Rocco: "Sono gay e figlio di un boss della ndrangheta"

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Rocco: "Sono gay e figlio di un boss"
Un 19enne di Reggio Calabria: "Voglio fuggire da qui"


09:48 - Rocco (nome di fantasia) ha 19 anni, è figlio di un boss della 'ndrangheta di Reggio Calabria. Ed è gay. A un settimanale confida le difficoltà di vivere la sua omosessualità in una terra, e soprattutto in un clan, che la rifiuta. Il giovane progetta di fuggire per riprendersi l'identità che gli appartiene. Ed evitare di finire come lo zio, gay come lui, ma costretto a un matrimonio di comodo per nascondere la propria indole.
"Ho sempre saputo di essere gay. Da piccolo - Rocco scrive a Vanity Fair - giocavo con le Barbie, ho la passione per la moda. I miei genitori non sanno niente di me, non capirebbero. Neppure mio fratello capirebbe. Appartengo a una famiglia della ’ndrangheta di Reggio Calabria".

Poi descrive il suo clan: "Una famiglia oppressiva che si è sempre intromessa nella mia vita, e che non mi permetterà mai di vivere come voglio, almeno finché resterò qui". "Per questo - prosegue - ho un progetto: scappare al Nord appena finite le scuole".

Infine l'esempio del parente stretto: "Non voglio fare la fine di mio zio, costretto a un matrimonio combinato per evitare il disonore che qualcuno si accorgesse della sua omosessualità. Ora ha più di cinquant’anni e, ovviamente, nessun figlio".

E' la prima volta che qualcuno osa dichiararsi rompere un tabù della mafia, che respinge e nega l'omosessualità da Napoli a Reggio Calabria a Palermo.

Nella cultura mafiosa, maschilista per eccellenza, anche solo parlare di omosessualità è tabù e, come spiega Antonio Ingroia, procuratore Antimafia di Palermo. "I gay, se ci sono, stanno nascosti, altrimenti rischierebbero di essere estromessi. Se non uccisi come in America, John D’Amato".

L’omosessuale poi è ritenuto inaffidabile perché non ha un’identità certa. Non è come il "vero uomo" che non parla, che di solito non tradisce la moglie, che uccide senza emozioni, che pensa solo agli affari, dice Girolamo Lo Verso, ordinario di Psicologia clinica all’Università di Palermo.

Ma le cose stanno cambiando. Gino Campanella e Massimo Milani dell'Arcigay di Palermo: "il figlio di un boss che conosciamo dice che Cosa nostra tollera l’omosessualità, purché attiva. Il gay attivo viene comunque considerato maschio".

A Napoli un anno fa è stata arrestata la prima trans boss della camorra, Ugo Gabriele detto Ketty, 28 anni, per traffico di droga a Scampia. Se "nelle "famiglie" tradizionali l'omosessualità è ancora una cosa da tenere nascosta - dice Salvatore Simioli, ex presidente dell’Arcigay di Napoli - tra gli scissionisti – i gruppi più violenti, quelli che per il controllo del territorio e della droga sono disposti a tutto – un gay o una trans possono anche salire ai vertici". Nel capoluogo campano i gay sono maggiormente tollerati anche per il fatto che Napoli è la città dei "femminielli".

Ma a Reggio Calabria, dove è nato e cresciuto Rocco, la vita degli omosessuali è molto più dura che a Napoli o a Palermo. Il coming out potrebbe costare molto caro. Rocco si nasconde ai genitori, cerca di volgarizzare i suoi lineamenti delicati. E soprattutto, vorrebbe non essere nato a Reggio Calabria.
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Mi sembra un articolo come tanti scritto tanto per evidenziare le (spesso) finte diversità tra nord e sud. C'è una contraddizione di fondo: la sua famiglia non lo sa perchè non capirebbe. Però poi accenna ad un fatto privato che solo la sua famiglia potrebbe conoscere: uno zio gay, costretto a sposarsi per nascondere la sua omosessualità. Da questo dettaglio, se la storia fosse vera, questo Rocco potrebbe essere riconosciuto dai suoi familiari. Io non ci credo a questa storia.

E poi la chiosa finale, di dubbio gusto:

"Ma a Reggio Calabria, dove è nato e cresciuto Rocco, la vita degli omosessuali è molto più dura che a Napoli o a Palermo. Il coming out potrebbe costare molto caro. Rocco si nasconde ai genitori, cerca di volgarizzare i suoi lineamenti delicati. E soprattutto, vorrebbe non essere nato a Reggio Calabria. "
Ultima modifica di UnVeroTifoso il 12/05/2011, 15:05, modificato 1 volta in totale.
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Pickwick
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Articolo falsissimo.
Non si capisce neanche il contenuto.
La vittima dovrebbe essere un figlio di un mafioso che non può fare coming out?
Intanto gli chiederei come si pone nei confronti della mafia.
Ci convivi e magari ti compri i vestiti alla moda con i soldi di papà?
Vai a denunciare tutta la tua famiglia se sei estraneo a tutto, altrimenti sei un affliato anche tu.
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giovan ni
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Il contenuto invece è chiarissimo, per me.
Da una parte abbiamo la cultura, l'evoluzionismo, la libertà di autodeterminazione dell'individuo, il diritto. Che sarebbero rappresentate dal ragazzo omosessuale.
Dall'altra abbiamo l'ignoranza, la cattiveria, la grettezza di pensiero e i pregiudizi, oltre ovviamente il sopruso e l'illegalità rappresentati ovviamente dalla città di Reggio Calabria e dalla 'ndrangheta.
In questo "topos" si sviluppa la storia romantica del ragazzo che vorrebbe tanto essere se stesso e non può, naturalmente perché impedito dalla posizione ingombrante e invasiva della famiglia mafiosa. Tanto invasiva e pericolosa che lui è costretto a subirla. C'è anche l'esempio da fuggire, da non imitare per non cadere tristemente in una analoga infelicità: lo zio, costretto ad un matrimonio di comodo, per sedare le malelingue che addirittura lo schernivano, magari.
Per quel difetto che sembra fare tanto schifo alla normalità.
Per quanto mi riguarda il ragazzo in questione è un pretesto, una storia inventata per ribadire il diritto alla libertà di essere quello che si vuole, ma potrebbe essere anche reale.
Perché non si può escludere che il figlio di un qualche mafioso sia gay, così come non si può affermare con veemenza che un figlio omosessuale fosse accettato con rispetto in una famiglia della 'ndrangheta. Quale mafioso è estraneo agli stereotipi cui l'articolo rimanda? Qualcuno conosce una mentalità mafiosa all'avanguardia, che rispetta l'individuo, per cui si possa sfatare il pregiudizio di sottocultura alla quale essa rimanda?
No, e il giornalista ha giocato su questo pregiudizio, che è tutto nostro. E la storia di questo ragazzo, fittizia o vera che fosse, dovrebbe farci pensare: lui da omosessuale non ha la forza per sconfiggere i pregiudizi, infatti vuole andar via. Lui, da omosessuale, vuole essere se stesso, e non quello che la cultura mafiosa - alla quale è strettamente legato, senza che vi si possa ribellare - gli impone.
Noi tutti, vogliamo essere come lui?
Le ombre servono a convincerti che in qualche modo esisti.
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Non mi piace per niente il finale di quest'articolo. Più che non vorrebbe mai essere nato a Reggio, dovrebbe essere che non vorrebbe mai essere nato in una famiglia mafiosa..
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articolo falsissimo anche secondo me.
Come ha detto Unverotifoso è stato fatto per evidenziare,secondo loro, le differenze tra nord e sud, la prova è quel finale di articolo.
Sinceramente leggo più notizie di gay pestati a sangue al Nord che al sud.
Gente gay a reggio c'è nè...e frequentano persone che sanno che sono gay e non fanno nessun tipo di discriminazione.
non si nascondono...almeno non più oggi. Diciamo che questo articolo poteva essere giustificato Nel 1960/70/80...
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Dinamik ha scritto:articolo falsissimo anche secondo me.
Come ha detto Unverotifoso è stato fatto per evidenziare,secondo loro, le differenze tra nord e sud, la prova è quel finale di articolo.
Sinceramente leggo più notizie di gay pestati a sangue al Nord che al sud.
Gente gay a reggio c'è nè...e frequentano persone che sanno che sono gay e non fanno nessun tipo di discriminazione.
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questo ragazzo dovrebbe vergognarsi di non avere il coraggio di allontanarsi dalla sua famiglia....perchè mafiosa....
L'ignoranza è meno dannosa del confuso sapere.
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cozzina1 ha scritto:
Dinamik ha scritto:articolo falsissimo anche secondo me.
Come ha detto Unverotifoso è stato fatto per evidenziare,secondo loro, le differenze tra nord e sud, la prova è quel finale di articolo.
Sinceramente leggo più notizie di gay pestati a sangue al Nord che al sud.
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questo ragazzo dovrebbe vergognarsi di non avere il coraggio di allontanarsi dalla sua famiglia....perchè mafiosa....
è vero..però diciamo che è più facile a dirlo che a farlo...sappiamo tutti come funziona..se ti allontani prima o poi te la faranno pagare...purtroppo. :-|
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giovan ni
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Demy182rc ha scritto:mode reggitano on
(come vorrebbero quelli del giornale)

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Domanda: ma a quanti reggini farebbe piacere, oppure ritenesse la cosa indifferente, l'avere un figlio gay? A prescindere dalla 'ndrangheta.
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UnVeroTifoso ha scritto:C'è una contraddizione di fondo: la sua famiglia non lo sa perchè non capirebbe. Però poi accenna ad un fatto privato che solo la sua famiglia potrebbe conoscere: uno zio gay, costretto a sposarsi per nascondere la sua omosessualità.
Io non la vedo come una contraddizione: la famiglia non lo sa perché non capirebbe, e se lo sapesse agirebbe con lui come ha fatto con lo zio, anche lui omosessuale, il quale è stato costretto a sposarsi per non macchiare l'onore della famiglia mafiosa.
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giovan ni ha scritto:
Demy182rc ha scritto:mode reggitano on
(come vorrebbero quelli del giornale)

i ricchioni fanno bene a nascondersi, anzi ad andarsene da RC finocchi!
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ma quanti gay che vivono, operano e passiano per il corso gratis? io ne conosco almeno 4-5
Domanda: ma a quanti reggini farebbe piacere, oppure ritenesse la cosa indifferente, l'avere un figlio gay? A prescindere dalla 'ndrangheta.
quanti sono gli omosessuali ai quali a reggio è vietata la vita pubblica per via dei reggini?
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Demy182rc ha scritto:
quanti sono gli omosessuali ai quali a reggio è vietata la vita pubblica per via dei reggini?
Chi non conosce il travestito reggino, e chi non ha mai riso di lui?
Le ombre servono a convincerti che in qualche modo esisti.
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Falko
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giovan ni ha scritto:
Demy182rc ha scritto:
quanti sono gli omosessuali ai quali a reggio è vietata la vita pubblica per via dei reggini?
Chi non conosce il travestito reggino, e chi non ha mai riso di lui?
La domanda corretta dovreebbe essere:"Chi ha mai menato ad un omosessuale a Reggio?"

Si ride di tutti... di Tony "rollin stones", dei vigili, dei politici, di chi fa le cose per bene e di chi non le fa, delle persone che si vestono male e di quelle che si vestono bene... anzi, non ridere del gay lo considero razzista, del travestito reggino anzi non mi pare abbia mai riso nessuno... dovremmo cominciare a farlo, ma solo perchè fa parte del tessuto di Reggio, non perchè è travestito.
Se il destino mi è avverso, peggio per lui!!!

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Posso fare la battuta?
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giovan ni ha scritto:
Demy182rc ha scritto:
quanti sono gli omosessuali ai quali a reggio è vietata la vita pubblica per via dei reggini?
Chi non conosce il travestito reggino, e chi non ha mai riso di lui?
tanto da non poter più continuare a stare per strada?
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Falko ha scritto:
giovan ni ha scritto:
Demy182rc ha scritto:
quanti sono gli omosessuali ai quali a reggio è vietata la vita pubblica per via dei reggini?
Chi non conosce il travestito reggino, e chi non ha mai riso di lui?
La domanda corretta dovreebbe essere:"Chi ha mai menato ad un omosessuale a Reggio?"

Si ride di tutti... di Tony "rollin stones", dei vigili, dei politici, di chi fa le cose per bene e di chi non le fa, delle persone che si vestono male e di quelle che si vestono bene... anzi, non ridere del gay lo considero razzista, del travestito reggino anzi non mi pare abbia mai riso nessuno... dovremmo cominciare a farlo, ma solo perchè fa parte del tessuto di Reggio, non perchè è travestito.
Falko, mi appello alla tua onestà: con la domanda "chi non ha mai riso del travestito reggino" volevo semplicemente porre in risalto come questo ragazzo, coraggioso o incosciente che sia, a Reggio lo conoscono tutti. Tutti sanno chi è, di chi è figlio, e nessuno passeggia in strada con lui. Al bar, dove qualche volta prende il caffè, l'ho sempre visto solo o al massimo, con qualche amica.
Non c'è alcun reggino che potrebbe contemplarlo nel novero della normalità, e non perché Reggio sia tendenzialmente una città che discrimina bensì per il fatto che un omosessuale, e per di più travestito, non è "normale". E Reggio, forse più di ogni altra città, non lo accetta.
Questa è una verità, non puoi negarla. Perché un conto è accettare che il travestito passeggi per il corso principale, altro è affiancarlo nel mentre per scambiarci quattro chiacchiere. Accettare che passeggi pacificamente, è tollerare. Affiancarlo per farci amicizia, oppure conoscerlo ed uscirci assieme senza temere di essere apostrofato dalla gente, significa trasformarlo in una persona normale.
Ora, al di là di questo mio brutto esempio estremo, che coinvolge una persona che molto probabilmente non ci legge e che quindi non è giusto neppure alludervi, rimane il fatto che i "ricchioni" a Reggio sapiamo tutti chi sono. Almeno, quelli dichiarati. E il fatto stesso di conoscerli, e di determinarli da una sfera della normalità qual è quella eterosessuale, è assolutamente discriminare.
Io penso comunque che hai ragione: dovremmo cominciare a ridere del "tessuto di Reggio", perché il riso e lo scherno portano all'autocritica; e l'autocritica sfocia sempre in un miglioramento.

PS: a Reggio, qualche tempo fa, ci fu un (documentato) episodio vergognoso dove gli omosessuali che si radunavano alla villa comunale, di notte, vennero picchiati.
Ultima modifica di giovan ni il 12/05/2011, 18:49, modificato 3 volte in totale.
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Demy182rc ha scritto:
giovan ni ha scritto:
Demy182rc ha scritto:
quanti sono gli omosessuali ai quali a reggio è vietata la vita pubblica per via dei reggini?
Chi non conosce il travestito reggino, e chi non ha mai riso di lui?
tanto da non poter più continuare a stare per strada?
Quel tanto che basta a vederlo sempre solo, e additato furtivamente dai più, quando passeggia.
Dai, ammettiamolo.
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giovan ni ha scritto:
Quel tanto che basta a vederlo sempre solo, e additato furtivamente dai più, quando passeggia.
Dai, ammettiamolo.
ma anche no...
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Demy182rc ha scritto:
giovan ni ha scritto:
Quel tanto che basta a vederlo sempre solo, e additato furtivamente dai più, quando passeggia.
Dai, ammettiamolo.
ma anche no...
Puoi non ammetterlo, ma il ragazzo dell'articolo (se esiste), ha raccontato una storia verosimile. In perfetta linea con il pregiudizio reggino.
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