Torna lo spettro del dissesto...siamo messi male....

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Il_Molestatore
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La norma in tema di incandidabilità lascia alquanto perplessi. Si legge testualmente che se la Corte dei Conti delibera lo stato di dissesto finanziario, gli "autori del dissesto" sono "incandidabili". Ma se la (eventuale) pronuncia di dissesto avviene anche pochi giorni dopo la "proclamazione" cosa succede? Io in quel preciso istante non sono più un "candidato", sono diventato un "eletto-delegato". Perchè la norma parla solo di "incandidabilità" e non anche di "decadimento" dalla carica elettiva. A pensar male si fa peccato, ma...
Le feci tener su le scarpe coi tacchi alti. Sono un freak.
Il corpo al naturale non lo reggo, ho bisogno di farmi ingannare.
Gli psichiatri hanno un termine specifico per questo,
ed io ho un termine specifico per gli psichiatri.
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aquamoon
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Il_Molestatore ha scritto:La norma in tema di incandidabilità lascia alquanto perplessi. Si legge testualmente che se la Corte dei Conti delibera lo stato di dissesto finanziario, gli "autori del dissesto" sono "incandidabili". Ma se la (eventuale) pronuncia di dissesto avviene anche pochi giorni dopo la "proclamazione" cosa succede? Io in quel preciso istante non sono più un "candidato", sono diventato un "eletto-delegato". Perchè la norma parla solo di "incandidabilità" e non anche di "decadimento" dalla carica elettiva. A pensar male si fa peccato, ma...
Il problema non credo sia la data della (eventuale) proclamazione rispetto a quella della dichiarazione di dissesto, non ci sono tre mesi da sbocconcellare... forse neanche uno...
Il punto è politico, il Pdl ha bisogno dei voti di scopelliti in Calabria e sta tessendo tutta la tela disponibile per salvare il soldato Ryan.
La costituzione della lista Monti non lascerebbe molto spazio a ipotesi ottimistiche, il dissesto, come il fallimento per un'azienda, è l'unica ipotesi percorribile in termini di ragionamento logico, a meno che non si voglia immaginare una Città condannata a pagare debiti a vita.
Oggi sentivo al telegiornale che berlusconi ha preannunciato, in caso di vittoria, l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sulla genesi (gomblotto) del Governo Monti...
Logica vorrebbe che tale personaggio non dovesse nemmeno fiatare.
Logica?
:salut
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citrosodina
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Non vorrei sbagliare ma sta di fatto che, secondo le recenti disposizioni di legge, in caso di dissesto Scopelliti non potrebbe candidarsi...

che sia stato un rinvio mirato? :scrolleye:
il meditatore
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citrosodina ha scritto: che sia stato un rinvio mirato? :scrolleye:
Bah, anche se così fosse, i cittadini potrebbero mandarlo a casa a calci in culo non votandolo.
Siccome però gli elettori hanno le fette di prosciutto davanti agli occhi ............
Inoltre, anche se non venisse votato gli troverebbero lo stesso una poltrona dove accomodarsi perchè siamo in una paese caccoso.
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L'innominato
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pultoppo scopelliti li prende i voti :sad:
ieri mattina, il governatore, era al matteotti e le persone facevano la fila per salutarlo e dargli gli auguri
e in più dico che nessuno gli è passato vicino per digli quanto è strunzu e miserabili
CUNONMBOLIMISCIORBA!!!!
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Pickwick
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L'innominato ha scritto:pultoppo scopelliti li prende i voti :sad:
ieri mattina, il governatore, era al matteotti e le persone facevano la fila per salutarlo e dargli gli auguri
e in più dico che nessuno gli è passato vicino per digli quanto è strunzu e miserabili
Pultroppo è così.
ciesse
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Sconfortato da mesi per le fontane senz'acqua, monumenti ormai inutili per una città senza neanche più la dignità,
cosa dire del tapis roulant ormai inutile e ingombrante?? :redface :redface
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aquamoon
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ciesse ha scritto:Sconfortato da mesi per le fontane senz'acqua, monumenti ormai inutili per una città senza neanche più la dignità,
cosa dire del tapis roulant ormai inutile e ingombrante?? :redface :redface
Cosa dire ?
Niente... non c'è!
:mrgreen:
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ndria
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La risposta esatta è: non c'è nenti!
:muro: :muro: :muro: :muro: :muro: :muro:
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Regmi
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ndria ha scritto:La risposta esatta è: non c'è nenti!
:muro: :muro: :muro: :muro: :muro: :muro:
Io direi, senza ombra di dubbio, che la risposta è insita in quello che dieci anni di amministrazione fascita hanno lasciato.
Da qualunque lato si guardino, solo cumuli di macerie che una larghissima fetta di popolazione ha fieramente e inconsciamente (?) contribuito ad erigere
...e tutt'ora difende.
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
Paolino
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ciesse ha scritto:Sconfortato da mesi per le fontane senz'acqua, monumenti ormai inutili per una città senza neanche più la dignità,
cosa dire del tapis roulant ormai inutile e ingombrante?? :redface :redface
Perchè inutile e ingombrante?
L'errore che facciamo è sempre lo stesso: assolutizzare. Se pensiamo che un'attenta analisi della situazione si faccia portando all'estremo le conseguenze della nefasta gestione amministrativa degli ultimi anni, diamo libero sfogo alle difese personalizzate degli uomini che hanno amministrato, fornendo una facile argomentazione difensiva. Il tapis roulant è fermo perchè la società di manuntenzione non è stata pagata. Mi direte: non ci sono i soldi perchè si mangiaru tuttu! E quindi? Se riparte il tapis roulant abbiamo risolto? Possiamo dire che non c'è l'acqua, che non c'è una rete fognaria, che mancano strutture e che, sicuramente, si futtiru i sordi. Ma farsi trascinare dalla demagogia dell'alternativa politica fa il gioco dei truffaldini.
Il tapis roulant è un'opera realizzata, utile alla città e che, speriamo presto, sarà riattivato.
Sennò andiamo dietro a Tripodi e consideriamolo l'emblema della fine del modello Reggio. Poi non lamentatevi se questa gente non riesce ad essere eletta neanche all'assemblea condominiale.
ciesse
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@Paolino tu ribalti il pensiero: non sarà certo la riattivazione, se mai avverrà, del tapisroulant a far fare alla città il salto di qualità in termini di servizi come le precedenti amministrazioni volevano far credere!!

L'inutile e ingombrante monumento è fratello maggiore delle fontane senz'acqua, delle strade piene di buche, dei vigili appiedati, dei rubinetti asciutti, delle fogne che scaricano a mare.

E' il macchinone che abbiamo comprato senza avere i soldi per la benzina neanche per la macchinina, esempio scolastico di tamarraggine.

Dispiace solo che a ribaltare questo mondo sottosopra siano chiamati i reggini, che mai hanno brillato in spirito di sacrificio, e che fino ad oggi,con le dovute eccezioni, del mangiamangia hanno visto solo le briciole.
:salut
doddi
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http://www.strill.it/index.php?option=c ... &id=152264

Dissesto, come funziona? Paese che vai, usanza che trovi...
Giovedì 03 Gennaio 2013 09:11


di Claudio Labate - Paese che vai usanze che trovi. Mai proverbio si è adattato meglio alla situazione attuale della giustizia contabile italiana. Che, in presenza di decine e decine di Comuni ormai sull’orlo del baratro dal punto di vista dei conti pubblici, a ben vedere, cambia approccio al problema, intimando, condannando o addirittura mostrando comprensione. Certo, Reggio Calabria è riuscita a ritagliarsi, suo malgrado, un ruolo da protagonista in questa vicenda, dovendo ora aspettare che la sezioni Unite della Corte dei Conti si pronunci sul delicato quesito che fa rimanere ancora per qualche tempo in ansia i reggini, che ormai da almeno un paio d’anni guardano alle delibere della Sezione regionale di controllo della Corte con grande interesse. Con un unico risultato, quello di non vedere mai la fine di un processo annunciato. Non foss’altro che per il fatto che sulle vicende reggine sono intervenuti diversi attori. Gli ispettori del Mef, la Procura della Repubblica e ancora la Corte dei Conti. E quando alla fine dell’anno tutti pensavano che potesse giungere una decisione che togliesse dal limbo dell’incertezza la città della Fata Morgana, ecco che la palla ripassa ai livelli superiori della Corte, con una richiesta di delucidazioni che è ovviamente destinata a fare giurisprudenza.

Nell’intera vicenda dei conti pubblici italiani, c’è poi il ruolo giocato dal Governo che per evitare il tracollo di grandi città in pessime condizioni di liquidità (il default delle metropoli italiane sarebbe stato ovviamente n pessimo biglietto da visita per il nuovo corso dello spread…) si è inventato il decreto “Salva enti” che da una parte vorrebbe mantenere in piedi quei Comuni con consistenti aiuti finanziari (che altro non sono che prestiti restituibili in dieci anni) e dall’altra aumenta i controlli interni ed esterni alla finanza degli enti pubblici territoriali, ritagliando un ruolo di assoluto protagonismo alla Corte dei conti.

Nel frattempo però abbiamo assistito, se vogliamo, al diverso dispiegarsi di vicende apparentemente uguali tra loro. Prendiamo ad esempio due realtà finite sulla bocca di tutti proprio in relazione al “Salva enti”: Alessandria e Napoli.

Nel caso di Alessandria, resisi conto che non c’era la possibilità di accedere al fondo di rotazione voluto dal Governo si è assistito ad una sorta di collaborazione tra l’attuale sindaco e la Corte dei Conti. In un carteggio che prende le mosse da novembre 2011 e che nel giro di poco più di sette mesi ha portato alla dichiarazione di dissesto con la deliberazione dei giudici contabili di giugno 2012. Come si legge nelle conclusioni della sezione regionale di controllo per la Regione Piemonte vengono condannati: “il perdurante inadempimento del Comune di Alessandria nell’adozione di misure correttive idonee a effettivamente risanare la propria situazione finanziaria, gravemente deficitaria e in tal modo invertire la tendenza al suo progressivo deterioramento” e da qui “la sussistenza delle condizioni previste dall'articolo 244 del Tuel per la dichiarazione dello stato di dissesto finanziario”. Una formula molto conosciuta a queste latitudini.

La situazione delle casse della cittadina piemontese non è poi diversa da quella di altre realtà. Il rendiconto 2011 parla di un debito a breve termine pari a 46 milioni di euro suddivisi in 27 milioni di debiti fuori bilancio (calcolati dal 2006 fino a oggi) quasi tutti relativi alle partecipate comunali, più 19 milioni di disavanzo di amministrazione. Insomma, insieme ad altri debiti, quasi 200 milioni di euro. La conseguenza immediata è stata nei primi quindici giorni di luglio la dichiarazione di dissesto ad opera del Consiglio comunale e il successivo rinvio a giudizio per l’ex sindaco, l’ex assessore al ramo e l’ex ragioniere capo accusati di falso in bilancio, abuso d’ufficio e truffa ai danni dello Stato. Insomma, l’amministrazione comunale entrante pur facendo la sua parte, offrendo le proprie misure correttive, alla fine ha dovuto arrendersi (pur collaborando per ‘’provocare’’ il dissesto) alla pronuncia (quella definitiva) della Corte dei conti che ha individuato gli estremi per la dichiarazione di default.

Per quanto riguarda Napoli, invece, la città di Pulcinella governata da De Magistris ha provato a fare la voce grossa a Roma col Governo, bocciando in prima battuta il dl “Salva Enti”, dal quale, però, anche dopo la relazione dei Revisori dei conti che auspicavano con forza il ricorso al fondo di rotazione pena il crack finanziario, ha ottenuto una considerevole mano di aiuto al momento della sua approvazione (circa 290 milioni, e cioè 300 euro per abitane). Poi, attraverso quella che è stata definita “operazione pulizia” ha fatto luce sui tragici numeri del Bilancio: ammontano infatti a più di 850 milioni di euro i debiti riferiti al 2011, frutto della cancellazione dai conti, delle entrate accertate negli anni scorsi, ma giudicate ormai impossibili da riscuotere. Così, nella seduta consiliare del 30 novembre scorso, l’amministrazione campana ha dichiarato il pre dissesto, condizione indispensabile per aderire al tanto fin qui vituperato Fondo di rotazione. Nel frattempo la Corte dei Conti, in occasione delle celebrazioni per il 150° dell’Unità di metà dicembre, passando ai raggi x i conti degli enti pubblici campani, con il Procuratore Tommaso Cuttone, ha dato una propria chiave di lettura: “Non possiamo naturalmente rimanere inerti davanti agli illeciti e interveniamo, magari anche nostro malgrado, quando il mancato rispetto della legge viene dalla volontà di garantire i servizi. […] Gli ultimi governi hanno tentato di risanare la spesa pubblica ma restringendo le risorse degli enti locali, che devono garantire servizi con risorse scarse. Non sempre riescono a fare bene con le effettive disponibilità e incontriamo sempre più spesso situazioni di illegittimità che dobbiamo censurare ma che, ci rendiamo conto non derivano dal voler far male”.

Insomma, verrebbe da dire, delle due l’una: o gli illeciti in quanto tali vanno puniti per l’uso a volte troppo disinvolto degli strumenti del Bilancio, o vale un approccio per così dire più soft al problema, quasi giustificativo dei debiti accumulati dagli enti, e attendista nella dichiarazione finale.

Il caso di Alessandria, insomma, si mostra quasi da manuale, con l’interlocuzione tra amministratori e giudici che porta al dissesto. Quello di Napoli evidenzia una Procura regionale attendista e in qualche modo giustificatrice delle crisi finanziarie. A Reggio infine, la Corte non decide. O meglio dice che il dissesto è in atto da tempo, che i conti non sono veritieri, che va applicata la procedura di dissesto per colpire anche i responsabili, ma rimanda tutto a data da destinarsi, con la richiesta alle sezioni unite su come debba comportarsi in presenza delle nuove normative “salva enti”.

D’altra parte, l’unico denominatore comune della quasi totalità delle situazioni di dissesto in giro per l’Italia è che i buchi non si formano da oggi a domani, ma sono frutto di operazioni contabili datate (3 – 4 anni, anche 5). Dunque, se gli amministratori sono i “colpevoli” dei buchi per inesperienza, inadeguatezza, o “solo” per consapevole truffa ai danni dei cittadini o dello Stato, ci si chiede come sia possibile che le Sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti non si siano accorte nel corso degli anni di una tale massa di illeciti.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
Paolino
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doddi ha scritto:http://www.strill.it/index.php?option=c ... &id=152264

Dissesto, come funziona? Paese che vai, usanza che trovi...
Giovedì 03 Gennaio 2013 09:11


di Claudio Labate - Paese che vai usanze che trovi. Mai proverbio si è adattato meglio alla situazione attuale della giustizia contabile italiana. Che, in presenza di decine e decine di Comuni ormai sull’orlo del baratro dal punto di vista dei conti pubblici, a ben vedere, cambia approccio al problema, intimando, condannando o addirittura mostrando comprensione. Certo, Reggio Calabria è riuscita a ritagliarsi, suo malgrado, un ruolo da protagonista in questa vicenda, dovendo ora aspettare che la sezioni Unite della Corte dei Conti si pronunci sul delicato quesito che fa rimanere ancora per qualche tempo in ansia i reggini, che ormai da almeno un paio d’anni guardano alle delibere della Sezione regionale di controllo della Corte con grande interesse. Con un unico risultato, quello di non vedere mai la fine di un processo annunciato. Non foss’altro che per il fatto che sulle vicende reggine sono intervenuti diversi attori. Gli ispettori del Mef, la Procura della Repubblica e ancora la Corte dei Conti. E quando alla fine dell’anno tutti pensavano che potesse giungere una decisione che togliesse dal limbo dell’incertezza la città della Fata Morgana, ecco che la palla ripassa ai livelli superiori della Corte, con una richiesta di delucidazioni che è ovviamente destinata a fare giurisprudenza.

Nell’intera vicenda dei conti pubblici italiani, c’è poi il ruolo giocato dal Governo che per evitare il tracollo di grandi città in pessime condizioni di liquidità (il default delle metropoli italiane sarebbe stato ovviamente n pessimo biglietto da visita per il nuovo corso dello spread…) si è inventato il decreto “Salva enti” che da una parte vorrebbe mantenere in piedi quei Comuni con consistenti aiuti finanziari (che altro non sono che prestiti restituibili in dieci anni) e dall’altra aumenta i controlli interni ed esterni alla finanza degli enti pubblici territoriali, ritagliando un ruolo di assoluto protagonismo alla Corte dei conti.

Nel frattempo però abbiamo assistito, se vogliamo, al diverso dispiegarsi di vicende apparentemente uguali tra loro. Prendiamo ad esempio due realtà finite sulla bocca di tutti proprio in relazione al “Salva enti”: Alessandria e Napoli.

Nel caso di Alessandria, resisi conto che non c’era la possibilità di accedere al fondo di rotazione voluto dal Governo si è assistito ad una sorta di collaborazione tra l’attuale sindaco e la Corte dei Conti. In un carteggio che prende le mosse da novembre 2011 e che nel giro di poco più di sette mesi ha portato alla dichiarazione di dissesto con la deliberazione dei giudici contabili di giugno 2012. Come si legge nelle conclusioni della sezione regionale di controllo per la Regione Piemonte vengono condannati: “il perdurante inadempimento del Comune di Alessandria nell’adozione di misure correttive idonee a effettivamente risanare la propria situazione finanziaria, gravemente deficitaria e in tal modo invertire la tendenza al suo progressivo deterioramento” e da qui “la sussistenza delle condizioni previste dall'articolo 244 del Tuel per la dichiarazione dello stato di dissesto finanziario”. Una formula molto conosciuta a queste latitudini.

La situazione delle casse della cittadina piemontese non è poi diversa da quella di altre realtà. Il rendiconto 2011 parla di un debito a breve termine pari a 46 milioni di euro suddivisi in 27 milioni di debiti fuori bilancio (calcolati dal 2006 fino a oggi) quasi tutti relativi alle partecipate comunali, più 19 milioni di disavanzo di amministrazione. Insomma, insieme ad altri debiti, quasi 200 milioni di euro. La conseguenza immediata è stata nei primi quindici giorni di luglio la dichiarazione di dissesto ad opera del Consiglio comunale e il successivo rinvio a giudizio per l’ex sindaco, l’ex assessore al ramo e l’ex ragioniere capo accusati di falso in bilancio, abuso d’ufficio e truffa ai danni dello Stato. Insomma, l’amministrazione comunale entrante pur facendo la sua parte, offrendo le proprie misure correttive, alla fine ha dovuto arrendersi (pur collaborando per ‘’provocare’’ il dissesto) alla pronuncia (quella definitiva) della Corte dei conti che ha individuato gli estremi per la dichiarazione di default.

Per quanto riguarda Napoli, invece, la città di Pulcinella governata da De Magistris ha provato a fare la voce grossa a Roma col Governo, bocciando in prima battuta il dl “Salva Enti”, dal quale, però, anche dopo la relazione dei Revisori dei conti che auspicavano con forza il ricorso al fondo di rotazione pena il crack finanziario, ha ottenuto una considerevole mano di aiuto al momento della sua approvazione (circa 290 milioni, e cioè 300 euro per abitane). Poi, attraverso quella che è stata definita “operazione pulizia” ha fatto luce sui tragici numeri del Bilancio: ammontano infatti a più di 850 milioni di euro i debiti riferiti al 2011, frutto della cancellazione dai conti, delle entrate accertate negli anni scorsi, ma giudicate ormai impossibili da riscuotere. Così, nella seduta consiliare del 30 novembre scorso, l’amministrazione campana ha dichiarato il pre dissesto, condizione indispensabile per aderire al tanto fin qui vituperato Fondo di rotazione. Nel frattempo la Corte dei Conti, in occasione delle celebrazioni per il 150° dell’Unità di metà dicembre, passando ai raggi x i conti degli enti pubblici campani, con il Procuratore Tommaso Cuttone, ha dato una propria chiave di lettura: “Non possiamo naturalmente rimanere inerti davanti agli illeciti e interveniamo, magari anche nostro malgrado, quando il mancato rispetto della legge viene dalla volontà di garantire i servizi. […] Gli ultimi governi hanno tentato di risanare la spesa pubblica ma restringendo le risorse degli enti locali, che devono garantire servizi con risorse scarse. Non sempre riescono a fare bene con le effettive disponibilità e incontriamo sempre più spesso situazioni di illegittimità che dobbiamo censurare ma che, ci rendiamo conto non derivano dal voler far male”.

Insomma, verrebbe da dire, delle due l’una: o gli illeciti in quanto tali vanno puniti per l’uso a volte troppo disinvolto degli strumenti del Bilancio, o vale un approccio per così dire più soft al problema, quasi giustificativo dei debiti accumulati dagli enti, e attendista nella dichiarazione finale.

Il caso di Alessandria, insomma, si mostra quasi da manuale, con l’interlocuzione tra amministratori e giudici che porta al dissesto. Quello di Napoli evidenzia una Procura regionale attendista e in qualche modo giustificatrice delle crisi finanziarie. A Reggio infine, la Corte non decide. O meglio dice che il dissesto è in atto da tempo, che i conti non sono veritieri, che va applicata la procedura di dissesto per colpire anche i responsabili, ma rimanda tutto a data da destinarsi, con la richiesta alle sezioni unite su come debba comportarsi in presenza delle nuove normative “salva enti”.

D’altra parte, l’unico denominatore comune della quasi totalità delle situazioni di dissesto in giro per l’Italia è che i buchi non si formano da oggi a domani, ma sono frutto di operazioni contabili datate (3 – 4 anni, anche 5). Dunque, se gli amministratori sono i “colpevoli” dei buchi per inesperienza, inadeguatezza, o “solo” per consapevole truffa ai danni dei cittadini o dello Stato, ci si chiede come sia possibile che le Sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti non si siano accorte nel corso degli anni di una tale massa di illeciti.
L'ennesima perla di Claudio Labate. Ma questo tizio dove vive? Eppure non ci vuole molto a leggere le passate delibere della Corte. Per non parlare delle fesserie scritte nel resto dell'articolo. Mi sembra decisamente disinformato. Confonde la Procura con la Sezione Controllo, mischia i casi di città assolutamente diversi tra loro e, soprattutto, tace su una possibilità concreta che esiste a Reggio: i commissari possono tranquillamente dichiarare il dissesto. Perchè la triade dei commissari ha proposto un piano di rientro alla Corte? Perchè ha aderito subito al salva enti, chiedendo la sospensione della procedura? In sostanza, perchè i commissari non hanno dichiarato il dissesto, come fatto da diversi comuni (vedi Scilla). Ve lo dico io: perchè la procedura di dissesto, salva il comune, ma distrugge tutti i politici. Diventano infatti incandidabili tutti coloro che hanno votato i provvedimenti che saranno ritenuti "colpevoli" del dissesto e soprattutto, non lascerebbe alcuna discrezione di intervento agli amministratori comunali futuri. Tra ca. un anno infatti si vota e casualmente il PD reggino ha applaudito all'approvazione della legge salva enti.
Inoltre, da nessuna parte leggo il fulcro del problema: il parlamento ha promulgato una legge totalmente incomprensibile, vaga e poco chiara su questi aspetti. Infatti non è assolutamente (volutamente?) statuito cosa fare per gli enti verso i quali è iniziata la procedura di dissesto. L'unica alternativa per la Corte Regionale era rimandare alle sezioni riunite, proprio per evitare che ci siano dei trattamenti diversi nel territorio nazionale.
Tutto l'opposto del titolo dell'articolo. Un plauso quindi alla ns. Corte dei Conti.
Continua la completa disinformazione, con buona pace della verità e trionfo dell'ignoranza.
Paolino
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ciesse ha scritto:@Paolino tu ribalti il pensiero: non sarà certo la riattivazione, se mai avverrà, del tapisroulant a far fare alla città il salto di qualità in termini di servizi come le precedenti amministrazioni volevano far credere!!

L'inutile e ingombrante monumento è fratello maggiore delle fontane senz'acqua, delle strade piene di buche, dei vigili appiedati, dei rubinetti asciutti, delle fogne che scaricano a mare.

E' il macchinone che abbiamo comprato senza avere i soldi per la benzina neanche per la macchinina, esempio scolastico di tamarraggine.

Dispiace solo che a ribaltare questo mondo sottosopra siano chiamati i reggini, che mai hanno brillato in spirito di sacrificio, e che fino ad oggi,con le dovute eccezioni, del mangiamangia hanno visto solo le briciole.
:salut
Perfettamente d'accordo con te con la sola eccezione che, ti ribadisco. hai esposto una serie di problemi gravi e da "inciviltà" su cui nessuno può addurre alcuna giustificazione, ma se aggiungiamo il tapis roulant confondiamo un pò le acque a vantaggio di chi tenta di arrampicarsi sugli specchi.
Che sia inutile e ingombrante infatti è opinabile mentre il resto che hai citato è verità assoluta.
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Regmi
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Paolino ha scritto:
L'ennesima perla di Claudio Labate. Ma questo tizio dove vive? Eppure non ci vuole molto a leggere le passate delibere della Corte. Per non parlare delle fesserie scritte nel resto dell'articolo. Mi sembra decisamente disinformato. Confonde la Procura con la Sezione Controllo, mischia i casi di città assolutamente diversi tra loro e, soprattutto, tace su una possibilità concreta che esiste a Reggio: i commissari possono tranquillamente dichiarare il dissesto. Perchè la triade dei commissari ha proposto un piano di rientro alla Corte? Perchè ha aderito subito al salva enti, chiedendo la sospensione della procedura? In sostanza, perchè i commissari non hanno dichiarato il dissesto, come fatto da diversi comuni (vedi Scilla). Ve lo dico io: perchè la procedura di dissesto, salva il comune, ma distrugge tutti i politici. Diventano infatti incandidabili tutti coloro che hanno votato i provvedimenti che saranno ritenuti "colpevoli" del dissesto e soprattutto, non lascerebbe alcuna discrezione di intervento agli amministratori comunali futuri. Tra ca. un anno infatti si vota e casualmente il PD reggino ha applaudito all'approvazione della legge salva enti.
Inoltre, da nessuna parte leggo il fulcro del problema: il parlamento ha promulgato una legge totalmente incomprensibile, vaga e poco chiara su questi aspetti. Infatti non è assolutamente (volutamente?) statuito cosa fare per gli enti verso i quali è iniziata la procedura di dissesto. L'unica alternativa per la Corte Regionale era rimandare alle sezioni riunite, proprio per evitare che ci siano dei trattamenti diversi nel territorio nazionale.
Tutto l'opposto del titolo dell'articolo. Un plauso quindi alla ns. Corte dei Conti.
Continua la completa disinformazione, con buona pace della verità e trionfo dell'ignoranza.
O...Fervente assertore del "gomplotto" testimoniato da più parti?
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Paolino ha scritto:
Perfettamente d'accordo con te con la sola eccezione che, ti ribadisco. hai esposto una serie di problemi gravi e da "inciviltà" su cui nessuno può addurre alcuna giustificazione, ma se aggiungiamo il tapis roulant confondiamo un pò le acque a vantaggio di chi tenta di arrampicarsi sugli specchi.
Che sia inutile e ingombrante infatti è opinabile mentre il resto che hai citato è verità assoluta.
Hai ragione: gli esempi sono diversi ed hanno anche una matrice diversa: una cosa li accomuna: sono concentrati tutti nello stesso posto e nello stesso tempo.
Ci deve necessariamente essere un motivo: che non siano le diverse facce dello stesso malgoverno, e dello spreco delle risorse che pure in maniera ingente sono arrivate sul territorio.

La tattica dello scaricabarile che le diverse fattispecie consentono, tipo il museo è del Governo come il tribunale, il castello è del Comune, l'atam è della Regione and so on......, mi provoca le vertigini e la nausea, e alla fine i politici diventano tutti uguali e intercambiabili.

Capacità dei politici è di mischiare le acque confondendo cause ed effetti, così l'acqua può diventare in mano agli spagnoli potabile, e le fontane ferme momentaneamente, e gli stipendi in viaggio tra Comune e BancodiNapoli ,
in questo quadro spicca maestoso, inutile e ingombrante, senza alcuna possibilità di imporlo come qualcos'altro, il tapis roulant, ed il mio è solo un personale giudizio estetico. :salut
pincopallino
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Paolino ha scritto: Perchè la triade dei commissari ha proposto un piano di rientro alla Corte? Perchè ha aderito subito al salva enti, chiedendo la sospensione della procedura? In sostanza, perchè i commissari non hanno dichiarato il dissesto, come fatto da diversi comuni (vedi Scilla). Ve lo dico io: perchè la procedura di dissesto, salva il comune, ma distrugge tutti i politici.
Non ti viene in mente, caro Polo, che i commissari non abbiano dichiarato il dissesto perché consci che solo i politici locali (che sanno bene come ci si deve muovere a Reggio e in Calabria) possono far risorgere la città.
Io credo che loro (ma anche tantissimi a Roma) sanno che il comune non si salva con la dichiarazione di dissesto ma facendo finta di gestire l’emergenza ed il buco (molto gonfiato) ricevendo milioni e milioni di aiuti e al contempo però, tenendo le porte spalancate per i politici locali precedentemente “buttati” fuori a calci.
Credi davvero che Panico e gli altri due possano sbrogliare le matasse meglio di Arena e soprattutto di Peppe Scopelliti?
Ma finiamola di scherzare signori ……………………..
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ciesse ha scritto: in questo quadro spicca maestoso, inutile e ingombrante, senza alcuna possibilità di imporlo come qualcos'altro, il tapis roulant, ed il mio è solo un personale giudizio estetico. :salut
:ya:
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pincopallino ha scritto: Credi davvero che Panico e gli altri due possano sbrogliare le matasse meglio di Arena e soprattutto di Peppe Scopelliti?
Premetto che il mio non era un giudizio di merito sulla necessità o meno di dichiarare il dissesto ma ho solo segnalato che i commissari possono farlo e che la Corte dei Conti ha agito in maniera inappuntabile a differenza di quanto riportato nell'articolo, pieno di errori grossolani e fonte di disinformazione.
Nel merito, permettimi ma mi sembrerebbe alquanto inopportuno far sbrogliare la matassa a chi l'ha creata. Proprio perchè i politici locali sanno, fin troppo bene, come funziona. L'unica via d'uscita per il comune di Reggio è la dichiarazione di dissesto.
E' questo il senso della dichiarazione della Corte: sul piano sostanziale non ci sono alternative. Il salva enti rimanda nel tempo i debiti e il rientro finanziario avverrà sulla nostra pelle/tasche. Basterà trovare un Monti locale....
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