di nuovo in Regione dopo il carcere
L'esponente del Pri eletto con il centrodestra è tornato a Palazzo Campanella dopo quasi un anno di detenzione per voto di scambio. A settembre dovrebbe dimettersi per affrontare il processo che lo vede imputato per una sfilza infinita di reati
di GIUSEPPE BALDESSARRO
http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... -63706488/
REGGIO CALABRIA - E' tornato a sedere oggi in Consiglio regionale. Dopo quasi un anno di carcere Antonio Rappoccio è nuovamente un rappresentante di Palazzo Campanella. Ieri l'aula gli ha riconsegnato lo scranno che gli era stato levato da Aurelio Chizzoniti, il politico che lo ha denunciato e fatto arrestare dopo le elezioni. Uno scherzo del destino, che resterà tale almeno fino alla fine di settembre, data in cui Rappoccio dovrebbe dimettersi per affrontare il processo che lo vede imputato per una sfilza infinita di reati. Un paradosso colto anche dalla Guardia di Finanza che mezz'ora dopo il reingresso in aula dell'imputato ha acquisito sia la delibera di reintegra che la copia delle dimissioni. La storia ha inizio con le regionali calabresi del 2010. Rappoccio, all'epoca in quota Pri, viene eletto con il centrodestra. Primo dei non eletti della sua stessa lista l'avvocato Aurelio Chizzoniti.
Qualche mese dopo, il secondo consegna alla procura della Repubblica di Reggio Calabria un corposo dossier da cui parte un'inchiesta. Dall'indagine si scopre che Rappoccio aveva organizzato alcune cooperative che prima delle elezioni avevano avviato una selezione di personale da assumere per la gestione di alcuni servizi. Selezione alla quale avevano partecipato centinaia di ragazzi. Lo scritto era stato svolto prima del voto, l'orale (che non si è mai svolto) era previsto all'esito delle urne. In mezzo Rappoccio ed alcuni suoi collaboratori avevano fatto sapere che, per ottenere la giusta spintarella, bisognava sostenere "il benefattore" a suon di preferenze. Così Rappoccio aveva superato il suo antagonista interno ed era stato eletto. Scoppiato lo scandalo e arrivati i primi avvisi di garanzia, l'esponente del Pri non aveva fatto una grinza. Consigliere era e consigliere era rimasto, sia pure con un'accusa di "truffa elettorale aggravata".
Nella sostanza il politico aveva chiesto ed ottenuto voti in cambio della promessa di un posto di lavoro, sfruttando la chimera di un'occupazione. Chizzoniti tuttavia non si era dato pace ed aveva ottenuto l'avocazione dell'inchiesta da parte della Procura generale, la quale a stretto giro di posta era arrivata a contestare una serie di altri reati come "l'associazione a delinquere finalizzata alla truffa", il "falso" e il "peculato". Contestazioni a seguito delle quali Rappoccio era stato arrestato. Nei mesi scorsi la conclusione delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio. Due settimane addietro il politico era tornato a far parlare di sè per la sua scarcerazione (nel frattempo era stato posto ai domiciliari) ottenuta con parere favorevole della Procura. Lo stesso ufficio che ha poi fatto ricorso al Tribunale della Libertà per chiedere nuovamente il carcere. Richiesta che sarà discussa il prossimo 7 agosto. Ieri Rappoccio è tornato in Consiglio con il voto favorevole dei parlamentari calabresi ad eccezione di quello di Domenico Talarico di Idv.
Subito dopo il reintegro Rappoccioha tenuto una conferenza stampa nell'aula commissioni, dove il suo avvocato Giacomo Iaria ha annunciato le dimissioni irrevocabili di Rappoccio a partire dal 24 settembre 2013. "Perché il 25 settembre - ha precisato il legale - ci sarà il processo". In questo breve periodo, ha spiegato ancora Iaria, Rappoccio ha deciso di non avvalersi di alcuna persona di staff e di non richiedere alcun rimborso al Consiglio regionale. Insomma fino al 24 settembre c'è tempo.
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