Caso "Rende"

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doddi
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...chi succiriu? :oo:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Lixia
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2 consiglieri provinciali agli arresti perchè avrebbero fatto assumere i parenti di un boss... intendevi il Comune vero? non la guardia giurata!
"Gli amici miei, ed in cui posso fidare, non vivon qui: si trovan lontano, al mio paese, come ogni altra cosa, signori, che mi può recar conforto".

Putrusinu ogni mineshra!

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onlyamaranto
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E' importante a questo punto valutare come i vertici del PD affronteranno la questione, sapranno differenziarsi dai loro colleghi del PDL che ogni volta che viene inquisito uno dei loro non sanno fare altro che esprimere subito "solidarietà e vicinanza"? vedremo...

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
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goldenboy
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in galera..e saranno in compagnia bipartisan...vero doddi???
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spiny79
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u mari è salatu a tutti i parti...
doddi
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E vabbè ... faccio da me ( e faci puru rima :mrgreen: )

http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=88

Cosenza, Operazione Terminator: arrestati un Consigliere e un ex Assessore provinciale
Giovedì 15 Novembre 2012 07:15

I Carabinieri di Cosenza e la Dia di Catanzaro hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare richieste dalla DDA di Catanzaro e firmate dal Gip competente nell'ambito dell'operazione ''Terminator''

Sono finiti in manette un consigliere provinciale del Pd, Umberto Bernaudo, e l'ex Assessore Pietro Ruffolo, insieme al presunto boss Michele Di Ruppo. Le accuse riguardano la gestione clientelare di una società di servizi del Comune di Rende al tempo della loro elezione presso l'Assise provinciale, avvenuta tramite le consultazioni del 2009, quando i due ricoprivano rispettivamente la carica di Sindaco ed Assessore del Comune di Rende.
Ruffolo, nelle elezioni provinciali del 2009, era stato eletto consigliere, ma si era dimesso dopo la nomina ad assessore alla pubblica istruzione. Successivamente si era autosospeso dall'incarico di assessore dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per il reato di usura aggravata dalle modalita' mafiose. Nell'ottobre del 2011 Ruffolo era stato rinviato a giudizio. Nella vicenda dell'usura Ruffolo era coinvolto in qualita' di ex consulente piccole imprese dell'agenzia Unicredit di Belvedere Marittimo (Cosenza).

Sono cinque delibere consiliari, approvate dal Consiglio comunale di Rende tra il 2007 e il 2009, in vista delle elezioni provinciali, avrebbero favorito il boss Michele Di Puppo e il sodalizio criminale dei Lanzino. Al centro delle deliberazioni, la "Rende servizi srl", societa' in house al Comune di Rende. E' questo, secondo quanto emerge dall'ordinanza del gip distrettuale di Catanzaro, Livio Sabatini.

Secondo le ipotesi avanzate dal pm della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, l'ente comunale avrebbe costituito la cooperativa, riconducibile a Di Puppo, affidandole alcuni servizi di utilita' sociale, fino alla capitalizzazione per un importo di 8 milioni di euro con la concessione di un immobile, oltre a beni mobili per un valore di 369mila euro. Ad avvalorare le tesi investigative, la Dda di Catanzaro ha evidenziato le intercettazioni telefoniche, documenti acquisiti durante le indagini e varie testimonianze. Le accuse formulate dal pm Bruni riguardano anche la gestione dei posti di lavoro all'interno della societa' che, secondo l'accusa, sarebbe diventata "lo strumento per ottenere consensi elettorali mediante il fattivo ruolo di esponenti di primo piano della locale criminalita' organizzata". Cosi', tra gli assunti nella societa', sarebbero stati riscontrati parenti e affini della cosca Lanzino. La "Rende 2000", societa' cooperativa a responsabilita' limitata, era stata costituita nel 1999 e nel 2002 si e' aggiudicata un appalto per la raccolta dei rifiuti e la manutenzione degli immobili comunali per un periodo di tre anni, con un valore medio annuale di oltre 940mila euro. Tra il 2000 e il 2008 il numero di dipendenti, si fa rilevare nell'ordinanza del gip distrettuale, e' cresciuto a dismisura, passando da 63 a 171 unita', con il volume di affari che invece e' stato ondivago, considerati 1,4 milioni nel 2002, 2,3 nel 2007 e 1,8 nel 2008. Il 27 settembre 2008, evidenzia il pm Bruni, tutti i dipendenti della societa' cooperativa sono stati licenziati, per essere assunti due giorni dopo nella nuova "Rende Servizi srl" con socio unico a totale partecipazione comunale.

Nelle settimane scorse i deputati ed i senatori del Pdl della Calabria hanno chiesto al Ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, che si insedi la commissione d'accesso antimafia nel Comune di Rende. La richiesta era stata avanzata dopo che la Dda di Catanzaro aveva indagato l'ex sindaco e l'ex assessore di Rende, Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo. I parlamentari del Pdl hanno chiesto a Cancellieri la commissione d'inchiesta del Ministero dell'Interno per accertare ''presunte commistioni nel rapporto tra appalti pubblici e criminalita' organizzata e di verificare se vi siano in atto infiltrazioni e contiguita', cosi come prescrive la legge''.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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http://www.ildispaccio.it/primo-piano/1 ... nche-il-pd


"Caso Rende": il ciclone sul Comune che rischia di travolgere anche il Pd
Share di Claudio Cordova - La parlamentare di Futuro e Libertà per l'Italia, Angela Napoli, già cinque anni fa aveva sollevato sospetti sulla gestione della Cosa Pubblica nel Comune di Rende, cittadina alle porte di Cosenza, sconquassata all'alba da un'operazione dei Carabinieri e della Direzione Investigativa Antimafia che ha portato alla custodia cautelare dei consiglieri provinciali Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo, entrambi del Partito Democratico. Nel 2007, quando Angela Napoli aveva sollevato il "Caso Rende", il sindaco di quel luogo era proprio Bernaudo che, insieme al collega Ruffolo dovrà rispondere adesso all'accusa che gli muovono i sostituti procuratori della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni e Carlo Villani: corruzione elettorale.
Il Gip di Catanzaro, Livio Sabatini, ha infatti rigettato (ma sul caso la Dda potrebbe fare appello) l'aggravante delle modalità mafiose, nonostante il presunto scambio elettorale dei due politici sia avvenuto – almeno nell'ipotesi accusatoria – con il noto boss Michele Di Puppo. "Un accordo elettorale politico mafioso" sarebbe partito dal Comune di Rende per interessare anche le elezioni provinciali a Cosenza, nel 2009. Questa l'ipotesi dell'accusa, che sostiene come i due politici, per anni sindaco (Bernaudo) e assessore ai lavori pubblici (Ruffolo) abbiano favorito il boss Di Puppo, 48 anni, ritenuto esponente di primo piano della potente cosca Lanzino di Cosenza, che poi li avrebbe ripagati dal punto di vista elettorale.
Le risultanze investigative raccolte dagli inquirenti avrebbero fatto emergere ''non solo il carattere clientelare della gestione della Rende Servizi (una cooperativa in affari col Comune) ma finanche l'utilizzo di alcuni suoi dipendenti, tra i quali Michele Di Puppo, per lo svolgimento della campagna elettorale di Bernaudo e Ruffolo''. La cooperativa, dunque, sarebbe stata totalmente asservita, nella sua funzione pubblica, agli interessi, tutt'altro che pubblici, dei personaggi coinvolti. Persino il boss Ettore Lanzino, attualmente latitante, sarebbe stato un dipendente della coop.
La costituzione, ricapitalizzazione e gestione della società del Comune di Rende 'Rende Servizi srl' (ex cooperativa Rende 2000, ndr) è dunque al centro dell'inchiesta della Dda di Catanzaro. E anche la ricapitalizzazione della società, mediante il conferimento di un immobile comunale di ingente valore costituisce, a detta del Gip, il ''completamento ovvio ed inevitabile di un'azione amministrativa dissennata (perchè contraria ai principi di economicità ed efficienza) ed illecita". Un giudizio inevitabile, quello del Gip Sabatini, che fa il paio, con il passaggio diretto del personale dipendente dalla cooperativa alla Rende servizi srl, con la totale "assenza di un chiaro criterio di assunzione dei dipendenti e l'anomalo passaggio, per chiamata nominativa, nella neo costituita Rende servizi offrirebbe un argomento, preciso ed effettivo, per evidenziare la rilevanza ed utilità dell'apporto causale degli indagati". Un lungo elenco di dipendenti e collaboratori. Triplicati in pochi anni per trasformare, secondo l'accusa, la "Rende servizi srl" in una macchina di voti e nel terreno su cui intavolare i rapporti tra mafia e politica. Oltre al boss Lanzino, infatti, tra i "dipendenti", figura anche il nomi di Giuseppe Brillo, condannato a 22 anni, in primo grado, per omicidio, sostituito dal figlio dopo l'arresto.
Scoppia così la "bomba". Un "Caso Rende" che, oltre alle denunce, piuttosto datate, di Angela Napoli, nelle ultime settimane era tornato d'attualità, dopo che i parlamentari del Popolo della Libertà avevano chiesto al Ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, l'invio della commissione d'accesso al Comune (cosa che ormai appare piuttosto scontata), scatenando l'ira del Partito Democratico, di cui Bernaudo e Ruffolo sono esponenti di spicco nel cosentino.
"Prima fanno i moralisti, poi finiscono in manette" hanno tuonato dal partito de La Destra, riferendosi alla condotta degli esponenti politici del Partito Democratico, che anche dopo la richiesta del Pdl, di qualche settimana fa, sull'invio della commissione d'accesso antimafia, avevano fatto quadrato per difendere Rende. E' più che prevedibile, però, che l'operazione possa trasformarsi in un vero e proprio ciclone sul Pd dell'area cosentino.
E se il commissario regionale del Pd, Alfredo D'Attorre, ha subito precisato di aver sospeso i due consiglieri, un problema in casa democrat c'è e i giorni che verranno probabilmente non aiuteranno di certo a far sgonfiare il bernoccolo: nelle carte d'indagine, infatti, sarebbe un po' troppo ricorrente il nome di Sandro Principe, attuale capogruppo in Consiglio Regionale del Partito Democratico. In un caso, peraltro, verrebbe asserita anche la vicinanza tra Principe e lo stesso boss Di Puppo.
E il contesto è quello di campagne e elettorali e voto. E se, al momento, non viene contestato alcunché dal punto di vista penale, qualche responsabilità politica il partito dovrà pur prendersela.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
mohammed
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mamma mia che catastrofe, roba grossa, bersani renzi e compagnia un colpo del genere non potranno sostenerlo, stasera si dimetterà sicuramente tutto il direttivo del partito...
Allah è grande, Gheddafi è il suo profeta!
doddi
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mohammed ha scritto:mamma mia che catastrofe, roba grossa, bersani renzi e compagnia un colpo del genere non potranno sostenerlo, stasera si dimetterà sicuramente tutto il direttivo del partito...

Cordova è tragediatore...è risaputo :okok:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
mohammed ha scritto:mamma mia che catastrofe, roba grossa, bersani renzi e compagnia un colpo del genere non potranno sostenerlo, stasera si dimetterà sicuramente tutto il direttivo del partito...

Cordova è tragediatore...è risaputo :okok:
Unu a unu e palla o centru....AMARANTO SIAMO NOI!!!!!.... :cheers :cheers :cheers :cheers
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Se non erro alcuni anni fa è stata costituita una società in house del comune per impiegare amici/parenti/compari di alcuni boss del luogo e, sempre se non erro sono inoltre stati sottratti 8 milioni di euro dalle casse comunali per destinarle a questa municipalizzata.
Insomma, un po’ come da noi per la Multiservizi!
Spero comunque che così come da noi adesso sono stati stabilizzati in comune i dipendenti multiservizi (manca solo l’ok da Roma) anche loro impiegati per volere dei boss nostrani, pure a Rende vengano salvaguardati i livelli occupazionali;
il volere dei boss infatti va rispettato e tutelato sia a Reggio che a Rende, mica lì i boss sono boss per caso ! :okok:
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