I politici reggini e i loro presunti rapporti con le ndrine

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fred2010
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leggendo superficialmente l'articolo l'ho pensato anch'io, ma soffermandomi su qualche passaggio ho capito che dopo la memoria difensiva si potrebbe arrivare ad una richiesta di rinvio a giudizio. Sui reati ipotizzati non è necessario essere insigni giuristi, il voto di scambio in Italia è reato.
Il fatto che "si potrebbe arrivare", con il condizionale , non rende l'oggetto dell'articolo e del topic in generale aria fritta...nè tantomeno dell'indagine in corso.
Se anche si dovesse accertare che il politco in questione (o ex che dir si voglia) dovesse essere estraneo ai fatti contestati, resta palese che un tizio che intrattiene regolarmente rapporti con esponenti delle ndrine non merita il voto dell'elettore reggino. O no? :scratch[/quote]


Se ne è consapevole non lo merita, se non lo è non vedo il problema, per questo parlo di aria fritta. Flesca non lo conosco proprio, ma sul ruolo di Scopelliti come detto non ci capisco granchè.

Io ho votato Falcomatà e Scopelliti, entrambi hanno avuto esperienze simili, il pranzo in questo caso, frequentazioni dirette anche in casa, nell'altro con tanto di indagini e rinvii a giudizio addirittura, ma se non sanno chi hanno davanti, o meglio se chi hanno davanti risulta essere imprenditore noto e stimato non vedo che tipo di condanna gli si possa affibbiare.

p.s.: con nosacciu ci rinunciu 8-) definitivamente i suoi "quindi" non stanno nè in cielo nè in terra.[/quote]




l'articolo era centrato su Flesca, penso che il ruolo di Scopelliti qui sia marginale.
A meno che chi sta indagando nn si sia inventato le telefonate non penso che Flesca pensasse di parlare con la Canalis[/quote]

Il punto è se Il tizio che li ospitava è un delinquente ed in secondo luogo se Flesca ne fosse a conoscenza. Io ragiono con questa consecutio temporum.
Tutto qua. Che poi di Flesca non frega nulla a nessuno l'oggetto del contendere è l'altro ospite, o meglio è stato l'altro ospite all'epoca dei fatti, sui vari quotidiani nazionali.
O mi sbaglio?[/quote]



Guarda, indipendentemente da quello che dici, sbagli.
nosacciu
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doddi ha scritto:
nosacciu ha scritto:
doddi ha scritto:Ma che tipo di reato sarebbe?
Io ancora non ci capisco nulla in questo assillante giustizialismo esquimese sulla conoscenza di soggetti contigui con la criminalità (sempre se tale si dimostrerà) prossima ventura ( ossia che dovrà essere scoperta ed indentificata in quanto tale).

non c'è nenti mi si faci...sei clamorosamente di parte... io non mi scandalizzerei se venissero mosse determinate accuse per qualche candidato a sinistra,come non mi scandalizzo che vengano mosse a destra visto che si sa a reggio chi è immischiato in questo giro... probabilmente manlio sarà pulito ma a destra per difendere i tuoi amici stai arrivando al paradosso che la 'ndrangheta non esiste :fifi:
Il mio, visto che devo spiegartele sempre due volte le cose, e cmq non basta, è un discorso generale, su ciò che accade nelle nostre zone, in Calabria, in Sicilia, In Campania ecc..., dove c'è tanto malaffare e i malavitosi, i delinquenti non vanno in giro con la giacca dell'anas per farsi riconoscere.

Se il politico è contiguo e commette reati và arrestato, ci 'mancava puru sparti, ma queste cose, questi discorsi oggetto del topic, per me restano semplice aria fritta.
E lo sono tanto per Scopelliti, per Flesca, come lo erano per Falcomatà.
Sono stato spiegato? :scratch
forse sono stato poco chiaro io... mi sfugge questo tuo senso giustizialista pubblico, e al tempo stesso la difesa di tutti i tuoi amici di partito , ben sapendo che ci sono figure deprecabili... il senso del mio intervento è che non sei imparziale semplicemente perchè i rumors quando riguardano la sinistra tu li proponi per difendere i tuoi amici, quando riguardano i tuoi amici dici sempre che sono aria fritta...
Pickwick ha scritto:La percentuale di scemi del movimento 5 stelle supera anche il grande sud di Miccichè...
Mariotta
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fred2010 ha scritto:leggendo superficialmente l'articolo l'ho pensato anch'io, ma soffermandomi su qualche passaggio ho capito che dopo la memoria difensiva si potrebbe arrivare ad una richiesta di rinvio a giudizio. Sui reati ipotizzati non è necessario essere insigni giuristi, il voto di scambio in Italia è reato.
Il fatto che "si potrebbe arrivare", con il condizionale , non rende l'oggetto dell'articolo e del topic in generale aria fritta...nè tantomeno dell'indagine in corso.
Se anche si dovesse accertare che il politco in questione (o ex che dir si voglia) dovesse essere estraneo ai fatti contestati, resta palese che un tizio che intrattiene regolarmente rapporti con esponenti delle ndrine non merita il voto dell'elettore reggino. O no? :scratch

Se ne è consapevole non lo merita, se non lo è non vedo il problema, per questo parlo di aria fritta. Flesca non lo conosco proprio, ma sul ruolo di Scopelliti come detto non ci capisco granchè.

Io ho votato Falcomatà e Scopelliti, entrambi hanno avuto esperienze simili, il pranzo in questo caso, frequentazioni dirette anche in casa, nell'altro con tanto di indagini e rinvii a giudizio addirittura, ma se non sanno chi hanno davanti, o meglio se chi hanno davanti risulta essere imprenditore noto e stimato non vedo che tipo di condanna gli si possa affibbiare.

p.s.: con nosacciu ci rinunciu 8-) definitivamente i suoi "quindi" non stanno nè in cielo nè in terra.[/quote]




l'articolo era centrato su Flesca, penso che il ruolo di Scopelliti qui sia marginale.
A meno che chi sta indagando nn si sia inventato le telefonate non penso che Flesca pensasse di parlare con la Canalis[/quote]

Il punto è se Il tizio che li ospitava è un delinquente ed in secondo luogo se Flesca ne fosse a conoscenza. Io ragiono con questa consecutio temporum.
Tutto qua. Che poi di Flesca non frega nulla a nessuno l'oggetto del contendere è l'altro ospite, o meglio è stato l'altro ospite all'epoca dei fatti, sui vari quotidiani nazionali.
O mi sbaglio?[/quote]



Guarda, indipendentemente da quello che dici, sbagli.[/quote]



scusate ma io con questi quote non capisco chi quota chi e cosa scrive :surprice:
Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
nosacciu
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Mariotta ha scritto:
doddi ha scritto:
Mariotta ha scritto:Se il politico è contiguo e commette reati và arrestato, ci 'mancava puru sparti, ma queste cose, questi discorsi oggetto del topic, per me restano semplice aria fritta.E lo sono tanto per Scopelliti, per Flesca, come lo erano per Falcomatà.
Sono stato spiegato? :scratch

leggendo superficialmente l'articolo l'ho pensato anch'io, ma soffermandomi su qualche passaggio ho capito che dopo la memoria difensiva si potrebbe arrivare ad una richiesta di rinvio a giudizio. Sui reati ipotizzati non è necessario essere insigni giuristi, il voto di scambio in Italia è reato.
Il fatto che "si potrebbe arrivare", con il condizionale , non rende l'oggetto dell'articolo e del topic in generale aria fritta...nè tantomeno dell'indagine in corso.
Se anche si dovesse accertare che il politco in questione (o ex che dir si voglia) dovesse essere estraneo ai fatti contestati, resta palese che un tizio che intrattiene regolarmente rapporti con esponenti delle ndrine non merita il voto dell'elettore reggino. O no? :scratch

Se ne è consapevole non lo merita, se non lo è non vedo il problema, per questo parlo di aria fritta. Flesca non lo conosco proprio, ma sul ruolo di Scopelliti come detto non ci capisco granchè.

Io ho votato Falcomatà e Scopelliti, entrambi hanno avuto esperienze simili, il pranzo in questo caso, frequentazioni dirette anche in casa, nell'altro con tanto di indagini e rinvii a giudizio addirittura, ma se non sanno chi hanno davanti, o meglio se chi hanno davanti risulta essere imprenditore noto e stimato non vedo che tipo di condanna gli si possa affibbiare.

p.s.: con nosacciu ci rinunciu 8-) definitivamente i suoi "quindi" non stanno nè in cielo nè in terra.



l'articolo era centrato su Flesca, penso che il ruolo di Scopelliti qui sia marginale.
A meno che chi sta indagando nn si sia inventato le telefonate non penso che Flesca pensasse di parlare con la Canalis[/quote]

cara mariotta il riferimento dei miei quindi non era riferito all'articolo in se...
non sono di certo stupido che sfrutto determinati eventi per criticare l'operato di un sindaco...
stavo semplicemente criticando il pensiero di doddi che diceva, per sua stessa ammissione, che determinati articoli sono aria fritta, quasi come se non fosse giusto informare la gente di quanto avviene, salvo sfruttare lui stesso altri determinati avvenimenti per difendere i suoi amici... non mi sono mai permesso, quando determinate indagini o determinati articoli sono stati fatti contro falcomatà a dire che fossero aria fritta, ma semplicemente una condizione "normale" a reggio calabria così come ritengo tale questa...

l'unica osservazione che ho fatto significa semplicemente che di certo se io dico a mio cugino, consigliere regionale e amicissimo di scopelliti, faccio il compleanno e voglio invitare scopelliti perchè figura di spicco, scopelliti ovviamente non ci viene dato che non mi conosce. Quindi e chiaro e lampante che scopelliti dovesse quanto meno sapere questa persona chi fosse...
Pickwick ha scritto:La percentuale di scemi del movimento 5 stelle supera anche il grande sud di Miccichè...
peas!
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doddi ha scritto: Caro Prof! P! Tizio "parlava con", " Caio era al ricevimento di", "Sempronio riceveva a casa ..." per quanto mi riguarda non è sufficiente a dire che scientemente frequenteva o peggio ancora favoriva un mafioso.Che poi si tratti di reato da codice penale o da bolla morale poco cambia. Mi pare talmente semplice come concetto.

Inserisco un'episodio semplice, semplice, semplice che farà venire la solita orticaria urticante al solito supertroll : il fatto che il Sindaco della nostra primavera reggina frequentasse un mafioso (prossimo venturo) non dovrebbe renderlo un colluso con il malaffare reggino. E per quanto mi riguarda non lo è mai stato nè lo sarà però secondo questo criterio di pensiero, del sospetto, della frequentazione, dell'obbligo della conoscenza dei fatti altrui, a quest'ora doveva essere chissà dove.
Riflettere plis.


http://www.ilgiornale.it/interni/minnit ... comments=1

lunedì 15 ottobre 2007, 07:00
Minniti, i Ds e gli affari calabresi
di Gian Marco Chiocci

La lettura di atti giudiziari non più coperti dal segreto, divenuti da poco pubblici e di cui tanti temono la divulgazione, offre uno spaccato inedito sulle relazioni pericolose fra imprenditori, esponenti dei Ds e cosche calabresi. Carte top secret, oggetto di nuovi accertamenti, si rifanno alle dettagliate informative dei carabinieri del Ros sulla scientifica spartizione degli appalti a Reggio Calabria. Fra i nomi dei diessini eccellenti finiti nelle relazioni rimaste per anni nei cassetti, spuntano il viceministro dell’Interno, Marco Minniti (mai indagato) l’ex sindaco di Reggio Calabria, Italo Falcomatà (deceduto), Demetrio Naccari Carlizzi (all'epoca vicesindaco) e altri noti esponenti provinciali e regionali. Si tratta di attività investigative capillari, abbandonate o disperse in procedimenti collegati, e che essendo state frazionate, col tempo sono state archiviate.
Il tribunale del Riesame, nel confermare il quadro probatorio sul clan Libri (dal nome del boss protagonista dell'affare Ce.Dir di cui si dirà fra poco) ha ritenuto «inspiegabile» l’archiviazione del procedimento originario dove emergevano i primi profili di collusione mafiosa-politico-imprenditoriale. Le vecchie indagini del reparto operativo speciale dell’Arma a sorpresa son così tornate d’attualità dopo il recente rinvio a giudizio per mafia di 19 persone, tra cui il boss ergastolano Domenico Libri, nel frattempo passato a miglior vita. Se l’ipotesi d’accusa è l’associazione mafiosa, l'oggetto dell'inchiesta riguarda la gestione dei rifiuti e la spartizione degli appalti nella provincia reggina, con particolare riferimento alla gara per il Ce.Dir, il centro direzionale di Reggio Calabria, a cui erano interessate due società «che sembrano rispondere - scrive il Ros - a due gruppi mafiosi contrapposti».
Con quella dell’imprenditore Pietro Siclari, poi vincitrice dell’appalto, si era associata una terza società (la Si.Mi Sas) i cui titolari erano la moglie del vice di Amato e il suocero, Lorenzo Sera. A Marco Minniti i carabinieri arrivano intercettando l’imprenditore Matteo Alampi, definito colletto bianco della ’ndrangheta, che prova a far suo l’appalto Ce.Dir sfruttando l’amicizia col boss Libri e i rapporti strettissimi con l’allora sindaco Falcomatà e l’assessore Giuseppe Gulli, entrambi pci-pds-ds, nonché con l’attuale senatore Fuda. A un suo interlocutore Alampi spiega di essere preoccupato dell’alleanza tra la Si.Mi del suocero di Minniti e la società di Siclari perché convinto che quest’ultimo rappresenti gli interessi del potente parlamentare e che quindi sia favorito. «Convinzione niente affatto ingiustificata - osserva il Ros - qualora si consideri che l’azienda del Sera Lorenzo, suocero di Minniti Marco, annovera tra i soci accomandatari anche la figlia Mariangela, moglie del deputato. Il parlamentare peraltro non era nuovo a “ingerenze” nel settore imprenditoriale del capoluogo calabrese, così come diffusamente documentato in altro referto redatto da questa Unità nell'ambito del procedimento penale numero 55/99 riguardante le opere pubbliche nel comparto reggino».Per fronteggiare Siclari, e dunque Minniti, Matteo Alampi incontra frequentemente il sindaco Falcomatà «che già in passato - è scritto in un'informativa - si era interessato fattivamente per lui proprio per un’altra gara al Ce.Dir». L’ultimo faccia a faccia è del 6 novembre 2000. Uscito da casa Falcomatà, Alampi corre a Prato per incontrare il boss Libri al confino e definire gli accordi sul Ce.Dir. Seguendo Alampi, i carabinieri incappano in un politico la cui descrizione sembra corrispondere a Minniti. «La presenza di noti esponenti politici, solo recentemente privati di importanti responsabilità di governo ed essi stessi portatori di interessi personali e familiari, è di una gravità eccezionale».


Nel rapporto del Ros si fa presente come l’Alampi, intercettato in auto, a proposito di Minniti riveli da un lato alcune presunte intrusioni del deputato in occasione dell’aggiudicazione di gare d'appalto nella Piana di Gioia Tauro, e dall'altro si dichiari addirittura disposto ad atti di ritorsione contro l’uomo politico. In un’altra intercettazione, l'imprenditore della ’ndrangheta «confidava i propri timori conseguenti alla presenza dell’ex sottosegretario a cui attribuiva l'indebito sfruttamento degli organismi investigativi per contrastarne le mire imprenditoriali» facendo passare la sua società come vicina alla criminalità organizzata. L’indagine stava portando lontano, ma si è arenata. Sarebbe interessante capire perché."
Su quanto dici inizialmente, sono senza dubbio d'accordo: certamente aver semplicemente presenziato un ricevimento non è sufficiente per autorizzare nessuno a sostenere alcunché. Mi pare di capire, insomma, che Tu non condivida la direzione dell'interrogatorio (anche perché incondivisibili giudizi sommari di merito, né nell'articolo, né sul forum, non ne erano stati dati, almeno sino al momento del Tuo intervento): a me pare abbastanza accettabile e legittimo che un Sostituto Procuratore ponga certe domande durante un interrogatorio, sopratutto se l'interrogato è indagato per certi fatti, e se le risposte che dà sono comunque piuttosto evasive (a leggere l'articolo, "vantarsi di aver invitato una personalità" avrebbe dovuto essere la ragione alla base dell'invito).

In merito all'articolo che citi, mi sembra sia scritto in maniera molto arruffata e frettolosa (e non per la "corsa" di Alampi da casa di Falcomatà sino a Prato), tanto che il messaggio per il quale l'articolo è costruito (occhio alla firma*) sembra in realtà venire smentito dagli stessi fatti raccontati, se letti senza quella malizia che Il Giornale chiede ai propri lettori. Fortunatamente l'interpretazione autentica ci viene fornita da un'informativa degli stessi Ros, qui:

http://www.nuovacosenza.com/cs/06/marzo ... ello1.html

citati, senza troppi taglia&incolla, da una fonte che non è l'abruzzese Chiocci* de "Il Giornale", ma un sito d'informazione calabrese.

Maxi-blitz dei carabinieri che eseguono 30 arresti su 33 tra Calabria ed Emilia Romagna. Smantellata la cosca Condello. Sequestrati beni per 50 milioni di euro. Svelati gli affari della cosca. Estorsioni anche per lavori sulla A3. Gli arrestati.

16/03 Si è svolto questa notte un maxi blitx ad opera dei Carabinieri. I militari dell'Arma hanno eseguito tra Calabria ed Emilia Romagna 33 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti della cosca legata a Pasquale Condello, rimasto oggi il piu' temibile latitante della 'ndrangheta. Trenta le persone catturarte. Le accuse sono di associazione mafiosa, favoreggiamento personale, estorsioni e riciclaggio. Gli inquirenti hanno documentato capillari attivita' estorsive nei confronti di imprenditori e negozianti. I carabinieri hanno anche sequestrato immobili, aziende, quote societarie, conti correnti, titoli mobiliari e autoveicoli per un valore di 50 milioni di euro. Anche il sindaco di Reggio Calabria, Italo Falcomata', sarebbe stato vittima delle intimidazioni della cosca che voleva infiltrarsi nei lavori del depuratore e della rete fognaria della frazione di Gallico.

Il Sindaco Falcomatà rifiuto una richiesta estorsiva

15/03 Risale alla fine degli anni Novanta il tentativo di estorsione fatto dalla cosca capeggiata dal boss latitante della 'ndrangheta, Pasquale Condello, ai danni dell' allora sindaco di Reggio Calabria Italo Falcomata', morto nel 2001. Al tentativo di estorsione si fa riferimento nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria, su richiesta della procura distrettuale, che ha portato all' operazione ''Vertice'', fatta la scorsa notte dai carabinieri del Ros, con l'arresto di 33 persone presunte affiliate alla cosca capeggiata dal boss latitante. La richiesta estorsiva, per l'affidamento dell' appalto ad un' impresa collegata alla cosca Condello per la realizzazione del depuratore e della rete fognaria di Gallico, fu rifiutata, secondo quanto si e' appreso, da Falcomata'. Nell'ambito dell'operazione 'Vertice' i carabinieri hanno sequestrato beni mobili ed immobili riconducibili alla cosca Condello anche in Emilia Romagna. Tra i beni anche 5 aziende di autotrasporto a Cesena di cui e' titolare Alfredo Lionetti, un imprenditore che, secondo l'accusa, sarebbe stato collegato alla cosca Condello.

Gli arrestati

Questo l' elenco delle persone arrestate dai carabinieri nell' ambito dell' operazione ''Vertice'': Michele Amato, di 58 anni; Consolato Arconte (67); Carmelo Maurizio Barilla' (33); Sebastiano Callea (49); Carmelo Giuseppe Cartisano (34); Francesco Catalano (38); Domenico Consolato Chirico (55); Rodolfo Ciccone (34); Carmela Giuseppa Condello (38); Giovanna Condello (35); Antonino D' Agostino (28); Giovanni Fontana (61); Alfredo Ionetti (63); Alberto Francesco Lagana' (42); Antonio Marino (52); Renato Marra (44); Osvaldo Salvatore Massara (41); Bruno Morabito (73); Carmela Felicia Morabito (41); Giuseppe Morabito (38); Andrea Pustorino (46); Francesco Roda' (51); Paolo Roda' (38); Pasquale Scarpella (55); Antonino Suraci (56); Giovanni Tripodi (58); Paolo Tripodo (42); Natale Vadala' (40); Andrea Vazzana (39); Francesco Vazzana (36) e Pasquale Vazzana (65). Sono latitanti Pasquale Condello, di 56 anni, capo dell' omonima cosca, e Giuseppe Barilla' (38).
Svelati gli affari della “Cosca Condello”

16/03 Due anni di indagini minuziose, di valutazioni di riscontri di collaboratori di giustizia, hanno permesso alla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria di individuare il potente clan della 'ndrangheta capeggiato da Pasquale Condello, di 56 anni, da 18 latitante, chiamato il 'Supremo' per il carisma criminale che esercita nell'organizzazione malavitosa. A svelare le articolazioni militari e finanziarie della cosca hanno contribuito in maniera determinante le dichiarazioni del pentito Paolo Ianno', di 50 anni, ex fedelissimo di Pasquale Condello e suo accompagnatore in molti summit di 'ndrangheta, nonche' killer dell'organizzazione anti-destefaniana. I carabinieri del Ros e del reparto operativo provinciale di Reggio Calabria, coordinati dal sostituto procuratore distrettuale Santi Cutroneo, hanno portato alla scoperta di una rete efficiente di protezione e di riciclaggio che operava per conto di Pasquale Condello. Sul fronte economico, secondo quanto e' emerso dalle indagini, la cosca poteva contare su Alfredo Ionetti, 73 anni, originario di Archi, il rione di Reggio Calabria dov'e' nato Pasquale Condello, che era riuscito a mettere in campo un impero di circa 50 milioni di euro, tra immobili e beni mobili, attivita' commerciali, tra Roma e Cesena. E poi l'interesse delle cosche per la grande torta del riciclaggio dei rifiuti e i lavori ai depuratori, come quello di Gallico, nella periferia nord della citta', mai entrato in funzione, i cui lavori sono stati spesso ripresi e interrotti. In questa vicenda, il pentito Ianno' avrebbe fatto chiarezza anche sui particolari dell'attentato nell'anno 2000 all'abitazione del sindaco scomparso Italo Falcomata', al quale era stata inviata anche una lettera di morte. L'ex sindaco, secondo quanto si e' appreso, fu minacciato perche' aveva accusato la 'ndrangheta di bloccare i lavori. Dalle intercettazioni ambientali dei dialoghi tra il boss Domenico Libri e l'imprenditore Matteo Alampi, emerge chiaro l'interesse della 'ndrangheta reggina a gestire interamente la partita della gestione dei rifiuti solidi urbani attraverso le societa' miste create apposta e di cui fa parte anche il Comune. Nel corso della conferenza stampa tenutasi stamani negli uffici della Procura della Repubblica, sono intervenuti il procuratore, Antonino Catanese, il sostituto distrettuale, Santi Cutroneo, il generale Giampaolo Ganzer, comandante del Ros, ed il comandante provinciale dei carabinieri, col. Antonio Fiano. ''Le indagini - ha detto Ganzer - sono state mirate ai gangli operativi della cosca Condello, portando alla luce il sistema che protegge la latitanza del boss e le innumerevoli attivita' finanziarie gestite da prestanome e riconducibili alla sua persona''. Cutroneo, coordinatore dell'inchiesta, ha invece sottolineato che ''la pericolosita' della cosca che poneva in essere estorsioni, danneggiamenti ed ogni altro atto tipicamente mafioso per gestire il malaffare sul territorio''
Estorsioni anche per lavori sulla A3

C' e' anche un tentativo di estorsione ai danni di un' impresa aggiudicataria di un appalto per i lavori di ammodernamento dell' autostrada Salerno-Reggio Calabria nell' inchiesta condotta dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria che ha portato all' emissione di 33 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti affiliati alla cosca capeggiata da Pasquale Condello, di 56 anni, inserito nell' elenco dei 30 latitanti piu' pericolosi del Ministero dell' Interno. Il tentativo di estorsione, in particolare, sarebbe stato messo in atto ai danni dell' impresa ''Romana Inerti'', titolare di un appalto nel tratto dell' A3 compreso tra Villa San Giovanni e Reggio Calabria. Secondo quanto si e' appreso, all' impresa era stato chiesto di versare una percentuale tra il 3 ed il 4 per cento dell' importo dei lavori, mentre tutto il calcestruzzo doveva essere fornito da un' impresa che fa capo al presunto boss di Campo Calabro Rocco Garonfolo. La cosca Condello avrebbe svolto, inoltre, un' intensa attivita' di infiltrazione negli appalti e nei servizi gestiti da enti pubblici. Gli investigatori hanno effettuato alcune intercettazioni ambientali e telefoniche da cui emergono gli interessi della 'ndrangheta nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. In particolare, da un dialogo tra il boss Domenico Libri e l' imprenditore Matteo Alampi emerge l' interesse delle cosche in ordine alle societa' miste costituite alcuni anni fa dal Comune di Reggio per quanto riguarda la gestione delle discariche. Le cosche, inoltre, avevano puntato i loro interessi su un progetto per la costituzione di una societa', la Ecoservices, del valore di circa dieci miliardi di lire per lo smaltimento del vetro e del cartone. Secondo quanto si e' appreso, delle 33 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip, Anna Maria Arena, ne sono state eseguite, al momento, 30. Tra gli irreperibili ci sono Giuseppe Barilla' ed Andrea Pustorino, legati al boss Pasquale Condello.


* Intermezzo divertente:
Chiarito insomma che gli eventuali rapporti di cui parla l'articolo consistono esclusivamente di attentati e minacce al Sindaco per la sua linea intransigente in materia di appalti, possiamo tranquillamente osservare come il buon Chiocci (il "segugio", tra le altre, dell'interessantissima e decisiva inchiesta sulla casa di Tulliani) sia stato, anche in questo caso, poco fortunato. E' stata depositata poche settimane fa agli atti delle indagini su Bisignani la sua telefonata con la quale riferisce a Sallusti la (falsa) notizia su un'ordinanza pronta per la Santanchè: intercettata per errore, perché Chiocci ha utilizzato un phone-center sottoposto ad intercettazione in un'indagine per droga. Ognuno nasce con una stella :lol:

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doddi
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peas! ha scritto:
doddi ha scritto: Caro Prof! P! Tizio "parlava con", " Caio era al ricevimento di", "Sempronio riceveva a casa ..." per quanto mi riguarda non è sufficiente a dire che scientemente frequenteva o peggio ancora favoriva un mafioso.Che poi si tratti di reato da codice penale o da bolla morale poco cambia. Mi pare talmente semplice come concetto.

Inserisco un'episodio semplice, semplice, semplice che farà venire la solita orticaria urticante al solito supertroll : il fatto che il Sindaco della nostra primavera reggina frequentasse un mafioso (prossimo venturo) non dovrebbe renderlo un colluso con il malaffare reggino. E per quanto mi riguarda non lo è mai stato nè lo sarà però secondo questo criterio di pensiero, del sospetto, della frequentazione, dell'obbligo della conoscenza dei fatti altrui, a quest'ora doveva essere chissà dove.
Riflettere plis.


http://www.ilgiornale.it/interni/minnit ... comments=1

lunedì 15 ottobre 2007, 07:00
Minniti, i Ds e gli affari calabresi
di Gian Marco Chiocci

La lettura di atti giudiziari non più coperti dal segreto, divenuti da poco pubblici e di cui tanti temono la divulgazione, offre uno spaccato inedito sulle relazioni pericolose fra imprenditori, esponenti dei Ds e cosche calabresi. Carte top secret, oggetto di nuovi accertamenti, si rifanno alle dettagliate informative dei carabinieri del Ros sulla scientifica spartizione degli appalti a Reggio Calabria. Fra i nomi dei diessini eccellenti finiti nelle relazioni rimaste per anni nei cassetti, spuntano il viceministro dell’Interno, Marco Minniti (mai indagato) l’ex sindaco di Reggio Calabria, Italo Falcomatà (deceduto), Demetrio Naccari Carlizzi (all'epoca vicesindaco) e altri noti esponenti provinciali e regionali. Si tratta di attività investigative capillari, abbandonate o disperse in procedimenti collegati, e che essendo state frazionate, col tempo sono state archiviate.
Il tribunale del Riesame, nel confermare il quadro probatorio sul clan Libri (dal nome del boss protagonista dell'affare Ce.Dir di cui si dirà fra poco) ha ritenuto «inspiegabile» l’archiviazione del procedimento originario dove emergevano i primi profili di collusione mafiosa-politico-imprenditoriale. Le vecchie indagini del reparto operativo speciale dell’Arma a sorpresa son così tornate d’attualità dopo il recente rinvio a giudizio per mafia di 19 persone, tra cui il boss ergastolano Domenico Libri, nel frattempo passato a miglior vita. Se l’ipotesi d’accusa è l’associazione mafiosa, l'oggetto dell'inchiesta riguarda la gestione dei rifiuti e la spartizione degli appalti nella provincia reggina, con particolare riferimento alla gara per il Ce.Dir, il centro direzionale di Reggio Calabria, a cui erano interessate due società «che sembrano rispondere - scrive il Ros - a due gruppi mafiosi contrapposti».
Con quella dell’imprenditore Pietro Siclari, poi vincitrice dell’appalto, si era associata una terza società (la Si.Mi Sas) i cui titolari erano la moglie del vice di Amato e il suocero, Lorenzo Sera. A Marco Minniti i carabinieri arrivano intercettando l’imprenditore Matteo Alampi, definito colletto bianco della ’ndrangheta, che prova a far suo l’appalto Ce.Dir sfruttando l’amicizia col boss Libri e i rapporti strettissimi con l’allora sindaco Falcomatà e l’assessore Giuseppe Gulli, entrambi pci-pds-ds, nonché con l’attuale senatore Fuda. A un suo interlocutore Alampi spiega di essere preoccupato dell’alleanza tra la Si.Mi del suocero di Minniti e la società di Siclari perché convinto che quest’ultimo rappresenti gli interessi del potente parlamentare e che quindi sia favorito. «Convinzione niente affatto ingiustificata - osserva il Ros - qualora si consideri che l’azienda del Sera Lorenzo, suocero di Minniti Marco, annovera tra i soci accomandatari anche la figlia Mariangela, moglie del deputato. Il parlamentare peraltro non era nuovo a “ingerenze” nel settore imprenditoriale del capoluogo calabrese, così come diffusamente documentato in altro referto redatto da questa Unità nell'ambito del procedimento penale numero 55/99 riguardante le opere pubbliche nel comparto reggino».Per fronteggiare Siclari, e dunque Minniti, Matteo Alampi incontra frequentemente il sindaco Falcomatà «che già in passato - è scritto in un'informativa - si era interessato fattivamente per lui proprio per un’altra gara al Ce.Dir». L’ultimo faccia a faccia è del 6 novembre 2000. Uscito da casa Falcomatà, Alampi corre a Prato per incontrare il boss Libri al confino e definire gli accordi sul Ce.Dir. Seguendo Alampi, i carabinieri incappano in un politico la cui descrizione sembra corrispondere a Minniti. «La presenza di noti esponenti politici, solo recentemente privati di importanti responsabilità di governo ed essi stessi portatori di interessi personali e familiari, è di una gravità eccezionale».


Nel rapporto del Ros si fa presente come l’Alampi, intercettato in auto, a proposito di Minniti riveli da un lato alcune presunte intrusioni del deputato in occasione dell’aggiudicazione di gare d'appalto nella Piana di Gioia Tauro, e dall'altro si dichiari addirittura disposto ad atti di ritorsione contro l’uomo politico. In un’altra intercettazione, l'imprenditore della ’ndrangheta «confidava i propri timori conseguenti alla presenza dell’ex sottosegretario a cui attribuiva l'indebito sfruttamento degli organismi investigativi per contrastarne le mire imprenditoriali» facendo passare la sua società come vicina alla criminalità organizzata. L’indagine stava portando lontano, ma si è arenata. Sarebbe interessante capire perché."
Su quanto dici inizialmente, sono senza dubbio d'accordo: certamente aver semplicemente presenziato un ricevimento non è sufficiente per autorizzare nessuno a sostenere alcunché. Mi pare di capire, insomma, che Tu non condivida la direzione dell'interrogatorio (anche perché incondivisibili giudizi sommari di merito, né nell'articolo, né sul forum, non ne erano stati dati, almeno sino al momento del Tuo intervento): a me pare abbastanza accettabile e legittimo che un Sostituto Procuratore ponga certe domande durante un interrogatorio, sopratutto se l'interrogato è indagato per certi fatti, e se le risposte che dà sono comunque piuttosto evasive (a leggere l'articolo, "vantarsi di aver invitato una personalità" avrebbe dovuto essere la ragione alla base dell'invito).

In merito all'articolo che citi, mi sembra sia scritto in maniera molto arruffata e frettolosa (e non per la "corsa" di Alampi da casa di Falcomatà sino a Prato), tanto che il messaggio per il quale l'articolo è costruito (occhio alla firma*) sembra in realtà venire smentito dagli stessi fatti raccontati, se letti senza quella malizia che Il Giornale chiede ai propri lettori. Fortunatamente l'interpretazione autentica ci viene fornita da un'informativa degli stessi Ros, qui:

http://www.nuovacosenza.com/cs/06/marzo ... ello1.html

citati, senza troppi taglia&incolla, da una fonte che non è l'abruzzese Chiocci* de "Il Giornale", ma un sito d'informazione calabrese.

Maxi-blitz dei carabinieri che eseguono 30 arresti su 33 tra Calabria ed Emilia Romagna. Smantellata la cosca Condello. Sequestrati beni per 50 milioni di euro. Svelati gli affari della cosca. Estorsioni anche per lavori sulla A3. Gli arrestati.

16/03 Si è svolto questa notte un maxi blitx ad opera dei Carabinieri. I militari dell'Arma hanno eseguito tra Calabria ed Emilia Romagna 33 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti della cosca legata a Pasquale Condello, rimasto oggi il piu' temibile latitante della 'ndrangheta. Trenta le persone catturarte. Le accuse sono di associazione mafiosa, favoreggiamento personale, estorsioni e riciclaggio. Gli inquirenti hanno documentato capillari attivita' estorsive nei confronti di imprenditori e negozianti. I carabinieri hanno anche sequestrato immobili, aziende, quote societarie, conti correnti, titoli mobiliari e autoveicoli per un valore di 50 milioni di euro. Anche il sindaco di Reggio Calabria, Italo Falcomata', sarebbe stato vittima delle intimidazioni della cosca che voleva infiltrarsi nei lavori del depuratore e della rete fognaria della frazione di Gallico.

Il Sindaco Falcomatà rifiuto una richiesta estorsiva

15/03 Risale alla fine degli anni Novanta il tentativo di estorsione fatto dalla cosca capeggiata dal boss latitante della 'ndrangheta, Pasquale Condello, ai danni dell' allora sindaco di Reggio Calabria Italo Falcomata', morto nel 2001. Al tentativo di estorsione si fa riferimento nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria, su richiesta della procura distrettuale, che ha portato all' operazione ''Vertice'', fatta la scorsa notte dai carabinieri del Ros, con l'arresto di 33 persone presunte affiliate alla cosca capeggiata dal boss latitante. La richiesta estorsiva, per l'affidamento dell' appalto ad un' impresa collegata alla cosca Condello per la realizzazione del depuratore e della rete fognaria di Gallico, fu rifiutata, secondo quanto si e' appreso, da Falcomata'. Nell'ambito dell'operazione 'Vertice' i carabinieri hanno sequestrato beni mobili ed immobili riconducibili alla cosca Condello anche in Emilia Romagna. Tra i beni anche 5 aziende di autotrasporto a Cesena di cui e' titolare Alfredo Lionetti, un imprenditore che, secondo l'accusa, sarebbe stato collegato alla cosca Condello.

Gli arrestati

Questo l' elenco delle persone arrestate dai carabinieri nell' ambito dell' operazione ''Vertice'': Michele Amato, di 58 anni; Consolato Arconte (67); Carmelo Maurizio Barilla' (33); Sebastiano Callea (49); Carmelo Giuseppe Cartisano (34); Francesco Catalano (38); Domenico Consolato Chirico (55); Rodolfo Ciccone (34); Carmela Giuseppa Condello (38); Giovanna Condello (35); Antonino D' Agostino (28); Giovanni Fontana (61); Alfredo Ionetti (63); Alberto Francesco Lagana' (42); Antonio Marino (52); Renato Marra (44); Osvaldo Salvatore Massara (41); Bruno Morabito (73); Carmela Felicia Morabito (41); Giuseppe Morabito (38); Andrea Pustorino (46); Francesco Roda' (51); Paolo Roda' (38); Pasquale Scarpella (55); Antonino Suraci (56); Giovanni Tripodi (58); Paolo Tripodo (42); Natale Vadala' (40); Andrea Vazzana (39); Francesco Vazzana (36) e Pasquale Vazzana (65). Sono latitanti Pasquale Condello, di 56 anni, capo dell' omonima cosca, e Giuseppe Barilla' (38).
Svelati gli affari della “Cosca Condello”

16/03 Due anni di indagini minuziose, di valutazioni di riscontri di collaboratori di giustizia, hanno permesso alla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria di individuare il potente clan della 'ndrangheta capeggiato da Pasquale Condello, di 56 anni, da 18 latitante, chiamato il 'Supremo' per il carisma criminale che esercita nell'organizzazione malavitosa. A svelare le articolazioni militari e finanziarie della cosca hanno contribuito in maniera determinante le dichiarazioni del pentito Paolo Ianno', di 50 anni, ex fedelissimo di Pasquale Condello e suo accompagnatore in molti summit di 'ndrangheta, nonche' killer dell'organizzazione anti-destefaniana. I carabinieri del Ros e del reparto operativo provinciale di Reggio Calabria, coordinati dal sostituto procuratore distrettuale Santi Cutroneo, hanno portato alla scoperta di una rete efficiente di protezione e di riciclaggio che operava per conto di Pasquale Condello. Sul fronte economico, secondo quanto e' emerso dalle indagini, la cosca poteva contare su Alfredo Ionetti, 73 anni, originario di Archi, il rione di Reggio Calabria dov'e' nato Pasquale Condello, che era riuscito a mettere in campo un impero di circa 50 milioni di euro, tra immobili e beni mobili, attivita' commerciali, tra Roma e Cesena. E poi l'interesse delle cosche per la grande torta del riciclaggio dei rifiuti e i lavori ai depuratori, come quello di Gallico, nella periferia nord della citta', mai entrato in funzione, i cui lavori sono stati spesso ripresi e interrotti. In questa vicenda, il pentito Ianno' avrebbe fatto chiarezza anche sui particolari dell'attentato nell'anno 2000 all'abitazione del sindaco scomparso Italo Falcomata', al quale era stata inviata anche una lettera di morte. L'ex sindaco, secondo quanto si e' appreso, fu minacciato perche' aveva accusato la 'ndrangheta di bloccare i lavori. Dalle intercettazioni ambientali dei dialoghi tra il boss Domenico Libri e l'imprenditore Matteo Alampi, emerge chiaro l'interesse della 'ndrangheta reggina a gestire interamente la partita della gestione dei rifiuti solidi urbani attraverso le societa' miste create apposta e di cui fa parte anche il Comune. Nel corso della conferenza stampa tenutasi stamani negli uffici della Procura della Repubblica, sono intervenuti il procuratore, Antonino Catanese, il sostituto distrettuale, Santi Cutroneo, il generale Giampaolo Ganzer, comandante del Ros, ed il comandante provinciale dei carabinieri, col. Antonio Fiano. ''Le indagini - ha detto Ganzer - sono state mirate ai gangli operativi della cosca Condello, portando alla luce il sistema che protegge la latitanza del boss e le innumerevoli attivita' finanziarie gestite da prestanome e riconducibili alla sua persona''. Cutroneo, coordinatore dell'inchiesta, ha invece sottolineato che ''la pericolosita' della cosca che poneva in essere estorsioni, danneggiamenti ed ogni altro atto tipicamente mafioso per gestire il malaffare sul territorio''
Estorsioni anche per lavori sulla A3

C' e' anche un tentativo di estorsione ai danni di un' impresa aggiudicataria di un appalto per i lavori di ammodernamento dell' autostrada Salerno-Reggio Calabria nell' inchiesta condotta dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria che ha portato all' emissione di 33 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti affiliati alla cosca capeggiata da Pasquale Condello, di 56 anni, inserito nell' elenco dei 30 latitanti piu' pericolosi del Ministero dell' Interno. Il tentativo di estorsione, in particolare, sarebbe stato messo in atto ai danni dell' impresa ''Romana Inerti'', titolare di un appalto nel tratto dell' A3 compreso tra Villa San Giovanni e Reggio Calabria. Secondo quanto si e' appreso, all' impresa era stato chiesto di versare una percentuale tra il 3 ed il 4 per cento dell' importo dei lavori, mentre tutto il calcestruzzo doveva essere fornito da un' impresa che fa capo al presunto boss di Campo Calabro Rocco Garonfolo. La cosca Condello avrebbe svolto, inoltre, un' intensa attivita' di infiltrazione negli appalti e nei servizi gestiti da enti pubblici. Gli investigatori hanno effettuato alcune intercettazioni ambientali e telefoniche da cui emergono gli interessi della 'ndrangheta nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. In particolare, da un dialogo tra il boss Domenico Libri e l' imprenditore Matteo Alampi emerge l' interesse delle cosche in ordine alle societa' miste costituite alcuni anni fa dal Comune di Reggio per quanto riguarda la gestione delle discariche. Le cosche, inoltre, avevano puntato i loro interessi su un progetto per la costituzione di una societa', la Ecoservices, del valore di circa dieci miliardi di lire per lo smaltimento del vetro e del cartone. Secondo quanto si e' appreso, delle 33 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip, Anna Maria Arena, ne sono state eseguite, al momento, 30. Tra gli irreperibili ci sono Giuseppe Barilla' ed Andrea Pustorino, legati al boss Pasquale Condello.


* Intermezzo divertente:
Chiarito insomma che gli eventuali rapporti di cui parla l'articolo consistono esclusivamente di attentati e minacce al Sindaco per la sua linea intransigente in materia di appalti, possiamo tranquillamente osservare come il buon Chiocci (il "segugio", tra le altre, dell'interessantissima e decisiva inchiesta sulla casa di Tulliani) sia stato, anche in questo caso, poco fortunato. E' stata depositata poche settimane fa agli atti delle indagini su Bisignani la sua telefonata con la quale riferisce a Sallusti la (falsa) notizia su un'ordinanza pronta per la Santanchè: intercettata per errore, perché Chiocci ha utilizzato un phone-center sottoposto ad intercettazione in un'indagine per droga. Ognuno nasce con una stella :lol:

http://www.ilgiornale.it/interni/il_fin ... comments=1
Di interrogatori ci capisco ben poco a dire il vero.
C'è stato voto di scambio "consapevole", cercato?
Siamo davanti ad un caso assimilabile al pollo avido di Bagnara?
Questo lo stabiliranno le indagini.
E' consuetudine che i vari politici si rivolgano ad imprenditori per chiedere aiuto e sostegno politico per le loro campagne elettorali o in funzione di esse. Se un politico chiama un'amico imprenditore per chiedere lavoro per un proprio conoscente è reato? Se l'imprenditore gli può risolvere il problema è reato? Me lo chiedo perchè mi pare funzioni così di solito.

Ora passiamo al resto 8-) , a parte il fatto che il Giornale ti è indigesto, mi chiarisci questi due punti visto che i fatti di nuova cosenza,al contrario di questi ultimi, li conosciamo tutti e mi pare, tra l'altro, non rivestano o aggiungano nessun interesse all'oggetto del topic:

I rapporti tra l'imprenditore ed il Sindaco c'erano o no?
L'imprenditore si recava presso la sua abitazione per chiedergli "protezione" da interferenze scorrette? Uscito da casa sua andava dal boss al confino in altra città a riferire quanto avvenuto ?

Lo dicono i ROS, non Il Giornale, Sallusti o Chiocci. Lo riportasse Topolino o Tex Willer i contenuti non cambierebbero di una virgola.

Come si devono ritenere questi "fatti"?
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
doddi
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fred2010 ha scritto:

Guarda, indipendentemente da quello che dici, sbagli.
Ma ancora sei in giro a piede libero? :mrgreen:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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nosacciu ha scritto:
Mariotta ha scritto:
doddi ha scritto: Se ne è consapevole non lo merita, se non lo è non vedo il problema, per questo parlo di aria fritta. Flesca non lo conosco proprio, ma sul ruolo di Scopelliti come detto non ci capisco granchè.

Io ho votato Falcomatà e Scopelliti, entrambi hanno avuto esperienze simili, il pranzo in questo caso, frequentazioni dirette anche in casa, nell'altro con tanto di indagini e rinvii a giudizio addirittura, ma se non sanno chi hanno davanti, o meglio se chi hanno davanti risulta essere imprenditore noto e stimato non vedo che tipo di condanna gli si possa affibbiare.

p.s.: con nosacciu ci rinunciu 8-) definitivamente i suoi "quindi" non stanno nè in cielo nè in terra.



l'articolo era centrato su Flesca, penso che il ruolo di Scopelliti qui sia marginale.
A meno che chi sta indagando nn si sia inventato le telefonate non penso che Flesca pensasse di parlare con la Canalis
cara mariotta il riferimento dei miei quindi non era riferito all'articolo in se...
non sono di certo stupido che sfrutto determinati eventi per criticare l'operato di un sindaco...
stavo semplicemente criticando il pensiero di doddi che diceva, per sua stessa ammissione, che determinati articoli sono aria fritta, quasi come se non fosse giusto informare la gente di quanto avviene, salvo sfruttare lui stesso altri determinati avvenimenti per difendere i suoi amici... non mi sono mai permesso, quando determinate indagini o determinati articoli sono stati fatti contro falcomatà a dire che fossero aria fritta, ma semplicemente una condizione "normale" a reggio calabria così come ritengo tale questa...

l'unica osservazione che ho fatto significa semplicemente che di certo se io dico a mio cugino, consigliere regionale e amicissimo di scopelliti, faccio il compleanno e voglio invitare scopelliti perchè figura di spicco, scopelliti ovviamente non ci viene dato che non mi conosce. Quindi e chiaro e lampante che scopelliti dovesse quanto meno sapere questa persona chi fosse...
Guarda nosacciu, per la stessa etimologia del tuo nick, tu manco mi conosci, figurati se puoi conoscere i miei amici.

Di chiaro e lampante, secondo le tue personalissime indagini e altrettanto personali riscontri e deduzioni c'è solo la tua presunzione di svolgere politica attiva solo leggendo qualche articoletto qua e là incanalando la tua rabbia o passione per le cose storte, cosa sempre pregevole ed appreazzabile, quando effettuata però senza occhialini o paraocchi di sorta.

Sul fatto che Scopelliti alla tua festa non ci venga non metterci la mano sul fuoco, perchè i politici le comparsate le fanno eccome, per loro stare in mezzo alla gente è vitale. Anche 5 minuti, se invitato da persona per loro credibile, te li farebbe, come ha sempre fatto.
Pensi basti stare davanti al pc per far politica attiva e fare 70% ?
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
Mariotta
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nosacciu ha scritto:
Mariotta ha scritto:Se ne è consapevole non lo merita, se non lo è non vedo il problema, per questo parlo di aria fritta. Flesca non lo conosco proprio, ma sul ruolo di Scopelliti come detto non ci capisco granchè.

Io ho votato Falcomatà e Scopelliti, entrambi hanno avuto esperienze simili, il pranzo in questo caso, frequentazioni dirette anche in casa, nell'altro con tanto di indagini e rinvii a giudizio addirittura, ma se non sanno chi hanno davanti, o meglio se chi hanno davanti risulta essere imprenditore noto e stimato non vedo che tipo di condanna gli si possa affibbiare.

p.s.: con nosacciu ci rinunciu 8-) definitivamente i suoi "quindi" non stanno nè in cielo nè in terra.



l'articolo era centrato su Flesca, penso che il ruolo di Scopelliti qui sia marginale.
A meno che chi sta indagando nn si sia inventato le telefonate non penso che Flesca pensasse di parlare con la Canalis
cara mariotta il riferimento dei miei quindi non era riferito all'articolo in se...
non sono di certo stupido che sfrutto determinati eventi per criticare l'operato di un sindaco...
stavo semplicemente criticando il pensiero di doddi che diceva, per sua stessa ammissione, che determinati articoli sono aria fritta, quasi come se non fosse giusto informare la gente di quanto avviene, salvo sfruttare lui stesso altri determinati avvenimenti per difendere i suoi amici... non mi sono mai permesso, quando determinate indagini o determinati articoli sono stati fatti contro falcomatà a dire che fossero aria fritta, ma semplicemente una condizione "normale" a reggio calabria così come ritengo tale questa...

l'unica osservazione che ho fatto significa semplicemente che di certo se io dico a mio cugino, consigliere regionale e amicissimo di scopelliti, faccio il compleanno e voglio invitare scopelliti perchè figura di spicco, scopelliti ovviamente non ci viene dato che non mi conosce. Quindi e chiaro e lampante che scopelliti dovesse quanto meno sapere questa persona chi fosse...[/quote]






a NOSACCIU


si ma io con i tuoi quindi non c'entro, e in merito non ho fatto osservazione alcuna se non riferendomi a Scopelliti che, come ben saprai, non rientra nelle mie grazie. Ciò non toglie che se anche sapesse chi fosse la persona che lo avrebbe ospitato, al di là della sua più o meno discutibile limpidezza, questo comunque non costituirebbe reato. Per Flesca è altra storia, come ho spiegato a Doddi sopra...lì i Ros hanno indagato su rapporti finalizzati al voto di scambio e forse ad altro. Ecco, questo, innegabilmente sarebbe reato.
Doddi parla di aria fritta perchè è un inguaribile sostenitore del non sense...inguaribile ed encomiabile quasi. Non so chi lo farebbe al posto suo. L'interrogatorio penso si fondi su un minimo di concretezza indagatoria. Poi qualche esperto potrebbe delucidarci al limite. :salut
Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
fred2010
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doddi ha scritto:
fred2010 ha scritto:

Guarda, indipendentemente da quello che dici, sbagli.
Ma ancora sei in giro a piede libero? :mrgreen:

E tu ancora a trolleggiare sei?
Dici la verità, godi a fare il bastian contrario.
Io non ti biasimo sai, anzi, se non ci fossero persone come te ci si annoierebbe, con chi ce la potremmo prendere sennò?!?!
Il problema più grande è che non sei solo ma a mio parere vi sono, sparpagliate nel forum, un pò troppe "mezze cartucce".
Non vi llargate altrimenti tra non molto non ci basteranno tutte le mani dei forumisti per darvi le sberle (politicamente parlando) che vi meritate!!
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Mariotta ha scritto:




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si ma io con i tuoi quindi non c'entro, e in merito non ho fatto osservazione alcuna se non riferendomi a Scopelliti che, come ben saprai, non rientra nelle mie grazie. Ciò non toglie che se anche sapesse chi fosse la persona che lo avrebbe ospitato, al di là della sua più o meno discutibile limpidezza, questo comunque non costituirebbe reato. Per Flesca è altra storia, come ho spiegato a Doddi sopra...lì i Ros hanno indagato su rapporti finalizzati al voto di scambio e forse ad altro. Ecco, questo, innegabilmente sarebbe reato.
Doddi parla di aria fritta perchè è un inguaribile sostenitore del non sense...inguaribile ed encomiabile quasi. Non so chi lo farebbe al posto suo. L'interrogatorio penso si fondi su un minimo di concretezza indagatoria. Poi qualche esperto potrebbe delucidarci al limite. :salut
Non c'entra il sostegno o lo schieramento, vedo la situazione completamente diversa da quella del bagnaroto. Tutto quà. Non mi pare vi sia voto di scambio da quanto letto, come non penso che fosse noto il fatto che viene contestato ai costruttori ossia la loro appartenenza ad un sodalizio. Lavoravano anche per gli enti pubblici ed erano, presumo, in regola cone le varie certificazioni antimafia. Pensate, eventualmente sarà tutto provato, quanto possano valere quei bollini. Figuriamoci se può metterli un comune mortale che non conosce i soggetti dalla vita apparente ordinaria.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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doddi ha scritto:
Mariotta ha scritto:




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si ma io con i tuoi quindi non c'entro, e in merito non ho fatto osservazione alcuna se non riferendomi a Scopelliti che, come ben saprai, non rientra nelle mie grazie. Ciò non toglie che se anche sapesse chi fosse la persona che lo avrebbe ospitato, al di là della sua più o meno discutibile limpidezza, questo comunque non costituirebbe reato. Per Flesca è altra storia, come ho spiegato a Doddi sopra...lì i Ros hanno indagato su rapporti finalizzati al voto di scambio e forse ad altro. Ecco, questo, innegabilmente sarebbe reato.
Doddi parla di aria fritta perchè è un inguaribile sostenitore del non sense...inguaribile ed encomiabile quasi. Non so chi lo farebbe al posto suo. L'interrogatorio penso si fondi su un minimo di concretezza indagatoria. Poi qualche esperto potrebbe delucidarci al limite. :salut
Non c'entra il sostegno o lo schieramento, vedo la situazione completamente diversa da quella del bagnaroto. Tutto quà. Non mi pare vi sia voto di scambio da quanto letto, come non penso che fosse noto il fatto che viene contestato ai costruttori ossia la loro appartenenza ad un sodalizio. Lavoravano anche per gli enti pubblici ed erano, presumo, in regola cone le varie certificazioni antimafia. Pensate, eventualmente sarà tutto provato, quanto possano valere quei bollini. Figuriamoci se può metterli un comune mortale che non conosce i soggetti dalla vita apparente ordinaria.


Do you know what means the word "prestanome"?
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fred2010 ha scritto:
doddi ha scritto:
fred2010 ha scritto:

Guarda, indipendentemente da quello che dici, sbagli.
Ma ancora sei in giro a piede libero? :mrgreen:

E tu ancora a trolleggiare sei?
Dici la verità, godi a fare il bastian contrario.
Io non ti biasimo sai, anzi, se non ci fossero persone come te ci si annoierebbe, con chi ce la potremmo prendere sennò?!?!
Il problema più grande è che non sei solo ma a mio parere vi sono, sparpagliate nel forum, un pò troppe "mezze cartucce".
Non vi llargate altrimenti tra non molto non ci basteranno tutte le mani dei forumisti per darvi le sberle (politicamente parlando) che vi meritate!!

Egregio guarda che a quanto pare siamo molti di più di quanto tu possa pensare. Non sò se hai avuto modo di leggere i bollettini ufficiali dei risultati elettorali amministrativi della nostra terra negli ultimi anni ... sei, ahimè, una minoranza, solo una minoranza. :okok:
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fred2010 ha scritto:
doddi ha scritto:
Mariotta ha scritto:




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si ma io con i tuoi quindi non c'entro, e in merito non ho fatto osservazione alcuna se non riferendomi a Scopelliti che, come ben saprai, non rientra nelle mie grazie. Ciò non toglie che se anche sapesse chi fosse la persona che lo avrebbe ospitato, al di là della sua più o meno discutibile limpidezza, questo comunque non costituirebbe reato. Per Flesca è altra storia, come ho spiegato a Doddi sopra...lì i Ros hanno indagato su rapporti finalizzati al voto di scambio e forse ad altro. Ecco, questo, innegabilmente sarebbe reato.
Doddi parla di aria fritta perchè è un inguaribile sostenitore del non sense...inguaribile ed encomiabile quasi. Non so chi lo farebbe al posto suo. L'interrogatorio penso si fondi su un minimo di concretezza indagatoria. Poi qualche esperto potrebbe delucidarci al limite. :salut
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Do you know what means the word "prestanome"?

Tu conoscere tutti "prestanome" di tutti "malunome"? ...E mancu u tenenti Colombo, pure fosse :fifi:
Non è chi siti parenti? :o.o:
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fred2010
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Ma ancora sei in giro a piede libero? :mrgreen:[/quote]


E tu ancora a trolleggiare sei?
Dici la verità, godi a fare il bastian contrario.
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Il problema più grande è che non sei solo ma a mio parere vi sono, sparpagliate nel forum, un pò troppe "mezze cartucce".
Non vi llargate altrimenti tra non molto non ci basteranno tutte le mani dei forumisti per darvi le sberle (politicamente parlando) che vi meritate!![/quote]


Egregio guarda che a quanto pare siamo molti di più di quanto tu possa pensare. Non sò se hai avuto modo di leggere i bollettini ufficiali dei risultati elettorali amministrativi della nostra terra negli ultimi anni ... sei, ahimè, una minoranza, solo una minoranza. :okok:[/quote]

Ti consiglierei un buon optometrista, ma cammini per strada o come qualche illuminato, lieviti con i para occhi?
La nostra terra sta andando affanculo proprio perchè ad oggi ci state governando voi destroidiaffaristifancazzisticciofanimodellati.
Mariotta
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doddi ha scritto:
Mariotta ha scritto:




a NOSACCIU


si ma io con i tuoi quindi non c'entro, e in merito non ho fatto osservazione alcuna se non riferendomi a Scopelliti che, come ben saprai, non rientra nelle mie grazie. Ciò non toglie che se anche sapesse chi fosse la persona che lo avrebbe ospitato, al di là della sua più o meno discutibile limpidezza, questo comunque non costituirebbe reato. Per Flesca è altra storia, come ho spiegato a Doddi sopra...lì i Ros hanno indagato su rapporti finalizzati al voto di scambio e forse ad altro. Ecco, questo, innegabilmente sarebbe reato.
Doddi parla di aria fritta perchè è un inguaribile sostenitore del non sense...inguaribile ed encomiabile quasi. Non so chi lo farebbe al posto suo. L'interrogatorio penso si fondi su un minimo di concretezza indagatoria. Poi qualche esperto potrebbe delucidarci al limite. :salut
Non c'entra il sostegno o lo schieramento, vedo la situazione completamente diversa da quella del bagnaroto. Tutto quà. Non mi pare vi sia voto di scambio da quanto letto, come non penso che fosse noto il fatto che viene contestato ai costruttori ossia la loro appartenenza ad un sodalizio. Lavoravano anche per gli enti pubblici ed erano, presumo, in regola cone le varie certificazioni antimafia. Pensate, eventualmente sarà tutto provato, quanto possano valere quei bollini. Figuriamoci se può metterli un comune mortale che non conosce i soggetti dalla vita apparente ordinaria.


si, ma, tu hai letto una serie di non ricordo in risposta ad una raffica di domande del procuratore che -penso- siano fondate su riscontri oggettivi. Dopo la memoria difensiva si vedrà se ci sarà l'accusa per il reato in oggetto. Se poi si dovesse accertare l'affaire moglie/Reges lì non so cosa si paventerebbe penalmente parlando.
Sui costruttori non so davvero, ma penso che la procura sappia più di me.
Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
fred2010
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a NOSACCIU





Do you know what means the word "prestanome"?[/quote]


Tu conoscere tutti "prestanome" di tutti "malunome"? ...E mancu u tenenti Colombo, pure fosse :fifi:
Non è chi siti parenti? :o.o:[/quote][/quote]

Ergo per te non vi è un appalto in cui la ndrangheta sia entrata tra tutti i lavori del modello Reggio che il Dj ha commissionato in questi anni?
Vabbè non sapere come sia il certificato antimafia di un appaltatore (o meglio presumere che sia pulito) ma andare alle nozze d'oro dei suoi genitori, non ti sembra una mossa da Alice nel Paese delle Meraviglie?
EEEEEEHHhhhh mbuccalapuni!!
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Regmi
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Adesso tira fuori la migliore legna e il mestolo delle grandi occasioni

...Non è che per caso ti necessita un pochetto d'aiuto Doddi? :bash:
La speranza appartiene ai figli.
Noi adulti abbiamo già sperato e quasi sempre perso.
doddi
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fred2010 ha scritto: Ti consiglierei un buon optometrista, ma cammini per strada o come qualche illuminato, lieviti con i para occhi?
La nostra terra sta andando affanculo proprio perchè ad oggi ci state governando voi destroidiaffaristifancazzisticciofanimodellati.
Breve Ot di commiato :sad:

DEsumo e concludo, vista la tua solita verve nobiliare oxfordiana, che puoi tranquillamente andare :mrgreen: ... in ignore (*), nel solito bumbulo che ti ha ospitato fino a qualche giorno fà, dopo questa fase di gloria che ti è stata gentilmente e generosamente concessa :ciau: :peto:

* ignore: qualunque scriverai sarò impossibilitato, da questa crudele tecnologia, a leggerla - click- :rotflmao:
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
doddi
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Mariotta ha scritto:
doddi ha scritto:
Mariotta ha scritto:




a NOSACCIU


si ma io con i tuoi quindi non c'entro, e in merito non ho fatto osservazione alcuna se non riferendomi a Scopelliti che, come ben saprai, non rientra nelle mie grazie. Ciò non toglie che se anche sapesse chi fosse la persona che lo avrebbe ospitato, al di là della sua più o meno discutibile limpidezza, questo comunque non costituirebbe reato. Per Flesca è altra storia, come ho spiegato a Doddi sopra...lì i Ros hanno indagato su rapporti finalizzati al voto di scambio e forse ad altro. Ecco, questo, innegabilmente sarebbe reato.
Doddi parla di aria fritta perchè è un inguaribile sostenitore del non sense...inguaribile ed encomiabile quasi. Non so chi lo farebbe al posto suo. L'interrogatorio penso si fondi su un minimo di concretezza indagatoria. Poi qualche esperto potrebbe delucidarci al limite. :salut
Non c'entra il sostegno o lo schieramento, vedo la situazione completamente diversa da quella del bagnaroto. Tutto quà. Non mi pare vi sia voto di scambio da quanto letto, come non penso che fosse noto il fatto che viene contestato ai costruttori ossia la loro appartenenza ad un sodalizio. Lavoravano anche per gli enti pubblici ed erano, presumo, in regola cone le varie certificazioni antimafia. Pensate, eventualmente sarà tutto provato, quanto possano valere quei bollini. Figuriamoci se può metterli un comune mortale che non conosce i soggetti dalla vita apparente ordinaria.


si, ma, tu hai letto una serie di non ricordo in risposta ad una raffica di domande del procuratore che -penso- siano fondate su riscontri oggettivi. Dopo la memoria difensiva si vedrà se ci sarà l'accusa per il reato in oggetto. Se poi si dovesse accertare l'affaire moglie/Reges lì non so cosa si paventerebbe penalmente parlando.
Sui costruttori non so davvero, ma penso che la procura sappia più di me.
Io ho solo detto che la situazione non mi pare così netta, con riscontri oggettivi, come quella del Pelle. Il resto, che tu dici, mi pare di averlo messo in conto nel lavoro della magistratura, ma ad ora tutto potrebbe essere. Tutto qua.
Ed il giacobinismo potrebbe fuorviarci in giudizi affrettati in questa sede preliminare delle indagini e della fase processuale.
Ma ad oggi, curiosità :wink , questo Flesca è già accusato di qualcosa, era tra i fermati ?
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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