SOLIDARIETA' AL POPOLO GRECO

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Moderatori: NinoMed, Bud, Lilleuro

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Miranda
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NinoMed ha scritto:

c'entra quello che ha scritto, la colpa è dei greci che hanno mandato a governarli certa gente che ha "falsificato" i conti per rientrare in Europa e ora pagano le conseguenze, dal benessere ai sacrifici. quando andranno a votare si ricorderanno questo.
però le loro colpe le paghiamo anche noi, e l'Europa intera, ma le colpe sono anche dell'UE per un mancato controllo.
il paradosso è che parlando giorni fa con un paio di contatti greci che ho su fb, mi hanno detto testualmente : noi ci siamo ribellati appena abbiamo visto che piega prendevano le cose, voi italiani vi siete tenuti Berlusconi tutto quel tempo, come avete fatto?
Il che è vero, ma è anche vero che i loro politici li hanno votati loro, mica altri :scratch
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L’arte tutta reggina di glorificare ciò che non fu, obliando quello che è realmente stato.[cit.]
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Miranda
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NinoMed ha scritto:

augurarsi la stessa cosa in Italia?
dimenticavo..ciao moderatore, ogni tanto rispondi che non mordo :mrgreen:
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L’arte tutta reggina di glorificare ciò che non fu, obliando quello che è realmente stato.[cit.]
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kurohata
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NinoMed ha scritto:
kurohata ha scritto:Questa mattina uno dei principali sindacati della polizia ellenica, la Poasy, con una lettera resa di pubblico dominio ha dichirato:

...............
...vi avvisiamo quindi, come legali rappresentanti della forza dell'ordine ellenica, che pretenderemo immediatamente i mandati d'arresto previsti dalla legge attuale per le seguenti categorie di reato: ricatto, istigazione multipla a reato contro lo statuto nazionale e alla sua abrogazione legislativa, violazione ed offesa della sovranita' popolare mirata al bene comune del popolo greco, ecc..ecc..."
le forze di polizia italiane il cervello non ce lo hanno? ah vero... devono rispettare gli ordini...
non so se ci si rende conto di cosa quel sta parlando sindacato :read:

augurarsi la stessa cosa in Italia?
bhè.. potrebbe esserci un rischio golpe... ma non credo che sia possibie.. io credo che questo comunicato di questo sindacato abbia solo valore di spinta politica.
doddi
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Della storia degli armamenti imposti da Germania e Francia che ne pensate?
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
Helkost
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che è tutta una enorme porcata.
Fregate, sottomarini e caccia

Fregate, sottomarini e caccia Quelle pressioni di Merkel e Sarkò per ottenere commesse militari

Fonte: Marco Nese - Corriere della Sera | 13 Febbraio 2012
I greci sono alla fame, ma hanno gli arsenali bellici pieni. E continuano a comprare armi. Quest'anno bruceranno il tre per cento del Pil (prodotto interno lordo) in spese militari. Solo gli Stati Uniti, in proporzione, si possono permettere tanto. Ma cosa spinge Atene a sperperare montagne di soldi? La paura dei turchi? No, è l'ingordigia della Merkel e di Sarkozy. I due leader europei mettono da mesi il governo greco con le spalle al muro: se volete gli aiuti, se volete rimanere nell'euro, dovete comprare i nostri carri armati e le nostre belle navi da guerra.
Le pressioni di Berlino sul governo di Atene per vendere armi sono state denunciate nei giorni scorsi da una stampa tedesca allibita per il cinismo della Merkel, che impone tagli e sacrifici ai cittadini ellenici e poi pretende di favorire l'industria bellica della Germania.
Fino al 2009 i rapporti fra Atene e Berlino andavano a gonfie vele, il governo greco era presieduto da Kostas Karamanlis (centrodestra), grande amico della Merkel. Gli anni di Karamanlis sono stati una vera manna per la Germania. «In quel periodo - ha calcolato una rivista specializzata - i produttori di armi tedeschi hanno guadagnato una fortuna». Una delle commesse di Atene riguardò 170 panzer Leopard, costati 1,7 miliardi di euro, e 223 cannoni dismessi dalla Bundeswehr, la Difesa tedesca.
Nel 2008 i capi della Nato osservavano meravigliati le pazze spese in armamenti che facevano balzare la Grecia al quinto posto nel mondo come nazione importatrice di strumenti bellici. Prima di concludere il suo mandato di premier, Karamanlis fece un ultimo regalo ai tedeschi, ordinò 4 sottomarini prodotti dalla ThyssenKrupp.
Il successore, George Papandreou, socialista, si è sempre rifiutato di farseli consegnare. Voleva risparmiare una spesa mostruosa. Ma Berlino insisteva. Allora il leader greco ha trovato una scusa per dire no. Ha fatto svolgere una perizia tecnica dai suoi ufficiali della Marina, i quali hanno sentenziato che quei sottomarini non reggono il mare.
Ma la verità, ha tuonato il vice di Papandreou, Teodor Pangalos, è che «ci vogliono imporre altre armi, ma noi non ne abbiamo bisogno». Gli ha dato ragione il ministro turco Egemen Bagis che, in un'intervista allo Herald Tribune, ha detto chiaro e tondo: «I sottomarini della Germania e della Francia non servono né ad Atene né ad Ankara».
Tuttavia, Papandreou, alla disperata ricerca di fondi internazionali, non ha potuto dire di no a tutto. L'estate scorsa il Wall Street Journal rivelava che Berlino e Parigi avevano preteso l'acquisto di armamenti come condizione per approvare il piano di salvataggio della Grecia.
E così il leader di Atene si è dovuto piegare. A marzo scorso dalla Germania ha ottenuto uno sconto, invece dei 4 sottomarini ne ha acquistati 2 al prezzo di 1,3 miliardi di euro. Ha dovuto prendere anche 223 carri armati Leopard II per 403 milioni di euro, arricchendo l'industria tedesca a spese dei poveri greci. Un guadagno immorale, secondo il leader dei Verdi tedeschi Daniel Cohn-Bendit.
Papandreou ha dovuto pagare pegno anche a Sarkozy. Durante una visita a Parigi nel maggio scorso ha firmato un accordo per la fornitura di 6 fregate e 15 elicotteri. Costo: 4 miliardi di euro. Più motovedette per 400 milioni di euro.
Alla fine la Merkel è riuscita a liberarsi di Papandreou, sostituito dal più docile Papademos. E i programmi militari ripartono: si progetta di acquisire 60 caccia intercettori. I budget sono subito lievitati. Per il 2012 la Grecia prevede una spesa militare superiore ai 7 miliardi di euro, il 18,2 per cento in più rispetto al 2011, il tre per cento del Pil. L'Italia è ferma a meno dello 0,9 per cento del Pil.
Siccome i pagamenti sono diluiti negli anni, se la Grecia fallisce, addio soldi. Ma un portavoce della Merkel è sicuro che «il governo Papademos rispetterà gli impegni». Chissà se li rispetterà anche il Portogallo, altro Paese con l'acqua alla gola e al quale Germania e Francia stanno imponendo la stessa ricetta: acquisto di armi in cambio di aiuti.
I produttori di armamenti hanno bisogno del forte sostegno dei governi dei propri Paesi per vendere la loro merce. E i governi fanno pressione sui possibili acquirenti. Così nel mondo le spese militari crescono paurosamente: nel 2011 hanno raggiunto i 1800 miliardi di dollari, il 50 per cento in più rispetto al 2001.
Foti NON E' il mio presidente (cit.)
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kurohata
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comunque ribadisco:

a roma il 15 ottobre erano tutti blackbloc e ora tutti a dare solidarietà al popolo greco... ma che facce di mpigna... :oo:
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