A Reggio arrestati 47..........

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http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86

I primi nomi ?????
Qualche vicino di casa vostra è stato "invitato" a S.Pietro ???????
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NinoMed
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REGGIO

GIGANTESCA OPERAZIONE ANTI NDRANGHETA

COLPITA AREA GRIGIA, MANETTE SU PROFESSIONISTI E

GUARDA IL VIDEO

IMPRENDITORI. PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA, ROBERTI:

''Soggetti chiamati a gestire beni confiscati alla mafia si sono rivelati

compartecipi dei mafiosi''


Gli imprenditori “consigliati/imposti”, nei confronti dei quali si procede all’arresto, sono, come

indicati nel comunicato stampa diffuso dalla Guardia di Finanza:

per la cosca “LATELLA – FICARA”, AMBROGIO Francesco, GOZZI Antonino, GOZZI Giuseppe, MORELLO F.co,

PAVONE Antonino, LATELLA Vincenzo, AUTOLITANO Antonio cl. ’53, FICARA Giovanni cl. ’64, LATELLA A.no,

MASUCCI Teresa, MASUCCI Francesco Giuseppe ed AUTOLITANO (Antonino,Francesco,Saverio e Antonio);

perla cosca “SERRAINO-ROSMINI-NICOLO’”, LIUZZO Giuseppe Stefano Tito, MASSARA Osvaldo Salvatore,

NICOLO’ Antonino, FAZIA Vincenzo Giovanni;

per la cosca “SARACENO-FONTANA”, SARACENO Salvatore e SARACENO Angela;

per la cosca “AUDINO”, AUDINO Francesco, LAGANÀ Salvatore, MUSARELLA Sebastiano, CARDIA Ilenia

e CASCIANO Angelo.



I NOMI DI TUTTI GLI ARRESTATI

Custodia cautelare in carcere:

1. AMBROGIO Francesco, 48 anni; 2. ASSUMMA Natale, 37 anni;

3. ASSUMMA Serena, 29 anni; 4. AUDINO Francesco, 55 anni;

5. AUTOLITANO Antonio, 60 anni; 6. AUTOLITANO Saverio, 52 anni;
7. CALABRO’ Antonino, 33 anni; 8. CALABRO’ Giacomo Santo, 69 anni;
9. FICARA Giovanni, 49 anni; 10. GIGLIO Mario, 54 anni;
11. GOZZI Antonino, 32 anni; 12, GOZZI Giuseppe, 30 anni;
13. LAGANÀ Salvatore, 34 anni; 14. LATELLA Antonino, 64 anni;
15. LATELLA Vincenzo, 49 anni; 16. LIUZZO Giuseppe Stefano Tito, 45 anni;
17. LO GIUDICE Antonino, 51 anni; 18. MANGIOLA Giuseppe, 29 anni;
19. MARCELLO Francesca, 50 anni; 20. MASSARA Osvaldo Salv., 48 anni;
21. MASUCCI Francesco Giuseppe, 56 anni; 22. MORELLO F.co, 44 anni;
23. MUSARELLA Sebastiano, 35 anni; 24. NICOLO’ Antonino, 61 anni;
25. PAVONE Antonino, 52 anni; 26. QUATTRONE Carmelo, 50 anni;
27. SARACENO Salvatore, 56 anni; 28. SERRAINO Domenico, 58 anni;
29. SERRAINO Domenico, 51 anni.

Ai domiciliari:
1. AUTOLITANO Antonino, 33 anni; 2. AUTOLITANO Antonino, 39 anni;
3. AUTOLITANO Francesco, 31 anni; 4. AUTOLITANO Saverio, 34 anni;
5. CARDIA Ilenia, 34 anni; 6. CASCIANO Angelo, 26 anni;
7. CHIRICO Francesco, 78 anni; 8. CREACO Francesco, 54 anni;
9. D’AGOSTINO Antonio, 49 anni; 10. FAZIA Vincenzo Giovanni, 48 anni;
11. FONTANA Caterina, 25 anni; 12. LATELLA Silvana, 55 anni;
13. LUGARÀ Giulio, 60 anni; 14. MASUCCI Teresa, 29 anni;
15. NICOLO’ Demetrio, 33 anni; 16. NICOLÒ Fortunata, 34 anni;
17. SARACENO Angela, 29 anni; 18. VAZZANA Giuseppa, 49 anni.
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Le cosche solidali nella spartizione del territorio. Con l'operazione della Gdf ''Araba Fenice'' in manette imprenditori, ''factotum'' e professionisti
Mercoledì 06 Novembre 2013 15:09

spartizionearabafenice
C'era una perfetta e consolidata “cabina di regia”, composta dalle note cosche reggine della 'ndrangheta dietro l'appalto per la realizzazione di un imponente complesso edilizio nel quartiere di Ravagnese, nel territorio della cosca Latella - Ficara.

Un gruppo capace di assicurarsi importanti lavori edili sul territorio e scoperchiato dall'operazione “Araba Fenice”, eseguita questa notte dagli uomini della Guardia di Finanza su mandato della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

Ben 47 ordinanze di custodia cautelare, “riassunti”, si fa per dire, in 2500 pagine di ordinanza, nei confronti di soggetti appartenenti alle cosche Fontana - Saraceno, Ficara - Latella, ai Condello, ai Serraino - Rosmini - Nicolò - ai Logiudice e agli Audino e nei confronti di professionisti e imprenditori del tessuto cittadino responsabili di avere operato in collusione con la criminalità organizzata e ai quali sono contestati i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni, esercizio abusivo del'attività finanziaria, utilizzo ed emissione di fatture o altri documenti inesistenti.

E ancora favoreggiamento, peculato, corruzione, illecita concorrenza ed estorsione, aggravati dalle modalità mafiose.

In particolare le indagini delle Fiamme gialle si sono concentrate sulle attività degli imprenditori Giacomo Santo Calabrò e del figlio Antonino, titolari della Ditta EdilSud S.n.c., che ai fini della costruzione del un complesso residenziale nella zona Sud della città, avevano ottenuto in permuta dal proprietario Rocco Musolino il terreno su cui edificare, con una contropartita del 24% degli immobili realizzati.

Per l'avvio delle attività di costruzione, i Calabrò si sarebbero serviti di altrettanti soggetti economici legati alle cosche del reggino, secondo un preciso disegno criminoso “teso alla spartizione a tavolino di tutti i lavori di edilizia”, affinché le famiglie della 'ndrangheta potessero avere ciascuno “per la propria parte di competenza” il giusto e sostanzioso guadagno altrimenti non percepibile.

“Una consorteria - come è stato affermato in conferenza stampa - che ha dimostrato l'assoluta pianificazione del progetto in sinergia tra le cosche interessate, non più in contrasto e in dissidio tra loro, come un tempo”.

Al punto da scoprire che opere di completamento affidate formalmente alla EdilSud, ricadevano sì nel cantiere di Ravagnese, ma anche in quartieri di competenza di altre famiglie di 'ndrangheta.

Non solo, ma gli imprenditori avrebbero emesso anche fatture inesistenti, in maniera “seriale - sistematica e abituale”, volte da un lato a regolarizzare la contabilità delle aziende coinvolte nel circuito criminale, dall'altro anche come “mera cortesia imprenditoriale”.

Le indagini, che si sono estese su tutto il territorio nazionale, compresi Piemonte, Veneto, Lombardia e Puglia, hanno potuto dimostrare come, di fatto, i Calabrò, per l'opera edificatoria, avessero fatto affidamento su capitali provenienti dalla 'ndrangheta e riconducibili a due esponenti di altrettante famiglie criminali reggine: Giuseppe Liuzzo, della cosca Serraino - Rosmini - Nicolò e Antonino Logiudice che assumevano il ruolo di veri e propri soci occulti della EdilSud, al punto da essere sistematicamente interpellati per ogni decisione riconducibile all'appalto.

Non solo, ma affogati dalle difficoltà economiche, gli imprenditori avrebbero cavalcato i canali meno trasparenti dell'attività finanziaria, rivolgendosi ai fratelli Pasquale e Antonio Bilardi intermediari con Antonio D'Agostino al fine di ottenere prestiti verosimilmente a tassi usurari o comunque illeciti.

L'operazione, condotta in sinergia con gli uomini del Nuclelo di Polizia Tributaria, del Gruppo Investigativo Criminalità organizzata e dello Scico di Roma, ha condotto a 90 perquisizioni domiciliari, al sequestro di 17 imprese, 45 immobili e beni per un valore complessivo di 90 milioni di euro.


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http://www.strill.it/index.php?option=c ... &Itemid=86

’Questa operazione tocca una parte significativa della città, difficile da vivere alle persone oneste’’. Queste le prime parole del soddisfattissimo Procuratore Capo di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho in merito all’operazione, denominata ‘’Araba Fenice’’, che si concentra sul settore delle costruzioni. ‘’Personalmente non so se dico una verità nel momento in cui attesto che un’operazione di questo tipo – sottolinea De Raho – non è mai stata realizzata nella storia della ‘ndrangheta’’. Il Procuratore allude certamente al colpo inferto a tutto il sistema criminale reggino, essendo riusciti a colpire quell’area grigia che rende la struttura imprendibile e difficilmente contrastabile. D’altra parte l’arresto di ben 47 persone, inserite tutte in quest’area, lo testimonia bene: Il gruppo di imprenditori – spiega De Raho - faceva riferimento alle famiglie di ‘ndrangheta più significative di Reggio, che si sono divise il territorio, nell’ambito del quale esercitavano non solo la pressione estorsiva, ma anche una forma più significativa di occupazione economica: ’’Solo chi è riferibile alla ‘ndrangheta può lavorare in questa città’’.
Per il Procuratore reggino assumono rilievo anche le figure di alcuni commercialisti - De Raho fa i nomi di Carmelo Quattrone, Francesco Creaco e Francesca Marcello (anche amministratore giudiziario) - sottolineando anche il contributo dell’avvocato Mario Giglio, ‘’che non si limita solo a mettere la propria professione a disposizione di Liuzzo ma, soprattutto, lo consiglia sulle modalità attraverso le quali proseguire l’attività illegale’’. Cafiero De Raho rivela anche che alla riuscita dell’operazione hanno contribuito anche diversi collaboratori di giustizia, tra cui Antonino Lo Giudice, cugino dello scomparso ‘’Nano’’, ma anche Consolato Villani, Fiume e altri, vecchie e nuove conoscenze delle Forze dell’Ordine. Tuttavia la nota dolente per il Procuratore della Repubblica resta una: ‘’Anche in questo caso non abbiamo registrato nessuna denuncia. In una città nella quale tutti parlano, ma parlano nell’orecchio. Eppure lo spaccato che emerge dall’operazione – mugugna - è molto significativo’’. Anche perché, aggiunge poi, ‘’se dovessimo oggi fronteggiare solo l’ala militare della criminalità organizzata sarebbe più facile, ma oggi ci troviamo invece a contrastare una serie di operazioni imprenditoriali che tengono in mano la città’’



Solo chi è riferibile alla ‘ndrangheta può lavorare in questa città’’sempre saputo e provato di persona.....
Malaca
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E' un pò come quando si diceva che Provenzano trovava i posti di lavoro e faceva stare bene le persone, qui è la stessa cosa, qua invece comanda la massoneria-mafiosa...
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il tutto trova conferma anche e sopra tutto nelle vicende Multiservizi/Leonia/Atam,ecc...cose cmq scontate e risapute...una delle principali cause dello sprofondare di questa città..
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