponente di partito, di qualunque partito, dire una parola su come si potrebbe uscire, per esempio, dal pasticcio terrificante dell’Ilva. Negli Usa la campagna presidenziale ha visto Obama e Romney confrontarsi, anche duramente, su tutti i temi economici di interesse del Paese, da noi invece di parla solo dell’Imu: come se gli spiccioli di questa tassa fossero la chiave per risolvere tutto, trascurando invece lo scenario tragico su cui ci stiamo muovendo. Siamo un Paese in caduta libera, che non sa come fermare la sua caduta, e che, soprattutto, sta perdendo qualsiasi speranza di poterla mai fermare.
Nunzia Penelope
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UnVeroTifoso ha scritto:
doddi ha scritto:Il problema non è tanto che lo affermi lui... ma che sia la realtà in special modo nei settori energia ed armi dove gli interlocutori sono quelli che sappiamo.
Per cui tutto questo stupore dove starebbe?
Questo stupore starebbe nel fatto che tali situazioni vengano giustificate e fatte passare come "normali procedure".

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Quindi il problema sono i PM e non l'illegalità. A questo punto legalizziamo tutti gli illeciti, così non ci si stupirà più.

Totalmente d'accordo, qualcuno fermi questo criminale.

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
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Tangenti: Piercamillo Davigo: "L'Italia ha ratificato la convenzione Ocse sulla corruzione internazionale: se la si pensa diversamente si poteva non firmare"

"Non voglio commentare le dichiarazioni dei politici. Ricordo solamente che l'Italia ha ratificato la Convenzione Ocse sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali: se la si pensa diversamente si poteva non firmare". Sono queste le parole rilasciate all'HuffPost da Piercamillo Davigo, ex giudice del pool di Mani pulite e ora consigliere della corte di Cassazione, sull'idea che sarebbe normale pagare mazzette per fare affari all'estero. Idea espressa poco velatamente questa mattina da Silvio Berlusconi, durante la trasmissione Agorà in onda su Rai3.

Il Cavaliere, commentando il caso Finmeccanica, ha affermato: "La tangente è un fenomeno che esiste, non si possono negare le situazioni di necessità se si va a trattare nei Paesi del terzo mondo o con qualche regime". Parlando dell'India che ha bloccato i pagamenti per gli elicotteri, il Cavaliere ha detto: "L'India è un paese fuori dalla sfera occidentale, sono moralismi assurdi così non si fa l'imprenditore".

L'Ocse è stata istituita con la Convenzione sull’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, firmata il 14 dicembre 1960, sostituendo l’Oece, creata nel 1948 per amministrare il “Piano Marshall” per la ricostruzione postbellica dell’economia europea. Ha sede a Parigi. La lotta alla corruzione è uno dei temi centrali dell'organizzazione. Tanto che l’Ocse ha da tempo avviato un’intensa azione contro tale reato nelle transazioni economiche a livello internazionale, considerato come elemento distorsivo della concorrenza e come fattore di abbassamento degli standard civili e politici degli stati.

In tale prospettiva, i Paesi industrializzati aderenti all’Ocse hanno modificato, con un’azione coordinata, la propria legislazione rendendo perseguibile penalmente la corruzione di pubblici ufficiali stranieri in tutti i Paesi firmatari della convenzione (alcuni non aderenti all’organizzazione). La Convenzione Ocse sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionale nata a Parigi il 17 dicembre 1997 è entrata in vigore il 15 febbraio 1999. Essa vuole fornire un più ampio quadro giuridico in materia di corruzione ed è vincolante per gli Stati aderenti (anche non membri), in quanto soggetta a ratifica.

In Italia, dal 4 luglio 2001, sono pienamente efficaci le norme anche penali introdotte in esecuzione alla Convenzione, in vigore nel nostro paese dal 15 febbraio 2001. Più precisamente, già dal 25 ottobre 2000 è in vigore il nuovo articolo 322-bis del codice penale e che modifica le disposizioni degli artt. 321 (Pene per il corruttore) e 322 (Istigazione alla corruzione). Dal 4 luglio 2001 è in vigore anche il decreto legislativo che disciplina la responsabilità amministrativa delle società per i reati di corruzione sia interna che all’estero.

http://www.huffingtonpost.it/2013/02/14 ... 86092.html
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Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse in base a quale criterio dovremmo stupirci quando,
tra il serio ed il faceto,
novelli Livingstone in perenne ricerca di sorgenti misteriose,
la buttano lì con nonchalance...
"è il Mercato, bellezza" o...
"è un gomblotto delle lobbies che vogliono acquistare a prezzi di realizzo"
come se,
la corruzione, l'avidità, la strafottenza, la concussione, l'illecito arricchimento, il prevalere dell'interesse personale su quello pubblico, il dileggio scientifico delle regole, il voler torcere la Giustizia secondo i propri desiderata...
fossero cellule fondamentali del nostro patrimonio genetico.
Ma quando mai?
Prima della seconda Repubblica, ovvero prima del 94, non mi risulta fosse questo il mainstream.
I politici ed i grandi corruttori coinvolti in scandali e rinviati a giudizio, non mi risulta, continuassero ad imperversare in Parlamento o nei consigli d'amministrazione.
Sussurri, grida ma se arrivavano prime pagine e manette, non mi risulta, li si trovasse RIcandidati o ancora operativi nei posti di comando.
I ladri, perchè di ladri si parla e non di esperti di marketing, ci sono evidentemente sempre stati. E' la loro percezione che è cambiata.
Fino agli anni 90 lo sganassa o il furbetto venivano tenuti ai margini, simpatici a volte, affascinanti altre... ma sempre ai margini, e il Cinema, quello con la C maiuscola, rappresentava fedelmente la realtà,
ai margini.
Poi è arrivato lo sdoganatore, il plurindagato, pluriprocessato, pluriprescritto e pure condannato.
E insieme a lui è arrivata la controriforma etica e morale.
Rubare si può.
Che figata...
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UnVeroTifoso ha scritto:Tangenti: Piercamillo Davigo: "L'Italia ha ratificato la convenzione Ocse sulla corruzione internazionale: se la si pensa diversamente si poteva non firmare"

"Non voglio commentare le dichiarazioni dei politici. Ricordo solamente che l'Italia ha ratificato la Convenzione Ocse sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali: se la si pensa diversamente si poteva non firmare". Sono queste le parole rilasciate all'HuffPost da Piercamillo Davigo, ex giudice del pool di Mani pulite e ora consigliere della corte di Cassazione, sull'idea che sarebbe normale pagare mazzette per fare affari all'estero. Idea espressa poco velatamente questa mattina da Silvio Berlusconi, durante la trasmissione Agorà in onda su Rai3.

Il Cavaliere, commentando il caso Finmeccanica, ha affermato: "La tangente è un fenomeno che esiste, non si possono negare le situazioni di necessità se si va a trattare nei Paesi del terzo mondo o con qualche regime". Parlando dell'India che ha bloccato i pagamenti per gli elicotteri, il Cavaliere ha detto: "L'India è un paese fuori dalla sfera occidentale, sono moralismi assurdi così non si fa l'imprenditore".

L'Ocse è stata istituita con la Convenzione sull’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, firmata il 14 dicembre 1960, sostituendo l’Oece, creata nel 1948 per amministrare il “Piano Marshall” per la ricostruzione postbellica dell’economia europea. Ha sede a Parigi. La lotta alla corruzione è uno dei temi centrali dell'organizzazione. Tanto che l’Ocse ha da tempo avviato un’intensa azione contro tale reato nelle transazioni economiche a livello internazionale, considerato come elemento distorsivo della concorrenza e come fattore di abbassamento degli standard civili e politici degli stati.

In tale prospettiva, i Paesi industrializzati aderenti all’Ocse hanno modificato, con un’azione coordinata, la propria legislazione rendendo perseguibile penalmente la corruzione di pubblici ufficiali stranieri in tutti i Paesi firmatari della convenzione (alcuni non aderenti all’organizzazione). La Convenzione Ocse sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionale nata a Parigi il 17 dicembre 1997 è entrata in vigore il 15 febbraio 1999. Essa vuole fornire un più ampio quadro giuridico in materia di corruzione ed è vincolante per gli Stati aderenti (anche non membri), in quanto soggetta a ratifica.

In Italia, dal 4 luglio 2001, sono pienamente efficaci le norme anche penali introdotte in esecuzione alla Convenzione, in vigore nel nostro paese dal 15 febbraio 2001. Più precisamente, già dal 25 ottobre 2000 è in vigore il nuovo articolo 322-bis del codice penale e che modifica le disposizioni degli artt. 321 (Pene per il corruttore) e 322 (Istigazione alla corruzione). Dal 4 luglio 2001 è in vigore anche il decreto legislativo che disciplina la responsabilità amministrativa delle società per i reati di corruzione sia interna che all’estero.

http://www.huffingtonpost.it/2013/02/14 ... 86092.html

Nulla quaestio uvt, non ci piove, ma la realtà è quella che sta emergendo. Un sistema produttivo ed economico gettato nel baratro con provvedimenti poco opportuni. Le ricadute sociali ed economiche saranno devastanti. E di questo pare che nessuno se ne voglia rendere conto
E tutto ciò sta emergendo poichè manca la copertura politica al management di Finmeccanica. Ed allo stesso tempo perchè su queste vicende si sta giocando ANCHE una campagna elettorale.
Per cui se l'Italia ha accettato e sottoscritto queli accordi può prepararsi a far chiudere quelle aziende visto che il mondo, in quei settori, funziona diversamente.
Abbiamo già abbandonato la manifattura a favore di Cina ed altri, lasciamo anche l'energia ed i settori strategici e andiamo allegramente tutti a pu....

p.s.: come pensano che Mattei abbia "fatto" l'ENI?


Ti propongo un altro spunto (non so se hai letto i precedenti...)

http://www.formiche.net/2013/02/13/orsi ... a-arresto/

Si sta distruggendo Finmeccanica. Parla lo storico Sapelli
13 - 02 - 2013Elisa Maiucci
L'arresto di Orsi di Finmeccanica, i riflessi per l'azienda e le ripercussioni internazionali devastanti. L'analisi dello storico ed economista Giulio Sapelli in una conversazione con Formiche.net

Un provvedimento eccezionalmente duro, difficile trovare esempi di simile portata nella storia
recente, italiana e non. L’arresto, con l’accusa di corruzione internazionale, di Giuseppe Orsi,
presidente e ad di Finmeccanica, e dell’ad di Augusta Westland Bruno Spagnolini, lascia esterrefatto lo storico ed economista Giulio Sapelli: “Sono sbigottito, costernato, annichilito”.

La preoccupazione di Sapelli non riguarda solo Finmeccanica, il secondo gruppo industriale italiano
dopo Fiat. “L’accanimento” che colpisce anche Ilva, Saipem ed Eni, secondo Sapelli, è “inquietante”.

Gli interrogativi
Come può l’industria italiana affrontare, in queste condizioni, la ristrutturazione produttiva mondiale che è in corso? E quali saranno gli effetti e le ripercussioni di questi provvedimenti su Finmeccanica, anche sulle future commesse per cui potrebbero scattare misure interdittive da parte dello Stato, “è difficile dirlo”. Intanto però, secondo quanto riporta Reuters, l’India ha sospeso i pagamenti a Finmeccanica per il contratto da 750 milioni di dollari e non ritirerà più elicotteri fino a quando non sarà terminata l’indagine in corso. “Come ha sottolineato anche il Financial Times, c’è una sorta di turbamento che invade tutto il capitalismo corporate italiano, le grandi imprese che non sono poi molte”, dice lo storico ed economista.

L’arresto e i confronti esteri
I provvedimenti che “hanno gettato i vertici delle imprese nell’incertezza sono eccezionalmente duri, tanto che rarissimamente si trovano esempi di analoga forza nella storia dell’industria mondiale”. E in quella italiana? “Bisogna tornare agli anni Settanta, quando fu ritirato il passaporto al governatore della Banca d’Italia, Paolo Baffi”, spiega Sapelli.
Ma anche negli Usa, “dove la legge è inflessibile sui corporate crimes, ci sono prima i processi e poi gli arresti. Da questo punto di vista un provvedimento simile a quello che ha colpito Orsi nei Paesi di Common Law è impensabile. E la costernazione riguarda anche la decisione di procedere con una perquisizione domestica, che lascia annichiliti”. Altri episodi di questo tipo? “Che io ricordi, nell’Argentina di Peron”.

Gli esempi di linciaggi
Per lo storico il pericolo di essere sottoposti a un “linciaggio” mediatico è concreto, così come è successo all’ex presidente e ad della stessa Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, “cui il Sole 24 Ore e Firstonline.info per questo motivo hanno chiesto pubblicamente scusa”. D’altra parte, sottolinea, “non esistevano prove neanche per iniziare un processo. Sono preoccupato”.
Ma il filo degli scandali che sta colpendo, proprio ora, i colossi industriali italiani fa tremare. “Se guardiamo al quadro complessivo, l’accanimento, durante la campagna elettorale, contro Ilva, Finmeccanica, Saipem ed Eni, è inquietante”.

I riflessi europei
E’ avvenuta negli scorsi giorni la discussione sul “bilancio europeo”, e tutta l’industria mondiale è in una fase di “ristrutturazione produttiva, che investe anche quello che rimane dei nostri grandi gruppi”. “E noi entriamo in una fase simile con iniziative così radicali e inusuali per uno Stato di diritto, dove si parte dalla presunzione di innocenza”. O forse, in Italia, a prevalere è il principio della “presunzione di colpevolezza? Sono sbigottito”, sbotta Sapelli.
Ma come reagire? “Bisogna subito spiegare agli Stati Uniti e al procurement in generale la situazione”, evitando che ci sia una “distruction” del gruppo, come l’ha definita il Financial Times. “Finmeccanica ha risorse eccezionali, sia tecnologiche sia manageriali, tutte di altissimo livello”. La priorità del management, “dovrà essere quella di rassicurare il procurement”. Il governo? “Dovrà fare la sua parte dando quanto prima stabilità ai vertici”, conclude Sapelli.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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aquamoon ha scritto:Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse in base a quale criterio dovremmo stupirci quando,
tra il serio ed il faceto,
novelli Livingstone in perenne ricerca di sorgenti misteriose,
la buttano lì con nonchalance...
"è il Mercato, bellezza" o...
"è un gomblotto delle lobbies che vogliono acquistare a prezzi di realizzo"
come se,
la corruzione, l'avidità, la strafottenza, la concussione, l'illecito arricchimento, il prevalere dell'interesse personale su quello pubblico, il dileggio scientifico delle regole, il voler torcere la Giustizia secondo i propri desiderata...
fossero cellule fondamentali del nostro patrimonio genetico.
Ma quando mai?
Prima della seconda Repubblica, ovvero prima del 94, non mi risulta fosse questo il mainstream.
I politici ed i grandi corruttori coinvolti in scandali e rinviati a giudizio, non mi risulta, continuassero ad imperversare in Parlamento o nei consigli d'amministrazione.
Sussurri, grida ma se arrivavano prime pagine e manette, non mi risulta, li si trovasse RIcandidati o ancora operativi nei posti di comando.
I ladri, perchè di ladri si parla e non di esperti di marketing, ci sono evidentemente sempre stati. E' la loro percezione che è cambiata.
Fino agli anni 90 lo sganassa o il furbetto venivano tenuti ai margini, simpatici a volte, affascinanti altre... ma sempre ai margini, e il Cinema, quello con la C maiuscola, rappresentava fedelmente la realtà,
ai margini.
Poi è arrivato lo sdoganatore, il plurindagato, pluriprocessato, pluriprescritto e pure condannato.
E insieme a lui è arrivata la controriforma etica e morale.
Rubare si può.
Che figata...
:salut
A te serve l'autorevolezza, non ho idea cosa tu possa intendere "autorevole", a mio avviso lo sono delle considerazioni sensate che fondano sui fatti reali esposte in modo comprensibile e che fanno la quadra del cerchio.

Italia Oggi può andarti bene?

http://www.italiaoggi.it/giornali/detta ... iTestate=1

Le indagini hanno tutta l'aria di essere sincronizzate con l'orologio politico elettoraleDopo Mps, Eni. Ora Finmeccanica
Una coincidenza è causale, due un indizio, tre una prova?

di Contrarian


Una coincidenza è casuale, due sono un indizio, tre una prova. Primo, scandalo Montepaschi, banca da sempre in quota a sinistra e Pd. Secondo, affaire Saipem-Eni, ambiente attribuibile al PdL, sia per le passate nomine ai vertici, sia per l'interesse del centro destra alle grandi correnti internazionali dell'energia, che passano dalla Russia ai Paesi Arabi e dell'Africa.

Terzo, caso Finmeccanica, con vertice e azienda (Agusta, basata in provincia di Varese), a ragione o a torto considerati vicini alla Lega, ma con responsabilità e amicizie attribuite anche a membri importanti del governo uscente, Monti, Grilli, Passera.


Insomma, ce n'è per tutti, e le detonazioni sono a distanza talmente ravvicinata da far pensare che i dossier fossero belli e pronti, da riaprire per l'occasione, con grandi effetti mediatici a prescindere dall'efficacia delle accuse.

Sono gli ultimi ostacoli del rettilineo finale, a pochi metri da un traguardo elettorale che può determinare cambiamenti profondi nella politica ma soprattutto nella struttura organizzativa del paese: e per molti politici, gran commis di stato, uomini dei servizi, super manager, è questione di sopravvivenza. E allora, come in guerra, ogni strumento diventa lecito.


I casi citati richiederanno anni per essere approfonditi e, se mai accadrà, per essere portati a giudizio finale. Ma oggi sono utili sulle prime pagine. Per spostare qualche frazione di punto di voti, per bloccare operazioni in corso sgradite politicamente (caso Ansaldo) o per iniziare a creare spazi per nomine di nuovi amici. Dalle indagini si scoprirà, forse, che a grandissimi affari si sono associati costi di intermediazione del 2-3%.


Tanti soldi, centinaia di milioni, soprattutto se percepiti irregolarmente o non dichiarati da eventuali contribuenti italiani. Cifre irrisorie, invece, se confrontate con le dimensioni di settori globali, in cui senza attività di lobbying e di relazioni è impossibile entrare ed emergere. Le controllate di Finmeccanica operavano agli anni '50 e '60 in Sud America e nei paesi Arabi; e l'Eni di Mattei ha costruito la sua attuale forza, a beneficio dell'Italia, trattando con grandi e piccoli dittatori in tutto il mondo. Lo sanno bene i concorrenti, lo sa la politica. È ipocrita stupirsi dei costi del sistema; ancora più ipocrita che si stupisca la politica, i cui costi di intermediazione, sia in queste aziende che in altri ambienti, sono purtroppo ben più alti del 2-3%.

© Riproduzione riservata


Gira e vota le considerazioni sono sempre le stesse, per il semplice motivo che non ce ne sono altre da fare se si rimane con i piedi ben piantati a terra.
Se poi vogliamo svolazzare modello peter pan... nel cielo c'è posto :fifi:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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UnVeroTifoso ha scritto:Tangenti: Piercamillo Davigo: "L'Italia ha ratificato la convenzione Ocse sulla corruzione internazionale: se la si pensa diversamente si poteva non firmare"

"Non voglio commentare le dichiarazioni dei politici. Ricordo solamente che l'Italia ha ratificato la Convenzione Ocse sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali: se la si pensa diversamente si poteva non firmare". Sono queste le parole rilasciate all'HuffPost da Piercamillo Davigo, ex giudice del pool di Mani pulite e ora consigliere della corte di Cassazione, sull'idea che sarebbe normale pagare mazzette per fare affari all'estero. Idea espressa poco velatamente questa mattina da Silvio Berlusconi, durante la trasmissione Agorà in onda su Rai3.

Il Cavaliere, commentando il caso Finmeccanica, ha affermato: "La tangente è un fenomeno che esiste, non si possono negare le situazioni di necessità se si va a trattare nei Paesi del terzo mondo o con qualche regime". Parlando dell'India che ha bloccato i pagamenti per gli elicotteri, il Cavaliere ha detto: "L'India è un paese fuori dalla sfera occidentale, sono moralismi assurdi così non si fa l'imprenditore".

L'Ocse è stata istituita con la Convenzione sull’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, firmata il 14 dicembre 1960, sostituendo l’Oece, creata nel 1948 per amministrare il “Piano Marshall” per la ricostruzione postbellica dell’economia europea. Ha sede a Parigi. La lotta alla corruzione è uno dei temi centrali dell'organizzazione. Tanto che l’Ocse ha da tempo avviato un’intensa azione contro tale reato nelle transazioni economiche a livello internazionale, considerato come elemento distorsivo della concorrenza e come fattore di abbassamento degli standard civili e politici degli stati.

In tale prospettiva, i Paesi industrializzati aderenti all’Ocse hanno modificato, con un’azione coordinata, la propria legislazione rendendo perseguibile penalmente la corruzione di pubblici ufficiali stranieri in tutti i Paesi firmatari della convenzione (alcuni non aderenti all’organizzazione). La Convenzione Ocse sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionale nata a Parigi il 17 dicembre 1997 è entrata in vigore il 15 febbraio 1999. Essa vuole fornire un più ampio quadro giuridico in materia di corruzione ed è vincolante per gli Stati aderenti (anche non membri), in quanto soggetta a ratifica.

In Italia, dal 4 luglio 2001, sono pienamente efficaci le norme anche penali introdotte in esecuzione alla Convenzione, in vigore nel nostro paese dal 15 febbraio 2001. Più precisamente, già dal 25 ottobre 2000 è in vigore il nuovo articolo 322-bis del codice penale e che modifica le disposizioni degli artt. 321 (Pene per il corruttore) e 322 (Istigazione alla corruzione). Dal 4 luglio 2001 è in vigore anche il decreto legislativo che disciplina la responsabilità amministrativa delle società per i reati di corruzione sia interna che all’estero.

http://www.huffingtonpost.it/2013/02/14 ... 86092.html

Mi fa piacere che la mia opinione abbia questo supporto autorevole :salut

C'è poco da dire, Berlusconi avrebbe dovuto fare, ormai è troppo tardi e farebbe più figura a stare zitto
Paolo_Padano
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Ha fatto già marcia indietro come al suo solito :mrgreen:
Lillu Fotti: "aundi ioca Spread cu cattu si mu rununu a paremetru zeru"
Lillu Foti: "non bogghiu 'nchinari poi mi rinnu chi vonnnu a squatra mi 'ndi sarbamu"
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