Motociclista ha scritto:
letto...
praticamente Giardina non ha fatto altro che una relazione su dette intercettazioni...non vedo nulla di strano,semmai Scopelliti e suo fratello dovrebbero per adesso preoccuparsi di dare congrue spiegazioni su tutti i passaggi registrati.
Scopelliti dice di essere estraneo alla vicenda?bene,si arresti suo fratello fin quando non racconta come stanno le cose...
Mi sembra una soluzione scontata in un paese democratico..
La ricostruzione di Aldo Varano per mettere un pò di chiarezza davanti a questo " a ruota libera"
http://www.zoomsud.it/primopiano/28516- ... -meta.html
L’ANALISI. Scopelliti, il Consiglio, i carabinieri. L’incomprensibile pasticcio e il processo MetaMercoledì 22 Febbraio 2012 16:16 16
di ALDO VARANO - Gli attacchi che da più parti sono stati sferrati al colonnello Giardina ed alla sua deposizione nel processo Meta pongono alcuni interrogativi. Può l'ufficiale del Ros aver detto il falso? può aver mentito? Ovviamente è escluso. Stava testimoniando sotto giuramento, se avesse detto il falso i giudici ed il pubblico ministero lo avrebbero fermato, se si fosse discostato dai documenti processuali gli avrebbero detto o almeno fatto capire che rischiava una condanna, lo avrebbero zittito. Non è successo. Evidentemente le carte gli danno ragione o, meglio, Giardina ha soltanto raccontato ai giudici ciò che dalle carte emerge e risulta.
Questo vuol dire che Scopelliti, diciamolo brutalmente, è un colluso? Certo che no. Il Governatore non è un imputato del processo Meta, tanto che nessun suo legale era presente in aula per contestare le affermazioni del carabiniere. Di Scopelliti si è parlato in sua assenza (e, questo, è auspicabile non accada mai); in ogni caso nessun fatto di reato è stato raccontato o ricostruito.
Un mio amico che oltre le cose della politica capisce bene (anche) quelle dei tribunali, mi ha detto:
«Fossi stato io al suo posto (di Scopelliti, ndr) avrei dichiarato: ‘Prendo atto della testimonianza del colonnello Giardina e lo ringrazio. Le sue affermazioni garantiscono la mia correttezza perché il contenuto di quelle intercettazioni, sicuramente vagliato attentamente dai magistrati, è risultato falso e privo di riscontri come dimostra il fatto che da lì non è partita alcuna iniziativa giudiziaria né contro di me né contro mio fratello’. Invece, ha fatto partire un’incomprensibile casino».
Difficile non essere d’accordo. A Parte qualche titolo enfatico virgolettati dei giornali e svolgimento della testimonianza non lasciano dubbi:
il colonnello ha riferito il contenuto dei documenti, quasi sempre leggendo, tra l’altro già noti da un pezzo perfino alla Commissione nazionale antimafia come ha ricordato Baldessarro sul Quotidiano con ineccepibile ricostruzione.
Ma c’è chi invoca scuse, grida al complotto, chiede una dura lezione per Giardina. Il quale, ripetiamolo, ha raccontato ciò che aveva visto, i risultati delle indagini dei suoi uomini, le valutazioni che aveva operato su quei fatti e che sono agli atti.
Al di lá del merito della posizione di Scopelliti si avverte il disagio di una politica sull'orlo di una crisi nervosa. Forse è l’effetto del cumulo: due indagini in corso a carico dell'ex sindaco a Reggio, una terza appena avviata a Catanzaro, due consiglieri regionali arrestati per ndrangheta, un consigliere comunale di Reggio anche lui in galera e un altro sorpreso a parlare coi boss, l'accesso antimafia a palazzo San Giorgio, la vicenda Fallara che procede tra sussurri e indiscrezioni; francamente, ce ne è abbastanza per aver i nervi a fior di pelle e temere perfino ingiuste imboscate.
In più, la partenza del procuratore Pignatone potrebbe segnare un cambio di passo nelle strategie investigative, come sempre accade in casi del genere. Si potrebbero aprire spazi diversi per chi invoca da tempo un diverso approccio nell'affrontare i segnali della presenza ndranghetistica nella vita politica cittadina.
Giardina è un investigatore importante. Ha collezionato gli scalpi di Pasquale Condello, Peppe Morabito "tiradritto", Giuseppe e Gregorio Bellocco e tanti altri. A lui si deve il processo Meta e l'indagine su Multiservizi. Difficile pensare che parli a vanvera e che le sue testimonianze si discostino di un millimetro dalle sue carte il cui contenuto, ripetiamolo, non ha fatto partire indagini su Scopelliti in rapporto a questa vicenda.
E dunque perché tanta agitazione? A Scopelliti sono saltati i nervi? Difficile accettarlo. Perché quindi la ricerca di uno scontro che si prefigura come scontro istituzionale tra la Regione Calabria e l’Arma dei carabinieri destinato a peggiorare l’immagine della Calabria?
Diciamolo chiaramente: se Scopelliti anziché ai giornali, in Tv o dove vuole lui, farà in Consiglio regionale una relazione sul processo Meta sarà scontro istituzionale. Il Consiglio cosa potrebbe fare? Attaccare Giardina che ha reso testimonianza? Attaccherà il modo in cui è stata fatta l’indagine? Insomma, attaccherà un’indagine che non l’ha accusato di nulla e nel corso della quale non è mai stato indagato? Imbarazzante.
Certo, Scopelliti è il Governatore. Impersona la Calabria per esplicita investitura della maggioranza dei calabresi. L’informazione al Consiglio potrebbe quindi essere giustificata. Ma solo e soltanto se si vorrà dimostrare, da parte dell’intero Consiglio regionale, che è in atto un complotto che colpisce Scopelliti per picchiare la Calabria.
E’ curioso che l’opposizione abbia rinunciato a esercitare un’azione di buon senso per fermare l’esito disastroso di questa furia. Se in Calabria non si conoscesse Principe si potrebbe immaginare che col suo atteggiamento remissivo e accondiscendente abbia in realtà teso contro Scopelliti una trappola ben più feroce di quella che secondo l’on. Laratta avrebbe teso, sempre contro Scopelliti, l’on. Gentile.
Non so se il Pdl, in Calabria e a Roma, ha valutato attentamente cosa stia accadendo. Né si capisce se è tutto chiaro all’opposizione. Se c’è consapevolezza che si vuol sostenere che uno stimato ufficiale dell’Arma (stimato prima di tutto dall’Arma che fatica in queste ore a non intervenire in ossequio al servire e “ubbidir tacendo”) in combutta con un pezzo della destra reggina (che sparla di uno dei suoi, cioè Scopelliti) avrebbero teso un complotto il cui obiettivo è apparentemente incomprensibile. Paradossalmente, si potrebbe anche rovesciare il tavolo chiedendo chi, se e in che misura su quelle intercettazioni s’è indagato.
Se poi invece ci dovesse essere chi teme sviluppi giudiziari futuri e vuol costruire un fuoco di sbarramento in anticipo, la questione sarebbe diversa. Ma questa ipotesi viene qui avanzata per assurdo. Non c’è traccia di mormorii di questo tipo. C’è da stare tranquilli: siamo in una regione dove tutti sanno tutto di tutti con largo anticipo con buona pace della signora Omertà sulla cui poverina vengono di solito scaricate le cose che non si vogliono o non si riescono a fare.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.