da nostalgica ONORE A LORO

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Lilleuro
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NinoMed ha scritto:
però per curiosità, mi chiedo perchè hai tolto Scopelliti dal quote.

Ho sbagliato a quotare
Come si dorme non è importante, come si è svegli è importante

Cit. Vadinho
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kurohata
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reggiotricolore, ti invito a istruirti su cosa sia l'anarchismo. Troverai molte più cose in comune tra fascismo e comunismo

però istruisciti.. sennò continuerai a parrari anbacanti :okok:


e vedi che c'è gente che non si è SCUSATA per essere stata di ideologia fascista e razzista, ma è gente che è stata contro il fascismo e contro il razzismo proprio durante l'epoca del fascismo e del razzismo, e se permetti c'ha molti più attributi di Almirante
mohammed
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Via Almirante o Berlinguer, via Guevara o Mussolini e via strumentalizzando. Quelli che “sconcicano” i morti per farsi vedere da vivi
Lunedì 16 Aprile 2012 14:31

di ANTONIO CALABRÒ - La guerra della toponomastica è molto sentita in Italia e a Reggio particolarmente. Da sempre. Una specie di macabro rito per dare lustro a persone morte, preferite per i loro pensieri e per le loro azioni da seguaci non rassegnati.

Sulla scia di Foscolo, l’amore per i sepolcri e per la memoria post-mortem è un’attività molto in voga, in questa nazione che preferisce le comode citazioni postume ai difficili riconoscimenti in vita.

Basta vedere quanti citano Pasolini, in modo improprio naturalmente. O Berlinguer o Almirante, o Mussolini o Che Guevara. Ah, quando c’erano loro, mormorano proprio quelli che quando loro c’erano davvero non sapevano neanche fare le O col bicchiere.

Intestare una via a grandi uomini del passato è sicuramente una bella operazione di marketing politico. In un contesto culturale diverso potrebbe anche avere a che fare con la memoria collettiva, ma così, affidando il ricordo di qualcuno esclusivamente ad un indirizzo senza il suffragio dello studio e delle letture parallele, è soltanto una speculazione politica. Un affidamento coatto. Una metamorfosi linguistica.

Col tempo, spesso, svanisce il ricordo dell’illustre uomo mentre si afferma l’importanza dell’indirizzo. Quanti reggini, se gli dici Galileo Galilei, pensano subito allo stradone alberato che conduce al campo sportivo ? E lo stesso campo sportivo, ormai è “Il Granillo” per tutti. Un nome, una persona, una vita vissuta, trasformata in stadio.

E poi, il tempo e i suoi cambiamenti, le mode, le onde emotive. I vincenti che modificano le intestazioni. Piazza dei Gigli, già detta Piazza del Tocco Piccolo, e prima ancora Piazza della Cattolica, in dialetto da sempre “Piazza dhi ‘ndagghi” (piazza degli stolti, forse perché vi bighellonavano alcuni perditempo), che, all’Unità d’Italia, diventa Piazza Vittorio Emanuele II e poi, con la collocazione della statua, Piazza Italia.

O il Corso, per secoli chiamato semplicemente “U Stratuni” (lo Stradone), che divenne prima Corso Gioacchino Murat, poi Corso Borbonio, infine prese il nome dell’avventuriero biondo Garibaldi.

Certo, a Reggio intitolare la parte superiore della splendida Via Marina a Sciaboletta, cioè al re-codardo Vittorio Emanuele III è un po’ fuori luogo; sarebbe stato meglio chiamarla Via Marina alta, come i cittadini continuano a chiamarla.

Ad alcuni nomi ci si abitua: via Aschenez ad esempio. Il falso storico terrificante che vuole la nostra città fondata dal mitico pronipote di Noè, giunto tra l’altro dalla Palestina sin qui in barca a remi, è un esempio della infondatezza e della vacuità della toponomastica; eppure chi vorrebbe mai un nome diverso per quella via ? Nessuno, me compreso.

Raccogliere firme per dare un nome ad una via è pura propaganda politica, puro interesse di bottega, pura speculazione culturale. Non serve a niente se non a regalare un momento di gloria a chi lo fa. Non è che da via Mercalli o da via Pacinotti o da via Galvani siano scaturiti fisici illustri.

Piuttosto mantenere alcuni nomi storici può avere un significato d’appartenenza e di amore per la propria terra. Snaturarli, sull’onda dell’emotività collettiva, è una bella ipocrisia sociale, culturale e politica.

E se per cambiare un nome basta una raccolta di firme, scommetto che se ne troverebbero diverse migliaia pronte a modificare Piazza Camagna in Piazza Moana Pozzi , con tanto di statua annessa. La povera attrice ha inciso sui gusti e sulla cultura di noi Reggini ben più di un Camagna qualsiasi.

Forse è meglio a New York, dove solo degli aridi ma precisi numeri formano gli indirizzi, uniti alle denominazioni “street” e “avenue” . Sono pratici, negli States, e non si scannano per i morti.

http://www.zoomsud.it/primopiano/31524- ... -vivi.html

Il ragazzo ha colto nel segno... :thumright
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kurohata
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ah c'è uno, uno a caso che si chiama Eugenio Montale, non so se il nome vi dice qualcosa... ma ad esempio lui (che ha vissuto circa negli stessi anni di Giorgio Almirante), è stato licenziato dal suo incarico di Direttore del Gabinetto Vieusseux proprio perchè non aveva la tessera del partito fascista, e si schierò sempre contro il movimento fascista e le becere idee razziste. Quindi mi pare che lui meriti di più di Almirante. O no? se dobbiamo andare per meriti il ragionamento fila, ma siccome (come penso) non è così, ma si va per ideologia allora la si vuole dedicare ad Almirante. Con ciò voglio solo mostrarvi che trattasi di una questione legata al potere e al potere politico.
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kurohata ha scritto:ah c'è uno, uno a caso che si chiama Eugenio Montale, non so se il nome vi dice qualcosa... ma ad esempio lui (che ha vissuto circa negli stessi anni di Giorgio Almirante), è stato licenziato dal suo incarico di Direttore del Gabinetto Vieusseux proprio perchè non aveva la tessera del partito fascista, e si schierò sempre contro il movimento fascista e le becere idee razziste. Quindi mi pare che lui meriti di più di Almirante. O no? se dobbiamo andare per meriti il ragionamento fila, ma siccome (come penso) non è così, ma si va per ideologia allora la si vuole dedicare ad Almirante. Con ciò voglio solo mostrarvi che trattasi di una questione legata al potere e al potere politico.
senza scomodare Montale fermati a un altro Eugenio, di cui leggevo oggi su strill e di cui mi ero dimenticato.

Eugenio Musolino.
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mohammed ha scritto:Via Almirante o Berlinguer, via Guevara o Mussolini e via strumentalizzando. Quelli che “sconcicano” i morti per farsi vedere da vivi
Lunedì 16 Aprile 2012 14:31

di ANTONIO CALABRÒ - La guerra della toponomastica è molto sentita in Italia e a Reggio particolarmente. Da sempre. Una specie di macabro rito per dare lustro a persone morte, preferite per i loro pensieri e per le loro azioni da seguaci non rassegnati.

Sulla scia di Foscolo, l’amore per i sepolcri e per la memoria post-mortem è un’attività molto in voga, in questa nazione che preferisce le comode citazioni postume ai difficili riconoscimenti in vita.

Basta vedere quanti citano Pasolini, in modo improprio naturalmente. O Berlinguer o Almirante, o Mussolini o Che Guevara. Ah, quando c’erano loro, mormorano proprio quelli che quando loro c’erano davvero non sapevano neanche fare le O col bicchiere.

Intestare una via a grandi uomini del passato è sicuramente una bella operazione di marketing politico. In un contesto culturale diverso potrebbe anche avere a che fare con la memoria collettiva, ma così, affidando il ricordo di qualcuno esclusivamente ad un indirizzo senza il suffragio dello studio e delle letture parallele, è soltanto una speculazione politica. Un affidamento coatto. Una metamorfosi linguistica.

Col tempo, spesso, svanisce il ricordo dell’illustre uomo mentre si afferma l’importanza dell’indirizzo. Quanti reggini, se gli dici Galileo Galilei, pensano subito allo stradone alberato che conduce al campo sportivo ? E lo stesso campo sportivo, ormai è “Il Granillo” per tutti. Un nome, una persona, una vita vissuta, trasformata in stadio.

E poi, il tempo e i suoi cambiamenti, le mode, le onde emotive. I vincenti che modificano le intestazioni. Piazza dei Gigli, già detta Piazza del Tocco Piccolo, e prima ancora Piazza della Cattolica, in dialetto da sempre “Piazza dhi ‘ndagghi” (piazza degli stolti, forse perché vi bighellonavano alcuni perditempo), che, all’Unità d’Italia, diventa Piazza Vittorio Emanuele II e poi, con la collocazione della statua, Piazza Italia.

O il Corso, per secoli chiamato semplicemente “U Stratuni” (lo Stradone), che divenne prima Corso Gioacchino Murat, poi Corso Borbonio, infine prese il nome dell’avventuriero biondo Garibaldi.

Certo, a Reggio intitolare la parte superiore della splendida Via Marina a Sciaboletta, cioè al re-codardo Vittorio Emanuele III è un po’ fuori luogo; sarebbe stato meglio chiamarla Via Marina alta, come i cittadini continuano a chiamarla.

Ad alcuni nomi ci si abitua: via Aschenez ad esempio. Il falso storico terrificante che vuole la nostra città fondata dal mitico pronipote di Noè, giunto tra l’altro dalla Palestina sin qui in barca a remi, è un esempio della infondatezza e della vacuità della toponomastica; eppure chi vorrebbe mai un nome diverso per quella via ? Nessuno, me compreso.

Raccogliere firme per dare un nome ad una via è pura propaganda politica, puro interesse di bottega, pura speculazione culturale. Non serve a niente se non a regalare un momento di gloria a chi lo fa. Non è che da via Mercalli o da via Pacinotti o da via Galvani siano scaturiti fisici illustri.

Piuttosto mantenere alcuni nomi storici può avere un significato d’appartenenza e di amore per la propria terra. Snaturarli, sull’onda dell’emotività collettiva, è una bella ipocrisia sociale, culturale e politica.

E se per cambiare un nome basta una raccolta di firme, scommetto che se ne troverebbero diverse migliaia pronte a modificare Piazza Camagna in Piazza Moana Pozzi , con tanto di statua annessa. La povera attrice ha inciso sui gusti e sulla cultura di noi Reggini ben più di un Camagna qualsiasi.

Forse è meglio a New York, dove solo degli aridi ma precisi numeri formano gli indirizzi, uniti alle denominazioni “street” e “avenue” . Sono pratici, negli States, e non si scannano per i morti.

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effettivamente ... :)
Cosa pretendi da un paese, che ha la forma di una scarpa? (cit.)
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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... =HOME_ROMA


«Via Lenin diventi via Martiri comunismo»


Il Campidoglio valuta. E' polemica
Il sindaco Alemanno: serve una decisione condivisa. Il Pd: revisione toponomasticasu base ideologica è una sciocchezza

ROMA - Potrebbe diventare via dei Martiri del Comunismo. La Commissione toponomastica del Campidoglio sta valutando se avviare l'iter per cancellare dalla mappa di Roma via e largo Lenin, nel quartiere Portuense. «Una provocazione intelligente per rivedere un po' tutti i parametri di riferimento della toponomastica romana» la definisce il sindaco Gianni Alemanno. Più netto il presidente della Commissione, Federico Mollicone del Pdl, che in serata ha annunciato l'intenzione di cambiare volto a via e largo Lenin. «Lenin era un tiranno» dice alla presentazione di un libro sulla Russia. «Stride con l'idea di una toponomastica condivisa», dice Alemanno, che però precisa di non voler dare giudizi definitivi e auspica che si sviluppi un dibattito. Condivisione è la parola chiave anche per Mollicone. Favorevole a cancellare Lenin il deputato del Pdl ed ex ministro Giorgia Meloni, secondo cui Roma potrebbe fare da «apripista» in Italia allo sfratto dei dittatori dalle strade. Ma per il consigliere comunale del Pd Mario Nanni «la revisione toponomastica su base ideologica è una vera sciocchezza».

Le polemiche del passato. Cambiare il nome alle vie o intitolarne di nuove a personaggi storici non è mai facile, specie a Roma. Di nuovo nel gennaio scorso riesplose la polemica sull'intitolazione di una strada a Giorgio Almirante, il leader storico della destra italiana. Avversata a sinistra, richiesta dalla Destra di Storace e da alcuni settori del Pdl. «Procederemo negli adempimenti politici e burocratici necessari ad intitolare la strada ad Almirante - disse il sindaco - solo quando l'approfondimento storico, che dobbiamo promuovere anche nella nostra Commissione Toponomastica, e il dibattito civile e culturale permetteranno a tutti di comprendere il reale significato del percorso storico-politico di Giorgio Almirante». Più di recente la sinistra romana ha chiesto l'intitolazione di una via a Sasà Bentivegna, comandante partigiano scomparso a 90 anni all'inizio di aprile. La destra e parte del Pdl ha ricordato il coinvolgimento di Bentivegna nella strage di militari nazisti a via Rasella e il susseguente eccidio per rappresaglia delle Fosse Ardeatine nel 1944. Una macchia che a loro giudizio non permetterebbe di considerate Bentivegna un eroe e di intitolargli una strada. Nel 2010 la polemica tra centrodestra e centrosinistra a Roma scoppiò sull'intitolazione, avvenuta, di un largo nel Bioparco all'esploratore e orientalista Giuseppe Tucci, sottoscrittore del "Manifesto della Razza", caposaldo delle leggi razziali fasciste. Nello stesso anno si era parlato anche di via Bettino Craxi: la chiedevano i giovani socialisti, che posarono una targa vicino all'Hotel Rafael, dove il leader socialista e presidente del Consiglio risiedeva nella Capitale e davanti al quale venne investito dalle monetine in una delle scene madri del periodo di Tangentopoli. Non se ne fece nulla.

Mercoledì 18 Aprile 2012

Prima di cambiare la targa tirare lo sciacquone e usare bene lo spazzolone :p:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... =HOME_ROMA


«Via Lenin diventi via Martiri comunismo»


Il Campidoglio valuta. E' polemica
Il sindaco Alemanno: serve una decisione condivisa. Il Pd: revisione toponomasticasu base ideologica è una sciocchezza

ROMA - Potrebbe diventare via dei Martiri del Comunismo. La Commissione toponomastica del Campidoglio sta valutando se avviare l'iter per cancellare dalla mappa di Roma via e largo Lenin, nel quartiere Portuense. «Una provocazione intelligente per rivedere un po' tutti i parametri di riferimento della toponomastica romana» la definisce il sindaco Gianni Alemanno. Più netto il presidente della Commissione, Federico Mollicone del Pdl, che in serata ha annunciato l'intenzione di cambiare volto a via e largo Lenin. «Lenin era un tiranno» dice alla presentazione di un libro sulla Russia. «Stride con l'idea di una toponomastica condivisa», dice Alemanno, che però precisa di non voler dare giudizi definitivi e auspica che si sviluppi un dibattito. Condivisione è la parola chiave anche per Mollicone. Favorevole a cancellare Lenin il deputato del Pdl ed ex ministro Giorgia Meloni, secondo cui Roma potrebbe fare da «apripista» in Italia allo sfratto dei dittatori dalle strade. Ma per il consigliere comunale del Pd Mario Nanni «la revisione toponomastica su base ideologica è una vera sciocchezza».

Le polemiche del passato. Cambiare il nome alle vie o intitolarne di nuove a personaggi storici non è mai facile, specie a Roma. Di nuovo nel gennaio scorso riesplose la polemica sull'intitolazione di una strada a Giorgio Almirante, il leader storico della destra italiana. Avversata a sinistra, richiesta dalla Destra di Storace e da alcuni settori del Pdl. «Procederemo negli adempimenti politici e burocratici necessari ad intitolare la strada ad Almirante - disse il sindaco - solo quando l'approfondimento storico, che dobbiamo promuovere anche nella nostra Commissione Toponomastica, e il dibattito civile e culturale permetteranno a tutti di comprendere il reale significato del percorso storico-politico di Giorgio Almirante». Più di recente la sinistra romana ha chiesto l'intitolazione di una via a Sasà Bentivegna, comandante partigiano scomparso a 90 anni all'inizio di aprile. La destra e parte del Pdl ha ricordato il coinvolgimento di Bentivegna nella strage di militari nazisti a via Rasella e il susseguente eccidio per rappresaglia delle Fosse Ardeatine nel 1944. Una macchia che a loro giudizio non permetterebbe di considerate Bentivegna un eroe e di intitolargli una strada. Nel 2010 la polemica tra centrodestra e centrosinistra a Roma scoppiò sull'intitolazione, avvenuta, di un largo nel Bioparco all'esploratore e orientalista Giuseppe Tucci, sottoscrittore del "Manifesto della Razza", caposaldo delle leggi razziali fasciste. Nello stesso anno si era parlato anche di via Bettino Craxi: la chiedevano i giovani socialisti, che posarono una targa vicino all'Hotel Rafael, dove il leader socialista e presidente del Consiglio risiedeva nella Capitale e davanti al quale venne investito dalle monetine in una delle scene madri del periodo di Tangentopoli. Non se ne fece nulla.

Mercoledì 18 Aprile 2012

Prima di cambiare la targa tirare lo sciacquone e usare bene lo spazzolone :p:

Tralasciando la chiosa volgare e stupidina che si commenta da sola va detto che reggio e roma sono evidentemente accomunate dalle stesse dinamiche, questo perché alla guida ci sono personalità di destra ignoranti e incapaci che avendo fatto sprofondare nel baratro del malaffare e della malapolitica i rispettivi comuni cercano di buttare fumo negli occhi e alzare polveroni per coprire i danni irrimediabili che hanno prodotto...
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mohammed ha scritto:
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ROMA - Potrebbe diventare via dei Martiri del Comunismo. La Commissione toponomastica del Campidoglio sta valutando se avviare l'iter per cancellare dalla mappa di Roma via e largo Lenin, nel quartiere Portuense. «Una provocazione intelligente per rivedere un po' tutti i parametri di riferimento della toponomastica romana» la definisce il sindaco Gianni Alemanno. Più netto il presidente della Commissione, Federico Mollicone del Pdl, che in serata ha annunciato l'intenzione di cambiare volto a via e largo Lenin. «Lenin era un tiranno» dice alla presentazione di un libro sulla Russia. «Stride con l'idea di una toponomastica condivisa», dice Alemanno, che però precisa di non voler dare giudizi definitivi e auspica che si sviluppi un dibattito. Condivisione è la parola chiave anche per Mollicone. Favorevole a cancellare Lenin il deputato del Pdl ed ex ministro Giorgia Meloni, secondo cui Roma potrebbe fare da «apripista» in Italia allo sfratto dei dittatori dalle strade. Ma per il consigliere comunale del Pd Mario Nanni «la revisione toponomastica su base ideologica è una vera sciocchezza».

Le polemiche del passato. Cambiare il nome alle vie o intitolarne di nuove a personaggi storici non è mai facile, specie a Roma. Di nuovo nel gennaio scorso riesplose la polemica sull'intitolazione di una strada a Giorgio Almirante, il leader storico della destra italiana. Avversata a sinistra, richiesta dalla Destra di Storace e da alcuni settori del Pdl. «Procederemo negli adempimenti politici e burocratici necessari ad intitolare la strada ad Almirante - disse il sindaco - solo quando l'approfondimento storico, che dobbiamo promuovere anche nella nostra Commissione Toponomastica, e il dibattito civile e culturale permetteranno a tutti di comprendere il reale significato del percorso storico-politico di Giorgio Almirante». Più di recente la sinistra romana ha chiesto l'intitolazione di una via a Sasà Bentivegna, comandante partigiano scomparso a 90 anni all'inizio di aprile. La destra e parte del Pdl ha ricordato il coinvolgimento di Bentivegna nella strage di militari nazisti a via Rasella e il susseguente eccidio per rappresaglia delle Fosse Ardeatine nel 1944. Una macchia che a loro giudizio non permetterebbe di considerate Bentivegna un eroe e di intitolargli una strada. Nel 2010 la polemica tra centrodestra e centrosinistra a Roma scoppiò sull'intitolazione, avvenuta, di un largo nel Bioparco all'esploratore e orientalista Giuseppe Tucci, sottoscrittore del "Manifesto della Razza", caposaldo delle leggi razziali fasciste. Nello stesso anno si era parlato anche di via Bettino Craxi: la chiedevano i giovani socialisti, che posarono una targa vicino all'Hotel Rafael, dove il leader socialista e presidente del Consiglio risiedeva nella Capitale e davanti al quale venne investito dalle monetine in una delle scene madri del periodo di Tangentopoli. Non se ne fece nulla.

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Tralasciando la chiosa volgare e stupidina che si commenta da sola va detto che reggio e roma sono evidentemente accomunate dalle stesse dinamiche, questo perché alla guida ci sono personalità di destra ignoranti e incapaci che avendo fatto sprofondare nel baratro del malaffare e della malapolitica i rispettivi comuni cercano di buttare fumo negli occhi e alzare polveroni per coprire i danni irrimediabili che hanno prodotto...
Sommessamente presumo, e faccio notare, che non tutti la pensano come te riguardo l'incapacità e/o l'ignoranza, sul resto, stupidino e volgare, direi che dopo 60 anni di falsi miti sarebbe anche ora di dare una bella sterzata alla storia ispiritrace di tante nobili ed intelligenti testoline :read:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
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«Via Lenin diventi via Martiri comunismo»


Il Campidoglio valuta. E' polemica
Il sindaco Alemanno: serve una decisione condivisa. Il Pd: revisione toponomasticasu base ideologica è una sciocchezza

ROMA - Potrebbe diventare via dei Martiri del Comunismo. La Commissione toponomastica del Campidoglio sta valutando se avviare l'iter per cancellare dalla mappa di Roma via e largo Lenin, nel quartiere Portuense. «Una provocazione intelligente per rivedere un po' tutti i parametri di riferimento della toponomastica romana» la definisce il sindaco Gianni Alemanno. Più netto il presidente della Commissione, Federico Mollicone del Pdl, che in serata ha annunciato l'intenzione di cambiare volto a via e largo Lenin. «Lenin era un tiranno» dice alla presentazione di un libro sulla Russia. «Stride con l'idea di una toponomastica condivisa», dice Alemanno, che però precisa di non voler dare giudizi definitivi e auspica che si sviluppi un dibattito. Condivisione è la parola chiave anche per Mollicone. Favorevole a cancellare Lenin il deputato del Pdl ed ex ministro Giorgia Meloni, secondo cui Roma potrebbe fare da «apripista» in Italia allo sfratto dei dittatori dalle strade. Ma per il consigliere comunale del Pd Mario Nanni «la revisione toponomastica su base ideologica è una vera sciocchezza».

Le polemiche del passato. Cambiare il nome alle vie o intitolarne di nuove a personaggi storici non è mai facile, specie a Roma. Di nuovo nel gennaio scorso riesplose la polemica sull'intitolazione di una strada a Giorgio Almirante, il leader storico della destra italiana. Avversata a sinistra, richiesta dalla Destra di Storace e da alcuni settori del Pdl. «Procederemo negli adempimenti politici e burocratici necessari ad intitolare la strada ad Almirante - disse il sindaco - solo quando l'approfondimento storico, che dobbiamo promuovere anche nella nostra Commissione Toponomastica, e il dibattito civile e culturale permetteranno a tutti di comprendere il reale significato del percorso storico-politico di Giorgio Almirante». Più di recente la sinistra romana ha chiesto l'intitolazione di una via a Sasà Bentivegna, comandante partigiano scomparso a 90 anni all'inizio di aprile. La destra e parte del Pdl ha ricordato il coinvolgimento di Bentivegna nella strage di militari nazisti a via Rasella e il susseguente eccidio per rappresaglia delle Fosse Ardeatine nel 1944. Una macchia che a loro giudizio non permetterebbe di considerate Bentivegna un eroe e di intitolargli una strada. Nel 2010 la polemica tra centrodestra e centrosinistra a Roma scoppiò sull'intitolazione, avvenuta, di un largo nel Bioparco all'esploratore e orientalista Giuseppe Tucci, sottoscrittore del "Manifesto della Razza", caposaldo delle leggi razziali fasciste. Nello stesso anno si era parlato anche di via Bettino Craxi: la chiedevano i giovani socialisti, che posarono una targa vicino all'Hotel Rafael, dove il leader socialista e presidente del Consiglio risiedeva nella Capitale e davanti al quale venne investito dalle monetine in una delle scene madri del periodo di Tangentopoli. Non se ne fece nulla.

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Tralasciando la chiosa volgare e stupidina che si commenta da sola va detto che reggio e roma sono evidentemente accomunate dalle stesse dinamiche, questo perché alla guida ci sono personalità di destra ignoranti e incapaci che avendo fatto sprofondare nel baratro del malaffare e della malapolitica i rispettivi comuni cercano di buttare fumo negli occhi e alzare polveroni per coprire i danni irrimediabili che hanno prodotto...
Sommessamente presumo, e faccio notare, che non tutti la pensano come te riguardo l'incapacità e/o l'ignoranza, sul resto, stupidino e volgare, direi che dopo 60 anni di falsi miti sarebbe anche ora di dare una bella sterzata alla storia ispiritrace di tante nobili ed intelligenti testoline :read:
allora, coerentemente, dovresti tirare lo sciacquone anche su personaggi come giorgio almirante...
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Tralasciando la chiosa volgare e stupidina che si commenta da sola va detto che reggio e roma sono evidentemente accomunate dalle stesse dinamiche, questo perché alla guida ci sono personalità di destra ignoranti e incapaci che avendo fatto sprofondare nel baratro del malaffare e della malapolitica i rispettivi comuni cercano di buttare fumo negli occhi e alzare polveroni per coprire i danni irrimediabili che hanno prodotto...
Sommessamente presumo, e faccio notare, che non tutti la pensano come te riguardo l'incapacità e/o l'ignoranza, sul resto, stupidino e volgare, direi che dopo 60 anni di falsi miti sarebbe anche ora di dare una bella sterzata alla storia ispiritrace di tante nobili ed intelligenti testoline :read:
allora, coerentemente, dovresti tirare lo sciacquone anche su personaggi come giorgio almirante...
Allora non hai capito nulla ... ripeto l'esempio: il fascismo è una cosa, Almirante altra, dopo aver preso le distanze e scusatosi per gli orrori, così come il comunismo è una cosa e Napolitano, oggi e da qualche bel pò tempo, altra.

Il tempo è Galantuomo. Talvolta arriva in ritardo di mezzo secolo però... ma arriva.
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doddi ha scritto:
Il tempo è Galantuomo. Talvolta arriva in ritardo di mezzo secolo però... ma arriva.

Per i tuoi nuovi miti per fortuna il tempo ci ha messo molto di meno
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doddi ha scritto: Allora non hai capito nulla ... ripeto l'esempio: il fascismo è una cosa, Almirante altra, dopo aver preso le distanze e scusatosi per gli orrori, così come il comunismo è una cosa e Napolitano, oggi e da qualche bel pò tempo, altra.

Il tempo è Galantuomo. Talvolta arriva in ritardo di mezzo secolo però... ma arriva.
io me li ricordo bene gli ultimi comizi di almirante, francamente si respirava proprio un aria di estremismo spinto, di cui lo stesso almirante si compiaceva, ricordo i duce duce e i saluti. Se però ti devo dire a me almirante semmai mi stava sulle palle proprio per la sua ambiguità per cui flirtava con la destra estrema ed era ammanicato coi poteri forti. Era contrarissimo alla rivolta di reggio salvo poi sposare la causa vedendo che conveniva in termini di consenso così come intervenne pesantemente a valle giulia con un manipolo di picchiatori quando sembrò che studenti di destra e di sinistra stessero per realizzare un'inedita alleanza per ristabilire l'"ordine" delle cose. Per come ti conosco questi per te sono elementi a favore, lo so, tu sei per la vittoria ad ogni costo, per me i valori della coerenza e del rispetto degli ideali, quando ci si fa rappresentanti di essi, quali che siano, sono fondamentali, francamente una strada non se la merita proprio...
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OronzoPugliese ha scritto:
doddi ha scritto:
Il tempo è Galantuomo. Talvolta arriva in ritardo di mezzo secolo però... ma arriva.

Per i tuoi nuovi miti per fortuna il tempo ci ha messo molto di meno
I miti, nuovi o vecchi non centrano nulla.
E poi soprattutto vanne fiero dello schifo dei "vincitori" che hanno scritto la storia omettendo atrocita' ed orrori...non ultimo le Foibe.
Bello schifo davvero!
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto: I miti, nuovi o vecchi non centrano nulla.
E poi soprattutto vanne fiero dello schifo dei "vincitori" che hanno scritto la storia omettendo atrocita' ed orrori...non ultimo le Foibe.
Bello schifo davvero!

http://www.youtube.com/watch?v=vOt7dJZo8UU

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Sempre criminali sono stati (e alcuni tutt'ora lo sono) ma hanno fatto molti e molti e molti più morti i comunisti in tempo di pace che i nazisti in tempo di guerra... e questo dovrebbe dirla lunga sulla realtà storica celata.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:Sempre criminali sono stati (e alcuni tutt'ora lo sono) ma hanno fatto molti e molti e molti più morti i comunisti in tempo di pace che i nazisti in tempo di guerra... e questo dovrebbe dirla lunga sulla realtà storica celata.
Il nazismo si è sviluppato in Germania che all'epoca contava 60 milioni d'abitanti.
Il Comunismo (almeno quello che intendi tu), tra USSR e Cina, più di un miliardo.
Sarò pure un cialtrone e pure straccione, i numeri però li conosco.
:salut

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aquamoon ha scritto:
doddi ha scritto:Sempre criminali sono stati (e alcuni tutt'ora lo sono) ma hanno fatto molti e molti e molti più morti i comunisti in tempo di pace che i nazisti in tempo di guerra... e questo dovrebbe dirla lunga sulla realtà storica celata.
Il nazismo si è sviluppato in Germania che all'epoca contava 60 milioni d'abitanti.
Il Comunismo (almeno quello che intendi tu), tra USSR e Cina, più di un miliardo.
Sarò pure un cialtrone e pure straccione, i numeri però li conosco.
:salut

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E' tutto scritto nel libro nero.
A partire dal numero delle virgole, dei punti e del numero delle battute utilizzate per scriverlo, lo conosce a memoria. :mrgreen:
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
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aquamoon ha scritto:
doddi ha scritto:Sempre criminali sono stati (e alcuni tutt'ora lo sono) ma hanno fatto molti e molti e molti più morti i comunisti in tempo di pace che i nazisti in tempo di guerra... e questo dovrebbe dirla lunga sulla realtà storica celata.
Il nazismo si è sviluppato in Germania che all'epoca contava 60 milioni d'abitanti.
Il Comunismo (almeno quello che intendi tu), tra USSR e Cina, più di un miliardo.
Sarò pure un cialtrone e pure straccione, i numeri però li conosco.
:salut

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Tempo di guerra e tempo di pace...pare che il numero possa essere
100.000.000
Le foibe vanno ai comunisti, mi pare ovvio, almeno. Su questo si e' fatta chiarezza.
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