Giorno del Ricordo

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aquamoon
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"In ciascuno dei nostri Paesi coltiviamo come è giusto la memoria delle sofferenze vissute e delle vittime e siamo vicini al dolore dei sopravvissuti a quelle sanguinose vicende del passato. Nel perdonarci reciprocamente il male commesso, volgiamo il nostro sguardo all'avvenire che con il decisivo apporto delle generazioni più giovani vogliamo e possiamo edificare in un'Europa sempre più rappresentativa delle sue molteplici tradizioni e sempre più saldamente integrata dinanzi alle nuove sfide della globalizzazione".
Giorgio Napolitano Presidente della Repubblica

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Sventurata la terra che ha bisogno di eroi
OdinoRc
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Sabato 11 alle ore 18:00

Giovane Italia, MSI-Fiamma Tricolore, TemerariaMente riuniti nel "Comitato 10 febbraio" organizzano a Reggio Calabria una grande fiaccolata in memoria degli esuli e delle vittime delle foibe.
PROGRAMMA:
- raduno ore 18.00 da piazza San Giorgio
- arrivo area "Griso-laboccetto" (o tempio ellenistico) e deposizione di una corona di fiore presso la targa in memoria della martire 'Norma Cossetto

si invita tutta la cittadinanza a partecipare

http://www.facebook.com/events/310439832342170/





Perchè ogni vero Italiano, è anche Dalmata e Giuliano
" GNE' "
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Lixia
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il ricordo di un evento maledetto che si tende a dimenticare ...non so perchè?

certe vicende andrebbero portate a perenne ricordo proprio perchè non si rischia di fare gli stare errori.... la storia spesso si ripete ahimè
"Gli amici miei, ed in cui posso fidare, non vivon qui: si trovan lontano, al mio paese, come ogni altra cosa, signori, che mi può recar conforto".

Putrusinu ogni mineshra!

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aquamoon
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Ci sono altri due topic sullo stesso argomento.
Che un novizio ci caschi... ci sta.
Da un ex moderatore... non mi pare.
Com'è che si chiama, diritto di tribuna o flooding?
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Ninco Nanco
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Oggi ci fanno o ricordare le FOIBE SLAVE e va bene, ma nessuno ricorda quelle di Gaeta:2000 morti accatastati in una cisterna sullo spiazzo di Montesecco. Furono tutti fucilati dai piemontesi dopo l'assedio. Negli anni '60 scoperchiarono quella buca, sopra c'era una piramide tronca che ricordava quei morti.I resti furono tutti trasportati al cimitero borbonico di Gaeta. Fu la prima Foiba del Regno d'Italia. Poi assalirono il sud e fu riempito di croci. Ci siamo difesi e ci chiamarono briganti. Poi invasero la Libia, massacrarono centomila libici, riempirono il deserto di mezze lune; poi invasero L'Etiopia e i morti etiopi furono migliaia. Solo a Debre Libanos il Maresciallo Graziani fece massacrare 1.600 monaci Copti. Poi invasero la Jugoslavia, la Grecia, la Russia. I Savoia fecero costruire in Italia e nelle terre occupate 76 Lager, ove morirono migliaia di persone. I Criminali di guerra tedeschi furono processati a Norimberga, quelli italiani, causa la guerra fredda, la scamparono. Morirono a causa della guerra 25 milioni di russi, 18 milioni di tedeschi, 3 milioni di italiani, migliaia di canadesi, americani, polacchi, australiani,inglesi.
Mi piacerebbe si ricordassero tutti i morti, compresi gli infoibati nella ex Jugoslavia.
Uno stato civile dovrebbe ricordare i morti di Gaeta, di Pontelandolfo, di Casalduni, di <Bronte, di Ariano Irpino, di Genova, di Torino nel 1853, di Milano nel 1898, dei fasci siciliani, dei morti di Avola, di battipaglia, delle cento città messe a ferro e fuoco dai savoiardi, nel sud, in Libia, in Etiopia, in Jugoslavia, in Russia.
Ma non è così. Morti di serie a e serie b, figli di un dio minore...
"I mafiosi non avrebbero cittadinanza in Italia se non ci fosse il potere politico e finanziario che gli permette di esistere."
Giuseppe Fava, ucciso il 5 gennaio 1984.
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doddi
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aquamoon ha scritto:"In ciascuno dei nostri Paesi coltiviamo come è giusto la memoria delle sofferenze vissute e delle vittime e siamo vicini al dolore dei sopravvissuti a quelle sanguinose vicende del passato. Nel perdonarci reciprocamente il male commesso, volgiamo il nostro sguardo all'avvenire che con il decisivo apporto delle generazioni più giovani vogliamo e possiamo edificare in un'Europa sempre più rappresentativa delle sue molteplici tradizioni e sempre più saldamente integrata dinanzi alle nuove sfide della globalizzazione".
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La dichiarazione rilasciata lascia spazio ad alcune riflessioni.
Propongo queste che mi paiono ben centrate e riassuntive del quadretto generale e di "buon gusto" nelle critiche mosse


http://www.unmondoditaliani.com/foibe-i ... entica.htm

FOIBE. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, NAPOLITANO, CONTESTATO DA CHI NON DIMENTICA




di Luigi Cortese *


Il 10 Febbraio del 2004 è stato istituito il “Giorno del Ricordo”, il giorno in cui dovrebbe essere ricordato l’eccidio delle “Foibe”, ma come ogni anno questo giorno passa in sordina, una misera commemorazione istituzionale e nient’altro.

Il nostro caro Presidente della Repubblica Napolitano, oggi ha fatto una dichiarazione che a mio avviso poteva anche risparmiarsela, si parla di non essere schiavi del passato e si sta parlando di nostri Fratelli Italiani uccisi con l’unica colpa di essere “Italiani”: perché questo discorso non lo si fa con gli Ebrei?

Se proprio devo scegliere chi ricordare preferico ricordare uomini e donne italiani uccisi senza alcuna colpa, voglio ricordare Norma Cossetto violentata e seviziata dai Partigiani, la cui unica colpa era l’essere figlia di un possidente fascista.

Ma tralasciamo i cenni storici ormai conosciuti anche se solo in parte, arriviamo al dopoguerra quando il Governo Italiano ha appoggiato la Jugoslavia di Tito, riconoscendo anche una pensione con diritto di reversibilità piena a chiunque era in grado di dimostrare di aver combattuto contro gli Italiani, in effetti oggi ci ritroviamo a pagare migliaia e migliaia di Euro a personaggi che hanno ucciso dei nostri connazionali.

Abbiamo assistito inermi al bacio del Presidente Pertini della bara di Tito , un Pertini affranto dal dolore per la perdita del suo caro compagno.

Credo che tutto abbia significato continuare ad uccidere giorno dopo giorno chi è stato ucciso in un modo orribile senza avere alcuna colpa, perché morire in una Foiba dev’essere la cosa più brutta che c’è, ci sono voluti ben 59 anni per arrivare a non far finta che tutto ciò non sia stato.

Abbiamo dimenticato per decenni quelli che sono riusciti a scappare, che arrivati in Italia sono stati messi in campi profughi per anni, che sono stati dimenticati dallo Stato che quasi non voleva riconoscerli. Abbiamo assistito alla consegna dell’Onoreficenza “Cavaliere di gran croce decorato di gran cordone dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana” a chi si è macchiato di immondi delitti. Immaginate solo quale umiliazione hanno dovuto sopportare coloro i quali, per mano di quell’essere, hanno perso tutto, famiglia, casa ed averi.

Ecco perché la dichiarazione del nostro Presidente non ci sta bene, non possiamo dimenticare perché cancelleremmo un importante verità storica.

Da italiano mi aspetterei una rivisitazione di tutto questo e magari anche l’annullamento dell’onorificenza concessa ad un assassino.

Ma soprattutto le scuse per le umiliazioni subite dagli Italiani che per anni sono stati marchiati e ghettizzati come esuli Istriani.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
La dichiarazione rilasciata lascia spazio ad alcune riflessioni.
Propongo queste che mi paiono ben centrate e riassuntive del quadretto generale e di "buon gusto" nelle critiche mosse
Il sig. Cortese, ovvero un irriducibile fascista:
Senza dubbio vi accuseranno di fascismo o apologia del fascismo. Respingete le accuse o ne siete fieri?
“Ne siamo fieri. Sappiamo riconoscere gli errori commessi in quel periodo storico, non diciamo che è stato tutto perfetto, ma sono sicuro che possiamo ancora trarre insegnamenti da quel movimento in quanto ancora oggi le sue idee sono applicabilissime. In effetti Mussolini diceva che la politica deve andare verso il popolo e ha sempre sostenuto che l’economia coorporativa fosse la soluzione per il nostro Paese, se non sbaglio un nostro ministro pochi mesi fa ha detto la stessa cosa. Quindi come potrei non andarne fiero?”.

http://www.piemonteinformato.it/archives/2574
con il suo intervento, dimostra l'assoluta intransigenza circa la possibilità che,
a quasi settant'anni dai fatti si possa,
in un Paese che si definisce Civile,
stendere un velo pietoso e provare,
almeno per una volta a ritrovare la ragione e non la fazione.
Ad un invito a perdonarci si risponde scrollando le spalle,
è come se lo sentissi:
"no, grazie, preferisco il catalogo degli orrori. Non voglio guardare oltre, preferisco la guerra di posizione".
...
E così, da otto anni, piuttosto che fermarci un minuto per riflettere sugli orrori della guerra e sul rispetto per chi,
indipendentemente dal ruolo, quella guerra, morendo, la subì... comunque,
continuiamo a far finta di voler ispezionare quei luoghi oscuri, a tenere viva quella già vista fiammella perchè, fra uno sprazzo di luce e un'impalpabile nebbia... si ritrovi la ragion d'essere per quel che si è ovvero:
fascisti o comunisti,
repubblichini o partigiani,
neri o rossi,
con Dio o senza Dio,
nostalgici perdenti od orgogliosi vincenti...,

vittime o vittime.

:salut

In genere quando si linka una pagina web senza commento è per comunicare la totale adesione con i contenuti della stessa.
Isn't it?
:scratch
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aquamoon ha scritto:
doddi ha scritto:
La dichiarazione rilasciata lascia spazio ad alcune riflessioni.
Propongo queste che mi paiono ben centrate e riassuntive del quadretto generale e di "buon gusto" nelle critiche mosse
Il sig. Cortese, ovvero un irriducibile fascista:
Senza dubbio vi accuseranno di fascismo o apologia del fascismo. Respingete le accuse o ne siete fieri?
“Ne siamo fieri. Sappiamo riconoscere gli errori commessi in quel periodo storico, non diciamo che è stato tutto perfetto, ma sono sicuro che possiamo ancora trarre insegnamenti da quel movimento in quanto ancora oggi le sue idee sono applicabilissime. In effetti Mussolini diceva che la politica deve andare verso il popolo e ha sempre sostenuto che l’economia coorporativa fosse la soluzione per il nostro Paese, se non sbaglio un nostro ministro pochi mesi fa ha detto la stessa cosa. Quindi come potrei non andarne fiero?”.

http://www.piemonteinformato.it/archives/2574
con il suo intervento, dimostra l'assoluta intransigenza circa la possibilità che,
a quasi settant'anni dai fatti si possa,
in un Paese che si definisce Civile,
stendere un velo pietoso e provare,
almeno per una volta a ritrovare la ragione e non la fazione.
Ad un invito a perdonarci si risponde scrollando le spalle,
è come se lo sentissi:
"no, grazie, preferisco il catalogo degli orrori. Non voglio guardare oltre, preferisco la guerra di posizione".
...
E così, da otto anni, piuttosto che fermarci un minuto per riflettere sugli orrori della guerra e sul rispetto per chi,
indipendentemente dal ruolo, quella guerra, morendo, la subì... comunque,
continuiamo a far finta di voler ispezionare quei luoghi oscuri, a tenere viva quella già vista fiammella perchè, fra uno sprazzo di luce e un'impalpabile nebbia... si ritrovi la ragion d'essere per quel che si è ovvero:
fascisti o comunisti,
repubblichini o partigiani,
neri o rossi,
con Dio o senza Dio,
nostalgici perdenti od orgogliosi vincenti...,

vittime o vittime.

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In genere quando si linka una pagina web senza commento è per comunicare la totale adesione con i contenuti della stessa.
Isn't it?
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Il perdono è una cosa importante ma con il "negazionismo" o il semplice tralasciare soggetto predicato e complemento non si rende onore alla verità dei fatti ed alle vittime.
Ossia quello che è avvenuto nel messaggio del Presidente Napolitano.
Isn't in? :scrolleye:

Eppure dovrebbe essere ben chiaro come si fà ... purtroppo sono decenni che si celebrano giornate della "Memoria" per tante altre vittime degli orrori posti in essere da una lunga lista di belve umane.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
...Eppure dovrebbe essere ben chiaro come si fà ... purtroppo sono decenni che si celebrano giornate della "Memoria" per tante altre vittime degli orrori posti in essere da una lunga lista di belve umane.
Com'è che si fà?
:scratch
Napolitano dice:
"In ciascuno dei nostri Paesi coltiviamo come è giusto la memoria delle sofferenze vissute e delle vittime e siamo vicini al dolore dei sopravvissuti a quelle sanguinose vicende del passato."
dov'è che riscontri questo cupio dissolvi che tralasciando non rende onore...?
I gesti di pace si accettano o si respingono, non si criticano.
Oltre la pace non c'è necessariamente la guerra, c'è uno spazio, una sorta di terra di nessuno dove stazionano gli irriducibili... fissi e immobili come i pali della luce.
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doddi ha scritto:
Eppure dovrebbe essere ben chiaro come si fà ... purtroppo sono decenni che si celebrano giornate della "Memoria" per tante altre vittime degli orrori posti in essere da una lunga lista di belve umane.
Ma se, insieme, non si fa un piccolo sforzo per capire la genesi di quegli orrori continuare a parlare di memoria in senso complessivo mi sembra, più che un momento di comune riflessione (ti ricorda qualcosa ? :mrgreen: ), un eufemismo.
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aquamoon ha scritto:
doddi ha scritto:
...Eppure dovrebbe essere ben chiaro come si fà ... purtroppo sono decenni che si celebrano giornate della "Memoria" per tante altre vittime degli orrori posti in essere da una lunga lista di belve umane.
Com'è che si fà?
:scratch
Napolitano dice:
"In ciascuno dei nostri Paesi coltiviamo come è giusto la memoria delle sofferenze vissute e delle vittime e siamo vicini al dolore dei sopravvissuti a quelle sanguinose vicende del passato."
dov'è che riscontri questo cupio dissolvi che tralasciando non rende onore...?
I gesti di pace si accettano o si respingono, non si criticano.
Oltre la pace non c'è necessariamente la guerra, c'è uno spazio, una sorta di terra di nessuno dove stazionano gli irriducibili... fissi e immobili come i pali della luce.
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Visto che stare al buio non è auspicabile per nessuno se ci sei tu a darglele io mi ritiro in buon ordine pena la caduta del palo. 8-)
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Regmi ha scritto:

Visto che stare al buio non è auspicabile per nessuno se ci sei tu a darglele io mi ritiro in buon ordine pena la caduta del palo. 8-)
A parte l'irrilevante particolare che le ho sempre prese e mai date... non vedo alcun motivo perchè tu debba ritirarti in buon ordine.
Melius abundare quam deficere.
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aquamoon ha scritto:
Regmi ha scritto:

Visto che stare al buio non è auspicabile per nessuno se ci sei tu a darglele io mi ritiro in buon ordine pena la caduta del palo. 8-)
A parte l'irrilevante particolare che le ho sempre prese e mai date... non vedo alcun motivo perchè tu debba ritirarti in buon ordine.
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La lampada a petrolio è da qualche parte in cantina e la scorta di candele non l'ho ancora fatta. :mrgreen:
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mi pare si stia andando un pò ot....un minuto di silenzio per le vittime della foibe non farebbe male a nessuno....
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cozzina1 ha scritto:mi pare si stia andando un pò ot....un minuto di silenzio per le vittime della foibe non farebbe male a nessuno....
onore a loro e a tutte le vittime dei genocidi... :salut
Non è certo ripetendo quello che sostanzialmente hai già scritto stamani che convinci chi lo è già di suo.
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Riproponiamolo per intero:

http://www.quirinale.it/elementi/Contin ... o&key=2362

Saluto del Presidente Napolitano in occasione della celebrazione del Giorno del Ricordo

Quirinale, 09/02/2012


Ringrazio vivamente il ministro Riccardi, per aver presieduto alla consegna dei riconoscimenti e per aver portato non un saluto rituale ma, con profondità di motivazioni, la limpida voce del governo ; il Presidente De Vergottini, che nel parlare a nome degli esuli Istriani, Fiumani e Dalmati, ha in qualche modo evocato - per lo stesso suo bagaglio personale di studioso e di docente -l'apporto che gli esuli hanno dato, rientrati in Italia, allo sviluppo e al progresso del nostro paese ; e infine il Professor Pupo, per lo spessore della sua riflessione storica. I loro interventi hanno composto in efficace sintesi i motivi ispiratori del Giorno del Ricordo. E' la sesta volta che lo celebro qui, e credo di poter dire che di anno in anno abbiamo sempre arricchito di nuovi punti di vista e di nuovi accenti la scelta della memoria e dell'omaggio che il Parlamento ha voluto sancire per legge. Ci siamo riusciti grazie a molti contributi di qualità, e per tutti vorrei ricordare quello che per primo ci diede una splendida persona, il caro amico scomparso Senatore Paolo Barbi.

Ora, prima di svolgere qualche breve considerazione, desidero anzitutto rinnovare il profondo sentimento di vicinanza e di solidarietà mio personale e delle Istituzioni repubblicane ai famigliari - che sono con noi oggi - delle vittime delle orrende stragi delle foibe e ai rappresentanti delle Associazioni che coltivano la memoria di quella tragedia e dell'esodo di intere popolazioni.

Impegnarsi a coltivare la memoria e a ristabilire la verità storica è stato giusto e importante. Si è posto fine a "ogni residua congiura del silenzio - come già dissi lo scorso anno - a ogni forma di rimozione diplomatica o di ingiustificabile dimenticanza rispetto a così tragiche esperienze". Dopo l'evento di Trieste del luglio 2010 - il concerto della riconciliazione insieme ai Presidenti sloveno e croato - lo scorso anno ho incontrato a Zagabria e poi a Pola il Presidente croato. L'incontro si è concluso con una dichiarazione congiunta che, richiamando i valori comuni, afferma: "In ciascuno dei nostri Paesi coltiviamo come è giusto la memoria delle sofferenze vissute e delle vittime e siamo vicini al dolore dei sopravvissuti a quelle sanguinose vicende del passato. Nel perdonarci reciprocamente il male commesso, volgiamo il nostro sguardo all'avvenire che con il decisivo apporto delle generazioni più giovani vogliamo e possiamo edificare in un'Europa sempre più rappresentativa delle sue molteplici tradizioni e sempre più saldamente integrata dinanzi alle nuove sfide della globalizzazione".

Ora - come ha sostenuto il Prof. Pupo nella sua bella e approfondita relazione - "le diverse memorie di frontiera cominciano a conoscersi e a rispettarsi, nella loro insopprimibile soggettività".

Anche così si salda una frattura storica, ci si incontra nel comune destino europeo.

Va dunque colta la suggestione del Prof. Pupo che ci invita ad affrontare quella che ha definito la "parabola drammatica dell'italianità adriatica" all'interno di una visione storica più larga, che ci consenta di penetrare in tutta la loro complessità le contrapposizioni e lacerazioni che le nostre aree di confine hanno vissuto nella fase conclusiva della II Guerra mondiale e subito dopo. E tra i drammi di quel tormento storico ci furono perfino conflitti, che ebbero un costo atroce di vite umane, tra le formazioni partigiane che combatterono dalla stessa parte contro il nazifascismo.

Si, serve ricordare anche per ripensare a tutti i fatali errori al fine di non ripeterli mai più.

In questa prospettiva e con questi sentimenti è mia intenzione, in una prossima già programmata visita in Friuli, rendere omaggio alle vittime dell'eccidio di Porzûs.
Ci avviamo, come sapete, alla conclusione delle celebrazioni del Centocinquantenario dell'Unità d'Italia, e voglio in questa sede ringraziare per la loro presenza a Roma in quella occasione i Presidenti della Slovenia e della Croazia che hanno voluto così testimoniare la loro amicizia per il nostro paese e la loro adesione ai princîpi e valori democratici su cui poggia la costruzione europea.

E' la visione europea che ci permette di superare ogni tentazione di derive nazionalistiche, di far convivere etnie, lingue, culture e di guardare insieme con fiducia al futuro. E' in Europa che dobbiamo trovare nuovi stimoli, facendo leva anche sulle minoranze che risiedono all'interno dei nostri Paesi e che costituiscono nello stesso tempo una ricchezza da tutelare, un'opportunità da comprendere e cogliere fino in fondo.

Lo dobbiamo tanto alle generazioni che hanno sofferto nel passato quanto alle nuove, cui siamo in grado di prospettare società più giuste e più solidali, capaci di autentica coesione perché nutrite di senso della storia, ricche di una travagliata e intensa esperienza di riconciliazione e di un nuovo impegno di reciproco riconoscimento.

Versione video : http://www.youtube.com/watch?v=LUwqeY-_pS8

Un commento di Marcello Veneziani:

http://www.ilgiornale.it/rubrica_cucu/l ... comments=1

Le foibe? Caro presidente, furono i comunisti
Presidente Napolitano, mi dispiace, ma non ci stiamo. Ricordando ieri le foibe lei se l’è presa con "le derive nazionalistiche europee", attribuendo a esse l’eccidio di migliaia di istriani, dalmati e dei partigiani bian­chi


di Marcello Veneziani - 10 febbraio 2012, 09:23Commenta Presidente Napolitano, mi dispiace, ma non ci stiamo. Ricordando ieri le foibe lei se l’è presa con «le derive nazionalistiche europee», attribuendo a esse l’eccidio di migliaia di istriani, dalmati e dei partigiani bianchi. Ma le cose, lei lo sa bene, non stanno così.

L’orrore delle foibe fu perpetrato dai partigiani comunisti di Tito con l’appoggio del comunismo mondiale e dei comunisti italiani. Lei non ha mai citato il comunismo a proposito delle foibe.

È come se nella giornata della Memoria, celebrata pochi giorni fa, non citassero mai il nazismo ma se la prendessero con il comunismo. Certo, il nazionalismo fu una delle causeche inasprì i rapporti sui confini orientali; così come è noto che l’Unione Sovietica dette una mano a Hitler nella caccia e nello sterminio degli ebrei. Ma in entrambi i casi non si può tacere il principale colpevole e va citato per nome: il nazismo per la shoah e il comunismo per le foibe o per i gulag.

Lo sterminio degli italiani e la loro espropriazione obbedì a una triplice guerra: la guerra del comunismo contro l’Italia fascista, poi la guerra dei proletari comunisti contro i benestanti borghesi, quindi la guerra etnica contro gli italiani. Non salti i due precedenti passaggi e abbia l’onesto coraggio di chiamare i sicari per nome: furono comunisti. Il nazionalismo in questo caso c’entra assai meno, tant’è vero che i collaborazionisti di Tito furono anche i comunisti italiani. Con tutto il rispetto che merita, e persino la simpatia, non ricada nel dimenticazionismo.
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Malgrado il mio invito a "superare" intellettualmente i cavalli di frisia degli irriducibili e l'accorato appello di Cozzina...
continui a linkare opinioni altrui come se, veneziani e il giornale fossero Popper e il Times...
spiace constatare l'impossibilità a proseguire,
se per discutere con te debbo sorbirmi veneziani... preferisco il day time dell'Isola dei Famosi.
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aquamoon ha scritto:Malgrado il mio invito a "superare" intellettualmente i cavalli di frisia degli irriducibili e l'accorato appello di Cozzina...
continui a linkare opinioni altrui come se, veneziani e il giornale fossero Popper e il Times...
spiace constatare l'impossibilità a proseguire,
se per discutere con te debbo sorbirmi veneziani... preferisco il day time dell'Isola dei Famosi.
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E' ancora in onda?

Capisco che hai altre preferenze ma li' non troverai cio' che ti fanno notare "gli indigesti".
Che c'e' di male a dire le cose come stanno?... Non ci sara' mica nulla di cui vergognarsi vorrei ben sperare.
E poi, da ultimo, tutti coperti tutti allineati is boring, l'importante e' non offendere nessuno.
Io le parole fiancheggiatori del dittatore comunista Tito non le leggo da nessuna parte, trovo invece il termine nazifascismo, per cui mi pare che si ricordi ben poco e che si voglia far ricordare ben poco. E se le cose non le si spiega alla fine si capisce poco o nulla, fatti salvi i perdoni scontati dopo 60 anni.
Punti di vista, as usual
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