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Ha ragione Beppe Grillo

Inviato: 09/06/2011, 9:45
da reggino
Fanno tutti schifo.

Il parlamentare del Pd Mimmo Lucà
chiese alla ‘ndrangheta i voti per Fassino
La ‘ndrangheta ha sostenuto la candidatura di Piero Fassino alle primarie di Torino del 2011. La vicenda di cui verosimilmente il neo-sindaco era all’oscuro, ruota tutta intorno a Domenico Lucà, parlamentare del Pd nato a Gioiosa Ionica e residente a Rivalta. Lucà è un dirigente delle Acli ed è stato il fondatore del Tribunale del diritto del malato nel capoluogo Piemontese. Nel 1994 è diventato, per la prima volta, parlamentare dei Ds di cui è anche stato membro della direzione nazionale oltre che segretario del Movimento dei cristiano sociali. Ininterrottamente in parlamento da cinque legislature è stato intercettato mentre chiedeva a Salvatore Demasi, considerato arrestato nell’operazione Minotauro e ritenuto dai magistrati “affiliato alla ‘ndrangheta quantomeno dall’anno 1994, partecipe della “società maggiore” con la dote di “padrino”.

Ecco cosa si legge nell’ordinanza che ha portato in carcere 142 presunti affiliati alla ‘ndrangheta piemontese.

“La vicenda Lucà è quella che, maggiormente, interessa le elezioni amministrative del 2011. In merito, si evidenzia che Demasi Salvatore è stato contattato direttamente da Lucà Domenico, parlamentare dell’attuale Legislatura eletto nell’anno 2008 nella Circoscrizione PIEMONTE1. Questi ha chiesto a Demasi di attivarsi per sostenere e reperire consensi per la candidatura dell’Onorevole Fassino alle “consultazioni primarie” del Partito Democratico, svoltesi in data 27.02.2011.In tale circostanza, l’On. Lucà, chiamando Demasi, riferisce che, in occasione delle c.d. “primarie” previste a Torino, avrebbe sostenuto l’Onorevole Piero Fassino; in modo esplicito chiede all’interlocutore di cooperare, procurando, tramite le sue conoscenze a Torino, sostegno in favore del candidato appoggiato dal LUCA’:

DEMASI: pronto…

LUCA’: …ciao GIORGIO…

DEMASI: …ciao MIMMO… come stai?

LUCA’: …eh tu?

DEMASI: …eh…ci difendiamo… ci difendiamo…

LUCA’: …sei in cantiere?…sei da qualche parte?

DEMASI: …sono in cantiere in questo momento… si!…

(…)

LUCA’: …ascolta…ti volevo chiedere questo…tu sai che a Torino abbiamo le primarie…

DEMASI: … certo!…tu dimmi qualcosa che io mi interesso…

LUCA’: …ecco… che io sto sostenendo FASSINO…

DEMASI: …eh beh…anch’io avrei fatto la stessa cosa…

LUCA’: … perché obbiettivamente mi pare la persona più seria in questo momento…

DEMASI: …si…si…

LUCA’: …a dare continuità… a dare continuità alla giunta di CHIAMPARINO…

DEMASI: …si..si…

LUCA’: …infatti anche CHIAMPARINO ovviamente sostiene…

DEMASI: …sostiene FASSINO…

LUCA’: …PIERO…quindi…

DEMASI: …certo…

LUCA’: …eh… volevo chiederti se magari…perché la partita è molto dura con GARIGLIO…

DEMASI: …si…si…eh una mano…

LUCA’: …se magari hai qualche…un qualche amico a Torino…

DEMASI: …certo!… certo che ne ho!…

LUCA’: …a cui passare la voce…

DEMASI: …senz’altro…si…

LUCA’: …perché possono votare tutti i residenti a Torino… ovviamente…

DEMASI: …si… tutti i residenti a Torino…esatto!…

LUCA’: …che abbiano compiuto sedici anni…

DEMASI: …si!…

LUCA’: …eh… quindi insomma… se qualcuno riesce… se hai qualche amico da consigliar…

DEMASI: … come non ne ho… ne ho!… ne ho più di uno… grazie a Dio… ne ho più di uno… quindi…quindi…

LUCA’: …prova… prova a sentire che area tira…

DEMASI: …si…si… e facciamo… facciamo… diciamo questi che conosciamo facciamo votare FASSINO…

Il giorno 27.2.2011, proprio durante lo svolgimento delle primarie, alle ore 17.21, DEMASI telefona all’Onorevole LUCA’ al quale comunica di aver provveduto a sostenere l’Onorevole FASSINO, mostrandosi fiducioso sulla possibilità di una sua vittoria:

DEMASI: ciao MIMMO…

LUCA’: …ciao GIORGIO…ho visto che mi hai chiamato…ciao…

DEMASI: …si…si…ti avevo chiamato… io ero appena arrivato… che avevo fatto ancora qualche commissione tutta la mattinata in Torino…

LUCA’: …ah…ah…

DEMASI: …si…per il nostro amico… comunque…io dico che dovrebbe andare bene…

LUCA’: …si…si…

DEMASI: …anche se è una battaglia abbastanza…

LUCA’: …complicata…

DEMASI: …eh…eh… perchè… insomma… l’altro si è dato… si è dato molto da fare anche!

LUCA’: …si… mi hanno detto che l’altro anche ha lavorato anche molto sui… sui Calabresi!

DEMASI: …si…si…ho riscontrato questo… comunque…

LUCA’: …perchè c’era MANGONE che ha lavorato sui…

DEMASI: …esatto…esatto…esatto…si…si…si…io comunque fino alle dodici ed un quarto… insomma quindi…ho fatto il mio dovere va!

LUCA’: …qualche contrasto l’abbiamo fatto…

DEMASI: …si…si..si…

LUCA’: …va bene…va bene…

(…)

Si evidenzia che, nel corso del dialogo, vien fatto riferimento anche ad un aiuto portato da altri esponenti “calabresi” al candidato antagonista dell’Onorevole FASSINO (si veda l’espressione: “l’altro si è dato… si è dato molto da fare anche (…) mi hanno detto che l’altro anche ha lavorato anche molto sui… sui Calabresi”).

ilfatto




Boss e politica, i rapporti con Porcino onorevole Idv e un consigliere regionale Pd
La ‘ndrangheta non fa differenze di colore politico. Cerca contatti a destra come a sinistra. E spesso riesce a trovarli. Nell’ordinanza torinese sono documentati anche i rapporti con Gaetano Porcino parlamentare e consigliere comunale dell’Idv e una serie di personaggi minori. Ecco cosa scrive il giudice.

“Dalla lettura degli elementi contenuti nell’annotazione del Reparto Operativo del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Torino del 5.4.2011, si evince che, nel periodo compreso tra la fine di gennaio e la fine di febbraio 2011, DEMASI Salvatore (detto “Giorgio”, capo locale di Rivoli) si è incontrato, anche per il tramite di intermediari, con diversi esponenti politici gravitanti sul territorio di Torino e provincia. Sono stati registrati contatti tra Demasi e: l’Onorevole PORCINO Gaetano (IDV); il Consigliere Regionale del Piemonte, BOETI Antonino (PD) e l’Assessore all’Istruzione del Comune di Alpignano, TROMBY Carmelo (IDV); l’Onorevole LUCA’ Domenico (PD). E’ inoltre emerso l’interessamento dello stesso DEMASI nella preparazione della campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Ciriè, a favore del candidato BRIZIO FALLETTI Francesco (sindaco uscente).

“Quanto ai rapporti con l’On. PORCINO – prosegue l’ordinanza – , merita ricordare, in particolare, il contenuto delle conversazioni intercorse tra DEMASI Salvatore, CAIROLI Domenico e CREAZZO Domenico Pasquale735, nel corso delle quali gli interlocutori organizzano un incontro con l’Onorevole PORCINO Gaetano per il giorno 29 gennaio 2011, presso il Bar Massaua di Torino, in piazza Massaua. Si evidenzia che l’On. PORCINO attualmente ricopre anche la carica di Consigliere Comunale presso il Comune di Torino.

Tra l’altro, quanto a CAIROLI Domenico, va sottolineato che il predetto è conosciuto negli ambienti di ‘ndrangheta da numerosi solidali, che lo indicano proprio come una “testa di legno” per conto di DEMASI e di CORTESE Gaetano (esponenti della locale di Rivoli), come si evince dalla annotazione conclusiva dei Carabinieri del 12.5.2010 (pagg. 1491 ove viene riportato l’episodio riguardante l’imprenditore CESARIN Oscar, episodio che ha coinvolto gli affiliati GUARNERI Domenico e IERVASI Nicola della locale di Natile di Careri, parente quest’ultimo dello stesso CAIROLI”.





"Aiutiamo Fassino alle primarie"
Il sindaco: cado dalle nuvole
Nei verbali una telefonata dell'onorevole Mimmo Lucà al boss della 'ndrangheta di Rivoli, Salvatore De Masi. Il deputato pd: è un imprenditore che ha molti amici. Io, come altri esponenti del partito nella zona, penso a Nino Boeti, ci rivolgiamo a lui per un'antica amicizia in occasione degli appuntamenti elettorali
di PAOLO GRISERI
Piero Fassino con la fascia da sindaco
IL BOSS, l'onorevole e le primarie. Squarcio inquietante quello che si apre a pagina 1.374 dell'ordinanza di custodia contro i capi delle 'ndrine del Canavese. Gli inquirenti intercettano il telefono di Salvatore De Masi, boss della 'ndrangheta a Rivoli. E' il 21 febbraio 2011, un lunedì, l'inizio dell'ultima settimana prima delle primarie che dovranno decidere il candidato del centrosinistra a sindaco di Torino. In lizza ci sono Piero Fassino e Davide Gariglio. L'onorevole Mimmo Lucà, storico esponente delle Acli torinesi, telefona a De Masi in cerca di voti: "Caro Giorgio, ti volevo chiedere questo: sai che abbiamo le primarie a Torino". "Certo, tu dimmi qualcosa che io mi interesso". "Ecco che io sto sostenendo Fassino... Perché la partita è molto dura con Gariglio. Se magari hai qualche amico a Torino..". "Si sì, che ne ho. E facciamo.. facciamo, diciamo questi che conosciamo facciamo votare Fassino". "Va bene e poi io, subito dopo, ci vediamo a bere un caffè. Magari così facciamo una chiacchierata..".
Passano i giorni, si arriva alla fatidica domenica del voto, il 27 febbraio.

Il popolo delle primarie affolla i seggi fin dal primo mattino. Alle 17,21, a urne aperte, De Masi chiama Lucà per rassicurarlo: "Ho fatto qualche commissione tutta la mattinata a Torino. Per il nostro amico. Comunque io dico che dovrebbe andare bene". Lucà insiste: "Anche se è una battaglia abbastanza complicata". Demasi conferma: "Eh perché insomma l'altro si è dato molto da fare anche". L'"altro" sarebbe Gariglio e il boss conferma di aver avuto segnali del suo attivismo negli stessi ambienti. Aggiunge Lucà: "Mi hanno detto che l'altro ha anche lavorato molto sui Calabresi, perché c'era Mangone che ha lavorato". "Si si. Comunque io fino alle dodici e un quarto ho fatto il mio dovere và. Sono fiducioso". "Per adesso ti ringrazio".

Salvatore De Masi detto "Giorgio" è un personaggio molto noto a Rivoli. "Lo hanno arrestato? Casco dal pero", commenta oggi Mimmo Lucà. L'esponente del Pd si dice "sorpreso e amareggiato" per il fatto che il suo nome venga accostato a quello di un presunto boss delle 'ndrine. "Chi come me fa politica da molti anni a Rivoli conosce da tempo Giorgio De Masi". Perché rivolgersi a lui in occasione delle primarie? Come fa a garantire i voti? E in cambio di quali contropartite? "Sfido chiunque, in 17 anni di attività politica, a dire che Mimmo Lucà ha mai chiesto un favore a vantaggio di De Masi. Sono pratiche lontane dalla mia etica. De Masi è un imprenditore che ha molti amici. Io come anche altri esponenti del Pd della zona, penso a Nino Boeti, ci rivolgiamo a lui per un'antica amicizia in occasione degli appuntamenti elettorali e, naturalmente, per scambiarci gli auguri di fine anno".

Ma possibile che un politico molto legato al territorio non sappia distinguere il grano dal loglio, come dice il Vangelo? "Cado davvero dalle nuvole. Forse non conosco così bene il territorio ma certo mi sorprende proprio apprendere che De Masi è stato arrestato con accuse tanto gravi. A meno che non si sostenga che dovrei diffidare di tutti i calabresi che fanno gli impresari edili. Sono calabrese anch'io e a questa logica non ci sto". In serata il commento del sindaco: "Cado letteralmente dalle nuvole - dice Fassino - di questa vicenda non so nulla e non conosco quella persona a cui si sarebbe rivolto l'onorevole Lucà".


(09 giugno 2011) © Riproduzione riservata

repubblica.it

Re: Ha ragione Beppe Grillo

Inviato: 09/06/2011, 9:45
da reggino
alle prossime elezioni voto movimento 5 stelle. :salut

Re: Ha ragione Beppe Grillo

Inviato: 09/06/2011, 18:47
da reggino
‘Ndrangheta in Piemonte, l’onorevole Lucà si difende. “Io in buona fede, caduto in trappola”
Il parlamentare del Pd (non indagato) viene intercettato con un presunto boss al quale chiede appoggio per il neo-sindaco Fassino impegnato nelle primarie. Dice: "Non sapevo fosse un affiliato, ma solo un noto imprenditore"
“Sono caduto in una trappola, questo sì, ma certamente in buonissima fede”. Il parlamentare del Pd Domenico Lucà non ci sta. Lui quell’imprenditore calabrese che ieri mattina è finito in carcere con l’accusa di essere un padrino della ‘ndrangheta piemontese, lo conosceva da anni “ma certo non sapevo fosse affiliato ai clan dal 1994”. Politica e mafia. Per i magistrati il copione è chiaro. Non per Lucà. Che grida la sua “totale estraneità” e non entra nella questione di altri colleghi coinvolti (ma non indagati) nell’inchiesta. A partire dall’assessore regionale Claudia Porchietto.

Il giorno dopo l’operazione Minotauro, che ha messo sotto scacco gli uomini delle cosche nel nord Italia, l’aria all’ombra della Mole resta agitata. L’ondata di arresti, infatti, si lascia dietro malumori e rabbia. Ma soprattutto un quadro inquietante: la capacità dei clan di infiltrarsi a ogni livello della politica. Almeno questo racconta l’indagine coordinata dal procuratore Giancarlo Caselli. E così tra le pieghe delle carte resta impigliato anche il nome di Mimmo Lucà, all’anagrafe Domenico, classe ’53 originario di un piccolo paese della Locride. Dirigente delle Acli e fondatore, a Torino, del Tribunale per i diritti del malato, Lucà entra in politica nel 1994 con casacca Ds. E qui resta fino a oggi. Quattordici anni di militanza parlamentare e altrettanti di passione politica vissuti tra Rivalta e Rivoli. “Una carriera che non può essere infangata in questa maniera”. Lucà lo dice con forza riferendosi a quelle intercettazioni che, pur non avendo rilevanza penale (il parlamentare non è indagato), sono trascritte nell’ordinanza di arresto. Poco più di due pagine in cui si legge come “la vicenda Lucà è quella che, maggiormente, interessa le elezioni amministrative del 2011. In merito, si evidenzia che Salvatore Demasi è stato contattato direttamente da Domenico Lucà, parlamentare dell’attuale Legislatura eletto nell’anno 2008. Questi ha chiesto a Demasi di attivarsi per sostenere e reperire consensi per la candidatura dell’onorevole Fassino alle consultazioni primarie del Partito Democratico”.

Ma chi è Salvatore Demasi? Per i magistrati è un affiliato con dote di padrino e capo della locale di Rivoli. Per Mimmo Lucà, invece, “è un imprenditore calabrese che costruisce bellissime case, noto non certo per motivi di dubbia moralità”. E del resto tra l’onorevole e il presunto boss la conoscenza è lunga. “Lui – racconta Lucà – mi ha dato una mano quando il mio collegio elettorale era Rivoli”. Di più: “Abbiamo partecipato assieme a incontri pubblici, ci scambiamo gli auguri di natale”. Quindi la doverosa precisazione: “Non ho mai minimamente immaginato dei suoi rapporti con i clan, perché se così fosse stato avrei cancellato il suo numero dalla mia rubrica”. Il punto è chiaro. E in fondo Lucà, originario di Gioiosa Ionica, sa molto bene come deve muoversi un politico in certi posti. “Quando torno in Calabria sto attento alle persone che incontro” perché “a Gioisa Ionica ci si conosce tutti”. Non sembra essere così a Rivoli. Eppure ieri il comune è finito dritto dritto nelle carte dell’inchiesta. Qui per anni ha operato un locale di ‘ndrangheta capeggiato proprio da Demasi. “A Rivoli – dice Lucà – non ho mai avuto la sensazione della presenza mafiosa”. Presenza che il collaboratore di giustizia Rocco Varacalli, invece, colloca a partire dai primi anni del 2000. “Ricordo che il 20 dicembre 2002 venne svolta una festa per il Natale presso il cantiere di via Lancia ove era impegnata la mia ditta. Ricordo con precisione che si trattava del 20 dicembre 2002 poiché nella stessa data, nella mattina, avevo consegnato gli assegni ai miei numerosi dipendenti. Alla festa erano presenti Giorgio Demasi, capolocale storico della ‘ndrina di Rivoli”. Demasi, detto Giorgio, ma iscritto all’anagrafe con il nome di Salvatore “è legato alle famiglie Romeo, Pelle e Vottari di San Luca”. Legame che gli deriva dal matrimonio con “Antonia Romeo, figlia di Sebastiano alias “Staccu” ritenuto, sino alla sua morte, il “capobastone” della cosca nonché “capo locale” di San Luca”.

Questo per stare alla fredda sintassi giudiziaria. Il resto sta, invece, nelle parole accorate di Mimmo Lucà. Che riprende il filo per riordinare la vicenda delle primarie in vista delle amministrative 2011 a Torino. “Essendo io calabrese – dice – , ogni volta che c’è una tornata elettorale mando una lettera ai calabresi chiedendo esplicitamente il voto”. E Demasi? “La partita per le primarie è stata fino all’ultimo complicata”. Il consigliere regionale Davide Gariglio, infatti, sembra messo bene. Al Pd si teme un pericoloso testa a testa. Ma c’è di più: alcuni calabresi si stanno dando da fare per lui. Conferma Lucà. “Avevo saputo che Mangone si era dato da fare per Gariglio”. Giuseppe Mangone è finito in carcere con l’accusa di essere uno dei capi del crimine Piemontese. Il parlamentare Pd spiega: “Per questo ho chiesto a Demasi se poteva interessarsi per recuperare qualche voto tra i suoi amici. In fondo lui si era già dato da fare per la campagna elettorale di Mercedes Bresso e Sergio Chiamparino”. Quindi la precisazione che per Lucà chiude il discorso: “Io non ho mai scambiato nulla con nessuno e adesso mi ritrovo con la vita privata sconvolta e un reputazione pubblica messa a rischio da accuse totalmente infondate”.

ilfatto


Altro che alleanze,tutti i partiti di csx(compreso l'idv),per prima cosa devono pensare a fare pulizia nel loro interno.Se si vuole essere alternativi a questo cdx,bisogna credere CIECAMENTE nella questione morale,altrimenti ha ragione chi dice che sono tutti uguali.Mi auguro che nei confronti di questo idiota vengano presi seri provvedimenti da parte del partito.

Re: Ha ragione Beppe Grillo

Inviato: 09/06/2011, 19:12
da reggino
'Ndrangheta, Fassino: “Nessun ombra sulle primarie”
Il Sindaco di Torino si dissocia dalla vicenda che coinvolge De Masi: “Non sono disposto a essere messo nel tritacarne dei sospetti”



E così anche il nome del neo sindaco di Torino, finisce tra le carte dell'inchiesta della Procura di Torino, che ieri ha visto l'arresto di 150 persone, accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, usura, estorsione ed altro.
In carcere oltre e personaggi legati al mondo della criminalità organizzata calabrese, anche piccoli imprenditori e alcuni politici.
La circostanza che coinvolge nello specifico Fassino, riguarda un'intercettazione telefonica tra l'on Mimmo Lucà e il capo clan di Rivoli Salvatore De Masi. Lucà, si legge, chiede a Demasi di attivarsi per sostenere e reperire consensi per la candidatura dell'Onorevole Fassino alle "consultazioni primarie" del Partito Democratico, che si sono svolte lo scorso febbraio.
Fassino che già nella serata di ieri si era detto totalmente estraneo alla vicenda, oggi ha rimarcato la questione con estrema chiarezza:
"Non sono disposto a essere messo nel tritacarne dei sospetti e dei "si dice" - ha detto il sindaco - E non permetterò a nessuno di gettare un'ombra, ancorché lontanissima, sulla straordinaria prova che hanno dato 53 mila torinesi partecipando alle primarie". "Alcuni giornali - scrive Fassino in una nota - oggi accostano il mio nome a personaggi e situazioni con le quali, in tutta evidenza, la mia persona e il mio ruolo non hanno nulla da spartire. In ogni caso non sono disposto a essere messo nel tritacarne dei sospetti e dei "si dice". Sono una persona per bene: lo racconta la mia storia, lo dimostrano le mie scelte".
A sua volta il deputato Lucà si è detto stupito e inconsapevole del fatto che Demasi facesse parte della malavita calabrese: "Conosco De Masi da molti anni - ha dichiarato l'onorevole - ma non ho mai pensato che potesse appartenere alla criminalità organizzata. Demasi è un imprenditore assai conosciuto anche da altri esponenti del centrosinistra torinese. Ci rivolgiamo a lui per un'antica amicizia in occasione delle feste di fine anno e degli appuntamenti elettorali".

Intanto anche Nino Boeti, consigliere regionale del Pd, il cui nome compare sempre in una conversazione di Salvatore Demasi, si dice all’oscuro della cosa: "Sono completamente estraneo alle vicende che hanno portato all'arresto di esponenti della 'ndrangheta calabrese in Piemonte – ha detto Boeti - Non ho ricevuto alcun atto giudiziario che possa far pensare a un mio coinvolgimento nell'inchiesta e sono disponibile in qualunque momento a essere sentito dall'autorità competente". "Non ho mai fatto niente di illegale nella mia vita – ha continuato -, né in quella professionale, né in quella politica. Non potevo immaginare che una persona che conosco da trent'anni e che non avevo motivo di ritenere non fosse un uomo onesto, potesse essere un esponente di quel fenomeno criminale che soffoca il sud del paese e che evidentemente cerca di fare altrettanto con il territorio in cui viviamo con le nostre famiglie". Boeti ha rimesso l'incarico da consigliere nelle mani del segretario regionale del Pd Gianfranco Morgando, "pronto a dimettermi - dice - se il partito dovesse avere il minimo dubbio sulla mia onestà e sulla mia correttezza"


http://www.videopiemonte.it/cronaca/144 ... marie.html

Fassino per me deve dimettersi.So che verrà penalizzata la città di Torino,ma io da uno come lui non mi sentirei "rappresentato".Sarò giustizialista,quello che volete,ma per me chi ricopre incarichi pubblici deve essere al di sopra di ogni sospetto,non solo onesto,ma anche apparire tale,e Fassino stando a quello che si legge sui giornali è tutto meno che questo.Sono curioso di vedere come agirà il partito...

Re: Ha ragione Beppe Grillo

Inviato: 05/07/2011, 19:39
da reggino
Sicilia, nell’Assemblea regionale 24 indagati
I movimenti ne chiedono lo scioglimento
Ventiquattro deputati dell’Assemblea regionale siciliana sono sotto inchiesta. E quattro di loro sono stati arrestati negli ultimi mesi. Sono sospettati di reati che vanno dalla truffa, alla concussione, al falso, al concorso in associazione mafiosa. Sono esponenti sia del Pd che del Pdl, passando per l’Mpa. Secondo la legge derivante dall’autonomia sicula devono essere chiamati “onorevoli”. Alle 17.00 è iniziata la protesta dei movimenti civici palermitani che hanno tappezzato la città di striscioni, con una sola richiesta: lo scioglimento dell’Assemblea regionale.

Il capofila è il presidente della regione Sicilia Raffaele Lombardo, fondatore dell’Mpa, indagato per concorso in associazione mafiosa, la sua posizione è stata stralciata dal procuratore capo di Catania Michelangelo Patanè, che ha disposto la revoca dell’indagine ai quattro pm titolari che avevano chiesto il rinvio a giudizio. Lombardo si è detto sempre estraneo ai fatti, confermando soltanto rapporti “che nascono in politica” con alcuni pregiudicati e boss mafiosi. Lombardo, successore di Totò Cuffaro (attualmente in carcere con una condanna a 7 anni per mafia), rappresenta la punta di un iceberg.

A unire “onorevoli” di destra e sinistra sono spesso capi d’imputazione e manette, nella totale normalizzazione del sistema elettorale siciliano.

PARTITO DEMOCRATICO. Il deputato regionale del partito democratico Gaspare Vitrano, vicino alla corrente che sostiene politicamente Raffaele Lombardo in cambio degli assessorati, è stato arrestato per concussione: gli inquirenti ipotizzano che abbia intascato una tangente su alcuni impianti fotovoltaici. Adesso è tornato in libertà, ma i magistrati hanno disposto il “divieto di soggiorno in Sicilia”.

Gli eponenti del partito democratico Elio Galvagno e Salvatore Termine sono indagati per falso in bilancio nell’inchiesta sulla gestione dell’Ato rifiuti di Enna, il collega democratico messinese Giuseppe Picciolo è indagato per simulazione di reato e calunnia aggravata.

POPOLARI ITALIA DOMANI. Fausto Fagone è stato arrestato con l’accusa di concorso in associazione mafiosa nell’inchiesta Iblis della procura di Catania; il suo collega Santino Catalano, eletto con l’Mpa e poi transitato nel Pid, ha patteggiato una condanna a 1 anno e 2 mesi per falso e abuso d’ufficio. Quando la commissione Verifica poteri dell’Ars doveva pronunciarsi sulla sua decadenza per “incandidabilità originaria”, il voto trasversale a scrutinio segreto l’ha salvato tra gli applausi dei colleghi onorevoli. A chiudere la lista dei deputati del Pid sotto inchiesta c’è Rudi Maira, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla gestione di appalti pubblici.

UNIONE DEMOCRATICI CENTRO. Mario Parlavecchio è indagato insieme al collega del Pdl Francesco Cascio, nell’inchiesta sulla mancata adozione dei piani antinquinamento previsti dalla legge. Marco Forzese è indagato nell’inchiesta sulle promozioni facili al Comune di Catania.

POPOPO DELLA LIBERTA’. I berlusconiani in Sicilia non scherzano. Giuseppe Buzzanca è stato condannato definitivamente a 6 mesi per peculato: doveva partire in crociera con la moglie e arrivò con l’auto blu sino alla Puglia. Il deputato Fabio Mancuso, presidente della commissione Ambiente, ex sindaco della città di Adrano (CT), è indagato per corruzione, concussione e abuso d’ufficio per circa 90mila euro ricevuti da una società di calcio. Il pm catanese Andrea Bonomo ha però chiesto la condanna soltanto per il presunto abuso d’ufficio, chiesta l’assoluzione per gli altri capi d’imputazione. Il collega Salvino Caputo, che presiede la commissione Attività Produttive, è stato condannato a due anni per tentato abuso d’ufficio e falso ideologico. La pena è sospesa. Caputo nel 2004, da sindaco di Monreale, avrebbe evitato che il vescovo locale pagasse alcune contravvenzioni. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Francesco Cascio è indagato per omissione di atti d’ufficio perché da assessore regionale non avrebbe adottato misure adeguate, come previsto dalla legge, contro l’inquinamento atmosferico. Insieme a lui sono indagati anche Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro, in pratica, secondo le ipotesi dell’accusa, non avrebbero redatto i piani antinquinamento nonostante i dati allarmanti delle centraline. Nino D’Asero è indagato nell’inchiesta sulle promozioni facili del Comune di Catania.

SICILIA VERA. Il leader Cateno De Luca è stato arrestato il 28 giugno 2011 con l’accusa di abuso d’ufficio e concussione. Gli sono stati concessi i domiciliari.

FORZA DEL SUD. Il movimento del sottosegretario Gianfranco Miccichè, pupillo di Marcello Dell’Utri, vede indagati due onorevoli: Franco Mineo, rinviato a giudizio con l’accusa di intestazione fittizia di beni, usura, concussione e peculato e Michele Cimino. Per quest’ultimo la procura ha chiesto l’archiviazione per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio.

ALLEATI PER LA SICILIA. Giovanni Cristaudo è indagato per concorso in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta Iblis della procura di Catania.

MOVIMENTO PER L’AUTONOMIA. Anche il movimento del presidente della Regione Raffaele Lombardo non delude le aspettative. Riccardo Minardo, presso la cui segreteria c’è la sede provinciale di Ragusa dell’Mpa, è ai domiciliari per truffa. Giuseppe Federico è indagato per voto di scambio. Giuseppe Arena è indagato per falso ideologico nell’inchiesta sul buco di bilancio del Comune di Catania, era assessore in quota Alleanza Nazionale durante la sindacatura di Umberto Scapagnini, medico di Berlusconi. Arena risulta indagato anche nell’inchiesta sulle promozioni facili al Comune insieme a Raffaele Lombardo e decine di altri indagati. Giovanni Di Mauro è indagato per omissione di atti d’ufficio nell’inchiesta sulla mancata adozione dei piani antinquinamento. Giuseppe Gennuso dell’Mpa è indagato per concorso in falso ed occultamento di atto pubblico nell’inchiesta della Dia di Palermo sui Bingo e i Monopoli di Stato.



ilfatto