Onore agli eritrei

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onlyamaranto
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Tredici eritrei sono oggi morti annegati nel mare davanti a Scicli, Ragusa;
queste morti di persone come noi che hanno solo la sfortuna di vivere una realtà disastrata dalla quale cercano disperatamente di riscattarsi, passano troppo spesso in secondo piano, come se la cosa non ci riguardasse.
Questi tredici eritrei cercavano soltanto di vivere, invece sono morti come cani, onore al loro coraggio.

:salut

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
suonatore Jones

onlyamaranto ha scritto:Tredici eritrei sono oggi morti annegati nel mare davanti a Scicli, Ragusa;
queste morti di persone come noi che hanno solo la sfortuna di vivere una realtà disastrata dalla quale cercano disperatamente di riscattarsi, passano troppo spesso in secondo piano, come se la cosa non ci riguardasse.
Questi tredici eritrei cercavano soltanto di vivere, invece sono morti come cani, onore al loro coraggio.

:salut
bravo, only. diceva una canzone "la fortuna è un fatto di geografia", e hai centrato il punto quando parli di secondo piano. oggi i tg hanno parlato quasi solo di quello che succederà domani mattina in parlamento.

questa notizia, invero, mi ha turbato. ho un amico italiano di origini eritree tigrine (lui è italiano ed è nero, quando va in eritra ci va da straniero) che mi ha raccontato spesso di questa terra. fossero stati somali o etiopi o keniani, sarei stato meno turbato, devo essere sincero. ma non meno dispiaciuto, ci mancherebbe.
DNAamaranto
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la cosa piu' assurda leggendo l'articolo , è che i migranti sarebbero stati presi a cinghiate e pugni per gettarli in mare. almeno i 2 scafisti sono stati fermati.

risulta che molti bambini fortunatamente siano stati tratti in salvo. nel 2013 , pagare 2.000 dollari , viaggiare 6 giorni e morire , in europa ancora puo' succedere.

non c'è un sistema serio, non c'è la dovuta attenzione al problema.
DNAamaranto
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notizia di pochi minuti fa , altro sbarco a lampedusa con almeno 10 morti.
UnVeroTifoso
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Veramente è di stamattina ed i morti sono molti di più:

Tragedia al largo dell'isola dei Conigli. 94 morti, 250 dispersi, molti i bambini
Le vittime sono tutti profughi eritrei e somali. Il Papa: «È una vergogna»
La rabbia del sindaco: «Basta, è un orrore continuo. Donne e bambini tra le vittime»

(corriere.it)

E poi devo sentire e leggere gentaglia che parla di sparare contro i barconi e di gettarli in mare...
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
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sul messaggero parlavano di 10 morti , guardando ora il sito porta 94 anche li , aggiornato 10 minuti fa.
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onlyamaranto
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UnVeroTifoso ha scritto:E poi devo sentire e leggere gentaglia che parla di sparare contro i barconi e di gettarli in mare...
:salut

Visto che la tragedia è avvenuta in acque italiane, l'Italia dovrebbe sentire il dovere di proclamare una giornata di lutto nazionale;
ribadisco l'orrore e l'indignazione per tragedie di questo tipo, e confermo (purtroppo vista l'entità di quest'altra tragedia) l'onore che deve essere reso a queste persone, il loro coraggio dovrebbe essere preso ad esempio e spiegato in tutte le scuole italiane.

:salut

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kimba
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Che tragedia, povere anime, che riposino in pace.

Forse qualcuno dovrebbe smetterla di promettere l'impossibile e oggi fare affermazioni del tipo
"Bisogna fare in modo di rendere i flussi più sicuri"

Questa qui va fermata, ancora non ha capito un ca@@o
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Falko
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Tralasciando l'ovvio sentimento umano di fronte a queste tragedie....

Ricordo che prima dell'Italia ci sia una pilatiana(li allontanano e non li fanno sbarcare) Malta, accanto una guerrigliera(gli sparano direttamente) Spagna ed una "respingente"(li accompagnano alla frontiera)Francia...

insomma, mi pare che questi paesi siano tutti in UE(c'ho la collezione di euro di sti paesi quindi penso siano europei)... siamo gli unici fessi che dobbiamo dare una mano a questi poveri disgraziati per poi essere anche "ripresi" dall'Europa che nulla dice agli altri 3 stati e nulla fa per aiutarci ad aiutare se non cazzìarci?
Se il destino mi è avverso, peggio per lui!!!

http://www.youtube.com/watch?v=06hr11IO" onclick="window.open(this.href);return false; ... dded#at=13

"La mia rielezione sarebbe al limite del ridicolo" Giorgio Napolitano 14/4/2013
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Falko ha scritto:Tralasciando l'ovvio sentimento umano di fronte a queste tragedie....

Ricordo che prima dell'Italia ci sia una pilatiana(li allontanano e non li fanno sbarcare) Malta, accanto una guerrigliera(gli sparano direttamente) Spagna ed una "respingente"(li accompagnano alla frontiera)Francia...

insomma, mi pare che questi paesi siano tutti in UE(c'ho la collezione di euro di sti paesi quindi penso siano europei)... siamo gli unici fessi che dobbiamo dare una mano a questi poveri disgraziati per poi essere anche "ripresi" dall'Europa che nulla dice agli altri 3 stati e nulla fa per aiutarci ad aiutare se non cazzìarci?
Siamo uomini noi, come sono uomini questi disperati. Occorre ricordarselo sempre ed essere umani, senza guardare cosa fanno gli altri. :wink
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intanto interviene anche il papa , dice che è una vergogna. i morti continuano a salire , dicono siano arrivati a 100. è pare che sulla barca , c'èrano 300-400 migranti , finora i tratti in salvo sono 151.


la cosa che non capisco è che queste tragedie succedono sempre a largo di lampedusa o nei vari punti di sbarco. i controlli che fanno? le motovedette ... tutti quelli che devono adempiere a questi ruoli dove sono ?

deve intervenire l' UE l'italia non puo' piu' garantire l'incolumità fisica a questi disperati , se non si pone rimedio sarà sempre così.
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Falko
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UnVeroTifoso ha scritto:
Falko ha scritto:Tralasciando l'ovvio sentimento umano di fronte a queste tragedie....

Ricordo che prima dell'Italia ci sia una pilatiana(li allontanano e non li fanno sbarcare) Malta, accanto una guerrigliera(gli sparano direttamente) Spagna ed una "respingente"(li accompagnano alla frontiera)Francia...

insomma, mi pare che questi paesi siano tutti in UE(c'ho la collezione di euro di sti paesi quindi penso siano europei)... siamo gli unici fessi che dobbiamo dare una mano a questi poveri disgraziati per poi essere anche "ripresi" dall'Europa che nulla dice agli altri 3 stati e nulla fa per aiutarci ad aiutare se non cazzìarci?
Siamo uomini noi, come sono uomini questi disperati. Occorre ricordarselo sempre ed essere umani, senza guardare cosa fanno gli altri. :wink
Umanità senza ipocrisia però.. è facile essere buoni facendo risolvere i problemi agli altri... io sono chiaro, non posso mantenere un disperato, già ho problemi a mantenere me... quello che mi infastidisce è che tutti quelli che fanno i buonisti non li vedi a Lampedusa ad aiutare... li vedi sul pc a dire ovvietà.
E gli altri non sono altri ma siamo noi, l'Europa o è unita o non è Europa.
Non è colpa di chi arriva ma neanche colpa di chi subisce questi arrivi...
Se il destino mi è avverso, peggio per lui!!!

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Falko ha scritto:
Umanità senza ipocrisia però.. è facile essere buoni facendo risolvere i problemi agli altri... io sono chiaro, non posso mantenere un disperato, già ho problemi a mantenere me... quello che mi infastidisce è che tutti quelli che fanno i buonisti non li vedi a Lampedusa ad aiutare... li vedi sul pc a dire ovvietà.
E gli altri non sono altri ma siamo noi, l'Europa o è unita o non è Europa.
Non è colpa di chi arriva ma neanche colpa di chi subisce questi arrivi...
Umanità e basta, Falko. Io non so se ti stai riferendo a me parlando di ipocrisia, buonismo ed ovvietà dietro un computer e nemmeno mi interessa onestamente non essendo importante ai fini della discussione. Ognuno sa ciò che fa e non fa e ne risponde alla propria coscienza.

Premesso ciò, spiego meglio quello che intendevo col messaggio di prima. Sono assolutamente d'accordo sulla questione Europa: il problema è che non esiste una politica estera comune. Anzi per la verità non esiste una politica europea, ma solo interessi e finanza. Ed il problema immigrazione andrebbe affrontato a livello europeo, anche tenendo conto che la maggior parte di questi disperati poi in Italia non ci rimane. Ed invece il peso è sulle spalle dei Paesi di frontiera (Spagna, Francia per certi versi, Italia, Grecia). Ognuno si arrangia come può. Chi, secondo me, male come la Spagna con i respingimenti e gli spari, e chi come l'Italia che nonostante leggi vergogna (Bossi-Fini) e CPT trasformati in carceri, cerca di accogliere. A Lampedusa, queste persone trovano angeli (i lampedusani). Altrove, lontano, da dietro le tastiere o a mille chilometri di distanza, si legge invece di respingerli indietro, buttarli in mare o, ipocrisia massima, aiutarli a casa loro. Come se un aiuto sporadico lava-coscienza possa risolvere secoli di sfruttamento e vessazioni in quel continente. Quindi forse, un pochino, il tutto è anche colpa nostra (nostra intendo "dell'occidente"). Ed un minimo di accoglienza probabilmente la dobbiamo a questi poveri Cristi. :salut :salut
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Perché Lampedusa merita il premio Nobel

La pace non è un concetto astratto. La pace è un’azione verso gli uomini, le donne, i bambini. Non c’è altro paese al mondo in cui abbia visto mettere in pratica questo impegno in modo così costante e determinato. Quel paese, un piccolo paese disperso in mezzo al mare, è Lampedusa. Con tutti i suoi abitanti, i soccorritori, i medici, i volontari. In queste ore, la gente di Lampedusa ancora una volta ha portato a terra i vivi e raccolto i morti.
L’ho provato sulla mia pelle. Letteralmente. La notte tra il 23 e il 24 settembre 2005. Un uomo che non conoscevo e non mi conosceva mi ha avvistato in mare, a nuoto alla deriva. Mi ha aiutato a risalire sulla scogliera. Mi ha fatto sdraiare sulla pietra. Si è tolto la maglietta e me l’ha stesa sul petto per coprirmi. Continuavo a tremare di freddo. Allora lui, con tutto il suo corpo, si è sdraiato sopra di me. Pesava, eccome. Mi ha riscaldato così. Senza sapere chi fossi. Ero sporco, la barba sfatta da mesi, potevo essere malato e contagioso. Ho memorizzato nella mente la sua voce, le sue parole. Vale la pena risentirle: “Questo poveretto erano quasi cinque ore che chiedeva aiuto”, diceva agli altri intorno a lui, “alle dieci l’ho sentito gridare. Credevo fosse uno dei turisti ubriachi che dormono in spiaggia e gli ho perfino risposto cu c’è. Madonna mia, perdonami. Questo si è ghiacciato. Sta tremando… Forza, qualcuno porti una coperta che questo sta morendo di freddo. Dai, che ti portano una coperta e ti scaldi”. Poi si è messo in ginocchio e si è chinato a strofinare i miei piedi. Tempo dopo l’uscita sull’Espresso della mia inchiesta sotto copertura, ci siamo rivisti per la prima volta. Massimo Costanza non faceva il soccorritore di mestiere. Fa l’elettricista in un albergo, ha una moglie, i figli. Una persona normale.
Fuori dei centri di detenzione dove i sopravvissuti vengono rinchiusi per legge, del filo spinato, della reclusione fino a diciotto mesi, della politica estera incapace e inconcludente, Lampedusa è così. Gente che non fa differenza tra amici o nemici. Connazionali o stranieri. Cittadini o clandestini. Ecco perché una volta seppellite le decine e decine di morti e placate le polemiche, dopo aver premiato nel 2012 l’Unione Europea, colpevole assente in questa tragedia sulle sponde del Mediterraneo, il Nobel per la pace dovrebbe andare agli abitanti di quest’isola, capitale mondiale d’umanità.

fonte: http://gatti.blogautore.espresso.repubb ... mio-nobel/
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Falko ha scritto:Tralasciando l'ovvio sentimento umano di fronte a queste tragedie....

Ricordo che prima dell'Italia ci sia una pilatiana(li allontanano e non li fanno sbarcare) Malta, accanto una guerrigliera(gli sparano direttamente) Spagna ed una "respingente"(li accompagnano alla frontiera)Francia...

insomma, mi pare che questi paesi siano tutti in UE(c'ho la collezione di euro di sti paesi quindi penso siano europei)... siamo gli unici fessi che dobbiamo dare una mano a questi poveri disgraziati per poi essere anche "ripresi" dall'Europa che nulla dice agli altri 3 stati e nulla fa per aiutarci ad aiutare se non cazzìarci?
Pienamente d'accordo
Amaranto Alé
non tifo per gli squadroni ma tifo te
Amaranto è una passione non è un color
la maglia che porti addosso è un'ossession...

Ciao Filippo...

U Catania na teni...!!!
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onlyamaranto
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Di solito non mi piace postare articoli per intero, preferisco stralciare le parti più interessanti, ma pur tentando non sono riuscito a stralciare nessuna parte di questo, letto oggi sul Manifesto (sul sito), che condivido in toto.



"Un capro espiatorio non ci salverà"

di Annamaria Rivera




"La strategia che esternalizza le frontiere, finanzia i centri di detenzione, pattuglia e respinge, ha sempre più quale effetto «secondario» la morte di bambini e di donne, perfino gestanti. E invece il capro espriatorio sono sempre gli scafisti

Chissà se di fronte all'ennesima strage del proibizionismo, questa volta di proporzioni agghiaccianti, media e politici additeranno ancora gli «scafisti». Arrestare qualche povero disgraziato, di solito egli stesso esule o migrante, vale a tacitare le nerissime coscienze dei tanti che concorrono a perpetuare e moltiplicare l'ecatombe mediterranea. Serve ad additare un capro espiatorio per occultare le responsabilità dei decisori europei e dei ceti politici nostrani, di ogni tendenza.

Decisori europei e politici nostrani che del proibizionismo e della politica dei «respingimenti» hanno fatto un dogma da rispettare a ogni costo umano. Solo una quindicina di giorni fa Angelino Alfano, «colomba» feroce, dichiarava che «va potenziata la frontiera europea nel Mediterraneo e il ruolo di Frontex, anche perché in questi flussi si annidano cellule terroristiche». Ecco la chiave, utile ormai non solo a reprimere ogni dissenso (la vicenda NoTav lo dimostra) ma pure a coprire ogni nefandezza: anche la tranquilla messa in conto che la strategia che esternalizza le frontiere, finanzia i centri di detenzione, pattuglia e respinge, ha sempre più quale effetto «secondario» la morte di bambini e di donne, perfino gestanti.
Come le ossa di Fleba il Fenicio, «spolpate in sussurri» sono anche le nostre parole, consumate non da correnti sottomarine, per parafrasare ancora Eliot, ma dal senso di dolorosa impotenza che si rinnova a ogni strage. Almeno da vent'anni a questa parte, non v'è evoluzione e processualità nelle politiche che producono il tragico rosario quotidiano di corpi affondati nel Mediterraneo o deposti sulle nostre rive. Uguali restano, a dispetto di Cécile Kyenge, leggi infami come l'intangibile Bossi-Fini e le avarissime norme sui rifugiati; identici gli accordi bilaterali sottoscritti con i nuovi regimi della riva Sud del Mediterraneo; immutabile, se non in peggio, la condizione dei dannati della terra, in particolare dei nostri ex colonizzati, somali ed eritrei, condannati a un esodo senza fine e senza speranza. Anch'essi - come i palestinesi che oggi fuggono dalla Siria - più volte profughi, sovente vittime dell'inferno libico: della persecuzione razzista e degli orrendi centri di detenzione per stranieri.
A evolvere è solo la ferocia e barbarie - «la severità ed efficienza», dicono loro - delle politiche e dei dispositivi militari per la guerra ai migranti e ai rifugiati. «Sono sempre più convinta - aveva scritto Giusi Nicolini nel coraggioso appello di undici mesi fa - che la politica europea sull'immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente».

E oggi, di fronte a una strage di proporzioni immani, è con una frase semplice - «Dovremmo andare noi a prenderli» - che la sindaca di Lampedusa osa di nuovo sfidare il marcio senso comune che ha fatto del proibizionismo e dei suoi costi umani una legge naturale. Per ora, nel contesto della criminale coazione a ripetere, le piccole novità confortanti sono quasi solo le sue parole, accanto a quelle, altrettanto semplici, di papa Bergoglio: «Orrore e vergogna».

Non provano vergogna tutti coloro, nazionali ed europei, di ogni tendenza, che, dopo aver reso profughi milioni di esseri umani, li espongono alla morte e alle stragi. Non provano vergogna neppure certi cattolici come il ministro dell'Interno che ha l'ardire di recarsi a Lampedusa dopo aver rilasciato dichiarazioni tanto ciniche. Non provano vergogna i vergognosi leghisti che arrivano ad attribuire la strage «alla coppia Boldrini-Kyenge».
A tutti loro vorremmo augurare che dagli abissi del Mare Nostrum riaffiorino migliaia di pallide ombre a spolparne in sussurri le coscienze. E tuttavia, ancora una volta, proviamo a chiedere a gran voce che si aprano canali umanitari, affinché a coloro che patiscono guerre e persecuzioni sia data la possibilità di chiedere asilo alle istituzioni europee: in Siria, in Libia, in Egitto, ovunque si sia in pericolo."





PS: per chi ha scritto che ci sono dei buonisti che invece di andare a Lampedusa ad aiutare preferiscono stare dietro un PC a dire ovvietà, dico che di un argomento non esiste mai un'unica sfaccettatura, ma tante, ognuna corrispondente alla personalità e alla forma mentis di chi osserva;

lungi da me fare polemiche (la tragedia immane che è successa lo vieta in modo assoluto), la mia visione del problema è questa che ho scritto, le altre opinioni diverse dalla mia non sono "ovvie", sono semplicemente "altre", e chiudo qui.

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Guitin
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onlyamaranto ha scritto:Di solito non mi piace postare articoli per intero, preferisco stralciare le parti più interessanti, ma pur tentando non sono riuscito a stralciare nessuna parte di questo, letto oggi sul Manifesto (sul sito), che condivido in toto.



"Un capro espiatorio non ci salverà"

di Annamaria Rivera




"La strategia che esternalizza le frontiere, finanzia i centri di detenzione, pattuglia e respinge, ha sempre più quale effetto «secondario» la morte di bambini e di donne, perfino gestanti. E invece il capro espriatorio sono sempre gli scafisti

Chissà se di fronte all'ennesima strage del proibizionismo, questa volta di proporzioni agghiaccianti, media e politici additeranno ancora gli «scafisti». Arrestare qualche povero disgraziato, di solito egli stesso esule o migrante, vale a tacitare le nerissime coscienze dei tanti che concorrono a perpetuare e moltiplicare l'ecatombe mediterranea. Serve ad additare un capro espiatorio per occultare le responsabilità dei decisori europei e dei ceti politici nostrani, di ogni tendenza.

Decisori europei e politici nostrani che del proibizionismo e della politica dei «respingimenti» hanno fatto un dogma da rispettare a ogni costo umano. Solo una quindicina di giorni fa Angelino Alfano, «colomba» feroce, dichiarava che «va potenziata la frontiera europea nel Mediterraneo e il ruolo di Frontex, anche perché in questi flussi si annidano cellule terroristiche». Ecco la chiave, utile ormai non solo a reprimere ogni dissenso (la vicenda NoTav lo dimostra) ma pure a coprire ogni nefandezza: anche la tranquilla messa in conto che la strategia che esternalizza le frontiere, finanzia i centri di detenzione, pattuglia e respinge, ha sempre più quale effetto «secondario» la morte di bambini e di donne, perfino gestanti.
Come le ossa di Fleba il Fenicio, «spolpate in sussurri» sono anche le nostre parole, consumate non da correnti sottomarine, per parafrasare ancora Eliot, ma dal senso di dolorosa impotenza che si rinnova a ogni strage. Almeno da vent'anni a questa parte, non v'è evoluzione e processualità nelle politiche che producono il tragico rosario quotidiano di corpi affondati nel Mediterraneo o deposti sulle nostre rive. Uguali restano, a dispetto di Cécile Kyenge, leggi infami come l'intangibile Bossi-Fini e le avarissime norme sui rifugiati; identici gli accordi bilaterali sottoscritti con i nuovi regimi della riva Sud del Mediterraneo; immutabile, se non in peggio, la condizione dei dannati della terra, in particolare dei nostri ex colonizzati, somali ed eritrei, condannati a un esodo senza fine e senza speranza. Anch'essi - come i palestinesi che oggi fuggono dalla Siria - più volte profughi, sovente vittime dell'inferno libico: della persecuzione razzista e degli orrendi centri di detenzione per stranieri.
A evolvere è solo la ferocia e barbarie - «la severità ed efficienza», dicono loro - delle politiche e dei dispositivi militari per la guerra ai migranti e ai rifugiati. «Sono sempre più convinta - aveva scritto Giusi Nicolini nel coraggioso appello di undici mesi fa - che la politica europea sull'immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente».

E oggi, di fronte a una strage di proporzioni immani, è con una frase semplice - «Dovremmo andare noi a prenderli» - che la sindaca di Lampedusa osa di nuovo sfidare il marcio senso comune che ha fatto del proibizionismo e dei suoi costi umani una legge naturale. Per ora, nel contesto della criminale coazione a ripetere, le piccole novità confortanti sono quasi solo le sue parole, accanto a quelle, altrettanto semplici, di papa Bergoglio: «Orrore e vergogna».

Non provano vergogna tutti coloro, nazionali ed europei, di ogni tendenza, che, dopo aver reso profughi milioni di esseri umani, li espongono alla morte e alle stragi. Non provano vergogna neppure certi cattolici come il ministro dell'Interno che ha l'ardire di recarsi a Lampedusa dopo aver rilasciato dichiarazioni tanto ciniche. Non provano vergogna i vergognosi leghisti che arrivano ad attribuire la strage «alla coppia Boldrini-Kyenge».
A tutti loro vorremmo augurare che dagli abissi del Mare Nostrum riaffiorino migliaia di pallide ombre a spolparne in sussurri le coscienze. E tuttavia, ancora una volta, proviamo a chiedere a gran voce che si aprano canali umanitari, affinché a coloro che patiscono guerre e persecuzioni sia data la possibilità di chiedere asilo alle istituzioni europee: in Siria, in Libia, in Egitto, ovunque si sia in pericolo."





PS: per chi ha scritto che ci sono dei buonisti che invece di andare a Lampedusa ad aiutare preferiscono stare dietro un PC a dire ovvietà, dico che di un argomento non esiste mai un'unica sfaccettatura, ma tante, ognuna corrispondente alla personalità e alla forma mentis di chi osserva;

lungi da me fare polemiche (la tragedia immane che è successa lo vieta in modo assoluto), la mia visione del problema è questa che ho scritto, le altre opinioni diverse dalla mia non sono "ovvie", sono semplicemente "altre", e chiudo qui.
:salut :salut :salut :salut :salut

bellissimo articolo..e ne ho letti tanti altri...
ma purtroppo l'eco di questi giorni ...deriva soprattutto dal numero -elevato-di morti
I soliti polveroni mediatici...ma tutto resterà uguale,
sono anni che tra i poveri migranti qualcuno muore durante i massacranti "viaggi" di speranza, ma due, tre, dieci morti dai volti anonimi e dalla nazionalità incerta fanno poco rumore, e altrettanto meno sdegno suscitano coloro che muoiono altrove, in territori non italiani,
il nostro paese non riesce a sbrogliare i suoi di problemi, mi duole pensarlo e ammetterlo, ma non sbroglierà nemmeno questo, e i disperati continueranno a morire. :sad: :sad: :sad: :salut


la cosa che mi fa più male quando muore un disperato è l'assenza di possibilità che ha avuto durante la sua vita. MI FA SENTIRE COLPEVOLE.
Sogno, qualcosa di buono
che mi illumini il mondo
buono come te…
Che ho bisogno, di qualcosa di vero
che illumini il cielo
proprio come te!!!
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La storia di un laureato sulla barca con la pergamena

Ricostruiamo con la sorella il viaggio di Ermias Haile. "Mi aveva chiamato dalla Libia, è morto su un barcone a Lampedusa"


14 ottobre 2013

di FRANCESCO VIVIANO

LAMPEDUSA - Si chiamava Ermias Haile, aveva 26 anni: si era portato anche la pergamena della sua laurea in scienze politiche, a bordo del barcone affondato il 3 ottobre scorso davanti alla spiaggia dell'isola dei conigli di Lampedusa. La sua foto, scattata il giorno più bello, con la toga ed il "tocco" (il classico cappello quadrato che indossano i neolaureati), adesso sulla sua bara, in un cimitero di Agrigento.

Mi sento uno sciacallo a filmare e fotografare quella terribile scena sul molo di Lampedusa dove da un camion vengono scaricate decine di bare, poi issate a bordo della nave della Marina Militare "Libra" che insieme alla "Cassiopea" hanno avuto l'ingrato compito di trasformare quella nave in una nave container di morti.

E la storia di Ermias Haile, come tantissime altre, era cominciata un anno fa - ci racconta la sorella Tsega Estifanos alla quale diamo un passaggio perché vuole raggiungere un'altra sorella che si è persa per le strade di Lampedusa. "Avevo sentito mio fratello due settimane fa, mi aveva chiamato al telefono dicendomi che ormai stava per arrivare, mi ha detto che si trovava già in Libia e che da un giorno all'altro sarebbe partito per Lampedusa". Ermias è arrivato a Lampedusa, ma morto. Finito in fondo al mare assieme ad altri 383 suoi connazionali e recupero dai sub della Marina Militare e delle altre forze dell'ordine.

"Quando al telegiornale abbiamo saputo che un barcone era affondato vicino Lampedusa mi sono preoccupata - dice tra le lacrime Tsega- e pregavamo sperando che lui non si trovasse su quella barca. Cercavamo qualcuno a cui chiedere informazioni, abbiamo chiamato la Prefettura di Agrigento, ma nessuno ci sapeva dare notizie. Poi un nostro amico che si era salvato dal naufragio, ci ha chiamato dicendoci che con lui c'era anche mio fratello ma che non l'aveva più visto da quando erano finiti in acqua. Tre giorni fa, finalmente, non so chi ci ha detto che mio fratello era stato trovato morto e che il suo cadavere era dentro una bara all'aeroporto di Lampedusa". Ermias è stato riconosciuto grazie a quella Laurea di "Dottore in Scienze Politiche" che si era portato appresso dall'Eritrea ed un'altra fotografia portata dalle sue sorelle a Lampedusa è stata appiccicata sulla sua bara.

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