Scopelliti: (Fallara) uccisa da media

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Luca29
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Bè signori, se non ricordo male il Governatore Scopelliti ha già chiarito la vicenda e se non mal ricordo anche gli ispettori hanno detto che la Fallara si è suicidata e quindi Peppe con la morte della Fallara non centra nulla.
mohammed ha scritto:scopelliti per me lo condannano perché comunque quando firmi sei responsabile, vale per tutti non solo per lui.
Questo è quello che pensi tu, per fortuna però dobbiamo invece aspettare che si pronuncino i Giudici
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allora dato che dobbiamo attendere il verdetto dei giudici(e tu non lo sei o sbaglio?)mettiti da parte ed aspetta in rispettoso silenzio dato che c'è sempre di mezzo un morto....capito?
O parla se hai fatti nuovi e non opinioni campate in aria..
mohammed
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Luca29 ha scritto:Bè signori, se non ricordo male il Governatore Scopelliti ha già chiarito la vicenda e se non mal ricordo anche gli ispettori hanno detto che la Fallara si è suicidata e quindi Peppe con la morte della Fallara non centra nulla.
mohammed ha scritto:scopelliti per me lo condannano perché comunque quando firmi sei responsabile, vale per tutti non solo per lui.
Questo è quello che pensi tu, per fortuna però dobbiamo invece aspettare che si pronuncino i Giudici
È già pronto per una bella applicazione della legge Severino e finalmente via dalle palle lui è i suoi lacchè (esclusi i presenti ovviamente)...
Allah è grande, Gheddafi è il suo profeta!
Luca29
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Motociclista ha scritto:allora dato che dobbiamo attendere il verdetto dei giudici(e tu non lo sei o sbaglio?)mettiti da parte ed aspetta in rispettoso silenzio dato che c'è sempre di mezzo un morto....capito?
Anche perchè c'è di mezzo un morto voi altri non dovreste incolpare Peppe prima ancora che lo facciano i giudici.
mohammed ha scritto:
mohammed ha scritto:scopelliti per me lo condannano perché comunque quando firmi sei responsabile, vale per tutti non solo per lui.
È già pronto per una bella applicazione della legge Severino e finalmente via dalle palle lui è i suoi lacchè (esclusi i presenti ovviamente)...
Prego, ripeto, aspettiamo che si pronuncino i signori magistrati perchè come per te Scopelliti è colpevole (per la morte della Fallara è però già stato scagionato) per me e per altre migliaia di calabresi è innocente.
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http://www.ildispaccio.com/reggio-calab ... scopelliti

di Claudio Cordova - E' il Banco di Napoli, da anni tesoriere del Comune di Reggio Calabria, il protagonista dell'udienza, una delle ultime della lunga istruttoria dibattimentale, del procedimento noto come "Caso Fallara", in cui alla sbarra vi è l'ex sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, oggi Governatore, nonché gli ex revisori dei conti dell'Ente, Domenico D'Amico, Carmelo Stracuzzi e Ruggero De Medici. La maggior parte dei testimoni escussi al cospetto del Tribunale presieduto da Olga Tarzia è stato o è in forza al Banco di Napoli, i cui comportamenti sono stati protagonisti nel corso delle scorse udienze.

A cominciare dall'attuale direttore di filiale, Giuseppe Callea, richiamato a deporre dopo che, alcune settimane fa, erano emersi profili piuttosto strani riguardo ai versamenti dei contributi ai dipendenti comunali. Stando alle indagini tecniche commissionate dal pubblico ministero Sara Ombra, infatti, il Comune di Reggio Calabria, soffocato dai debiti negli anni del "Modello Reggio" avrebbe di fatto omesso di versare i contributi ai dipendenti, erogando solo gli stipendi. Un comportamento che avrebbe potuto configurare, in astratto, responsabilità anche da parte della Tesoreria, che invece era dovuta, per convenzione, a movimentare sia il netto (degli stipendi), sia il lordo (dei contributi).

L'escussione dei testimoni, però, potrebbe aver chiarito qualche dubbio: "Noi non entravamo nel merito, ma ci limitavamo a eseguire quanto disposto dal Comune". Un leit motiv che accompagnerà le deposizioni tanto dell'attuale direttore, Giuseppe Callea, quanto del suo predecessore, Roberto Bonsanti, nonché dei dipendenti addetti alla cassa, Giandomenico Buonsanti, Domenico De Franco e Maria Ielo. "I pagamenti sono stati eseguiti per quello che ci è stato richiesto" hanno detto all'unisono i testimoni.

In parole povere, se da Palazzo San Giorgio partiva l'ordina di pagare una certa cifra come contributi ai dipendenti, la banca non si accertava che la cifra fosse effettivamente veritiera, ma si limitava a eseguire la disposizione del Settore Finanze e Tributi, retto dalla dirigente Orsola Fallara. La trasmissione degli F24, inoltre, sarebbe stata cartacea fino al 2009, salvo poi divenire – per tutta la Pubblica Amministrazione – telematica.

Anche sui famigerati mandati di pagamento corretti a penna – altro elemento sottolineato dai tecnici della Procura – i membri del Banco di Napoli hanno risposto sostanzialmente in coro: "Erano accompagnati da una lettera dell'Ente".

La seconda parte della lunga udienza, invece, è stata occupata dalla deposizione dell'ex dirigente del Comune, Igor Paonni, per anni responsabile delle società miste: "Abbiamo avuto problemi economici solo nella fase finale, tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011" dice Paonni che imputa le difficoltà alla carenza di liquidità. Questa, almeno, era la versione ufficiale che fornirà sempre la dirigente Fallara, con l'accettazione supina del dato da parte di tutti: "Tutti erano consapevoli dei ritardi" dice Paonni, suscitando però il nervosismo della presidente Tarzia: "Ma ci fate capire a cosa servivano questi dirigenti?" dice.

Dulcis in fundo, la deposizione di Peppe Agliano, fedelissimo del Governatore Scopelliti, che infatti lo inserirà tra i propri collaboratori in Giunta Regionale. Agliano minimizzerà i problemi posti in essere dal comportamento di Orsola Fallara: "Io ho sempre avuto ottimi rapporti professionali e personali, lei aveva un carattere particolare". Tuttavia, ammetterà il rapporto fiduciario e confidenziale tra la dirigente e l'allora sindaco Scopelliti: "I contrasti avvenivano perché spesso con i consiglieri non era chiara sugli aspetti finanziari, lei diceva che voleva rapportarsi solo con il sindaco".

Un passaggio che il pm Sara Ombra non mancherà sicuramente di sottolineare in sede della discussione, ormai sempre più vicina.
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http://www.corrieredellacalabria.it/sto ... 0.facebook


Lei preferiva rapportarsi direttamente con il sindaco»

Reggio, processo Fallara: l'ex assessore Agliano spiega i rapporti tra la dirigente e Scopelliti








«Lei preferiva rapportarsi direttamente con il sindaco»



Giuseppe Scopelliti con Orsola Fallara


REGGIO CALABRIA Il siluro arriva – inaspettato – da uno dei fedelissimi del governatore, quel Peppe Agliano che negli anni del “modello Reggio” è stato consigliere, quindi assessore – al Turismo, al Bilancio e allo Sport –, poi ancora una volta consigliere. Chiamato a rispondere alle domande del pm Sara Ombra soprattutto come titolare di quella delega al Bilancio che nel 2002 ha ereditato dall’allora sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti, nonché come assessore di riferimento della potentissima titolare della Ragioneria, Orsola Fallara, Agliano si lascia sfuggire: «Sia i consiglieri, sia gli altri colleghi, non avevano rapporti facili con lei, sappiamo tutti che non aveva un carattere semplice. I motivi dei contrasti erano spesso legati a problemi di bilancio e al fatto che lei preferiva rapportarsi direttamente con il sindaco, piuttosto che con il singolo assessore che ne avrebbe avuto anche titolo e diritto». Un’affermazione che Agliano lascia cadere con nonchalance, ma che per l’accusa è una conferma di quel rapporto strettissimo ed esclusivo che legava la potente burocrate al primo cittadino dell’epoca, che proprio in virtù di questo – nell’impostazione accusatoria – non avrebbe potuto non essere a conoscenza degli artifizi contabili che hanno scavato un cratere di 117 milioni di euro nei bilanci del Comune.

Gli anni d’oro degli swap
Sul punto, Agliano poco o nulla sa dire. Nonostante per anni sia stato l’assessore responsabile, il suo compito in sede di redazione del fondamentale documento di gestione del Comune era solo quello di «ascoltare le esigenze dei vari colleghi, anche dei consiglieri quando si discuteva in consiglio comunale e poi ovviamente la relazione finale». Input che – afferma il politico – «discutevo con la dirigente che predisponeva all’interno del bilancio i vari richiami e se necessario anche con il sindaco». Discussioni – dice, rispondendo alle domande del pm Ombra – che coinvolgevano anche la giunta quando toccava individuare le priorità: «Gli investimenti all’epoca erano destinati soprattutto alla cultura e al turismo, ma anche all’impiantistica sportiva, perché all’epoca avevamo cinque squadre in serie A, quindi era importante investire su questo». La Fallara, afferma Agliano, «dava pareri in base alle disponibilità che si sentiva di poter concedere in risposta alle varie richieste, ma non poteva decidere le priorità». Certo – ammette Agliano – un controllo carte alla mano e numeri a confronto, sull’effettiva situazione delle casse di Palazzo San Giorgio, lui non l’ha mai fatto, anche se «da ragioniere – rivendica – almeno l’abc del bilancio lo conosco». «Ma io sono stato assessore quando avevamo risorse importanti perché erano gli anni degli swap, quindi all’epoca problemi di bilancio non ce n’erano. Solo dopo il 2009 – ricorda – abbiamo iniziato ad avere problemi di liquidità e sofferenze nei pagamenti. Le imprese si lamentavano». Problemi che la Fallara avrebbe all’epoca giustificato con una «mancanza di liquidità dovuta ai mancati o ritardati trasferimenti da Roma» su cui – stando a quanto dichiara Agliano – «io personalmente non ho mai fatto approfondimenti e sinceramente non so se qualcuno li abbia fatti».

Paonni, i ritardi fisiologici e patologici
L’ex dirigente ai servizi esternalizzati Igor Paonni, che alla presidente Tarzia – che gli ricorda che non sempre le somme appostate in bilancio corrispondevano alle reali necessità delle partecipate – risponde: «Non sono mai stato a conoscenza del bilancio né l’ho mai visto, io prendevo per buono il Peg – il documento di programmazione economica e gestionale – che veniva consegnato. Credo che nel bilancio ci fosse l’importo per intero, poi frazionato nei Peg». Una supposizione che Paonni non si è mai dato pena di investigare. «Non so perché venissero poste in bilancio necessità minori. Non mi sono mai posto il problema perché poi le somme venivano erogate». Per l’ex dirigente del Comune, «fino al 2009 c’erano ritardi fisiologici nei pagamenti, poi sono diventati patologici». Traduzione: se inizialmente i ritardi erano solo di uno o due mesi, in seguito «hanno iniziato a diventare frequenti e, slittando di mese in mese, le somme da pagare sono diventate importanti. Non era più possibile risolvere il problema nell’immediato perché i ritardi si accumulavano e le somme crescevano. Il pregresso non riusciva mai ad essere pagato».

Il buco nero in Tesoreria
Ma stando all’Agenzia delle entrate e a uno specifico capo di imputazione soldi – e tanti – mancano anche nel capitolo relativo ai versamenti degli oneri tributari. Un mistero che qualche settimana fa l’audizione dell’attuale direttore della filiale del Banco di Napoli che fa da Tesoreria al Comune, Giuseppe Callea, non era riuscita a sciogliere, tanto da obbligare la presidente Tarzia a riconvocarlo per oggi all’esito dei necessari approfondimenti, insieme agli addetti e all’ex direttore, Roberto Bonfante. Ed è proprio la deposizione di quest’ultimo a svelare come probabilmente sia stato possibile per l’Ente omettere di versare ritenute fiscali – tasse erariali e Irpef – relative agli stipendi dei dipendenti per quasi diciassette milioni di euro. «Fino al 2009 – spiega l’ex direttore – la procedura era tutta cartolare. L’Ente inviava alla Tesoreria un mandato cumulativo, relativo agli stipendi e ai contributi previdenziali, ma le ritenute fiscali non erano comprese. Per queste era necessario un mandato a parte che l’Ente si doveva preoccupare di farci avere». Un procedimento in seguito informatizzato, dunque impossibile da aggirare, come spiegato oggi in aula – con un faldone di carte a sostegno delle proprie parole – dall’attuale direttore Callea, che quasi indignato afferma: «Nelle mie ricerche ho trovato una lettera con cui comunicavamo all’Ente una squadratura (una differenza tra le somme accantonate presso la Banca d'Italia – e destinate al pagamento dei contributi – e i mandati emessi dal Comune, ndr) di un centesimo di euro, è impossibile che i contributi non siano stati pagati». Del resto, alla Tesoreria – affermano i dipendenti Giandomenico Buonsanti, Domenico De Franco e Maria Ielo chiamati oggi a testimoniare – spettava solo un controllo formale di conformità fra la somma dei mandati e la lettera di accompagnamento. Una missiva che sarebbe stata il passpartout necessario per rendere “pagabili” anche mandati contrassegnati da correzioni o abrasioni, in particolare nella sezione che identifica le somme come “libere” – dunque utilizzabili per qualsiasi capitolo di spesa – o vincolate. Lettere che addirittura spesso arrivavano solo in un secondo momento rispetto ai mandati che riportavano correzioni a penna. In barba alla convenzione fra il Comune e la Banca che – stando a quanto sostenuto in aula dalle difese – sembra vietarlo espressamente.

Fine dell’istruttoria
Si chiude dunque con queste deposizioni la lunga istruttoria del processo Fallara, il procedimento che prende il nome dalla dirigente del settore Bilancio del Comune di Reggio Calabria morta suicida nel dicembre 2011, che ha lasciato dietro di sé una voragine nei conti comunali dai contorni ancora non definiti, e oggi vede imputato l’ex sindaco Peppe Scopelliti, accusato di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio e i revisori dei conti dell’epoca, Carmelo Stracuzzi, Domenico D'Amico e Ruggero Alessandro De Medici, accusati di solo falso. Il prossimo 29 gennaio toccherà al pm Sara Ombra sintetizzare il quadro emerso nel corso delle udienze con la sua requisitoria, mentre dopo toccherà alle difese tentare di smontare le accuse con le proprie arringhe. Una battaglia che – se il calendario dovesse essere rispettato – potrebbe concludersi il prossimo 27 febbraio, giorno in cui è prevista una sentenza che la città attende da tempo e che in virtù della legge Severino potrebbe creare più di un ostacolo alla carriera politica dell’attuale governatore Peppe Scopelliti. (0050)


Alessia Candito
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Andrew
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Ma io mi chiedo, ogni tot di tempo gli enti pubblici vengono visitati dai revisori dei conti che devono trovare tutto in regola, altrimenti sono cazzi amari. I comuni sono dispensati da questo controllo? Non capisco, è tutto assurdo.
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onlyamaranto
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Andrew ha scritto:Ma io mi chiedo, ogni tot di tempo gli enti pubblici vengono visitati dai revisori dei conti che devono trovare tutto in regola, altrimenti sono cazzi amari. I comuni sono dispensati da questo controllo? Non capisco, è tutto assurdo.

Sì, è veramente tutto così assurdo.
Evidentemente tra controllori e controllati...beh...non lo so...qualche nticchicedda di problema c'era...

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
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