Sansonetti lascia Calabria Ora...

Notizie dal mondo e dalla città: curiosità, fatti, cronaca...

Moderatori: NinoMed, Bud, Lilleuro

Rispondi
Ale85
Forumino Scelto
Forumino Scelto
Messaggi: 501
Iscritto il: 15/05/2011, 18:33

Sansonetti divorzia da “l’Ora”: arriva Luciano Regolo

di redazione - 22 dicembre 2013

Dopo quasi tre anni e cinque mesi, si chiude l’esperienza di Piero Sansonetti alla guida di “Calabria Ora” che, dal 5 agosto scorso, ha cambiato testata ne “l’Ora della Calabria”.
Un addio amaro e travagliato, quello dell’ex direttore di “Liberazione” e condirettore de “l’Unità” che passa il testimone ad un altro navigato direttore: Luciano Regolo, 47 anni, nato a Catanzaro, ma con una grande esperienza maturata fuori regione in testate come “la Repubblica”, “Oggi”, “A” e “Chi”, che l’hanno lanciato alla direzione di “Novella Duemila”, “Eva 3000” e “Vip”.
Nelle ultime settimane i rapporti tra l’editore Alfredo Citrigno e il direttore Piero Sansonetti si erano inaspriti per via delle divergenti posizioni sul futuro del giornale, che, a giudizio del primo, per non chiudere deve rivedere i costi di produzione e del personale, mentre per il secondo – che aveva presentato un apposito piano editoriale – non può rinunciare al proprio organico. Posizioni che avevano spinto, addirittura, Sansonetti ad avanzare una proposta di acquisizione del giornale.
Il 6 dicembre scorso, a Cosenza, l’editore Alfredo Citrigno aveva, infatti, incontrato, alla presenza del direttore Piero Sansonetti, il Comitato di redazione ed il vicesegretario nazionale Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, annunciando “la necessità di ridurre i costi per non rischiare il tracollo”.
Un incontro che aveva prontamente registrato la disponibilità di Sansonetti a rilevare la testata e partire con una nuova avventura che avrebbe assicurato “il coinvolgimento del maggior numero di giornalisti possibile”. Posizione, questa, non gradita da Alfredo Citrigno, il quale aveva ribattuto che sarebbe stato disposto a cedere la testata “a costo zero” a patto che Sansonetti si facesse carico del pagamento del Tfr ai dipendenti, pari a circa 130mila euro e mantenesse gli attuali livelli occupazionali.
“In caso di riduzione di organico – è la tesi di Alfredo Citrigno – preferisco assumermene direttamente la responsabilità tenendomi il giornale”. Nelle ultime 48 ore, invece, al termine di una concitata riunione convocata dall’editore, le posizioni si sono definitivamente incrinate per via di una lettera con la quale due dei quattro soci indicati come possibili acquirenti della testata hanno smentito il loro interessamento alla trattativa. Un evento che ha ha reso insanabile un clima già abbondantemente avvelenato.
Sulla vicenda, il vicesegretario della Fnsi, Carlo Parisi, nel formulare il più sincero augurio di buon lavoro al nuovo direttore Luciano Regolo, intende rivolgere un altrettanto sincero ringraziamento a Piero Sansonetti, “soprattutto per l’assoluta correttezza delle relazioni sindacali che, in questi quasi tre anni e mezzo, sono state sempre improntate nel reciproco rispetto dei ruoli e delle posizioni”.
“A Luciano Regolo e, sopratutto, ad Alfredo Citrigno – sottolinea Carlo Parisi – il rinnovato appello a non commettere il grave errore di affidarsi alla mera politica dei tagli per tenere a galla un giornale che, lo scorso anno, ha dovuto ricorrere agli ammortizzatori sociali (pagati esclusivamente dall’Inpgi, ovvero con i contributi versati dagli stessi giornalisti) con un contratto di solidarietà al 40 percento.
E’, infatti, soprattutto in periodi di crisi – aggiunge il vicesegretario Fnsi – che bisogna investire nella qualità dell’informazione che non può prescindere da un elevato livello di preparazione professionale e non può, quindi, essere il frutto di prestazioni occasionali mal pagate o non pagate, ma viene garantita dalla stabilità del rapporto di lavoro. Se si è editori veri o, quantomeno, ci si vuole sforzare di esserlo”.
“Il sindacato dei giornalisti – conclude Carlo Parisi – è sempre al fianco dei colleghi e del Cdr e mantiene viva la preoccupazione sul ventilato progetto di ristrutturazione aziendale prospettato dall’editore. Non è con la mera riduzione delle spese, soprattutto del costo del lavoro, che si può pensare di garantire la sopravvivenza di un prodotto editoriale. Bisogna, infatti, pensare ad un preciso e mirato progetto di investimenti finalizzati al rilancio della testata. Rilancio – taglia corto Carlo Parisi – che, nel caso specifico, passa in via preliminare dalla salvaguardia del posto di lavoro dei tanti giornalisti che, nel tempo e a costo di numerosi sacrifici, hanno contribuito fattivamente alla causa di questo giornale”.
Piero Sansonetti, 62 anni, aveva assunto la direzione di “Calabria Ora” il 25 luglio 2010 dopo la brevissima parentesi di Fausto Aquino (21 – 24 luglio 2010), seguita alle burrascose dimissioni di Paolo Pollichieni (9 aprile 2007 – 20 luglio 2010) che, a sua volta, aveva preso il posto del primo direttore, Paride Leporace (14 marzo 2006 – 8 aprile 2007) del giornale fondato da Fausto Aquino (che successivamente è completamente uscito dalla proprietà) e Piero Citrigno che, da qualche anno, l’ha affidato al figlio Alfredo. Al suo debutto, Sansonetti aveva annunciato di voler “fare un giornale, con la mia redazione, che non abbia paura di nessuno, che dica la verità e che non abbia padroni. Se ci riesco o no, lo vedremo nei prossimi mesi”.
Sceso dal treno, Piero Sansonetti non nasconde la sua amara conclusione a Giornalisti Calabria: “Considero un fallimento totale questa mia esperienza e mi pento di non essermi incazzato prima. Per incidere sulla società calabrese che ha tanto bisogno di informazione libera e di qualità; per garantire maggiore autonomia ai giornalisti che lavorano in condizioni estreme. Rivendico, però, a testa alta la mia totale opposizione alla richiesta di ridurre drasticamente il numero dei giornalisti”.
Alle 11.23 di oggi, l’editore Alfredo Citrigno ha comunicato ufficialmente la nomina del nuovo direttore. Ai sensi del contratto nazionale di lavoro giornalistico Fieg-Fnsi, Luciano Regolo, almeno 24 ore prima dell’assunzione della carica, dovrà illustrare all’assemblea dei redattori il programma politico-editoriale concordato con la proprietà, con particolare riguardo alla linea politica, all’organizzazione e allo sviluppo del giornale, sottoponendolo al voto di fiducia dei redattori.

(fonte http://www.giornalisticalabria.it)

da http://www.cmnews.it/notizie/calabria/r ... no-regolo/
Ale85
Forumino Scelto
Forumino Scelto
Messaggi: 501
Iscritto il: 15/05/2011, 18:33

Intanto Lamberti Castronuovo offre a Sansonetti la direzione di ReggioTv...

http://i.imgur.com/No7iH5N.jpg

https://www.facebook.com/eduardo.l.cast ... ed_comment
Ale85
Forumino Scelto
Forumino Scelto
Messaggi: 501
Iscritto il: 15/05/2011, 18:33

Piero Sansonetti: “l’Ora, fallimento di un’esperienza”



Written By Luigi Palamara on domenica 22 dicembre 2013 | 20:21


Editoriale di addio con saluto speciale a Bozzo: "Non lo abbiamo capito e aiutato, abbiamo commesso delle ingiustizie"

Piero Sansonetti: "l'Ora, fallimento di un'esperienza"




RENDE (Cosenza) – Lascio la direzione di questo giornale, per via di alcuni dissensi con la proprietà. Mi era stato chiesto di preparare un piano di ristrutturazione che prevedesse un fortissimo taglio del personale e io mi sono rifiutato. Ho messo a punto un piano alternativo, che consentiva risparmi molto forti senza sacrificare il personale. Il mio piano è stato approvato all'unanimità dall'assemblea ma all'editore non è piaciuto. Non lo ha considerato sufficiente. E così, dopo travagliate discussioni e tentativi di trovare vie d'uscita, l'altra sera siamo arrivati alla decisione dell'editore di respingere il mio piano, procedere al mio licenziamento e nominare un nuovo direttore.

Il motivo per il quale mi sono opposto ai tagli del personale non credo di doverlo spiegare a voi. Se in questi tre anni avete letto qualche mio articolo conoscete la mia posizione si questi problemi. La lotta contro i licenziamenti, contro il dilagare del lavoro precario, contro lo sfruttamento, è stata sempre una mia idea fissa. Tra qualche riga proverò a dirlo meglio, ma già lo ho scritto spesso: considero l'assenza di "Diritto nel lavoro" il problema principale di questa regione. Penso che è lì che avvengono le sopraffazioni maggiori. E addirittura penso che l'assenza del diritto sia un male più grande ancora della 'ndrangheta e della criminalità organizzata.




Fallimento

Me ne vado da qui, e torno a Roma, con una grande amarezza e con la convinzione di avere fallito. Sia chiaro: non do la colpa a nessuno. E' una vecchia abitudine, quando si va a sbattere contro un muro e ci si fa male, quella di strepitare: "è colpa sua, è colpa sua". E' semplice: se sono andato a sbattere vuol dire che guidavo male.

Volevo fare un giornale che desse una scossa vera all'intellettualità e alla classe dirigente calabrese. E che fosse un giornale davvero popolare, cioè vicino al popolo, ai suoi bisogni, capace di difenderlo senza assecondare le pulsioni populiste e qualunquiste. So benissimo di non esserci riuscito. E di avere dato poco a questa regione della quale – questo ve lo giuro – in questi anni mi sono perdutamente innamorato. Per questo sento l'angoscia di essere cacciato dalla Calabria.

Quando si prende atto di un fallimento – netto, chiaro, indiscutibile, come è stato il mio – bisognerebbe avere la lucidità per capirne le cause, e dirle. Purtroppo non ho questa lucidità, o ancora non la ho. So di avere accettato troppi compromessi, perché pensavo di essere così forte e bravo da potere guidare io i compromessi, e di poterli utilizzare, e di sapere ricondurre tutto al mio disegno. Che sciocchezza! Non ci sono riuscito mai. E quando ho deciso di non fare più compromessi, ed ero ancora convinto di essere così forte da poter sconfiggere qualsiasi nemico, mi hanno stritolato in un tempo brevissimo.




La Calabria

Ma siccome la presunzione è una malattia inguaribile, resto presuntuoso, e prima di andarmene voglio dirvi cosa credo di avere capito di questa regione. Di solito, se si parla della Calabria, si dice che il suo problema è l'illegalità. Io non ho mai creduto al valore della legalità, anzi, disprezzo la legalità. Credo a un principio molto diverso: quello del Diritto e dei Diritti. La legalità può essere ingiusta, può essere oppressiva, può essere conformista, bigotta, vetusta, persecutoria, conservatrice – anzi: è sempre conservatrice – e non è affatto detto che sia garanzia dei diritti. La legalità è il contrario della ribellione. Non mi è mai piaciuta. Il Diritto è un'altra cosa: il diritto – e i diritti – sono quei grandi valori della civiltà, in continua evoluzione, che si oppongono alla sopraffazione, al dominio, e tendono ad affermare l'uguaglianza delle donne e degli uomini e la primazia della loro dignità rispetto agli interessi dell'economia e del potere. Il Diritto tende all'ugualianza. Ed è il contrario del Potere.




Quando si dice che il problema della Calabria è la legalità si cerca di irrobustire quel vecchio pregiudizio del Nord, secondo il quale la questione meridionale è una questione criminale. E così è facile trovare la soluzione: più polizia, più giudici, più manette, un po' di esercito e un po' di razzismo sano e moderno, alimentato dalla buona stampa nazionale. Io invece penso che il problema all'ordine del giorno sia il Diritto, soprattutto il Diritto della Calabria nei confronti del Nord. E' il Nord che da decenni viola i diritti fondamentali della Calabria. Prima di tutto il diritto del popolo calabrese ad essere popolo calabrese. Quello che solitamente viene chiamato il fenomeno dell'emigrazione – ma che io preferisco chiamare "la deportazione" – e cioè il trasferimento al Nord di milioni di calabresi, sottomessi e spinti a lavorare per il miracolo economico lombardo, o piemontese, o ligure o romano – è uno dei più grandi atti di sopraffazione di massa compiuti sotto l'occhio benevolo della Repubblica italiana. E' un delitto. E non ha trovato opposizione. Neppure la sinistra, nel dopoguerra, si è mai fatta carico di questa gigantesca ingiustizia. Perché? Perché purtroppo, in Italia, anche la sinistra è settentrionale. La Calabria – nonostante grandi personaggi politici isolati, come Sullo, o Mancini, o Misasi – non ha mai avuto una sinistra. Così come tutto il Mezzogiorno d'Italia.




Nasce da qui, esattamente da qui, la consuetudine di cancellare il Diritto della Calabria, e in particolare il Diritto del lavoro. Mi piacerebbe raccontare qualcosa di scandaloso ai miei amici e compagni di Roma e del Nord, compresa Susanna Camusso, il capo del sindacato che recentemente è scesa qui da noi e ha anche detto cose sagge, perché sicuramente è una persona seria. Cara Camusso, lo sai quanto paga la 'ndrangheta un picciotto? Mille euro al mese. E sai quanto guadagna un coetaneo del picciotto che lavora legalmente a tempo pieno in un call center, o in campagna, o anche in ufficio e persino in un giornale, come giornalista? E' facile che guadagni meno della metà. Qui ho imparato che un trentenne con uno stipendio di sette o ottocento euro si considera fortunato. Camusso, pensi che in queste condizioni ci sia da stupirsi se la 'ndrangheta prospera? E pensi che aumentando il numero dei poliziotti e dei giudici – ottime e spesso eroiche persone – le cose possano migliorare? Mi piacerebbe davvero, Camusso, conoscere la tua risposta, perché non sono domande retoriche, né polemiche, però sento che sono domande drammatiche e penso che sia giusto porle.

Quando sono sceso a Cosenza, da Roma, e ho preso la direzione di Calabria Ora, ho scritto un editoriale nel quale dicevo essenzialmente una cosa: qui manca la classe dirigente. La Calabria ha bisogno di una classe dirigente che sappia rappresentare il popolo, sbattere i pugni sul tavolo a Roma e assumersi finalmente la responsabilità dell'affermazione dei diritti. Dopo tre anni confermo quelle cose, con l'angoscia di chi sa di non essere riuscito a smuovere nemmeno uno stecchetto di paglia per cambiarle. Vedete, io penso che la Calabria soffra dell'assenza delle classi sociali che hanno costruito l'Italia: la borghesia e la classe operaia. Qui non c'è borghesia: c'è il padronato. E non c'è classe operaia: c'è un popolo sconfitto, sfregiato, deportato, oppresso, e che non riesce ad uscire dalla rassegnazione. Sì: il "padronato", proprio con quell'accezione assolutamente negativa della parola che usavamo noi ragazzi degli anni settanta. Un padronato che considera il proprio borsellino come un Dio, e tratta gli esseri umani come cose, accidenti, strumenti, "rifiuti". Già lo ha detto il papa, ha usato, indignato questa parola: "rifiuti". Per una volta fatelo scrivere anche a me, ateo e anticlericale: viva il papa.




I giudici

Prima di tornarmene a Roma devo dire qualcosa sui giudici. Perché in questi anni sono stati un mio bersaglio fisso. In realtà ho grande stima per quasi tutti gli investigatori calabresi, credo però che il compito di un giornale sia quello di mettere sempre sotto controllo e sotto accusa il potere. E io sono persuaso che oggi in Italia – ma soprattutto in Calabria – il potere dei magistrati sia – insieme al potere economico e padronale – di gran lunga il potere più forte. Per questo io considero il garantismo un valore assoluto, da difendere coi denti, come caposaldo della civiltà. Oggi il garantismo è pesantemente messo in discussione – anzi sconfitto – dal dilagare, nell'opinione pubblica, di un feroce giustizialismo. Talvolta ispirato dai più tradizionali principi reazionari, talvolta da forti spinte etiche. Recentemente ne ho discusso, in un dibattito a Gerace, in Aspromonte, col Procuratore di Reggio, Federico Cafiero De Raho. Lui, a un certo punto della discussione, ha sostenuto che la giustizia serve ai deboli, perché i forti non ne hanno bisogno. Io gli ho risposto che apprezzo la sua spinta etica, ma che giustizia ed etica non devono mai coincidere, perché il male dei mali è lo Stato etico, che può essere solo autoritario e fondamentalista. Come fu lo stato fascista, come furono gli stati comunisti. Devo dire, onestamente, che lui – Cafiero – poi ha precisato meglio il suo parere, e che io ho apprezzato moltissimo la sua capacità di discutere – e ci siamo detti che avremmo proseguito la discussione in altra sede, e invece, con dispiacere, dovrò disdire l'appuntamento – ma in me resta questo grande timore: per i giudici – capaci, onesti – che pensano di svolgere una missione. Non è così, fare il magistrato è un mestiere, non una missione assegnata da Dio! E il prevalere di una concezione giudiziaria della vita pubblica non può che nuocere alla Calabria, ne sono convintissimo.




Gli Editori

Ho lavorato per tre anni e mezzo con i miei editori, la famiglia Citrigno, e spesso mi è capitato di difendere uno di loro, Piero, dagli attacchi della magistratura che ho sempre considerato come un vero e proprio accanimento. Non è che ora, perché mi hanno licenziato, cambio la mia posizione. Ho conosciuto molto bene Piero Citrigno e credo di avere capito i suoi pregi, molti, e suoi difetti, moltissimi (e gli confermo simpatia e affetto). Il suo difetto principale è uno solo: è un padrone. Qui in Calabria ho conosciuto più da vicino il capitalismo: è una brutta bestia. Alla famiglia Citrigno lancio solo un appello: ci ripensi e ritiri la proposta di licenziamenti di massa. Spero – spero davvero – che mi darà retta.




Ringraziamenti

Ringrazio soprattutto i lettori. I tanti che ci sono stati vicini in questi anni. Ci hanno dato forza, convinzione, tranquillità. Mi dispiace moltissimo lasciarli. Mi ci trovavo proprio bene. Poi ringrazio tutti i giornalisti e i poligrafici, e i tecnici del giornale, una grande squadra, davvero. Che può avere un gran futuro. In particolare, ovviamente, ringrazio il mio caro amico vicedirettore, Davide Varì. Non faccio altri nomi (potrei, forse e mio malgrado, danneggiarli…). Ringrazio anche i giornalisti che in questi anni hanno lasciato il giornale, per tante ragioni, qualcuno polemicamente, anche con me: non escludo di avere avuto qualche colpa per il loro allontanamento.

E infine vorrei ringraziare – quasi fossi una persona perbene… – le autorità. Però c'è una sola autorità che ringrazio davvero. Lontanissima, da me e dalla mia cultura. Ma è l'unica che ho trovato veramente al fianco del popolo della Calabria, e quando è stato necessario anche al fianco del giornale: l'autorità ecclesiastica. E in particolare ringrazio due persone stupende: il vescovo Nunnari e il vescovo Morosini (anche gli altri, per carità, non si offendano: ma ci siamo conosciuti poco).




Un saluto speciale

E' chiaro che un saluto speciale lo rivolgo ad Alessandro Bozzo, ragazzo splendido, giornalista bravissimo, morto suicida poco meno di un anno fa. Lo ho scritto altre volte: nessuno sa spiegare un gesto così tragico e grandioso, come un suicidio. Ma tutti coloro che hanno vissuto accanto a lui, ed io per primo, si sentono in qualche modo responsabili: non lo abbiamo capito, non lo abbiamo aiutato, abbiamo commesso delle ingiustizie. E' così.

Arrivederci. Auguri a tutti, e soprattutto al mio successore Luciano Regolo. Non lo conosco personalmente. Mi dicono che sia un grande esperto di famiglie reali. Beh, qui in Calabria è pieno di famiglie reali: spero che troverà il modo per non farsi affascinare da loro e per tenerle a distanza. (l'Ora della Calabria)



--

Luigi Palamara


da http://www.mnews.it/2013/12/piero-sanso ... to-di.html
Avatar utente
onlyamaranto
Ehi cosa bella!
Ehi cosa bella!
Messaggi: 5057
Iscritto il: 12/05/2011, 8:43

Sì però, se mi posso permettere, mettere nei topic interi articoli (o tramite link, è la stessa cosa) alla fine diventa pesante, gli articoli si possono leggere per intero sui vari siti di informazione, non è necessario riportarli per intero qui;
qui sul forum, a mio parere, molto meglio, molto più discorsivo e leggibile, e soprattutto molto più interessante ai fini della discussione, è mettere solo piccole parti di un articolo, quelle sulle quali si vuole focalizzare l'attenzione, ed esprimere la propria opinione, altrimenti, sempre a mio parere, il tutto diventa poco interessante.
:wink

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
Avatar utente
onlyamaranto
Ehi cosa bella!
Ehi cosa bella!
Messaggi: 5057
Iscritto il: 12/05/2011, 8:43

Tornando IT, su Sansonetti, devo dire che il suo licenziamento lo considero una perdita per il giornalismo in Calabria;
soprattutto mi piaceva molto quel suo ricondurre tutti i problemi della Calabria a quello che lui indica, giustamente, come il problema dei problemi, il diritto al lavoro, che qui da noi viene quotidianamente calpestato e offeso.
Tutti i mali della Calabria e del Sud vengono da qui, sono totalmente d'accordo con lui.

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
Avatar utente
Guitin
Forumino Praticante
Forumino Praticante
Messaggi: 254
Iscritto il: 11/05/2011, 15:10
Località: nuvola

onlyamaranto ha scritto:Tornando IT, su Sansonetti, devo dire che il suo licenziamento lo considero una perdita per il giornalismo in Calabria;
soprattutto mi piaceva molto quel suo ricondurre tutti i problemi della Calabria a quello che lui indica, giustamente, come il problema dei problemi, il diritto al lavoro, che qui da noi viene quotidianamente calpestato e offeso.
Tutti i mali della Calabria e del Sud vengono da qui, sono totalmente d'accordo con lui.
:salut :salut :salut
Sogno, qualcosa di buono
che mi illumini il mondo
buono come te…
Che ho bisogno, di qualcosa di vero
che illumini il cielo
proprio come te!!!
Avatar utente
grilloparlanterc
Forumino Scelto
Forumino Scelto
Messaggi: 792
Iscritto il: 12/05/2011, 9:38

polimeni parlava se non erro di 200.000 euro l'anno per il sig. sansonetti
un pò tantino per un comunista
peccato che si sia accorto ora dopo più anni che non c'è niente da fare in calabria
di solito ce ne si accorge subito
ma forse i 200.000 euro annui (se è vera la cifra) non erano niente male
una domanda: sempre se la cifra è vera...non poteva prendere che so 1.000 al mese e dare i restanti divisi tra i licenziati così da reintegrarli ?
GRAZIE V.E. SECONDO .GRAZIE PER AVERCI LIBERATO DAI CRIMINALI BORBONI ASSIEME AI BRIGANTI LORO ALLEATI.GRAZIE PER AVERCI RIDATO LA LIBERTA' ED AVERCI FATTO RIENTRARE TRA I POPOLI "EUROPEI".NO ALLE TRE DITTATURE BORBONICA-NAZISTA -FASCISTA!
Avatar utente
Falko
Forumino Scelto
Forumino Scelto
Messaggi: 682
Iscritto il: 11/05/2011, 14:57

grilloparlanterc ha scritto: ..una domanda: sempre se la cifra è vera...non poteva prendere che so 1.000 al mese e dare i restanti divisi tra i licenziati così da reintegrarli ?
Viri che è comunista..mica è stortu...
Se il destino mi è avverso, peggio per lui!!!

http://www.youtube.com/watch?v=06hr11IO" onclick="window.open(this.href);return false; ... dded#at=13

"La mia rielezione sarebbe al limite del ridicolo" Giorgio Napolitano 14/4/2013
Avatar utente
pab397
Forumino Malato
Forumino Malato
Messaggi: 1151
Iscritto il: 26/05/2011, 22:06

grilloparlanterc ha scritto:polimeni parlava se non erro di 200.000 euro l'anno per il sig. sansonetti
un pò tantino per un comunista
peccato che si sia accorto ora dopo più anni che non c'è niente da fare in calabria
di solito ce ne si accorge subito
ma forse i 200.000 euro annui (se è vera la cifra) non erano niente male
una domanda: sempre se la cifra è vera...non poteva prendere che so 1.000 al mese e dare i restanti divisi tra i licenziati così da reintegrarli ?
Sansonetti comunista?!?!? :oo:
:lol:
Comunque interessante e orginale la teoria che un comunista non dovrebbe guadagnare più di 1000 euro al mese. Me la devo segnare ''sta cosa.
Immagine

sono talmente comunista che da bambino mi mangiavo da solo
Avatar utente
grilloparlanterc
Forumino Scelto
Forumino Scelto
Messaggi: 792
Iscritto il: 12/05/2011, 9:38

pab397 ha scritto:
grilloparlanterc ha scritto:polimeni parlava se non erro di 200.000 euro l'anno per il sig. sansonetti
un pò tantino per un comunista
peccato che si sia accorto ora dopo più anni che non c'è niente da fare in calabria
di solito ce ne si accorge subito
ma forse i 200.000 euro annui (se è vera la cifra) non erano niente male
una domanda: sempre se la cifra è vera...non poteva prendere che so 1.000 al mese e dare i restanti divisi tra i licenziati così da reintegrarli ?
Sansonetti comunista?!?!? :oo:
:lol:
Comunque interessante e orginale la teoria che un comunista non dovrebbe guadagnare più di 1000 euro al mese. Me la devo segnare ''sta cosa.
beh la coerenza....tutti uguali no?
GRAZIE V.E. SECONDO .GRAZIE PER AVERCI LIBERATO DAI CRIMINALI BORBONI ASSIEME AI BRIGANTI LORO ALLEATI.GRAZIE PER AVERCI RIDATO LA LIBERTA' ED AVERCI FATTO RIENTRARE TRA I POPOLI "EUROPEI".NO ALLE TRE DITTATURE BORBONICA-NAZISTA -FASCISTA!
suonatore Jones

tranquilli tutti, ha chiuso:

http://www.soveratiamo.com/cronaca/rest ... blicazioni

COSENZA - "L'Ora della Calabria", quotidiano calabrese, edito da Alfredo Citrigno, ha annunciato, quest'oggi, proprio attraverso le sue "colonne", la sospensione della pubblicazione del giornale. Queste le dichiarazioni di Citrigno "I recenti infausti accadimenti, per molti aspetti inimmaginabili ed inaspettati che hanno interessato il mio gruppo, non mi consentono di continuare l'attività intrapresa da qualche anno in ambito regionale". Il lavoro redazionale dovrebbe proseguire per espressa volontà della stessa redazione, ma tutto dipenderà anche dallo stampatore De Rosa, e dalla sua volontà di continuare a mandare in rotativa il quotidiano. Ricordiamo che negli ultimi tempi "L'Ora della Calabria" è stata al centro delle cronache, dopo la telefonata registrata (leggi) e riferita al blocco dell'uscita del giornale, che poi comunque ci fu, relativamente alle pressioni effettuate per non pubblicare le notizie sull'indagine a carico del figlio del senatore Antonio Gentile.

ma sul forum si è discusso delle minacce subite per non fare uscire il giornale?
reggina D-I
Forumino Malatissimo
Forumino Malatissimo
Messaggi: 1566
Iscritto il: 11/05/2011, 14:58

pab397 ha scritto:
grilloparlanterc ha scritto:polimeni parlava se non erro di 200.000 euro l'anno per il sig. sansonetti
un pò tantino per un comunista
peccato che si sia accorto ora dopo più anni che non c'è niente da fare in calabria
di solito ce ne si accorge subito
ma forse i 200.000 euro annui (se è vera la cifra) non erano niente male
una domanda: sempre se la cifra è vera...non poteva prendere che so 1.000 al mese e dare i restanti divisi tra i licenziati così da reintegrarli ?
Sansonetti comunista?!?!? :oo:
:lol:
Comunque interessante e orginale la teoria che un comunista non dovrebbe guadagnare più di 1000 euro al mese. Me la devo segnare ''sta cosa.

Purtroppo è così: Piero Sansonetti era un comunista e diriggeva Liberazione, il giornale di RC... però molti "veri comunisti" hanno pensato che era meglio cambiare e modernizzarsi un po'... (ad esempio Ferrara, Liguori, tutto il PD ovviamente, Pansa e... anche Sansonetti)
Uno solo ho visto in vita mia che MAI, non quasi mai ma proprio MAI, capisce ciò che legge! Il vero guaio per lui, spettacolo per gli altri, è che poi scrive e a tutti si mostra nella tragica evidenza!!! :PPP
Rispondi