Dopo le tasse i tagli?

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doddi
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L’annuncio del ministro della Funzione Pubblica Patroni Griffi Statali, dall’estate libertà

Fonte: Salvatore Cannavò - il Fatto
Venerdì 20 Aprile 2012 11:22 -

Il ministro Griffi: riforma del pubblico entro l’estate Fuori dal lavoro dopo due anni di mobilità

È di quasi tre milioni di persone l’esercito dei “senza speranza”, i disoccupati che non cercano più
lavoro. Il triplo della media Ue

Nei tavoli di confronto con il sindacato, l'eventualità era finora passata solo per allusioni ma
ieri, con un'intervista sul quotidiano Avvenire, il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo
Patroni Griffi, è stato netto: il governo licenzierà anche gli statali. Arrivando fino a dove non era
arrivato Brunetta. Le forme saranno mediate, ovviamente, ma la sostanza resta e tutto quanto
dovrà avvenire già entro l'estate. Il ministro vuole varare la sua riforma entro metà maggio e del
resto, la riforma del Lavoro, che è già all'esame del Parlamento, è stata fatta in modo da
recepire, all'articolo 2, una legge delega. A quanto pare la riforma è già avanti nel suo punto più
cruciale, quello del licenziamento del pubblico impiego. “Spero che capiscano tutti, anche i
sindacati” dice il ministro al quotidiano cattolico. “Devono accettare il meccanismo di mobilità
obbligatoria per due anni che già esiste ma che ancora non è stato attuato. Devo farlo perché le
amministrazioni pubbliche vanno riorganizzate anche per attuare la spending review sulla spesa
pubblica”. La procedura, in effetti, è già prevista nella norma attuale che prevede la messa in
mobilità, per 24 mesi e all'85 per cento dello stipendio, del personale dichiarato in esubero.
“Prima proveremo a vedere se quel personale, riqualificato, potrà essere utilizzato meglio in altri
settori” spiega Patroni Griffi, “poi, solo se alla fine non si troveranno alternative, l’unica strada
rimarrà quella del licenziamento”.
NESSUNO crede, però, che quella ricollocazione in un settore già gravato da tagli e riduzioni
consistenti possa essere trovata. Inoltre, il meccanismo si inserisce dentro una riforma
complessiva del lavoro che vede, per la prima volta dopo 40 anni, la revisione dello stesso
articolo 18 realizzando, come dice lo stesso ministro, “la maggior convergenza possibile con il
settore privato”.
La risposta sindacale, contraria ai licenziamenti, non è stata particolarmente furibonda. Cgil,
Cisl e Uil hanno messo le mani avanti rispetto alle dichiarazioni di Patroni Griffi ma senza
mettere in discussione il tavolo di confronto. Il segretario della Funzione pubblica della Cgil
punta il dito sulla continuità tra le proposte attuali e quelle di Tremonti chiedendo una maggiore
progettualità e poi prendendola con il metodo dell'annuncio a mezzo stampa: “Se davvero
questa riforma dovesse passare come una semplice delega al governo – dice Rossana Dettori -
e la trattativa dovesse essere una formalità che ratifica le scelte che l'esecutivo comunica
preventivamente alla stampa, ne trarremo le dovute conseguenze”. In ogni caso la Cgil
annuncia una prima manifestazione sotto la sede del ministero già lunedì. La Cisl parla di un
atteggiamento responsabile e leale ma chiede al ministro di avere al più presto le piante
organiche dell'amministrazione statale. Dal canto suo l'Usb, il sindacato di base abbastanza
forte nel pubblico impiego, si dice “non stupito ” dell'uscita del governo visto che al tavolo di
confronto questa ipotesi era stata già ventilata. Il problema, spiega l'Usb, “sono le politiche
economiche imposte dalla Bce e dall'Unione europea che impongono di realizzare tagli tramite
la “spending review” e questo mette sotto ricatto tutto il pubblico impiego perché non c'è
amministrazione che non sia in difficoltà”. L'Usb propone una prima assemblea delle Rsu il 18
maggio e annuncia l'ipotesi di sciopero generale.
SCIOPERO che invece che sembra scomparire dalla prossima fase della Cgil che ieri ha tenuto
il suo direttivo nazionale su articolo 18. Dopo una lunghissima giornata e una convulsa fase
finale di emendamenti e sub-emendamenti da parte dell'area di maggioranza più critica nei
confronti del tentativo di archiviare l'articolo 18 (Pensionati, Scuola, l'area Lavoro e Società) la
segreteria ha ricevuto il mandato per costruire una piattaforma comune e una mobilitazione
unitaria con Cisl e Uil sui temi del fisco e della crescita.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Ieri sera a "servizio pubblico",hanno fatto vedere come si regge il paese Italia,sulle spalle di pensionati e genitori che hanno lavoro pubblico e possono dare garanzie ai figli,solo cosi' la banca ti dà qualcosa,togli questo e il paese d'europa con i stipendi più tassati del mondo va a fallire totalmente.Questo governo sta deludendo le aspettative,non conosce la parola equità,è l'ora che vada a casa.
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Servono sena dubbio i tagli alla spesa ma guardiamo anche altrove....

http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86

Reggio: evasione fiscale, pasticceria del centro non dichiara redditi degli ultimi 5 anni

Di seguito la nota diffusa dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria - Appariva formalmente in regola con l’Erario e la Previdenza il bar- pasticceria del centro cittadino, che rilasciava puntualmente lo scontrino fiscale ai clienti, peccato che, poi, evitava di darne conto al Fisco, non versando all’Erario un Euro di imposta.

L’insospettabile “estroso” pasticciere, tuttavia, non è riuscito ad ingannare i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, i quali, nell’ambito della costante attività di controllo economico del territorio e di contrasto al sommerso d’azienda e di lavoro, pianificata dal Comandante Provinciale, hanno sottoposto a verifica l’esercizio commerciale, rilevando, per le sole annualità 2010 e 2011, ricavi sottratti a tassazione per oltre 400.000,00 Euro e violazioni all’IVA per oltre 40.000,00 Euro.

Nel corso dell’ispezione è stato, altresì, scoperto l’impiego di nr. 3 lavoratori “in nero”, due dei quali adibiti al laboratorio ed il terzo impiegato con mansioni di barman. A carico del titolare dell’esercizio sono scattate, quindi, le maxi sanzioni, introdotte dalla legge 4 novembre 2010 n.183, c.d. Collegato Lavoro, nella misura di 340.000,00 Euro.

Il servizio appena concluso si inquadra nell’ambito delle funzioni e delle prerogative tipiche del Corpo della Guardia di Finanza, volte a tutelare le Entrate dello Stato e i fondamentali diritti dei lavoratori e ad assicurare il doveroso concorso di tutti i cittadini alle spese pubbliche, secondo la capacità contributiva di ciascuno, come atto di civiltà e, prima ancora, di sostanziale equità sociale


Il nome dle locale no????
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goldenboy ha scritto:Servono sena dubbio i tagli alla spesa ma guardiamo anche altrove....

http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86

Reggio: evasione fiscale, pasticceria del centro non dichiara redditi degli ultimi 5 anni

Di seguito la nota diffusa dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria - Appariva formalmente in regola con l’Erario e la Previdenza il bar- pasticceria del centro cittadino, che rilasciava puntualmente lo scontrino fiscale ai clienti, peccato che, poi, evitava di darne conto al Fisco, non versando all’Erario un Euro di imposta.

L’insospettabile “estroso” pasticciere, tuttavia, non è riuscito ad ingannare i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, i quali, nell’ambito della costante attività di controllo economico del territorio e di contrasto al sommerso d’azienda e di lavoro, pianificata dal Comandante Provinciale, hanno sottoposto a verifica l’esercizio commerciale, rilevando, per le sole annualità 2010 e 2011, ricavi sottratti a tassazione per oltre 400.000,00 Euro e violazioni all’IVA per oltre 40.000,00 Euro.

Nel corso dell’ispezione è stato, altresì, scoperto l’impiego di nr. 3 lavoratori “in nero”, due dei quali adibiti al laboratorio ed il terzo impiegato con mansioni di barman. A carico del titolare dell’esercizio sono scattate, quindi, le maxi sanzioni, introdotte dalla legge 4 novembre 2010 n.183, c.d. Collegato Lavoro, nella misura di 340.000,00 Euro.

Il servizio appena concluso si inquadra nell’ambito delle funzioni e delle prerogative tipiche del Corpo della Guardia di Finanza, volte a tutelare le Entrate dello Stato e i fondamentali diritti dei lavoratori e ad assicurare il doveroso concorso di tutti i cittadini alle spese pubbliche, secondo la capacità contributiva di ciascuno, come atto di civiltà e, prima ancora, di sostanziale equità sociale


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Dai che adesso Monti con 200 dipendenti statali licenziati recupera questa evasione. :lol: :lol: :lol:
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doddi ha scritto: il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, è stato netto: il governo licenzierà anche gli statali.
A quanto pare la riforma è già avanti nel suo punto più cruciale, quello del licenziamento del pubblico impiego. “Spero che capiscano tutti, anche i sindacati”

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EktorBaboden ha scritto:
goldenboy ha scritto:Servono sena dubbio i tagli alla spesa ma guardiamo anche altrove....

http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86

Reggio: evasione fiscale, pasticceria del centro non dichiara redditi degli ultimi 5 anni

Di seguito la nota diffusa dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria - Appariva formalmente in regola con l’Erario e la Previdenza il bar- pasticceria del centro cittadino, che rilasciava puntualmente lo scontrino fiscale ai clienti, peccato che, poi, evitava di darne conto al Fisco, non versando all’Erario un Euro di imposta.

L’insospettabile “estroso” pasticciere, tuttavia, non è riuscito ad ingannare i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, i quali, nell’ambito della costante attività di controllo economico del territorio e di contrasto al sommerso d’azienda e di lavoro, pianificata dal Comandante Provinciale, hanno sottoposto a verifica l’esercizio commerciale, rilevando, per le sole annualità 2010 e 2011, ricavi sottratti a tassazione per oltre 400.000,00 Euro e violazioni all’IVA per oltre 40.000,00 Euro.

Nel corso dell’ispezione è stato, altresì, scoperto l’impiego di nr. 3 lavoratori “in nero”, due dei quali adibiti al laboratorio ed il terzo impiegato con mansioni di barman. A carico del titolare dell’esercizio sono scattate, quindi, le maxi sanzioni, introdotte dalla legge 4 novembre 2010 n.183, c.d. Collegato Lavoro, nella misura di 340.000,00 Euro.

Il servizio appena concluso si inquadra nell’ambito delle funzioni e delle prerogative tipiche del Corpo della Guardia di Finanza, volte a tutelare le Entrate dello Stato e i fondamentali diritti dei lavoratori e ad assicurare il doveroso concorso di tutti i cittadini alle spese pubbliche, secondo la capacità contributiva di ciascuno, come atto di civiltà e, prima ancora, di sostanziale equità sociale


Il nome dle locale no????
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Gli esuberi potrebbero /dovrebbero essere 300.000, meno del 10% del totale che " ammontano" a circa 8 mld annui...buttali via
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http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ref=HREA-1


SPESA PUBBLICA

Così il governo cerca di evitare la stangata Iva
Scuole, ministeri, tribunali partono i tagli anti deficit

Napolitano: equità e solidarietà valori imprescindibili anche nel fronteggiare la crisi. Il ministro Piero Giarda al lavoro sulla "spending review". Solo se ci saranno maggiori risorse, potrà essere attuata la "retromarcia" sull'incremento dell'imposta sul valore aggiunto
di ROBERTO PETRINI




ROMA - Il ministro Piero Giarda ha lavorato al suo rapporto sulla spending review fino a tarda notte. Lo ha battezzato "Elementi per una revisione della spesa pubblica": lo porterà domani al consiglio dei ministri e, subito dopo lo illustrerà alla stampa. "Nel rapporto nessuna cifra complessiva, ma solo un metodo", dice Giarda in una rapida telefonata. Le cifre dovrà metterle la collegialità del governo operando scelte e opzioni sulla base degli "Elementi". Le indicazioni su come utilizzare le risorse si profilano a due stadi: in prima battuta il consolidamento del pareggio di bilancio nel 2013 e, solo se ci saranno maggiori risorse, la retromarcia sull'aumento dell'Iva previsto per fine anno.

VIMINALE NEL MIRINO - Oggetto dell'opera di setaccio di Giarda i bastioni della spesa più difficili e delicati da attaccare. In prima fila il ministero degli Interni: il tema della riduzione delle Prefetture è sul campo. Oggi sono una per provincia, in totale gli "Uffici territoriali del governo" sono 103. L'obiettivo è quello di lasciarne uno ogni 350 mila abitanti. Nel mirino anche i Vigili del Fuoco, gli acquisti di beni e la questione degli affitti: il Viminale spende circa 30 milioni l'anno per le locazioni e si studia l'utilizzo di immobili demaniali.

IL NODO ESERCITO - Legata a doppio filo c'è la questione della Difesa che condivide con gli Interni le forze che gestiscono l'ordine pubblico: da una parte

i Carabinieri e dall'altra la Polizia. Le sovrapposizioni ci sono, ad esempio con i 5 mila presidi dell'arma presenti sul territorio. Ma il tema, sebbene prospettato, è assai delicato. Come pure la sistemazione dei 30 mila marescialli dell'Esercito ritenuti in esubero in combinata con il piano di riduzione degli effettivi da 180 mila a 150 mila entro il 2024 stilato dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola.

MENO TRIBUNALI - L'occhio del ministro per i Rapporti con il Parlamento incaricato della spending review si è rivolto anche all'amministrazione penitenziaria: aumenteranno i posti de-tentivi, ma si tenterà una razionalizzazione della sorveglianza. Tagli anche ai giudici di pace e ai piccoli tribunali (con un recupero di 5.900 amministrativi e 950 toghe).

SCUOLA, SI RISPARMIA - Analizzato anche il comparto della scuola: il grosso della spesa (circa il 90 per cento) è destinato agli stipendi. Restano tuttavia margini per aggredire una massa di un miliardo destinata a beni e servizi: con un intervento della Consip (la società di Stato per gli acquisti) si potrebbe risparmiare il 15 per cento. Aperto, fino all'ultimo momento, anche il tema del ministero dei Trasporti dove si prevederebbe un intervento sulla motorizzazione.
Quanto si potrà risparmiare? Giarda non fa cifre. Ma il ragionamento del Rapporto corre sul filo di necessità non prorogabili, nello stile del governo Monti. Il primo obiettivo che il "Rapporto" si pone con la spending review è quello di blindare il pareggio di bilancio del 2013. Il Def (Documento di economia e finanza) ha fissato il rapporto deficit-Pil allo 0,5 per cento, prossimo al pareggio, ma siamo sulla soglia di rischio soprattutto perché molte delle misure delle tre manovre del 2011 che valgono 48,9 miliardi per quest'anno devono ancora essere applicate.

I TAGLI LINEARI - In ballo e in forse ci sono parte dei 13 miliardi di tagli lineari messi in atto dalle manovre di Tremonti per il biennio 2012-2013 che potrebbero produrre effetti di rimbalzo e lasciare i conti scoperti. Dunque sono necessarie risorse per superare l'asticella del prossimo anno senza inciampare nel giudizio dei mercati.
Il secondo stadio, anche se non esplicitato nel "Rapporto", è la diminuzione delle tasse. La pressione fiscale si avvia a superare il 45 per cento, come dicono Bankitalia e Corte dei Conti, mentre le tasse locali suscitano disagio. L'obiettivo implicito, se si troveranno risorse attraverso un intervento più incisivo sulla spesa, è quello di recuperare 4 miliardi per disinnescare il temuto aumento dell'Iva al 23 per cento previsto da ottobre, in coincidenza con quei vaghi barlumi di ripresa che potrebbero manifestarsi verso il Natale.
(29 aprile 2012)© Riproduzione riservata
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n questo periodo di crisi il governo TECNICO nomina un commissario esterno (tecnico), quindi un altro stipendione, per provvedere ai tagli, con consigliere Amato. Mah!!! :roll:
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EktorBaboden ha scritto:n questo periodo di crisi il governo TECNICO nomina un commissario esterno (tecnico), quindi un altro stipendione, per provvedere ai tagli, con consigliere Amato. Mah!!! :roll:

Enrico Bondi non vuole lo stipendio ... hanno assoldato il peggior "killer" possibile in circolazione .
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
EktorBaboden ha scritto:n questo periodo di crisi il governo TECNICO nomina un commissario esterno (tecnico), quindi un altro stipendione, per provvedere ai tagli, con consigliere Amato. Mah!!! :roll:

Enrico Bondi non vuole lo stipendio ... hanno assoldato il peggior "killer" possibile in circolazione .
Da quello che ho capito ci saranno tagli che io condivido. Anzi stanno risparmiando ancora qualcosa che io taglierei immediatamente 8-) !!!!
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EktorBaboden ha scritto:
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EktorBaboden ha scritto:n questo periodo di crisi il governo TECNICO nomina un commissario esterno (tecnico), quindi un altro stipendione, per provvedere ai tagli, con consigliere Amato. Mah!!! :roll:

Enrico Bondi non vuole lo stipendio ... hanno assoldato il peggior "killer" possibile in circolazione .
Da quello che ho capito ci saranno tagli che io condivido. Anzi stanno risparmiando ancora qualcosa che io taglierei immediatamente 8-) !!!!
Il lavoro di Bondi non sara' per questi 4 mld ma per tagliarne almeno altri 80 di mld.
Leggiti qualche suo profilo e vedrai che tipo e' :wink
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EktorBaboden ha scritto:
doddi ha scritto:
EktorBaboden ha scritto:n questo periodo di crisi il governo TECNICO nomina un commissario esterno (tecnico), quindi un altro stipendione, per provvedere ai tagli, con consigliere Amato. Mah!!! :roll:

Enrico Bondi non vuole lo stipendio ... hanno assoldato il peggior "killer" possibile in circolazione .
Da quello che ho capito ci saranno tagli che io condivido. Anzi stanno risparmiando ancora qualcosa che io taglierei immediatamente 8-) !!!!
condivido.. fermo restando che per quanto riguarda gli scansafatiche cronici e conclamati li manderei a puntate nel culo a casa ,ma non da ora :evil: :salut
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Il Presidente del Consiglio dei Ministri,
VISTO l’art. 95, primo comma, della Costituzione, che affida al Presidente del Consiglio dei Ministri la direzione e la responsabilità della politica generale del Governo, garantendo l’unità di indirizzo politico amministrativo e il coordinamento dell’attività dei Ministri;
VISTA la legge 23 agosto 1988, n. 400, recante disciplina dell’attività di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
VISTO il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, recante riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche, a norma dell’art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59;
VISTO il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, recante ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a norma dell’art.11 della legge 15 marzo 1997, n. 59;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 12 dicembre 2006, n. 315, che ha proceduto al riordino del Comitato Tecnico Scientifico per il controllo strategico nelle amministrazioni dello Stato;
VISTO il decreto del Presidente del Consiglio, in data 1 marzo 2011, recante disposizioni sull’Ordinamento delle strutture generali della Presidenza del Consiglio e successive modifiche ed integrazioni;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica, in data 16 novembre 2011, con il quale il professor Dino Piero Giarda è stato nominato Ministro senza portafoglio per i rapporti con il Parlamento, con delega, a decorrere dal 17
novembre 2011, ad esercitare le funzioni di impulso, coordinamento, monitoraggio, verifica e valutazione, nonché ogni altra funzione attribuita al Presidente del Consiglio dei Ministri in relazione all’attuazione e all’aggiornamento del programma di Governo;
VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, in data 13 dicembre 2011 con il quale sono state conferite le funzioni, in via delegata, al Ministro Dino Piero Giarda, ed in particolare, quella concernente il coordinamento dell’azione del Governo in materia di programma di Governo e analisi e studio per il riordino della spesa pubblica;
RITENUTO di dover emanare una direttiva di indirizzo per garantire che l’intera attività amministrativa dell’Esecutivo si sviluppi in un contesto coerente con il programma di Governo;
VISTA la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del …
SU PROPOSTA del Ministro per i rapporti con il Parlamento,
emana la seguente
DIRETTIVA
Premessa
Nell’attuale situazione economica il governo ritiene necessario un intervento volto alla riduzione della spesa pubblica per un importo complessivo di 4,2 miliardi per l’anno 2012, al quale tutte le amministrazioni pubbliche devono concorrere.
Allo scopo si rende necessaria un’incisiva azione tesa alla riduzione dei flussi di spesa pubblica e alla riorganizzazione delle attività e che miri a:

una più efficiente erogazione dei servizi;

l’eliminazione degli sprechi;

la definizione delle linee di attività ritenute prioritarie nell’attuale congiuntura e la conseguente eliminazione delle altre;

la realizzazione di economie di bilancio.
La presente direttiva disciplina il contributo che le amministrazioni centrali sono tenute a prestare per il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione sopra indicato. In tale contesto ciascun Ministro riconosce l’attività di revisione della spesa (spending review) come prioritaria dell’azione di governo.
Organizzazione del processo di spending review
Per il coordinamento generale delle attività è costituito il Comitato dei ministri per la revisione della spesa, presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composto dal Ministro delegato per il Programma di Governo, dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, dal Viceministro dell’Economia e delle Finanze e dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Le Amministrazioni pubbliche assicurano la massima collaborazione fornendo le informazioni e i dati in possesso, nonché il supporto tecnico necessario.
Oggetto dell’attività di revisione della spesa
L’attività di revisione della spesa di ogni amministrazione dovrà in particolare concentrarsi su:
a.
Revisione dei programmi di spesa e dei trasferimenti, verificandone l’attualità e l’efficacia ed eliminando le spese non indispensabili e comunque non strettamente correlate alla missioni istituzionali;
b.
Ridimensionamento delle strutture dirigenziali esistenti, anche in conseguenza del ridimensionamento dei programmi di spesa;
c.
Razionalizzazione delle attività e dei servizi offerti sul territorio e all’estero, finalizzata alla riduzione dei costi e alla razionalizzazione della distribuzione del personale, anche attraverso concentrazioni dell’offerta e dei relativi uffici;
d.
Riduzione, anche mediante accorpamento, degli enti strumentali e vigilati e delle società pubbliche
e.
Riduzione in termini monetari per la spesa per acquisto di beni e servizi anche mediante l’individuazione di responsabili unici
della programmazione della spesa, nonché attraverso una più adeguata utilizzazione delle procedure espletate dalle centrali di acquisto ed una più efficiente gestione delle scorte.
f.
Ricognizione degli immobili in uso; riduzione della spesa per locazioni, assicurando il controllo di gestione dei contratti; definizione di precise connessioni tra superficie occupata e numero degli occupanti;
g.
Ottimizzazione dell’utilizzo degli immobili di proprietà pubblica anche attraverso compattamenti di uffici e amministrazioni;
h.
Restituzione all’agenzia del demanio degli immobili di proprietà pubblica eccedenti i fabbisogni;
i.
Estensione alle società in house dei vincoli vigenti in materia di consulenza;
l.
Eliminazione, ad eccezione di casi eccezionali riferibili per esempio a rapporti con Autorità estere, di spese di rappresentanza e spese per convegni;
m.
Proposizione di impugnazioni avverso sentenze di primo grado che riconoscano miglioramenti economici progressioni di carriera per dipendenti pubblici, onde evitare che le stesse passino in giudicato.
Ciascun Ministro, con la collaborazione della struttura di supporto istituita con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data odierna, propone un progetto contenente sia gli interventi di revisione e riduzione della spesa atti a generare i risparmi di spesa previsti, sia misure di razionalizzazione organizzativa e di risparmi per gli esercizi futuri. I progetti devono essere presentati entro il 31 maggio 2012.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri assume, anche in assenza delle proposte, le conseguenti determinazioni.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri
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E la Fornero scopre le carte...cvd equiparazione pubblico e privato per i licenziamenti.
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doddi ha scritto:E la Fornero scopre le carte...cvd equiparazione pubblico e privato per i licenziamenti.

Cosi' dopo le pensioni a 70 anni,anche la certezza che alla pensione non si arriverà mai :cheers
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doddi ha scritto:E la Fornero scopre le carte...cvd equiparazione pubblico e privato per i licenziamenti.

Mi sembra che tra lei e il ministro della funzione pubblica ci siano opinioni diverse,forse trattasi di manie da protagonismo di qualcuna :salut
doddi
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goldenboy ha scritto:
doddi ha scritto:E la Fornero scopre le carte...cvd equiparazione pubblico e privato per i licenziamenti.

Mi sembra che tra lei e il ministro della funzione pubblica ci siano opinioni diverse,forse trattasi di manie da protagonismo di qualcuna :salut

Golden preparatevi alle barricate... senti a mia, Draghi durante una lezione alla Sapienza ha ribadito gli stessi concetti della Fornero.

L'altro ministro, se leggi bene, non ha detto nulla di contrario, io l'ho ascoltato non ricordo dove, ma gli articoli hanno un taglio diverso
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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Quando a licenziare è lo Stato

Nel 2010 su duemila provvedimenti disciplinari contro dipendenti pubblici, in 105 hanno perso il posto

26/05/2012

La Stampa

Non saranno tanti, ma ci sono eccome i licenziati nella pubblica amministrazione. Ovviamente, parliamo di licenziamenti disciplinari o per giusta causa. Perché fino ad ora nel pubblico così come nel privato il licenziamento «illegittimo» - tra cui quello individuale per ragioni «economiche» che verrà invece consentito dalla riforma Fornero per i dipendenti privati - veniva sanzionato 100 volte su 100 con il reintegro del dipendente nel posto di lavoro. Tuttavia, a leggere la relazione al Parlamento sullo stato della Pubblica Amministrazione del marzo del 2011 (il documento più recente disponibile) nel corso del 2010 sono stati in tutto 105 i dipendenti pubblici il cui procedimento disciplinare si è concluso con la sanzione più grave: la perdita del posto.

Il dato è parziale, chiariscono al Ministero guidato da Filippo Patroni Griffi, perché il mondo del lavoro pubblico è articolato su ben 35.000 amministrazioni diverse: nella Relazione ad esempio mancano i dati relativi a tutte le Regioni e a molti ministeri, tra cui quello grandissimo della Scuola. Anche per questo al Formez è stato dato l’incarico dal ministro di avviare un monitoraggio più ampio. Nel campione considerato i procedimenti disciplinari avviati sono stati 2265, di cui poi 172 sospesi perché era stato avviato un procedimento giudiziario. Dei 2093 che si sono conclusi (in media sono serviti 89 giorni) 491 sono finiti con l’archiviazione o il proscioglimento del dipendente; 950, quasi la metà, si sono chiusi con sanzioni minori; 544 con la sospensione del «travet» dal servizio; 105 con il licenziamento vero e proprio. Per la precisione, dei 105 licenziati 35 hanno perso il posto per assenze ingiustificate; 38 perché hanno commesso reati; 2 perché pizzicati a svolgere il doppio lavoro (e sono pochini pochini...). 30, infine, per non aver rispettato le disposizioni di servizio, negligenza, comportamento scorretto verso superiori, colleghi o utenti.

Insomma, non saranno numeri imponenti ma quel che conta, spiega Antonio Naddeo, capo del Dipartimento della Funzione Pubblica (carica mantenuta sia con Renato Brunetta che con Filippo Patroni Griffi) è che «nonostante quel che taluno dice, nel pubblico i licenziamenti sono possibili e si fanno. Certo, magari il ricorso ai licenziamenti disciplinari è un po’ meno intenso rispetto a quanto avviene nel privato, ma in questi anni con una attenta manutenzione delle norme si sono fatti grandi passi avanti». Ad esempio, prima in caso di arresto un dipendente pubblico vedeva sospeso il procedimento disciplinare fino al giudizio finale della magistratura; e se arrestato addirittura aveva diritto a una indennità pari a un quinto della retribuzione. Adesso, con una norma voluta da Brunetta, se ci sono elementi probatori si procede subito al licenziamento. E sempre il predecessore di Patroni Griffi ha varato la «mobilità obbligatoria» e la «messa a disposizione», che è la cosa che somiglia più di tutti alla classica Cigs del lavoro privato. Ideata nel 1993, la norma riveduta da Brunetta non richiede più un accordo sindacale, e prevede che nelle amministrazioni dove ci sia un eccesso di personale rispetto a quanto previsto nelle piante organiche (stabilite ufficio per ufficio con un provvedimento amministrativo, e diventate passando di manovra in manovra sempre più smilze e asciutte) il personale in eccesso sia «messo a disposizione» per 24 mesi. Il lavoratore riceverà per questo periodo l’80% dello stipendio (ma non integrativi e altri trattamenti salariali); sarà cura dell’amministrazione offrirgli un posto di lavoro in un altro ufficio, non necessariamente nella stessa città. Dopo un certo numero di rifiuti, scatterà il licenziamento.

Licenziamenti disciplinari e mobilità non bastano certo a soddisfare il ministro del Lavoro Elsa Fornero, che vorrebbe anche nel pubblico impiego i licenziamenti individuali senza la possibilità di reintegro nel posto. Una proposta tecnicamente impossibile, dicono gli esperti di pubblica amministrazione, che ricordano come per il dipendente pubblico le regole sulle assunzioni via concorso e l’indipendenza nello svolgimento del lavoro siano stabilite addirittura nella Costituzione. Neanche Naddeo concorda con Fornero: «Io sono stato assunto dopo aver superato due concorsi - spiega - non esiste che un ministro o un dirigente mi possa licenziare magari per ragioni politiche, e che se vinco il ricorso non possa recuperare il mio impiego». Vedremo. Certo è che per «stimolare» la produttività del personale, se si volesse, le regole già esistono: «In caso di scarso rendimento di un dipendente, - dice il capo del Dipartimento - la procedura che parte dalla contestazione scritta è chiarissima e lineare. Basterebbe che i dirigenti la applicassero». Allora, forse, per migliorare l’efficienza della Pubblica amministrazione sarebbe meglio cambiare certi dirigenti che i loro sottoposti.

Roberto Giovannini
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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