Lavoro VS reddito minimo garantito

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rca
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kurohata ha scritto:Cosa me ne faccio del reddito se poi devo girare i soldi alla sanità privata, all'acqua privata, eccetera eccetera? Io voglio i servizi, non voglio il reddito. Voglio i servizi pubblici!
premesso che li voglio anche io, ed essere libero se non mi soddisfano di andare dai privati, non possono essere totalmente a costo zero. A meno di non dover comunque pagara tasse ben più alte.
Ed ecco che ti serve un reddito, garantito o da lavoro che sia.
A meno di non vivere di carità, evidentemente.
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
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kurohata
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kurohata ha scritto:Cosa me ne faccio del reddito se poi devo girare i soldi alla sanità privata, all'acqua privata, eccetera eccetera? Io voglio i servizi, non voglio il reddito. Voglio i servizi pubblici!
premesso che li voglio anche io, ed essere libero se non mi soddisfano di andare dai privati, non possono essere totalmente a costo zero. A meno di non dover comunque pagara tasse ben più alte.
Ed ecco che ti serve un reddito, garantito o da lavoro che sia.
A meno di non vivere di carità, evidentemente.
vedi che anche io voglio il reddito (garantito o da lavoro). Solo che: io che non mi posso permettere la sanità privata (ammenocchè non mi diano i soldi i miei genitori, ma li chiedo solo per cose gravi e dio ce ne scanzi e liberi), voglio che la sanità pubblica funzioni; voglio che l'acqua venga gestita dal comune e non dal consiglio di amministrazione di un privato, voglio più asili comunali. Non è che voglio mangiare caviale e bere champagne, ma voglio la base. E sono uno che sa fare e ha fatto il manovale, lavoro il legno, faccio il cameriere, sono laureato, a settembre faccio il test per iscrivermi di nuovo all'università. Non è che stai parlando con uno che beve vino, si fuma le canne e si gratta i piedi tutto il giorno.

cosa centra questo il reddito?
centra e come se centra! Lo stato mi dice: tieni i soldi, hai bisogno del servizio idrico? paga il privato. hai bisogno dell'asilo? paga il privato. hai bisogno del servizio sanitario? paga il privato. Quando questi soldi (reddito) non basteranno (e non basteranno), il privato se ne fregherà di me. Se invece questi diritti base: sanità e istruzione sono GARANTITI dallo stato io riesco a campare. Per questo dico: più che il REDDITO garantito, io voglio i DIRITTI garantiti.

sono scemo? :o.o:
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Ultimi dati freschi ... della catastrofe in atto.

http://tg24.sky.it/tg24/economia/2013/0 ... _2012.html


Crisi, in Italia sono 104 mila le imprese chiuse nel 201213 febbraio 2013Secondo i dati diffusi da Cerved Group, il numero è in crescita del 2,2%. Secondo l’ad De Bernardis “il picco toccato dai fallimenti supera del 64% il valore registrato nel 2008”. A Milano, intanto, è andata in scena la protesta degli imprenditori ediliLa mappa dei fallimenti

L'Italia che lotta per non perdere il lavoro: foto Crisi economica: tutti i video

Il 2012 è stato l'anno più duro della crisi per il numero di imprese che hanno chiuso: tra fallimenti (12mila), liquidazioni (90mila), procedure non fallimentari (2mila) sono state 104mila le aziende italiane perse. Lo affermano i dati diffusi da Cerved, secondo i quali è in corso un boom dei concordati preventivi (qui la mappa realizzata da Sky.it con i dati Unioncamere).
La forte crescita delle nuove forme di concordato preventivo è nata con la riforma entrata in vigore a settembre: Cerved, gruppo specializzato nell'analisi della situazione finanziaria delle imprese, stima che nel solo quarto trimestre del 2012 siano state presentate circa 1.000 domande, soprattutto nella forma del concordato con riserva.

Il dato totale sulla chiusura delle aziende l'anno scorso è stato superiore del 2,2% al record toccato nel 2011. "Il picco toccato dai fallimenti - commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato del Cerved - supera del 64% il valore registrato nel 2008, l'ultimo anno pre-crisi: sono stati superati anche i livelli precedenti al 2007, quando i tribunali potevano dichiarare fallimenti anche per aziende di dimensioni microscopiche".
Nel 2012 la recessione ha avuto un impatto violento nel comparto dei servizi (+3,1%) e nelle costruzioni (+2,7%), mentre la manifattura - pur con un numero di fallimenti che rimane a livelli critici - ha registrato un calo rispetto all'anno precedente (-6,3%).

Dal punto di vista territoriale, le procedure sono fortemente aumentate nel Nord Ovest (+6,6%) e nel Centro (+4,7%), mentre sono rimaste ai livelli dell'anno precedente nel Sud e nelle Isole (-0,4%). Nel Nord Est i casi sono invece piu' chiaramente diminuiti (-4,3%), un dato compensato dal forte incremento delle liquidazioni, che ha portato il totale di chiusure in quell'area a superare quota 20mila (+8,6% sul 2011).
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
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kurohata ha scritto:
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premesso che li voglio anche io, ed essere libero se non mi soddisfano di andare dai privati, non possono essere totalmente a costo zero. A meno di non dover comunque pagara tasse ben più alte.
Ed ecco che ti serve un reddito, garantito o da lavoro che sia.
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vedi che anche io voglio il reddito (garantito o da lavoro). Solo che: io che non mi posso permettere la sanità privata (ammenocchè non mi diano i soldi i miei genitori, ma li chiedo solo per cose gravi e dio ce ne scanzi e liberi), voglio che la sanità pubblica funzioni; voglio che l'acqua venga gestita dal comune e non dal consiglio di amministrazione di un privato, voglio più asili comunali. Non è che voglio mangiare caviale e bere champagne, ma voglio la base. E sono uno che sa fare e ha fatto il manovale, lavoro il legno, faccio il cameriere, sono laureato, a settembre faccio il test per iscrivermi di nuovo all'università. Non è che stai parlando con uno che beve vino, si fuma le canne e si gratta i piedi tutto il giorno.

cosa centra questo il reddito?
centra e come se centra! Lo stato mi dice: tieni i soldi, hai bisogno del servizio idrico? paga il privato. hai bisogno dell'asilo? paga il privato. hai bisogno del servizio sanitario? paga il privato. Quando questi soldi (reddito) non basteranno (e non basteranno), il privato se ne fregherà di me. Se invece questi diritti base: sanità e istruzione sono GARANTITI dallo stato io riesco a campare. Per questo dico: più che il REDDITO garantito, io voglio i DIRITTI garantiti.

sono scemo? :o.o:
Entrambi diciamo la stessa cosa, se rileggi.
Io ho solo aggiunto che i servizi pubblici minimi DEVONO comunque avere un costo per basso che sia, per rientrare delle spese sostenute.
E quindi? Ma poi, fondamentalmente...tu, chi cazzo sei? (cit.)
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kurohata
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rca ha scritto:
Entrambi diciamo la stessa cosa, se rileggi.
Io ho solo aggiunto che i servizi pubblici minimi DEVONO comunque avere un costo per basso che sia, per rientrare delle spese sostenute.
spese che sono più basse se il servizio è gestito dal comune. Ma non perchè mi gira a me così... ma per questioni legate alla matematica. Il comune deve arrivare a preggio di bilancio, il privato deve avere un profitto (per legge mi pare, o comunque chi aprirebbe un'impresa/azienza privata, investendo soldi e tempo senza volerci guadagnare?).

esempio: il diritto minimo garantito ACQUA costa 100lire
-il comune deve rientrare di queste 100lire
-il privato deve rientrare di queste 100lire e in più deve avere un profitto di 20 lire, quindi arriviamo 120lire

a me sta cosa mi pare così ovvia che mi sembra di sbagliare qualcosa :scratch piddaveru.. non vi pigghiu pu culu

DIRITTI MINIMI GARANTITI !
rorschach
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kurohata ha scritto:
rca ha scritto:
Entrambi diciamo la stessa cosa, se rileggi.
Io ho solo aggiunto che i servizi pubblici minimi DEVONO comunque avere un costo per basso che sia, per rientrare delle spese sostenute.
spese che sono più basse se il servizio è gestito dal comune. Ma non perchè mi gira a me così... ma per questioni legate alla matematica. Il comune deve arrivare a preggio di bilancio, il privato deve avere un profitto (per legge mi pare, o comunque chi aprirebbe un'impresa/azienza privata, investendo soldi e tempo senza volerci guadagnare?).

esempio: il diritto minimo garantito ACQUA costa 100lire
-il comune deve rientrare di queste 100lire
-il privato deve rientrare di queste 100lire e in più deve avere un profitto di 20 lire, quindi arriviamo 120lire

a me sta cosa mi pare così ovvia che mi sembra di sbagliare qualcosa :scratch piddaveru.. non vi pigghiu pu culu

DIRITTI MINIMI GARANTITI !
Quello che non consideri è che 9 volte su dieci il privato ti offre un servizio a regola d'arte, sennò la sua azienda chiude (a meno che non abbia mazzette da offrire ma quella è un'altra storia). Col comune spesso e volentieri hai un servizio scarso, il che alla lunga aumenta i costi
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kurohata
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rorschach ha scritto:
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Entrambi diciamo la stessa cosa, se rileggi.
Io ho solo aggiunto che i servizi pubblici minimi DEVONO comunque avere un costo per basso che sia, per rientrare delle spese sostenute.
spese che sono più basse se il servizio è gestito dal comune. Ma non perchè mi gira a me così... ma per questioni legate alla matematica. Il comune deve arrivare a preggio di bilancio, il privato deve avere un profitto (per legge mi pare, o comunque chi aprirebbe un'impresa/azienza privata, investendo soldi e tempo senza volerci guadagnare?).

esempio: il diritto minimo garantito ACQUA costa 100lire
-il comune deve rientrare di queste 100lire
-il privato deve rientrare di queste 100lire e in più deve avere un profitto di 20 lire, quindi arriviamo 120lire

a me sta cosa mi pare così ovvia che mi sembra di sbagliare qualcosa :scratch piddaveru.. non vi pigghiu pu culu

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Quello che non consideri è che 9 volte su dieci il privato ti offre un servizio a regola d'arte, sennò la sua azienda chiude (a meno che non abbia mazzette da offrire ma quella è un'altra storia). Col comune spesso e volentieri hai un servizio scarso, il che alla lunga aumenta i costi
bhè... non fosse così non staremmo qui a parlare :) la mia è un'esortazione, appunto, a pretendere i DIRITTI MINIMI GARANTITI, perchè conviene a tutti (con tutti intendo tutte le persone per bene)
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Scenari sempre più cupi, ma una cosa è farselo raccontare dall'amico o dal parente altro è leggere dati su scala nazionale.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... di/517902/


Crisi, la Cgia: “Una piccola impresa su due non può pagare gli stipendi”

L'associazione degli artigiani denuncia il boom di protesti e sofferenze nelle aziende italiane: la mancanza di liquidità costringe le imprese a rateizzare le retribuzioni. Aumentano anche i tempi di pagamento, a differenza di quanto accade nel resto d'Europa
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 2 marzo 2013

Una piccola impresa su due è costretta a rateizzare le retribuzioni ai propri collaboratori, causa mancanza di liquidità. La Cgia di Mestre denuncia la situazione di grande difficoltà delle aziende italiane, alle prese con un vero e proprio boom di protesti e sofferenze. Assegni bancari o postali, cambiali, vaglia o tratte: le imprese, rileva l’analisi dell’ufficio studi dell’associazione, fanno sempre più fatica a onorarli e questo ha causato un aumento molto consistente dei protesti.

Dall’inizio della crisi i titoli di credito che alla scadenza non hanno trovato copertura sono cresciuti del 12,8%, mentre le sofferenze bancarie in capo alle aziende hanno fatto registrare un’impennata decisa: +165%. Alla fine del 2012 l’ammontare complessivo delle insolvenze ha superato i 95 miliardi di euro. Queste tendenze, secondo l’analisi, dimostrano che l’aumento dei protesti bancari ha sicuramente concorso – assieme al calo del fatturato e al blocco dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione – a ‘mandare in rosso’ i conti correnti di molti imprenditori, non consentendo a molti di questi la possibilità di restituire nei tempi concordati i prestiti ottenuti dalle banche.

Ovviamente, fa notare la Cgia, la causa principale di questa situazione è la crisi economica che ormai sprigiona i suoi effetti negativi da ben 5 anni, con conseguenze inimmaginabili fino a qualche tempo fa. “Il disagio economico in cui versano le piccole imprese – afferma il segretario dell’associazione Giuseppe Bortolussi – è noto a tutti, con risvolti molto preoccupanti soprattutto per i dipendenti di queste realtà aziendali che faticano, quando va bene, a ricevere lo stipendio con regolarità”. “Purtroppo, – prosegue Bortolussi – sono aumentate a vista d’occhio le aziende che da qualche mese stanno dilazionando il pagamento degli stipendi a causa della poca liquidità”.

A corollario di questa situazione non va dimenticato che, dall’inizio della crisi, i tempi di pagamento nelle transazioni commerciali tra le imprese si sono allungati solamente in Italia, mentre in tutti i principali Paesi Ue hanno subito una drastica riduzione. Tra il terzo trimestre 2007 e lo stesso periodo del 2012, l’aumento medio nazionale del numero delle imprese protestate è stato del 12,8%. In termini assoluti, il numero di imprese segnalate ha sfiorato, nel 2012, le 67.000 unità. Le regioni più interessate dalla variazione di crescita sono state l’Umbria (+46,4%), l’Abruzzo (+34%) e la Sardegna (+32,4%). Il Sud appare l’area territoriale più in sofferenza: nelle regioni meridionali, infatti, si registra il maggior numero di imprese protestate (quasi 29mila nel terzo trimestre 2012), con il tasso di crescita più elevato di tale fenomeno (+19,8% nell’ultimo quinquennio).
Se coloro che vincono le gare hanno certificati antimafia ma sono in strette relazioni con altre imprese sottoposte all'attenzione della mafia,tutte munite di certificazioni delle prefetture,allora è un problema diverso che non compete a me valutare. I.F.
reggina D-I
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La domanda è: lavoro o reddito minimo garantito (rmg)?

Ovviamente lavoro che oltretutto è inversamente proporzionale al rmg. Più lavoro crei meno necessità di rmg hai
cosa è stato fatto in due parole:
1 - negli ultimi anni con la scusa di "dover" riformare il sistema pensionistico si è chiuso il mercato in entrata. Ora è tutto bloccato in attesa che si diventi più anziani per poter lasciare il mondo del lavoro
2 - si è fatta una scelta "di massa" verso i grandi centri di commercio con la conseguente quasi totale eliminazion del piccolo commercio: quindi chiusura di tanti piccoli negozi (sapete che ho avuto difficoltà a scrivere negozi in quanto per un attimo mi sembrava di usare un dispregiativo?) nemmeno lontanamente riassorbiti come numero di lavoratori dal grande commercio
3 - rendere impossibile la competizione fra i piccoli artigiani e le grandi industrie per lo più multinazionali per le quali oramai il mercato èquasi totalmente dalla loro
4 - strozzare la produzione agricola e la pastorizia a favore di pochi grandi produttori mettendo nelle condizioni le nostre aziende agricole di dover vendere sottocosto i loro prodotti
5 - ridurre servizi e beni pubblici privatizzandoli o esternalizzandoli togliendo tantissimi posti di lavoro e soprattutto riducendo il valore del lavoro a fronte di aumento di costi per gli stessi

Cioè, se ci si pensa un attimo l'ossatura del mondo produttivo che ci caratterizzava è stata smembrata nelle sue fondamenta...

secondo me il passo deve cambiare direzione e andare precisamente all'opposto
1 - tornare al vecchio sistema pensionistico liberando ingenti quantità di posti/lavoro
2 - ridurre l'orario di lavoro anche a costo di ridurre proporzionalmente lo stipendio
3 - mantenere il lavoro flessibile ma con stipendio maggiore rispetto a pari mansione di chi ha contratti a tempo indeterminato (un 25-30%) in modo da obbligare chi ne fruisce a fare delle scelte di "convenienza". se uso il flessibile pago molto di più se uso i contratti pago di meno e soprattutto uso la flessibilità solo in casi particolari e non come surrogato di occupazione di un posto di lavoro
4 - ridurre il numero dei grandi e medio grandi centri commerciali penalizzandoli in termini di tassazione e incentivare la rinascita del piccolo commercio e del piccolo artigianato
5 - confiscare, con appropriazione da parte dello stato, i beni industriali di chi va all'estero per produrre non permettendo la vendita di strutture e macchinari (tipo beni della mafia insomma)

PS - ma questa è una mia personale utopia: rendere reato penale il lavoro straordinario sia per chi lo richiede sia per chi lo fa!

So bene ovviamente che la maggior parte sono semplici utopie e so bene che il mercato (il nostro vero padrone) potrebbe non essere molto felice di queste cose ma il contraltare è la realtà che ora dice: chiusura massiva di imprese e perdita enorme di posti di lavoro. E fino a che non tocca a noi la cosa magari ci tange anche poco ma se....
Uno solo ho visto in vita mia che MAI, non quasi mai ma proprio MAI, capisce ciò che legge! Il vero guaio per lui, spettacolo per gli altri, è che poi scrive e a tutti si mostra nella tragica evidenza!!! :PPP
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Bollettino di guerra dal fronte

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 02849.html


In due mesi 'spariti' 10mila nuovi negozi

A gennaio e febbraio crollo delle nuove aperture. -167 al giorno, è il dato peggiore da 20 anni

15 marzo, 10:21

ROMA - A gennaio e febbraio di quest'anno nel solo settore della distribuzione commerciale sono spariti quasi 10.000 negozi, con un vistoso crollo (-50%) delle aperture di nuove attività rispetto al 2012. Lo afferma la Confesercenti segnalando che si tratta del dato peggiore degli ultimi 20 anni. Praticamente sono sparite 167 imprese al giorno. Se tale trend restasse invariato, dice la Confesercenti, a fine anno si avrebbe la scomparsa di 60.000 negozi.

"Nel commercio non si riesce più a fare impresa. Il 2013 si avvia ad essere un anno orribile, ben peggio del 2012" sottolinea la Confesercenti. Secondo i dati del suo Osservatorio, la perdita di negozi svuota le città: sono ormai 500.000 gli esercizi sfitti in tutta Italia. E anche i pubblici esercizi vivono un momento disastroso: in questi due mesi ne hanno chiuso più di 9.500 tra bar, ristoranti e simili, per un saldo finale negativo di 6.401 unità. La Confesercenti si prepara a lanciare il 17 marzo una mobilitazione in piazza per firmare contro le aperture domenicali. "Oltre al saldo molto negativo, si conferma un altro allarmante fenomeno: quello del crollo di nuove aperture. Nel primo trimestre nel settore del commercio al dettaglio, secondo le nostre proiezioni, saranno in tutto 5.988: si tratta di un risultato del 50% inferiore alle 12.321 che hanno aperto nei primi tre mesi del 2012, che rappresenta il dato peggiore degli ultimi 20 anni. Se estendiamo lo sguardo ai dati di aperture del primo trimestre 2011 e del primo trimestre 2010 in effetti, si conferma un crescente calo delle nuove iscrizioni, mentre le cessazioni restano sostanzialmente costanti, intorno alle 20-22 mila ogni anno. Il fenomeno dimostra come la crisi non incide solo sul numero di chiusure, ma anche e soprattutto sulla possibilità di aprire una nuova impresa".

A Roma e Torino tocca il record di chiusure; Sud e Isole tengono invece più del Centro-Nord, che registra 7.885 chiusure a fronte di 2.054 aperture; Sud e Isole sembrano resistere un po' di più, con 5.890 cessazioni e 1.938 nuove iscrizioni. Tra le maggiori città, maglia nera va a Roma, con 553 chiusure per un saldo negativo di 392 unità. Seguono Torino (306 cessazioni, saldo negativo di 231 unità) e Napoli, dove le attività commerciali che hanno abbassato la serranda sono state 238, per un saldo finale che ha visto scomparire 133 imprese.

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In lombardia chiudono 15 negozi al giorno
Lillu Fotti: "aundi ioca Spread cu cattu si mu rununu a paremetru zeru"
Lillu Foti: "non bogghiu 'nchinari poi mi rinnu chi vonnnu a squatra mi 'ndi sarbamu"
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