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Reggio, Saletta (vicepresidente Consiglio provinciale): "Alla fine Giardina dovrà chiedere scusa a Scopelliti"
Domenica 19 Febbraio 2012 12:36
Di seguito la nota diffusa dall’avv. Giuseppe Saletta, Vice Presidente del Consiglio Provinciale di Reggio Calabria, sulle dichiarazioni contro il Governatore Giuseppe Scopelliti:
Conosco Giuseppe e Tino Scopelliti da 29 anni. Erano gli anni ’80 quando, unitamente all’odierno Governatore ed a tanti altri ragazzi dei quali oggi molti sono noti professionisti, altri onesti lavoratori, altri ancora purtroppo disoccupati, trascuravamo gli affetti e qualche ora di studio per dedicarci ad un’intensa attività politica e sociale.
Non la percepivamo come una perdita di tempo, ma come un’occasione di semina in attesa che i nostri principi germogliassero.
Era l’epoca in cui droga e malaffare imperavano nella nostra terra, in cui tanti giovani perdevano la retta via cadendo nel vortice della tossicodipendenza e della criminalità.
Noi, seguendo i valori che ci erano stati trasmessi prima dai nostri genitori e poi dal nostro partito, ci ritrovavamo nelle piazze e fuori le scuole per propagandare la legalità e condannare fermamente ogni forma di malcostume.
Ricordo – e ne conservo ampie tracce – manifesti e volantini con i quali chiedevamo pene esemplari per i reati più gravi, che già da allora minavano la crescita della nostra provincia.
Avevamo estratto dalle caselle della storia i nostri miti, contraddittori e multiformi, geni della politica, signori della guerra, poeti, filosofi, artisti.
Erano i tempi in cui il Colonnello Giardina era immerso nei suoi studi per intraprendere la propria carriera militare, i tempi in cui molti giovani seguivano gli “insegnamenti” di Oscar Luigi Scalfaro, i tempi in cui altri ancora si chiamavano tra loro “compagni”.
Noi amavamo alternare momenti di riflessione a periodi di intensa attività sportiva, sociale, conviviale, realizzando di fatto un tipo di vita normale, sana, laddove l’attività del corpo serve alla mente affinché questa non si astragga dalla realtà della vita: guardavamo a Mazzini (pensiero ed azione), Mussolini (libro e moschetto) e San Benedetto da Norcia (ora et labora).
Abbiamo sempre considerato l’onestà un piacere, il gusto di essere e di restare liberi, rifuggendo dall’illecito non già perché ne temevamo le conseguenze, ma per il nostro rigore morale: non avremmo sopportato di essere diversi.
Con Peppe Scopelliti, oltre al senso di appartenenza ad una destra sociale che fortemente ancora oggi influisce sulle scelte politiche, condividiamo l’esperienza delle minacce e delle pallottole, condividiamo la voglia di riscatto e la voglia di non chinare il capo dinanzi a logiche che non ci appartengono.
Questa è la mia esperienza e non possono che suscitare sgomento le ultime dichiarazioni pubblicate a tutta pagina sui nostri quotidiani.
Il Governatore viene posto a capo di una lobby affaristica, mafiosa e finanche massonica: Scopelliti, a parere di Giardina, è l’uomo nero, la causa di tutti i mali della nostra Calabria.
Io non mi rassegno ad ignorare questa presa di posizione e sento il dovere di difendere il Governatore e la sua famiglia non per mero spirito di servizio partitico.
L’amicizia con Peppe e Tino Scopelliti – a me che ho subito la mafia unitamente alla mia famiglia, senza arrenderci – dà la certezza di aver conosciuto e frequentato due galantuomini che nulla hanno da imparare in tema di legalità.
E mi rammarico immaginando lo stato d’animo degli anziani genitori del Presidente della Regione che, dopo aver patito i timori per le continue minacce da parte dei mafiosi, subiscono oggi ingiustificatamente l’attacco solitario di un uomo delle Istituzioni.
Da modesto giurista, ricordo a me stesso – ma avrebbe dovuto saperlo anche un Colonnello – che le mere deduzioni investigative, non apportano contributi significativi ad un procedimento penale.
Ogni processo, ogni giusto processo per come costituzionalmente garantito, si fonda su risultanze probatorie certe e riscontrabili, non su aspetti valutativi, in quanto tali inutili e di nessuna valenza giuridica.
Le uniche valutazioni che ci saremmo aspettati ma che, purtroppo, non sono state fatte, riguardano una circostanza non trascurabile: Peppe Scopelliti è stato eletto Sindaco di Reggio Calabria prima con il 54% delle preferenze (2002) e poi con il 70% dei consensi (2007). Tralasciamo le percentuali bulgare ottenute dallo stesso quale Consigliere Regionale prima e Governatore poi.
Delle due l’una: o la stragrande maggioranza dei reggini e dei calabresi è mafiosa, o le valutazioni di Giardina sono fallaci in partenza.
Una certezza, noi, l’abbiamo: gli elettori di Giuseppe Scopelliti oggi si indignano.
Credo con ammirazione nei tantissimi Magistrati onesti e nelle Forze dell’Ordine tutte, punti di riferimento intangibili della mia gioventù e di tutta la mia vita. A loro guardo con fiducia affinché la vera verità sia ristabilita. Sono certo che, alla fine di questa storia, qualcuno dovrà chiedere scusa al Governatore Scopelliti ed alla sua famiglia.
Avv. Giuseppe Saletta
Vice Presidente del Consiglio Provinciale di Reggio Calabria
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.