ELEZIONE NUOVO PAPA

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Andy
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Questo papa ha la faccia,e i modi, del nonnino che se ne sta in salotto con la copertina sulle gambe.Per questo ha conquistato tutti.
Ho l'impressione che siamo di fronte a un Pontefice in grado di fare la storia.
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Mave
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colpisce sempre di più, oggi dopo aver celebrato la messa è rimasto 20 minuti fuori dalla chiesa a salutare tutti i fedeli, suore e parroci che avevano seguito la messa
ha persino oltrepassato un cancello per andare a salutare tutti i fedeli dietro le transenne chiaramente contro il volere degli addetti alla sicurezza, durante l'Angelus dapprima leggeva un discorso poi ha cominciato a raccontare aneddoti e parlare a braccio...questo Papa potrebbe riavvicinare molte persone alla fede e sta dando già tanti segnali di cambiamento
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spiny79
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Papa Francesco ha servito i poveri, ha vissuto in mezzo a loro, sa cosa vuol dire, per questo riesce a parlare in modo così semplice ed allo stesso tempo così profondo, sono contento per questo...
Mariotta
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Va Francesco,e ripara la mia Chiesa che è tutta in rovina! Cosi' pare che Cristo Crocifisso parlo' al povero d'Assisi.
Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
Mariotta
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UnVeroTifoso ha scritto:PAPA FRANCESCO: "NON VOGLIO GUARDIE NON MI SERVONO"

Papa da nemmeno 24 ore e già emergono le prime indiscrezioni che la dicono lunga sul carattere di Papa Francesco, il gesuita argentino eletto ieri sera al quinto scrutinio successore di Benedetto XVI. Due tratti, su tutti, emergono con forza fin dai primissimi atti successivi all'accettazione e alla scelta del nome, la semplicità e la decisione. Non appena condotto nella stanza delle Lacrime, infatti, la sala dove il neo Pontefice abbandona una volta per tutte la talare rossa da cardinale per indossare la veste bianca da Pontefice, c'è stato, secondo quanto si apprende, quasi un braccio di ferro con il Maestro delle Celebrazioni liturgiche, monsignor Guido Marini. Il quale ha proposto al neo Papa di indossare, sopra la veste bianca, la mozzetta di velluto rosso bordata di ermellino e la croce d'oro. «Questa la mette lei», avrebbe detto Papa Francesco con piglio deciso, «io mi tengo questa, la croce di quando sono divenuto vescovo, una croce di ferro».

Una scena simile si è ripetuta questa mattina presto, mentre Papa Bergoglio si accingeva a raggiungere la basilica di Santa Maria Maggiore, luogo di culto mariano, dove ha voluto compiere una preghiera per ringraziare la Madonna. «Lasciate la basilica aperta», ha chiesto ai suoi collaboratori. «Sono un pellegrino e voglio andare a pregare da pellegrino tra gli altri pellegrini», ha aggiunto. Insofferente, Papa Francesco si è dimostrato subito anche alle rigide misure di sicurezza. «Non mi servono le guardie, non sono un indifeso», ha protestato. Parole però, in questo caso, ovviamente vane.

L'era di un Papa che possa andare in giro liberamente per le vie di Roma e magari essere avvicinato dalla gente non è ancora arrivata. Tuttavia, se queste sono le premesse, molto c'è da aspettarsi in quanto a sorprese dal primo Pontefice sudamericano della storia. Intanto, questa mattina, Papa Francesco si è dovuto accontentare di una visita privata a Santa Maria Maggiore, basilica a cui è dovuto accedere da un ingresso laterale. In futuro, chissà che non lasci avvicinare a sè qualche fedele.

Ilmattino.it

Bravo Papa Francesco! :salut :salut

Stesso per anello piscatorio che non e' d'oro e per le scarpe, son le sue solite...e non le famigerate scarpe rosse.
Il dolore ci rimette in mezzo alle cose in modo nuovo.
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http://www.corriere.it/cronache/foto/03 ... 81.shtml#1

Emozionanti le foto con i fedeli... :salut :salut :salut
"Nani su iddi e vvonnu a tutti nani;
Nci vannu terra terra, peri e mmani;
E pa malignità brutta e superba,
Ccà non crisci chi erba, erba, erba"
(Nicola Giunta)
doddi
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http://de-gregorio.blogautore.repubblic ... endicarti/



16mar2013

Potevi vendicarti

Concita De Gregorio

Sono andata in sala Nervi ad ascoltare Papa Francesco, stamattina. Somiglia un po’, dal vivo, ad Ernesto Sabato e parla come lui. Quando ha guardato Giovanna Chirri, la giornalista dell’Ansa che ha informato il mondo per della rinuncia di Benedetto, aveva lo sguardo vuoto di un cieco come Jorge Luis Borges. (Perché è una donna?). Quando ha raccontato del conclave sembrava di leggere un passo di Soriano, faceva veramente ridere, quando ha fatto zac con la mano mimando il gesto di vendicarsi pareva un personaggio di Julio Cortazar, gli esperanzas del racconto cronopios y famas, e faceva un po’ paura. La letteratura argentina del Novecento è monumentale, questo Papa ne riassume l’ambiguità e la vaghezza sognante. Vorrebbe somigliare a Giovanni XXIII, penso dal momento in cui si è affacciato al balcone dicendo ‘buonasera’. Ha un sorriso che si presta, in effetti, e lo stile e i modi ma gli manca la fanciullezza dello sguardo. Deve aver visto molto, e molto dentro nel buio. Qualcosa dell’orrore sempre resta in fondo agli occhi. Sapremo, nel tempo, se davvero sia stato corresponsabile dei crimini della dittatura per qualcosa più che un’omissione. Se il mea culpa che ha pronunciato insieme ai vescovi del suo Paese sia specifico, o generico. Se la storia della bambina di cui parlano le abuelas sia vera. Intanto sappiamo che è un Papa con il dono del racconto e dell’ironia, che non è poco. E dell’astuzia, che se hai davanti un compito improbo può tornare molto utile. “Mi hanno suggerito, i colleghi cardinali, di prendere in nome di Clemente. E perché?, ho chiesto io” – e qui si acciglia, mimando il dubbio e la sorpresa – “Perché saresti Clemente quindici, e potresti vendicarti – in spagnolo, vengarte, con lo zac della mano che scende come una mannaia verso il basso da destra a sinistra – di Clemente quattordici che abolì la compagnia di Gesù”. Sorriso largo, “è una battuta”. Una battuta, sì, ma intanto quel gesto di ‘venganza’ si imprime nella retina, intanto capisci che sta dicendo anche che il colloquio col collega cardinale avviene mentre si continua a votare ma dopo che l’elezione è già certa: ho avuto molti più voti del necessario, dice insomma Francesco, continuavano a votarmi che ero già Papa, ancora e ancora. Francesco è un nome bellissimo, il nome del santo che dovette “riparare” la Chiesa. Questo papa venuto dalla fine del mondo, un po’ grillino si dice scioccamente a Roma nei giorni dello tsunami cinque stelle, non sarà un Papa che si limiterà a mandare a casa le carezze per i bimbi. Paga il conto e va in bus, indossa croci di ferro e non d’oro, è vero, ma conosce il significato della vendetta. Dispiacerà a chi avrebbe voluto un papa ingenuo, un papa dell’altro mondo che non capisca niente di questo: della curia romana e delle sue banche, dei suoi ricatti e del potere. Papa Francesco il potere lo conosce benissimo, nelle sue declinazioni peggiori, e non è ingenuo per nulla. Vedremo.




Vergognoso cinismo anticattolico. Orribile pezzo. Degno dell'autrice.
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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spiny79
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doddi ha scritto:Vergognoso cinismo anticattolico. Orribile pezzo. Degno dell'autrice.
più che un articolo mi sembra la sentenza di un tribunale stalinista...

poveretta...
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Papa Francesco: «Intensificare il dialogo con l'Islam e i non credenti»
Il Pontefice agli ambasciatori della Santa Sede ricorda le sue origini italiane: «In me è vivo il dialogo tra diverse culture»


Papa Francesco torna a parlare dopo oltre una settimana dalla sua elezione al Soglio Pontificio. E lo fa rivolgendosi al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, ricevuto nella Sala Regia.

DIALOGO TRA RELIGIONI - Per Papa Francesco «è importante intensificare il dialogo fra le varie religioni». «Penso anzitutto a quello con l'Islam, e ho molto apprezzato la presenza, durante la Messa d'inizio del mio ministero, di tante Autorità civili e religiose del mondo islamico». Secondo il nuovo Pontefice, «è pure importante intensificare il confronto con i non credenti, affinché non prevalgano mai le differenze che separano e feriscono ma, pur nella diversità, vinca il desiderio di costruire legami veri di amicizia tra tutti i popoli».

COSTRUTTORE DI PONTI - Importante dunque il dialogo tra le diverse civiltà, con un obiettivo ben chiaro, la pace. «Il bene di ogni uomo su questa terra stia nel cuore di tutti i Paesi. Spero sia anche l'occasione per intraprendere un cammino con quei pochi Paesi che ancora non intrattengono relazioni diplomatiche con la Santa Sede, alcuni dei quali - li ringrazio di cuore - hanno voluto essere presenti alla messa per l'inizio del ministero, o hanno inviato messaggi come gesto di vicinanza», ha detto il Santo Padre. Che non ha dimenticato di ricordare le sue origini piemontesi: «Come sapete - ha detto il Papa agli ambasciatori - la mia famiglia ha origini italiane, così in me è sempre vivo questo dialogo tra luoghi e culture fra loro distanti, tra un capo del mondo e l'altro, oggi sempre più vicini e interdipendenti, bisognosi di incontrarsi e di creare spazi reali di autentica fraternità».

Redazione Online

fonte: http://www.corriere.it/cronache/13_marz ... 6499.shtml

Bravo Papa Francesco, solo col dialogo si abbattono pregiudizi e razzismo, troppo presenti nella nostra ipocrità società. :salut :salut :salut
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Papa Francesco laverà piedi a giovani detenuti:
per la prima volta ci saranno anche due ragazze

Il Pontefice arriverà nella prigione minorile di Casal del Marmo nel pomeriggio per il rito della lavanda dei piedi. Fra i dodici che rappresentano idealmente gli apostoli ci saranno una ragazza italiana cattolica e una serba nata a Roma di fede musulmana. E' la prima volta che accade nei riti papali



CITTÀ DEL VATICANO - Papa Francesco, che preferisce spesso chiamarsi "vescovo di Roma" verso gli ultimi, i sofferenti e i poveri, celebrerà oggi il rito della lavanda dei piedi nel carcere minorile di Casal del Marmo. Tra i dodici giovani detenuti ai quali laverà i piedi ci saranno anche due ragazze. Una prima volta "a Buenos Aires il cardinale Jorge Mario Bergoglio ammise al rito anche delle ragazze. E noi oggi abbiamo proposto una presenza femminile. In Vaticano, dopo qualche resistenza, hanno accettato", ha detto padre Gaetano Greco, cappellano del carcere, dove questo pomeriggio arriverà il Pontefice.

Strappi alle regole. Il Papa ci sta abituando con grazia a ritrovarne la bellezza oltre il rito. No alla basilica di San Giovanni in Laterano per la lavanda dei piedi, e fra i dodici ragazzi che rappresentano idealmente i dodici apostoli a cui Gesù lavò i piedi durante l'ultima cena, anche due donne. Una ragazza italiana di religione cattolica e una serba nata a Roma, di fede musulmana. Gli altri dieci ragazzi cui Papa Francesco laverà i piedi sono stati scelti per rappresentare sia le diverse nazionalità presenti nel Carcere di Casal del Marmo che le religioni attualmente professate all'Ipm: oltre ai cristiano cattolici, infatti, i ragazzi sono cristiano ortodossi e musulmani. I dodici giovani sono stati scelti fra i 50 minori attualmente ospiti della struttura, che assisteranno tutti al rito della lavanda dei piedi.

"Cari sacerdoti, dio padre rinnovi in noi lo spirito di santità con cui siamo stati unti, lo rinnovi nel nostro cuore in modo tale che l'unzione giunga a tutti, anche alle 'periferie', là dove il nostro popolo fedele più lo attende ed apprezza", ha detto oggi Papa Francesco nella santa messa del crisma nella basilica di San Pietro.

Sono stati gli ospiti della comunità di Villa San Francesco di Pedavena – comunità bellunese accoglie minori e non con difficoltà personali e familiari – a realizzare per Francesco un asciugatoio tessuto con un ordito di 720 fili diversi giunti da Nazareth, Betlemme, Tekoa, Tiberiade, Gerico, Gerusalemme, As-Samu, Ebron, Betania, Bet Hanina, Bet Jiallah, Cana e Cirene, fra Palestina, Israele e Terra Santa. Il grembiule - consegnato a monsignor Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche del Pontefice - è stato realizzato a mano in alcuni mesi e contiene anche filamenti di reti di pescatori del Lago di Tiberiade. L'intento è ricostruire simbolicamente con il tessuto i viaggi a piedi di Gesù di duemila anni fa.

Quella di Papa Francesco è una scelta audace, innovativa, generata da una chiesa, quella sudamericana, attenta ai poveri e agli oppressi. Nella prima udienza generale Bergoglio però ha spiegato anticipatamente: il buon samaritano della parabola di Gesù, narrazione del Dio misericordioso, va in soccorso della vittima dei briganti "senza chiedere nulla in cambio, senza chiedere se era ebreo, se era pagano, se era samaritano, se era ricco, se era povero". No, il samaritano si è avvicinato, si è sentito mosso a compassione nelle viscere e lo ha soccorso e curato. Ora, la chiesa è chiamata a vivere come il samaritano in mezzo agli uomini, a piegarsi sull'umanità, "a uscire da se stessa – come ha detto da cardinale nel suo intervento al conclave – verso le periferie esistenziali, quelle del peccato del dolore, dell'ingiustizia".

"Il sacerdote che esce poco da sé, che unge poco, si perde il meglio del nostro popolo, quello che è capace di attivare la parte più profonda del suo cuore", ha detto il Papa nella messa del crisma. "Chi non esce da sé - ha aggiunto - invece di essere mediatore, diventa a poco a poco un intermediario, un gestore. La cosiddetta crisi di identità sacerdotale ci minaccia tutti e si somma a una crisi di civiltà, però se sappiamo infrangere la sua onda, noi potremo prendere il largo nel nome del Signore e gettare le reti".

Senza "il cuore" del nostro popolo, ha detto, i preti diventano "una sorta di collezionisti di antichità, o di novità, invece di essere pastori con l'odore delle pecore, pastori in messo al proprio gregge, e pescatori di uomini". Nel nostro mondo, ha detto il Papa, per il prete "vale solo l'unzione e non la funzione".

(28 marzo 2013) © Riproduzione riservata

fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2013/03 ... ef=HREC1-5

Grande Papa Francesco. Gesti semplici ma molto significativi. :salut :salut
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Papa Francesco: "Lo Ior è necessario fino a un certo punto, la Chiesa deve essere una storia d'amore"


L'Huffington Post | Pubblicato: 24/04/2013 10:59 CEST | Aggiornato: 24/04/2013 12:51 CEST


Anche quelle di oggi sono parole, è vero, ma questa volta si tratta di parole che spostano il discorso un passo più in là. Perché stavolta Papa Francesco, nel suo consueto messaggio d'amore e povertà, ha tirato in ballo direttamente lo Ior - l'Istituto per le Opere Religiose - chiamandolo per nome. E definendolo "necessario fino a un certo punto". Un'affermazione che lascia intendere un possibile ridimensionamento dell'istituto provato creato nel 1942 da Papa Pio XII.

"Quando la Chiesa vuole vantarsi della sua quantità e fa delle organizzazioni, e fa uffici e diventa un po' burocratica, la Chiesa perde la sua principale sostanza e corre il pericolo di trasformarsi in una ong", ha detto Papa Francesco nell'omelia celebrata questa mattina nella Domus Santa Marta, alla presenza dei dipendenti della banca vaticana. "E la Chiesa - ha sottolineato Francesco - non è una ong. È una storia d'amore... Ma ci sono quelli dello Ior... Scusatemi, eh... Tutto è necessario, gli uffici sono necessari... Eh, va bè! Ma sono necessari fino a un certo punto: come aiuto a questa storia d'amore. Ma quando l'organizzazione prende il primo posto, l'amore viene giù e la Chiesa, poveretta, diventa una ong. E questa non è la strada".

Un Papa a 360 gradi, quello di oggi, che ha voluto far sentire la sua voce anche su una questione delicata e importante come quella della centrale termoelettrica Eon di Fiume Santo (Sassari), approfittando della presenza in piazza di una delegazione di operai. "È importante che ci sia un incisivo impegno per aprire vie di speranza", ha detto il Papa leggendo il suo appello per l'azienda sassarese. A braccio, invece, ha detto: "Vedo che questa volta i sassaresi ce l'hanno fatta ad arrivare", riferendosi a mercoledì scorso, quando la delegazione non giunse in udienza per un ritardo del traffico aereo.

"La situazione in Sardegna e nell'intero Paese è particolarmente difficile: auspico che la grave congiuntura occupazionale possa trovare una rapida ed equa soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie", ha aggiunto Bergoglio. Proprio perché la situazione è così difficile "è importante che ci sia un impegno incisivo per aprire vie di speranze", ha commentato,

Anche oggi piazza San Pietro si è riempita per l'udienza generale del Papa, con circa 100mila fedeli provenienti da tutto il mondo. Francesco ha viaggiato sulla papa-mobile per il consueto giro tra i pellegrini. "Gli stranieri sono tanti qui nella diocesi di Roma, dobbiamo domandarci cosa facciamo per loro?", ha detto il Papa nella sua catechesi.

Di nuovo Francesco si è rivolto ai giovani, invitandoli a "non avere paura di fare grandi cose". "È vero che ci sono molti giovani? Dove sono?", ha detto Bergoglio rivolgendosi ai giovani presenti sul sagrato. "A voi che siete all'inizio del cammino della vita - ha detto il Papa - chiedo: avete pensato ai talenti che Dio vi ha dato, a come potete metterli al servizio degli altri? Avete pensato a quegli ideali di servizio che renderanno fecondi i vostri talenti?".

"La vita - ha aggiunto il pontefice- non ci è data perché la conserviamo gelosamente per noi stessi". Poi l'appello: "Cari giovani abbiate un animo grande, non abbiate paura di sognare cose grandi".

http://www.huffingtonpost.it/2013/04/24 ... more291086

:salut :salut :salut :salut
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Il Papa alle suore: "Siate madri, non zitelle.
La Chiesa accetta tutti, anche i non sposati"

Il Pontefice parla nel corso di un'udienza riservata alle suore dell'Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), sottolineando il valore della castità come "carisma prezioso". L'apertura alle coppie non unite in matrimonio. "I carrieristi danneggiano il popolo di Dio"


CITTA' DEL VATICANO - "Che cosa sarebbe la Chiesa senza di voi? Le mancherebbe maternità, affetto, tenerezza! Grazie!". Lo ha detto Papa Francesco alle 800 suore che partecipano a Roma all'assemblea dell'Unione delle superiori generali (Uisg). "La consacrata - ha affermato il Pontefice - è madre, deve essere madre e non 'zitella'! Questa gioia della fecondità spirituale animi la vostra esistenza".

ll Pontefice ha parlato alle religiose della castità "come carisma prezioso, che allarga la libertà del dono a Dio e agli altri, con la tenerezza, la misericordia, la vicinanza di Cristo". "La castità per il Regno dei Cieli - ha spiegato - mostra come l'affettività ha il suo posto nella libertà matura e diventa un segno del mondo futuro, per far risplendere sempre il primato di Dio". Ecco dunque la necessità di "una castità 'feconda', che genera figli spirituali nella Chiesa. La consacrata - ha quindi concluso - è madre, deve essere madre e non 'zitella'! Questa gioia della fecondità spirituale animi la vostra esistenza; siate madri, come figura di Maria Madre e della Chiesa Madre".

Papa Bergoglio ha poi affrontato il tema delle coppie non sposate, di norma escluse dalla comunità cattolica. Ma per il pontefice adesso i tempi sono cambiati: "Ricordo quando bambino si sentiva nelle famiglie cattoliche, e anche nella mia: 'No, a casa loro non possiamo andare, perché non sono sposati per la Chiesa, o perchè sono socialisti o atei!'. Era come una esclusione. No, non potevi andare!". "Adesso, grazie a Dio - ha detto papa Francesco - non si dice quello, no? Non si dice! C'era come una difesa della fede, ma con i muri: il Signore ha fatto dei ponti". "Il cristiano che vuol portare il Vangelo deve andare - ha aggiunto ancora - per questa strada: sentire tutti! Ma adesso è un buon tempo nella vita della Chiesa: questi ultimi 50 anni, 60 anni sono un bel tempo, perchè non si dice più quello".

Citando Benedetto XVI e il suo discorso sull'autorità che va intesa come servizio, Bergoglio ha messo in guardia dai carrierismi: "Pensiamo - ha esortato - al danno che arrecano al Popolo di Dio gli uomini e le donne di Chiesa che sono carrieristi, arrampicatori, che 'usano' il popolo, la Chiesa, i fratelli e le sorelle, quelli che dovrebbero servire, come trampolino per i propri interessi e le ambizioni personali. Sappiate sempre esercitare l'autorità - ha detto infine alle religiose - accompagnando, comprendendo, aiutando, amando; abbracciando tutti e tutte, specialmente le persone che si sentono sole, escluse, aride, le periferie esistenziali del cuore umano. Teniamo lo sguardo rivolto alla Croce: lì si colloca qualunque autorità nella Chiesa, dove Colui che è il Signore si fa servo fino al dono totale di sè".

http://www.repubblica.it/esteri/2013/05 ... ef=HRER2-1

Grande Papa Francesco :salut :salut

e poi:

http://www.repubblica.it/esteri/2013/05 ... =HRER2-1#1

:okok: :okok: :okok:
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Papa Francesco: "Corruzione ed evasione fiscale hanno dimensioni mondiali, i politici torino all'etica"

"Una corruzione tentacolare e un'evasione fiscale egoista hanno assunto dimensioni mondiali". È quanto denunciato oggi da Papa Francesco, che di fronte ad alcuni ambasciatori - in Vaticano per presentare le lettere credenziali - ha pronunciato un importante discorso chiedendo ai dirigenti politici "un coraggioso cambiamento di atteggiamento". È giunto il tempo - ha detto Bergoglio - di "un ritorno dell'etica in favore dell'uomo nella realtà finanziaria ed economica".

Il "denaro" è diventato un "idolo", ha affermato ancora Francesco. "Ideologie promuovono l'autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria". C'è una "tirannia invisibile, a volte virtuale" delle leggi del mercato. Per questo, ha aggiunto il Papa, c'è bisogno di una "riforma finanziaria" capace di aiutare i poveri.

Vivere in condizioni precarie e di povertà - ha continuato il Pontefice - porta a "conseguenze funeste". "Va riconosciuto che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo continua a vivere in una precarietà quotidiana con conseguenze funeste". "La paura e la disperazione - ha denunciato - prendono i cuori di numerose persone; anche nei paesi cosiddetti ricchi, la gioia di vivere va diminuendo, l'indecenza e la violenza sono in aumento, la povertà diventa più evidente". Per tutte queste ragioni è necessario che i dirigenti politici intraprendano "un coraggioso cambio di atteggiamento", capace di mettere al centro l'etica e di aiutare i poveri. Una riforma finanziaria che incida direttamente sulla vita delle persone, mettendo fine alla "tirannia invisibile" delle leggi che oggi dominano il mercato.

http://www.huffingtonpost.it/2013/05/16 ... _hp_ref=tw
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La gente muore di fame, ma di questo non passa niente, ma se calano gli investimenti delle banche se ne fa una tragedia.
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Commissione sullo Ior": la svolta di Francesco

Con una breve nota il Vaticano rende noto che Jorge Bergoglio ha dato il via libera a una Pontificia commissione per "una migliore armonizzazione dello Ior con la missione della Chiesa"

E' una breve nota a scrivere una pagina di storia. Arriva dal Vaticano e riporta la decisione di Papa Francesco di istituire una Pontificia commissione referente sull'Istituto per le Opere Religiose. L'obiettivo, si legge, è "una migliore armonizzazione dello Ior con la missione della Chiesa".

La commissione sarà presieduta dal cardinale Raffaele Farina e ne faranno parte il cardinale Jean-Louis Pierre Tauran, monsignor Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru (coordinatore), monsignor Peter Bryan Wells (segretario) e la professoressa Mary Ann Glendon.

La commissione, precisa il Vaticano, è "dotata delle risorse umane e materiali adeguate alle sue funzioni istituzionali. Qualora sia utile, si avvale di collaboratori e consulenti". Inoltre, la commissione "si serve della sollecita collaborazione degli Organi dell'Istituto, nonché del suo intero personale. Inoltre i Superiori, i Membri e gli Officiali dei Dicasteri della Curia Romana".

Arriva così a una svolta il tormentato rapporto tra il Santo Padre e la Banca Vaticana.

L'ultima pagina, polemica, l'aveva scritta Il Giornale riportando un'intervista a Paolo Cipriani, direttore generale dello Ior, che aveva difeso il suo lavoro e quello dell'Istituto spiegando che "per essere libera "la Chiesa necessita d'indipendenza finanziaria". Avere quindi "un'istituzione predisposta a ciò (come la Banca vaticana, ndr) non solo è essenziale, ma è doveroso".

Con queste parole il direttore generale dello Ior, Paolo Cipriani, ha provato a mettere a tacere le polemiche scaturite dalle parole del Santo Padre che più volte ha chiesto una Chiesa "povera" e "lontana dagli interessi economici".

Cipriani non entrò però nel merito delle voci che indicano che il Papa vorrebbe chiudere l'Istituto Opere di Religione: "Non posso essere così presuntuoso da sapere i desiderata del Santo Padre. Il Papa - ha però ricordato - ha detto di apprezzare lo Ior per i servizi che ha svolto e svolge e che dà fiducia alle persone che sono addette all'adeguamento degli standard che chiedono le varie istanze internazionali".

Alla fine a 'vincere' questa prima battaglia è stato però Papa Francesco che fin dal suo insediamento aveva parlato chiaro: "Una Chiesa povera tra i poveri". Per poi ribadire durante una messa mattutina di aprile a Santa Marta che "quando la Chiesa vuol vantarsi della sua quantità e fa delle organizzazioni, e fa uffici e diventa un po' burocratica, la Chiesa perde la sua principale sostanza e corre il pericolo di trasformarsi in una ong. E la Chiesa non è una ong. E' una storia d'amore ... Ma ci sono quelli dello Ior ... scusatemi, eh! ... tutto è necessario, gli uffici sono necessari ... eh, va bè! Ma sono necessari fino a un certo punto: come aiuto a questa storia d'amore. Ma quando l'organizzazione prende il primo posto, l'amore viene giù e la Chiesa, poveretta, diventa una ong. E questa non è la strada".

http://www.today.it/cronaca/papa-commissione-ior.html

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Papa a Lampedusa: "Siamo tutti responsabili.
Oggi globalizzazione dell'indifferenza"


Il Pontefice sull'isola simbolo dell'immigrazione incontra i migranti. La messa, davanti a 10mila persone, a carattere penitenziale, quasi un rito funebre per le vittime dell'immigrazione. Boldrini: "Rafforzare soccorso in mare"

di ALESSIA MANFREDI e PAOLO RODARI

LA CULTURA del benessere ci rende "insensibili alle grida degli altri", ci fa vivere "in bolle di sapone", in una situazione "che porta all'indifferenza verso gli altri. Di più: oggi c'è una "globalizzazione dell'indifferenza". Ci siamo abituati alla sofferenza dell'altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!". Usa parole durissime Papa Francesco durante l'omelia della messa pronunciata al campo sportivo di Lampedusa, l'appuntamento più atteso del primo viaggio apostolico del suo Pontificato, dedicato al luogo simbolo della sofferenza nel Mediterraneo.

Davanti a 10mila persone che lo hanno accolto con entusiamo, con striscioni che recitavano "Sei uno di noi", il Papa ha denunciato con forza l'indifferenza che coinvolge tutti - mi includo anch'io, ha detto - verso il dramma dei migranti. Una "spina nel cuore", la definisce Francesco, una tragedia che non deve più ripetersi. "Sono qui per scuotere le coscienze", ha annunciato.

Davanti all'altare, ricavato da una piccola imbarcazione, a pochi passi dal cimitero dei barconi affondati, la gente ha assistito alla messa di Francesco, il primo Papa a visitare l'isola. In prima fila un gruppo di migranti. Con una cinquantina di loro, Bergoglio si è intrattenuto al suo arrivo a Lampedusa. Li ha salutati, ha parlato con loro, ha ascoltato dalle loro voci il dramma di chi affronta fra mille pericoli il viaggio per cercare una vita migliore. Si è mescolato alla gente, come di consueto, mandando baci dalla Campagnola scoperta con cui ha scelto di spostarsi sull'isola: niente auto di lusso, ma una macchina semplice, messa a disposizione da un isolano, nel segno della sobrietà che ha caratterizzato tutta la visita.

I trafficanti sfruttano la povertà, ha denunciato Francesco. E ha chiesto perdono: "Domandiamo al Signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, sulla crudeltà che c'è nel mondo, in noi e in coloro che con l'anonimato prendono decisioni socio-economiche che aprono la strada a drammi come questo". Ha messo sotto accusa il benessere in cui ci ognuno di noi si chiude, ha parlato di "anestesia del cuore". E, ancora una volta, si è richiamato alla tenerezza, tema a lui particolarmente caro. Questa volta, lo ha fatto rivolgendosi ai lampedusani: "Voglio ringraziarvi", ha detto il Papa, "per l'esempio di amore e di carità, per l'esempio di accoglienza che ci avete dato, che ci state dando e ancora ci date. "Grazie", ha concluso, per la vostra testimonianza e per la vostra tenerezza".

Una visita storica, dedicata agli ultimi, alle "periferie del mondo". Una scelta forte, altamente simbolica. Tra i momenti salienti, il lancio nelle acque al largo dell'isola di una corona di fiori in memoria di quanti hanno perso la vita in mare durante le traversate dall'Africa.

A Punta Favaloro Francesco ha incontrato i migranti e la comunità di Lampedusa e Linosa. Poi la celebrazione della messa nel campo sportivo in contrada Arena: una funzione con una chiara connotazione penitenziale, con preghiere tratte dal messale "per la remissione dei peccati", e con paramenti viola, il tutto in un rito estremamente sobrio. A pochi metri, il cimitero dei barconi affondati. Quasi una celebrazione funebre per le vittime dell'immigrazione.

http://www.repubblica.it/esteri/2013/07 ... ref=HREA-1

:salut :salut :salut :salut :salut

Pochi mesi di pontificato, già tanti schiaffi. Continua così Papa Francesco! :salut :salut :salut :salut
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onlyamaranto
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Iscritto il: 12/05/2011, 8:43

Grandissimo questo Papa, ha iniziato i suoi viaggi pastorali senza politici, senza auto di lusso, senza cerimoniali, in un posto dove si trovano gli ultimi, i sofferenti della Terra... :salut

"...e qualcosa rimane
tra le pagine chiare e le pagine scure... "
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