Il bergamotto
Inviato: 27/11/2013, 9:57
E' successo nel silenzio generale un episodio assurdo, che la bravissima Manuela Iatì (su Strill) ha sùbito notato e stigmatizzato;
nel corso di un programma sulla Rai, è stato detto che il bergamotto è prodotto in Cina e ADESSO viene coltivato ANCHE in una piccola parte della Calabria!!!
Una disinformazione pazzesca, e la dimostrazione, come dice sempre giustamente la Iatì, che convegni stupidi e inutili di tutte le specie non hanno prodotto alcun risultato, visto che sempre più giardini coltivati a bergamotti vengono distrutti per fare posto a palazzi.
Il sostentamento al cosiddetto oro verde è sempre più una farsa! e una passerella per i politici nostrani che fingono di interessarsi al bergamotto e vogliono solo fare bella figura!
"Riceviamo, da Manuela Iatì*, e volentieri pubblichiamo - Buongiorno Direttore,
ti scrivo per mettere a conoscenza te e il nostro territorio di un episodio - piccolo, ma credo molto significativo - andato in onda sulla Tv di Stato, che ci ha riguardato direttamente e che mi ha molto colpito.
Questa mattina accendo la tv, lascio sintonizzato su Rai uno e, in apertura di Uno mattina Verde, vedo i due conduttori – la Isoardi e un ragazzo di cui non ricordo il nome - con due agrumi in mano, che subito presentano: lei il cedro, lui il bergamotto. Penso “oh, che bello, si parla di Reggio e del nostro frutto unico” e mi soffermo. Non sapendo che, di lì a qualche secondo, sarei rimasta sbalordita…
“Questo è il bergamotto, arriva dalla Cina, ma ora c’è anche da noi, in una piccola zona della Calabria”, dice il conduttore.
Cheeeeeee?? Arriva dalla CINA ma – ADESSO - c’è ANCHE in Calabria?? Non riesco a credere alle mie orecchie. Non riesco a credere che degli autori possano aver scritto quel testo. Non riesco a credere che il servizio pubblico possa fare tale disinformazione. E non riesco a credere che, presentato pochi minuti dopo, il Presidente del Consorzio Dop del bergamotto NON DICA NULLA! Non smentisca e non puntualizzi, anche quando i due giovani conduttori continuano a dire cose come “ADESSO questo frutto è ANCHE nostro, è diventato un nostro DOP”!
Ora, a parte il fatto che non mi sembra di aver sentito mai citata, nemmeno dal Presidente, la località esatta in cui il bergamotto nasce e cresce e che non viene mai specificato che è un frutto unico e raro di questa zona, che in pochi conoscono proprio perché è difficile – se non impossibile – farlo nascere e crescere altrove (e chiunque ci abbia provato non ci è riuscito o non è riuscito a dar vita a frutti che abbiano le stesse proprietà del nostro, chiedete anche solo a Roma se sanno cos’è e vedrete in quanti vi risponderanno sì..), la mia riflessione è questa: quello che è passato oggi in Rai è l’ennesima tristissima dimostrazione dell’incapacità totale di noi calabresi di far valere le nostre ricchezze al di fuori dei confini regionali (e a volte anche al di dentro), di sfruttarle, di farle conoscere, di valorizzarle e renderle attrattive uniche e caratteristiche del nostro territorio (anche quando lo sono in sè, come in questo caso!).
Non riesco neppure a capire come il Presidente del Consorzio abbia potuto lasciare che la trasmissione TV usasse un bergamotto cinese per presentare il frutto: non sarebbe stato più logico, più utile e più dignitoso portarne una “vagonata” dalla Calabria, per far dire appunto che si tratta di un frutto NOSTRO, per promuoverlo e per rendere così giustizia a una delle più grandi risorse della nostra provincia?? Non so come abbia potuto accettare una umiliazione del genere: sì, una umiliazione, perché lui era in studio e lì rappresentava il frutto e la Calabria, ma non è stato in grado di “difenderli” e ha lasciato che passasse un messaggio distorto.. Peraltro basta leggere wikipedia alla voce “bergamotto” per non trovar tracce della Cina, se non nelle dubbiose origini dell’agrume, e per capire come sia solo in quella ristretta striscia di terra reggina che ha attecchito ormai da secoli.. Chi è nativo di Reggio lo sa fin da bambino, come lo sapevo io, fin da piccolissima, quando mio padre mi raccontava e mi spiegava del bergamotto, del fatto che fosse il migliore fissatore esistente, ricercato e usato nei profumi francesi più pregiati, delle mele “puma ‘i cira”, delle annone e di tutto ciò (non solo la frutta, naturalmente) che rendeva lui – e da allora anche me – orgoglioso di poter dire “è una cosa che abbiamo solo noi”, di cui vantarsi con chi venisse da fuori. Orgoglio purtroppo poi sempre tradito da chi – deputato a farlo – non è stato capace di proteggere e promuovere bellezze come queste e come tutte le altre..
Ecco, allora, perché mi sono arrabbiata, indignata e anche molto rattristata, tanto da volerti scrivere, soprattutto essendo ora, mio malgrado, emigrata e seguendo da lontano le vicende della mia Calabria.
Penso anche ai milioni di soldi PUBBLICI che il settore del bergamotto ha dragato negli anni (negli ultimi cinquanta, credo), per “valorizzarlo” come “volano” di sviluppo. Ma quale “volano”? Forse solo per chi quei soldi se li è intascati senza nulla fare! I coltivatori e le Istituzioni lo chiamavano “oro verde” nelle decine di convegni idioti e inutili e nelle decine di comunicati ai giornali che si sono susseguiti in questi anni. Per arrivare, oggi, su Rai uno, a far dire che il bergamotto giunge dalla Cina.
E’ tutto. Grazie per lo spazio. Un caro saluto.
*giornalista Sky Tg 24"
nel corso di un programma sulla Rai, è stato detto che il bergamotto è prodotto in Cina e ADESSO viene coltivato ANCHE in una piccola parte della Calabria!!!
Una disinformazione pazzesca, e la dimostrazione, come dice sempre giustamente la Iatì, che convegni stupidi e inutili di tutte le specie non hanno prodotto alcun risultato, visto che sempre più giardini coltivati a bergamotti vengono distrutti per fare posto a palazzi.
Il sostentamento al cosiddetto oro verde è sempre più una farsa! e una passerella per i politici nostrani che fingono di interessarsi al bergamotto e vogliono solo fare bella figura!
"Riceviamo, da Manuela Iatì*, e volentieri pubblichiamo - Buongiorno Direttore,
ti scrivo per mettere a conoscenza te e il nostro territorio di un episodio - piccolo, ma credo molto significativo - andato in onda sulla Tv di Stato, che ci ha riguardato direttamente e che mi ha molto colpito.
Questa mattina accendo la tv, lascio sintonizzato su Rai uno e, in apertura di Uno mattina Verde, vedo i due conduttori – la Isoardi e un ragazzo di cui non ricordo il nome - con due agrumi in mano, che subito presentano: lei il cedro, lui il bergamotto. Penso “oh, che bello, si parla di Reggio e del nostro frutto unico” e mi soffermo. Non sapendo che, di lì a qualche secondo, sarei rimasta sbalordita…
“Questo è il bergamotto, arriva dalla Cina, ma ora c’è anche da noi, in una piccola zona della Calabria”, dice il conduttore.
Cheeeeeee?? Arriva dalla CINA ma – ADESSO - c’è ANCHE in Calabria?? Non riesco a credere alle mie orecchie. Non riesco a credere che degli autori possano aver scritto quel testo. Non riesco a credere che il servizio pubblico possa fare tale disinformazione. E non riesco a credere che, presentato pochi minuti dopo, il Presidente del Consorzio Dop del bergamotto NON DICA NULLA! Non smentisca e non puntualizzi, anche quando i due giovani conduttori continuano a dire cose come “ADESSO questo frutto è ANCHE nostro, è diventato un nostro DOP”!
Ora, a parte il fatto che non mi sembra di aver sentito mai citata, nemmeno dal Presidente, la località esatta in cui il bergamotto nasce e cresce e che non viene mai specificato che è un frutto unico e raro di questa zona, che in pochi conoscono proprio perché è difficile – se non impossibile – farlo nascere e crescere altrove (e chiunque ci abbia provato non ci è riuscito o non è riuscito a dar vita a frutti che abbiano le stesse proprietà del nostro, chiedete anche solo a Roma se sanno cos’è e vedrete in quanti vi risponderanno sì..), la mia riflessione è questa: quello che è passato oggi in Rai è l’ennesima tristissima dimostrazione dell’incapacità totale di noi calabresi di far valere le nostre ricchezze al di fuori dei confini regionali (e a volte anche al di dentro), di sfruttarle, di farle conoscere, di valorizzarle e renderle attrattive uniche e caratteristiche del nostro territorio (anche quando lo sono in sè, come in questo caso!).
Non riesco neppure a capire come il Presidente del Consorzio abbia potuto lasciare che la trasmissione TV usasse un bergamotto cinese per presentare il frutto: non sarebbe stato più logico, più utile e più dignitoso portarne una “vagonata” dalla Calabria, per far dire appunto che si tratta di un frutto NOSTRO, per promuoverlo e per rendere così giustizia a una delle più grandi risorse della nostra provincia?? Non so come abbia potuto accettare una umiliazione del genere: sì, una umiliazione, perché lui era in studio e lì rappresentava il frutto e la Calabria, ma non è stato in grado di “difenderli” e ha lasciato che passasse un messaggio distorto.. Peraltro basta leggere wikipedia alla voce “bergamotto” per non trovar tracce della Cina, se non nelle dubbiose origini dell’agrume, e per capire come sia solo in quella ristretta striscia di terra reggina che ha attecchito ormai da secoli.. Chi è nativo di Reggio lo sa fin da bambino, come lo sapevo io, fin da piccolissima, quando mio padre mi raccontava e mi spiegava del bergamotto, del fatto che fosse il migliore fissatore esistente, ricercato e usato nei profumi francesi più pregiati, delle mele “puma ‘i cira”, delle annone e di tutto ciò (non solo la frutta, naturalmente) che rendeva lui – e da allora anche me – orgoglioso di poter dire “è una cosa che abbiamo solo noi”, di cui vantarsi con chi venisse da fuori. Orgoglio purtroppo poi sempre tradito da chi – deputato a farlo – non è stato capace di proteggere e promuovere bellezze come queste e come tutte le altre..
Ecco, allora, perché mi sono arrabbiata, indignata e anche molto rattristata, tanto da volerti scrivere, soprattutto essendo ora, mio malgrado, emigrata e seguendo da lontano le vicende della mia Calabria.
Penso anche ai milioni di soldi PUBBLICI che il settore del bergamotto ha dragato negli anni (negli ultimi cinquanta, credo), per “valorizzarlo” come “volano” di sviluppo. Ma quale “volano”? Forse solo per chi quei soldi se li è intascati senza nulla fare! I coltivatori e le Istituzioni lo chiamavano “oro verde” nelle decine di convegni idioti e inutili e nelle decine di comunicati ai giornali che si sono susseguiti in questi anni. Per arrivare, oggi, su Rai uno, a far dire che il bergamotto giunge dalla Cina.
E’ tutto. Grazie per lo spazio. Un caro saluto.
*giornalista Sky Tg 24"